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Con Costa Atlantica alle Svalbard

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Intanto mi scuso con la netiquette perchè come al solito non riesco a postare il diario con i metodi corretti :?


Voto servizi a terra ed eventuali transfert: 1/9
Voto servizi alberghieri:9
Voto ristorazione e bar: 9
Voto gastronomia: 7
Voto attività di bordo: n.a.
Voto organizzazione nave: 7
Voto nave: 7,5


E si parte subito con il motivo dello strano voto iniziale. Due valige perdute! :evil: una alla partenza e una al ritorno :evil: :evil: . La prima ingoiata dal check in di Fiumicino e mai più riapparsa, dentro c'erano tutti i libri di quattro persone in vacanza, genere difficilmente reperibile in Norvegia :cry: . La seconda sparita tra il corridoio della Atlantica e il terminal di Amsterdam con un quarto dei vestiti. le signore in lettura potranno capire lo choc della mia che, adesso, giura di non voler mai più mettere piede su una nave.

In effetti un bel siluro ad una crociera altrimenti spettacolare anche per le condizioni atmosferiche in cui si è svolta. ma andiamo con ordine.

6 luglio imbarco ad Amsterdam con la luna storta, ovviamente. Primo impatto con l'Atlantica da fuori, imponente. Da dentro sconcertante, per chi come noi aveva esperienza solo della discreta sobrietà dell'Europa. Superato l'insulto ottico della hall, ma poi col tempo ci si abitua, si va in cabina, scelta al ponte uno in previsione di un mare mosso che invece non si farà mai vedere per uttto il viaggio. partenza, poco dopo quella della Marina che ruota sotto i nostri ponti come in uno spot, al rallentatore sul canale che porta in mare aperto con belle viste sulla campagna e le pale eoliche olandesi, mentre la scende la sera.
7 luglio ci si sveglia con un mare del nord grigio e crestato, visibilità discreta, acque deserte rispetto a quanto ci ha abituato il Mediterraneo. L'Atlantica spiana le onde, che gentilmente vengono da poppa, dando l'impressione di una vera forza bruta. Lo si capisce quando, a mezza giornata incrociamo, poco dopo le prime piattaforme petrolifere, una squadra di piccole navi da guerra che prua al mare faticano ben più di noi. Poco dopo la nuvolaglia si rompe e un bel sole caldo ci consente perfino il bagno in piscina.
8 luglio Arrivo a Bergen dove sono ancorate almeno altre tre navi da crociera. Tempo bello anche se relativamente fresco avendo in memoria i 35 lasciati a Roma. bell''ingresso in porto e prima presa di contatto con il combinato di mare, montagne e case colorate che scandiranno tutta la crociera. per chi non c'è mai, stato basta immaginare di arrivare in nave a Cortina o a Bardonecchia. A livello del mare clima e vegetazione sono, al sud, sostanzialmente quelle di quota 1300 da noi in pari stagione, quota che sale a 1500 nei fiordi centrali e almeno a 2000 alle Svalbard. Sbarco e escursione che ci porta prima ad una visita della città e del quartiere anseatico poi in pullman in uno dei rami del fiordo il Lyse da cui si torna a bergen con un viaggio in battello di circa un'ora e mezza. Paesaggi spettacolari, vento per noi gelido, che però sfidiamo in coperta per vedere e fotografare. Salpando scopriamo la particolare natura dei gabbiani norvegesi che, evidentemente, hanno meno spazzatura da mangiare che da noi e quindi si impegnano in voli e picchiate acrobatiche per ogni briciola di cibo che i passaggeri decidono di lanciare. beccano direttamente dalle mani. Nel mediterraneo non ti si filano per niente. Come prima tappa non si poteva chiedere di meglio
9 luglio. Sveglia presto per scendere a Hellesylt. Regalo clamoroso dell'ente turismo. Una giornata di sole sfolgorante che quarto d'ora dopo quarto d'ora ci spoglia degli strati che avevamo accumulato al pensiero di una arrampicata fino a quota 1500 slm. Alle 9 e mezza siamo gia in maglietta a maniche corte. Immagini indelebili di mare e cime innevate, laghi a specchio, verde e blu da far scoppiare le pupille. Ci si arrampica tra scorci incredibili come il lago mezzo ghiacciato poco prima del monte culinante. Si passeggia sul pack, con la guida che ci chiede di non farlo, tirandoci la neve come bambini. Sul Dalsnibba a 1500 metri ancora in maglietta, visibilità illimitata. Discesa a Geiranger. E via dal fiordo in un tripudio di cascate.
10 luglio il clima cambia e si fa grigio ma il mare non ha nulla di quello che tante letture di libri sulla guerra da queste parti facevano temere. Molto peggio tra Creta e la Grecia e nel Leone. Un compagno di crociera ci raccontà però che l'anno scorso ha fatto il viaggio sempre con l'Atlantica, che poi deviava in Islanda, e la prima giornata nel mare del nord fu da tregenda. gente con la flebo che non appena messo piede a Bergen ha firmato al liberatoria e se ne è tornata a casa a piedi! Quindi abbiamo una discreta fortuna, anche se finora certo non stiamo vedendo una Norvegia "dura". A un certo punto gli altoparlanti ci avvertono che stiamo per passare il circolo polare. Più o meno in quel momento a tribordo incominciano a scorrere le Lofoten, inaugurate da un faro basso sull'acqua. le isole scorrono per diverse ore sotto una luce mutevolissima e noniostante il vento resto inchiodato al ponte nove scattando foto a raffica e binocolando i paesini adagiati su quelle coste davvero da Capitani coraggiosi. Stasera/stanotte si avverte per la prima volta l'arrivo del giorno eterno. non si vede il sole causa nubi ma la luce è impressionante e incomincio a fotografare sullo sfondo gli orologi della nave per dare un riferimento temporale altrimenti ingannevole.

Continua.......
 
Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

La prima parte è bellissima.... non ci lasciare in attesa a lungo!!! Non vedo l'ora di leggere il resto!!!
Daniela
(Anche la mia valigia è sparita a Fiumicino mentre volavo per imbarcarmi ad Amsterdam sull'Atlantica.... :( )
Daniela
 
Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Grazie Massimo, non vedo l'ora di leggere il seguito!!!! Un saluto Ro.
 
Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Per i bagagli mi dispiace, ma per il resto è stata una crociera meravigliosa.
Attendo la prosecuzione del tuo diario.
 
Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

cavolo mi dispiace per la valigia..........bello il diario.........a qunado il seguito?????????????
 
Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

11 luglio. Direzione capo nord. La sveglia ci introduce nella baia di Honnisvag, brulla e desolata ma rallegrata dai colori squillanti delle poche case del paese. qui ma molto di più alle Svalbard la sensazione che abbiamo è quella di aver raggiunto davvero la frontiera. Sia per quel che riguarda lo spazio che il tempo, ci si sente ad un punto oltre il quale non c'è davvero niente di noto e di comune alle esperienza fatte fin qui. Il paesaggio è immerso in una luce abbastanza irreale, sembra inverno con il chiarore dell'estate, o viceversa se preferite. Comunque i cambi climatici e di conseguenza quelli ottici sono repentini per cui mai dare per scontato che la foto che avete fatto sia quella buona. Qui ma in generale in tutta la Norvegia abbiamo apprezzato, è il caso di dire, l'importanza che ha la nostra impronta di esseri umani sul pianeta. meno siamo meglio sta, purtroppo. Partiamo nella nuvolaglia in pullman per il capo, convinti di andare per una visita sostanzialmente formale. Invece il tempo migliora. La brughiera e le marcite si allungano a dismisura al di là dei finestrini. casette con il vicino a qualche chilometro, punti bianchi e grigi in movimento, le renne. Al capo il tempo è bello, la visibilità notevole, in qualche momento fa capolino anche il sole. nel museo locale si scopre che il primo turista in zona è stato italiano.... e ti pareva. magliette di ciclisti ed ex voto di motocicilisti del bel paese arrivati qui in solitaria, appesi alla recinzione sulle scogliere. Ritorno alla nave e passaggio serale sotto il corno del capo con l'accompagnamento di Bocelli, un bel po' inappropriato. Meglio Wagner date le atmosfere.
12luglio in navigazione verso le svalbard. mare calmo, nebbia. L'isola degli orsi appare come un fantasma a babordo avvolta da fiocchi biancastri, spoglia e scostante. vane ore di coperta sperando nel soffio di una balena o nella pinna di un'orca. comincia a fare un certo freschetto, siamo sui 4 gradi, che qualche ardito sfida gettandosi ancora nelle jacuzzi scoperte. Poi a dritta i denti di sega delle montagne delle isola incominciano a profilarsi. Cielo molto grigio e basso. Nuvole a non più di ottocento metri, spesso più basse, fumano sui fianchi nerissimi striati di bianco. isole della desolazione, reminescenze del Viaggio al centro della terra letto quarantacinque anni fa. Da quel che si dice, a magdalenafjord ha molto nevicato nei giorni scorsi.
13 luglio sveglia già nel fiordo. temperatura intorno allo zero, percepita più bassa per il vento, spruzzi di pioggia e nevischio. Scenario mozzafiato. Un ghiacciaio turchese a sinistra si proietta nell'acqua, abbandonando piccoli iceberg che galleggiano in una baia on the rocks. Colline che sembrano montagne estreme, quasi completamente innevate, luce bianchissima, filtrata dalle nuvole e riflessa a specchio mille volte da acqua neve e ghiaccio. Le motozattere della nave fanno spola per la spiaggia dove abbiamo il diritto di stare non più di un quarto d'ora. per quanto breve il piede a terra è emozionante, davvero un nec plus ultra. Inevitabile immergere le mani nell'artico e portarselo al viso, dolce e freddo. Commovente la targa che ci ricorda che sulla collinetta brulla dove vigilano i ranger con il fucile anti orso sono sepolti decine di balenieri che si radunavano qui al riparo dai venti per sciogliere il grasso delle prede. Si compuiange il povero animatore della costa che per cinque ore vestito da orso bianco si fa fotografare con i turisti. mentre rientriamo sentiamo via radio la sua richiesta di essere sostituito perchè non ce la fa pù dal freddo.

Continua
 
Re: Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

Re: Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

bello verammente!!!!!!!!!!!
e l'orso-animatore come sta ora?????????
 
Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Re: Con Costa Atlantica alle Svalbard molte gioie e due dolori

Perdita valige: un vero incubo :roll: , imperdonabile però la perdita allo sbarco dalla nave fatti sentire con Costa.
 
Re: Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

Re: Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

incredibile racconto...ha del surreale!
non lasciarci in sospeso ti prego... :o
 
Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Si parte per Ny Alesund. E' il villaggio da cui partivano i dirigibili per le esplorazioni polari negli anni venti. Sono giusto sessant'anni da quando ci fu la tragedia del dirigibile Italia e la spedizione di soccorso che portò alla morte anche di Amundsen. Il pilone di attracco è ancora li, in un paesino che fa irresistibilmente pensare al cinema. Ai villaggi della frontiera americana, quattro case di legno, il saloon ( qui il caffè), l'albergo dove scendono quelli della diligenza, le strade sterrate, le colline sullo sfondo. manca solo una versione artica della musica di Morricone. Ma anche ai paesi di cercatori d'oro, alla Chaplin, o ancor più ai Compari di Altman e quasi mi aspetto di ritrovare Warren Beatty scongelato dietro uno degli angoli. I vecchi binari dei carelli dei minatori di carbone, i pali delle teleferiche, il trenino per andare in galleria. L'"atmosfera" si pesa a chili. Il silenzio è assoluto. Licheni e qualche spruzzo di erba, torbiere, ci sono anche degli encomiabili fiorellini che fanno di tutto per convincersi che sia stagione. Grossi cubi di ghiaccio arrivano a riva dal mare, le sterne artiche fanno il loro numero anti turisti, picchiando e gridando per allontanarci dai nidi, in puro stile Hitchcock. Sulla destra di questo spicchio senza età, ottocento, primi del novecento chissà, ecco lo scenario per "la cosa da un altro mondo". Il grande radiotelescopio, le antenne radar e trasmissioni del centro di ricerche. Si fa poca fatica ad immaginare il mostro extraterrestre che si aggira nel buio della notte artica mentre la tormenta avvolge le casette degli scienziati e gli husky ululano l'allarme. Difficile immaginare tanto fascino con così poco, almeno nei termini delle nostra civilità urbana e monumentale.

14 luglio siamo nella capitale Longyearbyen. Loro 1500. Noi dalla nave 2100. Praticamente occupiamo la città. I locali quasi non si vedono. Lavoro o vacanze? Lavori in corso tantissimi, il tempo tra un inverno e l'altro non è molto. Siamo anche qui in piena corsa all'ora del Klondike. Il richiamo della foresta e Jack London. La miniera è la vita qui, ma anche la morte. Lo ricordano la statua al minatore nella piazza (?) principale e i musei qui e a Ny Alesund, con le loro cose e le loro attrezzature. Cumuli di scorie sul fianco della montagna. negozi pieni di cose da comprare e una bellissima biblioteca pubblica che ci offre gratuitamente internet, caffetterie, supermercati, un hotel della Radisson si sente l'orgoglio di una comunità che vive isolata in un luogo estremo e che lo tiene come un gioiello. Quando salpiamo sulla parete della montagna a sinistra si scorge l'ingresso del tunnel dove hanno creato la banca dei semi , l'arca di Noè delle piante. Sulla destra della baia ci sono dei ghiacciai sconvolgenti, enormi, altissimi. Purtroppo la rotta della nave stringe dall'altro lato e così deve lavorare al massimo il teleobiettivo. da vicino la vista dev'essere da brivido. Uscendo dal fiordo si punta di nuovo a sud. le montagne nere sono alla nostra sinistra sopra il solito cielo basso e grigio. Ma la costanza nello stare all'aperto mi premia. Finita la cena, esco per la consueta esplorazione e vedo ai limiti della visibilita a sinistra un unghia di rosa e di bianco. Laggiù c'è il sole. Mi inchiodo sulle panche faccia al cielo, imbacuccato al massimo mentre il resto della nave si rifugia nei consueti divertimenti. verso le undici e mezzo ho la certezza. Ci sarà il sole di mezzanotte. Davanti a noi c'è infatti netta come una coltellata la fine della perturbazione ed un cielo che da bianco diventa sempre più azzurro. Atlantica sbuca nella luce esattamente a mezzanotte. Mi sparo, da solo, una mezza scheda di foto. Con me ci sono solo tre o quattro francesi senza fotocamere. mentre giro come uno scemo da un ponte aperto all'altro, gli altri incominciano ad accorgersi della cosa e a sciamare fuori vestiti da sera con la faccia sconvolta e le bocche spalancate. In meno di un quarto d'ora sono tutti fuori compresi i miei tre che ho strappato in pigiama dal letto, rivestito alla bell' e meglio e trascinati in coperta. Scene da ubriachezza, sconosciuti che si abbracciano, come in una notte mundial. Infatti non solo c'è un sole che equvale come luce e calore a quello delle 5 di pomeriggio ma sulla destra ci sono le Svalbard coperte di neve e finalmente a colori. Azzurro, giallo,rosa, bianco, blu scuro. Il viaggio è abbondantemente ripagato.
15 luglio sveglia tardiva dopo la sbornia notturna. Cielo di nuovo grigio, mare deserto, per la prima volta un po' mosso. L'Atlantica non mi da un'aria di grande marinara. In effetti il movimento a poppa si avverte come una evidente torsione sull'asse perchè il mare lungo arriva coi suoi treni al mascone di dritta, mentre quello corto alzato dal vento dal traverso di babordo e così la nave prima si alza di prua da destra e poi rolla da sinstra sul rialzo della poppa. Siccome il mare non deve essere più di 4 incomincio a capire che con onde più sostenute l'effetto potrebbe essere fastidioso per chi soffre.
16 luglio eccoci a tromso. Come clima è il giorno più brutto, piove fa freddo, il cielo è basso. Abbiamo scelto la gita in barca. in coperta stiamo in due tutti gli altri al chiuso. Due gruppi di focene si mettono a saltare vicino alla barca che si chiama cetacea ed ha i sonar proprio per poter individuare le balene nei guiri turistici che fa. le Alpi di Linden sono più che altro una sensazione tra le nubi. però i posti raso terra sono di nuovo bellissimi, e la norvegese con l'aspetto da folletto che ci guida ci fa scompisciare con un bel refuso "Le tette che vedete sono fatte così per far scivolare la neve" poi si accorge che qualcosa non va e si mette a ridere anche lei...

Continua domani
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Posti interessanti, credo anche belli nel loro genere ma ancora più bella la tua descrizione. Complimenti, c'è ancora chi sa scrivere qualcosa di più di un sms. Ciao :)
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Vabbè, essendo giornalista, sarebbe il mio mestiere, e potrei far di meglio se avessi più tempo.......
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Per inciso, essere giornalista, soprattutto oggi, non equivale a saper scrivere. Ti rinnovo i complimenti e, quando puoi, intervieni sul forum. Ciao.
 
Re: Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

Re: Con atlantica alle Svalbard molte gioe e due dolori parte se

E.........le foto? :D
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Re: Con Atlantica alle Svalbard parte terza

Bellissima descrizione dei posti , mi sembrava di esserci là con te , grazie per le piacevoli emozioni che mi hai dato legendo il tuo diario !
Un saluto .
 
Con Atlantica alle Svalbard fine

Con Atlantica alle Svalbard fine

Si riparte percorrendo un canale che da Tromso riporta in mare aperto e che, dicono, sia battuto dalle balene. Ma la speranza di poter lanciare il mitico grido "laggiù, soffia!" non si realizzerà neanche questa volta. In compenso la serata ci propone per la seconda volta lo spettacolo del sole notturno. Anzi, questa volta che siamo più a sud e con un uscita più anticpata dalle nubi lo si capisce perfino meglio. Alle Svalbard era stata una esplosione di luce abbagliante due buoni palmi sopra l'orizzonte, oggi invece scende con estrema flemma verso il mare si pianta ad un dito, forse due, dal tramonto in un tripudio di arancioni e poi comincia a risalire pigramente girando davanti al nostro naso, prima di riprendere un normale tragitto in alto nel cielo. Una traiettoria indescrivibile per gli occhi di un mediterraneo. Più o meno pensate ad un ferro di cavallo, meglio a un 'omega inclinata di un venti gradi con la sinistra in basso e la destra in alto.
17 luglio navigazione tranquilla lungo la costa norvegese con destinazione Olden, ultima tappa di questo giro, finora fantastico, valige escluse e che continua ad essere benedetto da un Oceano davvero pacifico e non atlantico. E' il momento di dare qualche giudizio sulla nave. avevo letto i post sull'invecchiamento accelerato dell'Atlantica. Non essendoci mai salito sopra prima posso dire di aver notato una certa fatica negli arredi e nelle moquette. Credo inevitabili con il peso di oltre 2000 persone che li calpestano senza tregua. Molto buono il comportamento degli ascensori, che sull'Europa specie la seconda volta erano spesso out of order. Decisamente migliore, cosa non da poco!, il comportamento delle toilette areonautiche che nelle precedenti crociere avevano deliziato si fa per dire molte cabine e il povero personale di assistenza. Ho trovato invece decisamente in cattivo stato la coperta in legno. certo l'itinerario è umido, ma i ristagni d'acqua erano fastidiosi a causa del degrado palese dei listelli di gomma tra tavola e tavola. marci, come sul ponte dieci salendo dal 9 da poppa, in certi casi mancanti, insomma il cartello wet floor o slippery deck era quasi sempre esposto e doverosamente. Dell'aspetto ho gia detto ma non posso che chiedere chi sia il pazzo che ha deciso di ornare la piscina centrale con quell'orrendo paio di scarpe in bronzo. Il personale mi è parso molto efficente ma in evidente difficoltà quando le torme di utenti mettevano sotto stress l'organizzazione, come ai buffet di mezzogiorno, diciamo che la loro splendida cortesia non poteva diventare l'affabilità che avevo riscontrato nelle altre due crociere. le 500 persone in più rispetto all'Europa si vedono tutte. per quel che riguarda il personale dedicato, in cabina e al tavolo ho avuto la fortuna di avere una deliziosa cameriera che ha suscitato l'ammirazione coniugale per il livello maniacale di pulizia, quaranta minuti per rifare la stanza!, avrà lavorato davvero 24 ore su 24 e che l'ultima sera ci ha anche fatto trovare uno scherzo sul letto, gli asciugamani annodati a mo di elefante e con i miei occhiali da sole sulla proboscide. Impeccabile la coppia ai tavoli, con un primo cameriere che aveva l'allure di un maggiordomo britannico ma che una volta sciolto il ghiaccio pur mantenendo una professionalità elevatissima ha saputo creare un bel rapporto amichevole con tutti. Non facile con un quartetto di musoni riservati come noi.
18 luglio Olden. Ci aspettiamo molto dall'impatto con il ghiacciaio e moltissimo avremo. Ancora una volta alla partenza il tempo sembra avverso ma nel corso del viaggio in pullman le nubi si alzano e se pure il sole non sarà protagionista abbiamo luce e visibilità a iosa. la sequela di laghi che ci porta al ghiacciaio è splendida così come il punto di partenza per la scarpinata verso quello dove saliremo sui gommoni per avvicinarci al fronte congelato. Siamo in mezzo a montagne che sembrano vertiginose, anche se le altezze sono di almeno mille metri inferiori a quello che fanno credere, solcate da cascate scenografiche. la salita apiedi che i giapponesi evitano affittando in massa le automobili apposite, è dura se si è in sovrappeso fantozziano come chi scrive, ma dopo una ventina di minuti spiana. Comunque faccio spogliarello, via il piumone, via il cappello, via il pile, mi fermo alla Lacoste per non oltraggiare il pudore delle vette. Il ghiacciaio è splendido, anche se è evidente sulla parete il pezzo di roccia lasciato scoperto dal suo sioglimento negli ultimi anni. Non ci facciamo neppure mancare una piccola valanga che si stacca dai seracchi subito dopo che abbiamo lasciato il lago. Alcuni degli escursionisti più Adventure poi si lamenteranno perchè, avendo scelto la gita dal titolo rafting sul ghiacciao si aspettavano la discesa lungo le rapide e non la tranquilla pagaiata sul lago. Il meglio della giornata ancora una volta ce lo riserva il pomeriggio con una nuova sfolgorante apparizione del sole che illuminerà tutta la lunghissima uscita dal fiordo. So che quello di geiranger dovrebbe essere più bello, ma questo di olden, più largo, meno precipite, con i rami che si allargano come dita dal palmo man mano che lo percorriamo scoprendo paesini e fattorie è uno spettacolo entusiasmante. almeno per me che passo le solite quattro ore a fare flip flap da un lato all'altro dei ponti scoperti.
Il 19 è l'ultimo giorno di navigazione nel mare del nord e ci offre immagini lontane, inquietanti, dei pozzi petroliferi off shore. Ci concentriamo con passione sull'ultimo appuntamento del giorno dopo quello nei canali di Amsterdam. Purtroppo ce lo manda di traverso lo smarrimento del secondo bagaglio e l'umore plumbeo conseguente della signora. Diciamo che siamo storti come le case seicentesche e tanto va.

Conclusioni. Ho visto posti incredibili nelle migliori condizioni atmosferiche possibili. Di sicuro si tratta di una crociera a rischio dal punto di vista del tempo. Circostanze sfavorevoli possono diminuire di un buon 50% il suo valore. Una cosa da considerare con attenzione nella scelta. Tenere in conto anche i sei giorni di navigazione completa che possono essere "troppi" per chi preferisce un rapporto più equilibrato terra/mare. io, personalmente avrei gradito un'altra sosta magari alle lofoten, a Trondheim, a Narvik o a Stavanger, ma credo che sarebbe praticamente impossibile conciliare i tempi. In realtà la critica principale riguarda il porto di base. Amsterdam. bellissima città, ma sacrificata perchè ridotta a terminal, cui dedicare solo due o tre ore, e non tuti riescono ad aggiungere giorni ad una crociera che ne porta già via 14, e soprattutto secondo me troppo lontano, quasi mille chilometri, dalla vera zona di operazione. Certamente è un problema di infrastrutture. Ma se si potesse partire direttamente da Bergen, che ha un bell'aereoporto, ed inserire un paio degli scakli che si fanno nelle crociere da 11 e 12 giorni il viaggio sarebbe virtualmente perfetto.

Per le foto dovrete aspettare la prossima settimana........
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard fine

Re: Con Atlantica alle Svalbard fine

bellissimo diario, ho rivissuto con molto entusiasmo quei posti incontaminati che ho visitato anche io a giugno.
grazie per aver cindiviso le tue emozioni con noi.
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard fine

Re: Con Atlantica alle Svalbard fine

Rinnovo i miei complimenti e sicuramente questa crociera la farò prima dei prossimi 2 anni.
 
Re: Con Atlantica alle Svalbard fine

Re: Con Atlantica alle Svalbard fine

Ho centellinato questo diario come un bicchiere di buon cognac, ho sognato come per un film d'amore... cosa dire di più? Che questa sia la crociera dei miei sogni ormai lo sanno tutti nel forum e anche fuori, che il sogno mi sembri ancora più suggestivo il merito è tuo! Aspetto le foto Ciao
Mara
 
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