Rodolfo
Super Moderatore
Sempre più frequenti gli attacchi hacker al trasporto marittimo. Per ora si tratta in genere di crear confusione nei sistemi di carico delle navi o di chiedere riscatti economici per ripristinari sistemi craccati. La sola Maersk, la più grande compagnia di trasporto container si calcola abbia subito fino ad ora, danni per 300 milioni di dollari a causa di interventi estranei ai propri sistemi informatici.
Fino a qui solo danni economici, ma se qualcuno si spingesse oltre, potrebbe causare anche danni catastrofici a qualsiasi nave; basta pensare a possibili attacchi terroristici. Le protezioni adottate dalle varie compagnie sono praticamente inesistenti e chiunque, attraverso semplici conoscenze, può entrare con un comune pc nei sistemi informatici e violarli.
In un convegno sul tema, un relatore con un comune pc, è riuscito in pochi minuti, davanti alla platea di partecipanti, a penetrare i sistemi di bordo di una nave che tranquillamente navigava nell'Adriatico, potendo, se avesse voluto, alterarne i dati di navigazione. E, secondo quanto riportato, la password per accedere ai sistemi della nave, era semplicemente "1234", quella impostata dall'azienda produttrice e mai modificata. Ritengo questo un caso limite, ma sappiamo benissimo fra gli episodi venuti alla luce, e quelli tenuti nascosti, che la "bravura" di queste persone supera anche le barriere più elaborate.
Sconvolgere i piani di carico di una portacontainer e far sì che i container più pesanti vengano caricati in "alto" invece che in "basso" potrebbe causare instabilità alla nave durante la navigazione con le presumibili conseguenze. Questo è solo un esempio, ma con un po' di fantasia se ne possono immaginare altri di interventi "letali".
Naturalmente tali atti possono spaziare in tutti i campi e colpire qualsiasi organizzazione informatica. Qualcuno è arrivato a dire che nel campo del trasporto aereo potrebbero diventare inutili tutti i sistemi di controllo sicurezza a terra, dal momento che, da un punto qualsiasi del pianeta, si può accedere ai sistemi di bordo di un aereo in pochi minuti e prenderne il controllo.
Fino a qui solo danni economici, ma se qualcuno si spingesse oltre, potrebbe causare anche danni catastrofici a qualsiasi nave; basta pensare a possibili attacchi terroristici. Le protezioni adottate dalle varie compagnie sono praticamente inesistenti e chiunque, attraverso semplici conoscenze, può entrare con un comune pc nei sistemi informatici e violarli.
In un convegno sul tema, un relatore con un comune pc, è riuscito in pochi minuti, davanti alla platea di partecipanti, a penetrare i sistemi di bordo di una nave che tranquillamente navigava nell'Adriatico, potendo, se avesse voluto, alterarne i dati di navigazione. E, secondo quanto riportato, la password per accedere ai sistemi della nave, era semplicemente "1234", quella impostata dall'azienda produttrice e mai modificata. Ritengo questo un caso limite, ma sappiamo benissimo fra gli episodi venuti alla luce, e quelli tenuti nascosti, che la "bravura" di queste persone supera anche le barriere più elaborate.
Sconvolgere i piani di carico di una portacontainer e far sì che i container più pesanti vengano caricati in "alto" invece che in "basso" potrebbe causare instabilità alla nave durante la navigazione con le presumibili conseguenze. Questo è solo un esempio, ma con un po' di fantasia se ne possono immaginare altri di interventi "letali".
Naturalmente tali atti possono spaziare in tutti i campi e colpire qualsiasi organizzazione informatica. Qualcuno è arrivato a dire che nel campo del trasporto aereo potrebbero diventare inutili tutti i sistemi di controllo sicurezza a terra, dal momento che, da un punto qualsiasi del pianeta, si può accedere ai sistemi di bordo di un aereo in pochi minuti e prenderne il controllo.