@gabriele: diciamo che si può dare quanta mancia si vuole a seconda del servizio che si è ricevuto, eliminare totalmente le mance non penso si possa... la nostra è una scelta che ci permette di premiare le persone che sono venute più a contatto con noi. ma in tantissimi, quasi tutti ho visto che facevano così!
continuo il diario... le foto le posto appena il sito me le fa caricare...
GIORNO 6: LANZAROTE
Ci alziamo tardi, facciamo una colazione/pranzo e aspettiamo che la nave attracchi ad Arrecife alle h12,00 per scendere! Il clima è splendido, sole bello caldo, a dar fastidio c’è solo un pò di vento! Decidiamo comunque per un abbigliamento estivo, ma scendiamo muniti di giacca antivento (molto utile per chi deve visitare queste isole). Come già programmato prima di partire decidiamo di prendere un taxi e farci condurre a Jameo De Aguas e Parco Timanfaya. Il tempo a disposizione infatti non è moltissimo, abbiamo scelto questi due luoghi perché li abbiamo reputati i più caratteristici e interessanti! Appena scesi dalla nave vediamo che la nave ha messo a disposizione delle navette gratuite che conducono fino al centro di Arrecife , i pullman adibiti sono molti e non c’è coda per salire. Subito dopo i pullman c’è il capannello con tutti i taxi che propongono già loro dei tour, noi comunque rimaniamo sulle nostre idee e concordiamo il prezzo per farci portare nei luoghi da noi scelti( A posteriori devo dire che per 100 euro ne è valsa veramente la pena, lo consiglio!).
Partiamo! Quello che si nota subito è un paesaggio completamente desertico e brullo… non c’è nulla di verde (il contrario di Madeira), è tutto marrone con a tratti sprazzi di casette bianche! Prima tappa è Jameo De Aguas (a nord dell’isola, l’ingresso costa 9 euro)… è una grotta sotterranea scavata dall’oceano fino all’ entroterra, colori cristallini e stupendi, luogo che profuma di roccia, di mare e di verde, un posto veramente rilassante e suggestivo! Nota dolente è la mano dell’uomo… in questo piccolo paradiso hanno pensato bene di costruirci 2 bar (proprio nella grotta) e una piscina finta dove per fortuna è vietata la balneazione, è solo da “ammirare”, ma sinceramente l’ho trovata finta e anche un po’ stonata con il resto.
Risaliamo sul taxi e partiamo per il parco Timanfaya (sudovest dell’isola), durante il tragitto ne approfitto per chiedere all’autista curiosità sull’isola e sulle usanze degli abitanti… ci spiega che tutto sull’isola è fatto in propensione del turismo, l’isola vive solo di questo, non si produce nulla sull’isola ne tantomeno si coltiva (il terreno è desertico) ne si alleva; non hanno prodotti tipici e l’alta stagione per loro è l’inverno, anche se l’oceano è piuttosto freddino.
Arriviamo al parco Timanfaya e il paesaggio desertico lascia spazio a un paesaggio Marziano… montagne rosse , nere e mille toni di marrone create dal vulcano, e intorno assolutamente il nulla!! All’entrata del parco (ancora in macchina) paghiamo 9 euro a testa e saliamo fino a uno spiazzo dove troviamo altra gente e molti altri taxi. Qui saliamo con altre persone su dei pullman (in pratica l’unico modo per girare questo parco è su questo pullman, da soli in macchina o a piedi non si può), il pullman parte e giriamo in mezzo a queste montagne create dal vulcano, percorrendo stradine strettissime e tortuose. Non si può scendere ma ogni tanto l’autista si ferma e fa scattare foto da fermi (sempre stando sul pullman), tutto ciò accompagnato da una musica apocalittica diffusa dallo stereo.
Dopo 40 minuti il giro finisce e si torna allo spiazzo iniziale, qui un addetto ci fa vedere come poco sotto il terreno la temperatura sia altissima (400°), prende infatti un pò di paglia e avvicinandola si infuoca… suggestivo! Il giro finisce con il passaggio obbligato attraverso il ristorante (un altro, in un posto dove non ci dovrebbe essere) e al negozio di souvenir.
A posteriori dico che questa visita non la rifarei… primo perché girare per 40 minuti su un pullman in mezzo a stradine ripide e tortuose ha causato una bella nausea, e poi perché la visita non rende stando seduti, e comunque dopo i primi 5 minuti la noia ha preso il posto dello stupore… il paesaggio è tutto uguale per tutto il tragitto! Appena fuori dal parco, percorrendo la salita per arrivare all’entrata c’è esattamente lo stesso paesaggio se lo si vuole vedere.
Tornando indietro verso Arrecife il taxista si ferma nel punto panoramico più alto dell’isola per farci ammirare il paesaggio dall’alto, e in una chiesetta tutta bianca che secondo lui è la più bella dell’isola. Il bello del taxi è anche passare in mezzo ai vari paesini e vedere anche le parti meno famose dell’isola, accompagnate dalla spiegazione dell’autista.
Arriviamo ad Arrecife e qui lasciamo il taxi decidendo di percorrere il centro della città e tornare alla nave con la navetta.
Arrivati in nave ci cambiamo e andiamo a cenare allo Shogun, ristorante asiatico a pagamento (15$).. il menù rispecchia quello di un ristorante cinese, ma le portate sono molto più curate e più buone.
A teatro c’è un musical in stile Broadway, lo vediamo, subito dopo giro al casinò e poi rientriamo in cabina!
Scusate se sono stata lunga, volevo raccontare un po’ tutto!