fandelmare
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Username: Fandelmare
Armatore: Costa Crociere
Nome Nave: Costa Marina
Nome Crociera: Mare del Nord e Mediterraneo
Data Partenza: 9 maggio 2008
Porto di imbarco: Savona
Porto di sbarco: Amsterdam
Giorni di crociera: 11
Occupazione nave: Quasi Piena,
Crociere fatte: tante ma non ne ricordo il numero
voti 8
Voto servizi a terra ed eventuali transfert: 8
Voto servizi alberghieri: 9
Voto ristorazione e bar: 7
Voto gastronomia: 7
Voto attività di bordo: 8
Voto organizzazione nave: 10
Voto nave: 7
DIARIO DI VIAGGIO: Sono circa le 21 dell'8 maggio, giorno precedente all'imbarco, quando mio figlio mi lascia davanti alla stazione centrale di Napoli, il treno notte è già lì ad aspettarmi: una squallida carrozza, piuttosto sporca all'esterno, che deve portarmi a Genova con arrivo alle 6 del mattino.Subito rimpiango di non aver scelto come altre volte l'aereo, che peraltro costava meno dei 118 euro della cabina singola del treno, ma nella scelta sono stato condizionato dal timore che un volo cancellato potesse crearmi seri problemi nel raggiungere l'imbarco. Viaggio più o meno insonne ma meno peggio del previsto, con arrivo puntuale alle 6 del mattino di
Venerdi 9 maggio : attesa apertura deposito bagagli alle 7 poi, finalmente libero del fardello di valigia e zaino,dopo aver indugiato in un caffè per la colazione, mi diriggo in taxi a Boccadasse, deliziosa località sul mare molto tranquilla a 15 minuti d'auto da Genova Principe. Sito che più ligure di così non si può, con le tipiche case a sviluppo verticale dalle tinte pastello, una piccola spiaggia di sassi ed il profumo che solo il mare di scoglio sa dare. Mi trattengo per un bel pò a crogiolarmi al sole, scambio qualche parola con gli abitanti del borgo e faccio un giretto inerpicandomi su per la stradina che va per la collina da dove si osserva quello che mi dicono essere il promontorio di Portofino. Prendo un'altro caffè e prima di chiamare un taxi per tornare alla stazione Principe, do un'occhiata alla chiesetta del borgo ed alle sue navicelle (credo votive) sospese alle navate come delle lampade. Gita azzeccata che mi ha rinfrancato dopo la penitenza in treno ! Intanto è giunta l'ora del trasfert Costa da Genova a Savona con un minibus ed un autista decisamente spericolato anche per me che sono abituato alla disinvolta guida napoletana. Giunti rapidamente al Palacrociere, altrettanto rapidamente mi trovo già a bordo dopo la foto di rito, per cui riscendo per salutare il caro "Generale" di crocieristi.it che cordialmente intanto era venuto a darmi il benvenuto a Savona la sua città. Farei volentieri anch'io lo stesso qualora qualcuno mi segnalasse il suo arrivo al porto di Napoli. Torno a bordo apprezzando molto la facilità di scendere e salire dalla nave senza alcuna fila e finalmente vedo la mia cabina ponte 4 Aurora 436 interna singola. Questa è la prima crociera senza mia moglie o mio figlio, viaggio da "single" ma proprio non mi va di pagare il supplemento dell'80% per avere una doppia. La cabina si rivela in buona posizione, funzionale ed anche più grande di quanto mi aspettassi visto che, trattandosi di interna singola, ero già rassegnato ad una sorta di "loculo". Inoltre a mia richiesta, viene consegnata immediatamente una poltroncina che va ad integrarne le dotazioni. Constaterò per tutta la crociera massima cortesia ed efficienza da parte delle receptionist e così pure dell'ufficio escursioni che peraltro si trovavano sullo stesso ponte 4 a non molta distanza. A questo punto mi preme precisare che ho scelto questa crociera soprattutto per l'itinerario, sapendo già di certi limiti di Costa Marina poichè ho viaggiato per ben 4 volte sulla gemella Costa Allegra, inoltre essendo solo ed in piena libertà sono partito con l'intento di essere più viaggiatore che crocierista sfruttando al massimo le soste negli scali, soste, peraltro, tutte di intera giornata come capita raramente. Comunque personalmente non disdegno affatto queste navi di dimensioni contenute, immuni dalle americanate di "Farcus" e dalle scorribande di immense folle migranti a bordo tra piscine, bouffet e casinò, insomma prendo da ogni nave ciò che mi può dare di meglio sapendo per esperienza ciò che mi aspetta. Bella la partenza da Savona con un gran caldo di cui in seguito si perderà traccia. A bordo moltissimi francesi ed italiani in minoranza ma pubblico di qualità, assenza totale di bambini e soprattuto di elementi di disturbo. Sistemato agevolmente il bagaglio, arriva l'ora di cena; 2° turno come richiesto. Mi ritrovo, unico uomo :roll: , ad un tavolo da 8, altro che quote rosa :!: Si procede alle presentazioni e si passa subito al tu: tre giovani amiche e college di Roma, una timida ragazza del profondo nord ed altre tre amiche di Ferrara più attempatine ma vivaci. Memorizzo i nomi di tutte come il prof che fa l'appello mentre le mie commensali ridono quando confondo i nomi, ma ovviamente non succede con quelle che mi garbano di più. Poi, ad una delle ferraresi che mi fa notare, un po' grintosa, quanto mi trovassi in minoranza, rispondo prontamente sorridendo che, se da un bel po' riesco a fronteggiare la donna che ho lasciato a casa, sarò in grado di cavarmela anche con loro. Quanto al tavolo sono stato fortunato ; si rivelerà simpatico e ben assortito durante tutta la crociera, donne simpatiche, dotate di humor e qualcuna decisamente attraente :!: Ma non mi va di fare il giudizio di Paride :wink: .
Sabato 10 maggio: dopo una notte tranquilla, gradevole risveglio con colazione in cabina (2 espressi, latte caldo, succo di mela e 2 cornetti al cioccolto) come per me d'abitudine a bordo e delusione alla vista del cattivo tempo che impedisce di godere dei ponti esterni. Malgrado ciò la giornata scorre veloce, esercitazione di salvataggio, qualche gioco, soliti incontri e conversazioni, un po’ di sauna, appuntamento a cena e poi lunga serata al salone Marina che diventerà per tutte le sere il punto di ritrovo della nostra piccola comitiva alla quale ad ora tarda si aggiungono con simpatiche performance a gentile richiesta i componenti della simpatica "Pepper Band" composta da un giovane siculo, due ragazzi napoletani ai quali si aggiunge un cantante pescarese specializzato in successi anni 60 e 70. Questi brillanti musicisti ad ora tarda si esibiscono in goliardiche rivisitazioni in chiave ironico trasgressiva di celebri canzoni e ci divertono con esilaranti barzellette. Il tutto si svolge in un'atmosfera da festa privata che non mi ha fatto troppo rimpiangere la mancanza di una struttura teatrale degna di tale nome. Insomma, la nostra allegra brigata schiodava solo quando nel salone arrivava l'omino con l'aspirapolvere :lol:. Era bello godere della sensazione di avere la nave tutta per noi.
Domenica 11 maggio: a Malaga, finalmente splende il sole e fa caldo. Mi godo l'accogliente città nella quale mancavo da anni, il suo lungomare, le sue stradine, un salto alla cattedrale dove intrufolandomi tra i fedeli visto che l'accesso ai turisti era interdetto per la funzione religiosa in corso, assisto ad una messa solenne con tanto di organo, paramenti rossi, concelebrazione di Monsignori e bastone pastorale. Certamente sarebbe piaciuta a Benedetto XVI. Con questa bella Cattedrale affollata di fedeli, mi resta un'immagine molto diversa dalla Spagna laica e trasgressiva di cui tanto si parla. Dopo lo spirito anche il corpo rivendica le sue esigenze e vado ad assecondarle con una bella porzione di pescados e calamaritos innaffiati da birra. Porzioni abbondanti assaporate al banco su uno sgabello come si fa per le "tapas". Dopo pranzo eroica arrampicata al Castillo de Gibalfaro ma ne valeva la pena per il panorama e la sosta sulla magnifica terrazza assolata e ventilata. Resto lì per un bel po' a crogiolarmi al sole quasi presago che fosse l'ultimo così caldo e splendente di cui poter godere nel corso del viaggio. Avrete ormai capito che mi ricarico a batterie solari altrimenti che napoletano sarei ! Chiudo la sosta a Malaga con altri quattro passi sul lungomare adorno di alberi e fiori, dotato peraltro di semafori con contasecondi per rendere sicuro l'attraversamento e ritorno a bordo con la navetta di Costa visto che l'attracco al nuovo molo non è poi così vicino.
Lunedì 12 maggio: per lo scalo a Cadice ho scelto l'escursione a Siviglia. Conosco già la città, la sua immensa Cattedrale ex moschea con la torre della Giralda e la tomba di Colombo ed il tesoro con busti d'argento, che per fattura mi ricordano quelli del tesoro di San Gennaro, il palazzo di Pilato con il suo mix di romano ed arabo ma a differenza dell'escursione fatta qualche anno fa mi viene mostrato anche il quartiere dei padiglioni (ville) costruito per l'expò del 29 ed il quartiere ebraico. Pranzo discreto in ottimo Hotel Macarena ma io non vado pazzo per il sistema bouffet; nel pomeriggio sosta di rito a piazza di Spagna quando finalmente il sole fa capolino tra le nuvole, esaltando i colori delle maioliche, quindi rientro a Cadice e direttamente a bordo.
Martedì 13 maggio: dopo una notte con discreto beccheggio si arriva puntuali a Lisbona, cielo terso ed aria frizzante rendono gradevole passeggiare, giro per il centro nel quartiere di Baixa adiacente a Praca do Comercio e non mi perdo il panorama dall'Elevador Santa Giusta, poi una puntata alle rovine della chiesa del Carmine e alla Estacao do Rossio così diversa per architettura dalle nostre stazioni. Intanto, fattasi ora di pranzo mi fermo in una sorta di trattoria proprio dietro a Praca do Comercio do una sbirciata ai piatti ed ordino invece ciò che vedo in una grossa pentola di coccio, una sorta di minestra di fagioli con riso, nobilitata da una specie di salume dal gusto vagamente somigliante al nostro cotechino, mi arriva una porzione abbondante da "camionista" che mando giù con un quartino di vino rosso. Posso concedermela dopo le scarpinate che ho fatto e che farò. Non è certo un piatto dietetico, dentro ci trovo anche della trippa ma mi va di sperimentare qualcosa di diverso dal solito baccalà. Il piatto si chiama "dobrada" il conto è strabiliante: appena 7 euro più 1 di mancia con grandi ringraziamenti del simpatico oste ! Mi congratulo con me stesso perchè ad un passo servivano i soliti panini di plastica o gli squallidi ed anonimi menù per turisti. L'esperienza mi ha insegnato che è meglio guardare nei piatti dei presenti o addirittura nelle pentole piuttosto che sulla "carta" ed a valutare che i locali frequentati dagli indigeni offrono certamente ricette più autentiche. Corroborato da un piatto più che energetico e da un vinello rosso niente male, mi accingo, anche per esigenze digestive, a salire lentamente all'antico quartiere di Alfama, indugio in una visita alla severa Cattedrale romanica e do uno sguardo alle botteghe di antiquari e souvenir. Ogni volta che mi viene voglia di comprare qualcosa, penso poi al trasporto e quindi mi limito all'acquisto di una graziosa mattonella con il classico tram e le vie di Lisboa. Tornato a Placa do comercio prendo il bus turistico a 2 piani scegliendo litinerario che porta a quartiere dell'expò, megacostruzioni avveneristiche, grande oceanario al centro di un bacino artificiale, in confronto l'acquario di Genova è una casetta, un' immensa stazione con altrettanto immensi padiglioni trasparenti, insomma tanto acciaio vetro e cemento. Prendo atto che è qualcosa di grandioso con la cabinovia che corre sulle nostre teste costeggiando il fiume ma decisamente la Lisbona antica è più vicina alle mie preferenze con le sue atmosfere romantiche ed un pò decadenti mentre quei mostri di acciaio e cemento quasi m'intimidiscono e mi trasmettono un vago senso d'inquietudine. Intanto il cielo si è fatto plumbeo accentuando i colori algidi di quelle costruzioni è ora di tornare alla nave, ho rispettato il programma che mi ero fatto che non comprendeva il Monastero Dos Jeronimos e la Torre di Belem da me già visitati precedentemente.
Non mi soffermo ulteriormente sulle serate a bordo che si ripetono simpatiche ma sensa grosse novità, ho sempre mancato gli appuntamenti alle 19,30 con gli spettacoli perchè avevo sempre altro da fare ma credo di non aver perso molto, abituato come sono, ai grandi teatri delle altre navi. Mi è dispiaciuto solo di perdermi, per un equivoco sulla data, una spettacolo di canzone classica napoletana e brani celebri interpretata da cantanti veramente dotati che mi era capitato di ascoltare casualmente durante le prove. Chi ha fatto crociere sa bene che spesso il tempo a bordo passa più veloce di quanto si possa pensare, c'è sempre qualcosa che non riesci a fare, io ad esempio avevo preso in biblioteca un breve testo di Leonardo Sciascia che non sono riuscito a finire.
Mercoledì 14 maggio: arrivo puntuale a Vigo, (la Costa Marina ha sempre rispettato gli orari) ricordavo perfettamente la splendida grande baia che si insinua tra le colline della Galizia quasi come un fiordo, le caratteristiche zattere deputate alla coltura di ostriche. Peccato che il tempo pessimo, che ci accompagnerà per tutta la giornata, reca non poco guasto. Comunque le colline boscose della Galizia restano impresse nella memoria di modo che, pur mancando da anni sul posto, mi sembrava di esserci stato il giorno prima. Il bus di Costa mi conduce a Santiago de Compostela passando per Pontevedra; l'escursione meritava a mio avviso un bis anche perchè per quel che ho visto Vigo come città non è paragonabile a Santiago in quanto è piuttosto una città di porto di impronta industriale e peschereccia. In escursione ottima guida, visita approfondita della cattedrale con funzione del grande incensiere d'argento di oltre 60 kg (cerimonia sempre suggestiva) buon pranzo al famoso Hotel dei Re Cattolici, il più blasonato di Santiago, sito nella piazza acconto alla Cattedrale e ricavato da un antico palazzo nobiliare del 600 con uno splendido chiostro e mobili d'epoca. Il rientro è previsto con partenza alle 17 ma la pioggia induce me come la maggior parte degli escursionisti a restare comodamente seduti nei meravigliosi saloni dell'Hotel.
Giovedì 15 maggio: in navigazione con le consuete attività di bordo e per quanto mi riguarda un inestinguibile desiderio di sole che continua a scioperare a singhiozzo.
Alle 23 circa si entra nella foce del fiume Garonne arrivando al porto fluviale di Bassens alle 4 del mattino, ovviamente mi guardo solo l'ingresso nella foce anche perchè la notte non è proprio primaverile.
Venerdì 16, e sabato 17 maggio: al mattino del venerdì raggiungo Bordeaux con un breve trasfert Costa che mi lascia al centro all'incirca alle 9 per poi riprendermi alle 18 (prezzo 15 euro) La città si rivela subito una tappa molta gradevole ed interessante, avevo visto giusto nello scegliere un itinerario meno consueto. L'impianto e settecentesco come quello di una piccola Parigi, le costruzioni lungo il fiume solenni e neoclassiche, il largo e luminoso lungofiume, le arcate del "pont de Pierre" che è un po' il simbolo di Bordeaux. La città è quieta e tranquilla come il suo fiume, si lascia visitare agevolmente ed in tutto relax : niente caos e rumori molesti del traffico ma isole pedonali e modernissimi grandi tram che scivolano silenziosi. La giro in lungo ed in largo malgrado la pioggia, che però fa tanto film francese, ben equipaggiato con un cappuccio impermeabile ed un paio di scarpe da pioggia comprate subito sul posto in un negozio della centralissima ed elegante Rue Sainte Catherine che ovviamente è pedonalizzata. Menzionando i posti potete, se lo volete, facilmente visionare le immagini in rete. Esplanade des Quinconces con i suoi grandi giardini e la fontana col Monument aux Girondins, la place de la Comedie con la facciata neoclassica ed il colonnato del Grande Theatre, l'elegante pedonalizzata Rue Sainte Catherine che divide come una linea retta il centro storico lasciando da un lato la Place de la Bourse con la fontana delle tre grazie lungo il fiume e dal lato opposto verso l'interno la grande cattedrale Saint André con il suo gotico ed il campanile staccato dalla chiesa e svettante, vicino c'è il Municipio (l'Hotel de la Ville) il cui ingresso è ornato da un'elegante cancello. Ho fatto una capatina anche alla Grosse Cloche, antica torre con orologio situata in una piccola piazzetta circondata di "bistrot" e "cafè" A proposito di cibo, ad ora di pranzo, dato una sguardo in giro, mi sono fermato in un piccolo locale dove ho pranzato con una tipica salade con speak ed una sorta di crepe imbottita con beef tenerissimo e funghi chiudendo come dessert con la clasicissima crepe flambè al gran Marniè il tutto innaffiato naturalmente da una bottiglia di rosso bordeaux e servito da una pingue e platinata simpatica tardona truccata che più francese non si può. Avrete capito che l'omologazione della cucina global di MC Donalds non fa per me ed a costo di rischiare un pò mi piace sperimentare; anche questo per me è viaggiare.Con la simpatica madame ho anche scambiato quattro chiacchiere su politica e Sarkozì che a suo parere si lascia andare un po' troppo alla joie de vivre. Finalmente dopo pranzo il tempo migliora e passeggiando lungo il fiume sui quais quasi mi sento euforico e contento della bella giornata trascorsa. Conserverò un grato ricordo di questa città e delle persone che vi ho incontrato, tutte gentili, tranquille e disponibili, immuni dallo stress delle metropoli, forse tutto questo si spiega anche perchè è la Citè mondiale du Vin ! A questo punto vi sarà chiaro, che pur viaggiando solo, essendo abbastanza comunicativo, non ho mai problemi di solitudine,anzi, soprattutto durante questa crocierà ho approfittato della posizione di "single" godendo della massima indipendenza in ogni tipo di scelta e poi, la compagnia degli altri è sempre, se vuoi, a portata di mano, basta cogliere con discrezione le occasioni che si presentano per rendere lo scambio umano gradevole.
La nave lascia Bassens alle 2 di notte ma, una volta tornato a bordo col bus delle 18, non scendo più, Bordeaux dista 12 km e non mi sembra il caso di strafare.
Domenica 18 maggio: è stato precedentemente annunciato dal comandante Mauro Muratore il cambio di programma; le condizioni meteo, palesemente sfavorevoli, soprattutto per il vento, impediscono lo scalo mediante lance nella rada di Guernsey e quindi si fa scalo a Cherbourg in Francia. Tutti i crocieristi accettano di buon grado perchè "ad impossibilia nemo tenetur" e peraltro l'informazione del cambio è stata data con molta tempestività ed altrettanto tempestivamente il Tour Office di bordo ha predisposto un programma di escursioni. Siamo arrivati in porto di primo mattino ed ho scelto l'escursione panoramica a Cap La Hague. Il bus lascia Cherbourg percorrendo una ventina di chilometri fino al capo ed attraversando piccoli borghi rurali con casette uguali e linde sormontate dai spioventi tetti scuri d'ardesia e circondate da giardinetti curati fino all'inverosimile. Però, sarà perche è domenica, ma ovunque non c'è traccia di esseri umani; che differrenza con la nostra Italia vivace chiassosa ed animata ! Questa è una considerazione condivisa da tutti i connazionali presenti nel bus. La gita prosegue con una sosta foto a Port Racine (una minuscola insenatura che dicono sia il più piccolo porto francese, niente di che) la visita al famoso battello di salvataggio, tante volte in mostra su You tube per spericolate operazioni nel mare in tempesta, uno sguardo al faro della punta alto ben 40 metri ed una sosta per una crepe ed una cioccolata calda (compresa nel prezzo dell'escursione) prima del rientro a bordo. Certo il tempo non ha contribuito ad esaltare le bellezze di quella costa ma vi assicuro che, a differenza degli stranieri, tutti noi italiani guardavamo i panorami con un'aria di sufficienza, sarà perchè, quanto a bellezze costiere, siamo abituati a ben altro. A Cherbourg la nave era attraccata a 5 minuti dal centro della piccola città ed inoltre avevamo a disposizione anche una navetta gratuita del porto, quindi, dopo un veloce pranzo al bouffet di bordo, invogliato anche dal sole che finalmente si deciso a ricordarci che siamo in maggio e non a novembre vado in città dove trovo una sorta di sagra rurale: la festa del pane; atmosfera paesana con abiti folcloristici e dimostrazioni varie, musica live e vitelli nel recinto. Una simpatica coincidenza che mi lascia il ricordo di un compendio di Normandia, paese marittimo, con i suoi grandi e robusti pescherecci che dondolano nel porto e l'imponente stazione marittima di mattoni carica di storie di transatlantici ed emigranti illustrate anche da foto d'epoca ma anche regione bucolica ed un po' arcaica.
A sera cena dell'arrivederci come di rito con brindisi, "sole mio", sventolio di tovaglioli, camerieri che invitano alle danze le signore e conseguente trenino. Copione che ormai conosco a memoria ma che sui nuovi crocieristi e soprattutto sugli stranieri sortisce sempre una certa suggestione.
Lunedì 19 maggio: puntuali di primo mattino si arriva a Dover, c'ero gia stato, ma finalmente questa volta ho avuto modo di vedere e fotografare le bianche scogliere scintillare al primo sole, la volta precedente pioveva e vi assicuro che di bianco e letterario non c'era proprio niente. Ho scelto l'escursione a Canterbury ed al castello di Leeds nel Kent perchè avevo già fatto quella a Londra che peraltro dista da Dover ben 2 ore di bus. La scelta di Canterbury non ha deluso le mie aspettative anzi le ha superate di gran lunga! E' stata una bellissima giornata favorita anche dal clima. Sapevo bene della fama della Cattedrale di Canterbury, fama ampiamente meritata per le sue mirabolanti architetture e la sua storia che la vede nascere cattolica e diventare anglicana dopo lo scisma di Errico VIII, ma sono rimasto colpito anche dal paese; Canterbury è veramente deliziosa, autenticamente inglese, con la sua atmosfera un po' vittoriana ed un po' medioevale, le sue piccole case le strade linde ed animate con botteghe d'epoca, pub e sale da tea. Il paese sembra arrivare a noi dal passato quasi intatto per una sorta di gioco della "macchina del tempo", immune da certi scempi dell'edilizia moderna. Le sorprese del giorno non sono finite, nel primo pomeriggio dopo un breve viaggio in bus attraverso le verdissime colline del Kent macchiate dal giallo dei fiori di colza e disseminate di pecore, arriviamo al Leeds Castle ed al suo parco. Si tratta di un'antica dimora nobiliare. La lunga visita che si protrae per tutto il pomeriggio con una passeggiata nello splendido parco: alberi d'alto fusto, laghetti, ruscelli, fiori, pavoni, cigni ed uccelli vari, ci sono anche delle voliere con pappagalli ed un falconiere che si esibisce, ma la cosa più bella è l'atmosfera di grande pace e relax che si respira. Non è Versailles non è Fontembleu o Caserta o il Palazzo d'estate di San Pietroburgo, non c'è regale ostentazione di ricchezza, ma ugualmente questo posto conquista per il senso di armonia che lo pervade, devo ammettere che è riuscito a conciliarmi con certo mondo anglosassone che confesso non sempre ha goduto delle mie simpatie. Abbiamo visitato anche l'interno del castello che è tutto arredato così come è stato lasciato in eredità allo Stato dalla nobile famiglia che ne disponeva. Al tramonto si torna a Dover veramente contenti per questa che è stata certamente tra le escursioni più belle. E' giunta l'ora di fare la valigia,(che verrà messa fuori all'1 di notte come al solito) quindi una lunga doccia corroborante (la mia doccia aveva uno sportello di vetro a chiusura al posto della solita tendina di plastica il che impedisce che il pavimento s'inondi !) ed il bagno è dotato di un armadietto incassato con sportello a specchiera al posto delle solite mensole a vista che, colme di oggetti vari da toletta, fanno un pò disordine. Per l'ultima sera a bordo, dopo il solito rendez vous al salone Marina, fino alle 2 in discoteca Club Laguna, sensa distinzione di età; c'era perfino una instancabile minuta nonnetta francese che abbiamo battezzato la nonna del "tempo delle mele" e devo dire che l'atmosfera calda e confidenziale dopo un pò ha coinvolto anche le compassate "giacche bianche" dei Costa.
Martedì 20 maggio: si arriva cosi allo sbarco ad Amsterdam, visto che il mio volo era previsto per le 16,45, ho optato per l'escursione Tour di Amsterdam e crociera nei canali, un modo gradevole per occupare il tempo in attesa del trasferimento all'aeroporto. Avevo già soggiornato ad Amsterdam all'Hotel Ibis proprio accanto alla stazione ma mi è piaciuto rivedere ciò che avevo gia visto e scoprire nuovi quartieri di cui ignoravo l'esistenza. Inoltre la gita in battello è stata più lunga ed articolata di quella da me fatta precedentemente. Un cielo limpido e terso accompagnato da un'aria frizzante ha contribuito a rendere gradevole l'escursione accompagnata da una guida simpatica, bella ragazza il che non guasta mentre il conduttore del battello non faceva altro che raccomandarmi di tirar giù la testa preoccupato dal fattoche io, troppo impegnato in piedi a fotografare potessi sfasciare qualche ponte con una testata stile Zidane. Aereoporto, voli Alitalia, chek in tranquillo, se si esclude il modellino di Costa Marina offerto ai soci Costa Club carta Pearl che con la sua massa metallica insospettisce il doganiere che poi però mi restituisce lo zaino sorridendo e facendo il verso della sirena della nave. Infine le dolenti note: ritardi, cambi di Gate, imbarco a Fiumicino sotto un diluvio, mancato rinfresco a bordo sul Roma Napoli causa meteo (ma ho il sospetto che, data l'ora tarda, fossero semplicemente stanchi e quindi adducessero una scusa per non tirar fuori le bibite e quant'altro, visto che dopotutto l'aereo non ballava affatto). Prelevato affettuosamente da mio figlio in aeroporto, arrivo a casa a notte inoltrata o, piuttosto, per essere più precisi, il mio corpo un po stanco viene recapitato a casa ma la mia mente resta ancora nella cabina 436. Postumi da crociera !
Armatore: Costa Crociere
Nome Nave: Costa Marina
Nome Crociera: Mare del Nord e Mediterraneo
Data Partenza: 9 maggio 2008
Porto di imbarco: Savona
Porto di sbarco: Amsterdam
Giorni di crociera: 11
Occupazione nave: Quasi Piena,
Crociere fatte: tante ma non ne ricordo il numero
voti 8
Voto servizi a terra ed eventuali transfert: 8
Voto servizi alberghieri: 9
Voto ristorazione e bar: 7
Voto gastronomia: 7
Voto attività di bordo: 8
Voto organizzazione nave: 10
Voto nave: 7
DIARIO DI VIAGGIO: Sono circa le 21 dell'8 maggio, giorno precedente all'imbarco, quando mio figlio mi lascia davanti alla stazione centrale di Napoli, il treno notte è già lì ad aspettarmi: una squallida carrozza, piuttosto sporca all'esterno, che deve portarmi a Genova con arrivo alle 6 del mattino.Subito rimpiango di non aver scelto come altre volte l'aereo, che peraltro costava meno dei 118 euro della cabina singola del treno, ma nella scelta sono stato condizionato dal timore che un volo cancellato potesse crearmi seri problemi nel raggiungere l'imbarco. Viaggio più o meno insonne ma meno peggio del previsto, con arrivo puntuale alle 6 del mattino di
Venerdi 9 maggio : attesa apertura deposito bagagli alle 7 poi, finalmente libero del fardello di valigia e zaino,dopo aver indugiato in un caffè per la colazione, mi diriggo in taxi a Boccadasse, deliziosa località sul mare molto tranquilla a 15 minuti d'auto da Genova Principe. Sito che più ligure di così non si può, con le tipiche case a sviluppo verticale dalle tinte pastello, una piccola spiaggia di sassi ed il profumo che solo il mare di scoglio sa dare. Mi trattengo per un bel pò a crogiolarmi al sole, scambio qualche parola con gli abitanti del borgo e faccio un giretto inerpicandomi su per la stradina che va per la collina da dove si osserva quello che mi dicono essere il promontorio di Portofino. Prendo un'altro caffè e prima di chiamare un taxi per tornare alla stazione Principe, do un'occhiata alla chiesetta del borgo ed alle sue navicelle (credo votive) sospese alle navate come delle lampade. Gita azzeccata che mi ha rinfrancato dopo la penitenza in treno ! Intanto è giunta l'ora del trasfert Costa da Genova a Savona con un minibus ed un autista decisamente spericolato anche per me che sono abituato alla disinvolta guida napoletana. Giunti rapidamente al Palacrociere, altrettanto rapidamente mi trovo già a bordo dopo la foto di rito, per cui riscendo per salutare il caro "Generale" di crocieristi.it che cordialmente intanto era venuto a darmi il benvenuto a Savona la sua città. Farei volentieri anch'io lo stesso qualora qualcuno mi segnalasse il suo arrivo al porto di Napoli. Torno a bordo apprezzando molto la facilità di scendere e salire dalla nave senza alcuna fila e finalmente vedo la mia cabina ponte 4 Aurora 436 interna singola. Questa è la prima crociera senza mia moglie o mio figlio, viaggio da "single" ma proprio non mi va di pagare il supplemento dell'80% per avere una doppia. La cabina si rivela in buona posizione, funzionale ed anche più grande di quanto mi aspettassi visto che, trattandosi di interna singola, ero già rassegnato ad una sorta di "loculo". Inoltre a mia richiesta, viene consegnata immediatamente una poltroncina che va ad integrarne le dotazioni. Constaterò per tutta la crociera massima cortesia ed efficienza da parte delle receptionist e così pure dell'ufficio escursioni che peraltro si trovavano sullo stesso ponte 4 a non molta distanza. A questo punto mi preme precisare che ho scelto questa crociera soprattutto per l'itinerario, sapendo già di certi limiti di Costa Marina poichè ho viaggiato per ben 4 volte sulla gemella Costa Allegra, inoltre essendo solo ed in piena libertà sono partito con l'intento di essere più viaggiatore che crocierista sfruttando al massimo le soste negli scali, soste, peraltro, tutte di intera giornata come capita raramente. Comunque personalmente non disdegno affatto queste navi di dimensioni contenute, immuni dalle americanate di "Farcus" e dalle scorribande di immense folle migranti a bordo tra piscine, bouffet e casinò, insomma prendo da ogni nave ciò che mi può dare di meglio sapendo per esperienza ciò che mi aspetta. Bella la partenza da Savona con un gran caldo di cui in seguito si perderà traccia. A bordo moltissimi francesi ed italiani in minoranza ma pubblico di qualità, assenza totale di bambini e soprattuto di elementi di disturbo. Sistemato agevolmente il bagaglio, arriva l'ora di cena; 2° turno come richiesto. Mi ritrovo, unico uomo :roll: , ad un tavolo da 8, altro che quote rosa :!: Si procede alle presentazioni e si passa subito al tu: tre giovani amiche e college di Roma, una timida ragazza del profondo nord ed altre tre amiche di Ferrara più attempatine ma vivaci. Memorizzo i nomi di tutte come il prof che fa l'appello mentre le mie commensali ridono quando confondo i nomi, ma ovviamente non succede con quelle che mi garbano di più. Poi, ad una delle ferraresi che mi fa notare, un po' grintosa, quanto mi trovassi in minoranza, rispondo prontamente sorridendo che, se da un bel po' riesco a fronteggiare la donna che ho lasciato a casa, sarò in grado di cavarmela anche con loro. Quanto al tavolo sono stato fortunato ; si rivelerà simpatico e ben assortito durante tutta la crociera, donne simpatiche, dotate di humor e qualcuna decisamente attraente :!: Ma non mi va di fare il giudizio di Paride :wink: .
Sabato 10 maggio: dopo una notte tranquilla, gradevole risveglio con colazione in cabina (2 espressi, latte caldo, succo di mela e 2 cornetti al cioccolto) come per me d'abitudine a bordo e delusione alla vista del cattivo tempo che impedisce di godere dei ponti esterni. Malgrado ciò la giornata scorre veloce, esercitazione di salvataggio, qualche gioco, soliti incontri e conversazioni, un po’ di sauna, appuntamento a cena e poi lunga serata al salone Marina che diventerà per tutte le sere il punto di ritrovo della nostra piccola comitiva alla quale ad ora tarda si aggiungono con simpatiche performance a gentile richiesta i componenti della simpatica "Pepper Band" composta da un giovane siculo, due ragazzi napoletani ai quali si aggiunge un cantante pescarese specializzato in successi anni 60 e 70. Questi brillanti musicisti ad ora tarda si esibiscono in goliardiche rivisitazioni in chiave ironico trasgressiva di celebri canzoni e ci divertono con esilaranti barzellette. Il tutto si svolge in un'atmosfera da festa privata che non mi ha fatto troppo rimpiangere la mancanza di una struttura teatrale degna di tale nome. Insomma, la nostra allegra brigata schiodava solo quando nel salone arrivava l'omino con l'aspirapolvere :lol:. Era bello godere della sensazione di avere la nave tutta per noi.
Domenica 11 maggio: a Malaga, finalmente splende il sole e fa caldo. Mi godo l'accogliente città nella quale mancavo da anni, il suo lungomare, le sue stradine, un salto alla cattedrale dove intrufolandomi tra i fedeli visto che l'accesso ai turisti era interdetto per la funzione religiosa in corso, assisto ad una messa solenne con tanto di organo, paramenti rossi, concelebrazione di Monsignori e bastone pastorale. Certamente sarebbe piaciuta a Benedetto XVI. Con questa bella Cattedrale affollata di fedeli, mi resta un'immagine molto diversa dalla Spagna laica e trasgressiva di cui tanto si parla. Dopo lo spirito anche il corpo rivendica le sue esigenze e vado ad assecondarle con una bella porzione di pescados e calamaritos innaffiati da birra. Porzioni abbondanti assaporate al banco su uno sgabello come si fa per le "tapas". Dopo pranzo eroica arrampicata al Castillo de Gibalfaro ma ne valeva la pena per il panorama e la sosta sulla magnifica terrazza assolata e ventilata. Resto lì per un bel po' a crogiolarmi al sole quasi presago che fosse l'ultimo così caldo e splendente di cui poter godere nel corso del viaggio. Avrete ormai capito che mi ricarico a batterie solari altrimenti che napoletano sarei ! Chiudo la sosta a Malaga con altri quattro passi sul lungomare adorno di alberi e fiori, dotato peraltro di semafori con contasecondi per rendere sicuro l'attraversamento e ritorno a bordo con la navetta di Costa visto che l'attracco al nuovo molo non è poi così vicino.
Lunedì 12 maggio: per lo scalo a Cadice ho scelto l'escursione a Siviglia. Conosco già la città, la sua immensa Cattedrale ex moschea con la torre della Giralda e la tomba di Colombo ed il tesoro con busti d'argento, che per fattura mi ricordano quelli del tesoro di San Gennaro, il palazzo di Pilato con il suo mix di romano ed arabo ma a differenza dell'escursione fatta qualche anno fa mi viene mostrato anche il quartiere dei padiglioni (ville) costruito per l'expò del 29 ed il quartiere ebraico. Pranzo discreto in ottimo Hotel Macarena ma io non vado pazzo per il sistema bouffet; nel pomeriggio sosta di rito a piazza di Spagna quando finalmente il sole fa capolino tra le nuvole, esaltando i colori delle maioliche, quindi rientro a Cadice e direttamente a bordo.
Martedì 13 maggio: dopo una notte con discreto beccheggio si arriva puntuali a Lisbona, cielo terso ed aria frizzante rendono gradevole passeggiare, giro per il centro nel quartiere di Baixa adiacente a Praca do Comercio e non mi perdo il panorama dall'Elevador Santa Giusta, poi una puntata alle rovine della chiesa del Carmine e alla Estacao do Rossio così diversa per architettura dalle nostre stazioni. Intanto, fattasi ora di pranzo mi fermo in una sorta di trattoria proprio dietro a Praca do Comercio do una sbirciata ai piatti ed ordino invece ciò che vedo in una grossa pentola di coccio, una sorta di minestra di fagioli con riso, nobilitata da una specie di salume dal gusto vagamente somigliante al nostro cotechino, mi arriva una porzione abbondante da "camionista" che mando giù con un quartino di vino rosso. Posso concedermela dopo le scarpinate che ho fatto e che farò. Non è certo un piatto dietetico, dentro ci trovo anche della trippa ma mi va di sperimentare qualcosa di diverso dal solito baccalà. Il piatto si chiama "dobrada" il conto è strabiliante: appena 7 euro più 1 di mancia con grandi ringraziamenti del simpatico oste ! Mi congratulo con me stesso perchè ad un passo servivano i soliti panini di plastica o gli squallidi ed anonimi menù per turisti. L'esperienza mi ha insegnato che è meglio guardare nei piatti dei presenti o addirittura nelle pentole piuttosto che sulla "carta" ed a valutare che i locali frequentati dagli indigeni offrono certamente ricette più autentiche. Corroborato da un piatto più che energetico e da un vinello rosso niente male, mi accingo, anche per esigenze digestive, a salire lentamente all'antico quartiere di Alfama, indugio in una visita alla severa Cattedrale romanica e do uno sguardo alle botteghe di antiquari e souvenir. Ogni volta che mi viene voglia di comprare qualcosa, penso poi al trasporto e quindi mi limito all'acquisto di una graziosa mattonella con il classico tram e le vie di Lisboa. Tornato a Placa do comercio prendo il bus turistico a 2 piani scegliendo litinerario che porta a quartiere dell'expò, megacostruzioni avveneristiche, grande oceanario al centro di un bacino artificiale, in confronto l'acquario di Genova è una casetta, un' immensa stazione con altrettanto immensi padiglioni trasparenti, insomma tanto acciaio vetro e cemento. Prendo atto che è qualcosa di grandioso con la cabinovia che corre sulle nostre teste costeggiando il fiume ma decisamente la Lisbona antica è più vicina alle mie preferenze con le sue atmosfere romantiche ed un pò decadenti mentre quei mostri di acciaio e cemento quasi m'intimidiscono e mi trasmettono un vago senso d'inquietudine. Intanto il cielo si è fatto plumbeo accentuando i colori algidi di quelle costruzioni è ora di tornare alla nave, ho rispettato il programma che mi ero fatto che non comprendeva il Monastero Dos Jeronimos e la Torre di Belem da me già visitati precedentemente.
Non mi soffermo ulteriormente sulle serate a bordo che si ripetono simpatiche ma sensa grosse novità, ho sempre mancato gli appuntamenti alle 19,30 con gli spettacoli perchè avevo sempre altro da fare ma credo di non aver perso molto, abituato come sono, ai grandi teatri delle altre navi. Mi è dispiaciuto solo di perdermi, per un equivoco sulla data, una spettacolo di canzone classica napoletana e brani celebri interpretata da cantanti veramente dotati che mi era capitato di ascoltare casualmente durante le prove. Chi ha fatto crociere sa bene che spesso il tempo a bordo passa più veloce di quanto si possa pensare, c'è sempre qualcosa che non riesci a fare, io ad esempio avevo preso in biblioteca un breve testo di Leonardo Sciascia che non sono riuscito a finire.
Mercoledì 14 maggio: arrivo puntuale a Vigo, (la Costa Marina ha sempre rispettato gli orari) ricordavo perfettamente la splendida grande baia che si insinua tra le colline della Galizia quasi come un fiordo, le caratteristiche zattere deputate alla coltura di ostriche. Peccato che il tempo pessimo, che ci accompagnerà per tutta la giornata, reca non poco guasto. Comunque le colline boscose della Galizia restano impresse nella memoria di modo che, pur mancando da anni sul posto, mi sembrava di esserci stato il giorno prima. Il bus di Costa mi conduce a Santiago de Compostela passando per Pontevedra; l'escursione meritava a mio avviso un bis anche perchè per quel che ho visto Vigo come città non è paragonabile a Santiago in quanto è piuttosto una città di porto di impronta industriale e peschereccia. In escursione ottima guida, visita approfondita della cattedrale con funzione del grande incensiere d'argento di oltre 60 kg (cerimonia sempre suggestiva) buon pranzo al famoso Hotel dei Re Cattolici, il più blasonato di Santiago, sito nella piazza acconto alla Cattedrale e ricavato da un antico palazzo nobiliare del 600 con uno splendido chiostro e mobili d'epoca. Il rientro è previsto con partenza alle 17 ma la pioggia induce me come la maggior parte degli escursionisti a restare comodamente seduti nei meravigliosi saloni dell'Hotel.
Giovedì 15 maggio: in navigazione con le consuete attività di bordo e per quanto mi riguarda un inestinguibile desiderio di sole che continua a scioperare a singhiozzo.
Alle 23 circa si entra nella foce del fiume Garonne arrivando al porto fluviale di Bassens alle 4 del mattino, ovviamente mi guardo solo l'ingresso nella foce anche perchè la notte non è proprio primaverile.
Venerdì 16, e sabato 17 maggio: al mattino del venerdì raggiungo Bordeaux con un breve trasfert Costa che mi lascia al centro all'incirca alle 9 per poi riprendermi alle 18 (prezzo 15 euro) La città si rivela subito una tappa molta gradevole ed interessante, avevo visto giusto nello scegliere un itinerario meno consueto. L'impianto e settecentesco come quello di una piccola Parigi, le costruzioni lungo il fiume solenni e neoclassiche, il largo e luminoso lungofiume, le arcate del "pont de Pierre" che è un po' il simbolo di Bordeaux. La città è quieta e tranquilla come il suo fiume, si lascia visitare agevolmente ed in tutto relax : niente caos e rumori molesti del traffico ma isole pedonali e modernissimi grandi tram che scivolano silenziosi. La giro in lungo ed in largo malgrado la pioggia, che però fa tanto film francese, ben equipaggiato con un cappuccio impermeabile ed un paio di scarpe da pioggia comprate subito sul posto in un negozio della centralissima ed elegante Rue Sainte Catherine che ovviamente è pedonalizzata. Menzionando i posti potete, se lo volete, facilmente visionare le immagini in rete. Esplanade des Quinconces con i suoi grandi giardini e la fontana col Monument aux Girondins, la place de la Comedie con la facciata neoclassica ed il colonnato del Grande Theatre, l'elegante pedonalizzata Rue Sainte Catherine che divide come una linea retta il centro storico lasciando da un lato la Place de la Bourse con la fontana delle tre grazie lungo il fiume e dal lato opposto verso l'interno la grande cattedrale Saint André con il suo gotico ed il campanile staccato dalla chiesa e svettante, vicino c'è il Municipio (l'Hotel de la Ville) il cui ingresso è ornato da un'elegante cancello. Ho fatto una capatina anche alla Grosse Cloche, antica torre con orologio situata in una piccola piazzetta circondata di "bistrot" e "cafè" A proposito di cibo, ad ora di pranzo, dato una sguardo in giro, mi sono fermato in un piccolo locale dove ho pranzato con una tipica salade con speak ed una sorta di crepe imbottita con beef tenerissimo e funghi chiudendo come dessert con la clasicissima crepe flambè al gran Marniè il tutto innaffiato naturalmente da una bottiglia di rosso bordeaux e servito da una pingue e platinata simpatica tardona truccata che più francese non si può. Avrete capito che l'omologazione della cucina global di MC Donalds non fa per me ed a costo di rischiare un pò mi piace sperimentare; anche questo per me è viaggiare.Con la simpatica madame ho anche scambiato quattro chiacchiere su politica e Sarkozì che a suo parere si lascia andare un po' troppo alla joie de vivre. Finalmente dopo pranzo il tempo migliora e passeggiando lungo il fiume sui quais quasi mi sento euforico e contento della bella giornata trascorsa. Conserverò un grato ricordo di questa città e delle persone che vi ho incontrato, tutte gentili, tranquille e disponibili, immuni dallo stress delle metropoli, forse tutto questo si spiega anche perchè è la Citè mondiale du Vin ! A questo punto vi sarà chiaro, che pur viaggiando solo, essendo abbastanza comunicativo, non ho mai problemi di solitudine,anzi, soprattutto durante questa crocierà ho approfittato della posizione di "single" godendo della massima indipendenza in ogni tipo di scelta e poi, la compagnia degli altri è sempre, se vuoi, a portata di mano, basta cogliere con discrezione le occasioni che si presentano per rendere lo scambio umano gradevole.
La nave lascia Bassens alle 2 di notte ma, una volta tornato a bordo col bus delle 18, non scendo più, Bordeaux dista 12 km e non mi sembra il caso di strafare.
Domenica 18 maggio: è stato precedentemente annunciato dal comandante Mauro Muratore il cambio di programma; le condizioni meteo, palesemente sfavorevoli, soprattutto per il vento, impediscono lo scalo mediante lance nella rada di Guernsey e quindi si fa scalo a Cherbourg in Francia. Tutti i crocieristi accettano di buon grado perchè "ad impossibilia nemo tenetur" e peraltro l'informazione del cambio è stata data con molta tempestività ed altrettanto tempestivamente il Tour Office di bordo ha predisposto un programma di escursioni. Siamo arrivati in porto di primo mattino ed ho scelto l'escursione panoramica a Cap La Hague. Il bus lascia Cherbourg percorrendo una ventina di chilometri fino al capo ed attraversando piccoli borghi rurali con casette uguali e linde sormontate dai spioventi tetti scuri d'ardesia e circondate da giardinetti curati fino all'inverosimile. Però, sarà perche è domenica, ma ovunque non c'è traccia di esseri umani; che differrenza con la nostra Italia vivace chiassosa ed animata ! Questa è una considerazione condivisa da tutti i connazionali presenti nel bus. La gita prosegue con una sosta foto a Port Racine (una minuscola insenatura che dicono sia il più piccolo porto francese, niente di che) la visita al famoso battello di salvataggio, tante volte in mostra su You tube per spericolate operazioni nel mare in tempesta, uno sguardo al faro della punta alto ben 40 metri ed una sosta per una crepe ed una cioccolata calda (compresa nel prezzo dell'escursione) prima del rientro a bordo. Certo il tempo non ha contribuito ad esaltare le bellezze di quella costa ma vi assicuro che, a differenza degli stranieri, tutti noi italiani guardavamo i panorami con un'aria di sufficienza, sarà perchè, quanto a bellezze costiere, siamo abituati a ben altro. A Cherbourg la nave era attraccata a 5 minuti dal centro della piccola città ed inoltre avevamo a disposizione anche una navetta gratuita del porto, quindi, dopo un veloce pranzo al bouffet di bordo, invogliato anche dal sole che finalmente si deciso a ricordarci che siamo in maggio e non a novembre vado in città dove trovo una sorta di sagra rurale: la festa del pane; atmosfera paesana con abiti folcloristici e dimostrazioni varie, musica live e vitelli nel recinto. Una simpatica coincidenza che mi lascia il ricordo di un compendio di Normandia, paese marittimo, con i suoi grandi e robusti pescherecci che dondolano nel porto e l'imponente stazione marittima di mattoni carica di storie di transatlantici ed emigranti illustrate anche da foto d'epoca ma anche regione bucolica ed un po' arcaica.
A sera cena dell'arrivederci come di rito con brindisi, "sole mio", sventolio di tovaglioli, camerieri che invitano alle danze le signore e conseguente trenino. Copione che ormai conosco a memoria ma che sui nuovi crocieristi e soprattutto sugli stranieri sortisce sempre una certa suggestione.
Lunedì 19 maggio: puntuali di primo mattino si arriva a Dover, c'ero gia stato, ma finalmente questa volta ho avuto modo di vedere e fotografare le bianche scogliere scintillare al primo sole, la volta precedente pioveva e vi assicuro che di bianco e letterario non c'era proprio niente. Ho scelto l'escursione a Canterbury ed al castello di Leeds nel Kent perchè avevo già fatto quella a Londra che peraltro dista da Dover ben 2 ore di bus. La scelta di Canterbury non ha deluso le mie aspettative anzi le ha superate di gran lunga! E' stata una bellissima giornata favorita anche dal clima. Sapevo bene della fama della Cattedrale di Canterbury, fama ampiamente meritata per le sue mirabolanti architetture e la sua storia che la vede nascere cattolica e diventare anglicana dopo lo scisma di Errico VIII, ma sono rimasto colpito anche dal paese; Canterbury è veramente deliziosa, autenticamente inglese, con la sua atmosfera un po' vittoriana ed un po' medioevale, le sue piccole case le strade linde ed animate con botteghe d'epoca, pub e sale da tea. Il paese sembra arrivare a noi dal passato quasi intatto per una sorta di gioco della "macchina del tempo", immune da certi scempi dell'edilizia moderna. Le sorprese del giorno non sono finite, nel primo pomeriggio dopo un breve viaggio in bus attraverso le verdissime colline del Kent macchiate dal giallo dei fiori di colza e disseminate di pecore, arriviamo al Leeds Castle ed al suo parco. Si tratta di un'antica dimora nobiliare. La lunga visita che si protrae per tutto il pomeriggio con una passeggiata nello splendido parco: alberi d'alto fusto, laghetti, ruscelli, fiori, pavoni, cigni ed uccelli vari, ci sono anche delle voliere con pappagalli ed un falconiere che si esibisce, ma la cosa più bella è l'atmosfera di grande pace e relax che si respira. Non è Versailles non è Fontembleu o Caserta o il Palazzo d'estate di San Pietroburgo, non c'è regale ostentazione di ricchezza, ma ugualmente questo posto conquista per il senso di armonia che lo pervade, devo ammettere che è riuscito a conciliarmi con certo mondo anglosassone che confesso non sempre ha goduto delle mie simpatie. Abbiamo visitato anche l'interno del castello che è tutto arredato così come è stato lasciato in eredità allo Stato dalla nobile famiglia che ne disponeva. Al tramonto si torna a Dover veramente contenti per questa che è stata certamente tra le escursioni più belle. E' giunta l'ora di fare la valigia,(che verrà messa fuori all'1 di notte come al solito) quindi una lunga doccia corroborante (la mia doccia aveva uno sportello di vetro a chiusura al posto della solita tendina di plastica il che impedisce che il pavimento s'inondi !) ed il bagno è dotato di un armadietto incassato con sportello a specchiera al posto delle solite mensole a vista che, colme di oggetti vari da toletta, fanno un pò disordine. Per l'ultima sera a bordo, dopo il solito rendez vous al salone Marina, fino alle 2 in discoteca Club Laguna, sensa distinzione di età; c'era perfino una instancabile minuta nonnetta francese che abbiamo battezzato la nonna del "tempo delle mele" e devo dire che l'atmosfera calda e confidenziale dopo un pò ha coinvolto anche le compassate "giacche bianche" dei Costa.
Martedì 20 maggio: si arriva cosi allo sbarco ad Amsterdam, visto che il mio volo era previsto per le 16,45, ho optato per l'escursione Tour di Amsterdam e crociera nei canali, un modo gradevole per occupare il tempo in attesa del trasferimento all'aeroporto. Avevo già soggiornato ad Amsterdam all'Hotel Ibis proprio accanto alla stazione ma mi è piaciuto rivedere ciò che avevo gia visto e scoprire nuovi quartieri di cui ignoravo l'esistenza. Inoltre la gita in battello è stata più lunga ed articolata di quella da me fatta precedentemente. Un cielo limpido e terso accompagnato da un'aria frizzante ha contribuito a rendere gradevole l'escursione accompagnata da una guida simpatica, bella ragazza il che non guasta mentre il conduttore del battello non faceva altro che raccomandarmi di tirar giù la testa preoccupato dal fattoche io, troppo impegnato in piedi a fotografare potessi sfasciare qualche ponte con una testata stile Zidane. Aereoporto, voli Alitalia, chek in tranquillo, se si esclude il modellino di Costa Marina offerto ai soci Costa Club carta Pearl che con la sua massa metallica insospettisce il doganiere che poi però mi restituisce lo zaino sorridendo e facendo il verso della sirena della nave. Infine le dolenti note: ritardi, cambi di Gate, imbarco a Fiumicino sotto un diluvio, mancato rinfresco a bordo sul Roma Napoli causa meteo (ma ho il sospetto che, data l'ora tarda, fossero semplicemente stanchi e quindi adducessero una scusa per non tirar fuori le bibite e quant'altro, visto che dopotutto l'aereo non ballava affatto). Prelevato affettuosamente da mio figlio in aeroporto, arrivo a casa a notte inoltrata o, piuttosto, per essere più precisi, il mio corpo un po stanco viene recapitato a casa ma la mia mente resta ancora nella cabina 436. Postumi da crociera !