Capitolo 11 — Qui viene proprio a proposito il proverbio «Amare il prossimo più di noi stessi» ma mi piace, — disse Meg alle sorelle… Louise May Alcotl
Siamo ormai arrivati all’ultimo scalo, ormai ho capito come riprendere i gabbiani


la malinconia comincia ad invadere i miei pensieri, per me la vacanza finisce oggi! Il giorno dello sbarco non conta, troppe cose da organizzare.
In più per migliorare l’umore l’Aquilotto ha qualche linea di febbre. Prontamente archiviamo l’idea di raggiungere Roma, non ce la sentiamo di allontanarci troppo dalla nave con il piccolo ammalato.
Vista la riuscita del giro in passeggino a Palermo optiamo per la ripetizione a Civitavecchia. Scesi dalla nave è necessario prendere un bus gratuito per uscire dal porto, che mi obbliga a caricare il passeggino in un vano senza portellone, speriamo bene!! Per fortuna arriva a destinazione tutto intero. Scendiamo completamente ignari di cosa vedere, dato che il programma giornaliero prevedeva altro. Facciamo un giro lungo la via principale che scorre perpendicolarmente alla spiaggia, la zona è pedonale con qualche negozio ai lati, carino ma nulla di eclatante. Per passare il tempo ci addentriamo nel mercato,



parte all’aperto e parte coperto, poi decidiamo di fare un salto sul lungomare. E finalmente la giornata prende vita. Questo è a mio parere il luogo più piacevole di Civitavecchia. Lo sguardo spazia sulle onde che si infrangono sulla spiaggia, ma anche sulle opere umane che danno ordine al luogo senza tuttavia guastarne il senso di libertà.

La spianata è immensa ed in lontananza si vedono i cavalloni rincorrersi a memoria del mare mosso di ieri ed a monito di quanto temiamo possa verificarsi anche nell’ultimo tratto. William sta un po’ meglio e decidiamo di consolarlo con qualche giro sulle giostre. Vi è infatti sul lungomare uno spazio completamente destinato ai bimbi, con parco giochi e giostre. Complice la bella giornata, un’ora e mezza passa senza neanche accorgersene ed io riesco a ricavarmi il tempo per qualche tentativo di fotografare gli spruzzi d’acqua sugli scogli neri.





Una fermata al molo la consiglio vivamente a chi ha figli piccoli, gradevole e rilassante per grandi e piccini. Ovviamente visto il periodo niente bagno, in estate non saprei dire, certo il porto è abbastanza vicino ma l’acqua non sembrava affatto sporca… resta il fatto che rientriamo appena in tempo per gustarci il pranzo al ristorante, poi sonnellino e valige, ormai è tempo di prepararsi per tornare a casa! Il mare è calmo, contrariamente ai nostri timori, e ci culla dolcemente verso Savona.
Ma la serata riserva ancora una sorpresa, uno di quei momenti particolari che ti colpiscono dritti al cuore. Decidiamo di regalare a William un ultimo cocktail dopo cena, visto che è il suo momento preferito ed il nostro pacchetto boys and girl non è esaurito gli spetta un bicchiere tutto suo. Ebbene si avvicina una dolcissima cameriera sudamericana che nel prendere l’ordine si ferma a intrattenere il nostro bimbo. Scopriamo che anche lei ne ha uno a casa poco più piccolo. Si è imbarcata la settimana prima di noi e già le manca moltissimo. Ci racconta che sta facendo tutto questo per lui, ma sa già di perdersi molte delle tappe di crescita che a noi mamme piace tanto ricordare. Quando può, raramente, chiama sua madre per farsi raccontare come sta e per parlargli almeno pochi minuti… ho le lacrime agli occhi ed anche lei è colpita da noi.. si vede che il momento di commozione è condiviso. Troppo presto deve lasciarci per far il suo lavoro, io e Nicola ci comprendiamo con uno sguardo, decidiamo di lasciarle una mancia che le consenta qualche telefonata in più al suo piccolo. Quando torna con i cocktail provo a dargliela con discrezione e lei mi guarda con gli occhi sorpresi e rifiuta. Mi dice che c’è molta gente che ha più bisogno di lei, che con qualche sacrificio sta già garantendo un futuro al suo piccino. Poi mi guarda timidamente e chiede “se davvero volete pensare a me vi chiedo la cortesia, se credete che esista un Dio, di qualunque confessione voi siate, di pregare per mio figlio e per altri due bambini, conosciuti qui in nave, che hanno delle gravi difficoltà”. Lei non ha detto nulla di più, ne io ho chiesto, ha semplicemente scritto dei nomi su un fogliettino di carta e me li ha consegnati. Li tengo ancora nel portafoglio. Questo momento per me è stato il vero spirito del Natale. Qualcuno che non ha molto e pensa a chi sta ancora peggio. Che crede fermamente che la nascita di Gesù possa cambiare le cose. Mi sono sentita così superficiale al confronto. E’ tornato il ricordo di un brano di piccole donne, un libro che amavo molto da ragazzina, in cui le quattro sorelle vanno ad offrire il loro pasto di Natale alla famiglia in difficoltà di cui si prendono cura.
Poi mio figlio provvede a riportarmi alla realtà, rovesciandomi addosso, sui vestiti da usare anche per il viaggio, un intero bicchiere di cocktail verde al kiwi… profumerò di kiwi fino a casa! Quindi termino la serata correndo in cabina alla ricerca di vestiti puliti per domani… fortunatamente mio marito non aveva ancora messo fuori le valige, cambio completo e doccia ( che non toglierà del tutto l’odore fruttato) e poi a nanna, domani sveglia presto per lo sbarco, ma questo è un altro capitolo!
Siamo ormai arrivati all’ultimo scalo, ormai ho capito come riprendere i gabbiani


la malinconia comincia ad invadere i miei pensieri, per me la vacanza finisce oggi! Il giorno dello sbarco non conta, troppe cose da organizzare.
In più per migliorare l’umore l’Aquilotto ha qualche linea di febbre. Prontamente archiviamo l’idea di raggiungere Roma, non ce la sentiamo di allontanarci troppo dalla nave con il piccolo ammalato.
Vista la riuscita del giro in passeggino a Palermo optiamo per la ripetizione a Civitavecchia. Scesi dalla nave è necessario prendere un bus gratuito per uscire dal porto, che mi obbliga a caricare il passeggino in un vano senza portellone, speriamo bene!! Per fortuna arriva a destinazione tutto intero. Scendiamo completamente ignari di cosa vedere, dato che il programma giornaliero prevedeva altro. Facciamo un giro lungo la via principale che scorre perpendicolarmente alla spiaggia, la zona è pedonale con qualche negozio ai lati, carino ma nulla di eclatante. Per passare il tempo ci addentriamo nel mercato,



parte all’aperto e parte coperto, poi decidiamo di fare un salto sul lungomare. E finalmente la giornata prende vita. Questo è a mio parere il luogo più piacevole di Civitavecchia. Lo sguardo spazia sulle onde che si infrangono sulla spiaggia, ma anche sulle opere umane che danno ordine al luogo senza tuttavia guastarne il senso di libertà.

La spianata è immensa ed in lontananza si vedono i cavalloni rincorrersi a memoria del mare mosso di ieri ed a monito di quanto temiamo possa verificarsi anche nell’ultimo tratto. William sta un po’ meglio e decidiamo di consolarlo con qualche giro sulle giostre. Vi è infatti sul lungomare uno spazio completamente destinato ai bimbi, con parco giochi e giostre. Complice la bella giornata, un’ora e mezza passa senza neanche accorgersene ed io riesco a ricavarmi il tempo per qualche tentativo di fotografare gli spruzzi d’acqua sugli scogli neri.





Una fermata al molo la consiglio vivamente a chi ha figli piccoli, gradevole e rilassante per grandi e piccini. Ovviamente visto il periodo niente bagno, in estate non saprei dire, certo il porto è abbastanza vicino ma l’acqua non sembrava affatto sporca… resta il fatto che rientriamo appena in tempo per gustarci il pranzo al ristorante, poi sonnellino e valige, ormai è tempo di prepararsi per tornare a casa! Il mare è calmo, contrariamente ai nostri timori, e ci culla dolcemente verso Savona.
Ma la serata riserva ancora una sorpresa, uno di quei momenti particolari che ti colpiscono dritti al cuore. Decidiamo di regalare a William un ultimo cocktail dopo cena, visto che è il suo momento preferito ed il nostro pacchetto boys and girl non è esaurito gli spetta un bicchiere tutto suo. Ebbene si avvicina una dolcissima cameriera sudamericana che nel prendere l’ordine si ferma a intrattenere il nostro bimbo. Scopriamo che anche lei ne ha uno a casa poco più piccolo. Si è imbarcata la settimana prima di noi e già le manca moltissimo. Ci racconta che sta facendo tutto questo per lui, ma sa già di perdersi molte delle tappe di crescita che a noi mamme piace tanto ricordare. Quando può, raramente, chiama sua madre per farsi raccontare come sta e per parlargli almeno pochi minuti… ho le lacrime agli occhi ed anche lei è colpita da noi.. si vede che il momento di commozione è condiviso. Troppo presto deve lasciarci per far il suo lavoro, io e Nicola ci comprendiamo con uno sguardo, decidiamo di lasciarle una mancia che le consenta qualche telefonata in più al suo piccolo. Quando torna con i cocktail provo a dargliela con discrezione e lei mi guarda con gli occhi sorpresi e rifiuta. Mi dice che c’è molta gente che ha più bisogno di lei, che con qualche sacrificio sta già garantendo un futuro al suo piccino. Poi mi guarda timidamente e chiede “se davvero volete pensare a me vi chiedo la cortesia, se credete che esista un Dio, di qualunque confessione voi siate, di pregare per mio figlio e per altri due bambini, conosciuti qui in nave, che hanno delle gravi difficoltà”. Lei non ha detto nulla di più, ne io ho chiesto, ha semplicemente scritto dei nomi su un fogliettino di carta e me li ha consegnati. Li tengo ancora nel portafoglio. Questo momento per me è stato il vero spirito del Natale. Qualcuno che non ha molto e pensa a chi sta ancora peggio. Che crede fermamente che la nascita di Gesù possa cambiare le cose. Mi sono sentita così superficiale al confronto. E’ tornato il ricordo di un brano di piccole donne, un libro che amavo molto da ragazzina, in cui le quattro sorelle vanno ad offrire il loro pasto di Natale alla famiglia in difficoltà di cui si prendono cura.
Poi mio figlio provvede a riportarmi alla realtà, rovesciandomi addosso, sui vestiti da usare anche per il viaggio, un intero bicchiere di cocktail verde al kiwi… profumerò di kiwi fino a casa! Quindi termino la serata correndo in cabina alla ricerca di vestiti puliti per domani… fortunatamente mio marito non aveva ancora messo fuori le valige, cambio completo e doccia ( che non toglierà del tutto l’odore fruttato) e poi a nanna, domani sveglia presto per lo sbarco, ma questo è un altro capitolo!
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