Rodolfo
Super Moderatore
Il troppo "storpia"?
http://www.themeditelegraph.com/it/...crocieristi-XRPriZ2sSwh8Vte0sOaW6I/index.html
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Indubbiamente Tiziano; ma bisogna anche capire il limite di tolleranza per chi vive in una città in preda a masse di turisti. Se Verona è "intasata" da maggio a settembre, Venezia lo è praticamente da gennaio a dicembre (con qualche brevissimo periodo di "stanca").
Io, personalmente, dal turismo ho in cambio solo disagi, sia dal punto di vista economico che della mobilità e di altri aspetti non direttamente riconducibili al fenomeno, ma che collaborano con lo "smembramento" del tessuto sociale della città.
Lo "smembramento" del tessuso sociale delle città non è che dipenda solo dal turismo, le città "d'arte" hanno il problema dei turisti, le città industriali hanno il problema del traffico, dello smog, della cementificazione selvaggia ecc.ecc., purtroppo questa è la vita dagli anni '60 in poi dove tutto cresce in favore dello sviluppo e questo "benessere" ha portato problemi allo smembramento del tessuto sociale, ma sono problemi di difficile soluzione e troppo complicati da descrivere in un post, ciao.Indubbiamente Tiziano; ma bisogna anche capire il limite di tolleranza per chi vive in una città in preda a masse di turisti. Se Verona è "intasata" da maggio a settembre, Venezia lo è praticamente da gennaio a dicembre (con qualche brevissimo periodo di "stanca").
Io, personalmente, dal turismo ho in cambio solo disagi, sia dal punto di vista economico che della mobilità e di altri aspetti non direttamente riconducibili al fenomeno, ma che collaborano con lo "smembramento" del tessuto sociale della città.
Scusa, sono un pò OT, io adoro Venezia e la considero la più bella città del mondo, sia in inverno, meglio, sia in estate. Per caso i periodi di "stanca" sono definiti, per qualche ragione, o casuali. Se definiti, me li potresti suggerire? Grazie
Comunque torno in argomento, il turismo, anche in Italia, è una grossissima fonte di reddito, naturalmente non sempre viene gestito bene, ma boicottarlo, proprio nelle Nazioni che più ne traggono profitti, mi sembra un autogol.
Lo "smembramento" del tessuso sociale delle città non è che dipenda solo dal turismo, le città "d'arte" hanno il problema dei turisti, le città industriali hanno il problema del traffico, dello smog, della cementificazione selvaggia ecc.ecc., purtroppo questa è la vita dagli anni '60 in poi dove tutto cresce in favore dello sviluppo e questo "benessere" ha portato problemi allo smembramento del tessuto sociale, ma sono problemi di difficile soluzione e troppo complicati da descrivere in un post, ciao.
EePenso che Venezia rappresenti un caso unico nel suo genere poichè, a quanto ne so, all' "invasione" di turisti corrisponde anche un crescente allontanamento dei cittadini dal centro.
Non vi è tuttavia alcun dubbio che ovunque il turismo porti dei disagi. A nessuno fa piacere condividere con essi il passeggio in strada affollate, il parcheggio dove ve ne è poco, le file, la conseguente nascita di negozi di cianfrusaglie e di pasti dal dubbio gusto. Chiunque non ne sia coinvolto direttamente dal punto di vista del ritorno economico stenta però a comprendere quale ruolo esso svolga oggi nelle nostre finanze.
Penso che sia chi ne trae vantaggio che chi non ne sia coinvolto dovrebbero però collaborare per "educare" il turismo delle proprie città,
trasmettendo il messaggio che il turista non sia soltanto un pollo da spennare (e qui Venezia è maestra) ma un ospite gradito dal quale ci si aspetta rispetto, comprensione, ed un certo tatto nell'andare in casa d'altri.
Una "sottigliezza" nella interpretazione Manlio, comunque il risultato non cambia.