Concordia
Staff Member
Sperando di fare cosa gradita ai più, riporto qui parte delle memorie di questo viaggio emozionante che mi ha visto vivere e apprezzare questa parte remota dell'Asia.
Le informazioni e i consigli sulle escursioni che potrebbero essere necessari a coloro che stanno pensando di intraprendere questo sogno, le trovate nell'apposita sezione "Scali in Oriente". Buona lettura.
Ho sempre desiderato, sin da piccola, visitare Hong Kong. La vedevo nei vecchi film, la vedevo nei miei sogni.
E così, dopo tanti anni, dopo tanto girovagare per il mondo, eccomi qui, in una delle città più brulicanti dell’Asia.
Dodici ore di volo insonne non mi hanno impedito di girarla a fondo, di scoprirla in ogni suo angolo nascosto, di sentire sulla pelle la sua aria caldo-umida, di udire il cinguettio degli uccellini nella lontana Lantau, di vibrare all’unisono con il suo traffico delirante e con la miriade di persone che mi sfreccia accanto. La sera mi illumino insieme alle insegne al neon rosso sfavillanti che rendono la città come un gigantesco albero di natale.
Instancabile scendo e salgo dal metro, salto su un traghetto per poi scendere da un taxi e così via, dalla mattina alla sera.
Il tempo corre veloce, devo affrettarmi. Voglio respirarla tutta affinché mi entri nel cuore e non mi lasci più.
Lantau è la mia principale meta, la più importante. Quel Buddha gigantesco, non me lo posso far sfuggire.
La mattina alle 8.30 giungo, quasi come un’intrusa, in quella immensa oasi di pace. La statua del Buddha si staglia in tutta la sua magnifica grandezza contro il cielo azzurro. Aspetto l’apertura dei cancelli per percorrere la infinita scalinata che mi separa dal suo enigmatico sorriso.
Intanto visito il monastero e il Sentiero della Saggezza, distanti pochi passi.
La devozione e il senso del buddismo più puro, trapelano da ogni angolo. Tutto riposa in una pausa che profuma di delicato incenso che invita alla contemplazione che invita al silenzio sincero.
L’ora è giunta. I cancelli sono ora aperti. Guardo in alto, la cima della gradinata. Salgo in fretta parte dei 200 gradini. Il fiatone mi costringe a ridimensionare le forze e l’indefinibile gioia.
Il suo volto è mera serenità, pace materializzatasi nella forma più pura.
Ai suoi piedi sei meravigliose sculture rappresentanti i Deva, porgono offerte con amorevole devozione. Le ammiro da ogni angolazione. La luce e le ombre si rincorrono sul bronzo che sembra quasi liquefarsi tanta è la perfezione delle figure.
L’eterno presente sembra sfuggirmi dalle mani, in quel meraviglioso scenario e invano cerco di congelare gli istanti, di quell’udienza con Lui, in uno smanioso scatto dopo l’altro. Un lembo colorato del mio foulard entra nell’obiettivo, spinto da una improvvisa folata di vento. Lo scatto avviene proprio in quell’istante. Il risultato è stupefacente e penso che un vero capolavoro non è il risultato della ricerca della perfezione, ma che nasca dalla casualità e dagli errori.
Il mio viaggio in Asia è proprio iniziato nei migliori dei modi!
Le informazioni e i consigli sulle escursioni che potrebbero essere necessari a coloro che stanno pensando di intraprendere questo sogno, le trovate nell'apposita sezione "Scali in Oriente". Buona lettura.
Ho sempre desiderato, sin da piccola, visitare Hong Kong. La vedevo nei vecchi film, la vedevo nei miei sogni.
E così, dopo tanti anni, dopo tanto girovagare per il mondo, eccomi qui, in una delle città più brulicanti dell’Asia.
Dodici ore di volo insonne non mi hanno impedito di girarla a fondo, di scoprirla in ogni suo angolo nascosto, di sentire sulla pelle la sua aria caldo-umida, di udire il cinguettio degli uccellini nella lontana Lantau, di vibrare all’unisono con il suo traffico delirante e con la miriade di persone che mi sfreccia accanto. La sera mi illumino insieme alle insegne al neon rosso sfavillanti che rendono la città come un gigantesco albero di natale.
Instancabile scendo e salgo dal metro, salto su un traghetto per poi scendere da un taxi e così via, dalla mattina alla sera.
Il tempo corre veloce, devo affrettarmi. Voglio respirarla tutta affinché mi entri nel cuore e non mi lasci più.
Lantau è la mia principale meta, la più importante. Quel Buddha gigantesco, non me lo posso far sfuggire.
La mattina alle 8.30 giungo, quasi come un’intrusa, in quella immensa oasi di pace. La statua del Buddha si staglia in tutta la sua magnifica grandezza contro il cielo azzurro. Aspetto l’apertura dei cancelli per percorrere la infinita scalinata che mi separa dal suo enigmatico sorriso.
Intanto visito il monastero e il Sentiero della Saggezza, distanti pochi passi.
La devozione e il senso del buddismo più puro, trapelano da ogni angolo. Tutto riposa in una pausa che profuma di delicato incenso che invita alla contemplazione che invita al silenzio sincero.
L’ora è giunta. I cancelli sono ora aperti. Guardo in alto, la cima della gradinata. Salgo in fretta parte dei 200 gradini. Il fiatone mi costringe a ridimensionare le forze e l’indefinibile gioia.
Il suo volto è mera serenità, pace materializzatasi nella forma più pura.
Ai suoi piedi sei meravigliose sculture rappresentanti i Deva, porgono offerte con amorevole devozione. Le ammiro da ogni angolazione. La luce e le ombre si rincorrono sul bronzo che sembra quasi liquefarsi tanta è la perfezione delle figure.
L’eterno presente sembra sfuggirmi dalle mani, in quel meraviglioso scenario e invano cerco di congelare gli istanti, di quell’udienza con Lui, in uno smanioso scatto dopo l’altro. Un lembo colorato del mio foulard entra nell’obiettivo, spinto da una improvvisa folata di vento. Lo scatto avviene proprio in quell’istante. Il risultato è stupefacente e penso che un vero capolavoro non è il risultato della ricerca della perfezione, ma che nasca dalla casualità e dagli errori.
Il mio viaggio in Asia è proprio iniziato nei migliori dei modi!