Ciao
sono da poco rientrato dalla crociera del 14-21 luglio, e vorrei esprimere il mio parere, forse un po' discordante da quelli che ho letto qui finora (qualcuno debordante nella piaggeria).
Si è trattato della mia quarta crociera, la seconda con royal, quindi non sono proprio novizio.
Vacanza positiva e soddisfacente nel complesso.
Tralascio però gli aspetti positivi, già ampiamente riportati e confermati, cioè l'ottima qualità dei Servizi, non solo in relazione al prezzo pagato, la bellezza della nave, gli spettacoli, l'estrema cortesia e disponibilità di quasi tutto il personale, il buffet ampio e gustoso.
Vediamo quindi i difetti da me percepiti
1) In primis, lo sport. Non è una vacanza per sportivi. L'animazione sportiva era inesistente, nonostante le 3 belle foto delle animatrici in stile "chi l'ha visto" presenti in bacheca. Lo sport è lasciato allo stato brado, non vi è organizzazione, per cui il campo multifunzione di calcio-basket-pallavolo viene monopolizzato dai soliti gruppetti. I roller sono inutilizzabili perchè non c'è nessuno a distribuire l'attrezzatura. Alle centinaia di emarginati dagli sport suddetti non restava altro che riversarsi nel campetto da mini golf, dove ogni partita durava un'ora: 5 minuti per giocare e il resto per attendere il proprio turno.
2) Non è una vacanza per bambini piccoli. Il mini-club (uno stanzone dove vengono tenuti i bambini) mi sembra poco proattivo, nessuna animazione all'aria aperta. Ai bambini (e quindi ai loro genitori) non è concesso di accedere alla piscina carina (quella con i lettini col materassino), perchè "disturbano" gli adulti privilegiati, non possono entrare in certi locali come la discoteca, nemmeno alle 10 di sera (!?!?), non possono accedere alla palestra o alla spa, se per sbaglio si avvicinano ad un tavolo del casinò vengono cacciati in malo modo, non possono partecipare ai rari tornei che si organizzano, destinati unicamente agli adulti (incluso pure il minigolf..si, pure quello...).
Dimenticavo..l'arrampicata. Negata anche quella, perchè, dopo la classica mezz'ora di attesa, hanno chiesto a mio figlio, oltretutto in modo decisamente stridente con la consueta cortesia dell'altro personale, la carta di identità. Si...proprio la carta di identità!!!! come se un bambino andasse in giro in per la nave in costume con la carta di identità in tasca....
3) Non è una vacanza per socializzare. E' difficile fare nuova amicizie, perlomeno più difficile che in un generico villaggio. A colazione e cena si è costretti in tavoli a misura di famiglia o coppia. Ciò a differenza di altri operatori, ove vi sono tavolate da 8-10 persone per cui è facile socializzare.
Inoltre, col pretesto della "discrezione" degli animatori-fantasma, le attività di socializzazione, quali giochi, gare, etc sono veramente minime o nulle. la mia impressione è che del nutrito programma giornaliero, ben poche attività siano poi rispettate: quiz post prandiali, corsi di ballo, perfino incontri per single e famiglie...qualche volta sono andato agli appuntamenti ma non ho mai visto anima viva...
4) La Cena. Si è di fatto costretti a un orario per la cena che sia conforme alle esigenze degli altri, non alle proprie. Abituati a cenare alle 21, siamo stati "forzati" a cenare, ops, fare merenda alle 19:30, e non c'è stato verso di farci cambiare orario. Tenendo presente che ogni cena dura circa 2 ore, dati gli estenuanti tempi di attesa tra le portate, si può immaginare come molte delle attività più interessanti della giornata siano state perse a causa di questa assurda costrizione.
5) Le piscine. Perlomeno quelle ove sono esiliati i figli di un Dio minore (famiglie coi bambini), sono lercie. In esse galleggia di tutto ed è inspiegabile come non si renda obbligatorio almeno l'uso della cuffia.
Aggiungo, visto che qualcuno ne accennava, che la "cafonaggine" c'è ma è trascurabile, ed è legata più agli americani che agli italiani, per quello che ho notato. Anzi...forse manca un po' di quella allegria caciarona di certi italiani.
La battaglia dei posti in piscina. Ogni giorno si assiste a penose polemiche tra chi pretende di prenotare 10 posti nelle prime file (spesso italiani), pure per amici e parenti lontani, magari spostando i teli già allocati, e di chi si piazza sui teli altrui senza il minimo colpo di tosse (spesso americani). Personalmente, non me ne frega nulla e anzi, ho sempre cercato posti lontani e tranquilli. Ciò non mi ha risparmiato dal venir derubato di un binocolo, 20 dollari e una catenina che avevo lasciato in un borsello sopra il telo.
Pazienza, poco danno e cmq capita dappertutto.
Viceversa, merita attenzione la vicenda che mi è capitata ad Ajaccio.
Ajaccio è una tappa inutile, è un paese anonimo, dove nemmeno Napoleone è mai tornato dopo esservi cresciuto. Ciò a cui bisogna stare attenti sono gli abitanti del posto, i corsi. Alcuni di essi non fanno nulla per cancellare la nomea di isolani chiusi spocchiosi indisponenti e aggressivi, specie nei confronti dei turisti.
In un bar, che si trova nella via centrale Cours Grandval, di fronte al supermercato, ove avevo preso un bicchiere d'acqua naturale, servito peraltro in un bicchierino da amaro (1€), hanno cercato di rifilarmi di resto una moneta da 5€ palesemente falsa. Ho chiesto, cortesemente, di avere una banconota "normale", alchè il barman , suo padre, un nonnetto fumantino, e la presunta moglie, hanno letteralmente buttato fuori dal locale a spinte e pugni me e i miei familiari. Ne stava per nascere una rissa, per quanto abbia cercato di evitarla, e solo dopo che ho minacciato di rivolgermi alla polizia, è intervenuto un vicino tabaccaio che mi ha restituito i soldi, invitandomi così a lasciar cadere la cosa. A buon intenditore...
Un'altra passeggera, che aveva chiesto una spremuta d'arancia, è stata invitata per le spiccie ad andare a comprarsi le arance al supermercato e a farsela da sola.
Facile e comodo generalizzare, si dirà, ma due coincidenze fanno mezza prova. Ognuno la pensi come vuole, però la cordialità e la disponibilità dei sardi incontrati a Cagliari, città peraltro bellissima, spicca decisamente.
Ultimo punto. Rientrare sulla nava a Genova è complicato. Non vi sono indicazioni ed è facile farsi più vasche chilometriche della via del porto (ahimè, a volte sotto il sole cocente) prima di individuare la strada giusta. Che, per inciso, si individua con l'attraversamento di un locale contraddistinto dall'insegna auto-esplicativa "autofficina"....
sono da poco rientrato dalla crociera del 14-21 luglio, e vorrei esprimere il mio parere, forse un po' discordante da quelli che ho letto qui finora (qualcuno debordante nella piaggeria).
Si è trattato della mia quarta crociera, la seconda con royal, quindi non sono proprio novizio.
Vacanza positiva e soddisfacente nel complesso.
Tralascio però gli aspetti positivi, già ampiamente riportati e confermati, cioè l'ottima qualità dei Servizi, non solo in relazione al prezzo pagato, la bellezza della nave, gli spettacoli, l'estrema cortesia e disponibilità di quasi tutto il personale, il buffet ampio e gustoso.
Vediamo quindi i difetti da me percepiti
1) In primis, lo sport. Non è una vacanza per sportivi. L'animazione sportiva era inesistente, nonostante le 3 belle foto delle animatrici in stile "chi l'ha visto" presenti in bacheca. Lo sport è lasciato allo stato brado, non vi è organizzazione, per cui il campo multifunzione di calcio-basket-pallavolo viene monopolizzato dai soliti gruppetti. I roller sono inutilizzabili perchè non c'è nessuno a distribuire l'attrezzatura. Alle centinaia di emarginati dagli sport suddetti non restava altro che riversarsi nel campetto da mini golf, dove ogni partita durava un'ora: 5 minuti per giocare e il resto per attendere il proprio turno.
2) Non è una vacanza per bambini piccoli. Il mini-club (uno stanzone dove vengono tenuti i bambini) mi sembra poco proattivo, nessuna animazione all'aria aperta. Ai bambini (e quindi ai loro genitori) non è concesso di accedere alla piscina carina (quella con i lettini col materassino), perchè "disturbano" gli adulti privilegiati, non possono entrare in certi locali come la discoteca, nemmeno alle 10 di sera (!?!?), non possono accedere alla palestra o alla spa, se per sbaglio si avvicinano ad un tavolo del casinò vengono cacciati in malo modo, non possono partecipare ai rari tornei che si organizzano, destinati unicamente agli adulti (incluso pure il minigolf..si, pure quello...).
Dimenticavo..l'arrampicata. Negata anche quella, perchè, dopo la classica mezz'ora di attesa, hanno chiesto a mio figlio, oltretutto in modo decisamente stridente con la consueta cortesia dell'altro personale, la carta di identità. Si...proprio la carta di identità!!!! come se un bambino andasse in giro in per la nave in costume con la carta di identità in tasca....
3) Non è una vacanza per socializzare. E' difficile fare nuova amicizie, perlomeno più difficile che in un generico villaggio. A colazione e cena si è costretti in tavoli a misura di famiglia o coppia. Ciò a differenza di altri operatori, ove vi sono tavolate da 8-10 persone per cui è facile socializzare.
Inoltre, col pretesto della "discrezione" degli animatori-fantasma, le attività di socializzazione, quali giochi, gare, etc sono veramente minime o nulle. la mia impressione è che del nutrito programma giornaliero, ben poche attività siano poi rispettate: quiz post prandiali, corsi di ballo, perfino incontri per single e famiglie...qualche volta sono andato agli appuntamenti ma non ho mai visto anima viva...
4) La Cena. Si è di fatto costretti a un orario per la cena che sia conforme alle esigenze degli altri, non alle proprie. Abituati a cenare alle 21, siamo stati "forzati" a cenare, ops, fare merenda alle 19:30, e non c'è stato verso di farci cambiare orario. Tenendo presente che ogni cena dura circa 2 ore, dati gli estenuanti tempi di attesa tra le portate, si può immaginare come molte delle attività più interessanti della giornata siano state perse a causa di questa assurda costrizione.
5) Le piscine. Perlomeno quelle ove sono esiliati i figli di un Dio minore (famiglie coi bambini), sono lercie. In esse galleggia di tutto ed è inspiegabile come non si renda obbligatorio almeno l'uso della cuffia.
Aggiungo, visto che qualcuno ne accennava, che la "cafonaggine" c'è ma è trascurabile, ed è legata più agli americani che agli italiani, per quello che ho notato. Anzi...forse manca un po' di quella allegria caciarona di certi italiani.
La battaglia dei posti in piscina. Ogni giorno si assiste a penose polemiche tra chi pretende di prenotare 10 posti nelle prime file (spesso italiani), pure per amici e parenti lontani, magari spostando i teli già allocati, e di chi si piazza sui teli altrui senza il minimo colpo di tosse (spesso americani). Personalmente, non me ne frega nulla e anzi, ho sempre cercato posti lontani e tranquilli. Ciò non mi ha risparmiato dal venir derubato di un binocolo, 20 dollari e una catenina che avevo lasciato in un borsello sopra il telo.
Pazienza, poco danno e cmq capita dappertutto.
Viceversa, merita attenzione la vicenda che mi è capitata ad Ajaccio.
Ajaccio è una tappa inutile, è un paese anonimo, dove nemmeno Napoleone è mai tornato dopo esservi cresciuto. Ciò a cui bisogna stare attenti sono gli abitanti del posto, i corsi. Alcuni di essi non fanno nulla per cancellare la nomea di isolani chiusi spocchiosi indisponenti e aggressivi, specie nei confronti dei turisti.
In un bar, che si trova nella via centrale Cours Grandval, di fronte al supermercato, ove avevo preso un bicchiere d'acqua naturale, servito peraltro in un bicchierino da amaro (1€), hanno cercato di rifilarmi di resto una moneta da 5€ palesemente falsa. Ho chiesto, cortesemente, di avere una banconota "normale", alchè il barman , suo padre, un nonnetto fumantino, e la presunta moglie, hanno letteralmente buttato fuori dal locale a spinte e pugni me e i miei familiari. Ne stava per nascere una rissa, per quanto abbia cercato di evitarla, e solo dopo che ho minacciato di rivolgermi alla polizia, è intervenuto un vicino tabaccaio che mi ha restituito i soldi, invitandomi così a lasciar cadere la cosa. A buon intenditore...
Un'altra passeggera, che aveva chiesto una spremuta d'arancia, è stata invitata per le spiccie ad andare a comprarsi le arance al supermercato e a farsela da sola.
Facile e comodo generalizzare, si dirà, ma due coincidenze fanno mezza prova. Ognuno la pensi come vuole, però la cordialità e la disponibilità dei sardi incontrati a Cagliari, città peraltro bellissima, spicca decisamente.
Ultimo punto. Rientrare sulla nava a Genova è complicato. Non vi sono indicazioni ed è facile farsi più vasche chilometriche della via del porto (ahimè, a volte sotto il sole cocente) prima di individuare la strada giusta. Che, per inciso, si individua con l'attraversamento di un locale contraddistinto dall'insegna auto-esplicativa "autofficina"....