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Titanic: i perchè di una tragedia.

Rodolfo

Super Moderatore
Giorni fa Cirellina aveva accennato, ricordando l'evento del Titanic, a tutta una serie di eventi legati ad imperizia, superficialità, mancanza di cultura, che causarono la perdita della nave e di un numero enorme di passeggeri.
Anche Pmanlio, proprio ieri, si ricollegava a questo incidente, che ebbe il suo epilogo dopo una catena di errori micidiali. Prendendo spunto da queste considerazioni, penso potremmo anche noi sviluppare e documentare le nostre conoscenze su una delle più conosciute tragedie del mare.
 

cammeo

New member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

A voi tecnici questo articolo da argomentare (da La Stampa.it del 14/04/2008).

Titanic affondato per colpa di un incendio: Il comandante costretto a navigare a tutta velocità

Quando il 14 aprile del 1912 si scontrò con l’iceberg che ne provocò nel giro di poche ore l’ affondamento, il Titanic viaggiava al massimo della velocità perchè il comandante aveva avuto l’ordine di navigare a tutta forza malgrado le insidie di quel tratto di mare: un incendio divampava infatti incontrollato in un deposito di carbone e bisognava quindi arrivare a New York il prima possibile.
Questa nuova teoria sul più famoso naufragio di tutti i tempi è stata elaborata da un esperto, Ray Boston, che da vent’anni studia la fatale traversata inaugurale della nave salpata dal porto inglese di Southampton. Secondo l’esperto, il Titanic avrebbe dovuto navigare a una velocità molto inferiore tenendo conto della minacciosa presenza di iceberg in quelle acque al largo di Terranova ma avanzò invece a tutta forza, senza la dovuta attenzione, perchè così volle l’armatore, Pierpont Morgan, convinto che a causa dell’incendio a bordo la nave fosse "una bomba galleggiante a orologeria". Ray Boston ha sviluppato la sua teoria sulla base di una testimonianza resa da Bruce Ismay, direttore amministrativo della White Star Line, la compagnia marittima proprietaria del transatlantico. Ismay raccontò a una commissione inquirente che Morgan in persona gli aveva dato l’ordine di far viaggiare il Titanic al massimo della velocità possibile. Un fuochista di nome J. Dilley, sopravvissuto all’ affondamento nel quale persero la vita circa 1.500 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio, aggiunse di suo che un incendio incontrollato infuriava da molti giorni dentro il deposito di carbone numero sei e si parlava della necessità di svuotare tutte le stive e di chiamare i pompieri appena si fosse giunti a New York.
Un’inchiesta parlamentare britannica, svolta lo stesso anno della tragedia, accertò che il Titanic procedeva a circa 22 nodi all’ora quando alle 23:40 del 14 aprile, quattro giorni dopo la partenza da Southampton, fu colpito da un grosso iceberg: una velocità eccessiva che non permise all’ equipaggio di evitare la collisione e nemmeno di limitarne in modo sostanziale l’impatto. A detta di Boston, l’incendio nel deposito di carbone numero 6 incominciò una decina di giorni prima della partenza da Southampton, durante prove in mare al largo di Belfast ed è probabile che l’armatore Morgan decise all’ultimo momento di non salire a bordo del Titanic proprio perchè era consapevole dei grossi pericoli connessi con le fiamme che non si era riusciti a spegnere.
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Questa dell'incendio mi suona strana, mi permetto di fare un'osservazione:

A detta di Boston, l’incendio nel deposito di carbone numero 6 incominciò una decina di giorni prima della partenza da Southampton, durante prove in mare al largo di Belfast ed è probabile che l’armatore Morgan decise all’ultimo momento di non salire a bordo del Titanic proprio perchè era consapevole dei grossi pericoli connessi con le fiamme che non si era riusciti a spegnere.

Uno si tiene un'incendio dentro una nave per dieci giorni?
Ancora..

Un fuochista di nome J. Dilley, sopravvissuto all’ affondamento nel quale persero la vita circa 1.500 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio, aggiunse di suo che un incendio incontrollato infuriava da molti giorni dentro il deposito di carbone numero sei e si parlava della necessità di svuotare tutte le stive e di chiamare i pompieri appena si fosse giunti a New York.

E perchè non farlo prima? Sempre a Southampton?

Tutto questo poi collide con una realtà precisa: per far partire il Titanic si dovettero fermare ben due navi, infatti era in atto uno sciopero al porto e la nave era rimasta senza carbone a bordo!! Magari Ray Boston ha una sua spiegazione a questa cosa?
Io ne avrei una.. molto cattiva!! :p :p

Il post proposto è interessantissimo per mille motivi, che ora non sviluppo al volo (sono al lavoro) ma su cui vorrei tornare: faccio però presente che sul Titanic esiste un bellissimo libro, 'Titanic, la storia illustrata' di Don Lynch e Ken Marshall, con un contributo di Ballard, e che lo speciale in quattro DVD sul film di Cameron contiene una marea di spiegazioni e commenti di Don Lynch (consulente storico del film) sia sulla nave che sull'incidente.
Oltre a questo vi è tantissimo materiale sia cartaceo che sul web, quasi tutto di ottimo livello, che tratta dell'argomento in modo approfondito..

Poi ci torno, ma per quanto riguarda questo Ray Boston mi viene il dubbio che voglia mangiarci sopra, cosa che con 1500 morti è almeno discutibile..

E' gia successo varie volte, con la vendita di oggetti presi a bordo, con la storia del recupero del relitto, con l'invenzione che il Titanic fosse l'Olimpic e viceversa (curioso, la stessa cosa si dice della Vespucci e della sua ormai perduta quasi gemella Cristoforo Colombo) ed è un pò triste..

Salutoni
Manlio
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Io son sicuro che si continuerà a fantasticare sulle ipotesi che causarono l'incidente, ancora per molto tempo. A cadenza, viene portato alla ribalta qualche nuovo fatto o nuova interpretazione del susseguirsi degli avvenimenti. Credo che la verità "vera" non si saprà mai, anche perché, a così grande distanza di tempo, non esistono più testimonianze per rafforzare o meno una nuova teoria.
Il fuoco che covava nel carbonile, è una cosa risaputa: ma che il motivo della tragedia possa essere ricondotto a tale ipotesi, necessiterebbe di tutta una serie di prove, non menzionate nell'articolo (oltre alla dichiarazione del fuochista sopravissuto).
Per carità, tutto è possibile; la necessità di compiere il primo viaggio, dopo i ritardi accumulati, la sottovalutazione del pericolo e il suo rischio calcolato, potrebbero anche aver portato alla decisione di intraprendere la traversata anche in condizioni di sicurezza non ottimali, ma il fuoco a bordo, con la possibilità che sfugga al controllo, è il più gran nemico di una nave. Qualsiasi ipotesi può essere accettata se basata su elementi provati e verosimili.
Ed è vero come dice Manlio che di storie ne son nate a piene mani. La sostituzione del Titanic con l'Olympic, che poi non erano perfettamente uguali. Le esplorazioni subacquee avrebbero portato all'evidenza la diversa struttura dei ponti di passeggiata laterali, coperti nella prima e scoperti nella seconda: alla diversa struttura del ponte di comando. E poi lo scambio fra le navi di tutte le suppellettili marchiate in maniera personalizzata: di parte degli arredi diversi tra le due navi. Tutto possibile, ma poco verosimile.
Anche per Vespucci e Colombo, scambio poco verosimile; e poi a che pro? Le navi non erano perfettamente uguali; la Vespucci era nata, quattro anni più tardi, con delle migliorie rispetto alla gemella Colombo, dalla velatura all'apparato motore, e le differenze agli occhi di un esperto difficilmente avrebbero potuto sfuggire.
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Rodolfo ha detto:
Credo che la verità "vera" non si saprà mai, anche perché, a così grande distanza di tempo, non esistono più testimonianze per rafforzare o meno una nuova teoria.

Forse esiste una verità che li ha indotti a correre da pazzi, e quella non la sapremo mai, ma la successione dei fatti che portarono ad un tragedia di quel livello è cosa diversa.
Quello che vorrei evidenziare è che ogni nave è figlia del suo mondo e della sua cultura(che a volte cambia totalmente in dieci anni), e come tale ne è lo specchio, a volte anche per gli eventi che passa in vita.
Intanto metto a braccia una catena di cose, poi sarebbe il caso di discuterle..

1) Le scialuppe: la legge prevedeva un numero di scialuppe minimo per tonnellaggio di stazza. La stessa legge, antiquata, fissava un numero minimo invariante per navi da 10000 ton in sù, il Titanic ne aveva 46000.
A nessuno era venuto in mente di legare il numero di scialuppe alla capacità ospiti della nave?

Thomas Andrews chiese di aumentare le scialuppe partendo da quel criterio, ma in pratica gli dissero 'Sei sul Titanic, basta lui a reggere tutti!!'. In realtà le scialuppe non furono messe per non 'sporcare' la linea della nave e perchè in caso di incidente essa avrebbe sorretto se stessa per molte ore, dando il tempo ai soccorritori di salvare tutti..

2) Il timone: il Titanic era una meganave, ma alcuni punti del progetto erano da rivedere, il timone era troppo piccolo per manovre improvvise

3) Il comandante: Edward Smith sarà stato pure un gran comandante, ma di botte ne aveva date abbastanza, tra cui una con l'Olimpic. Certo se era tanto considerato i motivi ci saranno e non sono in grado di giudicare la sua bravura, ma le botte rimangono lì, come la sua capacità di intrattenere gli ospiti (per noi che 'giudichiamo' i comandanti ndr).

4) La preparazione dell'equipaggio e degli ospiti in caso di incidente: come si è visto non erano previste esercitazioni in mare e molti dell'equipaggio hanno gestito la situazione in modo approssimato (non che se ne possa fargliene una colpa più di tanto sia chiaro, ma è proprio questo il punto, non era colpa loro).

5) Il binocolo: rimasto in Inghilterra!!

6) I fari per la navigazione notturna: che non esistevano a bordo.

7) La mancanza di scambi seri di informazioni tra sala radio e ponte di comando: i marconisti non capivano il senso dei messaggi sui ghiacci avvistati dalle altre navi e non li passarono al ponte.

8) sempre sulla radio: il non obbligo di tenere la sala radio sempre in ascolto

9) La corsa sui ghiacci, perchè? Le navi concorrenti del Titanic (Mauritania e Lusitania) erano velocissime e molto comode in prima classe, il Titanic puntava sulla grandezza e sulla comodità di tutte e tre le classi (era più 'democratico' delle altre navi e purtroppo passò per la nave delle divisioni) più che sulla velocità..
Ma era anche veloce, arrivare prima del previsto era effettivamente un bell'effetto per chi viveva sull'uguaglianza tempo=denaro, forse per questo.

C'è da dire che la possibilità di incontrare ghiacci era stata ridotta dall'aver modificato la rotta ed anche questo può aver portato a voler riguadagnare il tempo perduto..

10) L'impatto: si dice che era meglio prenderlo di punta oppure non invertire le macchine e girare, penso che sia così, soprattutto per la prima ipotesi, infatti il timone era sottodimensionato per una tale manovra..

11) L'imbarco sulle scialuppe e l'aver trascurato di cercare riparo sull'icerberg stesso: molte scialuppe partirono semivuote..

Si disse che partirono verso un'altra nave, forse è vero, ma chi lo sa? Comunque è una cosa legata al punto quattro..

12) La paura del gorgo che spinse le barche a non tornare indietro, idem..

Tutta questa catena è impressionante se si pensa che la nave era stata progettata con grande cura sulla sicurezza (prova ne sia che è rimasta a galla per due ore seppur tagliata come una scatoletta) ed era un top dell'epoca.
Molti dei punti di sopra sono figli del periodo e non della ingenuità di qualcuno, il punto è quello: nel 1912 si pensava che l'uomo con la sua scienza e tecnologia fosse in grado di 'domare' la natura.
In realtà un tecnico sa che noi 'utilizziamo' le leggi della natura e creiamo oggetti che si muovono in essa, non possono certo 'domarla'..

La storia del binocolo è esemplare, una nave come il Titanic con un solo binocolo? Per di più 'dimenticato' a terra?

E' qualcosa di illuminante su questo atteggiamento, sulla tranquillità con cui ci si era imbarcati verso quella traversata..

Poi ci torno ok?

Salutoni
Manlio
 

fandelmare

New member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Manlio, imput molto interessanti quelli da te accennati, in tema di sicurezza ci sono stati innegabili progressi in 90 anni ma, a mio avviso, per alcuni aspetti, ancora non ci siamo, leggi per favore quanto o scritto a proposito degli incidenti navali con particolare riferimento a tanti traghetti che solcano i mari nei nostri giorni. Se i nonni sbagliavano, i nipoti non sono certo immuni da errori. Anche le dimensioni mostruose di alcune navi passeggeri di ultima generazione mi lasciano un pò perplesso :roll: ; gestire situazioni di emergenza con oltre 3000 persone a bordo non è cosa da poco e lo sviluppo in altezza, come ci insegnano i grattacieli, non semplifica le cose. Purtroppo la storia c'insegna che l'uomo spesso impara a proprie spese :( . Ciao
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Manlio, sono praticamente d'accordo su tutto: vorrei solo puntualizzare alcuni punti dal mio punto di vista.

Il punto 1: per quanto riguarda le lance e gli altri mezzi di salvataggio, bisogna considerare che stiamo parlando di un centinaio di anni fa, e che si era ai primordi nella costruzioni delle prime grandi navi altamente tecnologiche per quel tempo, e che predominava la convinzione, poi dimostrata completamente errata, che la costruzione compartimentata dei nuovi scafi, avrebbe potuto rendere quasi superflue le dotazioni di sicurezza. Considerazioni che poggiavano su dati statistici incontrovertibili; nel ventennio 1892 1911, erano stati trasportati sulla rotta Regno Unito Nord America più di 9 milioni di passeggeri, con "solo" 82 perdite di vite umane, in pratica 4 all'anno. La nuova compartimentazione, anche nell'incidente più grave, avrebbe dato alla nave una sopravvivenza tale da permettere ad altri bastimenti il soccorso agli occupanti. Del resto, anche le moderne navi passeggeri, hanno sì le dotazioni per tutti i passeggeri imbarcati, ma solo che si tratta di un dato teorico. Solo se la nave dovesse affondare in acque tranquille, quasi perfettamente diritta, l'evacuazione potrebbe avvenire per intero anche se con difficoltà innumerevoli. Ma pensate ad uno sbandamento di una decina di gradi: come si complicherebbero le cose e con qualche grado di inclinazione in più, i posti sulle lance si dimezzerebbero o annullerebbero all'istante. (la normativa Solas prevede il funzionamento della messa a mare delle lance fino a 20°di sbandamento). O un incendio su di un fianco, che interessasse il relativo ponte lance. Meglio non pensarci.

Il punto 7: se non sbaglio un messaggio arrivò in mano al Comandante, che dopo averlo letto, lo aveva riposto in una tasca. E il messaggio parlava di ghiaccio alla deriva.

Il punto 10: Furono i più opportuni gli ordini dati dall'Ufficiale di guardia Murdoch al timoniere? Poche parole che forse segnarono il destino della nave: "Tutto a dritta. Ferma. A tutta forza indietro", per evitare il gigante di ghiaccio che stava sopraggiungendo a dritta. Furono quelli giusti? Tu hai giustamente riportato la simulazione che ha accertato che invertendo il moto delle eliche, senza accostare a sinistra, e quindi collisione deliberata, la nave avrebbe colpito di prua il ghiaccio, provocando numerosi morti, ma l'"accorciamento" della prua, da 24 a 30 metri, avrebbe assorbito parte della forza d'urto, e le paratie trasversali avrebbero retto l'invasione dell'acqua.
Se l'ordine di "tutto a dritta", fosse stato l'unico, cioè senza invertire o fermare il moto delle eliche, l'accostata a sinistra sarebbe avvenuta più celermente, e forse la collisione sarebbe stata evitata, o forse la strisciata avrebbe avrebbe colpito lo scafo in un numero minore di parti, con danni assai più lievi.
A "macchine indietro tutta", l'elica centrale, collegata alla turbina a bassa pressione si era fermata (non poteva invertire il senso di marcia) e al timone venne a mancare il flusso dinamico dell'acqua. La pressione sul timone, e quindi la sua forza evolutiva trasmessa, è in funzione del quadrato della velocità dell'acqua sulla pala.
Meglio ancora sarebbe stato, "Sinistra indietro tutta" "Dritta avanti tutta" "elica centrale sempre avanti tutta e "Barra tutta a dritta": l'accostata a sinistra sarebbe stata ancora più rapida, ma credo che la tecnica costruttiva del gruppo propulsore, non prevedesse questa possibilità.
Ma del senno del poi...............

Punto 11; Dopo l'urto , la nave proseguì la sua corsa sulla forza dell'abbrivio, e credo che una volta in acqua le lance, avrebbero avuto estrema difficoltà a rintracciare nel buio più assoluto la posizione dell'iceberg, per eventualmente "parcheggiare" i naufraghi sul ghiaccio e ritornare vuote a recuperare altri superstiti.
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Rodolfo, avevo gia preparato la risposta che vedi sotto, la posto e poi torno a commentare la tua parte ok?
Quindi inizio da Fan del Mare..

fandelmare ha detto:
in tema di sicurezza ci sono stati innegabili progressi in 90 anni ma, a mio avviso, per alcuni aspetti, ancora non ci siamo, leggi per favore quanto o scritto a proposito degli incidenti navali con particolare riferimento a tanti traghetti che solcano i mari nei nostri giorni.

Fan questo è uno dei punti da analizzare, lo hai anticipato: la storia prosegue a cicli, e spesso torna indietro, su questo volevo tornare..

Allora: nell'ottocento, primi del novecento la tecnologia avanza a perdifiato, la meccanica in particolare era allora un pò come oggi l'elettronica e le telecomunicazioni, sfornava novità a ritmo crescente..
Ma gestire i cambiamenti non è facile, forse i tecnici hanno in testa il senso delle cose (e non sempre), ma la cultura intorno no, fatica ad adeguarsi, e magari si crede 'invincibile' visti i risultati tecnologici.
Se il mondo cambia velocemente, le leggi sulla sicurezza in mare, la capacità di sfruttare la radio in tal senso, la preparazione degli equipaggi, tutto resta indietro.

Prova ne sia che Andrews, il progettista, voleva più scialuppe, non ne vollero i pubblicitari, il marketing..
Ma questi erano intimamente convinti che Andrews esagerava, proprio perchè ritenevano la nave 'sicurissima', è tipico di chi non ha competenze pensare che è l'altro ad esagerare..

Si dice che il comandante non volesse correre, fu Ismay a volerlo.. Forse non è vero, ma è molto probabile che sia andata così (si dice addirittura che Ismay abbia l'ordine senza consultare Smith, sembra strano e poco credibile, ma ci furono sia i testimoni del famoso dialogo sulla velocità sia altri che affermarono che l'ordine non veniva dal comandante).

Questo per descrivere quel mondo, ma è un mondo che è cambiato al volo dopo lo schiaffo del Titanic..
Furono subito cambiate le leggi, adeguato il numero delle scialuppe, istituito un servizio di controllo degli Iceberg, addestrati gli equipaggi, rese obbligatorie le esercitazioni in mare ed i turni alla radio, data la prevalenza ai messaggi per la sala comando, ridotte le velocità di navigazione, istituiti fari a prora per il controllo del mare..
Con questo approccio il Titanic sarebbe tranquillamente arrivato a New York, senza neanche capire di aver evitato un dramma..

Ora vorrei fare un paragone, Titanic/Doria: la Doria viene molto dopo l'applicazione di quelle leggi, viene da un mondo che ha conosciuto la guerra ed ha visto gente morire.. Al tempo della Doria la sicurezza era un problema serio..
La nave ha avuto l'incidente vicino New York, cosa che ha semplificato le procedure di salvataggio, ma va sottolineata comunque la sua grande resistenza in acqua (cinque ore), la capacità dell'equipaggio di gestire la cosa (qualcuno avrà sbagliato, ma molti pochi, furono quasi tutti eccellenti), la presenza di molte navi allertate dalla radio, il fatto che i passeggeri a bordo si siano mossi sapendo cosa fare perchè avevano fatto delle esercitazioni.
Successivamente addirittura nel caso della Achille Lauro ci furono sue soli morti, uno di spavento ed uno per una botta in testa..

Però c'è anche la legge dei cicli: Chernobyl è avvenuta per una sequenza di errori alla Titanic, ma fatto ancor più grave, Chernobyl è avvenuta perchè qualcuno si era messo in testa di portare il reattore vicino al punto di rottura, per vedere se fosse vero che era una situazione pericolosa..
A riprova di ciò prima di questo 'esperimento' la nomenclatura comunista locale si era rifugiata con i parenti all'interno dei locali bunker antiatomici..
Allora, la storia cosa ha insegnato?

Fan del mare fa il discorso dei traghetti e delle navi stracariche, mi vede d'accordo: se l'economia si impossessa di tutto come finisce?
Come cultura dovremmo dare uno stop all'economia (importantissima sia chiaro) per curare anche altre cose: salute, impatto ambientale, sicurezza sul lavoro e nella vita..
Ma in parte non lo facciamo (vedi ad es. i troppi morti sul lavoro) ed in parte, similmente ai primi del novecento, la tecnologia corre, il mondo cambia al volo, e noi abbiamo fatica non solo a governarlo, ma anche a volte a capirlo..

Speriamo di riprendere le redini senza bisogno di schiaffi in faccia..

Salutoni
Manlio
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Rodolfo, convengo su tutta la linea..

Per il punto uno occorre dire che se la nave fosse stata in acque meno isolate probabilmente si sarebbero salvati tutti, infatti in due ore la si sarebbe potuta evacuare. Questo proprio perchè i compartimenti stagni hanno fatto il loro dovere, meno del previsto a prua, ma lo hanno fatto.
Si pensava che la nave sarebbe rimasta a galla con cinque compartimenti allagati, ed immaginare un evento come quello avvenuto poi era sinceramente difficile.
Però la richiesta del progettista era evidentemente motivata, ad esempio: se la nave, oltre ad affondare, sbandava per qualche motivo?
Perdevi molte scialuppe con le conseguenze immaginabili (pensiamo ad un incendio a bordo)


Del resto, anche le moderne navi passeggeri, hanno sì le dotazioni per tutti i passeggeri imbarcati, ma solo che si tratta di un dato teorico. Solo se la nave dovesse affondare in acque tranquille, quasi perfettamente diritta, l'evacuazione potrebbe avvenire per intero anche se con difficoltà innumerevoli. Ma pensate ad uno sbandamento di una decina di gradi: come si complicherebbero le cose e con qualche grado di inclinazione in più, i posti sulle lance si dimezzerebbero o annullerebbero all'istante.

Qui va detta una cosa, la sicurezza è SEMPRE un fattore probabilistico: quello che bisogna capire è quanto rischio si accetta, ma la certezza di non aver guai in una attività umana non esiste..
Per fare un parallelo, posso garantire da ingegnere elettrico (che di sicurezza non è esperto, per questo ricorro a questo esempio piuttosto che ad uno attinente) che il black out italiano c'è stato perchè, per motivi di economia (loro, noi paghiamo sempre di più!! :p ) si è accettato di gestire la rete in modo meno sicuro rispetto ai black out..
Con un solo gestore non avremmo avuto alcun problema..
E' un discorso economia/obiettivo..

Il punto 7: se non sbaglio un messaggio arrivò in mano al Comandante, che dopo averlo letto, lo aveva riposto in una tasca. E il messaggio parlava di ghiaccio alla deriva.

Si: ma ne arrivarono altri che precisavano che il Titanic correva addosso ad un iceberg, e quelli non li vide nessuno perchè il marconista ritenne di occuparsi d'altro (non era neanche dipendente della White Star ndr)..
Con questo non scagiono il comandante sia chiaro..

Per il punto 10) commento come te..

Ma del senno del poi...............


Punto 11; Dopo l'urto , la nave proseguì la sua corsa sulla forza dell'abbrivio, e credo che una volta in acqua le lance, avrebbero avuto estrema difficoltà a rintracciare nel buio più assoluto la posizione dell'iceberg, per eventualmente "parcheggiare" i naufraghi sul ghiaccio e ritornare vuote a recuperare altri superstiti.

Su questo hai ragione, ma il giorno dopo fu visto tanto ghiaccio intorno, avrebbe potuto ospitare le persone..
Però è difficile che di notte lo trovassero..
Va detto che la storia della nave vicina (le luci che vedevano) giustifica il comportamento dell'equipaggio: le prime lance avrebbero raggiunto la nave e le cose sarebbero andate in un altro modo..

Salutoni
Manlio
 
T

tano

Guest
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Ciao a tutti.

Volevo aggiungere a questo interesantissimo argomento certe semplici riflessioni che ho sempre avuto in mente.
Anzitutto io credo al destino. Tutti abbiamo un destino e il destino del Titanic era quello d´affondare nel suo viaggio inaugurale creando tutto questo sensazionalismo perche il Titanic era la nave piú bella, piú grande, piú sicura, inaffondabile.
Siamo nel 1912 ed invito a tutti voi per un momento recarvi a quel periodo.
Credo che il Titanic sia partita con tutta la tecnologia e sicurezza di quel momento, suo comandante Smith, uomo di grande esperienza, anche avendo avuto incidenti di percorso ( fine ottocento/inizio novecento) era uno dei migliori comandanti del momento, come tutto il suo equipaggio, dagli ufficiali all´ultimo garzone.
Il primo ufficiale Murdoch ha sbagliato ?
Bisogna trovarsi in un momento cosí e trovare la soluzione giusta. Penso che anch´io al suo posto avrei fatto la stessa cosa, credo che sia la piú logica.
Velocitá elevata ?
Nel 1956 a Calamai l´unica cosa che gli é stato imputato era la velocitá dell´Andrea Doria, della quale si assunse tutta la responsabilitá.
Figuriamoci Smith nel 1912, sicuramente tutte le sua attraversate erano al massimo della velocitá.
Anche Tarabotto quando vinse il nastro Azzurro col REX viaggió con nebbia a tutta forza, rischiando la sicurezza dei suoi passeggeri e andando contro le norme del momento.
Credo anche che in quel periodo dell´anno gli Iceberg siano una cosa normale e che i transatlantici andavano al massino della velocitá senza pensarci al pericolo, ma nell´ arrivare il piú presto possibile.
Il TITANIC ebbe la sfortuna di trovarsi un Iceberg.
Dopo il 12 aprile del 1912 incomincia una leggenda creata dai fatti veri, dai superstiti, e dall´immaginazione dell´uomo come capita nei casi che creano sensazionalismi.
Io credo che la grande veritá sia stata detta nella prima inchiesta, in quella piú semplice, in quella che tutti conosciamo.

Un saluto.
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Tano non discuto la tua lettura, la lego proprio al periodo però..
Diversi ufficiali difesero Smith dichiarando che la corsa tra i ghiacci era un fatto normale, un rischio accettato da tutti (perchè poi? Pensa di essere sul Titanic e rimanerci un giorno in più.. CHE FREGATURA!! :p ), era appunto parte di un modo di valutare i rischi figlio del periodo..
In seguito Tarabotto ed io suoi contemporanei venivano presentati come eroi o cavalieri, all'epoca la 'Gloria' degli uomini e delle nazioni era più importante di altre cose..
Se Nobile ed i suoi fossero semplicemente scomparsi nel ghiaccio sarebbero stati ricordati come eroi, cavalieri della scienza che ad essa offrirono la vita.. ma vedersi arrivare Nobile su un aereo Svedese mentre altra gente rimaneva nella tenda rossa ha distrutto tutto..

La corsa di Calamai era forse meno temeraria di quelle di cui abbiamo parlato, aveva ridotto la velocità, forse poteva farlo di più, ma certo non aveva compiuto la massa di leggerezze del Titanic, viveva in un mondo in cui compierle era difficile proprio perchè le cose erano codificate meglio (soprattutto per l'eredità del Titanic stesso).

A tutte queste considerazioni volevo aggiungerne un'altra..

LA NAVE PIU' GRANDE DEL MONDO..

Quante ce ne sono state? Una delle prime era la Syrakosia di Archimede (1200 ton di stazza circa), che si scoprì poteva ormeggiare solo ad Alessandria e per tale motivo venne regalata ai Tolomei..
Finito l'evo antico la tecnologia torna indietro, nel 1535 i Francesi tirarono fuori la Grande Francoise (1124 ton di dislocamento, la stazza non la conosco) che non uscì mai dal suo porto perchè era troppo grande (e loro il dubbio non se lo erano fatti venire), poi venne il Vasa, ribaltato sul colpo..
I primi vascelli rischiavano di imbarcare acqua sui ponti dei cannoni inferiori..
Sappiamo poi dei fallimenti del Leviatano e del Titanic, perchè?

Perchè per costruire una cosa più grande spesso non basta allargare il progetto di una più piccola, le tecnologie si affinano con il tempo, ma questo non è ancora tutto..
La logistica, l'organizzazione, le problematiche nuove che una nuova classe di oggetti si porta dietro non sono sempre prevedibili, non è facile per niente..

A questo lego poi la cultura: il Vasa si è ribaltato per colpa dell'intromissione del Re sui lavori dei progettisti, altrimenti avrebbe passato la vita a dare bordate in testa ai nemici.. Dopo lo 'schiaffo' Vasa similmente al Titanic le cose cambiarono, si mise mano all'ascia ma anche alla penna, si aprirono studi scientifici sulla stabilità degli scafi ecc.
E poi tornarono i cicli: nell'ottocento una massa di Clipper del Thè furono dati in mano a dei ventenni che puntavano tutto sulla velocità con le conseguenze che si possono immaginare..

Salutoni
Manlio
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

alex8846 ha detto:
ma è possibile che un incendio duri cosi tanto?? :shock:

Chiedilo a Ray Boston..
E chiedigli di argomentarlo seriamente, magari facendoci sapere quante interviste ci ha guadagnato con questa storia..

Mi ricorda la fusione fredda..

Io lavoro in Enea, dove la fusione fredda è una realtà sperimentale, ma quella dei due tizi che sono andati in televisione ed hanno raccattato soldi e finanziamenti da tutto il mondo, è una balla colossale..

Salutoni (un pò cattivi per il Ray!!)

Manlio
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Guarda Manlio ho un libro di fine anni sessanta su disastri navali e nella prefazione ho colto una frase piuttosto significativa e direi completamente sbagliata alla luce della realtà dei fatti dei nostri giorni.
.......... "Durante il secolo scorso i rischi dei viaggi via mare sono costantemente diminuiti, mentre sembra che quelli via aria e via terra siano aumentati. Ad esempio l'Observer del 4 settemre 1966 preannunziava che, al ritmo attuale, nell'anno 2000 si sarebbe raggiunto lo spaventoso totale di 60.000 perdite all'anno per quanto riguardava i viaggi in aereo, e che tale totale avrebbe superato l'insieme dei morti per incidenti stradali in America e Inghilterra"........
Per fortuna questa nefasta previsione in campo aeronautico, si è rivelata completamente errata, però guarda come una valutazione sbagliata può eventualmente condizionare in maniera negativa il futuro di un qualsiasi campo d'azione dell'uomo. In questo caso la previsione negativa, ha forse contribuito a tenere alta la guardia nella costruzione degli aerei e nella loro gestione. Chissà; una valutazione comunque a rovescio rispetto a quella del traffico navale al tempo del Titanic.
 

pmanlio

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Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

La sicurezza aerea è stata un dogma fino a pochio anni fa, ed i risultati si sono visti eccome..

Però, parlando di tempi attuali, il dogma ora è il mercato, ed ho l'impressione che volino troppi aerei, le navi siano troppo grandi, le macchine più sicure degli anni ottanta/novanta (la Uno e la Renault cinque turbo) ma con un inizio di inversione (le minicar sono delle trappole viaggianti).
Il risultato è che gli incidenti aerei, specie di estate, sono aumentati, le macchine di media grandezza sono troppo potenti per darle in mano al primo scemo che passa (o ad un neopatentato intelligente ma inesperto) e sulle navi da crociera, bhò?
Sulle navi, a parte la sicurezza attiva o passiva, la domanda che mi pongo è come si gestiscono una massa di passeggeri in preda al panico? Per il resto se la nave rimane a galla abbastanza tempo credo che non sarà mai sola in mezzo ai ghiacci come avvenne allo sfortunato Titanic..

Salutoni
Manlio
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Io penso che l'evento panico sia una cosa difficilmente controllabile con navi di queste dimensioni. Abbiamo un Ufficiale tra di noi che certamente avrà curato anche l'aspetto della sicurezza a bordo: non vorrei risvegliare in lui pensieri che saranno più di una volta passati nella sua mente, ma sarebbe interessante sapere quello che potrebbe dirci al riguardo, dal suo punto di vista.
 
U

unochenavigaverament

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Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

Il panico e' un fattore incontrollabile, e le varianti che possono crearlo in una emergenza sono innumerevoli. Per quanto un equipaggio possa essere addestrato, per quanto una nave possa essere progettata bene il panico e' dietro l'angolo imprevedibile e difficilmente controllabile.
Durante alcuni corsi effettuati mi e' stata insegnata la gestione delle folle e come comportarsi.
In caso di emergenza si hanno principalmente tre tipi di reazioni differenti, la perdita di controllo, l'iperattivita' (tentativo di aiutare facendo danni, forma di panico anche questa), e le persone che seguono istruzioni. Fortunatamente l'ultima e' la percentuale di persone maggiori sulle quali si puo' contare e domandare aiuto.
Il problema sulle navi, accentuato su navi di dimensioni colossali, e' appunto la gestione dell'emergenza. Da una parte esiste il lato positivo che non esiste una via di fuga, pericolosissima e luogo dove avvengono i maggiori decessi per accalcamento delle persone.
In nave il passeggero e' costretto a a attendere istruzioni e essere letteralmente portato in salvo, da solo non puo' fare nulla, quindi anche questo e' un aspetto positivo.
Le navi moderne permettono periodi di sopravvivenza (inteso come galleggiamento e isolamento al fuoco) molto elevati e il contenimento del fuoco o dell'acqua e' a livelli di eccellenza che permette di procedere a evacuazioni con una "relativa" calma. Esistono pero' situazioni che possono complicare di molto la gestione dell'emergenza, come l'incendio prossimo alle zone di raccolta (ne esistono di alternative, ma complica moltissimo la situazione, e risulta visibile a tutti, aumentando il rischio panico), oppure condizioni meteo difficoltose. A livello teorico l'organizzazione per un abbandono nave non presenta lacune tecniche e di procedure, ma esiste sempre l'imprevedibile.
Ritengo che i livelli di sicurezza oggi raggiunti sulle navi siano decisamente superiori a quelli che si trovano in qualsiasi altro ambiente pubblico.
 

pmanlio

Active member
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

unochenavigaverament ha detto:
Esistono pero' situazioni che possono complicare di molto la gestione dell'emergenza, come l'incendio prossimo alle zone di raccolta (ne esistono di alternative, ma complica moltissimo la situazione, e risulta visibile a tutti, aumentando il rischio panico), oppure condizioni meteo difficoltose

Quali sono queste vie alternative? Nelle esercitazioni non vengono mostrate..
Un ottimo esempio di comportamento fu quello della Achille Lauro, dove i morti furono tali giusto per cause accidentali (un infarto il primo e una botta in testa il secondo).

Visto che ci siamo, le navi moderne prevedono una trazione Diesel Elettrica dove l'energia viene fornita da una centrale elettrica composta da varie unità Diesel: domanda, queste unità sono separate tra di loro in modo che in caso di incendio in una zona le altre rimangano operative? Fisicamente sono dislocate tutte, ad es: a centro nave, o sono distribuite in vari punti per tenerle lontane tra di loro?
Mi scuso nel caso in cui siano informazioni riservate, non c'è obbligo di risposta..

Dal momento che parliamo di sicurezza, che oggi è una scienza accreditata, vorrei ricordare che il piano di evacuazione del Colosseo esisteva, e garantiva la totale evacuazione del pubblico in meno di cinque minuti..

I Romani erano i Romani.. :wink:

Salutoni
Manlio
 
U

unochenavigaverament

Guest
Re: Titanic: i perchè di una tragedia.

pmanlio ha detto:
Quali sono queste vie alternative? Nelle esercitazioni non vengono mostrate..
Non vengono mostrate perche' sarebbe troppo complicato e avrebbe il risultato di creare confusione. Ma ogni punto di riunione ha il proprio punto di riunione alternativo che in caso di necessità viene comunicato ai passeggeri e l'equipaggio e' addestrato a indicarlo.



pmanlio ha detto:
Visto che ci siamo, le navi moderne prevedono una trazione Diesel Elettrica dove l'energia viene fornita da una centrale elettrica composta da varie unità Diesel: domanda, queste unità sono separate tra di loro in modo che in caso di incendio in una zona le altre rimangano operative? Fisicamente sono dislocate tutte, ad es: a centro nave, o sono distribuite in vari punti per tenerle lontane tra di loro?
Esiste un sistema di diesel di emergenza collocato in locale esterno alla sala macchine (solitamente nei paraggi del fumaiolo al ponte piu' alto) tramite il quale si alimentano i servizi di emergenza. Esiste anche un locale accumulatori che alimenta per un determinato periodo di tempo alcuni servizi essenziali.
Le grue lance funzionano a gravita' e quelle che sono alimentate per costruzione elettricamente, hanno un sistema, solitamente a bombole di ad azoto, che permette l'ammaino, anche in caso di black out totale.
 
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