Per l’attenzione all’ospite sono rimasto DELUSO. I cabinisti non c’erano mai al di fuori dell’orario delle pulizie: i corridoi sembravano deserti di personale e rimaneva l’unico ausilio del servizio in cabina (provato di continuo, per le esigenze del bimbo, e ottimo). Mi sembra ovvio che gran parte del personale d’hotel, provenendo da Pesi fra i più lontani, non parlasse italiano (e non capisco le lamentele dei passeggeri al riguardo), ma troppi fra gli addetti al front desk erano troppo giovani, quasi “catechizzati” al rigido rispetto delle procedure e apparentemente poco disponibili perché poco flessibili (due esempi: non m’hanno stampato una mail con prescrizioni mediche urgenti costringendomi a lunghi tentativi con la connessione dall’internet point che non andava, mentre non ero al 100%: non ho mai avuto un problema del genere neppur in un 3 stelle all’estero come in Italia ! ; all’ufficio escursioni sembrava che non gliene fregasse niente di vendermi il prodotto ed erano molto sbrigativi, pur impegnandoli io il meno possibile perché odio chi rimane a discutere con gli addetti per più di tre minuti, mentre c’è coda ). Gli spettacoli a teatro non eran neppure paragonabili a quelli Broadway-like visti sulla Royal (i più divertenti si son dimostrati quelli tipo talent con la partecipazione degli ospiti). I giochi di gruppo non stimolavano la partecipazione dei passeggeri (e al contrario questo era uno dei punti di forza delle crociere italiane “vintage”): d’accordo che italiani e maghrebini (c’era una loro discreta presenza fra gli ospiti) non erano attratti dai quiz, ma per il resto sembrava di assistere ai primi tentativi dell’animazione dei villaggi anni ’80. Nella gestione dei ristoranti è stato commesso lo stesso errore madornale per due giorni consecutivi: a Dubrovnick e Venezia si scendeva a cavallo del pranzo (rientro intorno alle 16). Ebbene non era stato previsto un servizio buffet esteso, lasciando disponibile solo il servizio pizzeria (cattiva margherita e poche insalate, no snacks/frutta/ dolci) per quasi duemila persone che rientravano dalle visite in città ! Se avessero gestito così la cosa con un’utenza d’oltreoceano (che ingurgita almeno 3000Cal al giorno), sarebbero stati sbranati.
L’imbarco a Bari è stato lento (malgrado noi fossimo volutamente fra gli ultimi, per non far attendere troppo il piccolo) senza collegamento fra i terminali a terra e quelli a bordo (ma la registrazione della carta a bordo coi totem va riconosciuta rapida); allo sbarco, in una giornata torrida, le valigie erano abbandonate a terra sotto una tettoia al di fuori del terminal crocieristico (piccolo ma nuovo e migliore di quello in altri porti più blasonati).
Inizialmente ho addebitato questi disservizi ai vari responsabili, ma ci ho ripensato. Il personale di bordo lavora moltissimo: i cabinisti, quando li vedevi, erano sempre indaffarati, i camerieri erano indefessi, gli addetti alle pulizie e manutenzione, di notte (per ragioni personali non potevo andar a riposare prima delle 2), mettevano a nuovo la nave, il corpo di ballo era molto buono (a detta di mia moglie: io non ne capisco nulla), gran parte degli animatori sembrava “ultra-stimolata” per poter reggere certi ritmi; ottima l’impressione del personale di marina, dall’età media elevata (Costa ha messo l’ultima nata in mani esperte). Quasi tutte le lacune erano ascrivibili all’organizzazione generale: forse il rapporto personale di cabina/passeggeri è basso o gli addetti sono poco motivati; non si è investito sulle sceneggiature degli spettacoli e le guest stars sono di livello più basso che altrove; non c’è uno spazio specifico per snacks/spuntini H24, costringendo i camerieri dei ristoranti a maggior lavoro; non è possibile servire la stessa qualità di cibo su crociere in bassa stagione che vendi a 500Euro per riempire la nave e crociere di ferragosto che vendi a 1500Euro, se non vuoi lasciare pessima opinione; ok la scelta dell’itinerario, ma delle interferenze fra orari soste / ristorante te ne devi accorgere al “Centro” a prescindere da quello che si può decidere a bordo. Insomma non so se queste stesse lacune ci sono sulle altre compagnie della Carnival (ma non posso crederci, altrimenti sarebbero già fuori dal mercato americano), ma, salvo riprova, penserò che questi sono errori di Genova. Dopo la tragedia del Concordia ho pensato che gli Americani avevano speculato, mettendo nelle mani di Costa una flotta non eccezionale e richiedendo profitti relativamente molto alti vendendo ad un’utenza disposta a spender qual cosina in più perchè attratti “da marchio e blasone” (credo che per la Carnival la scelta di “regionalizzare” molti dei loro brand sia molto premiante per parecchi aspetti; ma per gli utenti ? ). Temevo pertanto che una esautorazione del management genovese avrebbe danneggiato gli italiani. Rimango ancora dell’opinione che sarebbe stato un danno per il nostro mercato del lavoro, ma dubito che lo sarebbe stato anche per i crocieristi: le navi son buone, il personale d’hotel ha la stessa provenienza internazionale delle compagnie concorrenti, ma il prodotto offerto ha lacune (e il mio termine di paragone era una mass-market, non una compagnia premium) e la politica dei prezzi (sorvolo sul mercanteggiare delle agenzie locali nel vendere un pacchetto Costa) non accettabile: fermo restando che le crociere di oggi son molto convenienti comunque rispetto ad altro, a chi acquista ai prezzi d’alta stagione devi star attento ad offrire un prodotto (magari lo stesso) ma senza troppe sbavature.
Ristorante Club
Lido via col vento (piscina di poppa)
Gran bar Topkapi
Particolare delle scale di prua
Teatro principale (Bel Ami)
Atrium (atrio Amarcord)