Il solo nominare la Concordia si capisce fa male a tutti e fa tornare alla mente brutti momenti e si può certamente discutere sull’opportunità di aver scelto la Concordia come simbolo e come titolo dell’allestimento artistico di cui si parla.
Ciò che ne risulta è che per il tipo di messaggio che voleva lanciare l’artista, posso anche dirti “purtroppo”, forse la Concordia era il simbolo più adatto. Lui stesso dice che avrebbe potuto rappresentare una catastrofe naturale, uno tsunami, ma non avrebbe avuto lo stesso significato, perché è l’uomo e non la natura che sta distruggendo la nostra società.
I termini a cui ti riferisci naufragio dell’arte, pareti orpellosamente decorate, mobilio mediocramente piccolo borghese sono stati coniati dai critici d’arte per descrivere l’allestimento, ma c’è un perché.
In due righe … l’autore ha voluto rappresentare con la metafora Concordia anche il naufragio dell’arte, un mondo dove le gallerie, le mostre, le biennali sono sempre più sfarzose, mentre lo spazio per gli artisti è sempre più piccolo, siamo in un mondo alla rovescia (qui la metafora della concordia rovesciata) dove l’arte è guidata dal sistema, dall’economia, dalla contrattazione invece che dagli artisti.
L’autore nell’allestimento usa materiali che diano il senso dell’eccesso, “orpellosamente decorate” e del borghese con la sua apparente e fuorviante bellezza, ai quali aggiunge in contrapposizione i libri di Marx, per rappresentare il “bordello” che è oggi la nostra società, un mondo alla rovescia.
Per il resto, della Concordia non c’è nulla di materiale ( è stata utilizzata come simbolo e per dare il titolo all’allestimento), le foto sono sempre quelle dell’allestimento creato da Hirschhorn e probabilmente le persone fotografate sono semplici visitatori della mostra.
Ti posso anche aggiungere che l’artista è rimasto molto colpito dalla frase di De Falco “ vada a bordo c….” , che ha interpretato come l’ordine dato a tutti noi uomini di risalire e rimanere sulla nave, di stare cioè forzatamente dentro questa società che si avvia alla distruzione …...senza nessuna possibilità di fuga.
La tristezza è tanta, per la Concordia, per il nostro mondo, per il tipo di uomini che siamo diventati
Questo è quanto, ognuno a questo punto è poi libero di apprezzarla o meno, ma temo che non abbia nulla a che vedere con i piccioni colorati di Venezia.
Un saluto