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ieri anniversario dell'incidente del Moby Prince

Rodolfo

Super Moderatore
Io vorrei se ne venisse a capo, ma finora tante parole ma pochi fatti concreti. Fatta chiarezza sull'episodio; sentiamola. La Moby non stava uscendo, ma rientrando; e da dove si evince ciò? E' inutile uscire con queste "boutade" se poi non si concretizzano in elementi fondati.

Non vorrei che ancora una volta si riaprisse l'indagine e poi tutto "morisse", ancora una volta, sepolta nei misteri "inestricabili" del nostro Paese.
 
F

Felix73

Guest
C'è della letteratura in merito...e molte cose le ho lette, con passione, in prima persona (un libro in particolare...)....
Tutto questo...mi ha purtroppo portato a pensarla come te Rodolfo....

Questo è il classico caso in cui...tantissimi "indizi" e "casualità" farebbero "prova"....(a partire dalle primissime dichiarazioni...passando per la scandalosa conduzione dei soccorsi con un relitto in fiamme alla deriva dimenticato per ore da tutti in quella tragica notte...per finire con i "sabotaggi"...attentati a periti vari...omissioni gravi...e chi più ne ha...più ne metta...). Parliamoci chiaramente: c'è la volontà di fare chiarezza? Una volontà che non sia solo di facciata? A voi la risposta.

Del Moby Prince ho quattro netti ricordi: il primo, quando feci la mia prima ed unica traversata a bordo in compagnia di mio padre....
Il secondo: quando appresi dell'incidente...
Il terzo...quando mi comparve di fronte in una buia e fredda notte di febbraio del 1993....come una nave fantasma con il suo carico di morte e dolore...mentre mi imbarcavo su un nave-cargo al porto di Livorno per la Sardegna...una sensazione indescrivibile...
Il quarto...quando andai a vederlo semiaffondato all'interno del porto.....

Profondo cordoglio per le vittime....è l'unica cosa che mi viene da dire...perchè in questo momento non posso e non voglio dar voce a quell'angolo, piccolissimo, di speranza che ho dentro di me in merito al fatto che possa essere fatta finalmente giustizia...e che sia restituita dignità a qualcuno che non c'è più....

Un saluto
 
Ultima modifica:

deliziosa64

New member
Profondo cordoglio per le vittime....è l'unica cosa che mi viene da dire...perchè in questo momento non posso e non voglio dar voce a quell'angolo, piccolissimo, di speranza che ho dentro di me in merito al fatto che possa essere fatta finalmente giustizia...e che sia restituita dignità a qualcuno che non c'è più....
Un saluto

Un angolo piccolissimo di speranza che sarà sempre dentro di noi ... in particolare di tutti noi sardi.
Oggi è il 22° anniversario della tragedia .... una giornata per ricordare.
Questa tratta rappresenta il mio primo viaggio in mare da bambina .... ed è davvero una sensazione indescrivibile.

Un saluto
 
F

Felix73

Guest
Vero Lorenzo. So con quanta partecipazione e sensibilità Livorno abbia vissuto questa tragedia, avendo abitato a Pisa dal 92 e per gli anni immediatamente successivi.

Un saluto
 
T

tano

Guest
Mamma mia Felix !!!
Io la penso come te e come Rodolfo, non c´é mai stata voglia di fare chiarezza, le cose occulte che non si devono sapere, la parola democrazia che parola tanto grande ma non vera.
Un pensiero a tutte le vittime, é brutto ascoltare Simona ed il ricordo di una compagna di scuola del marito che per le casualitá della vita sitrovavano lí.

Un saluto.
 

pmanlio

Active member
Grazie per la pubblicazione dell'articolo, non l'avevo mai letto. Moby Princess è l'equivalente marittimo del disastro aereo del DC9 di Ustica. Insabbiato.

infatti la cosa più allucinante è il modo in cui si è voluti e riusciti ad arrivare a una sentenza di comodo... :evil:

Questa storia, come quella di Ustica, non ha un solo volto sconcertante, ma tre..

Il primo volto, qui come ad Ustica, è capire come sia avvenuto l'incidente, e questa è una verità che si può intuire, ma i cui contorni potrebbero rimanere indefiniti in eterno..

Il secondo volto si chiama 'responsabilità' su delle verità che sono incontrovertibili, nel caso di Ustica sappiamo che il governo si impegna con fondi ed autorevolezza per recuperare il relitto dell'aereo, il relitto viene posto in una delle basi militari più sicure del mondo, e nella prima notte che passa lì entrano dei 'vandali' e lo prendono a mazzate..

Nessuno si chiede come sia possibile una cosa del genere, nessuno vuole vedere cosa sia successo, nessuno paga?

Nel caso del Moby Prince tutta Livorno vede una nave che brucia, abbandonata a se stessa, con le persone dentro lasciate a morire..
L'ispezione della nave dimostra che si erano preparati all'incidente e che potevano essere salvati..

Ma il comandante responsabile della sicurezza del porto era 'impegnato' in una ispezione, ed ha lasciato le cose in mano ad un militare, se non sbaglio addirittura di leva.. e nessuno della sicurezza ha visto la nave bruciare..

Ed anche qui nessuno paga?

Questi sono fatti incontrovertibili, ai quali, per Ustica, potrei aggiungerne altri..

Eppure è una costante tutta nostra, non ci sono mai responsabilità, almeno ai vertici.. i responsabili ed i colpevoli sono sempre o chi non c'è più o chi era lì in quel momento come ultimo esecutore di una catena..

Ricordo anni fa di aver visto in televisione Bush che parlava agli Americani della guerra che andava male, o in Iraq o in Afghanistan.. la frase che mi colpì fu ''Queste scelte le ho fatte io, io sono responsabile, non i vertici militari che volevano tenere un'altra linea.. è colpa mia..''

Qui no.. qui è colpa di un equipaggio che vedeva la partita e di un militare di leva..

Io invece mi sento vicino a loro, e mi dispiace, e tanto, sia per loro che per chi gli è sopravvissuto..

Manlio
 

matteov

Active member
Tratto da la nuova Sardegna

Parole amare e dolenti per rispondere alla gelida indifferenza di un ministro della Repubblica che ha archiviato frettolosamente la strage del Moby Prince in appena 15 righe in perfetto stile “burocratese”. I familiari delle vittime della più grande tragedia della marineria civile italiana hanno scritto al Guardasigilli Annamaria Cancellieri una lettera di auguri di Natale di grande civiltà e di cupa tristezza. La lettera è firmata da Luchino Chessa, figlio del comandante del traghetto Navarma Ugo e presidente di una delle associazioni delle vittime del rogo di Livorno.
È una lettera nella quale la rabbia legittima e la frustrazione per un attesa che non dà risposte non trascendono mai nell’invettiva. Non ci sono recriminazioni o accuse. La scelta è quella di una pacata fermezza che fa capire al ministro e agli ambienti che da 22 anni lavorano per occultare una verità scomoda, che i familiari delle 140 vittime del Moby Prince non si arrendono e vanno avanti nella loro battaglia per ottenere verità e giustizia.
Contro un complesso sistema di potere e di poteri che difende un tragico segreto, i parenti di quei 140 uomini, donne e bambini morti nel rogo del traghetto Livorno-Olbia usano solo la potente e affilata arma delle parole. Un’arma che scava nelle coscienze, che progressivamente sta demolendo verità fittizie e cementando nella consapevolezza collettiva il fatto che il rogo del Moby Prince non è un semplice terribile incidente. Dietro quella collisione del traghetto con la petroliera Agip Abruzzo, la sera dell’11 aprile 1991, c’è infatti una realtà oscura che deve essere classifica tra i vergognosi misteri della Repubblica.
La ministra Cancellieri sembra non aver sentito le parole di dolore e di speranza dei familiari delle 140 vittime del Moby. Ignora l’infinita odissea giudiziaria piena di “buchi”, di incongruenze, di testimonianze sospette, di prove manipolate e perfino di racconti di quella sera rimossi. Come quello dell’ufficiale della guardia di finanza Cesare Gentile che con lineare semplicità fece entrare nell’inchiesta e nei processi due elementi che scardinano le traballanti versioni ufficiali. Per prima cosa disse che quella della tragedia era una sera «chiara e limpida». Non c’era insomma quella nebbia con la quale si è cercato in tutti i modi di giustificare la tesi dell’incidente. E poi la terribile rivelazione che è da anni come un convitato di pietra nella storia giudiziaria della strage del 10 aprile: nel porto di Livorno, proprio mentre il Moby Prince, cominciava la sua traversata verso la Sardegna, era in corso un traffico d’armi. Armi che venivano scaricate da una nave americana militarizzata, appena tornata dalla prima Guerra del Golfo.
Dunque, un traffico del quale le autorità Usa sanno sicuramente molto, ma del quale non hanno mai detto nulla. Come è già accaduto in passato in altri drammatici casi. Primo fra tutti la strage di Ustica. E qui ecco nascere il sospetto: il silenzio e i depistaggi potrebbero essere stati funzionali per nascondere possibili responsabilità del potente alleato. Non è la prima volta che la politica e apparati dello Stato si sono piegati agli interessi di Washington.
In questi tempi nei quali il mondo della politica cerca disperatamente di ritrovare una credibiltà, ferita profondamente da scandali e immoralità diffuse, un segnale importante sarebbe quello di ritrovare la dignità del proprio ruolo. Anche liberandosi dalle scomode catente di una sussidiarietà agli Usa e aprendo i cassetti dei segreti. Come quello della fine del Moby Prince.
La lettera di Luchino Chessa
Carissima Ministra Cancellieri, oggi arriva Babbo Natale e spero che vada anche da Lei e Le porti tanta voglia di occuparsi della vicenda Moby Prince. Le ricordo che in quella sciagura hanno perso la vita ben 140 persone innocenti, di cui un buon numero di bambini e famiglie. Le ricordo che buona parte delle persone a bordo erano nel posto di riunione in attesa che qualcuno, un Babbo Natale, arrivasse a soccorrerli. Penso ai bambini disperati, alle mamme che li proteggevano, ai papà che cercavano di trovare una soluzione. Penso a mio papà morto bruciato dopo, sotto al ponte di comando, alla mia mamma che ha aspettato ore nel salone di riunione, mentre intorno il calore delle fiamme diventava intollerabile. Le ricordo che noi familiari abbiamo subito anni di frustrazione da parte di una Giustizia che non è riuscita a dare una spiegazione alla strage, e che non ha avuto la capacità, la forza e forse anche la volontà di andare oltre le conclusioni elementari dei tecnici d'ufficio, utili a chiudere il caso con la allucinante storia della nebbia e dell'alta velocità del traghetto. Le ricordo che noi familiari aspettiamo ancora un Babbo Natale che faccia veramente giustizia dei nostri 140 familiari morti e sappia andare oltre logiche politiche, lobby, rapporti tra Stati, che abbia la forza di tutelare i cittadini del nostro Paese. Tanti auguri a Lei, ai suoi Colleghi Ministri, al Presidente Letta e al Presidente Napolitano, auguri amari e tristi, con la sensazione ancora una volta di sentirci soli a combattere con logiche più grandi di noi.
 

matteov

Active member
forse la mia sarà una risposta banale, ma le cose certe sono poche, i dubbi e i misteri molti.
unica cosa certa è che il moby si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.. e non per una sorte avversa... ma perchè hanno voluto ricreare il posto sbagliato al momento sbagliato.

Quello che lascia veramente con l'amaro in bocca, oltre alle morti ovviamente (ma questo è il primo pensiero, che non dovrebbe neanche essere sottolineato) è come hanno tentato in tutti i modi di nascondere una nave dietro ad un dito... di come abbiano infangato il buon nome di un Comandante come pochi esistono al mondo, un equipaggio che aveva svolto a pieno il suo dovere (infatti erano quasi tutti nel punto di ritrovo).

Ok, il moby aveva pure i suoi difetti sulla sicurezza, ma questo non avrebbe impedito di salvarsi...

Tante persone sanno la verità, ma in qualche modo sono stati costretti a mentire

Sappiamo che quella notte gli interessi in gioco erano molti, e solo di alcuni, sappiamo che quella notte sono morti degli innocenti e che sono stati lasciati morire perchè avevano visto cose "scomode"

Sappiamo il ruolo delle navi sotto il controllo USA, sappiamo che le comunicazioni radar e radio misteriosamente funzionavano male...

Sappiamo che un comandante esperto, non sa distinguere una bettolina da un traghetto

Sappiamo che il comandante ha volutamente indicato una posizione diversa della sua nave per far credere che il Moby gli fosse andato addosso in uscita da Livorno... Invece stava rientrando, e le persone erano tutte radunate prima della collisione.

Sappiamo che "il pugliese" fischiettava sulla vita di persone, sappiamo cosa dicevano le navi a largo della corsica, sappiamo che alcune navi fantasma "scapparono", si sà che chi doveva portare pesce "forse" non ne conosceva neanche lontanamente le fattezze

Sappiamo che i soccoritori "ufficiali" indugiavano, che chi comandava, pensava ai propri interessi, sappiamo che misteriosamente le persone cambiano posizioni, ricordi e fatti certi.

Sappiamo che c'era un corpo in coperta, forse ancora vivo a tragedia avvenuta da ore...il Prince è trainato dai rimorchiatori, e all'arrivo in porto è totalmente carbonizzato.


Sappiamo che il relitto è stato manomesso e volutamente mandato al "taglio"

Possiamo solo ipotizzare che in quel traffico assurdo di quella notte con la "nebbia" (causata dallo spegnimento delle fiamme), sull'Agip Abruzzo... il buon Chessa, severo e preciso sia andato in soccorso di una situazione visibile a occhio nudo , che le parole dell'addetto alle comunicazioni si siano "perse" nell' etere o che siano gelosamente custodite a Camp Derby.

Sappiamo, sappiamo e sappiamo, ma possiamo solo fare ipotesi... possiamo solo lottare perchè il buon nome di Chessa, del suo equipaggio... e di tutte quelle vite non venga infangato ulteriormente e che non venga nuovamente bruciato da qualche arma non convenzionale alle micro onde

Tutti sanno che la tecnologia usata quella notte era di tipo militare avanzato e che si contrabbandava armi, ovviamente nell'interesse di pochi... ma che di potere ne avevano molto... tanto da poter pigiare il bottone della vita di 140 persone su OFF


Il seguente elenco riporta i nomi e l'età delle vittime

Abbattista Giovanni 45
Allegrini Stefano 23
Alves Sandrine 24
Amato Natale 52
Ambrosio Francesco 22
Ambrosio Vittorio 30
Andreazzoli Marco 28
Averta Rocco 36
Avolio Antonio 45
Baffa Nicodemo 52
Baldauf Gernard 27
Barbaro Luciano 24
Barsuglia Luca 24
Bartolozzi Umberto 48
Belintende Sergio 31
Bianco Gavino 40
Bisbocci Alberto 20
Bommarito Giuseppe 43
Botturi Adriana 60
Brandano Raimondo 60
Campo Antonino 26
Campus Giovanni B. 53
Campus Gianfranco 21
Canu Angelo 28
Canu Sara 5
Canu Ilenia 1
Caprari Alessia 19
Cassano Antonello 25
Castorini Rosario 39
Cervini Domenico 21
Cesari Diego 14
Chessa Ugo 54
Cinapro Graziano 45
Cirillo Ciro 25
Ciriotti Tiziana 22
Congiu Giuseppe 23
Crupi Francesco 34
Dal Tezzon Antonietta 47
Dal Zotto Pasquale 32
D'Antonio Giovanni 22
De Barba Mauro 30
De Caritat Beatrice 31
Defendenti Anna 24
Degennaro Giuseppe 29
De Montis Angelita 23
De Pretto Tatiana 18
Esposito Francesco 43
Falanga Nicola 19
Farnesi Cristina 22
Ferraro Sabrina 20
Ferrini Carlo 32
Filigheddu Maria 40
Filippeddu Giovanni 46
Fondacaro Mario 57
Formica Maria G. 51
Fratini Bruno 34
Frulio Ciro 18
Fumagalli Alfredo 23
Furcas Daniele 33
Fusinato Angelo 58
Gabelli Antonino 72
Gasparini Giuseppe 62
Ghezzani Maria G. 57
Giacomelli Piera 55
Giampedroni Lido 29
Gianoli Giorgio 29
Giardini Priscilla 23
Giglio Alessandra 26
Gnerre Erminio 29
Granatelli Giuseppina 27
Guida Gerardo 23
Guizzo Gino 52
Ilari Salvatore 31
La Vespa Gaspare 31
Lazzarini Giuseppe 32
Lazzarini Romana 22
Lipparelli Raffaela 50
Manca Giuseppe 48
Marcon Maria 83
Martignago Giuseppina 46
Massa Angelo 30
Mazzitelli Francesco 56
Mela Maria 44
Minutti Giovanni V. 50
Molaro Gabriele 35
Mori Aldo 52
Mura Paolo 34
Padovan Giovanna 54
Padula Aniella 44
Pagnini Vladimiro 59
Paino Vincenzo 34
Parrela Maurizio 15
Pasqualini Ignazio 36
Paternico Rosana 43
Perazzoni Arnaldo 28
Perez De Vere Luigi 24
Pernice Rocco 41
Picone Arcangelo 34
Piu Pasqualino 28
Porciello Pasquale 23
Primi Silavana 38
Prola Mauro 27
Regnier Bernardo 53
Rispoli Liana 29
Rizzi Monica 27
Rizzi Umberto 47
Rizzo Salvatore 29
Rodi Antonio 41
Romano Rosario 24
Romdoni Cesare 56
Roncalbati Amelio 54
Rosetti Sergio 52
Rota Vania 22
Saccaro Ernesto 50
Saccaro Ivan 17
Salsi Giuliano 41
Salvemini Nicola 35
Sansone Massimo
Santini Roberto 53
Sari Gianfranco 39
Scano Salvatore 73
Sciacca Giuseppe 53
Scuotto Mario 31
Serra Maria A. 54
Sicignano Gerardo 34
Simoncini Maria Rosa 25
Sini Antonio 42
Soro Gabriella 29
Stellati Mara 44
Tagliamonte Giovanni 38
Timpano Giulio 29
Trevisan Ranieri 30
Trevisan Rino 58
Tumeo Francesco 58
Vacca Alessandro 37
Vidili Raimonde 22
Vigerello Giuliano 44
Vigliani Carlo 31
Vinattieri Roberto 44
Vitiello Ciro 31


Spero solo che il rimorso faccia la sua parte e che si vuoti il sacco, ma vedendo la freddezza e la faccia tosta di alcune persone.. dubito fortemente che anche in punto di morte sappiano trovare il coraggio di parlare
 

La76

New member
Grazie Matteov...io non ho mai capito questa tragedia...troppo surreale e assurda, forse, per essere

Prendo atto di quanto da te scritto...
Mi soffermo, leggendo l'elenco delle vittime, su un particolare...non sono di certo omonimie...ma sicuramente parentele quelle accomunate dallo stesso cognome...cambia poco, ma vedere che ci sono stati genitori-figli, fratelli che hanno perso insieme la vita aumente, se possibile, il dolore ingiudpsto che hanno subito tante famiglie :(
 

pmanlio

Active member


Matteo, ieri parlavamo del trasferimento di De Falco.. vorrei sapere che carriera ha fatto la persona che 'non' ha visto un incendio che invece ha visto tutta Livorno..

So che è brutto far polemica su queste cose, ma credo che un po di rispetto quelle persone lo meritavano anche con un atto di giustizia verso chi li ha lasciati li..

Un saluto (amaro)
Manlio
 
F

Felix73

Guest
Moby Prince: ho poche speranze che si faccia luce.....ma chissà.....
Dopo 15 mesi dall'insediamento della commissione d'inchiesta al Senato, questi gli aggiornamenti.
Dopo anni, si rimane ancora sconcertati dal susseguirsi degli eventi....e dalle mancanze nei soccorsi....

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...la-nato-nessun-tracciato-satellitare/3426288/

La deposizione di De Falco chiamato in causa come profondo conoscitore del porto di Livorno dalla commissione d'inchiesta.

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...o-tutti-gli-errori-della-capitaneria/3116896/

un saluto
 
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