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Cosa si faceva in crociera negli anni '60 e '70?

nostromo

New member
Un sottuficiale che dipende direttamente dal Comandante in seconda, o dal 1° Ufficiale, ove il K2 sia mancante, responsabile in generale della disciplina di bordo. Ma è un appellativo scomparso, che io sappia.

SI,curava la disciplina dell'equipaggio e dei passeggeri di terza classe ( tra gli emigranti non vi erano solo brave persone) scomparsa la terza clase e gli emigranti e' scomparso anche lui, Infatti sull'Andrea c'era, sul Franca C no. In genere erano anziani Nostromi promossi ad honorem.
 

mal di mare

New member
SI,curava la disciplina dell'equipaggio e dei passeggeri di terza classe ( tra gli emigranti non vi erano solo brave persone) scomparsa la terza clase e gli emigranti e' scomparso anche lui, Infatti sull'Andrea c'era, sul Franca C no. In genere erano anziani Nostromi promossi ad honorem.

ciao.....dopo quanti anni a bordo,hai deciso di "scendere a terra"...?
mi incuriosisce sapere ,se vuoi dirlo,se sei veramente riuscito a" staccare" da quel mondo,senza rimpianti...................
 

nostromo

New member
ciao.....dopo quanti anni a bordo,hai deciso di "scendere a terra"...?
mi incuriosisce sapere ,se vuoi dirlo,se sei veramente riuscito a" staccare" da quel mondo,senza rimpianti...................

Dopo 5 anni, sinceramente confesso che per un paio d'anni ho sofferto parecchio, Poi la testa ha prevalso sul cuore, ma nell'intimo nei sogni, sono rimasto un marinaio, legato alle navi, e , senza intenzione , capisco che questo sentimento l'ho lasciato trasparire nei miei racconti......
 

mal di mare

New member
Dopo 5 anni, sinceramente confesso che per un paio d'anni ho sofferto parecchio, Poi la testa ha prevalso sul cuore, ma nell'intimo nei sogni, sono rimasto un marinaio, legato alle navi, e , senza intenzione , capisco che questo sentimento l'ho lasciato trasparire nei miei racconti......

ciao....questa parte di "cuore"rende i racconti più interessanti........grazie
 

nostromo

New member
E finalmnte siamo a Funchal. Acqua ,bunker, verdura fresca, pesce ed airia d'Europa. Poi Lisbona e via attraverso Gibilterra verso il Porto piu' amato Barcellona e quello piu' odiato Cannes. A Barcellona scendeva a terra tutto l'equipaggio, anche chi non aveva mai messo piede a terra nei Caraibi a Barcellona sbarcava-
Il servizio a tavola a mezzogiorno era di una velocita' impressionante.E poi via verso Cannes. Perché porto odiato ? Semplicemente perché eravamo a poche ore da Genova, da casa e dovevamo rimanere un giorno intero , spesso in rada, e fremere nell'ansia dell'attesa di ritornare alla nostra base. e FINALMENTE, dopo oltre otto mesi di lontananza, verso le 9 di mattina entravamo nel porto di GENOVA. Ed allora accadeva una strana cosa, e ne ho parlato anche on altri,chi , come me, non aveva moglie e figli, nel momento che rivedeva Genova, sentiva calare la tensione e l'ansia, dal quel momento si poteva far virare la nave, ripartire per altri mesi. Chi
non aveva stretti legami familiari in pratica sentiva oramai piu' casa sua la nave che la casa a terra.
Sulla banchina vi era schierato lo staff di terra della Costa e la massa dei famigliari dei marittimi. Pero' lo staff aveva il buon senso di concedere un po' di tempo al personale del comando perche'scndessero a terra ad abbracciare i parenti. Ed vi raccontero' di un episodio che mi colpi' molto e che non ho mai dimenticato. A bordo vi era un Terzo uff di coperta che era partito lasciando a casa un bambino di circa un anno. Per tutto il tempo ci parlava del suo bambino ( angusciandoci ,come si dice in genovese, anche). Per quest'uomo il ritorno a casa aveva un valore sentimentale fortissimo, appena possbile scese lo scalandrone per andare sulla banchina dove lo aspettava la moglie con il bimbo in braccio, e scese accanto a me cheandavo a salutare i miei genitori) e come corse dal bambino, questi lo guardo' si strinse alla mamma e non solo non volle andare in bracio al papa' ma si mise a piangere. Non lo ricordava, ed era naturale credo, ma per lui fu un dolore atroce, si mise a piangere anche lui pr il dolore. Questo episodio mi tocco' molto e mi diede da pensare nel futuro.
 
T

tano

Guest
Diagnosi: "Mal del ferro". Prognosi: "Continua nei tuoi racconti di uomo di mare". Ciao.

Jaaaaaa, troppo forte Rodolfo !!!

Mamma mia i figli che non ricordano il padre perche per lavoro non l´avevano mai veduto. Ma penso che quella lontanaza poi con il tempo rafforza e fa capire l´amore che c´é tra un padre e figlio !!!!!

Un saluto.
 
Ultima modifica:

nostromo

New member
E finalmente siamo a casa ,nella nostra Genova. E mi e' ritornato in mente e penso sia piacevole anche per voi sapere come e cosa avveniva sulla nave quando era ferma in porto per fine turno crociere. Per prima cosa ci si spostava dal Ponte dei mille, la Franca era piccola e veniva ormeggiata di poppa alla calata Chiappella, che e' la calata che si stende tra il Ponte dei Mille ed il ponte Andrea Doria. La maggior parte dell ' equipaggio andava in licenza o sbarcava per fine contratto, e la nave veniva invasa dal personale di corvee' o dagli operai delle manutenzioni. La corvee era formata da marittimi a terra nel momento e veniva adibita a lavori di pulizia e manutenzione straordinaria nei vari settori, mentre le imprese provvedevano alla manutenzione EDai lavori in macchina ed alla scafo. Nel giro di un paio di giorni la nave assumeva un aspetto deprimente. Pavimenti sollevati per il cambio linoleum, cabine sventrate per riparazioni al condizionamento, salomi con sedie ammonticchiate negli angoli, ponti sgombrati per depositare materiai delle imprese, fiancate aperte per cambiare liste del fasciame, piu' che la nostra nave sembrava un rottame. macchine ferme con energia fornita da terra, E noi commissari eravamo gli unici ufficiali che rimanevano a lavorare a bordo Anche questa era la ragione per cui i Costa preferivano gli ufficiali del posto. in scala prima abitanti a Genova, disponibili immediatamente a chiamata, poi rivieraschi come me, legati al treno ma disponibili in giornata, poi di altre provincie liguri, sempre disponibili con treno ma tempi piu' lunghi, poi di altre regioni ma se volevano fare carriera dovevano prima o dopo trasferirsi almeno in Liguria. Noi andavamo a casa la sera e rientravamo la mattina successiva. Perché solo noi a bordo ?. Per la macchina e la coperta vi erano funzionari specifici responsabili di terra che seguivano i lavori, ma noi dovevamo finire la " gestione". Il capo doveva andare in sede per organizzare l'equipaggio camera per la stagione estiva ( o invernale) studiare i programmi, le serate ecc. Io ed il secondo dovevamo chiudere la gestione economica vini e bar
Mi viene da ridere pensando alla tecnica odierna derivata dai computer, ma allora non esistevano e si faceva tutto A MANO. E la spieghero'nei dettagli perché sembra incredibile oggi.
 

nostromo

New member
So che quanti vi spieghero', al giorno d'oggi, sembrera' incredibile, ma era proprio cosi'. La gestione della " bottiglieria" avveniva a bordo ed era poi controllta a terra.
Pensate ad un registro di circa 80 cm x 40 ( quello che poi si inseriva nelle buste formato ananas). Ogni pagina aveva un certo numero di colonne e di righe.
In testa ad ogni colonna si scriveva (A MANO). il nome del liquore, p.e. Carlos ! , fundador Tia Maria, Whiskey, ecc. na colonna per. ( pensate a quanti ve enrano nei bar, poi colonne per i vari vini della sala, per le birre, per i soft drink.
Dopo si partiva sulla prima riga elencando la giacenza nei due bar ( ponte sole e Sala feste) e per i vini, sala da pranzo. Alla partenza si invenrariavano i bar ( Bott piensa , mezza bottiglia.1/4 o 3/4_ n birre ecc.
Questo avveniva alla partenza. Alla fine di ogni crociera il barista od sommelier dovevano darci i buoni di prelievo dalla bottiglieria, la rimanenza e noi ( cioe' il secondo comm ed io) trasferivamo i dati sul registro. Quindi classico movimento di magazzino. Rimanenza iniziale piu' carico meno finale uguale consumo.
Sebra facile eh ! Ma non considerate che il consumo di bottiglie doveva essere trasformato in bicchierini ( cioe' ogni bottiglia consumata doveva essere pari a ( non mi ricordo piu' esattamente) 20 bicchierini ( i bar avevano i bicchieri contrassegnati). Quiindi le dosi servite dovevano essere moltiplicate per il prezzo di vendita
ed il totale doveva quadrare con l'incasso del singolo bar, che il Bartender versava alla cassa nave- Ed allora non vi erano calcolatrici elettroniche. avevamo una Olivetti per somme e sottrazioni, ed una Lagomarsino manuale per le altre operaioni. Chi non l'avesse mai sentita nominare immagini una piccola machinetta con un carrello a mano, che si spostava e poi si ruotava una manovella per moltiplicare o dividere. I risultati si leggevano ma non si stampavano.
Questo goni viaggio, poi ogni mese si inviava a Genova il riassunti di quattro settimane. Gia' questo era impegnativo ma il bello era al ritorno dopo la stagione.
Li bisognava fare il riepilogo totale, confrontre i dati con la bottiglieria, quadrare con gli incassi della cassa nave, con i...casini fattti dai baristi,,, e con le ...rotture.
Perché le bottiglie si possono rompere no : e qui vi era una procedura divrtente da raccontare
 

Lord Revan

Member
nostromo, non immagini quanto mi abbia fatto piacere leggere i tuoi racconti. Mi stavo perdendo una avventura scritta bellissima. Complimenti.
 

nostromo

New member
Ci crediate o no per i " rotti" bisognava tenere il collo delle bottiglie con la chiusura tappo o sigillo originale. E venivano consegnati in sede come ...allegati.
Questo complesso lavoro ci impegnava per alcuni giorni, mentre fervevano i lavori. Senza aria condizionata, senza servizi a bordo, in fondo ci guadagnavamo la percentuale che ci spettava per i consumi bar. Si stava fermi una settimana circa, in quei giorni era compreso anche il bacino. Per cui a volte si andava a bordo a lavorare anche quando la nave era in bacino. Terminata la...quadratura del cerchio..... si restava a casa per un giorno o due ma la vigilia della partenza si tornava a bordo.
Vi era il caos piu' totale, operai lavori, materiali e scorte in arrivo, imbarco dei nuovi, personale degli
uffici di terra con documenti, richieste, correre in capitaneria per le documentazioni,imbarco delle varie valute per i porti di destino ( si faceva il cambio a bordo)eventuali documenti per certi porti ( per la Russia vi era una montagna di documenti). Si andava a dormire alla sera distrutti.. e poi avveniva il miracolo.
Il giorno dopo alle 14, quando inziava l'imbarco la nave era ai Mille PERFETTA. Saloni in ordine lindi e profumati, cabine lucenti, ( cacaracci scmparsi, ( si facevano anche le ...stufe... obbligatorie) :Tutta dava l'impressione dell'ordine pulizia efficienza. Anche noi, in bianca divisa, sorridenti e cordiali guardavamo i passeggeri in arrivo ( magari cercando qualche ragazza....molto rare in verita' allora). E preparavo la partenza. Ma qualche sorpresa era in agguato, un marinaio che doveva sbarcare all'ultimo momento , un cameriere non arrivato un cuoco improvisament ammmalato. Ed allora( alla faccia dell'organizzazione ) si scendeva in banchina, dove vi era peronale pronto con valigia fatta in fiduciosa attesa di una possibilita' di imbarco all'ultimo momento, e cosi' al volo, si prendevano le persone necessarie e si imbarcavano al momento, regolarizzando la posizione a primo consolato italiano che si incomtrava: cose che oggi sono difficile d credere. Ma era cosi'.
 

mal di mare

New member
ciao...continuo a seguire con grande piacere.............
mi ricordo ancora la prima crociera,il primo imbarco da Ponte dei mille.....
il grande libro su cui cercavano il nome del passeggero.....la fila degli addetti in divisa e guanti bianchi
che ti prendevano la borsa a mano e ti accompagnavano in cabina.....la musica appena salita a bordo..........

ps."le stufe" obbligatorie?????:confused:
 

nostromo

New member
Stufe, era la derattizzazione. Una volta all'anno era obbligatoria, La nave veniva sigillata, tutti a terra, nei locali venivano piazzate delle " stufe" che emettevano dei gas per eliminare topi insetti ecc. Durava una notte ed il giorno dopo si ventilavano tutti i locali. Noi topi non ne avevamo, ma i cacaracci, resistevano anche alla stufe, Scomparivano per un po, poi, lentamente tornavano per stare con noi,
 

paolocecchi

Well-known member
scusami Nostromo, i cacaracci sarebbero gli scarafaggi? E poi i complicatissimi conti dei liquori e dei vini tornavano o venivano aggiustati....Qualche bottiglia rotta,di cui si conservava il collo con il tappo per allegarlo , poteva essere rotta per finta?
 

nostromo

New member
I cacaracci : penso appartengano alla famiglia degli scarafaggi, ma sono marroni e non neri. Per combatterli usavano tonnellate di" antiroch " e tenevamo alta l'aria condizionata. Vivevano nel retro delle pareti delle cabine, dei locali. Io ne avevo no nell 'ufficio paghe. Eravamo diventati amici, Quando entravo in ufficio ed accendevo la luce, dopo un poco apparriva, faceva una passeggiata sulla scrivania e poi se ne andava.
Per la contabilita' si riusciva, con qualche piccolo trucco di poco conto, a farla quadrare. I rotti : non credo ci fossero furberie e' difficile spezzare io collo di una bottiglia, anche se si usava la battura : vediamo cosa hanno bevuto in cambusa...
L'unico timore era che qualche barista furbetto, comperasse qualche bottiglia di wiskey nei porti franchi ( st Thomas) e poi la infilasse nel bar e la servisse ai passeggeri intascando l'incasso. infatti ogni tanto trovavamo qualche incasso bar ..sballato di un cemtinaio di dollari. Ma gli americano erano generosi nelle mance....
Nel complesso credo chi gli imbrogli fossero molto limitati-
 

mal di mare

New member
Ciao Nostromo...avrei una curiosita. ?.........quale era in quegli anni il rapporto
Della famiglia Costa con le navi e gli equipaggi?

Si vedevano spesso a bordo,anche come passeggeri?
 
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nostromo

New member
Ciao Nostromo...avrei una curiosita. ?.........quale era in quegli anni il rapporto
Della famiglia Costa con le navi e gli equipaggi?

Si vedevano spesso a bordo,anche come passeggeri?[/QUOTE

Vi era uno stretto rapporto con la famiglia Costa. Quasi ogni sezione era diretta da un Costa. Giovanni agli equipaggi, un Ingegnere Costa alle macchine, un altro alla gestione, era un pregio ma anche un difetto, perché magari qualche manager capace lasciava la compagnia in quanto non vedeva sbocchi alla carriera in sede.
E dei Costa venivano in crociera. Una volta uno, responsabile dell'Olio Dante. fece una crociera con la figlia, ed indovinate che venne eletta miss Crociera ?
E, parlando con lei, venni a sapere che era stata allieva al liceo di mia zia, peccato che il padre era all'olio e non alle navi....
 
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