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L'assassinio del mare

RIC

Well-known member
Ciao a tutti, chi ha visto la puntata speciale di Annozero ieri sera su rai Due dedicata al mare? Si intitolava “l’assassinio del mare” (potete rivederla sul sito della trasmissione…). Per chi ama il mare c’era da piangere a vedere certe immagini…pesci morti ributtati in mare perché senza valore, pesci in via d’estinzione pescati comunque…distruzione del fondo marino…siamo arrivati ad un punto illogico, che solo la pazzia umana può raggiungere…Di seguito Vi estrapolo un articolo molto bello che spiega bene l’attuale situazione dei nostri mari:

“Il mare violentato e depredato di pesce non ne ha più. Lo dicono i pescatori già da tempo, lo dicono i dati scientifici. E adesso lo vediamo tutti, in pescheria. Pescare senza criteri, senza limiti, senza pianificazione, peggio, senza mai pensare al domani, intenti solo al “tutto e subito”, ha dato i suoi frutti. Frutti vuoti, immangiabili. Tecniche sempre più raffinate, tecnologie sempre più capaci, motori sempre più potenti: quello che c'era da prendere, lo si è preso. Secondo gli scienziati la colpa è della pesca intensiva. Secondo i pescatori, ma va?, è colpa dell'inquinamento (però come si è visto dal report su Rai Due i pescatori non rispettano le regole pescando entro i limiti imposti dalla legge! e superando le quote individuali!)… E adesso si corre ai ripari, o meglio si vorrebbe farlo: ma i buoi, anzi i pesci, sono scappati da un pezzo. Si parla di raddoppiare i fermo pesca… Palliativi. E' come chiudere una falla col nastro adesivo. Bisognerebbe dare tempo ai pesci, e a tutto l'ecosistema, di riprendersi, di recuperare. E' vero, ma ne serve molto. Non diamogli solo del tempo, diamogli anche dello spazio. Individuiamo e allestiamo da subito un sistema di ampie aree protette, lungo tutto l'Adriatico. Lì dentro non si pesca, anzi, non ci si va per niente. Polmoni dove il mare recupera se stesso, aree di protezione dove il pesce si rifugia e si riproduce. Difficile? Certo. Anche perchè non esiste area protetta se non si ha la possibilità di sorvegliarla e controllarla, e farlo in mezzo al mare non è certo semplice. Eppure, sembra un'ottima soluzione. Nel 2001, 161 scienziati firmarono una petizione richiedendo un'azione urgente affinchè si creasse un network di aree protette nei mari del mondo. I firmatari facevano notare come la vita marina migliora velocemente e sensibilmente, una volta che un'area protetta è stata realizzata. In un anno o due la densità di popolazione cresce del 91%, la taglia dei pesci sale del 31%, e la diversità di specie del 20%. Ovviamente, con ottimi benefici anche per la pesca, nelle acque lì intorno…”

Esistono poi tanti altri problemi che scaturiscono da tutto questo, ne elenco alcuni:
- diminuzione misure dei pesci
- diminuzione aree di riproduzione
- diminuzione mangiare per uccelli-mammiferi marini-tartarughe

Altra cosa scandalosa emersa dal filmato è la completa mancanza di vigilanza su quello che combinano i pescatori, perché nessuno li controlla, perché si sa cosa combinano ma nessuno fa niente? Dove è il governo?

Altri argomenti trattati dalla puntata: la costruzione del Mose a Venezia che sembrerebbe aver ucciso tutti i pesci dell’area e cambiato il suo ecosistema/correnti.

Ora in tutto questo mi piacerebbe sentire i Vostri pareri, come me amate le crociere ed amate il mare…

Un saluto a tutti. Ric.
 
P

patty56

Guest
Ho visto anch'io questa puntata e come te sono rimasta allibita nel vedere certi filmati. Ora io non so di chi è la colpa ma mi sembra sia giunto il tempo per prendere provvedimenti.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Naturalmente l'ho vista anche io; il battage pubblicitario dei giorni precedenti che reclamizzava la trasmissione, mi ha coinvolto.

Purtroppo è quasi tutto vero. E' una cosa visibile tutti i giorni. Io credo che il male più grande al mare lo stiano facendo proprio gli stessi pescatori. E' una battaglia impari, senza soluzione di continuità. Strumenti sempre più efficaci e potenti che sventrano il fondale marino. Vi consiglio di vedere dall'alto, alla prima occasione, il fondale del mare e della laguna come sono ridotti, e non dove passano le navi da crociera, benchè anche loro una parte di danno lo provochino.

Ma guardate tutti i ghirigori, le simmetriche arature dei fondali che dall'alto appaiono come il prato di un campo di calcio per la finale della Champion League. Tutto spianato, arato, smosso, divelto reso inerte. Le turbossoffianti hanno scavato tutto quello che c'era da scavare, fin a pochi metri da riva. Fino a qualche anno fa, immergevi la testa sott'acqua e in una decina di minuti ti procuravi le "bevarasse" perla "mangiata". Ora trovi solo montagne di conchiglie vuote e schiuse.

Prova telefonare alle istituzioni per segnalare le irregolarità: devi essere tu ad esporti con una denuncia, dare il tuo nome e cognome, altrimenti "Loro" difficilmente si muovono. Tutti fanno quel che vogliono; salvo al pescatore dilettante che con la sua canna, ha la licenza scaduta il giorno precedente.

Mettetevi nei panni di una seppia, e provate ad entrare in laguna, a primavera, per deporre le uova. Degli sbarramenti micidiali, dove pochissime riescono a passare. E quando è il momento del novellame che esce, di nuovo caccia spietata. E come può la riproduzione avere un andamento equilibrato? E quanto abusivismo c'è dietro tutto questo?

Quando qualcuno cerca di dettare delle regole, allora blocco della navigazione: tutti i pescherecci davanti alla Capitaneria. Assalto agli uffici, blocco del Canal Grande e poi torna tutto come prima. Qualcuno ha pure sparato ad un elicottero in servizio di pattugliamento.

Che non vengano a dar la colpa al MOSE. Certamente i suoi effetti collaterali li ha sviluppati e continuerà a farlo, ma sono limitati nello spazio, circoscritti a brevi tratti di mare e non sempre tali effetti sono negativi o dannosi. E comunque il mare era già devastato prima che cominciassero il lavori del MOSE.

Il problema probabilmente si risolverà da solo quando nessuno uscirà più a pescare, perché non ci sarà nulla da pescare; siamo sulla buona strada, anzi sulla buona rotta.
 

RIC

Well-known member
Rodolfo riesci sempre a spiegarti meglio di me, bravo, concordo anch'io che il Mose è l'ultimo dei problemi...il problema principale è l'impotenza nel vedere tutto questo e nel vedere i pescatori che si accoltellano da soli...penso sia giunta l'ora che il mondo si dia una regolata ma una regolata drastica perchè questa situazione non riguarda solo l'Adriatico ma tutti i mari del mondo...pensiamo ai paesi poveri dove la pesca è selvaggia e incontrollata al 100%, pensiamo al disatro radiattivo del Giappone nel mare, pensiamo al petrolio nel golfo del Messico, pensiamo che gli scienziati hanno detto che balene-orche-squali e otarie non hanno cibo a sufficenza perchè lo portiamo via tutto noi...sta andando tutto a scatafascio...troppi disatri in pochi anni...l'ecosistema non può reggere, anzi come dici te ha già alzato bandiara bianca ma in pochi la guardano...
 

pmanlio

Active member
Ric, ci sono due realtà diverse: una è che, prendiamoci in giro o no, siamo troppi al mondo..
Per nostra fortuna abbiamo inventato la medicina, abbiamo strumenti ed accorgimenti che ci permettono di vivere bene e per molto tempo, ma non possiamo inventarci che un mondo fatto per permettere a Tot Miliardi di persone ne possa mantenere più di quel tot..
L'altra è che capiamo solo i soldi: se ai tempi dei tempi avevano sostituito le merci ed avevano un ruolo eccezionale nello sviluppo della civiltà, ormai sono davvero lo scopo immediato di tutto..
E ragionare solo in termini di soldi non fa vedere i problemi nella loro interezza..

Il costruttore costruirà mezzi sempre più efficaci per pescare perchè le vende bene, il pescatore li userà anche se ucciderà il suo futuro, ma almeno sbarca il presente, la Petroliera si laverà in mare perchè gli conviene, la riserva naturale costa e quindi non si fa ecc.

E chi la cambia la testa di questo mondo?

Bhò..

Un saluto (amaro)
Manlio
 

RIC

Well-known member
Una fotografia allarmante delle condizioni del Mediterraneo è fornita da uno studio redatto dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente/piano d’azione per il Mediterraneo (UNEP/PAM). In essa si spiega che solo il 69% di 601 città costiere con una popolazione superiore ai 10000 abitanti è dotato di un impianto per il trattamento delle acque reflue e l’efficienza di tali impianti risulta scarsa in termini di eliminazione degli elementi inquinanti. Inoltre i rifiuti solidi prodotti lungo le coste sono spesso smaltiti in discariche senza alcun trattamento sanitario o dopo un trattamento sanitario minimo e possono causare la copertura del fondale da parte di materiali di origine terrestre. Tra gli altri allarmanti fattori di rischio vengono indicati gli effluenti industriali, compresi quelli derivanti dalla trasformazione di idrocarburi, gli stock di sostanze chimiche obsolete (quali i POP e i pesticidi) che sono considerati un’importante fonte di contaminazione. Altri dati allarmanti riguardano il trasporto marittimo: una delle principali fonti di inquinamento da idrocarburi di petrolio (petrolio grezzo) e da idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Si stima che, ogni anno, circa 220 000 navi di stazza superiore alle 100 tonnellate attraversino il Mediterraneo. Secondo il report le navi scaricano approssimativamente 250 000 tonnellate di idrocarburi derivanti dalle operazioni di navigazione come lo scarico delle acque di zavorra, il lavaggio delle cisterne, il carenaggio e gli scarichi di combustibile e di petrolio. Inoltre, i numeri parlano chiaro: tra il 1990 e il 2005 sono fuoriuscite circa 80 000 tonnellate di petrolio in seguito a incidenti di navigazione. L'incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nelle acque del Golfo del Messico viene considerato il disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989 ma nessuno parla delle 120 000 tonnellate che ogni anno vengono riversate in mare a causa di incidenti nei depositi petroliferi e delle normali fuoriuscite provenienti dagli impianti a terra che generano elevate concentrazioni di idrocarburi nelle acque circostanti.
 

RIC

Well-known member
oggi mi è arrivato il numero mensile di una famosa rivista scientifica e guarda un po', c'è un bel articolo che spiega quale essere diventerà il padrone del mare nei prossimi anni a causa della mancanza di pesce...indovinello indovinello? Le meduse! ip ip urrà...In effetti non ci avevo pensato ma riflettendoci bene ogni anno le meduse aumentano e il cambiamento climatico non è l'unica causa ma lo è soprattutto lo sterminio del pesce...Inoltre sembra che ogni anno aumentino le loro dimensioni...fra 100 anni ci ritroveremo con meduse grandi come balene...chissà se i cinesi se le mangeranno? ops forse se le mangiano già...
 

Rodolfo

Super Moderatore
Probabilmente qualcosa di vero c'è: le coste mediterranee al largo di Spagna e Francia ho letto che ne sono invase. Le meduse son state da sempre ospiti indesiderati dei nostri mari, parlo soprattutto dell'Adriatico. Il mese di agosto è di ogni anno si son sempre presentate in grandi quantità e noi ragazzini ci divertivamo a prenderle con le retine. Ric so che era sbagliato, ma a quel tempo, non avevamo l'informazione di adesso ed eravamo piccoli.

Ora il fenomeno, si è esteso anche ad altri mesi, in questo può essere l'"anomalia" rispetto al passato, ma io le ho sempre viste. Sono eventi ciclici; ricordo che quando mio figlio era piccolo per due anni la laguna è stata invasa da una specie particolarmente urticante, di color marrone, con flagelli molto lunghi; nemmeno nei colori erano belle.
 

RIC

Well-known member
GEAPRESS – In Africa, le otarie stanno attraversando un momento molto difficile. La causa è da ricercare nelle risorse marine dell’uomo, ormai avviate all’esaurimento. Gli oceani che bagnano le coste sono incredibilmente sfruttati: in inverno gli animali muoiono di fame e per questo si trovano migliaia di cadaveri lungo le spiagge.
Le otarie appartengono, come le foche, all’ordine dei pinnipedi ma si distinguono perchè hanno le orecchie ed gli arti posteriori ben articolati che permettono loro di arrampicarsi sugli scogli.
Il culling è l’abbattimento sistematico di questi animali autorizzato dal Ministero della Pesca della Namibia, che stabilisce il numero delle otarie che devono essere uccise ogni anno.
Tra luglio e novembre una squadra di uomini arriva sulle spiagge, separa i cuccioli dalle madri e li uccide a bastonate. I grossi maschi vengono uccisi a fucilate.
I cuccioli, mentre le madri li allattano, vengono trascinati via, uccisi con una botta in testa e finiti con una pugnalata nel petto. I metodi di uccisione sono finalizzati a non rovinare le pelli.
Quest’anno il Ministero ha stabilito che si possono uccidere 80.000 cuccioli e 6.000 maschi. Le foche vengono incolpate (e per questo uccise) della scarsità di pesce, ma è noto che questo è dovuto al sovrasfruttamento dei mari da parte dell’uomo.
Gli animali una volta uccisi vengono caricati su dei camion destinati alla macellazione.
Pelli, grasso, carne e testicoli vengono esportati all’estero. La Cina compra i testicoli che vengono utilizzati per prodotti “afrodisiaci”.
Nelle spiagge, poi, arrivano i turisti. I cacciatori di otarie, al termine della mattanza, puliscono con i loro bulldozer riportando la spiaggia alle condizioni iniziali.
Seal Alert SA da anni sostiene una campagna mondiale in difesa di questi animali. E’ stata la prima associazione a denunciare la crudeltà di questa pratica ed i rischi che minacciano la sopravvivenza della specie.
Eppure, nonostante le otarie siano già gravemente minacciate dall’impoverimento dei mari, si continua con gli abbattimenti. Anzi, la quota di otarie che si possono uccidere continua a crescere anno dopo anno e questo, associato ad un tasso di mortalità dei cuccioli pari al 30% nelle prime settimane di vita, può portare alla scomparsa di intere generazioni. Vale appena il caso di ricordare che le otarie sono inserite nell’Appendice II della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES), ciò significa che la loro sopravvivenza dipende dalla conservazione che ne verrà fatta.
 

RIC

Well-known member
ieri sera qualcuno ha visto il documentario su RAI5 "The Cove - la baia dei delfini..." ? se non lo avete visto cercatelo in Internet...(Baia di Taiji)

In Giappone, ogni anno, vengono uccisi da 20.000 a 22.000 delfini di specie diverse (stenelle, tursiopi , globicefali e focene - e quelli non uccisi arrivano nei delfinari di tutto il mondo...quindi anche noi occidentali contribuiamo al massacro...). La stagione di caccia ai delfini inizia ad ottobre e finisce a marzo.

La carne di delfino viene utilizzata a scopi alimentari umani, nonostante l´agenzia investigativa per l´ambiente (Enviromental Investigation Agency) e numerose ricerche scientifiche abbiano dimostrato che questa, soprattutto in Giappone, sia pericolosamente ricca di tossine quali: mercurio e altri metalli pesanti, ddt e diversi pericolosi contaminanti. Spesso viene anche venduta come carne di balena. I delfini sono predatori all´apice della piramide alimentare e tendono ad accumulare grandi quantità di inquinanti come il mercurio, mentre ciò accade in misura minore nelle balene che sono dei filtratori.


La Sea Shepherd, associazione statunitense che opera in difesa di delfini, balene e foche, da anni cerca di di convincere i pescatori che un cetaceo vivo per il whale watching sono molto più redditizi che da morti. Ma in Giappone nessun argomento riesce a fare presa né sul governo che continua a permettere questi stermini, né sui pescatori.

Tutti possono fare qualcosa aiutando le associazioni (soprattutto sea shepherd) a fermare questo massacro.
 

RIC

Well-known member
Ciao a tutti, molti di Voi come me avranno devoluto soldi in favore del Giappone per il disastro del terremoto/tsunami...Tutti gli ambientalisti/animalisti del mondo stanno però provando grande rammarico perchè il governo Giapponese ha deciso di impegnare milioni di dollari per la flotta baleniera anche quest'anno nonostante il mercato della carne di balena è in continua perdita...In parole povere è come dire che i soldi che gli abbiamo dato non servivano!!!! di seguito vi copio l'articolo apparso su Sea Shepherd:

Hoka Hey! Tutto è pronto per la campagna Operazione Divine Wind di Sea Shepherd
Gary Stokes : Questa sarà la stagione che definirà il futuro per le balene del Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud. Il sito giapponese Asahi News ha confermato che la flotta baleniera giapponese farà ritorno al Santuario quest’anno.
Tornare sulle coste dell’Antartide non ha molto senso sia dal punto di vista politico che da quello economico, ma le loro motivazioni si sono spostate sul cacciare le balene per non arrendersi a Sea Shepherd Conservation Society.
Il governo giapponese ha dichiarato che non è negli interessi nazionali del Giappone cedere alle pressioni da parte di Sea Shepherd e per questo ha stanziato 27 milioni di dollari australiani per migliorare le condizioni di sicurezza della flotta baleniera. Con già 200 milioni di dollari circa di debiti, la flotta continua ad essere un onere economico per il popolo di questo Paese.
“Questo è un insulto a tutte le nazioni contrarie alla caccia alle balene che hanno contribuito in maniera tanto generosa ad aiutare le vittime dello tsunami e del terremoto”, ha dichiarato il Capitano Paul Watson. “Hanno accettato gli aiuti esteri per aiutare le vittime di questa tragedia e ora stanno spostando i fondi per perpetuare questo massacro osceno e illegale di balene indifese all’interno del Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud. Adesso sembra che siano semplicemente ossessionati dal voler uccidere balene, non per necessità, non a scopo di lucro, ma perché credono di avere il diritto di fare ciò che vogliono e uccidere tutto ciò che vogliono in un santuario internazionale per le balene, solo per il gusto di difendere il loro “onore” fuori luogo. E’ una vergogna e uno schiaffo in faccia a tutti coloro che si sono fatti avanti per aiutarli nel momento del bisogno.”
A questo punto Sea Shepherd ritornerà in queste acque remote per la sua ottava Campagna Antartica in difesa delle balene, con una flotta contro la caccia ancora più forte, all’inizio di dicembre.
“Dovranno ucciderci per impedirci di intervenire ancora una volta,” ha dichiarato il Capitano Watson. “I giapponesi sono pronti a prendere delle vite umane per difendere questo massacro orribilmente crudele e illegale di specie protette e a rischio estinzione? Se è così, la mia risposta al governo giapponese è “hoka hey” (il modo Lakota per dire “è un buon giorno per morire”), e affronteremo qualsiasi rischio per la nostra vita che sarà necessario per fermare questa invasione di avidità arrogante in quello che è un santuario per le balene.
L’Operazione Divine Wind manderà oltre 100 volontari nel Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud a difendere questi animali.
“Se non li fermiamo noi, chi lo farà?” ha dichiarato Peter Hammarstedt dalla Svezia, primo ufficiale a bordo della Bob Barker. “Intendiamo fermarli – questa è una promessa.”
L’Operazione Divine Wind segnerà l’ottavo anno che Sea Shepherd si presenta con le proprie navi sulle coste dell’Antartica per ostacolare i profitti della flotta baleniera giapponese. Ogni anno Sea Shepherd è diventata più forte ed efficace, salvando oltre 800 balene durante l’Operazione No Compromise dello scorso anno.
 

RIC

Well-known member
Ciao a tutti, molti di Voi come me avranno devoluto soldi in favore del Giappone per il disastro del terremoto/tsunami...Tutti gli ambientalisti/animalisti del mondo stanno però provando grande rammarico perchè il governo Giapponese ha deciso di impegnare milioni di dollari per la flotta baleniera anche quest'anno nonostante il mercato della carne di balena è in continua perdita...In parole povere è come dire che i soldi che gli abbiamo dato non servivano!!!! di seguito vi copio l'articolo apparso su Sea Shepherd:

Hoka Hey! Tutto è pronto per la campagna Operazione Divine Wind di Sea Shepherd
Gary Stokes : Questa sarà la stagione che definirà il futuro per le balene del Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud. Il sito giapponese Asahi News ha confermato che la flotta baleniera giapponese farà ritorno al Santuario quest’anno.
Tornare sulle coste dell’Antartide non ha molto senso sia dal punto di vista politico che da quello economico, ma le loro motivazioni si sono spostate sul cacciare le balene per non arrendersi a Sea Shepherd Conservation Society.
Il governo giapponese ha dichiarato che non è negli interessi nazionali del Giappone cedere alle pressioni da parte di Sea Shepherd e per questo ha stanziato 27 milioni di dollari australiani per migliorare le condizioni di sicurezza della flotta baleniera. Con già 200 milioni di dollari circa di debiti, la flotta continua ad essere un onere economico per il popolo di questo Paese.
“Questo è un insulto a tutte le nazioni contrarie alla caccia alle balene che hanno contribuito in maniera tanto generosa ad aiutare le vittime dello tsunami e del terremoto”, ha dichiarato il Capitano Paul Watson. “Hanno accettato gli aiuti esteri per aiutare le vittime di questa tragedia e ora stanno spostando i fondi per perpetuare questo massacro osceno e illegale di balene indifese all’interno del Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud. Adesso sembra che siano semplicemente ossessionati dal voler uccidere balene, non per necessità, non a scopo di lucro, ma perché credono di avere il diritto di fare ciò che vogliono e uccidere tutto ciò che vogliono in un santuario internazionale per le balene, solo per il gusto di difendere il loro “onore” fuori luogo. E’ una vergogna e uno schiaffo in faccia a tutti coloro che si sono fatti avanti per aiutarli nel momento del bisogno.”
A questo punto Sea Shepherd ritornerà in queste acque remote per la sua ottava Campagna Antartica in difesa delle balene, con una flotta contro la caccia ancora più forte, all’inizio di dicembre.
“Dovranno ucciderci per impedirci di intervenire ancora una volta,” ha dichiarato il Capitano Watson. “I giapponesi sono pronti a prendere delle vite umane per difendere questo massacro orribilmente crudele e illegale di specie protette e a rischio estinzione? Se è così, la mia risposta al governo giapponese è “hoka hey” (il modo Lakota per dire “è un buon giorno per morire”), e affronteremo qualsiasi rischio per la nostra vita che sarà necessario per fermare questa invasione di avidità arrogante in quello che è un santuario per le balene.
L’Operazione Divine Wind manderà oltre 100 volontari nel Santuario delle Balene dell’Oceano del Sud a difendere questi animali.
“Se non li fermiamo noi, chi lo farà?” ha dichiarato Peter Hammarstedt dalla Svezia, primo ufficiale a bordo della Bob Barker. “Intendiamo fermarli – questa è una promessa.”
L’Operazione Divine Wind segnerà l’ottavo anno che Sea Shepherd si presenta con le proprie navi sulle coste dell’Antartica per ostacolare i profitti della flotta baleniera giapponese. Ogni anno Sea Shepherd è diventata più forte ed efficace, salvando oltre 800 balene durante l’Operazione No Compromise dello scorso anno.
 

ladylyndon

Member
Speriamo che non ci sia bisogno di arrivare a tanto., purtroppo è una cosa ignobile e riguarda non solo le balene in Oriente; comunque, anche in Norvegia si danno da fare.............
 

RIC

Well-known member
ciao a tutti, per chi non lo sapesse siamo nella "settimana europea dello squalo...", non voglio dilungarmi ma per chi non lo sapesse questo autentico gioiello della natura è sulla strada dell'estinzione causa l'uomo...maggiori info. per chi fosse interessato agli eventi organizzati da Shark Alliance: www.settimanaeuropeadellosqualo.it...
 

RIC

Well-known member
news in difesa dei nostri mari: per chi fosse interessato le associazioni (prima fra tutte Greenpeace) stanno portando avanti una grossa opera di sensibilizzazione contro le multinazionali del tonno che utilizzano metodi di pesca assai discutibili che ogni anno oltre ad uccidere una quantità di tonno superiore "al tempo di rigenerazione", uccidono migliaia di altre specie in pericolo come squali-delfini-tartarughe...Sul sito www.tonnointrappola.it potete trovare un report + una petizione.
 
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