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Cantieristica a Napoli

Rodolfo

Super Moderatore
Non è che questa notizia abbia tanto a che fare con le navi da crociera, ma una delle bombe ecologiche vaganti, potrebbe forse arrivare a Napoli.
(anche qui stampa specializzata usa impropriamente il termine stazza; per le navi militari si parla solo di dislocamento)

18-10-2007
UNA DITTA PARTENOPEA, LA SIMONT, SI PROPONE PER LO SMANTELLAMENTO
Demolizioni, Napoli in lizza per la Clemenceau
L'ex-portaerei francese Clemenceau potrebbe essere smantellata a Napoli. La società cantieristica partenopea Simont è infatti una delle poche che la Commissione europea giudica in grado di portare a termine il lavoro. La Simont ha già fatto domanda di spazi all'Autorità potuale nel caso dovesse vincere la commessa, per la quale è in corso una gara. Per il momento il presidente Francesco Nerli ha preso tempo, rispondendo che l'arrivo della Clemenceau potrebbe creare problemi al traffico portuale. La portaerei può arrivare solo se si dimostra che non interferisce con le altre attività.

La vicenda potrebbe essere letta come prezioso esempio di imprenditoria meridionale che funziona e che viene riconosciuta a livello internazionale, se non fosse che l'affaire Clemenceau è diventato un'occasione di scontro politico in Regione Campania fra maggioranza e opposizione.

La nave, che ha una stazza di 21.400 tonnellate, è stata protagonista di una vera odissea a causa del fatto che fra i materiali che la compongono ci sono anche circa 500 tonnellate di amianto. La marina militare francese aveva cercato di inviarla in India, ma la nave è stata fermata nel canale di Suez da attivisti di Greenpeace. Gli ambientalisti denunciavano i rischi per gli operai indiani, che avrebbero dovuto smantellarla senza le minime misure di sicurezza. La Clemenceau divenne una patata bollente nelle mani dell'allora presidente francese Jacques Chirac, che decise di farla rientrare in Francia, nel porto di Brest. Il dibattito sul destino della Clemenceau ha dato origine al progetto, fatto proprio da Parlamento di Parigi e Commissione di Bruxelles, di riportare in Francia e in Europa le attività di smantellamento delle navi, che oggi vengono compiute in gran parte in India e Pakistan. E' questo l'orientamento che si vuole seguire nei prossimi anni, come testimonia il report pubblicato nel maggio 2007 dalla direzione generale ambiente della Commissione europea. Il report cita solo cinque cantieri in grado di smantellare grandi navi come la Clemenceau in maniera ecologica ("green desmantling") in Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca e appunto a Napoli.

L'ipotesi che quella che fino a pochi mesi fa era considerata una bomba ecologica possa arrivare in un territorio problematico come quello di Napoli ha provocato la reazione del vicepresidente del consiglio regionale, Salvatore Ronghi, di Alleanza Nazionale, che ha chiesto chiarimenti al presidente della giunta di centrosinistra, Antonio Bassolino. Quest'ultimo ha risposto ricordando che l'Autorità portuale ha già dato parere negativo, ma Alleanza Nazionale chiede una presa di posizione più netta ed è disposta a portare la vicenda in Parlamento. Il paradosso è che a non essere contrarie a priori sono invece le associazioni ambientaliste. Legambiente e la stessa Greenpeace preferiscono che le attività di smantellamento avvengano in paesi tecnologicamente avanzati come l'Italia, piuttosto che nel terzo mondo.

L'amministratore delegato di Simont, Antonio Montagna, paventa che il polverone sollevato mentre la gara è in corso possa creare una turbativa d'asta e commenta: "Dovremmo essere fieri se la Clemenceau venisse a Napoli. Sarebbe un riconosicmento importante non solo per noi, ma per l'industria italiana".


Alberto Ghiara (da L'Avvisatore Marittimo)
 
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