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msc orchestra 26 giugno 3 luglio 2016 mediterraneo orientale

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

andrea72

New member
penso di fare cosa gradita alle persone che faranno la crociera nelle prossime settimane, inserendo il mio diario nella apposita sezione, ed anche qui, perché non sono sicuro di averlo fatto correttamente di là....

Crociera 26 giugno 2016 – 3 luglio 2016
BARI:
visita alla città vecchia: tempo complessivo impiegato 2 ore e mezza; bellezza dell’escursione da 0 a 10: 8.
sbarcati dalla nave, è possibile raggiungere la città vecchia a piedi in circa 15/20 minuti; giunti in prossimità delle mura, con il molo alle spalle, ci si dirige a sinistra e si prosegue costeggiando le mura fino ad incontrare il varco da cui si accede alla basilica di S. Nicola.
Esempio straordinario di architettura romanica pugliese, colpisce per l’elegante austerità degli interni, la navata centrale caratterizzata da enormi contrafforti che scandiscono gli spazi; bellissimo anche il ciborio che sovrasta l’altare.
La cripta è un piccolo tesoro di arte e di fede; lascia stupiti, tra le altre cose, la plasticità delle figure ritratte sui capitelli romanici delle colonne, animali ed esseri mitologici; l’atmosfera è resa suggestiva dal fatto che il corpo del santo, ivi conservato, è venerato anche dai fedeli di confessione cristiana ortodossa (S. Nicola è il santo patrono protettore di Grecia e Russia), culto che si esprime nella presenza, all’interno della cripta, di preziose icone, di un altare, e dei fedeli ortodossi raccolti in preghiera tra i banchi.
Per giungere alla Cattedrale di S. Sabino si attraversano i vicoli della citta vecchia, colorati ed animati; vi potete incontrare le classiche signore di mezza età che, sedute all’aperto, preparano a mano, su tavolini di legno, le orecchiette, con abilità stupefacente derivante dalla lunga abitudine a compiere un gesto ripetitivo; i gruppetti di uomini raccolti attorno ad un tavolo a giocare a carte o a discutere tra loro, i ragazzotti che attraversano i vicoli a bordo dei loro scooter, i negozi di frutta e verdura che espongono la loro merce all’esterno, ed i negozietti di souvenir.
La cattedrale di S. Sabino è un altro esempio di architettura romanica; meno affascinante, forse, rispetto a S. Nicola, ma ugualmente caratterizzata da interni sobrii ed eleganti, con una cripta barocca che raccoglie le spoglie di S. Sabino e di Santa Colomba di Sens.

Katakolon
Visita ad Olimpia: tempo complessivo impiegato 3 ore e mezza: bellezza dell’escursione: 9
Olimpia è facilmente raggiungibile da Katakolon, che altro non è che un piccolo paesino in prossimità dello scalo delle navi da crociera, con un’unica viuzza di negozietti e ristoranti.
Appena usciti dal porto, proprio all’inizio della via principale del paese trovate alcune agenzie che, al costo di 10 euro andata e ritorno (8 euro i bambini), vi portano fino ad Olimpia in autobus dotato di aria condizionata (Olimpia è distante una trentina di chilometri, durata del trasferimento mezz’ora circa), e dopo circa 2 ore vi riportano indietro.
Lungo la strada per Olimpia si rimane colpiti dal contrasto tra i mucchi di spazzatura abbandonata lungo i bordi delle strade, ed i colori intensi degli oleandri in fiore, rossi, rosati, bianchissimi.
Olimpia è un sito archeologico ben tenuto, che merita assolutamente una visita.
E’ possibile acquistare il biglietto di accesso al museo ed agli scavi archeologici, direttamente presso la biglietteria del museo, al prezzo di 12 euro (i bambini non pagano).
Assolutamente imperdibile la visita al museo, per almeno due motivi: il primo è lo straordinario salone centrale che conserva i resti delle statue dei due frontoni del tempio di Zeus, distrutto nell’antichità da un disastroso terremoto (statue che riproducono rispettivamente la lotta tra Centauri e Lapiti e la contesa tra Pelope ed Enomao).
Lo stato di conservazione delle statue (rispetto, ad esempio, a quelle del Partenone, conservate al Museo dell’Acropoli ad Atene) è notevole; straordinaria l’espressione di divina imperturbabilità del dio Apollo, al centro del gruppo dei Lapiti e dei Centauri, in assoluto contrasto con i volti animaleschi dei Centauri, personificazione del caos che minaccia l’ordine e la misura, principi fondanti della civiltà greca.
L’altro motivo è la presenza, tra le altre statue (ad esempio quella, in terracotta, rappresentante Zeus che rapisce Ganimede, oppure la Nike di Paeonius), di una scultura celeberrima di uno dei maggiori artisti dell’età classica greca, ovvero l’Ermes che tiene in braccio Dioniso fanciullo, opera di Prassitele del quarto secolo a.C.
E’ un’opera di perfezione ed eleganza assoluta: in particolare la figura di Ermes, che incrocia lo sguardo del piccolo Dioniso, risalta per l’equilibrio ed il bilanciamento delle forme, trasmettendo con la posa del corpo e l’espressione del volto, una sensazione di intensa serenità.
Usciti dal museo archeologico, si percorrono circa 400 metri per raggiungere le rovine del sito.
Abitato fin dal neolitico, ebbe il periodo di suo massimo splendore durante l’età classica, in quanto vi si celebravano ogni quattro anni i giochi in onore di Zeus, evento di tale importanza da divenire il criterio di misurazione del tempo nell’antichità.
Ben poco, in realtà, rimane in piedi; non è facile, guardando l’unica colonna del tempio di Zeus (tempio che custodiva una delle sette meraviglie del mondo antico, ovvero la gigantesca statua di Zeus fatta di marmo, oro ed avorio opera del celebre scultore Fidia), immaginare la struttura originaria; lo stesso può dirsi del vicino tempio di Era (ove erano conservate le corone di alloro con le quali venivano cinti i vincitori delle gare); tuttavia il sito merita una visita soprattutto per l’atmosfera particolare che vi si respira.
Si avverte nell’aria una energia particolare, che infonde un senso di benessere non facilmente spiegabile; chiudendo gli occhi si possono quasi udire le urla di incitamento del pubblico assiepato attorno allo stadio, vedere lo sforzo degli atleti impegnati nella lotta, pugilato, salto in lungo, lancio del peso, tiro con l’arco, e gioire con loro per la celebrazione dei vincitori, considerati quasi semidei da venerare, le cui gesta venivano immortalate da poeti della grandezza di Pindaro.

Santorini
Visita ad Oia: tempo complessivo dell’escursione 4 ore; bellezza 9.
La tappa di Santorini è caratterizzata da alcune accortezze “logistiche”.
Siccome lo sbarco a terra avviene tramite le lance, non potendo le navi attraccare direttamente al porticciolo di Fira, capoluogo dell’isola, è consigliabile munirsi dei biglietti per sbarcare quanto prima possibile, ed evitare in questo modo anche le file di persone alla teleferica che porta dal porticciolo alla cittadina, situata sulla sommità del bordo del (ex) vulcano.
Quindi sveglia all’alba: munitevi di macchina fotografica ed aspettate l’alba sul ponte della nave; vale la pena immortalare il sole che spunta da dietro il bordo della montagna, e pian piano illumina la caldera sottostante.
Una volta sbarcati e presa la funivia che in pochi minuti di porta in cima, recatevi presso la stazione degli autobus (circa dieci minuti a piedi dall’arrivo della funivia, è facile arrivarci e comunque gli isolani vi forniranno le indicazioni del caso), e prendete l’autobus con direzione Oia (che si pronuncia “ia”).
La visita di questo paesino, situato all’estremità nord dell’isola (in autobus ci vuole circa mezz’ora, costo 1.4 euro a persona) è giustificata dal fatto che la stragrande maggioranza delle fotografie “tradizionali” di Santorini si possono fare qui, e non altrove.
Il contrasto di colori è emozionante: il bianco accecante delle case, l’azzurro delle cupole delle piccole chiese ortodosse, il blu profondo del mare, i colori ocra acceso, nero e marrone, di diverse tonalità, delle pendici vulcaniche, creano un impasto indimenticabile.
Se esistesse un paradiso per una macchina fotografica (e per un fotografo che cerchi questa tipologia di immagini paesaggistiche), è proprio questo.
Vi sono vari punti panoramici disseminati lungo il paese di Oia; solitamente, rispetto alla viuzza centrale, è necessario infilarsi nelle stradine laterali che portano verso il bordo del vulcano: da lì si aprono scorci fantastici con le abitazioni a picco sul mare.
Il consiglio è quello di non fermarsi soltanto nei due / tre punti più frequentati, ma di girare per il paesino alla ricerca di prospettive nuove, vicoli dimenticati e vedute mozzafiato sulla baia e gli isolotti circostanti.

Atene
Visita dell’Acropoli e del Museo dell’Acropoli; tempo complessivo impiegato 4 ore; bellezza 10.
Dopo l’arrivo al porto del Pireo, la visita dell’Acropoli può essere effettuata in perfetta autonomia.
All’uscita dal gate trovate la stazione dei taxi, che per pochi euro (5) vi portano al capolinea della metro linea verde, stazione Pireus; da lì, in circa 25 minuti (cambiando alla stazione di Omonias e prendendo la linea rossa) sarete in centro, fermata Akropolis.
Appena usciti dalla metropolitana, il consiglio è quello di recarsi subito a visitare l’Acropoli, per evitare la calura delle ore centrali del giorno e l’affollamento di persone.
I monumenti da visitare sono principalmente cinque: il teatro di Dioniso, il teatro di Erode Attico, i Propilei, l’Eretteo con la cella delle Cariatidi ed il Partenone; il costo del biglietto è di 20 euro, i bambini non pagano.
Ben poco rimane del teatro di Dioniso, storicamente celebre per essere stato il primo palcoscenico in cui si rappresentarono, fin dal VI secolo a.C., le opere dei più famosi autori della tragedia e commedia classica, mentre meglio conservato è il teatro di Erode Attico, edificato nel secondo secolo d.C., tuttora utilizzato per rappresentazioni.
L’accesso all’acropoli, ovvero alla parte alta della città originaria, avviene attraverso la straordinaria struttura architettonica dei Propilei, un insieme di gradoni, colonne, soffitti pensato per compensare il dislivello del terreno ed introdurre il visitatore alla grandiosità dei templi dell’acropoli, in particolare il Partenone e l’Eretteo.
Superati infatti i Propilei, si giunge nella spianata sulla quale campeggia, a destra, il Partenone.
Il lato ovest è tuttora interessato da lavori di ristrutturazione, con ponteggi e gru che, per la loro antiesteticità, sconsigliano le fotografie; è consigliabile, invece, costeggiare tutto il tempio (la visita è possibile soltanto all’esterno), e recarsi sul lato est, dove, con un grandangolo (non più di 14 mm), si riesce ad immortalare tutta la sontuosa grandiosità della struttura.
L’Eretteo si trova sulla sinistra rispetto all’ingresso dai Propilei, è un tempio in stile ionico, anch’esso visitabile dall’esterno, celebre per la loggia delle Cariatidi (si tratta di copie, gli originali sono conservati presso il museo dell’Acropoli), e per aver conservato la testimonianza della contesa tra Atena e Poseidone.
Le due divinità si contendevano il privilegio di divenire il patrono della città di Atene; Atena aveva offerto come dono l’ulivo, Poseidone un cavallo fuoriuscito da una polla di acqua marina; ancora oggi, a fianco del tempio, cresce un ulivo, a ricordo del favore che la città riconobbe alla figlia di Zeus.
Ad Atena, Parthenos, ovvero fanciulla, è appunto dedicato il Partenone, edificato in ordine dorico; quanto rimane dei fregi, delle metope e delle sculture dei due frontoni è conservato presso il Museo dell’Acropoli.
Terminata la visita all’Acropoli, si scende attraversando di nuovo i Propilei (con una veduta straordinaria sulla sottostante antica Agorà, sull’Areopago e sulla città moderna), si ritorna verso la fermata della metro.
Il museo si trova proprio in prossimità di quest’ultima, ed è ben visibile dalla strada la sua struttura moderna.
La visita del museo (costo del biglietto 5 euro) è il logico corollario della visita all’Acropoli.
In esso infatti vi sono conservati in primo luogo i resti delle statue che riempivano i frontoni del tempio (che riproducevano rispettivamente la nascita di Atena e la contesa tra Atena e Poseidone), le metope ed i fregi, buona parte dei quali, tuttavia, in copia, trovandosi gli originali presso il British museum a Londra.
Vi sono conservati anche i resti delle statue dei frontoni del Partenone nella versione più antica (ovvero quella più arcaica, che precedette l’attuale Partenone edificato nell’età di Pericle), caratterizzate da una vivezza e plasticità uniche.
Il Museo conserva inoltre alcuni degli esempi più celebri della scultura classica greca, in particolare del secolo VI a.C.; il Moscoforo (“portatore di vitello”), il cavaliere Rampin, diverse “Korai” di splendida fattura.
Come già detto vi sono inoltre conservate le cinque Cariatidi originali (una è andata perduta); consiglio di fotografarle non solo di fronte, ma anche dal retro, per la bellissima resa della loro elaborata capigliatura.
All’ultimo piano del Museo si trovano anche degli interessanti modellini che riproducono il Partenone, come era stato concepito e fatto costruire sotto la supervisione di Fidia, nonché i gruppi marmorei che riempivano i due frontoni.

Corfù
Visita dell’isola; tempo complessivo 4 ore; bellezza 7 e ½
Per la visita di Corfù, isola piuttosto estesa, è consigliabile, per una volta, servirsi delle escursioni organizzate dalla nave, per quanto il costo sia particolarmente elevato (a partire da 130 euro per una famiglia con due adulti e due bambini …).
Una possibile escursione è quella che, partendo dal porto, si dirige verso il lato ovest dell’isola, per ammirare la splendida baia di Paleokastritsa ed il paesino di Lakones; per gli amanti della classicità, Paleokastritsa è la baia in cui Nausicaa, figlia del re dei Feaci, avrebbe soccorso Ulisse dopo il naufragio della sua nave, conducendolo alla corte del padre Antinoo.
La baia è spettacolare, per i colori della vegetazione e dell’acqua, e per la particolare conformazione della zona; è possibile, durante la sosta di circa un’ora, salire su una delle tante barchette che vi accompagneranno, al prezzo di 8 euro a testa, a visitare alcune grotte marine; una di queste, in particolare, merita una fotografia: la barca si fermerà in un punto in cui la luce penetra attraverso una cavità marina e colora l’acqua di un turchese intenso.
Risaliti in autobus, ci si dirige verso il paesino di Lakones, situato sulla sommità della baia, dal quale si gode di un panorama mozzafiato sulla costa ionica dell’isola, dopodichè si fa ritorno alla nave.

Kotor
Visita della città di Kotor; tempo complessivo 2 ore; bellezza 8.
La visita della cittadina di Kotor è preceduta dalla navigazione attraverso il lungo fiordo che conduce dal mare aperto fino alla fine dell’insenatura naturale.
Anche in questo caso merita assolutamente svegliarsi all’alba per godersi il panorama e la navigazione; il fiordo penetra infatti attraverso le verdi pendici delle montagne circostanti, e l’arrivo della nave, all’alba, in prossimità di Kotor, è un momento unico e da non perdere.
La cittadina è facilmente raggiungibile a piedi, dopo essere scesi dalla lancia che vi porta dalla nave al porticciolo.
La città è molto ben conservata e ben tenuta; merita una visita la cattedrale di s. Trifone dell’XI secolo d.C., soprattutto per la collezione di reliquiari, paramenti ed altre opere d’arte conservata al piano superiore, cui si accede da una scalinata alla base della navata sinistra.
Altrettanto meritevole di visita è il museo marittimo, che conserva un buon numero di testimonianze (modellini di navi, strumenti per la navigazione, mappe) della cultura marinara del luogo, per secoli sotto il potere della Repubblica Serenissima di Venezia.
Per gli amanti della fotografia, sono molto belli gli scorci tra le viuzze, così come il panorama che si può ammirare percorrendo le lunghissime mura a protezione della città.
 
Ultima modifica:

agra

Active member
Ciao mi è piaciuto molto il tuo diario tutto incentrato sulle escursioni. Sono d'accordo con te su quanto scritto. Mi riservi di dissentire solo sul fatto delkevescursioni a Corfù che secondo me sono fattibjlissime anche in autonomia perché l'ho sperimentato già due volte. Comunque grazie per il tuo contributo al forum e attendiamo le foto , di cui ci hai raccontato.

angela
 

LauPaoLivi

New member
Grazie mille per il tuo diario!!
Faremo questa crociera dal 14 al 21 agosto! Abbiamo una bimba di 20 mesi, dici che le escursioni sono fattibili anche con il passeggino??

Grazie mille
Laura
 
Stato
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