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Costa Deliziosa 21/11/2025-11/04/2026 Giro del Mondo.

L’altro ieri, 17 dicembre, in serata abbiamo lasciato il porto di Callao. Un bellissimo tramonto ci ha salutato prima della partenza verso Arica, dove arriveremo venerdi’ 19.

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Nella giornata di navigazione, in serata, la nave ha aumentato la velocita’ fino a raggiungere quella massima per arrivare in anticipo di circa 3 ore ad Arica, causa emergenza medica, per sbarcare un ospite.
In serata a teatro lo spettacolo Talent Show, la 2a semifinale; 6 partecipanti, 4 veramente bravi, 3 cantanti ed un chitarrista ( un caro amico ).

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Gabriele ha scritto: ben arrivati in Cile e cosi’ e’!
Siamo arrivati questa mattina molto presto, alle 6:00, ad Arica, la prima citta’ cilena di una certa importanza andando verso sud lungo la costa sudamericana.

Il Morro, la “ montagna “ che domina la citta’.

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Arica si trova quasi al confine fra Peru’ e Cile. Con l’arrivo degli spagnoli all’inizio del XVI secolo, Arica divenne il porto della miniera d’argento di Potosí, situata nell’odierna Bolivia. Entrata a far parte del Perú indipendente, nel XIX secolo la città non riuscì a stare al passo con la frenetica attività delle miniere di nitrati situate più a sud. In se alla drammatica battaglia combattuta su El Morro, durante la Guerra del Pacifico, Arica divenne di fatto territorio cileno, una situazione formalizzata nel 1929..
 
Purtroppo ho fatto solo una rapida discesa a terra nel primo pomeriggio, dimenticando anche i soldi a bordo, perche’ Ester non stava bene. In serata avremo un’escursione per avere una panoramica in notturna della zona.
Comunque ci pensera’ senz’altro Roberto ad integrare il mio scarno racconto.
Nella breve discesa ho visitato la Cathedral de San Marcos, chiesa dalla particolare peculiarita’: e’ tutta di ferro!
Questa chiesa in stile gotico è famosa per tre motivi. Innanzi tutto è stata progettata dal celebre ingegnere parigino Alexandre Gustave Eiffel, prima che diventasse famoso per la torre che porta il suo nome. In secondo luogo fu prefab-
bricata nel laboratorio parigino del suo disegnatore intorno al 1870 (su commissione del presidente peruviano) e poi inviata oltre oceano per essere assemblata sul luogo. Ma ancora più curioso è l’edificio stesso: l’intera chiesa è stata costruita in ghisa con pezzi forgiati a stampo e poi verniciati.



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Arica appare come un miraggio, una macchia di verde e di case incastonata tra il Pacifico e le pendici aride dell’Atacama, circondata da ogni parte da chilometri di deserto, sabbia e rocce bruciate dal sole.

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Vicinissima al confine con il Perù la città si apre in un anfiteatro naturale, con le case distese lungo la baia e, alle spalle, il profilo inconfondibile del Morro, l'alta rupe che domina tutto come un invincibile bastione di pietra.

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Il clima la avvolge in una sorta di perenne primavera, senza estremi: né mai caldo feroce, né freddo pungente, solo una luce secca, pulita, che giustifica il soprannome di “città dell’eterna primavera”.

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Cuore urbano è Plaza Colón, una piazza viva, con palme alte e panchine occupate da chi fa sosta all’ombra per chiacchierare o osservare il via vai. Poco distante, la sagoma della Cattedrale di San Marcos sorprende: struttura in ferro, linee neogotiche, una presenza quasi “europea” trapiantata sul Pacifico, frutto del lavoro dell’atelier di Gustave Eiffel che ha lasciato qui alcune delle sue firme più insolite.

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In realtà però recenti studi hanno molto ridimensionato la portata degli interventi di Eiffel. L'autentica ossessione che il presidente del Perù (di cui Arica a quel tempo faceva parte) José Balta nutriva nei confronti dell'opera dell'architetto francese, non era accompagnata dalla disponibilità economica necessaria per garantirsi appieno l'opera del maestro. Così l'edificio della cattedrale fu si progettato da Eiffel, ma, per risparmiare, eseguito negli Stati Uniti. Probabilmente maggiore fu invece l'apporto di Eiffel nella costruzione della Dogana. Ma in fondo non si trattava di altro che della firma di Eiffel in calce a un disegno, a un progetto per un edificio che poi sarebbe stato costruito da altri.
 
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Com’é andato questo mese lontano dai vostri cari e come vi preparate ad affrontare il Natale? C’é un po’ di nostalgia o per adesso non ci pensate?
 
Com’é andato questo mese lontano dai vostri cari e come vi preparate ad affrontare il Natale? C’é un po’ di nostalgia o per adesso non ci pensate?
Il tempo è volato via veloce, quasi non sembra sia già passato quasi un mese.
L'atmosfera del Natale la viviamo con curiosità in ogni porto di scalo: osserviamo similitudini e differenze, andiamo alla ricerca di luminarie "esotiche", ci stupiamo a volte di usanze e tradizioni locali legate al Natale di cui non abbiamo mai sentito parlare...
Certo L'atmosfera non è la stessa... quello di cui più si sente la mancanza è... l'inverno...
Con questo non intendo dire che si rimpiangano il freddo e il maltempo, ma che inevitabilmente nel nostro immaginario il Natale è legato a questo: la famiglia riunita davanti al camino acceso, panorami innevati, i bambini che costruiscono un pupazzo di neve...
Ovviamente per noi quest'anno niente di tutto questo!
Per il resto rimanere in contatto con familiari e amici non è un problema, quindi ci godiamo questa opportunità di passare un Natale diverso senza nostalgia né troppi pensieri.
Abbiamo trascorso tanti giorni di Natale in maniera "tradizionale" e tanti ancora ne passeremo (...spero...), cerchiamo di goderci questo, nella sua particolarità, cogliendo il meglio di quello che ci può offrire.
 
Certo L'atmosfera non è la stessa... quello di cui più si sente la mancanza è... l'inverno...

Anche qui in Italia, sotto questo aspetto, non ce la stiamo passando bene. Qui da me, alta pianura lombarda sto registrando da inizio mese temperature ben sopra la norma. Negli ultimi giorni addirittura oltre 6 gradi sopra la temperatura media. Da domani dovrebbe iniziare una lenta discesa delle temperature che dovrebbero, entro Natale, portarsi in media. Ci saranno precipitazioni, nevose oltre 1200 metri, più in basso in Piemonte. Forse verso fine anno potrebbero arrivare correnti più fredde da nord. Ma l'evoluzione meteo è ancora tutto in divenire.
 
Com’é andato questo mese lontano dai vostri cari e come vi preparate ad affrontare il Natale? C’é un po’ di nostalgia o per adesso non ci pensate?
Per ora di nostalgia non vi e’ traccia in noi…ci rendiamo conto di vivere un qualcosa di straordinario e quindi la mente a questo e’ rivolta. Tutti i patemi e le preoccupazioni che avevamo prima di partire hanno ceduto il posto al desiderio di avventura e conoscenza che questo viaggio ha insite!
Sentiamo poco l’atmosfera natalizia perche’ molto differenti sono le condizioni climatiche, ma soprattutto l’atmosfera casalinga con gli addobbi, il Presepe, l’albero e tutte quelle cose che a casa nostra vi e’ a Natale!
In sette decenni di vita, un S. Natale differente ci vuole…e poi volete mettere il non preoccuparsi di cosa comprare di regalo ai vari destinatari!
Siamo soprattutto felici che a bordo ci sia il Sacerdote e cio’ contribuisce moltissimo a renderlo comunque un Natale speciale che vivremo con gioia…probabilmente in t-shirt e bermuda!
 
Tornando alla sera del primo giorno, il giro turistico notturno ci ha regalato panorami mozzafiato sulla citta’ di Arica dal Morro, la roccia, alta circa 110m., che domina la citta’ e domina il Pacifico.
Credo che le immagini non abbiano bisogno di parole!




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questo in volo e’ una tipologia di avvoltoio molto comune in queste zone, lontano parente del condor andino che vive pero’ ad altre quote ed ha tutt’altre dimensioni.

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La nostra lady…la sera la rende ancor piu’ bella!

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Il secondo giorno ad Arica e’ trascorso con una bellissima escursione a Codpa, un piccolissimo villaggio di pochissime anime, situato a circa 1900 m. di altitudine a circa 110 km a sud di Arica.
Il villaggio in se’ non ha nulla di particolare, ma il tragitto in bus e’ semplicemente fantastico dal punto di vista paesaggistico; Deserto di Atacama e’ una parola magica, almeno per noi, ed entrarci ha suscitato in me un’emozione indescrivibile che parole ed immagini non potranno mai rendere.
Sono quelle cose che per anni ed anni vorticano nella tua testa e poi un giorno…di colpo…ne sei partecipe!
Si tratta solo di un antipasto del vero deserto di Atacama e delle meraviglie che offre a 3500/4000 metri, ma per me e’ stato un turbine di sensazioni che hanno fatto si’ che guardassi l’orizzonte sconfinato quasi commosso da tale spettacolo!
Come mai villaggi simili a Codpa, con popolazioni che vanno da qualche unita’ a qualche decina, sono sorti in luoghi dove il parlare di nulla e’ gia’ esagerare? I conquistadores spagnoli sono naturalmente giunti anche sulle coste del Cile e non trovando nulla di cio’ che cercavano, ricchezze ed oro, si sono spinti all’interno, nelle aride valli e trovarono l’argento; questi villaggi sono testimonianza degli insediamenti e delle miniere dei tempi passati.
La vita non e’ facile in questi luoghi, la natura e’ ostile, le rocce, la polvere, la sabbia la fanno da padrone…ma le persone che ci vivono sono ancor piu’ toste della natura e sui loro volti, rugosi ma sorridenti, bruciati dal sole, si vede l’amore che nutrono per le loro origini!


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Parlavo dell’orizzonte sconfinato del deserto, ma un artista cileno, Juan Diaz Fleming, nel 1997 in una parte di deserto ha voluto creare delle opere d’arte che spezzassero questo orizzonte ed ecco che all’improvviso compaiono nel nulla le Presencias Tutelares, un complesso scultoreo in cemento armato e argilla situato nelle pianure di Acha, all'incrocio tra la Panamericana Nord e la Strada A-31,
Il complesso, che commemora le prime culture che si insediarono nella zona, è composto da due figure verticali chiamate L'Origine della Lignatura, la cui forma è un'astrazione del corpo umano e da altre due che vogliono raffigurare l’incontro fra le culture.


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L’uomo

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La donna

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L’incontro fra civilta’

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