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Castelli e piccoli borghi, il fascino dell'Italia nascosta.

capricorno

Super Moderatore
Il castello di Tabiano vive la sua epoca più brillante proprio nel periodo feudale quando divenne la più grande fortezza appenninica dei Pallavicino. Un periodo irripetibile che termina con il sorgere delle Signorie. L'ultima discendente dei Pallavicino fu la Marchesa Ottavia che alla morte del padre e senza eredi maschi, ereditò l'immensa tenuta fatta di poderi, borgo e castello, in suo possesso fino al 1882; andata in sposa a Francesco Maria Landi ecco entrare in scena la famiglia Landi. Il figlio di Ottavia, Gian Battista Landi alla morte della madre erediterà il castello, le terre , l'intero feudo.
Di eredi in eredi il castello alla fine versò in uno stato di semiabbandono.

Fu così che a questo punto della storia, siamo a fine 800, che un bel giorno Giacomo e Rosa Corazza si aggiravano in calesse per queste zone. Entrambi di antica e nobile famiglie ticinesi che da tempo cercavano un luogo ridente e lontano dalle brume di Londra, città dove risiedevano e avevano creato una fiorentissima attività industriale creata dal padre di Rosa, Carlo Gatti.

La coppia cercava un luogo nei dintorni di Parma dove Giacomo era nato. Ai due Tabiano piacque subito, sia per la collocazione del castello, anche se era in pessimo stato di conservazione, sia per le terre che vi appartenevano. Non per ultimo la vicinanza a Salsomaggiore allora in piena espansione. Con le buone rendite dell'attività londinese, investirono nelle imponenti opere di ristrutturazione del castello che nel 1882, Castello con tutte le sue pertinenze, parte del borgo sottostante, oltre 200 ettari di terre passava alla famiglia Corazza, che lo detiene ancora.

Questo è quanto ci viene spiegato dall'ultimo giovane discendente di Rosa e Giacomo che con trasporto ci racconta le vicende di famiglia aprendoci allo stesso tempo le porte di casa ...un discorso appassionato che ci tiene incollati a lui..

In passato ho visitato diversi castelli ma un Cicerone così non mi è mai capitato di incontrare....

Qualche primo scatto per poi proseguire nelle vicende di famiglia...

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Lo scenografico scalone d'onore che permette di raggiungere la sommità del castello da cui partirà la nostra visita negli appartamenti privati. Questo scalone permette di sormontare l'ostacolo di viva roccia, impenetrabile, su cui è costruita l'intera complessa struttura. Uno scalone alla cui basi sono state trovate in fase di ristrutturazione, le vecchie cisterne medievali che permettevano la raccolta d'acqua per riserva nei periodi di lungo assedio. Cisterne ancora funzionanti.
Da questo primo accesso si raggiunge una terrazza che permette una vista sul paesaggio e sul sottostante giardino...

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Continua...
 

capricorno

Super Moderatore
Prosegue il nostro bravo cicerone nell'accorata ricostruzione delle vicende della sua famiglia...

Carlo Corazza figlio di Giacomo e Rosa, prosegue l'opera dei genitori dedicandosi completamente all'attività agricola, comprando nuove terre che si aggiungono a quelle dell'antico feudo dei Pallavicino; costruisce nuove stalle, fienili e ristruttura i vecchi casali apportando migliorie che negli anni 30 sono considerate avanzate.
I due caseifici vennero ampliati così come i magazzini del formaggio fatto dal latte prodotto nelle sue stalle , al burro molto richiesti nelle botteghe di Salsomaggiore.

Ci apre così la sua casa....rendendoci partecipi della sua vita. È emozionante vedere sui bei mobili antichi i ritratti di coloro che hanno animato nel ricordo la nostra visita....

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Il salone d'onore dove si tenevano i balli e i ricevimenti importanti... è vuoto poiché gli arredi sono in manutenzione....


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Il caminetto tanto caro alla bisnonna, accanto al quale passava i pomeriggi invernali...

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La sala da pranzo importante, dove si riuniva la famiglia...


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...il lampadario di Murano e i ricordi di una vita ne completano l'arredo ..
 

capricorno

Super Moderatore
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Esiste poi un ambiente più intimo dove Rosa, la bisnonna, ha voluto ricavare un angolo che le ricordava la casa di Londra dove aveva vissuto anni felici...

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..ricostruita perfettamente dalla tappezzeria in stile vittoriano ai mobili, portati dalla casa di Londra alla bella collezione di piatti inglesi e servizi da te....


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... continua
 

capricorno

Super Moderatore
Una persona , Carlo Corazza, che ha dato valore alla sua terra, capace di governare ma allo stesso tempo di ascoltare e mettere a proprio agio i suoi interlocutori. In sua memoria i figli hanno murato una lapide posta sulla facciata della piccola chiesa al lato dello scalone d'onore che porta all'ingresso della zona privata...


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...con la partecipazione della famiglia ma anche dei tabianesi.

La visita continua ridiscendendo verso un loggiato che ci porterà nel cuore sotterraneo del castello...


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La classica forma a U che contraddistingue il castello di Tabiano come forma, diverso da tutti gli altri castelli vicini. Una forma nuova? No, ma sicuramente ingegnosa per soddisfare esigenze di conformazione geologica: al centro c'è la roccia viva e il castello fonda su di essa nella parte interna, mentre l'esterna poggia su un pianoro collinare che permette così di ricavare dei vani sottostanti ad esso. Si viene a formare così un microclima ideale verso l'esterno che permette di accumulare calore vista la grande esposizione ai venti dell'intera zona. In più la parte sotterranea si avvale di una parte finestrata che permette di mantenere una costante temperatura nelle cantine, oltre che la luce, impedendo ristagni di umidità.
Il Parmigiano Reggiano prodotto nell'antico caseificio viene messo a stagionare nei magazzini del castello, mentre nelle cantine si produce il vino. Vari sono gli oggetti che si possono vedere, così come i macchinari a testimonianza del passato rurale del Castello. Le botti fanno bella mostra di sé nelle suggestive cantine a volta.


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Termina qui questa visita che per noi è stata un completamento alla bella esperienza vissuta nel nostro soggiorno e ci ha fatto comprendere ancor di più i sacrifici fatti dalla generazione precedente e come la nuova, con l'avvio del Relais, sappia ancora donare ai visitatori il senso del passato unito alle tradizioni gastronomiche della zona. Un sostegno ancora molto vivo per le persone che vivono queste vallate.
 
Ultima modifica:

capricorno

Super Moderatore
Oggi vi porto...un po' più a nord e precisamente qua....

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Il Forte di Bard e il suo splendido Borgo....dal castello medievale a Fortezza

Data la sua posizione strategica, la Rocca di Bard fu fortificata fin dai tempi più antichi. Alla metà del XIII secolo il castello passò sotto il dominio sabaudo. Nel 1661 il Duca Carlo Emanuele II concentrò a Bard il presidio del Ducato di Savoia in Valle d'Aosta. L'episodio militare più noto è l'assedio del 1800. All'alba del 14 maggio i 40.000 uomini dell'Arme' de rèserve di Napoleone varcarono il San Bernardo per sorprendere l'esercito austro-piemontese. La marcia proseguì fino a Bard, dove fu arrestata dalla guarnigione austriaca. Dopo 14 giorni di eroica resistenza, Napoleone fece radere al suolo il castello. Fu Carlo Felice a promuoverne il rifacimento nel 1830. Alla fine dell'800 il forte si avvia al declino: utilizzato come prigione fu poi destinato a deposito di munizioni.

Un viaggio al centro delle Alpi... è così che oggi si presenta dopo essere stato recuperato su iniziativa della Regione Valle d'Aosta. Il Forte di Bard è oggi un polo culturale e turistico di respiro internazionale, sede di percorsi tematici permanenti, mostre, eventi, servizi ricettivi e di accoglienza, negozi e sale di conferenze. Gli spazi sono stati progettati per offrire al pubblico esperienze coinvolgenti coniugando i contenuti culturali con i massimi standard di servizio.



Si sale...

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È rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione e rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento. È costituito da tre principali corpi di fabbrica posti a diversi livelli, tra i 400 e 467 metri. Dal più basso L'Opera Ferdinando, a quello mediano l'Opera Vittorio, e a quello più alto L'Opera Carlo Alberto, per un totale di 283 locali.

L'Opera Ferdinando si presenta a forma di tenaglia ed è costituito da due corpi di fabbrica, l'Opera inferiore e superiore, all'interno è ubicato il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere. A circa metà della Rocca sorge l'Opera Vittorio, che ospita le Alpi dei ragazzi, un percorso dedicato ai più giovani di avvicinamento all'alpinismo.
Al culmine del rilievo la più imponente delle tre Opere, formata da una cinta muraria su cui poggiano tutti i fabbricati: L'Opera di Gola, con il relativo cortile, posto a difesa del lati sud e l'Opera Carlo Alberto con il Grande Cortile delle Armi.
Il primo piano dell'Opera ospita il Museo delle Alpi. Al pianterreno che si affaccia sulla Piazza delle Armi, si trovano ubicati spazi dedicati alle mostre temporanee.

All'interno dell'Opera Carlo Alberto è possibile vedere le Prigioni, 24 celle di detenzione poste lungo 4 sezioni. Celle anguste dove venivano rinchiusi i prigionieri 1,3 x 2 metri.


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Accessi: una bella arrampicata fin lassù per chi ha voglia di camminare!! ...niente paura, il Forte è servito da una strada esterna verso sud e interna che con stretti tornanti sorretti da muraglioni, risale il pendio opposto rivolto a nord. Entrambi i percorsi sono pedonali. La sommità della Rocca è facilmente raggiungibile grazie ai ascensori panoramici che dal Borgo di Bard, ai piedi del Forte, consentono comodamente l'accesso....magari fatevi la discesa a piedi.



Il Borgo di Bard

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Posto ai piedi del Forte, il Borgo di Bard è un piccolo scrigno di tesori tutto da scoprire. La borgata ha sempre avuto un peso importante nella storia grazie alla sua posizione strategica. Stretto tra i due fianchi della montagna, il borgo cela al suo interno la presenza di numerosi palazzi e residenze di pregio , unite tra loro da archi arricchiti da bifore e numerose fontane. Si snoda attraverso la via Consolare costruita in epoca romana; vi sono conservate 25 case dichiarate monumenti, costruite tra la fine dei secoli XV e XVII. Ne cito alcune: Casa Challant, Casa Nicole, Casa Valperga. La fontana si trova al centro del borgo e fu costruita nel 1598 affiancata da una colonna in pietra molto singolare, alta 170 cm sulla cui sommità è scolpita una testa umana denominata " Il mascherone". Tutto attorno l'area è di interesse geologico, naturalistico oltre che storico. Il geosito situato a ridosso della strada romana è caratterizzato dalla presenza delle Marmitte dei giganti, cavità formatesi nella roccia dalla forza erosiva delle acque subglaciali, girovagando in zona si trovano incisioni rupestri molto antiche.

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Gabriele C.

Well-known member
E' imponente!
E' ubicato vicino la città di Aosta?
Mi ha colpito molto la spettacolare galleria ferroviaria sotto la struttura...😉
 

dalsnibba

Super Moderatore
Staff Forum
Molto molto interessante Oriana.
il forte di Bard e' proprio all'imbocco della Valle, bellissimo.
Mi ricordo che in zona sono stato anni fa in quello di St. Pierre.. comunque la Val D'Aosta ne ha davvero tanti!
riporto il sito della regione Val d'Aosta dove c'e' la mappa dei castelli della regione
-->https://www.regione.vda.it/cultura/patrimonio/castelli/cartina_i.aspx

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1. Castello di Fénis
2. Forte di Bard
3. Castello di Issogne
4. Castello di Verrès
5. Castello di Sarre
6. Castel Savoia
7. Castello Sarriod de La Tour
8. Castello Gamba
9. Castello di Ussel
10. Castello di Introd
11. Castello di Aymavilles
12. Castello di Quart
13. Castello Vallaise
14. Tour de l'Archet
15. Castello di Avise
16. Castello di Cly
17. Châtel-Argent
18. Castello di Bosses
19. Castello di Graines
20. Castello di Saint-Marcel
21. Castello di Saint-Pierre
22. La Tour de Villa
 

Elide

Well-known member
Grazie Oriana!...
...è una meta che abbiamo valutato insieme a mia sorella, con l'intenzione di raggiungerlo nei prossimi giorni, quando saremo da lei a Biella.
Da circa un paio d'anni lei con mio cognato ci vanno spesso perché aderiscono ad un programma con abbonamento annuale che li invita in anteprima alle inaugurazioni delle mostre che si svolgono al suo interno.
Spero presto di poterci andare ...:giggle:
 

capricorno

Super Moderatore
E' imponente!
E' ubicato vicino la città di Aosta?
Mi ha colpito molto la spettacolare galleria ferroviaria sotto la struttura...😉
All'inizio della valle....e si, bella la galleria...;)
Molto molto interessante Oriana.
il forte di Bard e' proprio all'imbocco della Valle, bellissimo.
Mi ricordo che in zona sono stato anni fa in quello di St. Pierre.. comunque la Val D'Aosta ne ha davvero tanti!
riporto il sito della regione Val d'Aosta dove c'e' la mappa dei castelli della regione
-->https://www.regione.vda.it/cultura/patrimonio/castelli/cartina_i.aspx

Visualizza allegato 1846032

1. Castello di Fénis
2. Forte di Bard
3. Castello di Issogne
4. Castello di Verrès
5. Castello di Sarre
6. Castel Savoia
7. Castello Sarriod de La Tour
8. Castello Gamba
9. Castello di Ussel
10. Castello di Introd
11. Castello di Aymavilles
12. Castello di Quart
13. Castello Vallaise
14. Tour de l'Archet
15. Castello di Avise
16. Castello di Cly
17. Châtel-Argent
18. Castello di Bosses
19. Castello di Graines
20. Castello di Saint-Marcel
21. Castello di Saint-Pierre
22. La Tour de Villa
Grazie per aver postato la mappa!

Il castello di Fènis è assolutamente da vedere, lo consiglio proprio!
Grazie Oriana!...
...è una meta che abbiamo valutato insieme a mia sorella, con l'intenzione di raggiungerlo nei prossimi giorni, quando saremo da lei a Biella.
Da circa un paio d'anni lei con mio cognato ci vanno spesso perché aderiscono ad un programma con abbonamento annuale che li invita in anteprima alle inaugurazioni delle mostre che si svolgono al suo interno.
Spero presto di poterci andare ...:giggle:
Grazie a te!



Splendido….grazie Oriana!!!!!!
Grazie!



Non pensavo destasse un così grande entusiasmo questa piccola recensione.

A Biella da vedere c'è il Ricetto di Candelo, che sicuramente Elide conoscerai....

 

Elide

Well-known member
A Biella da vedere c'è il Ricetto di Candelo, che sicuramente Elide conoscerai....

Certamente Oriana, ...sono nata a Candelo , in una casa dietro al campanile, a poche decine di metri dal Ricetto.
Non ne ho parlato solo perché sono molte le bellezze del territorio, non conosciute, perché i biellesi davano valore solo all'industria tessile che negli anni del dopo guerra è "esplosa" creando moltissime fabbriche, dando lavoro e benessere a tutti.
Tutto il resto passava in secondo piano.
Dopo la crisi arrivata negli anni '70, per parecchi decenni , la città ha vissuto una involuzione.
Solo da pochi anni vedo una nuova attenzione alle tante risorse naturalistiche, culturali e storiche attraverso una riscoperta che inizia a diffondersi anche oltre ai biellesi.
Ieri pomeriggio sul programma tv " la 7" casualmente ho visto un servizio sul Piemonte che iniziava dalla città di Biella, all'interno del programma "Bell'Italia In Viaggio" e per la prima volta ho visto valorizzare la città ed il suo territorio.
Il programma , molto ben fatto, ha comunque dovuto fare delle scelte e mancavano alcune ricchezze , come ville, palazzi , castelli, parchi naturali (Oasi Zegna), musei, di cui è ricco .
Si stanno facendo passi avanti, spero veramente che venga conosciuto e che si scoprano le molte possibilità di essere valorizzato.
Tornando al Ricetto, nel periodo in cui frequentavo le scuole superiori , fu scelto per girare tutti gli esterni dello sceneggiato "La freccia nera" che in quegli anni ebbe un grande successo.
La produzione lo scelse oltre che per l'ambientazione del castello , anche per la vallata esterna che si affacciava dalle mura, simulando molto bene le caratteristiche della campagna inglese da dove avvenivano gli "attacchi " al castello.
 

capricorno

Super Moderatore
Certamente Oriana, ...sono nata a Candelo , in una casa dietro al campanile, a poche decine di metri dal Ricetto.
Non ne ho parlato solo perché sono molte le bellezze del territorio, non conosciute, perché i biellesi davano valore solo all'industria tessile che negli anni del dopo guerra è "esplosa" creando moltissime fabbriche, dando lavoro e benessere a tutti.
Tutto il resto passava in secondo piano.
Dopo la crisi arrivata negli anni '70, per parecchi decenni , la città ha vissuto una involuzione.
Solo da pochi anni vedo una nuova attenzione alle tante risorse naturalistiche, culturali e storiche attraverso una riscoperta che inizia a diffondersi anche oltre ai biellesi.
Ieri pomeriggio sul programma tv " la 7" casualmente ho visto un servizio sul Piemonte che iniziava dalla città di Biella, all'interno del programma "Bell'Italia In Viaggio" e per la prima volta ho visto valorizzare la città ed il suo territorio.
Il programma , molto ben fatto, ha comunque dovuto fare delle scelte e mancavano alcune ricchezze , come ville, palazzi , castelli, parchi naturali (Oasi Zegna), musei, di cui è ricco .
Si stanno facendo passi avanti, spero veramente che venga conosciuto e che si scoprano le molte possibilità di essere valorizzato.
Tornando al Ricetto, nel periodo in cui frequentavo le scuole superiori , fu scelto per girare tutti gli esterni dello sceneggiato "La freccia nera" che in quegli anni ebbe un grande successo.
La produzione lo scelse oltre che per l'ambientazione del castello , anche per la vallata esterna che si affacciava dalle mura, simulando molto bene le caratteristiche della campagna inglese da dove avvenivano gli "attacchi " al castello.
Il mondo è piccolo cara Elide! Mai avrei pensato tu lo conoscessi da così " vicino". Sono tutti luoghi stupendi e poco conosciuti a fronte di mete blasonate. Ma è forse qui il segreto....ma non lo gridiamo troppo in giro, dove il viaggiare lento ha il suo significato più profondo. Sono i luoghi remoti, i piccoli borghi che forse solo ora in quest'ultimo anno si sono presi la rivincita su tutto il resto...ma solo per chi ne sa apprezzare il valore nascosto. A malincuore tocca constatare che i maggiori fruitori di questi beni, noi italiani, poco o nulla ne sono consapevoli mentre da tutte le altre parti del mondo arrivano molto più preparati di noi. Provare per credere!
Grazie ancora per la tua testimonianza e se hai aneddoti, immagini o tutto ciò che può allargare le nostre menti, illuminaci! ;)
 

Elide

Well-known member
Grazie Oriana, sono in treno, tra un'ora incontrerò mia sorella e inizia questa breve "vacanza" nei luoghi dove sono cresciuta.
Terrò presente il tuo suggerimento, spero vivamente che possa contribuire a conoscere un nuovo luogo della nostra bella Italia.
 

capricorno

Super Moderatore
E dalla montagna si ritorna a valle per quelle belle valli che custodiscono piccoli borghi, alcuni veramente minuscoli. Quello che vi racconterò a breve è abitato da sole nove persone...


Vigoleno.












È un borgo castello dove tutto sembra, pur nella ristrettezza dello spazio, un labirinto in cui non sai mai dove ti trovi, tanto che il borgo ottocentesco e il castello medioevaleggiante si specchiano l'uno nell'altro. Custode delle millenarie vicende del borgo è la fontana fatta erigere nel 500 dai feudatari Scotti, costituita da due vasche circolari, quella superiore a forma di conca ha dei beccucci dove l'acqua cade nella più ampia vasca sottostante. Ed è questo incessante scrosciare d' acqua che si concentra l'attenzione appena varcato il rivellino .....

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...un piccolo passo indietro nel racconto è dovuto.


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All'arrivo, il borgo si presenta con un' ampia piazza antistante l'ingresso, una porta su un rivellino medievale fortificato. Già dalla piazza appaiono le mura merlate e le due torri principali. Entriamo nel borgo dall'unica porta e percorriamo una stretta stradina che porta alla piazza principale passando attraverso due porte che lasciano intendere che un tempo era presente un ponte levatoio quindi un fossato, oggi non esiste più, che circondava il borgo.
La piazza della fontana,( di cui vi ho dato cenno poco sopra) piazza principale del borgo, è davvero bella e suggestiva, il visitatore è circondato a 360 gradi da edifici e vicoli impregnati di storia. Subito si viene subito attratti dal possente Mastio della Rocca che rappresenta l'estrema difesa della rocca, subito dopo lo sguardo si estende all'ingresso del castello e alla facciata che da sulla piazza, tutto molto curato e ben conservato, la struttura è privata e attualmente viene utilizzata per cerimonie ed eventi. Su un lato della piazza si nota la bella facciata dell'Oratorio della Modonna delle Grazie, un edificio del primo Seicento che sembra fosse un antico ospitale.


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Oggi quest'area che si sviluppa attorno alla fontana, rende la piazzetta di Vigoleno un luogo intimo, raccolto, dove poter chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in un viaggio a ritroso nel tempo....su questa piazza non si può non notare un rigonfiamento sul piano di calpestio, è dovuto alla presenza di una cisterna sotterranea con il soffitto a botte, cisterna che permetteva la raccolta dell'acqua e utilizzata soprattutto in caso di assedio, quando il piccolo feudo si rinchiudeva su se stesso a difesa, l'acqua era indispensabile per poter resistere a lunghi assedi.
Su un lato della piazza la strada continua passando vicino ad alcune abitazioni/negozi che hanno conservato lo stile di un tempo. dopo un breve percorso ci si affaccia in una piccola piazzetta sulla quale troviamo la Pieve di San Giorgio, una chiesa romanica risalente al XII secolo. Esternamente la chiesa è semplice e lineare nelle sue forme, spicca una lunetta sopra l'ingresso raffigurante San Giorgio, un campanile a pianta quadrangolare l'accompagna e la completa. La struttura interna è a tre navate, una centrale e due laterali con colonne riportanti capitelli lavorati, nell'abside troviamo un affresco, recuperato solo in parte, in cui è presente sia San Giorgio che San Benedetto....basta guardare il cavallo bianco di San Giorgio che emerge dalla penombra, per ricordare gli antichi fasti.

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Da questa piazzetta si diramano due vicoli, uno a sinistra e uno a destra della chiesa, che poi si ricongiungono alla fine del borgo. Questa è la parte più popolare del borgo con case di diversa altezza unite tra loro, tutte con facciate rigorosamente in pietra. Questa parte finale del borgo offre alcune curiosità, come piccole incisioni sulla pietra di alcune case (di recente realizzazione) raffiguranti o animali o volti allegorici o piccole tavolette colorate con rappresentazioni sacre. Queste piccole incisioni vennero eseguite soprattutto per segnalare ai numerosi pellegrini la strada...bisogna ricordare che Vigoleno è sul percorso della Via Francigena e anticamente era un punto di passaggio/ sosta per i pellegrini che da qui passavano diretti a Roma. Perchè dunque i simboli e non le parole? il simbolo era inequivocabilmente compreso da tutti, considerando anche il grado di conoscenza del leggere e scrivere che contrassegnava il Medioevo.
Sempre in questa zona troviamo antichi accessi a case o a depositi che mantengono antiche porte in legno con sopraporta lavorati riportanti disegni e/o incisioni decorative che fanno pensare a segni di buon auspicio per gli abitanti della casa. La visita si conclude nella parte estrema del borgo dove troviamo un resto delle antiche mura, da qui si osserva un bel panorama sulla vallata verso la pianura padana.


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Vigoleno merita a pieno titolo la sua fama di borgo tra i più belli d'Italia inoltre è insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano quale luogo prestigioso in termini di qualità e accoglienza turistica. Il borgo è ben conservato e pulito, sono presenti tutte le indicazioni del caso sul fronte degli edifici più importanti.

Da considerare che il mastio è visitabile solo nei week-end durante la stagione estiva e solo nei festivi nei rimanenti periodi. Visitarlo durante i giorni feriali è sicuramente la cosa migliore, l'assenza di macchine o quasi, i pochi turisti presenti e il grande silenzio che aleggia nei vicoli aiutano ad entrare nello spirito medievale che questo borgo riesce a trasmette......noi ci siamo organizzati per la visita da soli del borgo e della pieve. Per il Mastio , si visita da soli ma occorre fare un biglietto d'ingresso che noi abbiamo abbinato alla visita dell'interno del castello ( questo con una guida ), che essendo abitato occorre di visita guidata.


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Vi allego gli scatti dall'alto, dove si domina tutto il Borgo...ne vale assolutamente la pena e la fatica nel salire le ripide scale, dal coronamento di ronda , in seguito, siamo entrati direttamente nel castello. Poche sale di rappresentanza e un piccolo ma graziosissimo teatro.

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