Gigi
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Il mare porta sulla spiaggia un messaggio in bottiglia
http://it.notizie.yahoo.com/il-mare-porta-sulla-spiaggia-un-messaggio-in-bottiglia.html
Un messaggio in bottiglia ben più serio, fu quello rinvenuto a Villasimisu in Sardegna 10 agosto 1952. E' una bella giornata d'estate, e il sig. Alfredo, come al solito, ha deciso di alzarsi presto per fare una passeggia lungo la bianchissima spiaggia di Villasimius.
Allora la spiaggia di Villasimius era ancora più incontaminata di oggi, perchè l'invadente turismo di massa odierno era ancora di là da venire.
Durante la passeggiata il sig. Alfredo nota arenata sulla spiaggia una bottiglia molto incrostata, ma chiaramente ancora ben sigillata e con qualcosa che sembra o può essere un messaggio all'interno.
Di fronte alla classica curiosità che può capitare quando si passeggia su una spiaggia, il sig. Alfredo non può che decidere di aprirla immediatamente... dentro c'è un pezzo di tela ancora ben leggibile.
I suoi occhi stentano a crederci... ma decide subito: per oggi basta mare, bisogna correre alla Capitaneria di porto.
Cosa diceva il messaggio?
«R. Nave Fiume - Prego signori date mie notizie alla mia cara mamma mentre io muoio per la Patria. Marinaio Chirico Francesco da Futani, via Eremiti 1, Salerno. Grazie signori - Italia!»
Il messaggio era stato scritto 11 anni prima, dalla parte opposta del Mediterraneo, durante la battaglia di capo Matapan a Sud del Peloponneso) nel marzo 1941, quando l'incrociatore Fiume venne affondato dagli Inglesi insieme allo Zara e al Pola e a due CT.
Subito vennero effettuate delle ricerche: il pezzo di tela effettivamente era un pezzo delle coperture delle mitragliatrici antiaeree, e tra i membri dell'equipaggio dati per dispersi (735, oltre a 79 caduti e 269 sopravvissuti, prigionieri o soccorsi) c'era un marinaio con quel nome.
Il messaggio fu recapitato alla madre del povero marinaio in una frazione di Futani, paese poco distante da Capo Palinuro. Il padre, che mai aveva disperato del ritorno del figlio, era già morto nel '48.
La povera madre ebbe almeno la consolazione di sapere che l'ultimo pensiero del figlio fu per lei, e per la patria.
Il fatto ebbe una certa risonanza tra le cronache di quell'anno e commosse l'Italia intera.
Alla memoria del marinaio Chirico Francesco fu decretata una medaglia di bronzo: «...prima di scomparire in mare con l'unità, confermava il suo alto spirito militare ,affidando ai flutti un messaggio di fede e di amor patrio che, dopo undici anni, veniva rinvenuto in costa italiana».
Mai decorazione fu più meritata.
http://it.notizie.yahoo.com/il-mare-porta-sulla-spiaggia-un-messaggio-in-bottiglia.html
Un messaggio in bottiglia ben più serio, fu quello rinvenuto a Villasimisu in Sardegna 10 agosto 1952. E' una bella giornata d'estate, e il sig. Alfredo, come al solito, ha deciso di alzarsi presto per fare una passeggia lungo la bianchissima spiaggia di Villasimius.
Allora la spiaggia di Villasimius era ancora più incontaminata di oggi, perchè l'invadente turismo di massa odierno era ancora di là da venire.
Durante la passeggiata il sig. Alfredo nota arenata sulla spiaggia una bottiglia molto incrostata, ma chiaramente ancora ben sigillata e con qualcosa che sembra o può essere un messaggio all'interno.
Di fronte alla classica curiosità che può capitare quando si passeggia su una spiaggia, il sig. Alfredo non può che decidere di aprirla immediatamente... dentro c'è un pezzo di tela ancora ben leggibile.
I suoi occhi stentano a crederci... ma decide subito: per oggi basta mare, bisogna correre alla Capitaneria di porto.
Cosa diceva il messaggio?
«R. Nave Fiume - Prego signori date mie notizie alla mia cara mamma mentre io muoio per la Patria. Marinaio Chirico Francesco da Futani, via Eremiti 1, Salerno. Grazie signori - Italia!»
Il messaggio era stato scritto 11 anni prima, dalla parte opposta del Mediterraneo, durante la battaglia di capo Matapan a Sud del Peloponneso) nel marzo 1941, quando l'incrociatore Fiume venne affondato dagli Inglesi insieme allo Zara e al Pola e a due CT.
Subito vennero effettuate delle ricerche: il pezzo di tela effettivamente era un pezzo delle coperture delle mitragliatrici antiaeree, e tra i membri dell'equipaggio dati per dispersi (735, oltre a 79 caduti e 269 sopravvissuti, prigionieri o soccorsi) c'era un marinaio con quel nome.
Il messaggio fu recapitato alla madre del povero marinaio in una frazione di Futani, paese poco distante da Capo Palinuro. Il padre, che mai aveva disperato del ritorno del figlio, era già morto nel '48.
La povera madre ebbe almeno la consolazione di sapere che l'ultimo pensiero del figlio fu per lei, e per la patria.
Il fatto ebbe una certa risonanza tra le cronache di quell'anno e commosse l'Italia intera.
Alla memoria del marinaio Chirico Francesco fu decretata una medaglia di bronzo: «...prima di scomparire in mare con l'unità, confermava il suo alto spirito militare ,affidando ai flutti un messaggio di fede e di amor patrio che, dopo undici anni, veniva rinvenuto in costa italiana».
Mai decorazione fu più meritata.
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