Era una crociera che volevamo fare da tanto tempo e che non ci ha minimamente deluso.
Ecco il diario del nostro viaggio:
7 MARZO – Roma-Dubai
L’appuntamento, con la coppia di amici che ci accompagna in questo viaggio, è fissato prestissimo: ore 5 del mattino, per la serie meglio aspettare che arrivare tardi. E’ lunedì, ci troveremo sul raccordo anulare di Roma in un’ora critica e non vorremmo restare imbottigliati da qualche parte. Invece tutto va liscio, traffico relativo, arrivo al parcheggio (Parking Go prenotato su Internet e convenzionato) con quasi un’ora di anticipo, disbrigo pratiche e diretti in aeroporto. Il nostro volo parte alle ore 13,00 (Roma-Dubai diretto con Alitalia) ma il check-in apre alle 10,00. C’è qualcuno già in coda, ma siamo tra i primi. L’Assistente Costa però fa un po’ di confusione cercando di posizionare i passeggeri, prima spezza la fila in due così chi era dopo di noi si trova davanti poi ci si mette l’operatrice Alitalia della nostra fila alla quale non funziona qualcosa e quindi pare che ci si debba spostare ancora verso il terzo banco aperto per poi restare,invece, dove eravamo! Comunque alla fine abbiamo i nostri moduli d’imbarco e siamo pronti.
Il volo è regolare, tranquillo e senza problemi. Ci mangiamo il nostro pranzo, non proprio eccezionale, facciamo pure merenda e finalmente alle 21,30 ora locale atterriamo. Dopo il controllo passaporti, tutti in pulman verso la nave, nuovi controlli, ritiro passaporti, in cambio di un cartoncino giallo, foto e finalmente a bordo. Andiamo diretti al buffet Andromeda e poi in cabina per il meritato riposo. Salvo riflettere sul momento che i nostri pigiamini sono nelle valige che non sono ancora arrivate. Ma non dobbiamo aspettare a lungo e con la pancia piena e rinfrescati ce ne andiamo a letto.
8 MARZO - Dubai
Non vogliamo poltrire ed alle otto ci incontriamo con i nostri amici al buffet per la colazione. Alle nove siamo pronti, la nostra prima tappa è il Gold Souk. Controllo borse e persone, controllo carta Costa anche in uscita dal porto e siamo fuori. La fila di tassisti aspetta appena fuori dalla nave, ci avviciniamo al primo tassista libero ma quando gli diciamo la nostra destinazione, che evidentemente non lo rende felice, si rimpicciolisce dentro l’auto, abbassa la testa e perde la parola. Restiamo un attimo stupiti, abbiamo sbagliato qualcosa? Ma un addetto ci chiede dove vogliamo andare e ripetiamo la nostra destinazione e subito ci apre il taxi e ci invita ad entrare. Il nostro costernato tassista obbedisce ma non dirà una parola per tutto il viaggio, evidentemente non eravamo i suoi clienti ideali.
Forse è presto ma c’è comunque un gran traffico, qui le distanze sono notevoli e, nonostante, le grandi strade, anche a 5 o 6 corsie per carreggiata, ci sono quasi sempre code. I negozi al Gold Souk cominciano ad aprire quando arriviamo, c’è poca gente, e mia moglie e la sua amica si fermano strabiliate a guardare le vetrine. Vere e proprie cascate di collane, distese di anelli, bracciali e orecchini di ogni tipo dal gusto un po’ esagerato ma certamente d’effetto. Un giro nel souk delle spezie e siamo sul Creek, braccio di mare che divide in due questa parte della città. Traversiamo con un’abra, imbarcazione usata dai locali e che con 1 dirham porta sull’altra sponda. Altro giro nel souk dei tessuti e poi piccola passeggiata lungo la sponda. Non ci avventuriamo oltre, il tempo è poco, e dopo aver riattraversato il Creek riprendiamo il taxi per tornare alla nave. I prezzi dei taxi sono bassi: 38 dirham all’andata e 25 al ritorno. Li utilizzeremo anche al ritorno a Dubai, gli ultimi due giorni di crociera, rinunciando all’idea del Big Bus.
Alle 13 salpiamo con destinazione Muscat. Ci dedichiamo un po’ alla visita della nave, a prendere un po’ di sole e poi ci prepariamo per la sera. Serata informale, secondo turno al ristorante quindi, prima, il teatro. Stasera ci sono gli “Starlight dancers” e lo spettacolo di danza si chiama “Flash”. Non assisteremo allo spettacolo tutte le sere, ma il livello medio non ci è sembrato molto alto.
9 MARZO – Muscat
Dopo il cambio di itinerario dovuto ai disordini in Bahrain, a Muscat arriviamo alle 14,00 anziché la mattina, ma ci staremo fino alle 18,00 del giorno successivo. Costa ha cercato di incrementare la sua offerta aggiungendo anche un’escursione serale con cena e proponendo in entrambi i giorni alcune escursioni come “Muscat – la mistica” e “Dolphin Watch”. Direi invece che non abbiano avuto successo le due escursioni proposte con pernottamento in un accampamento, magari interessanti e complete, ma con prezzi proibitivi di circa 350 euro a persona, se in coppia.
Muscat è una piacevole sorpresa, montagne aride alle spalle, prati verdi e fioriti sul lungomare, tutto ordinato e pulito, qui si respira un’aria diversa e si percepiscono di più le tradizioni e la cultura di questa gente. Dalla nave all’uscita del porto è obbligatorio utilizzare le navette messe a disposizione dall’Autorità portuale e portare con sé lo Shore Pass (permesso di visita giornaliera) fornito da Costa. Ci incamminiamo sul lungomare piastrellato e intervallato da gazebi dorati, sculture di animali marini e fontane zampillanti. Sulla nostra passeggiata domina il curioso e gigantesco incensiere bianco a ricordo del commercio dell’incenso da sempre molto fiorente in questo paese.
E’ caldo ma una leggera brezza allevia la calura e da Mutrah, dove attracca la nave, arriviamo a Muscat passando attraverso una bella porta di accesso alla città fino al palazzo del Sultano sovrastato dai due forti militari di Jalali e Mirani. Ci abbiamo impiegato quasi due ore con le relative soste per le foto perciò torniamo indietro con un taxi perché ormai siamo cotti e ci fiondiamo in cabina per riprenderci un po’.
Stasera ancora abbigliamento informale e spettacolo degli “Shangai Stars”, bravi anche se commettono diversi errori nell’eseguire il loro numero.
10 MARZO – Muscat
Oggi abbiamo un’escursione Costa che avevamo prenotato da casa e che avrebbe dovuto permetterci di avere una breve panoramica di Muscat se ci fossimo stati un solo giorno. In realtà con il tempo che abbiamo avuto a disposizione potevamo fare tranquillamente tutto da soli. Si tratta di “Muscat la mistica” che, comunque, non ci dispiace. La guida è un ragazzo indiano che parla benino l’italiano ed è molto cortese. La prima tappa è la Grande Moschea, le donne devono indossare un velo per coprire i capelli e tutti dobbiamo togliere le scarpe per entrare all’interno. Vediamo prima la sala riservata alle donne e munita di televisore per seguire la preghiera e poi la sala principale, grande, bellissima, con i famosi lampadari di cristallo Swarovski che pendono dal soffitto. Ci perdiamo un po’ di spiegazioni dato che siamo troppo intenti a fotografare questa meraviglia ed il tempo è, come al solito, limitato. Lasciamo la Moschea per tornare verso Mutrah, dove ci fermiamo al souk con un po’ di tempo libero per fare acquisti. I negozianti ti chiamano senza, però, essere insistenti, i banchi traboccano di oggetti di ogni genere, ma abiti da donna, incenso, datteri e pugnali ricurvi la fanno da padrone. Non è un mercato solo per turisti, ci sono anche molti locali che si aggirano per i vicoli per fare acquisti. Ne imbocchiamo uno dove ci sono tutti negozi di abbigliamento e scarpe e le signore si fermano estasiate davanti ad una vetrina che espone i tipici vestiti neri riccamente ricamati a colori vivaci. Ma è l’ora di ripartire e torniamo al pulman, terza tappa, il piccolo museo di Bait al-Zubair che espone oggetti tradizionali, abiti, spade, ornamenti e altri oggetti di uso quotidiano ed infine il palazzo del Sultano che avevamo già visto ieri ma del quale, oggi, scopriamo di aver visto solo il lato posteriore e non il maestoso ingresso. L’escursione termina qui e torniamo alla nave, avremmo ancora qualche ora a disposizione, ma decidiamo di non scendere di nuovo e trascorriamo il pomeriggio in relax. Al momento della partenza, il sole è già calato e la baia di Mutrah con le luci della sera che la illuminano mi permette qualche bello scatto.
Stasera serata di gala, cocktail di benvenuto e il cantante Nestor Bonaccorsi che interpreta Elvis, non reggiamo oltre e filiamo a letto presto.
11 MARZO – Fujairah
Arriviamo presto e ci tocca una levataccia. Seguendo le esperienze sul forum ci siamo convinti che qui ci sia veramente poco da fare perciò abbiamo optato per l’escursione in fuoristrada nel deserto. La riunione è per le 8.15, dobbiamo portarci dietro la fotocopia del passaporto fornita da Costa per eventuali controlli (lo dovremo fare anche ad Abu Dhabi), ci sistemano in jeep da sei, noi siamo già in quattro ma siamo fortunati dato che i nostri compagni di viaggio sono una coppia di sposi novelli che avevamo conosciuto casualmente un paio di giorni prima. Il tragitto è lungo, si snoda su strade sterrate, in mezzo ai cantieri o al nulla sempre con la sensazione che poche centinaia di metri più in là ci sia una bella strada asfaltata e senza buche, ma d’altronde che safari sarebbe! Ci fermiamo per una sosta prima in quella che, apprendiamo dopo, avrebbe dovuto essere un’oasi poi in un allevamento di cammelli dove prontamente un locale attrezza il cammello di turno per micro passeggiate, noi ci togliamo di torno velocemente, abbia già avuto precedenti esperienze e per questa vita siamo a posto. Ripartiamo ed alla sosta successiva si capisce che cominciamo a fare sul serio, il paesaggio è cambiato, ci sono dune rossastre tutto intorno a noi e gli autisti iniziano a sgonfiare le gomme. Quando risaliamo in macchina comincia la giostra, mia moglie, che soffre il mal d’auto, ha preso una Xamamina e ha fatto bene. Si sale e si scende come fossimo sulle montagne russe, a una velocità impressionante, sballottati in qua e là ed in equilibrio precario sui bordi delle dune. Sicuramente una semplice attrazione turistica ma è stato divertente davvero. La sosta per il pranzo è in una specie di accampamento sotto le tende seduti sui cuscini. Niente pranzo tipico, un paio di cotolette alla milanese, un tramezzino, insalata, dolcetto, frutta, acqua e succhi. Poi la caccia al luogo appartato per espletare una certa necessità. Per noi è un po’ più semplice ma moglie e amica si incamminano alla ricerca del posto adatto e le vedo sparire per un bel po’. Finalmente si riparte e a stomaco pieno i salti della jeep sono meno divertenti poi ci si mette anche il nostro autista che calcola male una discesa da una duna e ci ritroviamo quasi conficcati sul fondo ed aggrappati alle cinture di sicurezza come scimmie alle liane. Usciamo dal deserto e la strada di ritorno, questa volta, è quella asfaltata e senza buche. La parte nel deserto è breve a confronto della strada che c’è da percorrere per arrivarci, ma tutto sommato è un’escursione che vale la pena fare anche se, come al solito, un po’ costosa. Il deserto di sabbia rossa è molto bello e le foto sono spettacolari.
Rientro in nave e sistemazione per la sera. Stasera serata araba. Aiuto! Moglie e compagna decidono di stare al gioco e si accordano per indossare i loro costumi portati appositamente dall’Italia. Noi uomini ce ne tiriamo fuori o perlomeno così credo. All’ora stabilita per l’incontro il mio caro collega si presenta vestito normale ma con copricapo arabo e, tre contro uno, mi tocca tornare in cabina e mettere anch’io quel pezzo di stoffa (non so il nome) in testa. Meno male che ci sono altri matti a giro per cui dopo un po’ mi rilasso.
A teatro ci sono di nuovo gli Starlight Dancers e questa volta saltiamo preferendo girellare per la nave. Dopo cena, poi, buffet arabo, balli e dimostrazione di scultura sui vegetali.
12 MARZO – Abu Dhabi
Siamo stati fortunati lo spostamento delle date originarie dovuto ai disordini in Bahrain ci ha permesso di arrivare ad Abu Dhabi di sabato in modo da non avere problemi per andare alla Grande Moschea. Scopriamo però che si terrà una manifestazione sportiva importante (verremo a sapere poi che trattasi di una gara internazionale di Triathlon) e che alcune strade saranno chiuse con la conseguenza di un traffico infernale che rallenterà i nostri spostamenti. Decidiamo di prendere la navetta del porto che conduce solo fino all’uscita del porto stesso (obbligatoria) e da lì contrattare per un taxi fino alla moschea e ritorno al Marina Mall. Con il senno di poi forse sarebbe stato più pratico prendere lo shuttle bus di Costa alla non modica cifra di 8,00 euro a persona che conduceva fino al Marina Mall e prendere il taxi da lì. Ci accordiamo con il tassista per tre ore a 100 dollari, forse troppi, e ci facciamo portare alla Moschea. E’ un vero spettacolo sia fuori che dentro, una visita che non deve essere mancata per nessun motivo. Le donne devono coprirsi completamente con un lungo vestito nero e relativo velo fornito dagli addetti della moschea. Attenzione a non fotografare o filmare la tomba dello Sceicco Zayed che si trova a fianco della Moschea, addetti agguerriti vi inseguono per farvi cancellare quanto ripreso. La bellezza e la grandiosità di questo luogo sono incredibili e gli dedichiamo quasi un’ora, così sommato al traffico ed alla distanza il nostro tempo con il tassista sta quasi per scadere ed il gentiluomo dopo aver tentato invano di convincerci ad andare al Ferrari World per il doppio del prezzo pattuito, inizia a discutere su ogni più semplice richiesta o finge di non capirla salvo per chiedere altri soldi, ma dove stanno i tassisti cordiali di cui ho letto nel forum? alla fine stanchi di perdere tempo così lo congediamo con un quarto d’ora di anticipo mandandolo mentalmente a quel paese. Facciamo due passi sulla passeggiata per fotografare il panorama dei grattacieli di Abu Dhabi e ci dirigiamo verso l’Emirates Palace, ma è lontano e dopo un po’ rinunciamo accontentadoci di fotografarlo di lato quindi torniamo verso il Marina Mall a cercare un po’ di refrigerio. Il caldo è terribile, anche oggi sui 35 gradi, siamo rossi come gamberi e non solo per il sole che picchia, non so proprio come facciano ancora a correre gli atleti del triathlon. Prendiamo qualcosa da mangiare e ci riposiamo un po’, un breve giro tra i negozi e torniamo alla nave. Stasera ancora serata di gala, cocktail CostaClub che mi pare uguale all’altro solo che questa volta la foto di rito te la regalano (con comandante applicato a posteriori e di lato stile santino) e spettacolo a teatro “I have a dream” realizzato dai bravi ragazzi dell’equipaggio. Ci sarebbe il buffet sotto le stelle ma preferiamo girovagare per la nave in cerca di posti meno caotici.
13 MARZO – Dubai
La mattina la passiamo a prendere un po’ di sole, vorremmo tornare almeno un po’ abbronzati per fare invidia ai colleghi e agli amici ma subito dopo pranzo siamo pronti per sbarcare.
Memori dell’esperienza di ieri non contrattiamo cose particolari di più ore con il tassista ma solo destinazioni singole. Questa volta siamo più fortunati, il tassista non rimpicciolisce dentro l’auto e non fa una piega quando gli diciamo dove vogliamo andare: Mall of the Emirates. Ribadisco che le distanze sono enormi e ci impieghiamo un bel po’ ad arrivare spendendo 71 dirham compreso i 20 obbligatori dal porto. Girovaghiamo un po’, andiamo a vedere lo Sky Dubai, incredibile pista da sci a –3 gradi mentre fuori ce ne sono 35 poi andiamo a prendere la metro per arrivare al Dubai Mall, altro centro commerciale ai piedi del Burj Khalifa. La metro è nuovissima e pulita e l’aria dentro il vagone è profumata, è tutta in superficie, più alta del piano stradale ed in alcuni punti corre tra i palazzi facendo sembrare Dubai una città del futuro. Usciti dalla metro la prima cosa che vedi davanti a te è lo spettacolo impressionante del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. I grattacieli intorno che sono comunque alti al confronto sembrano piccoli. Abbiamo prenotato la salita al 124° piano perciò cerchiamo l’ingresso. L’accesso non è così facile, le indicazioni ci fanno infilare nel parcheggio sotterraneo dove, molto scettici, chiediamo. Invece troviamo un signore cortese che ci accompagna attraverso il parcheggio fino all’ingresso. Qualche minuto di attesa e entriamo, l’ascensore sale in un minuto e gli orecchi si tappano. Ma lo spettacolo da lassù è bellissimo, il sole sta calando e mi sbizzarrisco a fare foto! Concludiamo la serata assistendo allo spettacolo delle fontane prima dall’alto del grattacielo e poi dal basso. Un giro veloce in taxi per Dubai illuminata e a nanna.
14 MARZO – Dubai
La destinazione di stamattina è Madinat Jumeirah ed il Burj al Arab. Centro commerciale con l’aspetto di un souk, con negozi, ristoranti, bar e canale interno percorribile con le abra e sullo sfondo la famosa vela. Non abbiamo prenotato nulla e non proviamo nemmeno ad entrare, andiamo invece al Jumeirah Beach Hotel dove ci facciamo un giro per la sontuosa hall ed all’esterno per fotografare la vela da un’altra angolazione. A questo punto s’impone una sosta per un po’ di relax perciò riprendiamo il taxi e ci facciamo portare in una spiaggia, un paio d’ore di sole sguazzando nell’acqua cristallina e pronti per tornare alla nave. Mangiamo e di corsa in cabina, abbiamo ancora da fare le valige ed entro le 16 dobbiamo essere fuori sia noi che loro. Alle 15,20 lasciamo la nostra cabina andiamo a depositare il bagaglio a mano e scendiamo ancora per fare qualche piccolo acquisto residuo nei negozi del porto. Siamo tra i primi a sbarcare perciò “ceniamo” alle 17,30. La procedura è un po’ macchinosa, il punto di riunione è al teatro e quando ci chiamano ci muoviamo tutti insieme e senza un ordine logico, ci accalchiamo per prendere le valige che sono state scaricate nel piazzale del porto e corriamo per andare al pulman. All’aeroporto stessa storia, scendiamo dal pulman e ci incamminiamo a passo svelto verso il check-in con gente che cerca di tagliarti la strada con le proprie valige per arrivare prima. Insomma un’organizzazione molto italiana per veri italiani!
Anche per l’aeroporto vale la pena di spendere due parole, molto scenico con palme (finte) e negozi enormi di ogni genere. Il volo di ritorno è abbastanza tranquillo a parte qualche turbolenza. Alle 3,30 atterriamo, indolenziti dal tentativo di dormire nei sedili della classe economy, abbattuti perché la vacanza è finita e mestamente ritiriamo bagagli e macchina e imbocchiamo la via di casa.
Non ci resta che cominciare a pensare alla prossima crociera!
Saluti a tutti.
Carlo e moglie
Ecco il diario del nostro viaggio:
7 MARZO – Roma-Dubai
L’appuntamento, con la coppia di amici che ci accompagna in questo viaggio, è fissato prestissimo: ore 5 del mattino, per la serie meglio aspettare che arrivare tardi. E’ lunedì, ci troveremo sul raccordo anulare di Roma in un’ora critica e non vorremmo restare imbottigliati da qualche parte. Invece tutto va liscio, traffico relativo, arrivo al parcheggio (Parking Go prenotato su Internet e convenzionato) con quasi un’ora di anticipo, disbrigo pratiche e diretti in aeroporto. Il nostro volo parte alle ore 13,00 (Roma-Dubai diretto con Alitalia) ma il check-in apre alle 10,00. C’è qualcuno già in coda, ma siamo tra i primi. L’Assistente Costa però fa un po’ di confusione cercando di posizionare i passeggeri, prima spezza la fila in due così chi era dopo di noi si trova davanti poi ci si mette l’operatrice Alitalia della nostra fila alla quale non funziona qualcosa e quindi pare che ci si debba spostare ancora verso il terzo banco aperto per poi restare,invece, dove eravamo! Comunque alla fine abbiamo i nostri moduli d’imbarco e siamo pronti.
Il volo è regolare, tranquillo e senza problemi. Ci mangiamo il nostro pranzo, non proprio eccezionale, facciamo pure merenda e finalmente alle 21,30 ora locale atterriamo. Dopo il controllo passaporti, tutti in pulman verso la nave, nuovi controlli, ritiro passaporti, in cambio di un cartoncino giallo, foto e finalmente a bordo. Andiamo diretti al buffet Andromeda e poi in cabina per il meritato riposo. Salvo riflettere sul momento che i nostri pigiamini sono nelle valige che non sono ancora arrivate. Ma non dobbiamo aspettare a lungo e con la pancia piena e rinfrescati ce ne andiamo a letto.
8 MARZO - Dubai
Non vogliamo poltrire ed alle otto ci incontriamo con i nostri amici al buffet per la colazione. Alle nove siamo pronti, la nostra prima tappa è il Gold Souk. Controllo borse e persone, controllo carta Costa anche in uscita dal porto e siamo fuori. La fila di tassisti aspetta appena fuori dalla nave, ci avviciniamo al primo tassista libero ma quando gli diciamo la nostra destinazione, che evidentemente non lo rende felice, si rimpicciolisce dentro l’auto, abbassa la testa e perde la parola. Restiamo un attimo stupiti, abbiamo sbagliato qualcosa? Ma un addetto ci chiede dove vogliamo andare e ripetiamo la nostra destinazione e subito ci apre il taxi e ci invita ad entrare. Il nostro costernato tassista obbedisce ma non dirà una parola per tutto il viaggio, evidentemente non eravamo i suoi clienti ideali.
Forse è presto ma c’è comunque un gran traffico, qui le distanze sono notevoli e, nonostante, le grandi strade, anche a 5 o 6 corsie per carreggiata, ci sono quasi sempre code. I negozi al Gold Souk cominciano ad aprire quando arriviamo, c’è poca gente, e mia moglie e la sua amica si fermano strabiliate a guardare le vetrine. Vere e proprie cascate di collane, distese di anelli, bracciali e orecchini di ogni tipo dal gusto un po’ esagerato ma certamente d’effetto. Un giro nel souk delle spezie e siamo sul Creek, braccio di mare che divide in due questa parte della città. Traversiamo con un’abra, imbarcazione usata dai locali e che con 1 dirham porta sull’altra sponda. Altro giro nel souk dei tessuti e poi piccola passeggiata lungo la sponda. Non ci avventuriamo oltre, il tempo è poco, e dopo aver riattraversato il Creek riprendiamo il taxi per tornare alla nave. I prezzi dei taxi sono bassi: 38 dirham all’andata e 25 al ritorno. Li utilizzeremo anche al ritorno a Dubai, gli ultimi due giorni di crociera, rinunciando all’idea del Big Bus.
Alle 13 salpiamo con destinazione Muscat. Ci dedichiamo un po’ alla visita della nave, a prendere un po’ di sole e poi ci prepariamo per la sera. Serata informale, secondo turno al ristorante quindi, prima, il teatro. Stasera ci sono gli “Starlight dancers” e lo spettacolo di danza si chiama “Flash”. Non assisteremo allo spettacolo tutte le sere, ma il livello medio non ci è sembrato molto alto.
9 MARZO – Muscat
Dopo il cambio di itinerario dovuto ai disordini in Bahrain, a Muscat arriviamo alle 14,00 anziché la mattina, ma ci staremo fino alle 18,00 del giorno successivo. Costa ha cercato di incrementare la sua offerta aggiungendo anche un’escursione serale con cena e proponendo in entrambi i giorni alcune escursioni come “Muscat – la mistica” e “Dolphin Watch”. Direi invece che non abbiano avuto successo le due escursioni proposte con pernottamento in un accampamento, magari interessanti e complete, ma con prezzi proibitivi di circa 350 euro a persona, se in coppia.
Muscat è una piacevole sorpresa, montagne aride alle spalle, prati verdi e fioriti sul lungomare, tutto ordinato e pulito, qui si respira un’aria diversa e si percepiscono di più le tradizioni e la cultura di questa gente. Dalla nave all’uscita del porto è obbligatorio utilizzare le navette messe a disposizione dall’Autorità portuale e portare con sé lo Shore Pass (permesso di visita giornaliera) fornito da Costa. Ci incamminiamo sul lungomare piastrellato e intervallato da gazebi dorati, sculture di animali marini e fontane zampillanti. Sulla nostra passeggiata domina il curioso e gigantesco incensiere bianco a ricordo del commercio dell’incenso da sempre molto fiorente in questo paese.
E’ caldo ma una leggera brezza allevia la calura e da Mutrah, dove attracca la nave, arriviamo a Muscat passando attraverso una bella porta di accesso alla città fino al palazzo del Sultano sovrastato dai due forti militari di Jalali e Mirani. Ci abbiamo impiegato quasi due ore con le relative soste per le foto perciò torniamo indietro con un taxi perché ormai siamo cotti e ci fiondiamo in cabina per riprenderci un po’.
Stasera ancora abbigliamento informale e spettacolo degli “Shangai Stars”, bravi anche se commettono diversi errori nell’eseguire il loro numero.
10 MARZO – Muscat
Oggi abbiamo un’escursione Costa che avevamo prenotato da casa e che avrebbe dovuto permetterci di avere una breve panoramica di Muscat se ci fossimo stati un solo giorno. In realtà con il tempo che abbiamo avuto a disposizione potevamo fare tranquillamente tutto da soli. Si tratta di “Muscat la mistica” che, comunque, non ci dispiace. La guida è un ragazzo indiano che parla benino l’italiano ed è molto cortese. La prima tappa è la Grande Moschea, le donne devono indossare un velo per coprire i capelli e tutti dobbiamo togliere le scarpe per entrare all’interno. Vediamo prima la sala riservata alle donne e munita di televisore per seguire la preghiera e poi la sala principale, grande, bellissima, con i famosi lampadari di cristallo Swarovski che pendono dal soffitto. Ci perdiamo un po’ di spiegazioni dato che siamo troppo intenti a fotografare questa meraviglia ed il tempo è, come al solito, limitato. Lasciamo la Moschea per tornare verso Mutrah, dove ci fermiamo al souk con un po’ di tempo libero per fare acquisti. I negozianti ti chiamano senza, però, essere insistenti, i banchi traboccano di oggetti di ogni genere, ma abiti da donna, incenso, datteri e pugnali ricurvi la fanno da padrone. Non è un mercato solo per turisti, ci sono anche molti locali che si aggirano per i vicoli per fare acquisti. Ne imbocchiamo uno dove ci sono tutti negozi di abbigliamento e scarpe e le signore si fermano estasiate davanti ad una vetrina che espone i tipici vestiti neri riccamente ricamati a colori vivaci. Ma è l’ora di ripartire e torniamo al pulman, terza tappa, il piccolo museo di Bait al-Zubair che espone oggetti tradizionali, abiti, spade, ornamenti e altri oggetti di uso quotidiano ed infine il palazzo del Sultano che avevamo già visto ieri ma del quale, oggi, scopriamo di aver visto solo il lato posteriore e non il maestoso ingresso. L’escursione termina qui e torniamo alla nave, avremmo ancora qualche ora a disposizione, ma decidiamo di non scendere di nuovo e trascorriamo il pomeriggio in relax. Al momento della partenza, il sole è già calato e la baia di Mutrah con le luci della sera che la illuminano mi permette qualche bello scatto.
Stasera serata di gala, cocktail di benvenuto e il cantante Nestor Bonaccorsi che interpreta Elvis, non reggiamo oltre e filiamo a letto presto.
11 MARZO – Fujairah
Arriviamo presto e ci tocca una levataccia. Seguendo le esperienze sul forum ci siamo convinti che qui ci sia veramente poco da fare perciò abbiamo optato per l’escursione in fuoristrada nel deserto. La riunione è per le 8.15, dobbiamo portarci dietro la fotocopia del passaporto fornita da Costa per eventuali controlli (lo dovremo fare anche ad Abu Dhabi), ci sistemano in jeep da sei, noi siamo già in quattro ma siamo fortunati dato che i nostri compagni di viaggio sono una coppia di sposi novelli che avevamo conosciuto casualmente un paio di giorni prima. Il tragitto è lungo, si snoda su strade sterrate, in mezzo ai cantieri o al nulla sempre con la sensazione che poche centinaia di metri più in là ci sia una bella strada asfaltata e senza buche, ma d’altronde che safari sarebbe! Ci fermiamo per una sosta prima in quella che, apprendiamo dopo, avrebbe dovuto essere un’oasi poi in un allevamento di cammelli dove prontamente un locale attrezza il cammello di turno per micro passeggiate, noi ci togliamo di torno velocemente, abbia già avuto precedenti esperienze e per questa vita siamo a posto. Ripartiamo ed alla sosta successiva si capisce che cominciamo a fare sul serio, il paesaggio è cambiato, ci sono dune rossastre tutto intorno a noi e gli autisti iniziano a sgonfiare le gomme. Quando risaliamo in macchina comincia la giostra, mia moglie, che soffre il mal d’auto, ha preso una Xamamina e ha fatto bene. Si sale e si scende come fossimo sulle montagne russe, a una velocità impressionante, sballottati in qua e là ed in equilibrio precario sui bordi delle dune. Sicuramente una semplice attrazione turistica ma è stato divertente davvero. La sosta per il pranzo è in una specie di accampamento sotto le tende seduti sui cuscini. Niente pranzo tipico, un paio di cotolette alla milanese, un tramezzino, insalata, dolcetto, frutta, acqua e succhi. Poi la caccia al luogo appartato per espletare una certa necessità. Per noi è un po’ più semplice ma moglie e amica si incamminano alla ricerca del posto adatto e le vedo sparire per un bel po’. Finalmente si riparte e a stomaco pieno i salti della jeep sono meno divertenti poi ci si mette anche il nostro autista che calcola male una discesa da una duna e ci ritroviamo quasi conficcati sul fondo ed aggrappati alle cinture di sicurezza come scimmie alle liane. Usciamo dal deserto e la strada di ritorno, questa volta, è quella asfaltata e senza buche. La parte nel deserto è breve a confronto della strada che c’è da percorrere per arrivarci, ma tutto sommato è un’escursione che vale la pena fare anche se, come al solito, un po’ costosa. Il deserto di sabbia rossa è molto bello e le foto sono spettacolari.
Rientro in nave e sistemazione per la sera. Stasera serata araba. Aiuto! Moglie e compagna decidono di stare al gioco e si accordano per indossare i loro costumi portati appositamente dall’Italia. Noi uomini ce ne tiriamo fuori o perlomeno così credo. All’ora stabilita per l’incontro il mio caro collega si presenta vestito normale ma con copricapo arabo e, tre contro uno, mi tocca tornare in cabina e mettere anch’io quel pezzo di stoffa (non so il nome) in testa. Meno male che ci sono altri matti a giro per cui dopo un po’ mi rilasso.
A teatro ci sono di nuovo gli Starlight Dancers e questa volta saltiamo preferendo girellare per la nave. Dopo cena, poi, buffet arabo, balli e dimostrazione di scultura sui vegetali.
12 MARZO – Abu Dhabi
Siamo stati fortunati lo spostamento delle date originarie dovuto ai disordini in Bahrain ci ha permesso di arrivare ad Abu Dhabi di sabato in modo da non avere problemi per andare alla Grande Moschea. Scopriamo però che si terrà una manifestazione sportiva importante (verremo a sapere poi che trattasi di una gara internazionale di Triathlon) e che alcune strade saranno chiuse con la conseguenza di un traffico infernale che rallenterà i nostri spostamenti. Decidiamo di prendere la navetta del porto che conduce solo fino all’uscita del porto stesso (obbligatoria) e da lì contrattare per un taxi fino alla moschea e ritorno al Marina Mall. Con il senno di poi forse sarebbe stato più pratico prendere lo shuttle bus di Costa alla non modica cifra di 8,00 euro a persona che conduceva fino al Marina Mall e prendere il taxi da lì. Ci accordiamo con il tassista per tre ore a 100 dollari, forse troppi, e ci facciamo portare alla Moschea. E’ un vero spettacolo sia fuori che dentro, una visita che non deve essere mancata per nessun motivo. Le donne devono coprirsi completamente con un lungo vestito nero e relativo velo fornito dagli addetti della moschea. Attenzione a non fotografare o filmare la tomba dello Sceicco Zayed che si trova a fianco della Moschea, addetti agguerriti vi inseguono per farvi cancellare quanto ripreso. La bellezza e la grandiosità di questo luogo sono incredibili e gli dedichiamo quasi un’ora, così sommato al traffico ed alla distanza il nostro tempo con il tassista sta quasi per scadere ed il gentiluomo dopo aver tentato invano di convincerci ad andare al Ferrari World per il doppio del prezzo pattuito, inizia a discutere su ogni più semplice richiesta o finge di non capirla salvo per chiedere altri soldi, ma dove stanno i tassisti cordiali di cui ho letto nel forum? alla fine stanchi di perdere tempo così lo congediamo con un quarto d’ora di anticipo mandandolo mentalmente a quel paese. Facciamo due passi sulla passeggiata per fotografare il panorama dei grattacieli di Abu Dhabi e ci dirigiamo verso l’Emirates Palace, ma è lontano e dopo un po’ rinunciamo accontentadoci di fotografarlo di lato quindi torniamo verso il Marina Mall a cercare un po’ di refrigerio. Il caldo è terribile, anche oggi sui 35 gradi, siamo rossi come gamberi e non solo per il sole che picchia, non so proprio come facciano ancora a correre gli atleti del triathlon. Prendiamo qualcosa da mangiare e ci riposiamo un po’, un breve giro tra i negozi e torniamo alla nave. Stasera ancora serata di gala, cocktail CostaClub che mi pare uguale all’altro solo che questa volta la foto di rito te la regalano (con comandante applicato a posteriori e di lato stile santino) e spettacolo a teatro “I have a dream” realizzato dai bravi ragazzi dell’equipaggio. Ci sarebbe il buffet sotto le stelle ma preferiamo girovagare per la nave in cerca di posti meno caotici.
13 MARZO – Dubai
La mattina la passiamo a prendere un po’ di sole, vorremmo tornare almeno un po’ abbronzati per fare invidia ai colleghi e agli amici ma subito dopo pranzo siamo pronti per sbarcare.
Memori dell’esperienza di ieri non contrattiamo cose particolari di più ore con il tassista ma solo destinazioni singole. Questa volta siamo più fortunati, il tassista non rimpicciolisce dentro l’auto e non fa una piega quando gli diciamo dove vogliamo andare: Mall of the Emirates. Ribadisco che le distanze sono enormi e ci impieghiamo un bel po’ ad arrivare spendendo 71 dirham compreso i 20 obbligatori dal porto. Girovaghiamo un po’, andiamo a vedere lo Sky Dubai, incredibile pista da sci a –3 gradi mentre fuori ce ne sono 35 poi andiamo a prendere la metro per arrivare al Dubai Mall, altro centro commerciale ai piedi del Burj Khalifa. La metro è nuovissima e pulita e l’aria dentro il vagone è profumata, è tutta in superficie, più alta del piano stradale ed in alcuni punti corre tra i palazzi facendo sembrare Dubai una città del futuro. Usciti dalla metro la prima cosa che vedi davanti a te è lo spettacolo impressionante del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. I grattacieli intorno che sono comunque alti al confronto sembrano piccoli. Abbiamo prenotato la salita al 124° piano perciò cerchiamo l’ingresso. L’accesso non è così facile, le indicazioni ci fanno infilare nel parcheggio sotterraneo dove, molto scettici, chiediamo. Invece troviamo un signore cortese che ci accompagna attraverso il parcheggio fino all’ingresso. Qualche minuto di attesa e entriamo, l’ascensore sale in un minuto e gli orecchi si tappano. Ma lo spettacolo da lassù è bellissimo, il sole sta calando e mi sbizzarrisco a fare foto! Concludiamo la serata assistendo allo spettacolo delle fontane prima dall’alto del grattacielo e poi dal basso. Un giro veloce in taxi per Dubai illuminata e a nanna.
14 MARZO – Dubai
La destinazione di stamattina è Madinat Jumeirah ed il Burj al Arab. Centro commerciale con l’aspetto di un souk, con negozi, ristoranti, bar e canale interno percorribile con le abra e sullo sfondo la famosa vela. Non abbiamo prenotato nulla e non proviamo nemmeno ad entrare, andiamo invece al Jumeirah Beach Hotel dove ci facciamo un giro per la sontuosa hall ed all’esterno per fotografare la vela da un’altra angolazione. A questo punto s’impone una sosta per un po’ di relax perciò riprendiamo il taxi e ci facciamo portare in una spiaggia, un paio d’ore di sole sguazzando nell’acqua cristallina e pronti per tornare alla nave. Mangiamo e di corsa in cabina, abbiamo ancora da fare le valige ed entro le 16 dobbiamo essere fuori sia noi che loro. Alle 15,20 lasciamo la nostra cabina andiamo a depositare il bagaglio a mano e scendiamo ancora per fare qualche piccolo acquisto residuo nei negozi del porto. Siamo tra i primi a sbarcare perciò “ceniamo” alle 17,30. La procedura è un po’ macchinosa, il punto di riunione è al teatro e quando ci chiamano ci muoviamo tutti insieme e senza un ordine logico, ci accalchiamo per prendere le valige che sono state scaricate nel piazzale del porto e corriamo per andare al pulman. All’aeroporto stessa storia, scendiamo dal pulman e ci incamminiamo a passo svelto verso il check-in con gente che cerca di tagliarti la strada con le proprie valige per arrivare prima. Insomma un’organizzazione molto italiana per veri italiani!
Anche per l’aeroporto vale la pena di spendere due parole, molto scenico con palme (finte) e negozi enormi di ogni genere. Il volo di ritorno è abbastanza tranquillo a parte qualche turbolenza. Alle 3,30 atterriamo, indolenziti dal tentativo di dormire nei sedili della classe economy, abbattuti perché la vacanza è finita e mestamente ritiriamo bagagli e macchina e imbocchiamo la via di casa.
Non ci resta che cominciare a pensare alla prossima crociera!
Saluti a tutti.
Carlo e moglie
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