DrPianale
Co-Fondatore
Ciao a tutti
L'articolo che linko e copio/incollo è generico sul turismo, ma offre spunti di riflessione interessanti anche sul turismo crocieristico
http://benicultura.wordpress.com/20...impatti-negativi-sociali-causati-dal-turismo/
Dopo aver analizzato le varie tipologie di turismo sostenibile è giusto affermare, che solo implementando queste tipologie di turismo verde si potranno avere introiti superiori alle esternalità negative.
Ebbene si. Il turismo purtroppo non contribuisce positivamente alla tutela dell’ambiente ma agisce nella direzione opposta, da sempre ha impattato negativamente sul territorio in cui si sviluppa e da sempre ha creato maggiori problematiche la dove ne erano poche, si può dire che funga da amplificatore di criticità. Ma ciò che più spaventa è la sua multidisciplinarietà, poiché il turismo non va a deformare solo il fattore ecologico delle destinazioni, ma intacca dall’interno i nuclei sociali che vi abitano, andando a creare un abisso tra il tenore di vita dell’ospitante e quello dell’ospite, che inizialmente si converte in un rifiuto palese del turista e del turismo nella destinazione e che può addirittura sfociare in aggressioni programmate dall’ospitante nei confronti dell’’ospite, per cercare di rendere tale realtà, agli occhi del turista, pericolosa e non adatta al viaggio. Questa remota, seppur presente possibilità, può avvenire solo nel caso in cui l’amministrazione pubblica non intervenga direttamente a risolvere i problemi legati alla presenza in eccesso dei turisti/visitatori, tale analisi conosciuta con il nome anglosassone “Carryng Capacity” capacità di carico, misura il numero massimo di presenze, oltre il quale le altre funzioni (non turistiche) dell’area risultano ostacolate e permanentemente danneggiate . Ciò significa che il cittadino di quell’area vede plasmare a piacimento dal turismo il suo habitat, senza poter agire. Un semplice esempio potrebbe aiutare a capire:
Un museo che accoglie mille persone in più di quante effettivamente ne potrebbe accogliere non gioca a favore delle entrate ma inconsapevolmente gioca a favore delle perdite, perché quella struttura non è in grado di sopportare tale capacità di carico e di conseguenza ogni ipotetica vendita di un biglietto in più, non si configura come aumento degli introiti ma come impatto negativo alle strutture e all’ambiente del territorio che nella maggior parte dei casi risulta essere irrimediabile.
Solitamente le destinazioni che soffrono maggiormente l’impatto sociale causato dal turismo, vedranno una conseguente e drastica diminuzione del livello demografico, una riduzione dei servizi pensati per il cittadino per incrementare quelli diretti ai turisti/visitatori, costante diminuzione di spazi commerciali non collegati al turismo e molto altro ancora; esempio clamoroso che ha posto su di sé attenzione a livello mondiale è il centro storico di Venezia.
Ma allora perché aspettare che gli impatti negativi ci travolgano e divengano irrimediabili, quando invece tutto questo si può prevenire?
Risulta semplice e complesso allo stesso tempo rispondere a tale quesito. Nel periodo di sviluppo di una destinazione turistica, gli arrivi sono enormi, il turista si trova per la prima volta nella meta e il suo grado di spesa è altissimo; a questo punto gli stakeholders non pongono limiti alla loro crescita imprenditoriale, di conseguenza tutti fanno di tutto per accaparrarsi la fetta più grande di mercato e lo stesso vale per l’amministrazione pubblica che travolta dal turismo e dai ricavi non esercita il proprio compito di controllo adeguatamente. La situazione prosegue, il turismo incrementa la sua affluenza e la destinazione viene considerata dagli affaristi il centro del mondo, fino a che, questo grande calderone non implode dall’interno e iniziano a intravedersi all’orizzonte le prime problematiche che impatteranno negativamente sull’ambiente e sulla società.
In molti direbbero: “questa è una delle tante risposte possibili”. Io dico che non è così e che purtroppo questa, è l’unica risposta possibile. Può essere considerata semplicistica e superficiale perché incrimina esclusivamente il denaro e l’ingordigia dell’uomo, ma se non questo il motivo, quale? Sinceramente nulla mi viene in mente e nulla in questo momento riuscirebbe a farmi cambiare idea. Lascio a tutti coloro che leggeranno l’articolo l’onere di rispondere (a se stessi) se vorranno.
L'articolo che linko e copio/incollo è generico sul turismo, ma offre spunti di riflessione interessanti anche sul turismo crocieristico
http://benicultura.wordpress.com/20...impatti-negativi-sociali-causati-dal-turismo/
Dopo aver analizzato le varie tipologie di turismo sostenibile è giusto affermare, che solo implementando queste tipologie di turismo verde si potranno avere introiti superiori alle esternalità negative.
Ebbene si. Il turismo purtroppo non contribuisce positivamente alla tutela dell’ambiente ma agisce nella direzione opposta, da sempre ha impattato negativamente sul territorio in cui si sviluppa e da sempre ha creato maggiori problematiche la dove ne erano poche, si può dire che funga da amplificatore di criticità. Ma ciò che più spaventa è la sua multidisciplinarietà, poiché il turismo non va a deformare solo il fattore ecologico delle destinazioni, ma intacca dall’interno i nuclei sociali che vi abitano, andando a creare un abisso tra il tenore di vita dell’ospitante e quello dell’ospite, che inizialmente si converte in un rifiuto palese del turista e del turismo nella destinazione e che può addirittura sfociare in aggressioni programmate dall’ospitante nei confronti dell’’ospite, per cercare di rendere tale realtà, agli occhi del turista, pericolosa e non adatta al viaggio. Questa remota, seppur presente possibilità, può avvenire solo nel caso in cui l’amministrazione pubblica non intervenga direttamente a risolvere i problemi legati alla presenza in eccesso dei turisti/visitatori, tale analisi conosciuta con il nome anglosassone “Carryng Capacity” capacità di carico, misura il numero massimo di presenze, oltre il quale le altre funzioni (non turistiche) dell’area risultano ostacolate e permanentemente danneggiate . Ciò significa che il cittadino di quell’area vede plasmare a piacimento dal turismo il suo habitat, senza poter agire. Un semplice esempio potrebbe aiutare a capire:
Un museo che accoglie mille persone in più di quante effettivamente ne potrebbe accogliere non gioca a favore delle entrate ma inconsapevolmente gioca a favore delle perdite, perché quella struttura non è in grado di sopportare tale capacità di carico e di conseguenza ogni ipotetica vendita di un biglietto in più, non si configura come aumento degli introiti ma come impatto negativo alle strutture e all’ambiente del territorio che nella maggior parte dei casi risulta essere irrimediabile.
Solitamente le destinazioni che soffrono maggiormente l’impatto sociale causato dal turismo, vedranno una conseguente e drastica diminuzione del livello demografico, una riduzione dei servizi pensati per il cittadino per incrementare quelli diretti ai turisti/visitatori, costante diminuzione di spazi commerciali non collegati al turismo e molto altro ancora; esempio clamoroso che ha posto su di sé attenzione a livello mondiale è il centro storico di Venezia.
Ma allora perché aspettare che gli impatti negativi ci travolgano e divengano irrimediabili, quando invece tutto questo si può prevenire?
Risulta semplice e complesso allo stesso tempo rispondere a tale quesito. Nel periodo di sviluppo di una destinazione turistica, gli arrivi sono enormi, il turista si trova per la prima volta nella meta e il suo grado di spesa è altissimo; a questo punto gli stakeholders non pongono limiti alla loro crescita imprenditoriale, di conseguenza tutti fanno di tutto per accaparrarsi la fetta più grande di mercato e lo stesso vale per l’amministrazione pubblica che travolta dal turismo e dai ricavi non esercita il proprio compito di controllo adeguatamente. La situazione prosegue, il turismo incrementa la sua affluenza e la destinazione viene considerata dagli affaristi il centro del mondo, fino a che, questo grande calderone non implode dall’interno e iniziano a intravedersi all’orizzonte le prime problematiche che impatteranno negativamente sull’ambiente e sulla società.
In molti direbbero: “questa è una delle tante risposte possibili”. Io dico che non è così e che purtroppo questa, è l’unica risposta possibile. Può essere considerata semplicistica e superficiale perché incrimina esclusivamente il denaro e l’ingordigia dell’uomo, ma se non questo il motivo, quale? Sinceramente nulla mi viene in mente e nulla in questo momento riuscirebbe a farmi cambiare idea. Lascio a tutti coloro che leggeranno l’articolo l’onere di rispondere (a se stessi) se vorranno.