Maurizio, ero in altre faccende affancendato.. mi scuso del ritardo..
Riprendo l'argomento..
grandi quantità di idrogeno liquido stoccato in una nave mi danno qualche pensiero sulla sicurezza. devono aver trovato una tecnologia di sicurezza veramente a prova di bomba... è un pensiero agghiacciante, ma con tutti quei passeggeri.....
Si, il pensiero l'ho anche io, ma la realtà è che la tecnologia, dal lato sicurezza, è matura da almeno venti anni se non di più..
Manlio, quali sarebbero le problematiche piu' importanti e a fronte di una similarita' di rendimenti, quali i vantaggi?
Come ho scritto, 'a naso' il rendimento totale del processo sarebbe paragonabile, ma è solo 'a naso': il confronto tra il rendimento del processo produzione idrogeno/movimentazione eliche, rispetto a quello che riguarda il carburante tradizionale o il LNG andrebbe fatto conoscendo la modalità di produzione dell'idrogeno, il 'mix energetico' di riferimento (tradizionale, eolico, fotovoltaico, scarto industriale?) e la modalità di stoccaggio del gas (compresso? A bassa pressione su bombole ad idruri?). Da quello che ho scritto ne deriva che il confronto andrebbe fatto in modo preciso e documentato, una cosa però è sicura: se la nave fosse mossa da sole celle a combustibile il costo del sistema di produzione dell'energia elettrica sarebbe più alto, ma il rendimento della parte a bordo del processo di produzione dell'energia elettrica molto maggiore del tradizionale, le emissioni localmente nulle, il rumore e le vibrazioni praticamente assenti, non è poco..
Riprendo la seconda domanda:
Grazie!
Ragiona, per cortesia, anche su questa mia domanda: a che punto siamo per un impiego su larga scala dell'idrogeno nell'ambito motoristico? Per larga scala non intendo popolare ma neppure cosi' di nicchia da essere praticamente precluso quasi a tutti: diciamo un impiego su automobili dai 50/60000 Euro in su, sarebbe possibile con quale tempistica?
Dovrei rispondere con la lista della auto ad idrogeno, più o meno proprio di quel prezzo, attualmente in commercio, lista per ora molto limitata ma presente (tre auto di grandi prestazioni), però il discorso è più ampio, in parte lo posto Rodolfo:
È vero che industrialmente si ottiene in grandi quantità da varie lavorazioni. Per esempio dalla raffinazione del petrolio e proprio per questo motivo a Marghera c'era una grande disponibilità di tale prodotto per cui si era programmata la realizzazione di mezzi pubblici acque mossi da motori ad idrogeno mai realizzati per vari motivi. Alcuni provvisoriamente avrebbero dovuto percorrere i Navigli in occasione dell'Expo.
Premesso che è stata realizzata, anche con il contributo Enea, un piccolo trasporto pubblico ad idrogeno (di cui però non conosco l'utilizzo o l'abbandono attuale) per Venezia, ma le considerazioni di Rodolfo sono la chiave per capire uno dei problemi che gira attorno al tema 'idrogeno'.
L'Idrogeno non è una fonte di energia, ma un
vettore energetico, l'idrogeno non si
trova come il petrolio o il metano, ma si
crea a partire da altre forme di energia, sembra scontato, ma non lo è per tutti, e soprattutto dietro questa affermazione si celano due problemi..
Il costo energetico della produzione e la disponibilità di energia per poterlo produrre a larghissima scala..
Una cosa è alimentare tremila auto ed impianti dimostrativi, una creare una rete per milioni se non miliardi di vetture e impianti di vario tipo, è molto diverso..
Se ci fosse il Nucleare, anche il 'tradizionale' nucleare da fissione, l'idrogeno sarebbe tutto sommato 'facile' da introdurre in grandi quantità, laddove manca questa modalità di produzione il discorso è diverso..
Per affrontarlo si studiano da decenni metodologie di ogni tipo per produrlo, dai batteri al solare ad alta temperatura, si studia il miglioramento del processo di elettrolisi (attualmente molto basso), ma ancora c'è da.. trottare..
Ci sono poi due modi per sfruttarlo come sorgente di energia, il più semplice è alimentarci un Diesel modificato, in tal caso ci sono delle emissioni, ma molto basse ed un rendimento del 30% o più, il più ambito è l'utilizzo delle celle a combustibile, una sorta di 'batterie' alimentate ad idrogeno invece che da una rete di ricarica elettrica.
Le celle apparentemente sono il top, rendimenti alti, emissioni nulle, rumore zero.. ce ne sono di tre tipologie, due ad alta temperatura (700-1000 gradi), una a bassa temperatura (70-100 gradi). Il problema è per ora quello dei costi, per tutte e tre le tipologie, e nel caso di un uso diffusissimo, per quelle a bassa temperatura è la disponibilità delle materie prime necessarie per costruirle..
Rispondendo in termini sintetici alla tua domanda, per ora manca qualcosa per una diffusione ad alta scala, anche se si è molto avanti a soli dieci anni fa, ma occorre ancora affrontare bei problemi..
Un saluto
Manlio