Re: Carena fuor d'acqua...
Tutte le navi, sia che trasportino merci o persone, hanno dei limiti massimi di carico. Infatti, la nave, anche nelle peggiori condizioni deve avere una sufficiente riserva di spinta che ne assicuri la sua galleggiabilità, a secondo del noto principio di Archimede.
E' chiaro che per il proprietario della nave, aumentare il carico equivale ad un aumento dei guadagni. E poichè in passato non si contavano le navi perse per carico eccessivo, un parlamentare inglese, Samuel Plimsoll, a metà del 1800 ottenne dal Governo di Sua Maestà, l'autorizzazione a contrassegnare con un simbolo, entrambe le fiancate della nave, per valutare all'istante l'immersione di carena e l'eventuale sovraccarico. Il simbolo venne appunto chiamato "Occhio di Plimsoll", ora comunemente conosciuto come "Marca di bordo libero"; il parlamentare fu in sostanza un precursore di quella organizzazione, nata un secolo più tardi, che avrebbe regolamentato l'andar per mare delle navi, e che avrebbe assunto il nome di IMO.
Il contrassegno non è altro che un anello del diametro di 30 cm, attraversato in linea orizzontale per il suo centro, da una linea di 45 cm, dipinto in un punto ben preciso su entrambi i fianchi, con colori contrastanti rispetto al colore di fondo, su entrambe le fiancate della nave. Alle due estremità di detta linea compaiono le sigle o le iniziali (massimo 4 lettere) dell'istituto certificatore. Per il Rina R I che sta per Registro Italiano, per il Lloyd Register L R, per l'American Bureau A B, ecc. A fianco di questo anello, rivolto verso prora, viene disegnato in verticale, una sorta di "pettine", con i "denti" asimmetrici che recano alle loro estremità altre lettere o gruppi di lettere. Questi "denti" stanno ad indicare i limiti massimi di immersione della carena in particolari condizioni. A parità di massa, cioè di dislocamento, la nave, a seconda che navighi in acque dolci o salate, calde o fredde, atlantiche o tropicali riceve una spinta, sempre per il solito principio, differente a seconda delle condizioni appena accennate.
E così avremo le sigle (in italiano): E che sta per estate, I per inverno, AD per acque dolci, ADT per acque dolci tropicali, T per tropicali e INA inverno nord atlantico (perchè in questo periodo l'Atlantico è considerato particolarmente pericoloso e quindi alla nave viene elevata la riserva di spinta). E queste linee devono essere, in ogni caso, i limiti massimi di immersione dello scafo, a seconda dei luoghi e dei tempi, in cui opera.
Queste linee appena menzionate, possono essere, in deroga dell'Istituto Certificatore, ridotte a seconda dell'utilizzo della nave.
Con un disegno sarebbe stato tutto più chiaro.