Re: Royal Caribbean dà più spazio al Mediterraneo
Intervista rilasciata dal Vicepresidente di Royal Caribbean Robin Shaw.
06 novembre 2007
Royal Caribbean punta sull’Italia (da IL SECOLO XIX)
Francesco Ferrari
«Crediamo nel Mediterraneo. E crediamo nei porti italiani: vogliamo dialogare con loro, capire come crescere insieme. Il pubblico del vostro paese si sta lentamente affezionando alle nostre navi, e si tratta in massima parte di una clientela giovane e sportiva». Robin Shaw è il nuovo vice presidente europeo di Royal Caribbean, secondo polo crocieristico al mondo. È lui a svelare al Secolo XIX obiettivi e strategie del gruppo.
Royal Caribbean è un marchio molto forte nel mercato nord europeo. Quali strategie intende seguire per crescere anche nei paesi del Sud, e in particolare in Italia?
«Royal Caribbean è innanzitutto un brand globale. È a livello globale infatti che ci posizioniamo in maniera forte, riconoscibile e riconosciuta come marchio sinonimo di innovazione, vacanza ideale per famiglie e che propone infinite attività: basti pensare che i nostri competitor principali sono i resort a terra. In Sud Europa intendiamo rafforzare la nostra strategia aumentando il posizionamento di navi delle nostre flotte, prendendo in considerazione sempre più porti potenziali nei quali fare scalo in futuro».
Fra poco più di un anno prenderete in consegna la prima gigantesca nave della classe Genesis, confermando una filosofia in controtendenza rispetto ai concorrenti. Pensa che navi di queste dimensioni potranno trovare spazio in futuro anche nel Mediterraneo?
«Non dobbiamo dimenticare che già oggi portano il nostro marchio le navi più grandi del mondo. Quando abbiamo inaugurato Voyager of the Seas non avremmo mai pensato di portarla in Mediterraneo: oggi sta terminando con grande successo la sua seconda stagione tra Italia, Malta, Spagna e Francia. E l’annuncio che il prossimo anno Independence of the Seas, la terza gemella della Classe Freedom – le navi attualmente più grandi del mondo – verrà inaugurata e subito posizionata in Europa non fa che confermare questo trend e garantirne la validità. L’evoluzione della tipologia delle nostre navi non è determinata dal voler costruire prototipi sempre più grandi, ma dal voler rispondere in maniera adeguata alle richieste del mercato. Navi di dimensioni più grandi offrono più opzioni di intrattenimento e relax, più spazio per ospite, più servizio. Abbiamo introdotto nel settore crocieristico la prima pista da pattinaggio sul ghiaccio, la prima parete da freeclimbing, la prima onda per il surf, il primo powerbox ring. E per poter offrire sempre più libertà di scelta e soddisfare i nostri clienti, abbiamo dovuto aumentare le dimensioni delle nostre navi: la ricchezza di offerta ha determinato le dimensioni, e non viceversa. E tutto garantendo sempre il massimo livello di servizio: la qualità cresce di pari passo con le dimensioni».
Nessun problema di accesso ai porti, con navi così grandi?
«Naturalmente il posizionamento di navi come quelle della Classe Voyager, Freedom e in futuro Genesis implicano anche costanti studi legati alla fruibilità dei porti: il nostro dipartimento di marine operations si confronta regolarmente con le autorità portuali nel mondo intero, al fine di individuare le soluzioni di scalo più adeguate alle nostre navi più grandi, valutando contemporaneamente le opportunità di sviluppo futuro».
Ilvostro obiettivo dichiarato è quello di portare a bordo delle vostre navi un pubblico sempre più giovane. Ci state riuscendo?
«In Italia nel 2006 – non abbiamo ancora i dati relativi al 2007 – l’età media dei nostri crocieristi è stata la più bassa d’Europa: meno di 40 anni»
Quali migliori opportunità offre, oggi, il bacino mediterraneo rispetto alle tradizionali mete dei Caraibi?
«I livelli di crescita nei mercati europei sono attualmente molto forti. Consideriamo opportunità di ulteriore sviluppo il fatto che la penetrazione della vacanza in crociera in Europa sia ancora meno della metà di quella degli Stati Uniti. “Cruising is here to stay…” e sono certo che continueremo a crescere. Sicuramente ci troviamo ad affrontare le sfide dei viaggi a lungo raggio e del relativo impiego di tempo e denaro necessari a realizzarli. Ma sempre più persone desiderano scoprire i tesori del Mediterraneo».
Che tipo di rapporto pensa di instaurare con i porti italiani?
«In Italia contiamo già sul grande supporto delle locali autorità portuali nei confronti dei nostri marchi Royal Caribbean International, Celebrity Cruises e, per il prossimo anno, Azamara Cruises. Anche se al momento la nostra presenza in Italia è limitata, è comunque in costante incremento, ci aspettiamo di continuare a crescere rapidamente come stiamo effettivamente facendo in tutta Europa. Le migliori relazioni con le Autorità portuali, quelle ottime relazioni sulle quali contiamo attualmente e che intendiamo continuare a sviluppare, sono fondamentali per la nostra crescita».