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Cosa si faceva in crociera negli anni '60 e '70?

T

tano

Guest
Se vi era un avvenimento molto clamoroso, si poteva sempre telefonare da Bordo a Genova alla Costa per piu' notizie via radio, od a a casa.
La domanda di mal di mare mi ha fatto ricordare un particolare molto interessante che mi dicevano i vecchi naviganti, dagli ufficiali ai marinai, quello che si chiamava IL MAL DEL FERRO.
Chi navigava da anni, anche se aveva una famiglia alla fine sentiva oiu' casa sua la nave della propria casa a terra. Questo accadeva perché la vita della famiglia a casa era impostata sulla sua assenza. Orari, tempi ed abitudini era consoildate e, quando lui sbarcava, rompeva abitudini e consuetudini. Il posto piu' comodo per vedere la televisione , per esempio, o a tavola, gli veniva ceduto...di diritto, ma lui capiva che modificava una abitudine, capiva che la casa e la famiglia viveva un ritmo a cui lui doveva conformarsi. Sentiva ( queste cose dette da molti) che, se pur con affetto e felicta', era un po' l'estraneo di famiglia. Si parlava di cose avvenute e di cui lui non sapeva niente. Vedeva modifiche nella casa di cui lui non era stato partecipe, e tutto questo faceva si che , il navigante, alla fine quasi desiderasse
ritornare a bordo, dove la sua vita aveva un senso. Ed anche chi non aveva famiglia, si sentiva perso a terra, passato alcuni giorni di visita a parenti ed amici, loro riprendevano la loro vita, mentre lui si sentiva solo, e quindi risognava di partire, perché sulla nave aveva vita... li a casa, a terra , solo sopravvivenza.
E questo particolare senso di solitudine colpiva molto i marittimi pensionati e senza famiglia. Ne ricordo uno in particolare, un capo commissario, che veniva sempre a bordo quando eravamo a Genova, e sta va con noi ( a volte anche ..rompendo...) e scendva alla partenza con il viso triste di nostalgia. E fu proprio lui un giorno a spiegarmi come fosse difficile per un marittimo vivere a terra dopo anni di navigazione E fu per queste considerazioni, che, conseguita la laurea, decisi ( anche se a malincuore) di lasciare le navi.

Mamma mia quest che racconti é terribile Nostromo.
É brutto sentirsi un estraneo una volta che si torna a casa.
Mi da anche la sensazione che sia qualcosa anche di molto attuale.

Un saluto.
 

nostromo

New member
Visto l'interesse rinvio le buste formato anans. e parlo ancora dell'argomento mal del ferro. Il capo Comm di cui parlo era una persona molto in gamba, un triestino vecchio stampo, severo ma molto bravo a guidare le persone. Ho imparato molto da lui. Una volta, in un porto, ero seduto su di un divano con il Direttore di crociera, la nave era quasi vuota, tutti a terra i passeggeri. Ad un certo punto un cameriere di salone, viene a chiaccherare con noi e si siede sulla poltroncina vicino aa noi. Passa il capo, mi guarda, non dice nulla ma intuisco che la cosa non gli va. Infatti dopo un po' mi chiama nel suo ufficio. Mi dice che non va bene che un cameriere si sieda in sala. Rispondo che non mi era sembrato il caso di farlo alzare. sia perché non vi era nessuno, sia perché era un buon elemento. sia perché era anche un uomo maturo. E lui mi dice che avevp ragione, che non avevo ancora un grado con tale autorita', ma che avrei dovuto alzarmi io ed andarmene. Lezione di vita per un ragazzo come me. Beh, fu questo capo, andato poco dopo in pensione, che un giorno, sulla passeggiata del Franca, a Genova. Mi disse quanto fosse solo, non aveva una sua famiglia, viveva da solo, si sentiva perso, a volta rizzava le cose in casa perché se nella notte fosse venuto il mare.... Che andav sempre al porto e , se vi era una nave nostra saliva a bordo, e vi restava fino alla partenza, e che sperava sempre, come un sogno, di essre richiamato almeno per un viagggio, Sapeva dell'assurdita' della cosa ma una cosa e' il cervello ed una cosa e' il cuore. Gli chiesi consiglio e lui mi disse che, avendone l'opportunita', di tenermi il tesoro dei tre anni passati in mare, ma di valutare che la vita in mare prende tutto e che, passati gli entusiasmi giovanili, diventa sempre piu' pesante ed esclusiva, cioe' ci esclude da una famiglia, dai figli, em si diventa parte della nave, cioe' " il mal del ferro". Allora era cosi', oggi non lo so, forse gli imbarchi sono piu' brevi, vi eì piu' comunicazione. Sarebbe interessante sentire il parere di qualche navigante d'oggi.
 

mal di mare

New member
ciao...grazie di farci partecipi di una parte della Tua vita..............
quello che hai scritto mi ha molto colpito e fatto riflettere...........
che come dici "una cosa è il cervello,ed una è il cuore".....e nei Tuoi racconti si percepisce tanto cuore..........

ps.piacerebbe anche a me sapere se anche oggi i naviganti vivono simili problemi,
ma ,forse,con la tecnologia si saranno attenuati e forse è cambiato anche il concetto di famiglia...........
 

La76

New member
Mi disse quanto fosse solo, non aveva una sua famiglia, viveva da solo, si sentiva perso, a volta rizzava le cose in casa perché se nella notte fosse venuto il mare.... Che andav sempre al porto e , se vi era una nave nostra saliva a bordo, e vi restava fino alla partenza, e che sperava sempre, come un sogno, di essre richiamato almeno per un viaggio...

Frasi da brividi...come il discorso che hai fatto nel post precedente del sentirsi "estraneo" in casa propria...però sono anche frasi che rendono l'idea di quanta passione ci sia dietro a questo genere di lavoro, impossibile farlo senza quest'ultima.
Bellissimo finchè sei in attività ma una volta che si è definitivamente a terra deve essere davvero difficile...

Grazie di questi racconti, non finirò mai di dirlo...:)
 

Arwen

Member
Grazie Nostromo per i tuoi racconti affascinanti e pieni di umanità. Le testimonianze che citi sembrano uscite dalla pagine di Conrad.
Complimenti a Rudder. Davvero il mare nel cuore. Nuovo Avatar incredibile!
Saluti a tutti
 

nostromo

New member
Bene, abbiamo la sciato Recife, e finalmente riprendiamo i ritmi normali.Rotta verso Las Palmas, dove faremo bunker. Ora dobbiamo sistemare gli ananas. li abbiamo comperati tutti con il loro ciuffo di foglie, cerchiamo una cabina vuota, apriamo al massimo l'aria condizionata, e li appendiamo uno a uno,legandoli alle maglie del fondo delle cuccette superiori. Ogni giorno vedremo quelli che prendono la colorazione giallastra e li mangeremo. Magari...conditi.... con un po' di Fundandor. Sone vitamine fresche, perché allora era obbligo dare all'equipaggio, tre limoni al giorno, durante la navigazione in area tropicale. Memori dello scorbuto. Quando ero bei Caraibi, la prima volta,non diedi peso a quella norma, ma quando mi trovai con le gengive sanguinanti, presi l'abitudine di bere una spremuta di limone ogni sera, ( e tale abitudine mi e' rimasta ancora oggi). Bene , stiamo andando a Las Palmas, porto franco allora, dove i negozi degli indiani aprivano a qualsiasi ora arrivasse la nave. Li si comperavano radio, macchine fotografiche profumi ed altro a prezzi molto convenienti, Io presi una volta un rasoio elettrico, salii a bordo e inserii la spina nella presa, dimenticando che avevamo solo corrente continua nelle prese. Cosi' lo bruciai subito..... e ci rimasi cosi male che il mio animo genovese da allora mi ha impedito di comperarne un altro.....Infatti non ne ho ami piu' voluto uno. Da las Palmas a Napoli e poi Genova. Salvo che nello stretto di Gibilterra si rompesse una pala dell'elica. Forse avevamo colpito un tronco sommerso, non lo so, ma improvvisamente sembro' che la nave fosse sulle scale, una terribili vibrazione e sussulti comtinui, cosi' vidi per la prima volta i due palloni neri a riva di nave....non posso manovrare... nel centro dello stretto. Poi a velocita' molto ridotta si prese la rotta direttamente per Genova. niente Napoli. I passeggeri diretti a Napoli vennero nel mio ufficio e mi chiesero se la nave intendesse pagare il costo del loro telegramma ai parenti per avvertirli del mancato scalo a Napoli. A me sembrava corretto e dissi di si. Apriti cielo, La costa non ne aveva nesuna intenzione. ed il Capo mi disse che avevo sbagliato nel non chiedere e che me li avrebbe fatti pagare a me........ Errori di gioventu'....., pero' risolsi il problema facendomi dare i telegrammi in ufficio.
.....e non passandoli alla stazione radio. Oramai siamo quasi a Genova e dobbiamo preparare le buste formato Ananas...
 
T

tano

Guest
Lo spirito Genovese giá si vedeva in quelli anni nella famiglia Costa, oggi giorno si vivono queste scene su ció che é corretto e no, dando molte volte rabbia.
Un modo di perdere i clienti.

Un saluto.
 

nostromo

New member
Siamo a Genova, sostiamo 4 giorni, e bisogna portare a casa gli Ananas rimasti. Certo non si puo' scendere dalla nave con gli ananas in braccio, ne metterli nella valigia. Ma in ufficio vi sono delle belle bustone. lunghe 80 cm e larghe 60. Vi si mettono i libri della contabilita' bottiglieria e bar. liste equipaggio eccetera. MA CI STANNO COMODAMENTE ANCHE 4/5 ANANS. Si chiudono in alto lasciando sporgere le foglie del ciuffo, e legandole con un poco di spago si crea una maniglia che poi si lega al manico ella valigia. Da ponte dei Mille a Principe si va a piedi e poi sul treno non vi e' problema. L'idea venne adottata da tutti quelli che vivendo vicino a Genova potevano prendere un treno alla sera per andare a casa. Solo che occorevano molte buste ...formato ananas. e era mio compito ordinarle all'ufficio economato della Costa. Il sig GONELLA, che ci contava anche le biro ( infatti quelle dell'ufficio erano legate con lo spago perché non ci venissero portate via)
dopo un paio di richieste ..corpose,,,ì parti' con la lancia in resta: Sciu', mi disse, come mai cosi' tante buste grandi. Ed io gli spiegai che , nei vari porti avevo preso l'abitudine di consegnare liste passeggeri e documenti in busta all'autorita'. E che loro apprezzavano molti questo comodo sistema. Funziono'. ed al primo incrocio con l 'Anna c
 

nostromo

New member
ne parlai con il mio collega a bordo ed anche loro applicarono il mio sistema. Ma con il Federico c no, loro erano troppo ..superiori,,, ci snobbavano un po'.
Infatti e Genova , anche in sosta loro restavano ai Mille, noi invece venivamo trasferiti al molo Eritrea o similare, e ci riportavano in ..centro solo il giorno della partenza-Dopo quasi un anno sull' Andrea, ad un arrivo a Genova, il capitano d'armamento mi cerco' e mi disse di presentarmi al Ventesimo piano, dal Sig Giovanni Costa l'indomani mattina. Rimasi un poì preoccupato, perché mi domandavo. Per i telegrammi non inviati, forse per le buste ananas. forse per qualche mancanza di cui non mi ero reso conto.....
ALLE 9 del giorno dopo ero in piazza Dante. al grattacielo, presi l'ascensore ed uscii al mitico 20 piano. Chiesi del Sig Giovanni. Arrivo', mi chiese... ma leo lo parla l'inglese ? Beh, risposi l'ho studiato al liceo per 5 anni, un po,' lo parlo, se vuole le cito alcuni brani di Shakespeare , o poesie di Shelly o Byron, .Bene bene, la trasbordiamo sul Franca per le crociere nei Caraibi........ Belin..... era il massimo delle aspirazioni, entravo nell'elite.... basta emigranti, basta liste di imbarco e sbarco.
diventavo un vero Commisssario di Bordo, dentro di me speravo anche in una promozione di grado, ma di quella non se ne parlo'. Ok concluse, sbarchi dll' Andrea e tra 10 giorni partira' con il Franca. E fu tutto.
E la prssima volta torneremo tutti sulla ...regina del mare...
 

Raffa28

New member
Cosa si faceva in crociera negli anni '60 e '70?

Continuo a seguirti, anche se non intervengo spesso, i tuoi racconti mi affascinano, grazie!
 

nostromo

New member
Siamo tornati sulla nostra Franca C , che sta scorrazzando ( a 13 nodi perché la carena e' oramai piena di alghe, denti di cane ecc perché il bacino si fa solo a Genova, e nelle calde acque dei Caraibi , la vegetazione cresce velocemente). Dopo mesi e mesi ci siamo ambientati, habbiamo i porti graditi e quelli meno, la vita a bordo e' tranquilla. I passggeri non ci danno quasi mai problemi ( a parte qualche decesso) diamogli qualche bingo in piu', da mangiare e bere bene. e problemi non se ne ha. Siamo lontani da Genova.e quindi, purche' la nave abbia un buon numero medio di passeggeri la sede non ci ...rompe...:Si sta veramente bene. Avevamo i nostri porti di riferimento. Curacao per gli acquistii di vestiario che di generi d'uso quotidiano. Essendo olandese trovavamo molte europee. Nassau, dove scalavamo quasi sempre. con La Paradise Beach, meravigliosa per fare i bagni in mare. Martinique e/0 Guadalupe per mangiare a terra. Port Everglades per trascorrer una serata con le...ragazze americane....- Quello che non ho mai capito era fare scalo quasi sempre ad Haiti, non c'era nulla, eccetto i pescatori locali ch venivano sotto bordo a venderci aragoste per tre pacchetti di Malboro !!! Qualcuno comperava anche le sculture in legno ( mahogany). Cuba purtroppo era stata eliminata come porto. ed i vecchi a bordo dicevano che era il porto piu' divertente e pieno di vita dei Caraibi. Ma non ci si poteva piu' andare, c'era gia' Fidel. Ma oramai la stagione sta finendo e' Maggio e ci si prepara per il ritorno a casa. Anche il viaggio di ritorno e' una crociera. un 200 passeggeri che verranno in Europo imbarcano. Si scalera' Portorico poi Funchal,Tenerife. Lisbona, Barcellona Cannes e poi GENOVA. Unico problema e' la traversata da Portorico a Funchal. Non abbiamo depuratore d'acqua salata a bordo. Dobbiamo usare l'acqua potabile che imbarchiamo a Portorico. Unico sistema e ridurre i consumi, cosi' l'ottonaio !!!! ( conoscete tale termine ??? c'e' anche lo stipettaio a bordo). riduce i getti delle docce. Se un passeggero si lamenta l'ottonaio interviene, lo regola bene, e poi, appena il passeggero lascia la cabina, ritorna a limitarlo. Piccole furbizie. Ed ora partiamo per casa.
 

nostromo

New member
ciao....sempre interessante........e lo stipettaio che lavoro eseguiva?

L'ottonaio era l'equivalente dell'idraulico a terra- Come falegnami vi erano il Carpentiere che lavorava solo per la coperta, e lo stipettaio che lavorava solo per la camera, cioe' cabine corridoi ecc. Cioe' l'interno della nave. Per curiosita' le casse da morto erano compito del carpentiere. A bordo tutto era perfettamente regolato, al punto che ,se un passeggero stava male per il mare, e vomitava su una porta che dava su di una passeggiata, all'esterno puliva la sua " quot<" un marinaio, all'interno toccava al cameriere:
 
T

tano

Guest
Troppo belli questi particolari. L´acqua potabile....che problema in quelle meravigliose navi !!!!!
Ed oggi ? Non so con tutte quelle cabine e persona si possa navigare piú di tanto.

Un saluto.
 

nostromo

New member
sOttonaio, stipettaio, mi hanno ricordato il ruolo equipaggio e penso di fare una disgressione dal tema per dirvi come erano allora le categorie del personale.

Coperta : mozzo Giovanotto di Seconda Giovanotto di 1 Marinaio ( i marinai potevano essere timonieri pennesi o comuni) poi vi erano i Sottufficili Carpentiere Nostromo Capitan d'armi.
Camera : Piccolo di Camera Garzone di 2, Garzone di 1, Cameriere. Sottuff. !^ cameriere Maitre d Hotel Capalloggi.

Cucina Garzone , 3 cuoco ,2 cuoco 1 Cuoco Chef.
Cambusa Garzone Bottigliere 1 Cambusiere Maestro di Casa,
Macchina era la piu' complessa ed aveva piu' Sottuff, ingrassatore fuochista, operaio e poi Elettricista frigorista, a parte i primi tre gli altri erano tutti Sottuff.

Altrefunzioni come deck steward, barista rientravano nelle categorie della camera. Per es un addetto al bar poteva essere garzone o cameriere.

Molte promozioni avvenivano in base agli imbarchi, per es dopo due imbarchi il Piccolo di Camera passava garzone di 2, mozzo a Giovanotto ecc.
Eravamo tutti italiani e con libretto di navigazione, non era ammesso imbarco di stranieri o di italiani con solo passaporto.

Chissa come saranno oggi le qualifiche. Pero' mi spiacerebbe se si fosse persa la parola ..mozzo..
 
T

tano

Guest
Si sono persi......
Con grande dispiacere, si sono persi.
Mi vien da ridere solo quando in piscina....cerco lo steward, che poi era una persona importante nei deck, ed era sempre disponibile.
Mozzo ? Garzone ? sembra essere passaro un´eternitá o.....quanto vecchio sono diventato.
Sommelier ....é sparito dentro una bottiglia de vin.
E non manca molto che sparisca il Maitre !!!!!!!!!! Ogni volta sono meno in sala e con troppo lavoro.

Un saluto.
 
Ultima modifica:

mal di mare

New member
ciao...direi che i nomi si sono proprio persi........"maestro di casa""giovanotto di seconda" ...fanno quasi tenerezza..................
ma il "Capitan d'armi" chi era?
 

Rodolfo

Super Moderatore
Un sottuficiale che dipende direttamente dal Comandante in seconda, o dal 1° Ufficiale, ove il K2 sia mancante, responsabile in generale della disciplina di bordo. Ma è un appellativo scomparso, che io sappia.
 
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