Re: Costa Pacifica - Ritorno in Terra Santa - 20/02-03/03 2010
La meta più importante della crociera è trascorsa. Ma senz’altro lascerà qualcosa di indelebile nei ricordi di ogni viaggiatore che l’abbia raggiunta. Ho avuto la fortuna di visitare Roma, Santiago e Gerusalemme, i centri più importanti della cristianità. Non sono un religioso convinto e praticante ma penso che questi luoghi possano trasmettere qualcosa di importante a chiunque. Anche soltanto per i loro millenni di storia e di pellegrinaggi. Mettere piede laddove lo hanno fatto milioni di persone di tutte le nazionalità e di tutte le epoche è senz’altro fascinoso ed entusiasmante.
La pioggia battente, che non ci ha lasciato un attimo, ha reso difficoltosa la visita ma non ha privato Gerusalemme del suo incantevole ed eterogeneo fascino. Ho lasciato il porto di Caifa dopo molteplici controlli, persino nel corpo della macchina fotografica e dentro il portafogli. Con una comoda autostrada le due città non sono poi così difficili da raggiungere l’una dall’altra. In meno di due ore abbiamo percorso l’autostrada, 150 km, aiutati anche dalla festività del sabato che ha influito positivamente sul traffico. Il percorso a piedi ha avuto inizio dalla Porta di Giaffa per la David Street. Per timore di code ho visitato subito il Santo Sepolcro, sorprendentemente senza particolare folla. La tomba di cristo, il Calvario, Sant’Elena, la cripta: tanti diversi periodi, tante storie o leggende, talvolta intrecciate e talvolta contrastanti. Tutto però miscelato in modo da renderlo incredibilmente compatto e misterioso. Ho sostato quasi mezzora al Sepolcro, approfittando anche dell’assenza di alcune proibizioni nel fare fotografie e filmati. Non senza pioggia, ho raggiunto il quartiere armeno con la Cittadella e la Chiesa di San Giacomo. Eccoci poi in quello ebraico, il Cardo, il Grande Muro, via della Catena fino al Western Wall: il muro del Pianto. Vie strette e pittoresche, archi a sesto acuto, botteghe, bancarelle di pane.
Il Sabbath ha impedito la visita all’intera spianata del Tempio e al Mercato del Cotone. Una mancanza grave, avrei tanto voluto vedere almeno la Cupola della Roccia. Non potendo accedervi sono allora risalito al quartiere musulmano per i conventi delle Sorelle di Sion e della Flagellazione fino alla Porta di Damasco, accesso all’area musulmana. Alcune tappe della Via Dolorosa con l’Arco dell’ Ecce Homo e di nuovo verso il quartiere cristiano attorno al Santo Sepolcro.
Nel primo pomeriggio sono poi disceso verso la valle ai piedi del Monte degli Olivi: bellissima la Chiesa di tutte le Nazioni e suggestiva la Tomba della Vergine. Il giardino dei Getsemani altro non è che un modesto giardino ad olivi, ma non per questo non carico dell’atmosfera propria di tutti questi luoghi.
Gli ultimi minuti li ho spesi molto gradevolmente sull’estremità del Monte dalla quale si ha una vista superba sulla città. La Cupola della Roccia emerge con i suoi colori dorati dal color ocra della città su cui adesso il sole concede un raggio… Ma il vento è forte e la temperatura eccezionalmente bassa. Il cimitero ebraico, proprio al di sotto di noi, sembra una costruzione di legno per ragazzi, composta da migliaia di mattoncini tutti uguali. Ad est delle mura antiche, la città nuova, sconfinata, anonima.
Ripercorriamo l’autostrada, ancora fra piovaschi e improvvisi, anomale comparse di sole. Al terminal ancora controlli, uno sguardo a Caifa da lontano ed a bordo.
Questa, come tutte le esperienze belle, si descriverà meglio a freddo, quando alle centinaia di immagini raccolte si farà mano a mano ordine nella testa…
Un caro saluto a tutti.