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k863

Member
Ti voglio dire con questo che se ci metti affitto spese condominiali le bollette luce gas acqua si va sui 2000 di spese solo per la casa, poi mangia vestiti, spese varie altri 1000 fa 3000 anche se ne prende e 3500 cosa gli rimane? Come se in Italia avesse uno stipendio da 2000. Ma non mi hai risposto da quando tempo vivi a Vienna?

3000 euro ma stiamo scherzando?mi sa che viviamo in citta' diverse...primo le spese condominiali in Austria si pagano nell'affitto e sono chiamati "betriebscosten". Le spese "bollete di wiener energie" sono trimestrali e paghi una quota fissa in base alle persone e alla metratura...non in base alla zona e se io con 110 m pago 130 euro ogni 3mesi non penso che tuo figlio ne paga di piu'.noi in 2 e un cane non spendiamo 1000 euro al mese di spesa o vestiti anche perche' se vai all'hofer o al penny non li spendi neanche se vuoi...poi se sei abituato al billa e' un altro discorso! Ma costa comunque meno dell'Italia, puoi farmi tutti gli esempi che ti pare! Se tuo figlio paga 1700 euro di casa cambia distretto e ne paga la meta' per la stessa casa, anche qui e' una questione personale!ho vissuto 1 anno a Monaco di baviera (ed e' carissima pagavo 800 euro una casa di 30 mq e frutta e verdura carissimi oltre che i mezzi pubblici 2.60 un biglietto e l'abbonamento che veniva suddiviso per zone e per due zone pagavo 57) e sono da 2 anni a Vienna (2.10 un biglietto, ma l'abbonamento per yutte le zone costa 47 euro)
 

tiziano

Well-known member
3000 euro ma stiamo scherzando?mi sa che viviamo in citta' diverse...primo le spese condominiali in Austria si pagano nell'affitto e sono chiamati "betriebscosten". Le spese "bollete di wiener energie" sono trimestrali e paghi una quota fissa in base alle persone e alla metratura...non in base alla zona e se io con 110 m pago 130 euro ogni 3mesi non penso che tuo figlio ne paga di piu'.noi in 2 e un cane non spendiamo 1000 euro al mese di spesa o vestiti anche perche' se vai all'hofer o al penny non li spendi neanche se vuoi...poi se sei abituato al billa e' un altro discorso! Ma costa comunque meno dell'Italia, puoi farmi tutti gli esempi che ti pare! Se tuo figlio paga 1700 euro di casa cambia distretto e ne paga la meta' per la stessa casa, anche qui e' una questione personale!ho vissuto 1 anno a Monaco di baviera (ed e' carissima pagavo 800 euro una casa di 30 mq e frutta e verdura carissimi oltre che i mezzi pubblici 2.60 un biglietto e l'abbonamento che veniva suddiviso per zone e per due zone pagavo 57) e sono da 2 anni a Vienna (2.10 un biglietto, ma l'abbonamento per yutte le zone costa 47 euro)

Prima di fare certe affermazioni sarebbe opportuno che sapessi che il servizio di portierato non è incluso nelle spese condominiali, e se tu stai bene nel 18 distretto mio figlio sta bene nel 1, e forse allora vivete in due città diverse.
 

Giulianino

New member
@Sweetmartina

Te la immagini l'università ai tempi di Enrico Fermi ?

E la scuola in generale ?
Ma forse non sarebbe servito andare a fare paragoni così indietro nel tempo.

Ringraziamo di essere nati in " epoca moderna " dai retta a me ;)

P.S.
Con questo non voglio dire che laurearsi oggi sia una passeggiata, che non richieda sacrifici enormi ma resto dell' idea che ..........ringraziamo di essere nati in epoca moderna.
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Martina, ti rispondo per punti, anche se si entra in un discorso difficile che non credo sia da fare qui in questo topic e forse neanche nel forum..
Ma può essere interessante:

E la scuola, nonostante i limiti, é andata incontro alle richieste della realtà lavorativa suddividendo facoltà che prima erano quasi unicho in vari indirizzi..
La specializzazione é aumentata notevolmente..

Poi che tre anni non bastino non lo trovo sempre vero.. All'estero un laureato studia generalmente tre anni.. E gli viene conferito lo stesso valore che a noi viene conferito ai cinque..

Hai elencato i motivi per cui all'estero le lauree non valgono nulla ed imperano i Master, gli stessi motivi per i quali quando gli Anglosassoni hanno iniziato a correggere il loro sistema verso il nostro mentre noi, come scimmiette, abbiamo seguito il loro.. tra l'altro anche i motivi per cui da fuori cercano laureati Italiani..

Corsi di laurea e specializzazioni sono aumentati solo per aumentare gli introiti dei professori, mentre la nostra vera forza è la preparazione orizzontale..
Nessuno che fosse iperspecializzato può innovare davvero, nessuno va la prima volta sulla Luna con l'esperienza, ci vuole di più, ed il di più era la scuola di pensiero Italiana, Tedesca, Orientale ed in parte Inglese..

Da venti anni gli Americani lo hanno capito ed hanno modificato il loro sistema basandolo sui Master di livello, e correggendo anche l'approccio di base.. per contro noi invece siamo andati indietro alla specializzazione convinti che occorre essere 'pratici'..

Un 'teorico' ci mette un mese a fare quello che un 'pratico' ha imparato in anni di esperienza, un 'teorico' cambia attività con facilità, innova, inventa.. un 'pratico' è uno con lo sguardo limitato..

Tanto limitato che un laureato triennale Americano del 1985 non valeva più di un buon perito Italiano, e loro lo sapevano bene..

L'unico 'vantaggio' del nuovo approccio è stato aumentare le cattedre e gli stipendi di chi le occupa, con l'ausilio dei Master poi è anche peggio..

I programmi scolastici non vanno più solo per conoscenze ma gli obiettivi si suddividono in conoscenza, competenza e abilità..
Quindi il fatto che un libro sia più piccolo non vuol dir che sia più semplice..
É cambiata la tipologia di studio..

Anche qui, riferendosi alle superiori conosco bene quei cambiamenti, e ti dico che non sono stati passi avanti ma passi indietro, imposti ai professori e non cercati da questi.. fino al 1998 la scuola era cresciuta nei metodi e nella cultura (io l'ho lasciata nel 1986 ma l'ho seguita e la seguo ancora) poi è intervenuta la politica ed ha fatto un disastro.. nel 2000 ho vinto un concorso a cattedre ed ho dovuto constatare con i miei occhi dove si stava andando e parlando con i professori ho trovato la mia stessa visione..

@Sweetmartina

Te la immagini l'università ai tempi di Enrico Fermi ?

Giulianino, i miei professori delle superiori si sono laureati avendo i collaboratori di Fermi come insegnanti, hanno anche avuto a che fare con lui sia pure di sfuggita..

Quando in una aula non si è più di trenta persone (se non dieci), ed il sistema è rodato come un orologio, gli insegnanti personaggi di livello mondiale e lo studente al centro dell'attenzione laurearsi diventa una gioia pura..

Prima, ai tempi di Fermi appunto, era anche meglio.. era una Università elitaria, che ti formava in modo eccezionale, ma le cose fatte bene che ti danno tanto a volte sono meno difficili di quelle fatte male che ti danno poco..

D'altra parte posso dirlo anche a livello personale, quando sono passato dal biennio, con aule di trecento alunni, un professore che vedevi con il binocolo ed un sistema fatto per cacciarti, al triennio, con aule di trenta alunni ed un professore che prendeva il caffè con te e ti spiegava le cose, ho ovviamente imparato il triplo e faticato un terzo..

Pensa a quando sono passato dall'altra parte ed ho gestito quindici alunni, come pensi che si siano trovati con me? Ho potuto trattarli uno ad uno con l'attenzione che meritavano..

Ma siamo/siete ancora in argomento?

Mi sa di no.. :(

Una piccola aggiunta: le banche non hanno mai aiutato nessuno;)

:) :) :)

Un salutone!
Manlio
 
Ultima modifica:

sweetmartina

New member
@Sweetmartina

Te la immagini l'università ai tempi di Enrico Fermi ?

E la scuola in generale ?
Ma forse non sarebbe servito andare a fare paragoni così indietro nel tempo.

Ringraziamo di essere nati in " epoca moderna " dai retta a me ;)

P.S.
Con questo non voglio dire che laurearsi oggi sia una passeggiata, che non richieda sacrifici enormi ma resto dell' idea che ..........ringraziamo di essere nati in epoca moderna.

Publio terenzio afro disse: "Quot homines tot sententiae."
io condivido totalmente..


Martina, ti rispondo per punti, anche se si entra in un discorso difficile che non credo sia da fare qui in questo topic e forse neanche nel forum..
Ma può essere interessante:





Hai elencato i motivi per cui all'estero le lauree non valgono nulla ed imperano i Master, gli stessi motivi per i quali quando gli Anglosassoni hanno iniziato a correggere il loro sistema verso il nostro mentre noi, come scimmiette, abbiamo seguito il loro.. tra l'altro anche i motivi per cui da fuori cercano laureati Italiani..

Corsi di laurea e specializzazioni sono aumentati solo per aumentare gli introiti dei professori, mentre la nostra vera forza è la preparazione orizzontale..
Nessuno che fosse iperspecializzato può innovare davvero, nessuno va la prima volta sulla Luna con l'esperienza, ci vuole di più, ed il di più era la scuola di pensiero Italiana, Tedesca, Orientale ed in parte Inglese..

Da venti anni gli Americani lo hanno capito ed hanno modificato il loro sistema basandolo sui Master di livello, e correggendo anche l'approccio di base.. per contro noi invece siamo andati indietro alla specializzazione convinti che occorre essere 'pratici'..

Un 'teorico' ci mette un mese a fare quello che un 'pratico' ha imparato in anni di esperienza, un 'teorico' cambia attività con facilità, innova, inventa.. un 'pratico' è uno con lo sguardo limitato..

Tanto limitato che un laureato triennale Americano del 1985 non valeva più di un buon perito Italiano, e loro lo sapevano bene..

L'unico 'vantaggio' del nuovo approccio è stato aumentare le cattedre e gli stipendi di chi le occupa, con l'ausilio dei Master poi è anche peggio..



Anche qui, riferendosi alle superiori conosco bene quei cambiamenti, e ti dico che non sono stati passi avanti ma passi indietro, imposti ai professori e non cercati da questi.. fino al 1998 la scuola era cresciuta nei metodi e nella cultura (io l'ho lasciata nel 1986 ma l'ho seguita e la seguo ancora) poi è intervenuta la politica ed ha fatto un disastro.. nel 2000 ho vinto un concorso a cattedre ed ho dovuto constatare con i miei occhi dove si stava andando e parlando con i professori ho trovato la mia stessa visione..



Giulianino, i miei professori delle superiori si sono laureati avendo i collaboratori di Fermi come insegnanti, hanno anche avuto a che fare con lui sia pure di sfuggita..

Quando in una aula non si è più di trenta persone (se non dieci), ed il sistema è rodato come un orologio, gli insegnanti personaggi di livello mondiale e lo studente al centro dell'attenzione laurearsi diventa una gioia pura..

Prima, ai tempi di Fermi appunto, era anche meglio.. era una Università elitaria, che ti formava in modo eccezionale, ma le cose fatte bene che ti danno tanto a volte sono meno difficili di quelle fatte male che ti danno poco..

D'altra parte posso dirlo anche a livello personale, quando sono passato dal biennio, con aule di trecento alunni, un professore che vedevi con il binocolo ed un sistema fatto per cacciarti, al triennio, con aule di trenta alunni ed un professore che prendeva il caffè con te e ti spiegava le cose, ho ovviamente imparato il triplo e faticato un terzo..

Pensa a quando sono passato dall'altra parte ed ho gestito quindici alunni, come pensi che si siano trovati con me? Ho potuto trattarli uno ad uno con l'attenzione che meritavano..



Mi sa di no.. :(



:) :) :)

Un salutone!
Manlio

Il problema secondo me dei master é che spesso vengono fatti dai ragazzi alla fine dell'università quando a mio parere avrebbe senso farli dopo aver lavorato per qualche tempo..

Da noi la laurea specialistica é stata abolita, ora si chiama magistrale.. E non é aperta solo a coloro che hanno fatto i tre anni da noi.. Ma anche agli economisti ed ai designer.. Un professore é arrivato ed ha deciso di cambiare tutto.. Secondo lui tutti hanno diritto di poter scegliere quello che vogliono..
Questa é una grande evoluzione del sistema scolastico..
Che dire.. Meglio che non commento perché se no poi mi faccio del nervoso..
 

k863

Member
Prima di fare certe affermazioni sarebbe opportuno che sapessi che il servizio di portierato non è incluso nelle spese condominiali, e se tu stai bene nel 18 distretto mio figlio sta bene nel 1, e forse allora vivete in due città diverse.

Infatti spendere di piu' per vivere in centro e' una scelta personale...ma non diciamo che l'Austria e' cara perche' e' un affermazione che non rispetta la realta'!
 

sweetmartina

New member
Infatti spendere di piu' per vivere in centro e' una scelta personale...ma non diciamo che l'Austria e' cara perche' e' un affermazione che non rispetta la realta'!

Forse dipende da che punto la si guarda.. Io nel 2004 sono stata a kufstein a far un torneo internazionale.. Gli hotel, il cibo ecc costavano di più rispetto all'italia.. Quindi per noi era cara..
Ma anche lì .. Un conto é venirci in vacanza un conto é viverci.. Perché gli stipendi italiani e quelli austriaci non saranno allineati.. Poi ovviamente.. Tutto dipende dal tenore di vita di ogni singola persona..
 
F

Felix73

Guest
Martina, credo che non sia corretto dire che i corsi di laurea oggi siano FACILI, lo sono però di più rispetto agli anni novanta (e precedenti). Anche qualitativamente.
La "vecchia" università, soffriva di una distorsione di base: selezione era sinonimo di qualità (cosa estremamente sbagliata). Ricordo miei colleghi (Economia a Pisa) che su alcuni esami ci passavano 15-18 mesi, ricordo molto bene il mio esame scritto di statistica con 83 iscritti e 5 promossi (con un 24 come voto massimo).
Selezione non è sinonimo di qualità, però bisogna ammettere che perlomeno non la fa scadere.

Quel sistema era comunque un eccesso, faceva si che la mortalità universitaria fosse ben al di sopra della media europea, e l'università di QUALITA' diventava tale solo negli ultimi due anni, quando le classi si riducevano a 15 "survivor".
E come spesso capita in Italia, con la riforma si è passati da un eccesso all'altro. Specializzazione spinta, spesso "di nicchia" (guardatevi l'elenco di alcune lauree specialistiche....spesso inutili...per non dire ridicole...), che non ha permesso agli studenti di avere una "visione d'insieme", una struttura "concettuale" di base (e preciso...non nozionistica...) e di "problem solving" che potesse essere APPLICATA nel mercato del lavoro...da subito...(e taccio volutamente sul sistema dei finanziamenti e sul marketing universitario spinto...)

Gestisco un team di 14 persone (11 laureati in Economia e 3 in Ingegneria gestionale), non ho mai rinunciato a dare un taglio "tecnico" ai miei colloqui per ricercare nuovi collaboratori, ed ho smesso da qualche anno di ammettere alle selezioni laureati "triennali" (ho le mie statistiche e la mia banca dati, e considerate che sono anche abbastanza "freddo" nei confronti dei Bocconiani....sempre per esperienza...).

Nelle selezioni, non cerco mai nozioni, ma "ragionamenti", sia che si parli di finanza o di aspetti contabili....
Non ho mai chiesto la formula del VAN o del TIR (basta andare su google ...o tra le funzioni di excel...) ...ma chiesto il loro campo di applicazione in casi reali specifici... (cosa ben diversa)..
Certo che se mi si risponde che alla prima riga del Conto economico civilistico ci sono gli incassi (e non il valore della produzione...) ...con me non puoi lavorare....e negli ultimi anni mi è capitato troppo spesso....
Questa la mia esperienza.

Italia rispetto all'estero: in termini di preparazione media, nonostante tutto, siamo ancora difficilmente superabili.
In cosa ci differenziamo? Nelle opportunità...e nella mancanza di strategie per i giovani (anche e soprattutto a livello politico)...e per le imprese....
Si è detto da tanti che da noi i giovani guadagnano meno: vero. Un neo-laureato italiano ha un NETTO ricevuto decisamente inferiore rispetto ad un collega tedesco.
Peccato che, però, ed è qui la distorsione maggiore, costi all'azienda italiana più o meno come a quella tedesca. Perchè? Per il carico contributivo, di tasse e balzelli vari, ....in parole povere...per il cosiddetto "cuneo fiscale".
Quindi si arriva al paradosso che in Italia, un basso reddito per il dipendente non si tramuta nemmeno in un vantaggio di costo per l'azienda....con la conseguenza che sono tutti scontenti...sia il dipendente perchè guadagna poco...sia l'azienda...alla quale comunque costa troppo....tutto tragicamente assurdo....
E come si è ovviato a ciò? Non diminuendo il "cuneo fiscale"....ma figuriamoci....troppo semplice....Ma piuttosto incentivando quei contratti che un tempo erano chiamati "atipici" ....tempi determinati....stage a tappeto...etc. etc. etc.
Qui...il dipendente è un costo....all'estero invece...non sempre ma spesso....è capitale umano sulla quale investire nel medio lungo-termine....ed è una bella differenza...e questo si riflette anche nella qualità del lavoro.... e nella qualità della vita... (telelavoro, orari umani, incentivi....etc. etc. etc....)
Non entro nel merito delle nuove generazioni "fannullone".... restie a sporcarsi le mani....
In parte può essere vero....ma i il vero problema nel nostro paese è la mancanza di una strategia chiara, lungimirante, perseverante, per le nostre generazioni future....(dalla scuola...al lavoro...)....
Il rischio...e sta già avvenendo....è quello di creare solo nuove "classi" di futuri emigranti.....e non è una bella prospettiva...

Un saluto
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Max..


Quoto tutto e..

Straquoto questo:

ma i il vero problema nel nostro paese è la mancanza di una strategia chiara, lungimirante, perseverante, per le nostre generazioni future....(dalla scuola...al lavoro...)....
Il rischio...e sta già avvenendo....è quello di creare solo nuove "classi" di futuri emigranti.....e non è una bella prospettiva...

Un saluto!
Manlio
 

sweetmartina

New member
Martina, credo che non sia corretto dire che i corsi di laurea oggi siano FACILI, lo sono però di più rispetto agli anni novanta (e precedenti). Anche qualitativamente.
La "vecchia" università, soffriva di una distorsione di base: selezione era sinonimo di qualità (cosa estremamente sbagliata). Ricordo miei colleghi (Economia a Pisa) che su alcuni esami ci passavano 15-18 mesi, ricordo molto bene il mio esame scritto di statistica con 83 iscritti e 5 promossi (con un 24 come voto massimo).
Selezione non è sinonimo di qualità, però bisogna ammettere che perlomeno non la fa scadere.

Quel sistema era comunque un eccesso, faceva si che la mortalità universitaria fosse ben al di sopra della media europea, e l'università di QUALITA' diventava tale solo negli ultimi due anni, quando le classi si riducevano a 15 "survivor".
E come spesso capita in Italia, con la riforma si è passati da un eccesso all'altro. Specializzazione spinta, spesso "di nicchia" (guardatevi l'elenco di alcune lauree specialistiche....spesso inutili...per non dire ridicole...), che non ha permesso agli studenti di avere una "visione d'insieme", una struttura "concettuale" di base (e preciso...non nozionistica...) e di "problem solving" che potesse essere APPLICATA nel mercato del lavoro...da subito...(e taccio volutamente sul sistema dei finanziamenti e sul marketing universitario spinto...)

Gestisco un team di 14 persone (11 laureati in Economia e 3 in Ingegneria gestionale), non ho mai rinunciato a dare un taglio "tecnico" ai miei colloqui per ricercare nuovi collaboratori, ed ho smesso da qualche anno di ammettere alle selezioni laureati "triennali" (ho le mie statistiche e la mia banca dati, e considerate che sono anche abbastanza "freddo" nei confronti dei Bocconiani....sempre per esperienza...).

Nelle selezioni, non cerco mai nozioni, ma "ragionamenti", sia che si parli di finanza o di aspetti contabili....
Non ho mai chiesto la formula del VAN o del TIR (basta andare su google ...o tra le funzioni di excel...) ...ma chiesto il loro campo di applicazione in casi reali specifici... (cosa ben diversa)..
Certo che se mi si risponde che alla prima riga del Conto economico civilistico ci sono gli incassi (e non il valore della produzione...) ...con me non puoi lavorare....e negli ultimi anni mi è capitato troppo spesso....
Questa la mia esperienza.

Italia rispetto all'estero: in termini di preparazione media, nonostante tutto, siamo ancora difficilmente superabili.
In cosa ci differenziamo? Nelle opportunità...e nella mancanza di strategie per i giovani (anche e soprattutto a livello politico)...e per le imprese....
Si è detto da tanti che da noi i giovani guadagnano meno: vero. Un neo-laureato italiano ha un NETTO ricevuto decisamente inferiore rispetto ad un collega tedesco.
Peccato che, però, ed è qui la distorsione maggiore, costi all'azienda italiana più o meno come a quella tedesca. Perchè? Per il carico contributivo, di tasse e balzelli vari, ....in parole povere...per il cosiddetto "cuneo fiscale".
Quindi si arriva al paradosso che in Italia, un basso reddito per il dipendente non si tramuta nemmeno in un vantaggio di costo per l'azienda....con la conseguenza che sono tutti scontenti...sia il dipendente perchè guadagna poco...sia l'azienda...alla quale comunque costa troppo....tutto tragicamente assurdo....
E come si è ovviato a ciò? Non diminuendo il "cuneo fiscale"....ma figuriamoci....troppo semplice....Ma piuttosto incentivando quei contratti che un tempo erano chiamati "atipici" ....tempi determinati....stage a tappeto...etc. etc. etc.
Qui...il dipendente è un costo....all'estero...non sempre ma spesso....è capitale umano sulla quale investire nel medio lungo-termine....e questo si riflette anche nella qualità del lavoro.... (telelavoro, orari umani, incentivi....etc. etc. etc....)
Non entro nel merito delle nuove generazioni "fannullone".... restie a sporcarsi le mani....
In parte può essere vero....ma i il vero problema nel nostro paese è la mancanza di una strategia chiara, lungimirante, perseverante, per le nostre generazioni future....(dalla scuola...al lavoro...)....
Il rischio...e sta già avvenendo....è quello di creare solo nuove "classi" di futuri emigranti.....e non è una bella prospettiva...

Un saluto

Cosa intendi per selezione??
Test d' ingresso a numero chiuso?? o esami duri??

Ti posso garantire che a fronte di uno scritto in analisi matematica, o statistica, o complementi il numero di coloro che arrivano alla sufficienza ha una percentuale davvero bassa.. E coloro che poi passano all'orale sono ancora meno.. Da noi due professori hanno il monopolio degli esami "duri" ossia geometria analisi statistica e complementi..
Ogni esame va fatto sia scritto sia orale.. In media uno studente ci mette quattro o cinque volte prima di passare questi esami.. [Geometria meno sarà due o tre]..
Conosco ragazzi che hanno perso più di un anno con complementi come ultimo esame..
Il metro che questi professori usano per il 18 secondo me é assurdo: ti fanno due domande e se tu non arrivi alla fine dell'esercizio in entrambe le domande non hai diritto al 18..
Tempo fa un ragazzo ha fatto la prima domanda perfetta.. Il prof gli dice complimenti.. Se continua così prenderà un bel voto.. Alla seconda domanda non é arrivato alla fine..
Ed é stato bocciato..
A me viene naturale dividere in quindicesimi le due domande.. Prima perfetta=15 seconda fatta male.. Non vale tre punti??


E che pensi degli ingegneri gestionali??
 
M

MarinaeAngelo

Guest
Max io rimango sempre affascinata nel leggere le tue analisi .
Si vede che sono il frutto di esperienza e preparazione e non posso che ammirare e condividere ogni tua parola .
Quante verità sui costi del lavoro che gravano enormente sulle imprese e poi mettiamoci pure che oggi le banche sono davvero bastarde anzi bastarde al quadrato ^_^
 
F

Felix73

Guest
No Martina, forse mi sono spiegato male io. Per selezioni intendo quelle che faccio io nella mia azienda per i candidati che si presentano con l'obiettivo di lavorare nel mio team ( Controllo di Gestione in una multinazionale). Spesso non hanno il livello di preparazione da me richiesto.

Il mio discorso era generale...non discuto sul fatto che tu viva una realtà diversa.
Ti posso però assicurare che "ai miei tempi" (che brutta frase... :D ) le difficoltà che tu hai citato erano presenti per tutti gli esami del biennio, con l'aggiunta della "propedeuticità"...e cioè...se non davi "obbligatoriamente" quegli esami...non andavi da nessuna parte....non potevi dare gli esami dell'anno successivo...e per molti di noi...con l'ansia "del militare".... cioè si traduceva nel rischiare di dover partire recluta....:)

Degli ingegneri gestionali ne penso bene....se fatti lavorare nel giusto contesto....
Comparandoli ad un laureato in economia....sono molto più "forti" nelle analisi sull'organizzazione della produzione e sull'organizzazione del lavoro in genere...
Sono più "deboli" sugli aspetti finanziari ed economici....

P.s. Marina...grazie...figurati ....pensa che io ammiro chi si occupa di paghe....con la "snellissima" legislazione e normativa italiana in merito....penso che fare un cedolino sia più difficile che scrivere un trattato di fisica quantistica....
 
Ultima modifica:
M

MarinaeAngelo

Guest
P.s. Marina...grazie...figurati ....pensa che io ammiro chi si occupa di paghe....con la "snellissima" legislazione e normativa italiana in merito....penso che fare un cedolino sia più difficile che scrivere un trattato di fisica quantistica....

infatti è una materia in continua evoluzione e per fortuna esistono buoni software che aiutano molto altrimenti forse mi ero già arresa ^_^
 

sweetmartina

New member
No Martina, forse mi sono spiegato male io. Per selezioni intendo quelle che faccio io nella mia azienda per i candidati che si presentano con l'obiettivo di lavorare nel mio team ( Controllo di Gestione in una multinazionale). Spesso non hanno il livello di preparazione da me richiesto.

Il mio discorso era generale...non discuto sul fatto che tu viva una realtà diversa.
Ti posso però assicurare che "ai miei tempi" (che brutta frase... :D ) le difficoltà che tu hai citato erano presenti per tutti gli esami del biennio, con l'aggiunta della "propedeuticità"...e cioè...se non davi "obbligatoriamente" quegli esami...non andavi da nessuna parte....non potevi dare gli esami dell'anno successivo...e per molti di noi...con l'ansia "del militare".... cioè si traduceva nel rischiare di dover partire recluta....:)

Degli ingegneri gestionali ne penso bene....se fatti lavorare nel giusto contesto....
Comparandoli ad un laureato in economia....sono molto più "forti" nelle analisi sull'organizzazione della produzione e sull'organizzazione del lavoro in genere...
Sono più "deboli" sugli aspetti finanziari ed economici....

Beh fidati che esami duri non sono solo quelli da me elencati..
Adesso non c'é più la propedeuticità ma ci sono un numero di crediti annuali da raggiungere.. In più professori che se non hai dato l'esame x non ti fanno dare il loro..
Secondo me era meglio quando ti imponevano gli esami da dare.. Almeno avevi l'obbligo di prepararlo subito..
Mentre ora i più difficili spesso sono tenuti alla fine..

Qual é il posto giusto dove inserirli secondo te??
 
F

Felix73

Guest
Martina, mi fido :)

In merito agli ingegneri gestionali, e nel mio contesto lavorativo, il loro compito è quello di "radiografare" i processi produttivi e di porre in essere modelli di ottimizzazione.
La loro mission è quella di essere dei veri consulenti "interni" per i direttori di produzione (oltre 100 figure sparse in tutto il territorio nazionale), soprattutto per processi produttivi nuovi e "non standard".
 

sweetmartina

New member
Martina, mi fido :)

In merito agli ingegneri gestionali, e nel mio contesto lavorativo, il loro compito è quello di "radiografare" i processi produttivi e di porre in essere modelli di ottimizzazione.
La loro mission è quella di essere dei veri consulenti "interni" per i direttori di produzione (oltre 100 figure sparse in tutto il territorio nazionale), soprattutto per processi produttivi nuovi e "non standard".

Un gran bel lavoro.. :)
 

rodolfo74

Member
Italia rispetto all'estero: in termini di preparazione media, nonostante tutto, siamo ancora difficilmente superabili.
In cosa ci differenziamo? Nelle opportunità...e nella mancanza di strategie per i giovani (anche e soprattutto a livello politico)...e per le imprese....
Si è detto da tanti che da noi i giovani guadagnano meno: vero. Un neo-laureato italiano ha un NETTO ricevuto decisamente inferiore rispetto ad un collega tedesco.
Peccato che, però, ed è qui la distorsione maggiore, costi all'azienda italiana più o meno come a quella tedesca. Perchè? Per il carico contributivo, di tasse e balzelli vari, ....in parole povere...per il cosiddetto "cuneo fiscale".

Non entro nel merito delle nuove generazioni "fannullone".... restie a sporcarsi le mani....
In parte può essere vero....ma i il vero problema nel nostro paese è la mancanza di una strategia chiara, lungimirante, perseverante, per le nostre generazioni future....(dalla scuola...al lavoro...)....
Il rischio...e sta già avvenendo....è quello di creare solo nuove "classi" di futuri emigranti.....e non è una bella prospettiva...

Un saluto

Tutto vero ... con la conseguenza che prodotti e servizi italiani costano di più (non solo per il cuneo fiscale ma anche per la tassazione assurda e la visione miope basata ancora, in materia fiscale-contributiva, sui formalismi e le conseguenti sanzioni sommate alle perdite di tempo e di danaro) e spesso sono meno innovativi e fuori mercato ... le imprese chiudono, falliscono o vanno all'estero (anche per i ritardi nei pagamenti e le lentezze burocratiche)... le imprese estere si tengono ben lontane dall'Italia e ... la soluzione politica è sempre la stessa: maggiori tasse, maggiori controlli (spesso solo formali) e ulteriori sprechi:(

Un cane che si morde la coda ... ma bisogna comunque non darsi per vinti.
 

k863

Member
No Martina, forse mi sono spiegato male io. Per selezioni intendo quelle che faccio io nella mia azienda per i candidati che si presentano con l'obiettivo di lavorare nel mio team ( Controllo di Gestione in una multinazionale). Spesso non hanno il livello di preparazione da me richiesto.

Il mio discorso era generale...non discuto sul fatto che tu viva una realtà diversa.
Ti posso però assicurare che "ai miei tempi" (che brutta frase... :D ) le difficoltà che tu hai citato erano presenti per tutti gli esami del biennio, con l'aggiunta della "propedeuticità"...e cioè...se non davi "obbligatoriamente" quegli esami...non andavi da nessuna parte....non potevi dare gli esami dell'anno successivo...e per molti di noi...con l'ansia "del militare".... cioè si traduceva nel rischiare di dover partire recluta....:)

Degli ingegneri gestionali ne penso bene....se fatti lavorare nel giusto contesto....
Comparandoli ad un laureato in economia....sono molto più "forti" nelle analisi sull'organizzazione della produzione e sull'organizzazione del lavoro in genere...
Sono più "deboli" sugli aspetti finanziari ed economici....

P.s. Marina...grazie...figurati ....pensa che io ammiro chi si occupa di paghe....con la "snellissima" legislazione e normativa italiana in merito....penso che fare un cedolino sia più difficile che scrivere un trattato di fisica quantistica....

Anche ora esistono gli esami propedeuci e se non superi ti faccio un esempio psicologia corso base non puoi affrontare psicologia corso avanzato, anche se entrambe le materie sono nello stesso anno accademico. Come anche oggi nella mia facolta' non puoi affrontare esami del secondo anno se non hai passato quelli del primo e se non hai superato un certp numero di esami vieni considerato " ripetente"
 
F

Felix73

Guest
Grazie per gli approfondimenti k863.

Rodolfo: la sfida è rompere questo circolo perverso... se poi pensi che una tassa come l'IRAP, insultata da tutti ma sempre presente nelle nostre normative fiscali ormai da decenni e sebbene "depontenziata" rispetto al passato, colpisce soprattutto le imprese "labour intensive"......a me qualche volta viene da sorridere quando sento di politiche per incentivare l'occupazione....

Martina: si, penso sia un bel lavoro....e sicuramente rappresenta una parte importante per chi fa Controllo di Gestione... (sbaglio...ma..vado a memoria...tu sei una "collega"...futura aziendalista...giusto? )
 

pmanlio

Active member
Quante verità sui costi del lavoro che gravano enormente sulle imprese e poi mettiamoci pure che oggi le banche sono davvero bastarde anzi bastarde al quadrato ^_^

Esatto, si ritorna al punto di partenza.. è il sistema che non va..

Il mio discorso era generale...non discuto sul fatto che tu viva una realtà diversa.
Ti posso però assicurare che "ai miei tempi" (che brutta frase... :D ) le difficoltà che tu hai citato erano presenti per tutti gli esami del biennio, con l'aggiunta della "propedeuticità"...e cioè...se non davi "obbligatoriamente" quegli esami...non andavi da nessuna parte....non potevi dare gli esami dell'anno successivo...e per molti di noi...con l'ansia "del militare".... cioè si traduceva nel rischiare di dover partire recluta....:)

Secondo me era meglio quando ti imponevano gli esami da dare.. Almeno avevi l'obbligo di prepararlo subito..
Mentre ora i più difficili spesso sono tenuti alla fine..

Aver fatto saltare le propedeuticità è stato uno dei colpi più pesanti inflitti alla qualità dello studio, ho visto gente fare salti pindarici senza senso.. come se uno studiasse le tabelline solo dopo aver fatto le moltiplicazioni e le divisioni..

Anche ora esistono gli esami propedeuci [..]

Meglio così..

Invece un grosso passo avanti è stata la tesi di laurea intermedia.. spesso gli studenti dopo averla fatta hanno preso a 'volare' con gli studi: si è rivelata uno strumento di insegnamento del metodo di lavoro/studio di altissimo livello..

Personalmente ho seguito tesisti triennali poi divenuti quinquennali.. l'essere seguiti in modo personale in una esperienza simile gli ha dato moltissimo per il seguito del loro percorso formativo..

Manca però un legame con l'industria, e si vede..

In merito agli ingegneri gestionali, e nel mio contesto lavorativo, il loro compito è quello di "radiografare" i processi produttivi e di porre in essere modelli di ottimizzazione.
La loro mission è quella di essere dei veri consulenti "interni" per i direttori di produzione (oltre 100 figure sparse in tutto il territorio nazionale), soprattutto per processi produttivi nuovi e "non standard".

Bhè.. è quello che hanno studiato.. ;)

Un salutone!
Manlio
 
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