MissM
New member
Ciao a tutti i crocieristi,
il nostro viaggio è iniziato con una settimana a New York, passata tra shopping e visite dei più importanti musei e attrazioni, dopo la quale ci siamo spostati, per mezzo aereo, ad Orlando per visitare i parchi divertimento della Universal Studios. Inoltre ad Orlando abbiamo avuto l’occasione di provare l’esperienza di iFly che simula la caduta libera da grandi altezze, infatti è descritta come “indoor skydiving” cioè “paracadutismo al chiuso” : questa attrazione sarà anche presente nelle future navi di classe Quantum della compagnia di crociera Royal Caribbean.
Una volta godute le esperienze adrenaliniche abbiamo fatto tappa a Miami e, dopo una breve visita della città e della famosa spiaggia, è arrivata l’ora di recarsi al Port of Miami per imbarcarsi per la crociera di 4 notti a bordo della Majesty of the Seas.
1° Giorno – Imbarco a Miami, partenza e navigazione verso Cococay
Ci rechiamo al porto all’una per sbrigare le pratiche di imbarco, agevolate dalla nostra appartenenza al livello Gold del gruppo Crown and Anchor grazie alla precedente crociera nel mediterraneo a bordo della Mariner of the Seas. L’ingresso nella nave, come la volta scorsa, è carico di emozioni ed aspettative per le innumerevoli esperienze che ci aspettano : vogliamo che questa sia una vacanza indimenticabile.
La differenza con le crociere in Europa ci appare subito evidente e manifesta infatti gli Americani, imbarcatisi poco prima di noi, sono già pronti a fare festa : a nessuno manca il classico drink che sia una birra ghiacciata od un cocktail variopinto e l’atmosfera è riscaldata da tutti gli ospiti che non riescono a contenere l’irresistibile desiderio di ballare su qualsiasi melodia esotica venga suonata dagli esperti musicisti sui vari ponti. La nave, benchè sia la più piccola della compagnia, risulta moderna e non è difficile immaginare l’effetto che facesse venti anni fa quando si fregiava del titolo di “nave più grande del mondo”. Arrivati nella stateroom 9026, più ampia delle stateroom esterne omologhe ai ponti inferiori, apprezziamo subito di aver scelto l’opzione Ocean View Superior : la grande finestra che si apre sulla fiancata ci permette di assaporare a pieno il panorama dello skyline di Miami e ci fa pregustare gli scorci di cui godremo alle Bahamas. Ci dirigiamo dunque al Windjammer per un veloce spuntino e apprezziamo ancora una volta la varietà e la qualità dei cibi preparati dallo staff sempre professionale di Royal Caribbean. Dopo aver mangiato torniamo in camera e effettuiamo la prova obbligatoria di evacuazione della nave, dopo di che ci rechiamo subito al ponte piscine per “Goodbye Miami Pool Party”. Anche in quest’occasione gli ospiti sono allegri e divertenti e ci rendono facile entrare nel mood che ci garantirà un felice soggiorno a bordo. Lo skyline, che già avevamo apprezzato in cabina, risulta ancora più magico dall’alto dell’ultimo deck e, a babordo, possiamo apprezzare la vista della spiaggia nota come “South Beach” che, come un nastro bianco, si stende tra Miami e l’oceano. Dopo lo spettacolo di benvenuto andiamo al ristorante “Moonlight Diner” al deck 3 dove, come ogni sera alle 21, ci aspetta il nostro tavolo e conosciamo quelli che saranno i nostri commensali per il resto del soggiorno. Grazie all’attenzione posta dall’organizzazione ci troviamo al tavolo con i nostri connazionali, felici di conversare nella nostra lingua madre dopo diverse settimane. Dopo l’ottima cena e una passeggiata per la nave ci ritiriamo nella nostra stateroom a goderci del meritato riposo e a sognare la prima meta, Cococay.
2° Giorno – Sbarco in rada a Cococay, Bahamas
Dopo una veloce ma ricca colazione ci affrettiamo verso la gangway per essere sicuri di salire sul primo traghetto verso Cococay, l’isola privata della compagnia Royal Caribbean, poiché alle 9 ci aspetta l’escursione per Stingray City. Effettivamente alzarsi presto o, come dicono spesso gli americani, essere “the early bird” paga e troviamo l’isola ancora deserta fatta eccezione per il personale che già aveva aperto tutti gli stand. Essendo quindi in anticipo possiamo dunque goderci un po’ di relax e organizzarci per affittare delle mute. Alle 9, dopo un briefing iniziale in cui ci spiegano “Do’s and Don’t's” ovvero come comportarsi con le stingray, ci imbarchiamo su un motoscafo e in un quarto d’ora siamo a Stingray City. Quest’ultima altro non è se non una zona di acqua bassa popolata dalle stingray recintata a largo di una delle numerose isole che compongono l’arcipelago delle Berry Islands. Appena entrati nell’area recintata distinguiamo le prime stingray che ci si avvicinano senza timore e abbiamo l’opportunità di accarezzarle, tenerle in braccio e nutrirle con dei calamari. Le stingray sono molto socievoli con noi e spesso ci sfiorano la schiena o piedi, suscitando momenti di ilarità da parte degli avventurieri meno “avventurosi”. L’escursione dura circa un’ora dopo di che siamo pronti per tornare e goderci il paradiso che è Cococay.
Purtroppo durante la nostra assenza la spiaggia ha iniziato a popolarsi in seguito anche all’arrivo di un’altra nave della compagnia ma noi, già preparati poiché lo abbiamo letto su internet in una recensione americana, ci dirigiamo subito alla spiaggia nota come “Barefoot Beach” : una zona meno affollata raggiungibile camminando lungo la spiaggia. Ci dicono che in questa zona, nell’acqua bassa, è possibile incontrare dei piccoli squali ma noi non abbiamo verificato. Con i nostri materassini presi in affitto passiamo la mattinata in acqua chiacchierando anche con la Cruise Director Simona, anche lei italiana, che incontriamo casualmente in spiaggia. Intorno alle 14 ci ricordiamo di doverci affrettare per andare a pranzo poiché il buffet, organizzato sulla spiaggia dallo staff della nave, chiude alle 14 e 30 per permettere allo staff di sistemare il tutto e riportare il necessario sulla nave. Purtroppo essendo arrivati tardi troviamo il buffet in chiusura e dobbiamo accontentarci delle poche cose rimaste, principalmente hamburger e hot dog. Dopo un altro po’ di relax sui nostri lettini cediamo al richiamo dello staff che gira per l’isola proponendo simpaticamente il cocktail di arancia, ananas, papaya e cocco con rum denominato “Cocoloco”, contenuto in uno speciale bicchiere con il logo dell’isola. Il sapore è davvero squisito ed è fruibile anche per gli astemi chiedendo un Virgin Cocoloco che non contiene rum ma noi scegliamo la versione “aromatica” prendendone però solo uno in due vista la grandezza del bicchiere e la quantità di alcool. Purtroppo è l’ora di lasciare l’isola ma, vista la fila immensa, decidiamo piuttosto di prendere l’ultimo traghetto e, invece di fare la fila, ci sdraiamo comodamente sulle amache in mezzo alle palme proprio accanto al porticciolo dove attracca il traghetto : in questo modo possiamo tenere sotto controllo la fila ed essere sicuri di prendere l’ultimo traghetto senza però stare in piedi sotto al sole ma anzi, rilassandoci e godendoci appieno le attrattive dell’isola. L’idea paga ed in effetti prendiamo l’ultimo traghetto senza fare la fila e senza stress. Tornati sulla nave, dopo un breve riposo, ci prepariamo per la serata di gala soffrendo un po’ a causa delle scottature che ci siamo procurati lo stesso giorno a Cococay : il sole delle Bahamas è forte e forse avremmo dovuto mettere la crema solare con più cura. Ad ogni modo ci godiamo lo spettacolo serale che vede ospite un comico e, dopo la cena al consueto ristorante, facciamo una passeggiata per la nave e ci rechiamo in uno dei salotti che quella sera vede protagonista il Capitano e lo staff e sorseggiamo lo spumante che ci viene offerto mentre il Capitano ci racconta la storia della nave.
continua...
il nostro viaggio è iniziato con una settimana a New York, passata tra shopping e visite dei più importanti musei e attrazioni, dopo la quale ci siamo spostati, per mezzo aereo, ad Orlando per visitare i parchi divertimento della Universal Studios. Inoltre ad Orlando abbiamo avuto l’occasione di provare l’esperienza di iFly che simula la caduta libera da grandi altezze, infatti è descritta come “indoor skydiving” cioè “paracadutismo al chiuso” : questa attrazione sarà anche presente nelle future navi di classe Quantum della compagnia di crociera Royal Caribbean.
Una volta godute le esperienze adrenaliniche abbiamo fatto tappa a Miami e, dopo una breve visita della città e della famosa spiaggia, è arrivata l’ora di recarsi al Port of Miami per imbarcarsi per la crociera di 4 notti a bordo della Majesty of the Seas.
1° Giorno – Imbarco a Miami, partenza e navigazione verso Cococay
Ci rechiamo al porto all’una per sbrigare le pratiche di imbarco, agevolate dalla nostra appartenenza al livello Gold del gruppo Crown and Anchor grazie alla precedente crociera nel mediterraneo a bordo della Mariner of the Seas. L’ingresso nella nave, come la volta scorsa, è carico di emozioni ed aspettative per le innumerevoli esperienze che ci aspettano : vogliamo che questa sia una vacanza indimenticabile.
La differenza con le crociere in Europa ci appare subito evidente e manifesta infatti gli Americani, imbarcatisi poco prima di noi, sono già pronti a fare festa : a nessuno manca il classico drink che sia una birra ghiacciata od un cocktail variopinto e l’atmosfera è riscaldata da tutti gli ospiti che non riescono a contenere l’irresistibile desiderio di ballare su qualsiasi melodia esotica venga suonata dagli esperti musicisti sui vari ponti. La nave, benchè sia la più piccola della compagnia, risulta moderna e non è difficile immaginare l’effetto che facesse venti anni fa quando si fregiava del titolo di “nave più grande del mondo”. Arrivati nella stateroom 9026, più ampia delle stateroom esterne omologhe ai ponti inferiori, apprezziamo subito di aver scelto l’opzione Ocean View Superior : la grande finestra che si apre sulla fiancata ci permette di assaporare a pieno il panorama dello skyline di Miami e ci fa pregustare gli scorci di cui godremo alle Bahamas. Ci dirigiamo dunque al Windjammer per un veloce spuntino e apprezziamo ancora una volta la varietà e la qualità dei cibi preparati dallo staff sempre professionale di Royal Caribbean. Dopo aver mangiato torniamo in camera e effettuiamo la prova obbligatoria di evacuazione della nave, dopo di che ci rechiamo subito al ponte piscine per “Goodbye Miami Pool Party”. Anche in quest’occasione gli ospiti sono allegri e divertenti e ci rendono facile entrare nel mood che ci garantirà un felice soggiorno a bordo. Lo skyline, che già avevamo apprezzato in cabina, risulta ancora più magico dall’alto dell’ultimo deck e, a babordo, possiamo apprezzare la vista della spiaggia nota come “South Beach” che, come un nastro bianco, si stende tra Miami e l’oceano. Dopo lo spettacolo di benvenuto andiamo al ristorante “Moonlight Diner” al deck 3 dove, come ogni sera alle 21, ci aspetta il nostro tavolo e conosciamo quelli che saranno i nostri commensali per il resto del soggiorno. Grazie all’attenzione posta dall’organizzazione ci troviamo al tavolo con i nostri connazionali, felici di conversare nella nostra lingua madre dopo diverse settimane. Dopo l’ottima cena e una passeggiata per la nave ci ritiriamo nella nostra stateroom a goderci del meritato riposo e a sognare la prima meta, Cococay.
2° Giorno – Sbarco in rada a Cococay, Bahamas
Dopo una veloce ma ricca colazione ci affrettiamo verso la gangway per essere sicuri di salire sul primo traghetto verso Cococay, l’isola privata della compagnia Royal Caribbean, poiché alle 9 ci aspetta l’escursione per Stingray City. Effettivamente alzarsi presto o, come dicono spesso gli americani, essere “the early bird” paga e troviamo l’isola ancora deserta fatta eccezione per il personale che già aveva aperto tutti gli stand. Essendo quindi in anticipo possiamo dunque goderci un po’ di relax e organizzarci per affittare delle mute. Alle 9, dopo un briefing iniziale in cui ci spiegano “Do’s and Don’t's” ovvero come comportarsi con le stingray, ci imbarchiamo su un motoscafo e in un quarto d’ora siamo a Stingray City. Quest’ultima altro non è se non una zona di acqua bassa popolata dalle stingray recintata a largo di una delle numerose isole che compongono l’arcipelago delle Berry Islands. Appena entrati nell’area recintata distinguiamo le prime stingray che ci si avvicinano senza timore e abbiamo l’opportunità di accarezzarle, tenerle in braccio e nutrirle con dei calamari. Le stingray sono molto socievoli con noi e spesso ci sfiorano la schiena o piedi, suscitando momenti di ilarità da parte degli avventurieri meno “avventurosi”. L’escursione dura circa un’ora dopo di che siamo pronti per tornare e goderci il paradiso che è Cococay.
Purtroppo durante la nostra assenza la spiaggia ha iniziato a popolarsi in seguito anche all’arrivo di un’altra nave della compagnia ma noi, già preparati poiché lo abbiamo letto su internet in una recensione americana, ci dirigiamo subito alla spiaggia nota come “Barefoot Beach” : una zona meno affollata raggiungibile camminando lungo la spiaggia. Ci dicono che in questa zona, nell’acqua bassa, è possibile incontrare dei piccoli squali ma noi non abbiamo verificato. Con i nostri materassini presi in affitto passiamo la mattinata in acqua chiacchierando anche con la Cruise Director Simona, anche lei italiana, che incontriamo casualmente in spiaggia. Intorno alle 14 ci ricordiamo di doverci affrettare per andare a pranzo poiché il buffet, organizzato sulla spiaggia dallo staff della nave, chiude alle 14 e 30 per permettere allo staff di sistemare il tutto e riportare il necessario sulla nave. Purtroppo essendo arrivati tardi troviamo il buffet in chiusura e dobbiamo accontentarci delle poche cose rimaste, principalmente hamburger e hot dog. Dopo un altro po’ di relax sui nostri lettini cediamo al richiamo dello staff che gira per l’isola proponendo simpaticamente il cocktail di arancia, ananas, papaya e cocco con rum denominato “Cocoloco”, contenuto in uno speciale bicchiere con il logo dell’isola. Il sapore è davvero squisito ed è fruibile anche per gli astemi chiedendo un Virgin Cocoloco che non contiene rum ma noi scegliamo la versione “aromatica” prendendone però solo uno in due vista la grandezza del bicchiere e la quantità di alcool. Purtroppo è l’ora di lasciare l’isola ma, vista la fila immensa, decidiamo piuttosto di prendere l’ultimo traghetto e, invece di fare la fila, ci sdraiamo comodamente sulle amache in mezzo alle palme proprio accanto al porticciolo dove attracca il traghetto : in questo modo possiamo tenere sotto controllo la fila ed essere sicuri di prendere l’ultimo traghetto senza però stare in piedi sotto al sole ma anzi, rilassandoci e godendoci appieno le attrattive dell’isola. L’idea paga ed in effetti prendiamo l’ultimo traghetto senza fare la fila e senza stress. Tornati sulla nave, dopo un breve riposo, ci prepariamo per la serata di gala soffrendo un po’ a causa delle scottature che ci siamo procurati lo stesso giorno a Cococay : il sole delle Bahamas è forte e forse avremmo dovuto mettere la crema solare con più cura. Ad ogni modo ci godiamo lo spettacolo serale che vede ospite un comico e, dopo la cena al consueto ristorante, facciamo una passeggiata per la nave e ci rechiamo in uno dei salotti che quella sera vede protagonista il Capitano e lo staff e sorseggiamo lo spumante che ci viene offerto mentre il Capitano ci racconta la storia della nave.
continua...