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Le crociere in futuro.

essepi2

Co-Fondatore
Staff Forum
Come le crociere attuali sono terreno di esperimento per quelle future nelle parole di Leonardo Massa al microfono di portoeinterporto.blogspot:

https://portoeinterporto.blogspot.co...Rzn_hgYqEmMN4U

«Dalla prima chiusura delle attività crocieristiche la priorità di MSC Crociere è stata quello di ripartire il più velocemente possibile. Grazie al protocollo realizzato in collaborazione con esperti nazionali e internazionali siamo stati i primi a riprendere il mare dal 16 agosto scorso, su base settimanale, con MSC Grandiosa. La seconda ondata della pandemia ha rallentato il ritmo delle prenotazioni ma abbiamo navigato fino al 20 dicembre, data in cui il Dpcm ha imposto un nuovo blocco delle attività. Dal 24 gennaio siamo stati nuovamente autorizzati a riprendere le crociere». Leonardo Massa, Country Manager Italia di MSC Crociere, ha vissuto direttamente gli alti e bassi della stagione più drammatica dell’industria crocieristica. Dagli oltre 30 milioni di ospiti registrati nel 2019 al quasi azzeramento del 2020 i bilanci per l’intero settore e la filiera dell’indotto segnano un crollo verticale. Tuttavia non mancano segnali positivi cui aggrapparsi. «In questi difficili mesi abbiamo accumulato un’esperienza significativa nell’operare in una situazione d’eccezione. I 40mila ospiti che hanno viaggiato a bordo sono un campione probante circa l’affidabilità del nostro protocollo. Nel frattempo è cambiata la stessa tecnologia nei metodi di controllo, con testing più affidabili e veloci rispetto a prima. Si può guardare al futuro con meno preoccupazioni».


Cosa la rende fiducioso?
Intanto, nelle settimane scorse Chantier de l’Atlantique ha consegnato la nuova ammiragli della flotta, MSC Virtusoa, gemella della Grandiosa. Ad inizio agosto ai cantieri di Monfalcone sarà la volta della Seashore, la più grande unità mai prodotta in Italia. Sono segnali che sottolineano la capacità d’investimento e la fiducia che l’armatore nutre per il settore e per il suo futuro. Poi, ed è fondamentale, c’è il cambiamento di atteggiamento che si regista nei nostri clienti.


Quale?
Nel corso di questi mesi in cui siamo stati l’unico grande operatore in servizio siamo stati testimoni di un cambiamento sostanziale: ad agosto le persone erano più preoccupate, ci si chiedeva in che misura sarebbe cambiata la vacanza con le mascherine obbligatorie e il distanziamento sociale. Oggi si è imparato a convivere con queste novità, sono state assimilate. Con la differenza che la nave da crociera è forse l’unico posto dove si può andare a cena in ristorante, in piena scurezza, dopo le undici di sera.


Ciò comporterà un cambio nel prodotto-crociera?
Direi piuttosto un adattamento. Vista la situazione in cui diventa centrale il concetto di “bolla sociale” la focalizzazione diventa massima sull’offerta dei servizi di bordo. Più che alla destinazione bisogna puntare sull’esperienza che può offrire la nave. Un cambiamento ma non uno snaturamento rispetto al periodo pre-pandemia.


Quanto pesa presso i clienti il tema della sostenibilità ambientale?
È particolarmente sentito dalle nuove generazioni. Sotto questo aspetto, dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche, MSC non delude le aspettative. Siamo in primissima linea negli sforzi, al di là della normativa, per ridurre l’impatto ambientale e preservare il nostro bene primario che è il mare. Nel 2022 entrerà nella nostra flotta la prima unità con propulsione a LNG mentre le nostre navi sono già predisposte per l’elettrificazione delle banchine. Certo, c’è un tema di dotazione infrastrutturale che l’Italia deve risolvere nel breve termine. Il rischio è che i nostri porti escano svantaggiati rispetto a chi si è già attrezzato in questo senso.


Come saranno le crociere nella “nuova normalità”?
Il concetto tradizionale del periodo di relax, della vacanza così come intesa agli albori del crocierismo di massa è mutato profondamente. I nuovi crocieristi sono interessati ad esperienze il più originali possibili e il più possibile personalizzate. Sarà questo il vero spartiacque tra passato e futuro: stiamo facendo grandi sforzi proprio per migliorare questo aspetto.


Sarà difficile recuperare il terreno perduto a causa della pandemia?
Il 2021, per tutta una serie di fattori, sarà caratterizzato da un turismo di prossimità. Sul lungo periodo
Penso invece che il numero di persone che si sposteranno per piacere e per vacanza sarà sempre più grande. E questo per il semplice motivo che il benessere medio sta crescendo anche in aree finora vergini come il Far East e la stessa Africa. C’è una classe media che va consolidandosi in queste aree e la domanda di turismo, e di crociere, è destinata a crescere in modo esponenziale.


Come si approccerà MSC Crociere ai nuovi mercati?
Anche in questo caso adattando il prodotto senza snaturarlo. Al cuore della nostra offerta c’è l’italianità che si declina sotto forma di cultura culinaria, moda, cultura dell’accoglienza. Si tratta di un elemento di differenziazione del business che ci ha permesso di crescere molto in questi anni. Indipendentemente dalla dislocazione delle nostre navi è questo tipo di esperienza che attrae maggiormente i nostri clienti. Ovviamente sarà necessario sempre adattarsi ai vari ambiti culturali.


Cosa rimarrà di questi mesi così complicati?
Ogni crisi diventa un territorio di sperimentazione per nuove soluzioni. Si pensi, ad esempio, all’uso delle tecnologie digitali nel lavoro: la necessità ha velocizzato un processo che altrimenti sarebbe stato completato nell’arco di diversi anni. Relativamente alla nostra attività c’è il buon lavoro compiuto dal cluster a livello internazionale. Su questo punto sottolineerei l’impegno di CLIA, il cui presidente, Pierfrancesco Vago, non è solo executive chairman di MSC Crociere ma primo europeo e italiano al vertice di un settore tradizionalmente appannaggio degli americani. Ma anche la necessità di far conoscere il mondo delle crociere nella sua valenza industriale. Negli anni scorsi le polemiche sull’overtourism e sulle “grandi navi” hanno spesso fatto ombra a una realtà poco conosciuta e peggio raccontata.


Quale?
Tutta la filiera crocieristica italiana rappresenta una eccellenza italiana a livello internazionale, al pari della moda. È un’industria che da lavoro a 120mila persone e fattura 14 miliardi di euro. Ripartire con le crociere non significa cedere alla frivolezza rispetto alla tragedia che stiamo affrontando: si tratta semplicemente di contribuire alla ripartenza del nostro Paese.

Intervista da parte del giornalist«Dalla prima chiusura delle attività crocieristiche la priorità di MSC Crociere è stata quello di ripartire il più velocemente possibile. Grazie al protocollo realizzato in collaborazione con esperti nazionali e internazionali siamo stati i primi a riprendere il mare dal 16 agosto scorso, su base settimanale, con MSC Grandiosa. La seconda ondata della pandemia ha rallentato il ritmo delle prenotazioni ma abbiamo navigato fino al 20 dicembre, data in cui il Dpcm ha imposto un nuovo blocco delle attività. Dal 24 gennaio siamo stati nuovamente autorizzati a riprendere le crociere». Leonardo Massa, Country Manager Italia di MSC Crociere, ha vissuto direttamente gli alti e bassi della stagione più drammatica dell’industria crocieristica. Dagli oltre 30 milioni di ospiti registrati nel 2019 al quasi azzeramento del 2020 i bilanci per l’intero settore e la filiera dell’indotto segnano un crollo verticale. Tuttavia non mancano segnali positivi cui aggrapparsi. «In questi difficili mesi abbiamo accumulato un’esperienza significativa nell’operare in una situazione d’eccezione. I 40mila ospiti che hanno viaggiato a bordo sono un campione probante circa l’affidabilità del nostro protocollo. Nel frattempo è cambiata la stessa tecnologia nei metodi di controllo, con testing più affidabili e veloci rispetto a prima. Si può guardare al futuro con meno preoccupazioni».


Cosa la rende fiducioso?
Intanto, nelle settimane scorse Chantier de l’Atlantique ha consegnato la nuova ammiragli della flotta, MSC Virtusoa, gemella della Grandiosa. Ad inizio agosto ai cantieri di Monfalcone sarà la volta della Seashore, la più grande unità mai prodotta in Italia. Sono segnali che sottolineano la capacità d’investimento e la fiducia che l’armatore nutre per il settore e per il suo futuro. Poi, ed è fondamentale, c’è il cambiamento di atteggiamento che si regista nei nostri clienti.


Quale?
Nel corso di questi mesi in cui siamo stati l’unico grande operatore in servizio siamo stati testimoni di un cambiamento sostanziale: ad agosto le persone erano più preoccupate, ci si chiedeva in che misura sarebbe cambiata la vacanza con le mascherine obbligatorie e il distanziamento sociale. Oggi si è imparato a convivere con queste novità, sono state assimilate. Con la differenza che la nave da crociera è forse l’unico posto dove si può andare a cena in ristorante, in piena scurezza, dopo le undici di sera.


Ciò comporterà un cambio nel prodotto-crociera?
Direi piuttosto un adattamento. Vista la situazione in cui diventa centrale il concetto di “bolla sociale” la focalizzazione diventa massima sull’offerta dei servizi di bordo. Più che alla destinazione bisogna puntare sull’esperienza che può offrire la nave. Un cambiamento ma non uno snaturamento rispetto al periodo pre-pandemia.


Quanto pesa presso i clienti il tema della sostenibilità ambientale?
È particolarmente sentito dalle nuove generazioni. Sotto questo aspetto, dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche, MSC non delude le aspettative. Siamo in primissima linea negli sforzi, al di là della normativa, per ridurre l’impatto ambientale e preservare il nostro bene primario che è il mare. Nel 2022 entrerà nella nostra flotta la prima unità con propulsione a LNG mentre le nostre navi sono già predisposte per l’elettrificazione delle banchine. Certo, c’è un tema di dotazione infrastrutturale che l’Italia deve risolvere nel breve termine. Il rischio è che i nostri porti escano svantaggiati rispetto a chi si è già attrezzato in questo senso.


Come saranno le crociere nella “nuova normalità”?
Il concetto tradizionale del periodo di relax, della vacanza così come intesa agli albori del crocierismo di massa è mutato profondamente. I nuovi crocieristi sono interessati ad esperienze il più originali possibili e il più possibile personalizzate. Sarà questo il vero spartiacque tra passato e futuro: stiamo facendo grandi sforzi proprio per migliorare questo aspetto.


Sarà difficile recuperare il terreno perduto a causa della pandemia?
Il 2021, per tutta una serie di fattori, sarà caratterizzato da un turismo di prossimità. Sul lungo periodo
Penso invece che il numero di persone che si sposteranno per piacere e per vacanza sarà sempre più grande. E questo per il semplice motivo che il benessere medio sta crescendo anche in aree finora vergini come il Far East e la stessa Africa. C’è una classe media che va consolidandosi in queste aree e la domanda di turismo, e di crociere, è destinata a crescere in modo esponenziale.


Come si approccerà MSC Crociere ai nuovi mercati?
Anche in questo caso adattando il prodotto senza snaturarlo. Al cuore della nostra offerta c’è l’italianità che si declina sotto forma di cultura culinaria, moda, cultura dell’accoglienza. Si tratta di un elemento di differenziazione del business che ci ha permesso di crescere molto in questi anni. Indipendentemente dalla dislocazione delle nostre navi è questo tipo di esperienza che attrae maggiormente i nostri clienti. Ovviamente sarà necessario sempre adattarsi ai vari ambiti culturali.


Cosa rimarrà di questi mesi così complicati?
Ogni crisi diventa un territorio di sperimentazione per nuove soluzioni. Si pensi, ad esempio, all’uso delle tecnologie digitali nel lavoro: la necessità ha velocizzato un processo che altrimenti sarebbe stato completato nell’arco di diversi anni. Relativamente alla nostra attività c’è il buon lavoro compiuto dal cluster a livello internazionale. Su questo punto sottolineerei l’impegno di CLIA, il cui presidente, Pierfrancesco Vago, non è solo executive chairman di MSC Crociere ma primo europeo e italiano al vertice di un settore tradizionalmente appannaggio degli americani. Ma anche la necessità di far conoscere il mondo delle crociere nella sua valenza industriale. Negli anni scorsi le polemiche sull’overtourism e sulle “grandi navi” hanno spesso fatto ombra a una realtà poco conosciuta e peggio raccontata.


Quale?
Tutta la filiera crocieristica italiana rappresenta una eccellenza italiana a livello internazionale, al pari della moda. È un’industria che da lavoro a 120mila persone e fattura 14 miliardi di euro. Ripartire con le crociere non significa cedere alla frivolezza rispetto alla tragedia che stiamo affrontando: si tratta semplicemente di contribuire alla ripartenza del nostro Paese.

Intervista di Giovanni Grande
 
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