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L'assassinio del mare

RIC

Well-known member
Due notizie dal nostro adorato mare:

"I rumori dell’uomo che uccidono i cetacei"
Poniamo che Italia e Francia, nel corso di un’esercitazione militare congiunta sulle Alpi, abbiano provocato una serie di esplosioni nella zona del Gran Paradiso; e che molti stambecchi in preda al panico si siano gettati giù dai dirupi sfracellandosi. Ne sarebbe venuto fuori un casino con probabili dimissioni dei Capi di Stato maggiore dei rispettivi paesi. Non si capisce perché quando cose simili avvengono sott’acqua nessuno dice niente. Forse perché lontano dagli occhi – in questo caso dalle orecchie – lontano dal cuore? Giuseppe Notarbartolo di Sciara firma un pezzo interessantissimo sulle devastanti conseguenze di alcuni comportamenti umani in mare (09/12/11). Purtroppo “cose simili” avvengono quotidianamente, nella totale impunità di coloro che perpetrano azioni che di fatto si possono ascrivere alla strage, illegale e deliberata, di specie protette dalla legge. Alcuni giorni fa, tra il 30 novembre e il 1 dicembre, cinque zifi – rari e timidi cetacei presenti anche nel Mediterraneo – sono finiti morenti sulle coste ioniche, sia in Grecia che in Calabria; in quest’ultimo caso erano una femmina con il suo piccolo. Si tratta qui soltanto dell’ultimo episodio di una serie, che ci fa temere che questa specie, una sorta di delfinone lungo oltre 5 m, finirà per scomparire dal Mediterraneo. Gli “zifi” hanno una grande sfortuna: sono i più sensibili tra i cetacei al rumore, e ci sono suoni, come quelli prodotti dalle navi militari con i moderni sonar a media frequenza, che li mandano nel panico facendoli emergere forse troppo velocemente dalle grandi profondità dove si spingono in cerca di calamari. Questa condizione può provocare negli animali gravi patologie da decompressione, ed ecco perché poi ce li troviamo agonizzanti sulle spiagge.
Oltre al disturbo causato dalle marine militari, si aggiunge oggi in maniera massiccia quello delle navi che effettuano prospezioni geosismiche per la ricerca di petrolio nel fondo marino, e i suoni fortissimi trasmessi nel mare da queste operazioni sono in grado di sloggiare i cetacei dal loro habitat in ampie porzioni di mare. Nella fattispecie, lo Ionio nei giorni scorsi era affollato sia da navi militari impegnate in esercitazioni, sia da navi specializzate nella ricerca di petrolio, per cui non fa meraviglia lo spiaggiamento degli zifi, anche se risulta difficile, forse impossibile, capire in quale direzione puntare il dito. Il “mondo del silenzio” di Cousteauiana memoria non esiste più da un pezzo. In un mondo popolato da un’umanità sempre più famelica di petrolio, il mare è attanagliato da una morsa di rumore assordante che si aggiunge a quello delle esercitazioni militari e al sottofondo delle eliche di centinaia di migliaia di natanti di ogni dimensione. L’industria del petrolio si ammanta dietro valutazioni d’impatto ambientale addomesticate, i militari dietro la segretezza. La cosa non è priva di conseguenze, ma la gente non lo sa, e se lo sa, fa spallucce.
Eppure non è il fatto intrinseco dell’esistenza dell’industria e dei militari a creare il problema. Molto si potrebbe fare per ottenere che queste attività siano rese compatibili con la tutela dell’ambiente, imposta da una legge che non potrebbe essere meno trascurata. Gli animali non sono sempre dappertutto; la scienza è oggi in grado di indicare stagioni e località più delicate. Il problema è essenzialmente causato dall’arroganza di chi vuole operare in mare senza il fastidio di alcun tipo di vincolo, e dalla condiscendenza delle istituzioni la cui raison d’être è la tutela dell’ambiente.

Altra info: in questi giorni è partita la flotta baleniera giapponese verso il santuario Antartico dei cetacei...Il Giappone ha confermato l'utilizzo dei fondi per lo tsunami dando due scuse al mondo: la prima è la solita degli studi scientifici, la seconda è che la caccia alle balene è l'unico lavoro di quei villaggi, non potevano non aiutarli. La domanda di tutti è perchè non aiutino quei villaggi ad inventare nuovi lavori, agricoli ecc...con quei fondi si potrebbero incentivare quelle persone a fare altri lavori invece la follia umana imperterrita va avanti ad uccidere balene quando il consumo della loro carne è ormai ridotto a zero.
 
T

tano

Guest
Grazie per questo tuo contributo al forum che lo metterei in prima pagina perche tutti sappiamo ma doviamo creare una coscienza ed una riflessione, per capire quando abbiamo un piatto di pesce davanti a noi che dobbiamo alimentarci ma non esagerare.
Sono d´accordo con te credo che tutti dobbiamo fare qualcosa di piú perche stiamo rovinando tutto, ma ancora noi siamo fortunati, ma nostri figli e le nostre prossime generazioni no.
Si dovrebbe appoggiare di piú queste organizzazioni che cercano di fare qualcosa perche il mondo non continui ad essere distrutti, ed anche se oggi con tutti i problemi che hanno i governi, cercare di sensibilizzarsi di piú.
Peró bisogna fare, non parole al vento come sempre, e da una parte é giusto che il progresso vada avanti, dall´altra piú rispetto per la natura.
Voglio ancora godermi il mare blu pieno di vita da una nave da crociera, sapere che laggiú qualcosa si muove.

Un saluto.
 
F

Felix73

Guest
Ric, assolutamente tutte molto belle le cose che scrivi.
Ma, al di là della questione delle navi militari, parli di un'umanità sempre più famelica di petrolio e di centinaia di migliaia di natanti di ogni dimensione...tutte cose vere.
Però, solo per capire, in merito a questo, tu cosa proponi?
Per spiegarmi meglio: come facciamo a calare nella realtà "vera" i concetti (giusti) che esprimi?
Se anche tu utilizzi l'auto per muoverti o vai in crociera su una nave, sei anche tu parte "di un'umanità sempre più famelica di petrolio" e concorri alla navigazione di "centinaia di migliaia di natanti di ogni dimensione". No?
Quindi...nella pratica, che si fa? Da domani aboliamo per legge il petrolio e le navi da crociera? Se no, le cose che scrivi (mi ripeto, tutte giuste e belle, come trovo corretto il lavoro di sensibilizzazione che fai) sono solo degli slogan..

Un saluto
 
Ultima modifica:

Rodolfo

Super Moderatore
Già: E' un po' come una conduttrice di una nota trasmissione televisiva, paladina della natura e contro l'inquinamento del nostro pianeta. Salvo poi viaggiare in aereo, e non solo, per il mondo in lungo e largo contribuendo per sua quota, all'effetto serra.
 

RIC

Well-known member
ciao Felix, ti rispondo perchè è vero che anche io contribuisco ad inquinare prendendo le navi da crociera ma c'è una notevole differenza fra il nostro mondo (quello delle crociere) e quello delle navi militari e dell'industria peschiera...qual'è? bè le nostre compagnie stanno lavorando per essere sempre più verdi, per inquinare sempre meno...e la buona volontà va premiata...Dagli altri due versanti c'è silenzio, non c'è volontà (a parte rari casi di pescatori che capiscono l'importanza di preservare il mare), nascondono terribili cose (vai a vederti il filmato di greenpeace sulle tonnare dove le grandi multinazionali uccidono delfini-razze-squali-tartarughe ecc...). Tutti noi cosa possiamo fare? semplicemente diffondere le notizie come faccio io, fare pressione sulla politica affinchè migliori le cose...diminuire il nostro danno alla società...Purtroppo la maggior parte delle persone non sanno di certi drammi...Ti faccio il mio esempio personale (che però non pretendo facciano tutti), io ho appena avuto una bambina e mia moglie lavora e quindi puoi immaginare l'impegno...eppure ho trovato il tempo per fare volontariato nella mia zona con il wwf, perchè dentro di me sento il desiderio di rendermi utile a qualcosa...Ti ricordi, qualcuno ha detto che un piccolo gesto sommato a tanti può far molto....! Io e ormai tante persone nel mondo ho capito che il futuro dipende dalla salvaguardia della natura, punto e basta. Un saluto Ric.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Cercano di fare Ric, ma lo fanno (del tutto)? Se volessero potrebbero usare sempre combustibile a bassissimo tenore di zolfo o MDO, ma invece non lo fanno, continuando ad usare il solito IFO, che per usare una espressione in uso anche in TV è proprio una "fetecchia", con tutte le conseguenze che il suo uso comporta.
 
Ultima modifica:

RIC

Well-known member
capisco Rodolfo ma cadiamo sempre nel solito discorso...da qualcosa bisognerà pur partire, è logico che tutti facciamo qualcosa che non va ma non per questo si deve rinunciare a far volontariato e proposte nuove in difesa della natura e degli animali...
 
F

Felix73

Guest
Ric, il tuo discorso è giustissimo. Bisogna fare qualcosa, questo è pacifico (energia pulita, rinnovabile, raccolta differenziata etc). Non mi sogno nemmeno di criticare una persona come te che, nonostante gli impegni quotidiani, lavoro e famiglia, trova il tempo di dare il proprio contributo per una giusta causa.
Il mio post sottolineava un aspetto che non mette in discussione i principi che hai espresso, ma poneva un quesito, più pragmatico, sul come questi concetti possano trovare reale applicabilità nella nostra realtà attuale. E questo è il primo aspetto.
Per proseguire, faccio un discorso più generale ( e che quindi non tocca te in particolare).
Ad oggi, ci sono alcuni movimenti ambientalisti (e quindi, in linea di principio, meritevoli di considerazione) che hanno però una forte componente radicale (spesso sostenuta e spinta verso posizioni estreme, anche violente, da intenti, diciamolo pure, anche politici). L'estremismo, che non è mai una cosa buona, depotenzia totalmente la bontà dei loro principi. Ed anche il voler imporre determinate decisioni in maniera forte, e soprattutto, fregandose dell'opinione o della soggettività altrui, e spesso andando contro i "veri" interessi della collettività, non fa che rendere alcune posizioni non solo inutili, ma nocive.
C'è poi un aspetto di coerenza.
E' vero, se prendiamo ad esempio le navi da crociera, c'è l'intenzione di renderle sempre più "verdi". Ma anche se sono più verdi, inquinano meno, ma inquinano! Sono ambientalista e sposo fino in fondo questa causa? Allora non ci vado. Se penso che il petrolio danneggi il mondo e dichiaro che l'umanità ne è sempre più famelica, bè, lo boicotto. Faccio a meno dell'auto.
In definitiva, se estremizzi una posizione ed i principi che la rappresentano, a maggior ragione se vuoi imporre o convincere altri che non sono così estremi, poi devi essere il primo ad adeguarti. Se no rimangono slogan.
E' un pò come se mi facessi prete (perdonatemi il paragone..un pò "blasfemo") però poi corressi dietro a tutte le donzelle. E mi giustifico dicendo: "si, ma la carne è carne"!!
Predicare bene è facile...il difficile è non razzolare male...
Tutto questo, ripeto, non mette in discussione la bontà delle tue affermazioni e soprattutto non mette in discussione il tuo importante, importante per tutti, contributo sociale.

Un saluto
 
Ultima modifica:

RIC

Well-known member
Ciao a tutti, vorrei riaprire questo post perchè è arrivata una bella notizia che tanti amanti del mare aspettavano da tempo:

Il Giappone dovrà dire addio alla caccia alle balene. L'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia si è espressa oggi, stabilendo che il paese non potrà più portare avanti questa selvaggia pratica. Fini scientifici, aveva replicato il Giappone, ma la Corte non ha abboccato respingendo la tesi avanzata dal paese per giustificare il proprio operato a danno di questi maestosi giganti del mare.

“Il Giappone deve revocare tutte le autorizzazioni esistenti, permessi o licenze concessi in relazione al JARPA II, e deve astenersi dal concedere ulteriori autorizzazioni rilasciate a norma di tale programma” di ricerca, ha detto il giudice della Corte Internazionale di Giustizia, il principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite.

La flotta del Giappone svolge un'annuale caccia alle balene nonostante le proteste che ormai da anni si levano contro tale violenta pratica e nonostante una moratoria mondiale. Finora il paese si è appellato ad una scappatoia nella legge che consente l'uccisione dei mammiferi per la ricerca scientifica. Senza contare che la carne di balena è comunemente disponibile per il consumo alimentare in Giappone.

Ogni anno, gruppi ambientalisti come quelli di Sea Shepherd cercando di mettere i bastoni tra le ruote ai cacciatori giapponesi con esiti tutt'altro che pacifici. Vere e proprie battaglie navali, come quella che ha avuto luogo circa due mesi fa e che ha visto protagoniste in acque australiane la Bob Barker con a bordo gli attivisti di Sea Shepherd, speronata da una nave arpionatrice della flotta baleniera giapponese, la Yushin Maru N.2.

Ed è stata proprio l'Australia ad aver avviato la battaglia in tribunale contro il Giappone. Il governo australiano, nel 2010, ha presentato alla Corte di Giustizia dell'Aja la sua memoria d'accusa contro il Giappone per la violazione delle norme internazionali che regolano la caccia alle balene nell'Oceano Antartico, sostenendo che si tratta di una caccia a scopo commerciale che usa la ricerca come pretesto.

La caccia alle balene in Antartide dunque è vietata al Giappone. Una decisione senza appello e vincolante per le parti, precisa la Corte, che ha accolto all'unanimità il ricorso presentato dall'Australia.

Ma non è solo il Giappone a praticare la caccia alle balene. Senza andare troppo lontano, anche nella parte settentrionale dell'Europa, al largo delle isole Faroe, per nulla frenate dai tribunali internazionali, la Norvegia, l'Islanda e la Groenlandia portano avanti le loro torture, si legge sul Guardian. Qui, migliaia di balene pilota muoiono ogni anno.

"Siamo soddisfatti di questo pronunciamento che ci dà ragione. Sosteniamo da sempre che la caccia alle balene nell’Oceano Antartico non è necessaria per la scienza e deve essere abbandonata. Chiediamo al Giappone di rispettare la sentenza e mandare in pensione la baleniera Nisshin Maru" ha detto Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. "Invece di cercare di proseguire la caccia modificando l’attuale 'ricerca' il Giappone deve unirsi ai programmi di ricerca scientifica internazionali in Antartide per studiare le balene e l’ambiente e sostenere la creazione di una rete di aree protette nell’Oceano Antartico per proteggere l’intero ecosistema”.

Mio commento finale: questa è solo una piccola vittoria, c'è ancora molto da fare, il mio pensiero va ai milioni di squali uccisi ogni anno, ai leoni marini uccisi in Namibia, alle foche trucidate in Alaska e Canada, a tutti gli animali richiusi negli acquari/delfinari contro la loro volontà, a tutti quelli che non ho menzionato. Qualcuno diceva che solo quando gli animali saranno rispettati l'uomo potrà passare ad un'evoluzione culturale e sociale migliore, senza guerre, odio ecc...ci vorrà ancora molto tempo ma piccole vittorie come queste danno la forza di andare avanti a tutti quelli che si battono per l'ambiente e gli animali.
 

RIC

Well-known member
Ciao a tutti, vorrei riaprire questo post perchè è arrivata una bella notizia che tanti amanti del mare aspettavano da tempo:

Il Giappone dovrà dire addio alla caccia alle balene. L'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia si è espressa oggi, stabilendo che il paese non potrà più portare avanti questa selvaggia pratica. Fini scientifici, aveva replicato il Giappone, ma la Corte non ha abboccato respingendo la tesi avanzata dal paese per giustificare il proprio operato a danno di questi maestosi giganti del mare.

“Il Giappone deve revocare tutte le autorizzazioni esistenti, permessi o licenze concessi in relazione al JARPA II, e deve astenersi dal concedere ulteriori autorizzazioni rilasciate a norma di tale programma” di ricerca, ha detto il giudice della Corte Internazionale di Giustizia, il principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite.

La flotta del Giappone svolge un'annuale caccia alle balene nonostante le proteste che ormai da anni si levano contro tale violenta pratica e nonostante una moratoria mondiale. Finora il paese si è appellato ad una scappatoia nella legge che consente l'uccisione dei mammiferi per la ricerca scientifica. Senza contare che la carne di balena è comunemente disponibile per il consumo alimentare in Giappone.

Ogni anno, gruppi ambientalisti come quelli di Sea Shepherd cercando di mettere i bastoni tra le ruote ai cacciatori giapponesi con esiti tutt'altro che pacifici. Vere e proprie battaglie navali, come quella che ha avuto luogo circa due mesi fa e che ha visto protagoniste in acque australiane la Bob Barker con a bordo gli attivisti di Sea Shepherd, speronata da una nave arpionatrice della flotta baleniera giapponese, la Yushin Maru N.2.

Ed è stata proprio l'Australia ad aver avviato la battaglia in tribunale contro il Giappone. Il governo australiano, nel 2010, ha presentato alla Corte di Giustizia dell'Aja la sua memoria d'accusa contro il Giappone per la violazione delle norme internazionali che regolano la caccia alle balene nell'Oceano Antartico, sostenendo che si tratta di una caccia a scopo commerciale che usa la ricerca come pretesto.

La caccia alle balene in Antartide dunque è vietata al Giappone. Una decisione senza appello e vincolante per le parti, precisa la Corte, che ha accolto all'unanimità il ricorso presentato dall'Australia.

Ma non è solo il Giappone a praticare la caccia alle balene. Senza andare troppo lontano, anche nella parte settentrionale dell'Europa, al largo delle isole Faroe, per nulla frenate dai tribunali internazionali, la Norvegia, l'Islanda e la Groenlandia portano avanti le loro torture, si legge sul Guardian. Qui, migliaia di balene pilota muoiono ogni anno.

"Siamo soddisfatti di questo pronunciamento che ci dà ragione. Sosteniamo da sempre che la caccia alle balene nell’Oceano Antartico non è necessaria per la scienza e deve essere abbandonata. Chiediamo al Giappone di rispettare la sentenza e mandare in pensione la baleniera Nisshin Maru" ha detto Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. "Invece di cercare di proseguire la caccia modificando l’attuale 'ricerca' il Giappone deve unirsi ai programmi di ricerca scientifica internazionali in Antartide per studiare le balene e l’ambiente e sostenere la creazione di una rete di aree protette nell’Oceano Antartico per proteggere l’intero ecosistema”.

Mio commento finale: questa è solo una piccola vittoria, c'è ancora molto da fare, il mio pensiero va ai milioni di squali uccisi ogni anno, ai leoni marini uccisi in Namibia, alle foche trucidate in Alaska e Canada, a tutti gli animali rinchiusi negli acquari/delfinari contro la loro volontà, a tutti quelli che non ho menzionato. Qualcuno diceva che solo quando gli animali saranno rispettati l'uomo potrà passare ad un'evoluzione culturale e sociale migliore, senza guerre, odio ecc...ci vorrà ancora molto tempo ma piccole vittorie come queste danno la forza di andare avanti a tutti quelli che si battono per l'ambiente e gli animali.
 
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no_nov

New member
Ciao a tutti, vorrei riaprire questo post perchè è arrivata una bella notizia che tanti amanti del mare aspettavano da tempo:

Il Giappone dovrà dire addio alla caccia alle balene. L'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia si è espressa oggi, stabilendo che il paese non potrà più portare avanti questa selvaggia pratica. Fini scientifici, aveva replicato il Giappone, ma la Corte non ha abboccato respingendo la tesi avanzata dal paese per giustificare il proprio operato a danno di questi maestosi giganti del mare.

“Il Giappone deve revocare tutte le autorizzazioni esistenti, permessi o licenze concessi in relazione al JARPA II, e deve astenersi dal concedere ulteriori autorizzazioni rilasciate a norma di tale programma” di ricerca, ha detto il giudice della Corte Internazionale di Giustizia, il principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite.

La flotta del Giappone svolge un'annuale caccia alle balene nonostante le proteste che ormai da anni si levano contro tale violenta pratica e nonostante una moratoria mondiale. Finora il paese si è appellato ad una scappatoia nella legge che consente l'uccisione dei mammiferi per la ricerca scientifica. Senza contare che la carne di balena è comunemente disponibile per il consumo alimentare in Giappone.

Ogni anno, gruppi ambientalisti come quelli di Sea Shepherd cercando di mettere i bastoni tra le ruote ai cacciatori giapponesi con esiti tutt'altro che pacifici. Vere e proprie battaglie navali, come quella che ha avuto luogo circa due mesi fa e che ha visto protagoniste in acque australiane la Bob Barker con a bordo gli attivisti di Sea Shepherd, speronata da una nave arpionatrice della flotta baleniera giapponese, la Yushin Maru N.2.

Ed è stata proprio l'Australia ad aver avviato la battaglia in tribunale contro il Giappone. Il governo australiano, nel 2010, ha presentato alla Corte di Giustizia dell'Aja la sua memoria d'accusa contro il Giappone per la violazione delle norme internazionali che regolano la caccia alle balene nell'Oceano Antartico, sostenendo che si tratta di una caccia a scopo commerciale che usa la ricerca come pretesto.

La caccia alle balene in Antartide dunque è vietata al Giappone. Una decisione senza appello e vincolante per le parti, precisa la Corte, che ha accolto all'unanimità il ricorso presentato dall'Australia.

Ma non è solo il Giappone a praticare la caccia alle balene. Senza andare troppo lontano, anche nella parte settentrionale dell'Europa, al largo delle isole Faroe, per nulla frenate dai tribunali internazionali, la Norvegia, l'Islanda e la Groenlandia portano avanti le loro torture, si legge sul Guardian. Qui, migliaia di balene pilota muoiono ogni anno.

"Siamo soddisfatti di questo pronunciamento che ci dà ragione. Sosteniamo da sempre che la caccia alle balene nell’Oceano Antartico non è necessaria per la scienza e deve essere abbandonata. Chiediamo al Giappone di rispettare la sentenza e mandare in pensione la baleniera Nisshin Maru" ha detto Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. "Invece di cercare di proseguire la caccia modificando l’attuale 'ricerca' il Giappone deve unirsi ai programmi di ricerca scientifica internazionali in Antartide per studiare le balene e l’ambiente e sostenere la creazione di una rete di aree protette nell’Oceano Antartico per proteggere l’intero ecosistema”.

Mio commento finale: questa è solo una piccola vittoria, c'è ancora molto da fare, il mio pensiero va ai milioni di squali uccisi ogni anno, ai leoni marini uccisi in Namibia, alle foche trucidate in Alaska e Canada, a tutti gli animali richiusi negli acquari/delfinari contro la loro volontà, a tutti quelli che non ho menzionato. Qualcuno diceva che solo quando gli animali saranno rispettati l'uomo potrà passare ad un'evoluzione culturale e sociale migliore, senza guerre, odio ecc...ci vorrà ancora molto tempo ma piccole vittorie come queste danno la forza di andare avanti a tutti quelli che si battono per l'ambiente e gli animali.


Ciao Ric, grazie per il tuo contributo.. Molto bello il pensiero finale che hai citato. Ieri quando ho sentito questa notizia al telegiornale non potevo crederci, non mi sembrava vero che finalmente potesse succedere. Però quello che mi domando io è, il Giappone prenderà seriamente questo provvedimento oppure i cacciatori non si fermeranno?
 

Franziska

Well-known member
Ho esultato alla notizia al tg, anche se, subito dopo ho pensato a quanto scritto da Noemi, però poi mi son detta...........è già uno splendido risultato con conseguente divieto!
 

Rodolfo

Super Moderatore
Io aspetterei di "cantar vittoria": è stata "bocciata" la motivazione di scopo scientifico; e se ne cambia la motivazione come la Norvegia, che con l'Islanda continua la caccia, adducendo la necessità di contenere il loro numero per tutelare le riserve di pesce di cui fanno strage?

Vedremo.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Io aspetterei di "cantar vittoria": è stata "bocciata" la motivazione di scopo scientifico; e se ne cambia la motivazione come la Norvegia, che con l'Islanda continua la caccia, adducendo la necessità di contenere il loro numero per tutelare le riserve di pesce di cui fanno strage?

Vedremo.

C.V.D. E' ripresa in sordina la caccia alle balene da parte del Giappone.
 

La76

New member
Purtroppo c'era da aspettarselo...quello che a me da fastidio, oltre chiaramente all'uccisione indiscriminata delle balene, è che ci prendono pure in giro con la scusa della ricerca "scientifica"...
 
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