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"La crociera dei Maya" - Norwegian Getaway in cabina Studio

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

LeoEdre

Member
In occasione delle vacanze di Pasqua, nonché del mio compleanno, ho deciso di regalarmi la vacanza ahimé più costosa della mia vita finora, una crociera ai Caraibi in cabina Studio con Norwegian Getaway.
Devo premettere che queste cabine sono pubblicizzate come la soluzione ideale per i single che vogliono andare in crociera senza pagare il supplemento, ma la realtà è piuttosto diversa: il prezzo base infatti è molto alto per essere cabine interne, tanto che in definitiva costano poco meno di quello che costerebbe una interna normale con il supplemento del 100%. Inoltre le crociere Norwegian sono ormai vendute soltanto con la formula Premium All Inclusive, che comprende bevande alcoliche che io tra l'altro non consumo. In definitiva ho pagato 1675€ di sola quota crociera, a cui si aggiungono i voli diretti Milano Miami, i transfer e una notte in hotel a Miami Beach, quella sì con supplemento singola: non certo una vacanza low cost, come ho detto, ma un piacere che una volta nella vita ci si può concedere. Mi chiedo fin da subito se queste cabine Studio abbiano una qualità e un comfort che giustifichi la cifra spesa: avrò una risposta a questa domanda appena salito sulla nave e voi la avrete nel prossimo post.

L'itinerario della crociera, con partenza il 1 aprile è il seguente:

1. Miami
2. Navigazione
3. Roatan, Honduras
4. Harvest Caye, Belize
5. Costa Maya, Messico
6. Cozumel, Messico
7. Navigazione
8. Miami

Ho ribattezzato questa vacanza "La crociera dei Maya" perché, non essendo un amante del mare, ho concentrato quasi tutte le escursioni sulla scoperta di questo popolo precolombiano che di fatto non è mai scomparso, dato i discendenti abitano ancora quelle terre, parlano la loro lingua e si identificano in gran parte con la cultura dei loro antenati.

Giorno Zero

Il volo diretto da Milano a Miami sul nuovo Boeing 777 dura più di 10 ore durante le quali ci vengono serviti due pasti e una merenda, i posti delle classi economiche non sono mai comodi, ma si arriva a destinazione in perfetto orario, in un caldo pomeriggio americano. Un autista cubano mi porta all'hotel, l'Essex House sulla Collins Avenue. Si tratta di fatto di una dependance del più lussuoso Clevelander che si affaccia sul mare e che ha anche un noto locale notturno con piscina a cui anche gli ospiti dell'Essex hanno accesso "gratuito" (metto le virgolette, perché ho scoperto il giorno dopo che questo servizio, come l'accesso alla spiaggia andavano pagati a parte come una sorta di "tessera club" obbligatoria anche non avendone usufruito).
La camera è una doppia con due letti a una piazza e mezza e un bagno discreto. L'edificio è degli anni '20 come la maggior parte delle costruzioni in quella zona della città e anche se è stato rimodernato bene, gli anni un po' si notano.





Ho la fortuna di non soffrire quasi per niente il jet lag a differenza di altre persone, perciò dopo una doccia esco subito per vedere e fotografare la famosa spiaggia.





Miami è una città decisamente cara, dove per un hamburgher e una Coca Cola si possono spendere più di 30$, ma io mi sono informato bene e vado a mangiare al ristorante Saffron, un locale turco molto informale rispetto ad altri ristoranti di lusso nella zona dove si mangia benissimo a prezzi assolutamente convenienti per essere a Miami Beach. Le recensioni di questo ristorante su Tripadvisor sono giustamente molto alte. Ecco una foto del mio Falafel:



Dopo cena mi godo una passeggiata sulla Ocean Drive piena di locali affollato con animazione, tra cui spicca uno spettacolo di drag queen e una ragazza immagine vestita da coniglietta che ballava su un cubo in strada. Essendo periodo di Spring Break (le vacanze dei college americani) ci sono molti ventenni decisamente ubriachi in giro, ma fortunatamente nessun soggetto molesto. Torno in albergo verso mezzanotte, il giorno dopo il transfer per l'imbarco mi attende a mezzogiorno, perciò avrò il tempo di visitare un altro po' di Miami la mattina.
 

Norby

New member
ci sono anche io, l’inizio è più che promettente[emoji2]


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LeoEdre

Member
Primo giorno: l'imbarco

Primo giorno: l'imbarco

Primo giorno

Come ho detto, ho appuntamento con l'autista che deve accompagnarmi all'imbarco per mezzogiorno, perciò mi alzo alle nove, deposito i bagagli in albergo e dopo la colazione (che è di tipo continental, cioè senza la parte salata tradizionalmente anglosassone) mi incammino a piedi fino alla punta dell'isola su cui sorge Miami Beach, dove c'è un parco e un enorme albergo. Da qui si vedono altre isole del piccolo arcipelago su cui sorge la città, tra cui quella del porto.







La camminata è un po' lunga (due chilometri all'andata e altrettanti al ritorno), ma torno appena in tempo: l'autista, anche questo cubano, mi sta già aspettando fuori dall'albergo. Recupero le valigie e mi faccio accompagnare fino al terminal dove sono allineate tre navi: una Celebrity, una Carnival e poi la mia Norwegian Getaway. La nave è imponente e moderna, con il caratteristico scafo colorato e tantissimi balconi, ma nel complesso il design non mi entusiasma, mi sembra un po' anonimo rispetto ad altre navi. Giunto al terminal ero pronto ad una lunga attesa, come accaduto nelle crociere precedenti, invece tutto fila liscio e in mezz'ora sono sulla nave, dove vado subito al buffet in attesa della cabina. La nave è molto grande, ma la maggioranza dello spazio è riservato soltanto a ponti di cabine, perciò si percepisce uno spazio più ristretto a quello delle navi Royal Caribbean con la promenade o l'apertura centrale su tutti i ponti. Mi reco subito al buffet, dove una torta speciale mi ricorda che è Pasqua:



I crocieristi su questa nave sono quasi esclusivamente nordamericani, oltre all'inglese sento parlare un po' di francese e di spagnolo, ma si tratta probabilmente di canadesi francofoni e americani di origine ispanica, non di europei. Si nota subito una grandissima presenza di ragazzi, soprattutto adolescenti con i genitori, ma anche diversi ventenni, mentre non c'è assolutamente la maggioranza di pensionati a cui ero abituato sulle crociere precedenti. Questo dipende sicuramente sia dal periodo che coincide con le vacanze scolastiche americane, sia dal fatto che Norwegian con il suo Freestyle attira sicuramente una popolazione più giovane.

Cabina Studio

Quando il direttore di crociera, il simpatico filippino Paquito Fuchs (che non pronuncia mai il suo cognome per ovvie assonanze inopportune in inglese! :p) annuncia che le cabine sono pronte, corro verso il mio Studio per vedere se è all'altezza della sua "fama". Premetto che questa non è la mia prima crociera in cabina singola: tre anni fa ne feci una su Costa Serena, che come altre navi della compagnia nostrana ha alcune cabine interne singole, sicuramente meno rinomate di queste su Norwegian, ma vendute davvero allo stesso prezzo per persona di una interna doppia, cosa che con questi Studio come già detto non è affatto vera, perché la maggiorazione è notevole.
Lo Studio si trova in un'area della nave riservata a cui possono accedere soltanto coloro che hanno la chiave giusta, quest'area è caratterizzata da corridoi psichedelici e dal famoso Studio Lounge, in pratica un piccolo bar riservato dove si possono avere caffè, bevante e dolci gratis a qualsiasi ora.







Lo Studio Lounge è l'unica vera comodità di queste cabine, anche se la presunta funzione sociale non esiste perché l'ho sempre trovato quasi vuoto. In effetti c'era una specie di hostess dedicata ai single che organizzava incontri di gruppo (non so se poi avvenissero davverol, ripeto che non ho mai visto più di due persone contemporaneamente in quella stanza), ma ho capito che la popolazione prevalente delle cabine di questo tipo è costituita da donne di mezza età (sopra i cinquanta per intendeci), che non sono esattamente le persone con cui ho più voglia di socializzare, per banali motivi anagrafici.
La cabina in sé, purtroppo è nettamente da bocciare.







Come si vede dalle foto, nonostante la superficie di questa cabina sia piccolissima (più piccola della singola su Costa), i progettisti hanno voluto comunque mettere un inutile letto a una piazza e mezza che rende troppo stretto il corridoio laterale dove si trovano gli armadi, la televisione e il lavandino, così che le ante non sono apribili, ma soltanto scorrevoli: ogni volta che voglio aprire l'armadio devo rinunciare alla televisione o al lavandino che vengono coperti dalle ante stesse. La cosa peggiore però è l'assenza di un vero e proprio bagno: come si vede dalla terza foto, ci sono soltanto un box doccia e un box WC separati (tra l'altro quello del WC era piccolo per me che sono magro e di media statura), in questo modo la zona letto non è minimamente isolata né dai cattivi odori, né dal bagnato. Il lavandino poi si trova nella parete armadio, così se io devo andare in bagno, lavare le mani e poi fare la doccia devo peregrinare per tutta la camera, magari con i piedi bagnati. Gli errori di design non finiscono qui: provate ad indovinare dove si trova l'interruttore della luce sopra il lavandino? Beh non lo direste mai, si trova sotto al televisore a destra, cioè con la disposizione delle ante che si vede nella seconda foto non è neppure raggiungibile, bisogna chiudere l'armadio per poter accendere quella luce, che comodità. Tralasciando dettagli minori come l'inutile oblò che si affaccia sul corridoio ad altezza uomo (e chi mai lo apre?) o lo strato di gomma sulle pareti che fa tanto albergo a ore, ma toglie altri centimetri cubi ad un ambiente così piccolo, la vera perla che ha dell'incredibile ve la lascio per ultima: guardate questa foto della doccia e ditemi se vedete qualcosa di strano.



Ebbene sì, non avete le traveggole, c'è davvero una fessura di un paio di centimetri tra la porta del box doccia e il piatto! [smilie=paura_04[1]: Chi mai potrebbe essere così idiota da progettare una doccia del genere, che produce allagamenti assicurati, tanto più che manca un locale bagno e quindi c'è sotto direttamente il parquet della cabina? Il famigerato Studio mi ha fatto rimpiangere la umile interna singola di Costa, venduta a prezzo nettamente inferiori. Ma non preoccupatevi, la cabina è stata l'unica cosa negativa di questa crociera!
 

NCL79

Member
Mi sa che in quella fessura mancava l'apposita gommina ricurva verso l'interno che serve proprio per far andare all'interno della doccia l'acqua che cola dal vetro della porta e ovviamente evita l'uscita dell'acqua che schizza dal basso.
 

LeoEdre

Member
Mi sa che in quella fessura mancava l'apposita gommina ricurva verso l'interno che serve proprio per far andare all'interno della doccia l'acqua che cola dal vetro della porta e ovviamente evita l'uscita dell'acqua che schizza dal basso.

Probabile, però quando mi sono lamentato con la cabinista mi ha detto che non ci poteva fare niente :mad:
 

fauCruises

New member
Seguo anche io questo diario che mi pare molto interessante. Effettivamente la cabina studio me l’aspettavo meglio.


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LeoEdre

Member
Giorno due: navigazione

Giorno due: navigazione

Secondo giorno

Il secondo giorno di crociera è una tranquilla giornata di navigazione, utile per esplorare la nave e seguire le attività organizzate. Sul ponte esterno c'è una piscina per adulti per la verità non grandissima rispetto alla nave (quindi piuttosto affollata) e una piscina per bambini con gli scivoli d'acqua.







Per quanto riguarda le attività sportive e ricreative, oltre ad un campo sportivo che va bene per basket, calcetto e simili troviamo la parete di arrampicata, un percorso sospeso, il minigolf e l'immancabile shufflebord, un gioco che non ho mai visto praticare al di fuori delle navi (forse in America?). All'interno, nella zona del pub O'Sheehans's, ci sono anche due piste da bowling e i tavoli da biliardo.









La ristorazione è uno dei punti forti di questa nave: oltre al buffet e ai tre ristoranti principali, uno dei quali con musica e balli dal vivo, ci sono moltissime scelte di ristoranti a tema, alcuni gratuiti, altri a pagamento:

- O'Sheehan's, pub irlandese con piatti tipici del genere (fish and chips, hamburger...) aperto 24 ore su 24 (gratuito);
- Shangai, ristorante/fast food cinese che serve prevalentemente piatti a base di noodles e riso (gratuito);
- Ocean Blue, ristorante gourmet di pesce (alla carta);
- Wasabi, sushi bar con anche piatti cotti (alla carta);
- Le Bistro, ristorante tipico francese (prezzo fisso);
- La Cucina, ristorante italiano (prezzo fisso);
- Moderno, churrascaria brasiliana (prezzo fisso);
- Teppanyaki, ristorante giapponese di cibi cotti alla piastra con esibizioni di show coocking (prezzo fisso);
- Cagney's, classica steak house americana (prezzo fisso);
- Margarita, ristorante tex mex (alla carta fino a poco fa, adesso credo a prezzo fisso).

A questi si aggiungono due locali alla carta che offrono assaggi di cibo particolare, ma non pasti completi:
- Raw Bar, che offre antipasti di pesce pregiato prevalentemente crudo abbinato a vini;
- Bake shop, dove si possono trovare dolcetti particolari come i cupcake e anche una gelateria annessa (sul ponte esterno).

Ecco alcune foto dei ristoranti, alcuni di essi hanno una parte aperta sul ponte passeggiata chiamata "on the waterfront":













e alcune immagini del buffet, veramente enorme, con diverse stazioni replicate in due o tre copie lungo due lunghi corridoi:









il buffet è aperto praticamente a tutte le ore da colazione fino a mezzanotte e ogni sera propone una cena a tema (pesce, italiana, indiana, grill...), questo perché molti clienti NCL sono amanti dell'informalità e perciò il buffet a cena è molto più frequentato rispetto a quanto avviene in altre compagnie, anche perché non esistono turni di cena fissi al ristorante principale.

Per quanto riguarda la mia giornata, pranzo al buffet a tema spagnolo e seguo una interessante presentazione del direttore di crociera che spiega come vive l'equipaggio: si scopre che nelle sezioni riservate della nave esistono moltissimi locali per l'intrattenimento del personale che lavora a bordo per molti mesi all'anno. Una ventenne di New York è entusiasta e prende la parola al microfono affermando di voler lavorare su una nave in futuro: è la prima volta che sento un crocerista esprimere il desiderio di passare "dall'altra parte".

Prima di cena mi attende lo spettacolo di danza Burn the Floor, un remake dell'omonimo successo di Broadway di altissimo livello, tra l'altro molti degli interpreti sono italiani, tra cui un ex ballerino di Amici. Unica pecca, il fatto che le musiche siano in gran parte basi registrate, mentre su Royal Caribbean ho sempre sentito tutto suonato dal vivo in teatro. Un'altra cosa che non apprezzo più di tanto è il fatto che quasi tutti gli spettacoli vadano prenotati, spesso anche con largo anticipo. Questo rovina la spensieratezza del "Freestyle" di cui la compagnia si vanta.

Nel corso dei primi due giorni di crociera dormiamo (o ci divertiamo!) due ore in più perché l'orario della nave viene spostato avanti due volte per uniformarsi all'ora locale dell'Honduras. Non che ce ne sia particolarmente bisogno, perché l'attracco a Roatan è previsto per le 10, quindi domani niente levataccia per la prima escursione.

Se avete domande, fate pure.
 

LeoEdre

Member
Alcune altre considerazioni su Norwegian prima di passare al prossimo giorno.

Freestyle e informalità

Il freestyle e l'assoluta informalità sono una delle caratteristiche più pubblicizzate di Norwegian, che non impone né orari fissi né dress code. Per quanto riguarda l'informalità, non c'è dubbio che si noti fin dalla prima sera: infradito e pantaloncini corti sono l'abbigliamento più diffuso anche al ristorante, molti bambini e adolescenti addirittura vanno in giro per la nave a piedi nudi (ad eccezione dei ristoranti e buffet dove è ovviamente vietato). Lo stesso direttore di crociera non indossa praticamente mai abiti eleganti, a differenza dei direttori della Royal che erano regolarmente in smoking tutte le sere.
Abbigliamento a parte, però, trovo che il Freestyle mantenga le sue promesse soltanto a metà: se è vero che non esistono orari fissi, è anche vero che quasi tutti gli spettacoli (compresi quelli dei comici che si svolgono in una sala a parte) devono essere prenotati e lo stesso vale anche per i ristoranti, compreso quello principale se si è in un gruppo numeroso, altrimenti si rischia di attendere anche parecchio. Personalmente trovo più rilassante avere un orario di cena e di teatro fisso piuttosto che dover programmare tutto prima, perché così si perde il senso stesso del freestyle, che appunto funziona solo a metà.

Bambini e ragazzi

In questa crociera c'erano centinaia di bambini e adolescenti, molti di più rispetto a tutte le crociere che ho fatto in precedenza, sia perché il periodo coincideva con le vacanze scolastiche americane, sia perché un itinerario caraibico sicuramente attira di più le famiglie rispetto a quelli più ricchi di visite culturali in Europa, comunque tutti questi ragazzi non creavano particolari problemi o disturbo con il loro comportamento, a parte affollare le piscine e gli idromassaggi. I club per le varie fasce di età erano molto attivi anche se ovviamente molti preferivano comunque stare in giro da sé o con i genitori e di certo le attrazioni ludiche e sportive per i ragazzi non mancano sulla nave. Bisogna dire comunque che la mentalità americana è molto più rigida riguardo alla tutela dei minori, perciò anche la Getaway come tutte le navi americane ha diverse aree e spettacoli indicati come "adult only" e i minorenni hanno un coprifuoco ufficiale alla 1. Queste regole esistono anche su Royal e sono fatte rispettare molto rigidamente, qui invece ho visto diversi ragazzi che sapevo essere minorenni (perché frequentavano il club degli adolescenti che invece è rigorosamente vietato ai maggiorenni) tranquillamente in giro dopo le 2 di notte. Comunque trovo che queste regole quando vengono applicate davvero siano un po' esagerate, perché un conto è parlare di bambini, un conto sono ragazzi di 16 - 17 anni che magari hanno amici diciottenni con cui vorrebbero stare insieme e invece per dire non possono nemmeno entrare nella sala discoteca.
 

NCL79

Member
Abbigliamento a parte, però, trovo che il Freestyle mantenga le sue promesse soltanto a metà: se è vero che non esistono orari fissi, è anche vero che quasi tutti gli spettacoli (compresi quelli dei comici che si svolgono in una sala a parte) devono essere prenotati e lo stesso vale anche per i ristoranti, compreso quello principale se si è in un gruppo numeroso, altrimenti si rischia di attendere anche parecchio. Personalmente trovo più rilassante avere un orario di cena e di teatro fisso piuttosto che dover programmare tutto prima, perché così si perde il senso stesso del freestyle, che appunto funziona solo a metà.

Concordo. C'è da dire che vale solo per le navi più grandi (Epic, Escape, Getaway, Breakaway - e immagino anche Joy e Bliss) dove il numero dei passeggeri richiede per forza un contingentamento a teatro/locali, altrimenti o dovrebbero costruire un teatro enorme che resterebbe mediamente mezzo vuoto o si creerebbero code interminabili con il rischio di rimanere fuori. Gli spettacoli si possono prenotare facilmente sia prima della crociera sia a bordo (totem, atrio del teatro, app, tv interattiva) quindi il disagio è limitato, ma concordo che non è più vero freestyle.
 

LeoEdre

Member
Giorno tre: Roatan

Giorno tre: Roatan

Terzo giorno

Il terzo giorno corrisponde alla prima tappa della crociera: l'isola di Roatan in Honduras. L'escursione che ho prenotato si chiama Fun-n-Sun, anche se il programma non è il massimo per i miei gusti (non sono tipo da spiaggia) il prezzo di 30$ è molto onesto e soprattutto tutti gli altri tour organizzati da compagnie locali richiedevano un numero minimo di due partecipanti. In ogni caso questa sarà l'unica escursione "leggera" della crociera, che non prevede la visita a siti archeologici. Già in porto, la barriera corallina si fa notare:



Se questa è il mare del porto, vi lascio immaginare come potrebbe essere quello delle zone balneari! La zona portuale è piena di negozi locali e tour operator, comunque non mi è difficile trovare il mio gruppo che comprende una decina di altre persone scese dalla mia nave, tra cui una bambina americana che più avanti si farà notare per una sua ingenuità.

La guida locale è una signora simpatica e preparata che ci spiega la vita locale mentre attraversiamo in pullman il paese di Coxen Hole. Purtroppo il pullman non ci fa scendere in questo centro non alterato dal turismo, dove si vede molta povertà e uno scenario ben diverso rispetto a quello del porto e dei villaggi della zona ovest. La prima sosta del pullman è un punto panoramico da cui è possibile vedere il porto con la nostra nave, l'aeroporto e qualche spiaggia.







Il posto è pieno di baracche che vendono oggetti, bevande e souvenir, una bambina dorme su un'amaca, in un'immagine che mostra tutta la povertà locale: molte delle case nel paese non sono diverse da queste capanne di legno e latta.





Dopo la tappa al bevedere, il pullman ci porta in un centro zoologico dove è possibile interagire con animali esotici in cattività come bradipi, scimmie e pappagalli. Sull'isola ci sono diversi luoghi simili, tuttavia secondo me non sono niente più che un normalissimo zoo, divertente soprattutto per i bambini, ma poco caratteristico dell'Hounduras. La bambina che ho menzionato prima commette l'imprudenza di infilare un dito nella gabbia proprio davanti al muso di una scimmia, ricevendo un morso doloroso e prolungato. Niente di grave, ma se lo ricorderà per un bel po'!

L'escursione termina al resort Bananarama, nella parte turistica dell'isola, che offre diverse attività sportive oltre ad un ristorante. Io che non amo stare in spiaggia dopo aver fatto alcune foto alla zona ordino un piatto di gamberi con salsa di cocco e banana fritta (platano in spagnolo), davvero buonissimo, ma non certo economico per essere in un paese povero: 20$ bevanda esclusa. Anche il servizio purtroppo è lentissimo: aspetto quasi un'ora tanto che appena finito di mangiare è già ora di ritornare alla nave.










Per questa serata in nave ho prenotato "Cirque Dreams and Steam", uno spettacolo circense a tema steampunk abbinato ad una cena di specialità. Lo spettacolo si svolge in realtà dopo il pasto e non durante come credevo che fosse, il livello degli artisti comunque è altissimo e i costumi molto curati (indossati anche dai camerieri) svecchiano i numeri circensi che sono quelli classici (acrobati, giocolieri, equilibristi, lanciatori di coltelli...). Il difetto principale è la cena in sé, a menù fisso, tutt'altro che memorabile. Pessimo l'antipasto caprese (prosciutto, mozzarella e pomodoro), nella media piatto principale di "surf and turf" (filetto e gamberi, ma senza possibilità di scegliere la cottura della carne) e il tris di dolci. Il costo totale è di circa 30€ per i posti più vicini al palco, che per me è molto alto dato che l'intrattenimento dovrebbe essere gratuito e il pasto in sé era certamente inferiore agli altri ristoranti di specialità con prezzo simile.









Domani è il giorno del Belize, nonché del mio compleanno.
 

barbara80

Active member
Primo giorno

Come ho detto, ho appuntamento con l'autista che deve accompagnarmi all'imbarco per mezzogiorno, perciò mi alzo alle nove, deposito i bagagli in albergo e dopo la colazione (che è di tipo continental, cioè senza la parte salata tradizionalmente anglosassone) mi incammino a piedi fino alla punta dell'isola su cui sorge Miami Beach, dove c'è un parco e un enorme albergo. Da qui si vedono altre isole del piccolo arcipelago su cui sorge la città, tra cui quella del porto.







La camminata è un po' lunga (due chilometri all'andata e altrettanti al ritorno), ma torno appena in tempo: l'autista, anche questo cubano, mi sta già aspettando fuori dall'albergo. Recupero le valigie e mi faccio accompagnare fino al terminal dove sono allineate tre navi: una Celebrity, una Carnival e poi la mia Norwegian Getaway. La nave è imponente e moderna, con il caratteristico scafo colorato e tantissimi balconi, ma nel complesso il design non mi entusiasma, mi sembra un po' anonimo rispetto ad altre navi. Giunto al terminal ero pronto ad una lunga attesa, come accaduto nelle crociere precedenti, invece tutto fila liscio e in mezz'ora sono sulla nave, dove vado subito al buffet in attesa della cabina. La nave è molto grande, ma la maggioranza dello spazio è riservato soltanto a ponti di cabine, perciò si percepisce uno spazio più ristretto a quello delle navi Royal Caribbean con la promenade o l'apertura centrale su tutti i ponti. Mi reco subito al buffet, dove una torta speciale mi ricorda che è Pasqua:



I crocieristi su questa nave sono quasi esclusivamente nordamericani, oltre all'inglese sento parlare un po' di francese e di spagnolo, ma si tratta probabilmente di canadesi francofoni e americani di origine ispanica, non di europei. Si nota subito una grandissima presenza di ragazzi, soprattutto adolescenti con i genitori, ma anche diversi ventenni, mentre non c'è assolutamente la maggioranza di pensionati a cui ero abituato sulle crociere precedenti. Questo dipende sicuramente sia dal periodo che coincide con le vacanze scolastiche americane, sia dal fatto che Norwegian con il suo Freestyle attira sicuramente una popolazione più giovane.

Cabina Studio

Quando il direttore di crociera, il simpatico filippino Paquito Fuchs (che non pronuncia mai il suo cognome per ovvie assonanze inopportune in inglese! :p) annuncia che le cabine sono pronte, corro verso il mio Studio per vedere se è all'altezza della sua "fama". Premetto che questa non è la mia prima crociera in cabina singola: tre anni fa ne feci una su Costa Serena, che come altre navi della compagnia nostrana ha alcune cabine interne singole, sicuramente meno rinomate di queste su Norwegian, ma vendute davvero allo stesso prezzo per persona di una interna doppia, cosa che con questi Studio come già detto non è affatto vera, perché la maggiorazione è notevole.
Lo Studio si trova in un'area della nave riservata a cui possono accedere soltanto coloro che hanno la chiave giusta, quest'area è caratterizzata da corridoi psichedelici e dal famoso Studio Lounge, in pratica un piccolo bar riservato dove si possono avere caffè, bevante e dolci gratis a qualsiasi ora.







Lo Studio Lounge è l'unica vera comodità di queste cabine, anche se la presunta funzione sociale non esiste perché l'ho sempre trovato quasi vuoto. In effetti c'era una specie di hostess dedicata ai single che organizzava incontri di gruppo (non so se poi avvenissero davverol, ripeto che non ho mai visto più di due persone contemporaneamente in quella stanza), ma ho capito che la popolazione prevalente delle cabine di questo tipo è costituita da donne di mezza età (sopra i cinquanta per intendeci), che non sono esattamente le persone con cui ho più voglia di socializzare, per banali motivi anagrafici.
La cabina in sé, purtroppo è nettamente da bocciare.







Come si vede dalle foto, nonostante la superficie di questa cabina sia piccolissima (più piccola della singola su Costa), i progettisti hanno voluto comunque mettere un inutile letto a una piazza e mezza che rende troppo stretto il corridoio laterale dove si trovano gli armadi, la televisione e il lavandino, così che le ante non sono apribili, ma soltanto scorrevoli: ogni volta che voglio aprire l'armadio devo rinunciare alla televisione o al lavandino che vengono coperti dalle ante stesse. La cosa peggiore però è l'assenza di un vero e proprio bagno: come si vede dalla terza foto, ci sono soltanto un box doccia e un box WC separati (tra l'altro quello del WC era piccolo per me che sono magro e di media statura), in questo modo la zona letto non è minimamente isolata né dai cattivi odori, né dal bagnato. Il lavandino poi si trova nella parete armadio, così se io devo andare in bagno, lavare le mani e poi fare la doccia devo peregrinare per tutta la camera, magari con i piedi bagnati. Gli errori di design non finiscono qui: provate ad indovinare dove si trova l'interruttore della luce sopra il lavandino? Beh non lo direste mai, si trova sotto al televisore a destra, cioè con la disposizione delle ante che si vede nella seconda foto non è neppure raggiungibile, bisogna chiudere l'armadio per poter accendere quella luce, che comodità. Tralasciando dettagli minori come l'inutile oblò che si affaccia sul corridoio ad altezza uomo (e chi mai lo apre?) o lo strato di gomma sulle pareti che fa tanto albergo a ore, ma toglie altri centimetri cubi ad un ambiente così piccolo, la vera perla che ha dell'incredibile ve la lascio per ultima: guardate questa foto della doccia e ditemi se vedete qualcosa di strano.



Ebbene sì, non avete le traveggole, c'è davvero una fessura di un paio di centimetri tra la porta del box doccia e il piatto! [smilie=paura_04[1]: Chi mai potrebbe essere così idiota da progettare una doccia del genere, che produce allagamenti assicurati, tanto più che manca un locale bagno e quindi c'è sotto direttamente il parquet della cabina? Il famigerato Studio mi ha fatto rimpiangere la umile interna singola di Costa, venduta a prezzo nettamente inferiori. Ma non preoccupatevi, la cabina è stata l'unica cosa negativa di questa crociera!

Ma la porta a specchio a fianco della doccia dove porta?
 

LeoEdre

Member
Ma la porta a specchio a fianco della doccia dove porta?

In un'altra cabina Studio connessa. Come avviene anche per le cabine normali, esistono alcuni studio che sono connessi con quello adiacente nel caso gli occupanti siano persone che si conoscono o parenti. Certo, mi sembra un po' strano che una persona paghi di più per una singola se ha un compagno di viaggio, ma non si può mai dire...
 

LeoEdre

Member
Giorno 4: Harvest Caye

Giorno 4: Harvest Caye

Quarto Giorno


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Il quarto giorno di crociera si sbarca ad Harvest Caye in Belize, l'isola privata di Norwegian. La maggior parte dei crocieristi rimangono sull'isola, io invece ho prenotato un'escursione al museo della cultura garifuna e ad una fabbrica di salsa piccante. Il ritrovo per la partenza dell'escursione non è all'interno della nave come in tutte le altre crociere che ho fatto, ma direttamente sull'isola, presso il porto da cui partono i battelli per la terraferma, che però ovviamente non so dove sia. Questo sistema è utilizzato anche per le altre escursioni che non partono da isole private ed è piuttosto scomodo, perché annulla uno dei vantaggi di prenotare con la compagnia, cioè quello di essere guidati fin dalla nave e spesso aggirarsi per un porto affollato con il biglietto in mano cercando di capire da dove parta l'escursione giusta non è proprio piacevole. Quando trovo il molo, dopo aver chiesto parecchie indicazioni, scopro che l'escursione che ho scelto è stata cancellata per mancanza di prenotazioni e secondo il personale dovrei aver ricevuto un messaggio sulla televisione multimediale in cabina (cosa secondo me non vera). In ogni caso provvedono a sostituirmi al volo l'escursione con un'altra diretta ad una coltivazione di spezie e alle rovine Maya di Nim Li Punit. Da questo momento quindi la mia crociera diventa ufficialmente "La crociera del Maya", perché avevo già prenotato le due escursioni seguenti con visite ai siti archeologici, aggiungendo anche questa non prevista arrivo a tre rovine Maya su quattro porti.

Il battello impiega poco più di mezz'ora per portarci a Placencia, un villaggio sulla terraferma davanti ad Harvest Caye, da qui con un tratto di pullman animato dalle spiegazioni della guida, un simpatico ragazzo di origini Maya raggiungiamo la nostra prima tappa, la piantagione di spezie. Qui c'è un edificio in legno moderno ed elegante che funge da bar e negozio, poi un carro trainato da un trattore ci porta in giro per la piantagione vera e propria, che comprende decine di piante diverse. La nostra guida ce ne fa annusare e assaggiare diverse, tra cui l'orchidea della vaniglia, il cacao che mangiato direttamente dal frutto ha un sapore completamente diverso e la cannella, che invece ha il caratteristico aroma dolce anche sgranocchiando direttamente la foglia.











Durante il giro, una grossa iguana selvatica ci fa una sorpresa mettendosi in bella posa nel prato. La guida ci assicura che siamo fortunati, perché non è una cosa che succede spesso.



Alla fine del giro, torniamo al locale dove mangio un taco e copro una bottiglietta di salsa piccante locale. A questo punto ripartiamo per il sito archeologico Maya.
Il sito di Nim Li Punit è il più piccolo tra quelli che ho visitato, ma è interessante, perché è l'unico ad avere delle steli scritte, che sono state raccolte in un museo: Maya sono l'unico popolo nativo delle Americhe ad avere inventato un sistema di scrittura.
Anche il luogo è molto interessante, una collina nella giungla da cui si gode di un bellissimo panorama.













Dopo la visita al sito è ora di tornare: pullman e battello ci riportano all'isola di Harvest Caye, che ho il tempo di visitare per un po' prima di risalire sulla nave. Si tratta sostanzialmente di un grande villaggio turistico con diverse attrazioni sportive e naturalistiche, tra cui una voliera di farfalle. A differenza di altre isole private delle compagnie crocieristiche, su Harvest Caye tutto ciò che si compra, inclusi cibo e bevande, deve essere pagato in contanti o carta di credito, non è possibile usare la cruise card né utilizzare pacchetti bevande, questo perché il resort è gestito da abitanti locali e non dipendenti della compagnia. Questo in teoria dovrebbe essere un bene, perché garantisce che i soldi spesi arricchiscano la popolazione locale che di certo non è benestante.

















Per quanto riguarda la sera, oggi è il mio compleanno (trenta e "nonsidice"), perciò ho deciso di concedermi una cena da Ocean Blue, il ristorante di pesce più lussuoso della nave. Il cibo e il servizio sono impeccabili e il prezzo è adeguato alla qualità, come per tutti i ristoranti di specialità però bisogna ricordarsi di prenotare il primo giorno, perché i posti esauriscono molto rapidamente.


Conch Chowder (zuppa di molluschi tipica della Florida)


Zampe di granchio reale dell'Alaska


Piatto del pescatore: aragosta, filetto di Red Snapper, gamberi.


Tris di formaggi stagionati.

(continua...)
 

gabriele e romina

Well-known member
Ciao e auguri di buon compleanno in ritardo ahah... Comunque ottimo modo per festeggiare... Ncl per noi è stata veramente freestyle ma eravamo sulla Jade..
Un vero peccato per la camera che in effetti non ha un senso... Ma alla fine è solo un posto per dormire almeno per noi... Ma nel tuo caso un caro dormire
Saluti
 

LeoEdre

Member
Giorno cinque: Costa Maya

Giorno cinque: Costa Maya

Quinto giorno

Lo scalo di oggi è Costa Maya, la prima tappa in Messico.


(Foto del porto dalla nave)

Per questo porto ho prenotato un'escursione con un tour operator locale molto quotato, che prevede una visita al sito Maya di Cacchoben al mattino e a seguire un pranzo tipico presso una famiglia di Maya moderni. Infatti è importante sapere che i Maya, a differenza di altri popoli antichi, non si sono mai estinti, semplicemente nel tempo hanno abbandonato le città monumentali e si sono convertiti al cristianesimo, ma per il resto hanno conservato la loro lingua e gran parte delle loro tradizioni. Proprio per questo, gli archeologi che hanno scoperto i siti Maya non hanno dovuto fare complesse ricerche, hanno semplicemente chiesto ai Maya attuali che non hanno mai dimenticato la posizione dei luoghi di culto costruiti secoli prima dai loro antenati, anche dopo che le rovine sono state ricoperte dalla giungla. Cacchoben in paricolare è uno dei siti aperti al pubblico più di recente.
Giunti sul posto dopo un tragitto su un piccolo pullman da una dozzina di posti, un sentiero suggestivo nel bosco conduce alla prima piramide del sito:





Qualche centinaio di metri più in là, una scalinata conduce ad una spianata con altre due piramidi molto ben conservate.









La seconda parte dell'escursione non è meno interessante della prima. Il pullman ci porta in una comunità Maya dove una famiglia ci prepara un pranzo tipico. I Maya di oggi vivono prevalentemente in villaggi che mantengono uno stile di vita tradizionale, purtroppo però bisogna anche dire che in queste comunità la povertà è maggiore rispetto al resto del Messico e anche il livello di istruzione è molto inferiore. Spesso i Maya coltivano direttamente nel proprio giardino quasi tutto quello che usano per la loro cucina: la guida ci mostra e ci spiega diverse spezie e altre piante usate a scopo alimentare, tra cui l'onnipresente peperoncino Habanero piccantissimo.







Le padrone di casa (una madre e tre figlia) ci insegnano a fare le tortilla con le mani (non è per niente facile dare una forma tonda!), poi le mangiamo appena cotte con una salsa di avocado: buonissime!



Il pasto vero e proprio è ricco e vario e soprattutto freschissimo: si sente subito che non si tratta di prodotti commerciali, ma coltivati e preparati sul posto.









Tornando alla nave, mi rimane ancora un po' di tempo per visitare la zona portuale, che per la verità non è molto interessante, perché è soltanto un grande centro commerciale con delle piscine e dei bar.







Tutto sommato comunque, questa è stata la migliore escursione della crociera e mi sento di consigliarla senz'altro a chi passi da quel porto e abbia interesse nelle visite culturali.

(continua...)
 

LeoEdre

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Giorno sei: Cozumel

Giorno sei: Cozumel

Sesto Giorno

Lo scalo del sesto giorno è l'isola di Cozumel, uno dei porti più battuti nei Caraibi. L'escursione che ho prenotato con la compagnia porta ovviamente alle rovine di Tulum (altrimenti che crociera dei Maya sarebbe?).
Qui ho modo di notare la disorganizzazione delle escursioni Norwegian: il punto di ritrovo non è all'interno della nave, come generalmente avviene sulle altre compagnie, ma direttamente sul molo da cui parte il battello per Playa del Carmen, da cui poi si raggiunge il sito archeologico in pullman. Il problema è che il molo è molto lungo e ci sono diverse escursioni organizzate anche da tour operator privati che partono da lì, creando una gran confusione, tra l'altro la mia escursione pur essendo prenotata tramite Norwegian è operata da una compagnia locale che non riporta le insegne della compagnia di navigazione, perciò perdo diversi minuti cercando di capire dove andare e chi rivolgermi, finché non trovo la guida giusta. Ci vorrebbe davvero poco a raccogliere i gruppi di crocieristi nella nave e farli uscire tutti insieme o almeno a far esporre chiaramente il simbolo di Norwegian alle guide delle escursioni riservate, per renderle facilmente distinguibili da tutte le altre.

In ogni caso, dopo mezz'ora di battello, durante la quale il comandante cerca in continuazione di vendere bevande anche piuttosto improbabili (chi mai può volere un Margarita alle 8 del mattino su una barca?) arriviamo a Playa del Carmen, una delle località turistiche più famose del Messico, dove la nostra guida, un simpatico signore di etnia Maya, ci fa salire sul pullman e ci intrattiene durante il viaggio raccontando le tradizioni del suo popolo, di cui è molto orgoglioso di fare parte. La prima cosa che ci dice è che il nome Tulum, con cui il sito è conosciuto è un errore del suo scopritore: questa parola infatti in lingua Maya significa "luogo che puzza", mentre il nome corretto sarebbe Zama, cioè "città dell'alba". Un altro aspetto di cui ci parla la guida con tono giustamente critico è il fatto che molte persone di etnia Maya della zona svolgono lavori umili presso i numerosi villaggi turistici che sono gestiti quasi tutti da dirigenti spagnoli, questa è vissuta come una nuova dominazione spagnola sui Maya.

Alla fine del viaggio arriviamo presso il sito archeologico, che è circondato da un'enorme area commerciale piena di ristoranti e negozi di souvenir, a volte di dubbio gusto. L'area archeologica è popolata da alcuni animali "selvatici", tra cui le iguane e un roditore di cui non ricordo il nome.





Il sito di Tulum è molto più recente rispetto alle rovine di Cacchoben viste a Costa Maya, infatti è rimasto popolato fino all'arrivo di alcuni naufraghi spagnoli, che furono catturati dai Maya, ma li sterminarono involontariamente contagiando il virus dell'influenza, che era ignoto in America e dunque non riconsciuto dal sistema immunitario dei nativi. Si trattava comunque di una zona adibita al culto religioso relativamente piccola rispetto alle grandi città come Chichen Itza, ma molto pittoresca per il fatto di essere costruito molto vicino al mare, con alcuni edificio a picco sulla scogliera.















Dopo la visita mangio un taco ripieno di pesce presso un bar consigliato dalla guida, che mi costa soltanto 10$ insieme ad una Coca Cola, di gran lunga il pasto più conveniente della crociera.
Al rientro, riesco a fotografare dal battello alcune altre navi da crociera attraccate a Cozumel, che come ho detto è un porto molto battuto: in particolare la enorme Oasis of the Seas vicino ad una Carnival e la MSC Armonia attraccata a pochi metri dalla mia Getaway.









Cozumel era l'ultimo porto di questa crociera, ora manca soltanto un giorno di navigazione e poi il rientro a Miami.

(continua...)
 
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