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Costa Classica - Tesori d'Oriente - 19 novembre 2010

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Concordia

Staff Member
Sperando di fare cosa gradita ai più, riporto qui parte delle memorie di questo viaggio emozionante che mi ha visto vivere e apprezzare questa parte remota dell'Asia.
Le informazioni e i consigli sulle escursioni che potrebbero essere necessari a coloro che stanno pensando di intraprendere questo sogno, le trovate nell'apposita sezione "Scali in Oriente". Buona lettura.

Ho sempre desiderato, sin da piccola, visitare Hong Kong. La vedevo nei vecchi film, la vedevo nei miei sogni.
E così, dopo tanti anni, dopo tanto girovagare per il mondo, eccomi qui, in una delle città più brulicanti dell’Asia.
Dodici ore di volo insonne non mi hanno impedito di girarla a fondo, di scoprirla in ogni suo angolo nascosto, di sentire sulla pelle la sua aria caldo-umida, di udire il cinguettio degli uccellini nella lontana Lantau, di vibrare all’unisono con il suo traffico delirante e con la miriade di persone che mi sfreccia accanto. La sera mi illumino insieme alle insegne al neon rosso sfavillanti che rendono la città come un gigantesco albero di natale.
Instancabile scendo e salgo dal metro, salto su un traghetto per poi scendere da un taxi e così via, dalla mattina alla sera.
Il tempo corre veloce, devo affrettarmi. Voglio respirarla tutta affinché mi entri nel cuore e non mi lasci più.
Lantau è la mia principale meta, la più importante. Quel Buddha gigantesco, non me lo posso far sfuggire.
La mattina alle 8.30 giungo, quasi come un’intrusa, in quella immensa oasi di pace. La statua del Buddha si staglia in tutta la sua magnifica grandezza contro il cielo azzurro. Aspetto l’apertura dei cancelli per percorrere la infinita scalinata che mi separa dal suo enigmatico sorriso.
Intanto visito il monastero e il Sentiero della Saggezza, distanti pochi passi.
La devozione e il senso del buddismo più puro, trapelano da ogni angolo. Tutto riposa in una pausa che profuma di delicato incenso che invita alla contemplazione che invita al silenzio sincero.
L’ora è giunta. I cancelli sono ora aperti. Guardo in alto, la cima della gradinata. Salgo in fretta parte dei 200 gradini. Il fiatone mi costringe a ridimensionare le forze e l’indefinibile gioia.
Il suo volto è mera serenità, pace materializzatasi nella forma più pura.
Ai suoi piedi sei meravigliose sculture rappresentanti i Deva, porgono offerte con amorevole devozione. Le ammiro da ogni angolazione. La luce e le ombre si rincorrono sul bronzo che sembra quasi liquefarsi tanta è la perfezione delle figure.
L’eterno presente sembra sfuggirmi dalle mani, in quel meraviglioso scenario e invano cerco di congelare gli istanti, di quell’udienza con Lui, in uno smanioso scatto dopo l’altro. Un lembo colorato del mio foulard entra nell’obiettivo, spinto da una improvvisa folata di vento. Lo scatto avviene proprio in quell’istante. Il risultato è stupefacente e penso che un vero capolavoro non è il risultato della ricerca della perfezione, ma che nasca dalla casualità e dagli errori.
Il mio viaggio in Asia è proprio iniziato nei migliori dei modi!
 

Roberto B.

Well-known member
Un bell'inizio di diario. Davvero ben scritto.
Le tue parole sono coinvolgenti e fanno comprendere a perfezione lo spirito della città. Per chi, come me, ha avuto la fortuna di visitarla e apprezzarla è un vero e proprio tuffo nei ricordi: pure emozioni. Grazie!
Continuerò a seguire il tuo diario con grande interesse...
:D:D:D
 

cryyy

New member
ciao Concordia....bravissima...bell' inizio...complimenti...che compagnia aerea hai viaggiato??pacchetto Costa?
 

pmanlio

Active member
Concordia, hai un modo di vedere e 'sentire' il mondo che ti rende la vita una bellissima esperienza..
Forse proprio con quel Budda, se non come religione, come filosofia e visione del mondo, della sua unità interiore in ogni sua manifestazione, ti potresti identificare..

I fisici, quelli che dovrebbero essere degli aridi matematici, passano la vita in una ricerca paragonabile a quella del Graal e fatta con altrettanta cieca 'fede': la ricerca della grande teoria unificata..
La GTU corrisponde allo sforzo di sintesi che la scienza fa da millenni: man mano che si progredisce tutta una serie di fenomeni apparentemente diversi si dimostrano essere solo una manifestazione particolare di qualcosa di più generale ed unico, come una foglia un frutto ed un pezzo di legno sono parti di una sola realtà che è l'albero così tutto quello che esiste e vediamo è riconducibile a poche leggi, e queste sembrano a loro volta legate..
Se si arrivasse ad una unica legge dalla quale far scaturire tutto, come ormai sembra naturale ad alcuni ma anche 'fede' agli altri, si dimostrerebbe che l'Universo è parte di una sola realtà (se volete volontà..).

Che ci azzecca questo con il racconto di un viaggio in Oriente?

Concordia credo lo abbia capito..

Agli altri lascio (son cattivo!!) il dubbio..

Un salutone!!
Manlio
 
T

tano

Guest
Pmanlio.....sei molto cattivo.
Se si arrivasse ad una unica legge dalla quale far scaturire tutto, come ormai sembra naturale ad alcuni ma anche 'fede' agli altri, si dimostrerebbe che l'Universo è parte di una sola realtà (se volete volontà..).

É impossibile !!!! É piú probabile fare viaggiare su una nave Costa tutti sti fisici !!!!

Un salutone.
 

pmanlio

Active member
É impossibile !!!! É piú probabile fare viaggiare su una nave Costa tutti sti fisici !!!!

Salirei volentieri su quella nave!! :) :) Sarebbe bello incontrarli..

Magari non si arriverà mai, ma ogni passo verso questo 'Graal' è un passo dentro l'Universo e le sue regole, dentro la religione (sembra strano?) ma anche dentro di noi e, molto più prosaicamente, un passo verso una cultura tecnica che ci potrà solo migliorare la vita..
So che è una cosa difficile da trattare, ed anche OT (a parte la parentesi di cui sopra) rispetto a tutto il forum..

Un salutone!!!
Manlio
 

Concordia

Staff Member
Grazie ragazzi!
Per Cryyy: ho preso il pacchetto Costa e ho volato, all'andata con Cathay Pacific e al ritorno con la Singapore Airlines. Ambedue eccellenti compagnie aeree!
Manlio, profondo come sempre. Comprendo perfettamente il punto sviluppato da te, appena sopra. Tempo fa qualcuno aveva ben pensato di nascondere "qualcosa" nel cuore degli uomini, perché lì, egli, mai avrebbe cercato...e cieco tuttìora, continua a cercare nella profondità dello spazio e dei mari, senza nulla trovare! eheh, cattivissimi, siamo! :)
A voi la seconda parte!
Un saluto

La sera, per arrivare all’imbarco, attraverso l’immenso centro commerciale e il pullulare di gente che bivacca davanti alle vivaci decorazioni natalizie. Le procedure doganali sono velocissime e in men che non si dica, salgo sulla Classica per un sonno ristoratore.
L’indomani, come se avessi un appuntamento, mi preparo, mi vesto in fretta e corro a visitare gli ambienti della nave. Mi sorprendono la sua linea vintage, sobria ed elegante allo stesso tempo. Sembra davvero di fare una crociera d’altri tempi.
Mi piace la Classica - penso fra me e me - ma il mio cuore resta fedele alla Vic!
Subito dopo corro all’esterno per vedere la dritta nave illuminata dal sole mattutino. Seguo con lo sguardo il lungo squarcio che l’attraversa da una parte all’altra…conseguenza di una “scorribanda” nei mari di Shangai.
Ora, a distanza di tempo dall’accaduto, mi piace pensarla, mentre si fa “bella” a Singapore, in dry dock, sotto la supervisione del suo Comandante.

Viet-nam
Il Viet-nam è un lungo nastro di terra verde con un retaggio pesante che le ha graffiato l’anima ma che non ha cancellato il sorriso dal volto delle sue donne; è un lungo ponte di dolcezza che collega terre distanti fra loro, che unisce uomini e donne valorosi e fragili al contempo. Uomini e donne che sono rimasti nel periodo buio, uomini e donne che hanno affidato il loro avvenire e la loro sorte ad una imbarcazione, in un mare in tempesta e il cui futuro, oggi, si chiama Canada.
I momenti più emozionanti della mia breve permanenza in questa incantevole terra, li trascorro navigando lungo le sue acque. Dapprima attraversando gli innumerevoli isolotti, immersi in un mare color giada, della stupefacente Halong Bay;
in seguito, scoprendo la fitta foresta nel Delta del Mekong, sotto una pioggia copiosa, seguita subito dopo, come per incanto, dalla luce splendente del sole che si riflette sulla vegetazione circostante;
ed infine navigando sul fiume Saigon, a bordo della silenziosa nave da crociera che ci conduce alle porte della capitale.
La navigazione è seguita con religioso silenzio da tutti i passeggeri.
E’ lo stesso silenzio che si avverte quando lambisci i fianchi a strapiombo dei Fiordi imponenti o quando ti godi il passaggio attraverso le paradisiache isole di Fernando di Noronha.
Nel nostro caso è una distesa, un mare di lussureggiante vegetazione a stregarci.
Il Saigon, che ha il colore del caffè-latte a colazione, gioca con i fianchi della Classica prima di gettarsi, in un gioco effervescente, intorno alla sua poppa. La nave risponde, come una madre affettuosa, con il respiro poderoso che fuoriesce dalle ciminiere gialle. E’ l’unica nota che si ode e che va a fondersi in perfetta armonia con la quiete intorno.
Vedo l’affascinante Comandante, sul ponte di comando esterno, che segue con attenzione, le difficili manovre che portano la nave a zigzagare lungo il letto del fiume. Con le braccia distese, poste sulla balaustra, osserva il paesaggio scorrere sotto di sé e avverto il senso di grandezza e immortalità che lo pervadono.
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Il Vietnam mi pare ricordi da bambino, non quelli della guerra ma quelli del dopoguerra, dei disperati ammassati sui barconi in fuga da un paese sconvolto, dei pirati, che allora ho scoperto esistere ancora, che li depredavano nel migliore dei casi..

Tra chi si prodigò per aiutarli c'era l'Italia con la marina militare: in un servizio televisivo vidi la nostra nave circondata da questi barconi, all'orizzonte apparvero delle velocissime barche e tutta la scena era minacciosa e cupa, erano i pescatori/pirati che studiavano la situazione. Il comandante della nostra nave diede ordine (nel servizio si sentiva benissimo) di dissuaderli, ma se non ci si fosse riusciti di utiilizzare la forza senza troppe remore..
Da una parte c'era gente da proteggere, dall'altra dei criminali, credo che avrei dato anche io quell'ordine: ovviamente vista la linea di una nave militare i pescatori/pirati, in fondo altri poveracci, si diedero alla fuga..

Tempo dopo a Roma aprì un ristorante Vietnamita, la mente del bambino immaginava quelle persone (ricordo una bellissima donna) in mezzo al mare, ed ora finalmente in pace in una terra libera..

La navigazione è seguita con religioso silenzio da tutti i passeggeri.

E' giusto così: questo è un viaggio vero, ed è giusto goderselo in pieno..

La descrizione che fai mi riporta a due diari di viaggio: uno di Bautier, ma l'altro è meno noto, ed appartiente ad un cappellano di bordo (Gabriele C. sa di cosa parlo): sono passati trenta anni, ma la magia è ancora quella.. è vero che il mondo si globalizza, ma per fortuna ci sono ancora spazi per scoprire altre realtà..

Un salutone!!
Manlio
 
T

tano

Guest
Il mondo globalizza ma l´importante é rimanere noi stessi, tenere le radici da bambino sempre in noi.

Un saluto.
 

Concordia

Staff Member
E' bello sapere che ci sono tante persone ancora che amano il lato magico e poetico della vita. Grazie!
Rispondo a Tano: Alfredo Romeo. El apellido es Romeo.

Grazie Manlio per il tuo commento che va ad arricchire il tutto.

Presto posto la terza e (forse) ultima parte delle memorie del viaggio, con relativo link per ammirare le fotografie.
Un salutone.
 

Concordia

Staff Member
Con qualche giorno di ritardo posto la terza parte che verrà seguita da un ultimo frammento conclusivo. Un salutone a tutti.

Visito una cittadina dopo l’altra. Ho Chi Minh City, Da Nang, Nha Trang, si susseguono e si interscambiano, nella mia mente, una con l’altra.
Hoi An, in particolare, mi appare come un gioiello raro, uno scrigno di cultura e tradizione, da schiudere lentamente.
E’ qui che passeggiando fra le graziose viuzze mi appare, come in una visione, quella che considero la divina apoteosi di questo viaggio in Asia.
E’ una bellissima vietnamita che spunta da un angolo della strada con indosso un magnifico Ao Dai fucsia.
Appare come un’attrice sul palcoscenico, sorridente e sicura di sé, consapevole della presenza del pubblico che la sta ammirando.
La venerabile e preziosa ragazza tiene sul braccio destro una borsina in vimini con al suo interno un mazzolino di fiori. La mano sinistra la porta al mento e volge lo sguardo sorridente verso l’alto. Resta in questa posizione per lungo tempo come a volersi far immortalare dagli obiettivi dei passanti. Restiamo ipnotizzati a guardarla come si farebbe per una celebre personalità.
Chissà se Monet sarebbe stato capace di riassumere cotanta sublime bellezza e dolcezza in un’unica tavolozza.

Ho Chi Minh City, Da Nang, Hoi An. Ritrovo ovunque lo stesso tripudio di colori, lo stesso bouquet di profumi e odori. In particolare mi catturano quelli della frutta esposta negli affollati mercati, tra cui spuntano quello del mango e della papaya e la fragranza del riso basmati cotto al vapore.
L’interminabile scia continua con la nota intrusa di Coco Mademoiselle di casa Chanel, lasciata, nell’aria, dal passaggio di una sorridente turista.
Il vivace caleidoscopio prosegue con una distesa di abiti tradizionali, di sete, di pregiati tessuti che mi catturano come una bimba nei paesi dei balocchi.
Risuonano ancora nelle mie orecchie le vocine stridule delle donne, dai corpi di adolescenti, che attirano la nostra attenzione:
“Madaaam! Uàn dolaaar!” - ripetono porgendoti statuine, collane di perle, cartoline. Le guardo nel profondo degli occhi. I sorrisi sinceri illuminano i loro volti.
Sentirò molto spesso questa cantilena, pronunciata come una preghiera, ripetuta come un’offerta o una richiesta di attenzione e di affetto.
Esco dallo zibaldone del mercato coperto per ritrovarmi sulla strada a schivare uno sciame impazzito di scooter.
Sembra che qui, gli unici mezzi di trasporto siano questi simpatici due ruote che assumono, di volta in volta, le funzioni di pulmino trasporta famiglie e di furgoncino per il trasloco.
Più volte mi è capitato di vedere, per le strade della capitale, 4 persone sfrecciare con nonchalance, a bordo di un unico fiammeggiante motorino. Materassi matrimoniali, grandi tubi industriali, tutto indistintamente sembra poter essere trasportato con disarmante semplicità.
Fermi ai semafori, in scalpitante attesa del verde, lo sciame incredibile di scooter regala, a noi astanti, continue partenze da Gran Premio.
Il casco sembra sia un accessorio superfluo. Tutti sembrano apprezzare di più la mascherina posta sul viso, per ripararsi dai raggi del sole. La pelle abbronzata non è gradita dalle donne di città che la considerano caratteristica di pescatori e contadini.

A volte, viaggiare diventa un confrontarsi con la propria coscienza. Scendendo i gradini del Monastero di Long Son, incrocio, quelle che si presentano nella mia mente, come due ombre dell’Ade: un anziano signore privo di un avambraccio e una nonnina minuta con un limite fisico che la costringe a salire i gradini con l’aiuto dei quattro arti.
Ambedue chiedono l’elemosina. Mi si stringe il cuore. Il dubbio mi assale. E’ l’eterno dubbio di chi pensa troppo, di chi non passa indifferente di fronte alla sofferenza altrui.
Basterà davvero il mio dollaro a risollevare la loro sorte o servirà a zittire la mia coscienza? Andrò ad alimentare involontariamente un’associazione criminale che si serve di queste persone per il proprio tornaconto o andrò ad accrescere in questi bisognosi il mal costume in voga fra la maggior parte della popolazione nomade?
Basterà la profonda Compassione che provo per questi nobili esseri a rendermi invisibile e passare il “guado”?
 

fandelmare

New member
Concordia, in questa nostra civiltà delle immagini questo tuo modo di descrivere luoghi, circostanze, sensazioni, persone, dimostra con grande efficacia tutta la magia delle parole, parole appropiate che combinate sapientemente e con sensibilità e passione sanno produrre, in chi sa leggerle nel modo giusto, qualcosa che galleggia tra realtà e sogno, cronaca e immaginazione.
Per me personalmente tutto ciò è anche la conferma che il mondo si guarda con gli occhi ma si osserva con la mente e con il cuore e quest'arte, lasciamelo dire, purtroppo non è per tutti. Concordia, grazie per ciò che hai scritto, ma la tua è prosa o poesia ? Non so gli altri cosa pensano ma io la risposta giusta ce l'ho. Un salutone. Fan
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Basterà davvero il mio dollaro a risollevare la loro sorte o servirà a zittire la mia coscienza?

Già porsi questa domanda, e ti commento in una 'pausa' della cena di Natale, ti fa onore..
Basterà? Forse no, ma tanta gente quella coscienza non sa neanche cosa sia..

Per il resto, tornerò a commentare!!

Auguroni!!
Manlio
 

Rodolfo

Super Moderatore
Sono doni di natura Sergio. Doni da invidiare. Sono osservazioni,sensazioni, pensieri propri di moltissime persone, non di tutti come dici tu, ma che pochi sanno tradurre in descrizioni così profonde e piene di sentimento. Complimenti Concordia per il brillante uso della lingua italiana, ma soprattutto per quello che riesci trasmettere.
 
Stato
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