Re: Quebec City
Riporto in versione Light rispetto a tutto il Diario) il resoconto dei nostri giorni a Quebec.
"Quello che colpisce subito è il fascino da vecchio continente, ogni via si rende testimone della difficile sopravvivenza del Canada francese nel Canada britannico, una enclave francofona dove il 90 % dei 7 milioni e mezzo di abitanti vive a non più di 100 chilometri dalle coste e rivendica il titolo di città più europea del continente. Dal 1985 l’intero quartiere della città vecchia è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, essendo l’unico centro storico cinto da mura sul territorio del Nordamerica. Nel 1535 Jacques Cartier risalendo il fiume si imbattè in un villaggio urone chiamato Stradacona sulle rive di quello che gli amerindi chiamavano il “fiume che cammina”, ma le origini della prima colonia vengono datate 1608, quando Samuel de Champlain fondò l’insediamento francese chiamandolo appunto Québec riprendendo il termine algonchino “kébec” - dove il fiume si restringe - diventando il punto di riferimento della Nuova Francia. All’altezza di Quebec la percentuale delle acque salate è solo del 2% mentre verso l’estuario, dove la distanza fra le sponde raggiunge i 100 chilometri ha la stessa percentuale dell’oceano. La storia successiva all’approdo di Champlain, vede una serie di contese, a volte cruente tra Francia e Corona britannica per il dominio del territorio, concluse nel 1763 quando il Canada francese fu consegnato al Regno Unito e nel 1867 quando il Basso Canada fu unito alla Confederazione canadese. Le tradizioni sono comunque rimaste vive in questo territorio, anche se i movimenti separatisti non hanno mai avuto seguito sulla totalità della popolazione. Un elemento particolare della provincia del Quebec è la frase “Je me souviens” io mi ricordo, presente nello stemma provinciale, di fronte a molti ingressi di edifici istituzionali ed in tutte le targhe automobilistiche, per sottolineare sia l’emarginazione subita dalla popolazione francese, sia la coscienza della proprie origini.
I Québecois rispetto agli altri canadesi sono più allegri, tolleranti, permissivi e liberali, amano la vita, aspirano alla felicità piuttosto che una vita improntata sul lavoro, amano l’amore, bevono più del canadese medio, tengono i bar aperti più a lungo, lavorano meno degli altri canadesi e dormono di più, sono più assenteisti sul lavoro e le ragioni sono per lo più legate all’attività sessuale!! Quasi quasi chiediamo asilo politico!
La città è divisa in una parte alta sulla sommità di Cap Diamant , dominata dalla Citadelle, dallo Chateau Frontenac e dalla Terracce Dufferin che si affaccia sul fiume, ed una bassa caratterizzata dal vecchio porto e dalla zona commerciale di Place Royal e delle vie intorno. Nel 2008 in occasione dei 400 anni dalla fondazione, la città si è rifatta il maquillage e si presenta nella sua veste migliore!
La città bassa ha come fulcro la Place Royal e la rue Petit Champlain ed i suggestivi vicoletti, pieni di negozi caratteristici, ristoranti intimi e dei soliti negozi di souvenir. Decidiamo di seguire le indicazioni della guida turistica piuttosto indipendente, tralasciando la piccola funicolare (per i pigri e gli anziani) che collega la città bassa alla Terrasse e ci “arrampichiamo” nella città alta, attraverso la scorciatoia della Escalier Casse- Cou ovvero “Scala scavezzacollo”, affidando la nostra fame ai sapori de “Aux Anciens Canadien”. Il locale occupa un edificio del 1676 chiamato Jacquet House, acquistata nel 1800 dallo scrittore Philippe de Gaspè, autore del romanzo di cui il ristorante porta ancora il nome. Il locale ha mantenuto la disposizione originaria con varie salette dall’atmosfera intima. Menù attento alla tradizione di campagna con specialità del Québec, fra le quali la Putine a base di patate e formaggio saporito ed i dolci a base di sciroppo d’acero.
La mattina seguente il tempo non promette bene, si alternano nubi minacciose e relativa pioggia a brevi schiarite, ma noleggiamo un auto per visitare i dintorni di Québec . Non è necessario avere la patente internazionale.
Decidiamo di addentrarci all’interno della regione seguendo lo storico “Chemin du Roy”. Non è poi così facile uscire dalla città e prendendo un’uscita stradale per un’altra ci ritroviamo fuori dai rumori cittadini in una dimensione rurale da favola. Abbiamo sbagliato strada ma questo percorso è bellissimo! Piccole fattorie ed immense distese d’erba interrotte da abetaie e da alberi dai toni caldi autunnali si susseguono, quindi ci lasciamo trasportare lungo questo itinerario, e ci emozioniamo come bambini quando vediamo numerosi piccoli stand lungo la carreggiata con zucche di ogni ordine di grandezza in vendita. Solo dopo più di un’ora torniamo sui nostri passi!!!
Torniamo a Neuville, lungo lo Chemin, progettato come strada di collegamento lungo il fiume fra Quèbec e Montreal, il “fratello terrestre” del fiume San Lorenzo e completato nel 1731 dopo 7 anni di lavoro, per una lunghezza di 280 chilometri. A percorrerlo sono stati viaggiatori, militari, coloni del Nuovo Mondo, attraverso diligenze, calessi, carretti, quando da Québec a Montreal il percorso poteva durare da quattro ai sei giorni. Attualmente la strada rotabile segue la gran parte dell’antica traccia. Proprio a Neuville la prima sorpresa: passeggiamo fra vecchie dimore in pietra calcarea e legno, classificate monumenti storici, che si susseguono lungo la via degli aceri arrossati dall’autunno e personalizzate dai proprietari per l’imminente ricorrenza di Halloween. Il freddo e la fame prendono il sopravvento e lungo il percorso ci fermiamo in un delizioso bistro a Deshambault con soupe a l’onion e degustazione di formaggi e birre. Non siamo mai sazi di questa natura e nonostante nuvole basse, proseguiamo fino a Trois-Rivières una delle più antiche città del Nord America, purtroppo devastata da un incendio nel 1908. Visitiamo la svettante cattedrale dell’Assunzione in stile neogotico con vetrate fiorentine e decidiamo di rientrate in città .
La mattina seguente per tutti i crocieristi sono in programma numerose escursioni, da quelle per i più pigri a percorsi di rafting, ma come terzo giorno a Quebec ci orientiamo molto bene da soli! La Costa “offre” le navette per il centro città a 6 euro. In realtà la passeggiata può essere fatta benissimo a piedi lungo un boulevard poco trafficato, pianeggiante e con un largo marciapiede da dividere con i ciclisti, ma per sfruttare meglio il tempo decidiamo per un taxi fino a Place Royal il cuore della città bassa, denominazione usata oggi per l’intero quartiere.
Sulla piazza lastricata si affaccia la chiesa di Notre-Dame-des-Victoires e numerose case in pietra. Risalendo verso la città alta alcuni muri sono dipinti con giochi di trompe-l’oeil, la Francia è proprio dietro l’angolo! Percorriamo con passo lento la bella Terrasse Dufferin, una passerella di quasi mezzo chilometro con assi di legno, sovrastata dallo Chateau Frontenac, dal nome del Governatore della Nuova Francia, costruito nel 1893 dalla Canadian Pacific Railway e teatro dell’incontro fra gli strateghi alleati che pianificarono l’operazione Overland, cioè lo sbarco in Normandia! Godiamo di una magnifica vista sui tetti della città bassa, sul porto con ancorate l’Atlantica, la Queen Victoria e la Grand Princess e sulle sponde opposte del San Lorenzo. Dalla Terrazza si accede al percorso lungo le fortificazioni della Citadelle. Questa estesa struttura difensiva in cima allo sperone roccioso iniziata dai francesi a metà settecento e terminata dagli inglesi nel 1830 ha la classica forma a stella, di epoca barocca con dei bastioni sporgenti, fossati e terrapieni. Usufruiamo di una visita guidata tenuta da uno studente ed in lingua francese, visitando anche la polveriera convertita nel Museo del Reggimento. Tale fortificazione è infatti la sede del 22° Reggimento Reale, il prestigioso reggimento francofono dell’esercito canadese, distintosi nella prima e seconda guerra mondiale, in Corea ed attualmente in forza con azioni umanitarie presso teatri di guerra. Il loro blasone è il castoro con il già citato motto Je me souviens. Purtroppo il Cambio della Guardia e la Ritirata vengono proposte sono da giugno ad agosto. Dalle fortificazioni vediamo la Plaines d’ Abraham teatro della battaglia che mise fine al regime francese ed attraverso la Promenade des Gouverneur, una passerella sospesa alla parte anteriore dello sperone roccioso, rientriamo nella città alta, fermandoci a pranzo in uno dei bar con tavolini all’aperto della romantica Place d’Armes.
Il pomeriggio è dedicato nuovamente alla città bassa ed allo shopping, il magasinage come dicono i quebecchesi. Acquistiamo prodotti gastronomici a base di acero, buffe magliette con orsi ed alci, quindi a piedi rientriamo in nave .
Il mio consiglio è di effettuare escursioni da soli, noi abbiamo avuto la fortuna di arrivare un giorno prima dll'imbarco ma anche con i tempi stretti conviene muoversi con i propri tempi. La cascate possono essere visitate prendendo un taxi dal centro città , eventualmente facendosi portare sulla sommità scendendo poi a piedi lungo la scalinata.