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Costa Smeralda - 6 e 7 gennaio 2024

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Hermy

Member
Dal 6 al 7 gennaio. Poco direte voi? Forse anche abbastanza.
Manco dal forum da un bel po', perché, a causa di problemi lavorativi, continuo a fare crociere, ma sempre più brevi. Ho abbracciato la filosofia del "anche se è poco, è buono" e negli ultimi anni mi è sempre bastato; mi ha portato soddisfazioni.

Faccio sempre più spesso crociere di una, due o tre notti al massimo, così da inserirle nei weekend e nei giorni di "festività" comandate. Non ci trovo nulla di male, in fondo trovo che sia simile a trascorrere una o due notti in qualche hotel con spa o in montagna, per poi tornare il lunedì. Negli ultimi tempi ho provato in questo modo sia Msc che Costa. Imbarco veloce grazie al club, pranzo, pomeriggio intenso di attività, serata discotecara. Si dorme pochissimo (al massimo 5-6 ore) e poi si scende il mattino. Altre volte si allunga di una notte o massimo due, se le festività lo permettono.
Ci siamo sempre divertiti molto, programmando al secondo e godendoci ogni istante.

Non questa volta.

Siamo partiti con Costa Smeralda per un weekend simile a quelli sopra descritti sabato scorso. Imbarco velocissimo a Savona. Più di 6000 persone a bordo, ordinaria amministrazione (in teoria). Alle 12.30 i passeggeri venivano indirizzati al ristorante servito: una coda improponibile si allungava fin all'inizio degli ascensori. Poco male, andiamo al buffet. Situazione caotica anche qui, anche se più gestibile. Riusciamo a sgomitare per il pranzo. Cabinista non pervenuto, chiamiamo reception per chiedere dove si trovano gli asciugamani per la piscina, ci viene detto che il cabinista sarà lì nel giro di poco tempo per portarceli. Capite che per uno che sta a bordo solo un pomeriggio è fondamentale avere a disposizione almeno gli asciugamani. Non arriva nessuno. Ok, cominciamo a girare per gli spazi comuni. Nave che si riempie, si riempie, si riempie sempre più.
Ci dirigiamo all'orario scritto nelle comunicazioni ufficiali e confermato anche da camerieri vari al ristorante per chiedere un'unione di tavoli con altra cabina. Passiamo mezz'ora ad attendere. Non mi lamento dell'attesa (conosco bene i tempi per questo tipo di cortesia), ma quando esco, la fila è più che raddoppiata con persone che sono tutte al primo turno e vogliono il secondo. Noi abbiamo tenuto il primo.

Tornati in cabina, nessuno si è fatto vivo per gli asciugamani. Vabbè, li metteranno quando portano i today, faremo il bagno la mattina seguente, pensiamo.

Andiamo a cena e qui la follia più totale. corridoio gremito, stipato, dalla hall del Colombina fin oltre gli ascensori. Persone che sorpassano e calpestano senza regole per poi pararsi davanti al maitre e chiedere il tavolo. C'è chi dice di averlo già e poi si ferma a parlare con lo stesso, rubando il turno ad altri. Arriva addirittura la carrozzella dell'emergenza con il medico, perché una persona si sente male, manco riesce a passare, quasi.

Una sola persona a dover far fronte a tutto questo, ovvero il maitre. Non, come ho sempre visto accadere, maitre con inservienti e camerieri che accompagnino. E' tutto sulle sue spalle e, ovviamente, la situazione non può che degenerare. Discussioni, persone che vagano spaesate.

Decidiamo di cercare da noi il tavolo, lo troviamo.

Il cameriere non è simpatico. Non ci ha mai cambiato le forchette a tavolo tra una portata e l'altra. Le toglieva dal piatto e le poggiava sul tavolo, come fossimo in trattoria. Forse è una piccolezza, ma io ci faccio caso. E se scelgo un secondo di carne perché me lo si presenta in modo così eccellente, non posso mangiarlo con la forchetta con cui ho prima mangiato un primo di carne e ancor prima un antipasto con del formaggio.

A richiesta di cambio, comunque, vengo esaudita. Solo io, non gli altri commensali. Inoltre il cameriere si è sentito in dovere di sottolineare, in fase di ordinazione, che abbiamo preso troppi piatti e che non avremmo potuto avere altro e ci ha chiesto, testuali parole, se "oggi era giorno di mercato?" . No, non era una battuta simpatica. Abbiamo preso un antipasto in più, un secondo e due dolci in più (in teoria si può ancora fare, mi confermate?). Avevamo un bambino addormentato nel passeggino lì accanto. Era la sua cena, ma evidentemente è stato ritenuto "indegno" di poter essere conteggiato nell'elenco ospiti (magari perché non paga).

Forse è stata una svista (dubito perché ci ha spostato lui le sedie per il passeggino), oppure non si possono più prendere ulteriori portate. A voi, che ne sapete, io chiedo. Di sicuro, sentirsi presi in giro per aver ordinato di più è stato davvero fastidioso.

Peraltro, come siamo abituati, abbiamo ovviamente finito tutto.

La serata trascorre come da aspettativa. Fino a quando non torniamo in cabina.

Tripla con balcone. Il terzo letto non è stato fatto. Non ce ne siamo accorti all'arrivo, perchè supponevamo che sarebbe stato fatto il letto, dal divano, solo la sera.

Sono le 23.11 e chiamo la reception. La richiamerò ancora dopo mezz'ora. Poco tollerante anche lei nelle parole e sbrigativa. Nessuna comprensione. Sembra la solita richiesta insopportabile da evadere. Per me è assurdo.

A mezzanotte e 15 si palesa il cabinista.

Il giorno dopo l'arrivo è atteso per le 10 a Marsiglia. E anche il nostro sbarco. In mattinata ci svegliamo molto presto per fare il bagno, prima di lasciare la cabina alle 9.00. Un messaggio alle piscine informa che chi ha sintomi gastrointestinali non deve entrare in acqua. Cambiamo idea.

Anche perché, e qui apro una parentesi, a bordo è chiaro che è in corso un'epidemia. Tutto il personale indossa la mascherina fp2 e so da un amico, nonché da una semplice rassegna stampa fatta online, che da dicembre la Smeralda ha a bordo un'infezione di gastroenterite.

Capita. Sono navi, dopotutto.

Certo che, forse, sarebbe il caso di arginare un poco il fenomeno: magari riducendo la capacità (ma non sono un tecnico), oppure sopperendo alle evidenti mancanze di personale (forse malato)? Non so. Non posso dire come avrebbero dovuto gestire. Quel che è certo è che, per il mio soggiorno, anche se breve, era chiaro come mancasse personale e come "chi rimaneva" doveva farsi carico di troppe incombenze.

Tornando alla gastroenterite, le scene a cui ho assistito per la "colazione" e il pranzo, mi bastano e avanzano per capire perché da fine novembre su Smeralda abbiano questo "dispettoso" problema sanitario.

Se è previsto l'arrivo alle 10, ti aspetti che tutta la nave faccia colazione prima di scendere. Non puoi tarare gli orari dei server al buffet su un semplice giorno di sbarco programmato per le 7 (per il quale, almeno qualcuno a quell'ora sarebbe già sceso).

La colazione è stata un caos. Impossibile spostarsi, aree irraggiungibili, calca insostenibile. Mai vista una situazione del genere su una nave in nessuna delle mie crociere, fossero esse da 7, 15, 4 o una sola notte. MAI.

Mangiamo quel che riusciamo a prendere, in quello che sembra un "arraffa quel che riesci", da parte di tutti, noi inclusi. Scena tristissima, ma la scelta altra è di andare ai ristoranti, con le consuete code chilometriche che ancora non mi spiego.

Certo, poi, non è colpa della compagnia se ci ritardano di ore l'ingresso in porto. Ma penso che, dopo aver annunciato a voce il giorno dell'imbarco che occorreva tenersi ben saldi a causa di vento forte e mare agitato, la suddetta compagnia dovesse ben sapere che potevano esserci problemi di attracco a Marsiglia. Non penso sia una novità, d'inverno, con vento a 60Km/h.

Comunque, il ritardo nella nostra discesa dalla nave e in quella di tutti, si protrae fino a ora di pranzo. E qui il caos triplica. Chi doveva aspettare nelle aree di discesa, contando che stiamo girando nel golfo di Marsiglia da diverso tempo, si sposta. Chiaramente è ora di pranzo e, chiaramente, tutti si riversano a mangiare.

Un qualche annuncio più chiaro da parte dello staff sarebbe stato opportuno, secondo me. Poiché alle 12.30/ 13.00 c'è gente che mangia al terzo piano del "Colosseo", su divanetti, sui tavoli del bar e ovunque, assieme a chi aspetta di scendere in escursione o di sbarcare, che a quel punto ha fame. Così anche in altre aree comuni.

Il personale del bar redarguisce. "Qui non si può mangiare". Ma a cosa serve?

Faccio un giro al buffet per capire cosa succede, perché sono proprio una ficcanaso. Alcuni ingressi sono stati chiusi, giustamente. Da altri invece si accede normalmente. Parte la caccia all'ingresso e sento dire "hey, di qui non si entra, ma se vai dall'altra parte sì".

Seguo anche io.

Il buffet è impraticabile. Calca assurda. Trovo un piatto per terra rotto nel bel mezzo di persone che ne calpestano i cocci. Alle linee, il personale si vede che è scarso e deve passare dal fare una cosa all'altra. In alcuni punti non c'è proprio nessuno.

Non si distinguono nemmeno le file ormai.

Esco basita.

Non sapendo o capendo più quale sia l'ordine di sbarco, poiché l'unico annuncio che riusciamo a udire è quello sul ritrovo degli escursionisti, decidiamo di scendere in autonomia, senza altro indugio.

Ora: sono stata su Toscana per Pasqua. Stessa nave, stessi spazi e, presuppongo, anche stessa capacità. Non capisco. Era a mezzo carico a Pasqua, dove per 3 giorni siamo stati benissimo. Era strapiena ora? O, più probabilmente, hanno problemi a bordo a causa del virus intestinale?

E se così fosse, è normale vivere un'esperienza simile? Anche solo per un giorno?

Aspetto vostre.
 
La capisco benissimo e sono solidale con la sua esperienza e dettagliata analisi della sua permanenza sulla nave. Sono crocierista da 12 anni e posso confermarle che il "mondo" è totalmente cambiato per non dire impazzito. Una volta la crociera erano un prodotto quasi di nicchia; c'era una certa qualità del servizio, più attenzione al passeggero e preparazione dell'equipaggio. Si facevano viaggi con pochi euro e con navi che, a mio avviso, non sembravano strapiene e super affollate come oggi. La crociera attualmente non è altro che un "traghettone" infernale che accompagna i passeggeri in un determinato itinerario. Il paradosso di tutto ciò è che i natanti sono sempre strapieni all'inverosimile malgrado che il servizio non corrisponda al reale valore dell'acquisto e all'aumentato tariffario del 40%. Io non mi ci ritrovo più in un "mondo" pieni di tatuaggi, scimmie, trucidi e strilloni vestiti in modo approssimativo dove anche alla reception non si parla più mezza parola in lingua italiana. Alle sue esperienze ben dettagliate ed esposte io potrei aggiungerne altre 1000 di situazioni analoghe che ho vissuto negli ultimo 3 anni di imbarchi più o meno infelici. Il problema di fondo è che dopo il covid c'è una gigantesca ed inaspettata richiesta di viaggi. I grattacieli galleggianti navigano sempre pieni all'inverosimile ed il prodotto crociera viene sempre venduto a prescindere con guadagni per le compagnie inauditi. Quindi che senso ha offrire un migliore proposta di viaggio se quella attuale è altamente redditizia? La gente si muove senza sosta 365 giorni l'anno con automobili, treni, aerei e natanti sempre pieni all'inverosimile. Se a ciò aggiungiamo la mentalità che vige attualmente nella quale nessuno a più voglia di lavorare e quei pochi che ci provano non si appassionano alla propria attività possiamo dire che ci troviamo di fronte ad un fenomeno dal quale non so se e come se ne uscirà in futuro. La speranza è un calo drastico della domanda in modo da poter tornare a viaggiare a livelli "umani".
 
E con un calo drastico della domanda come si riempiono le navi attuali?
Le "forse prossime" di Carnival potranno ospitare oltre 7000 passeggeri.
Certo che la descrizione dei fatti/episodi avvenuti a bordo non è sia molto invitante, tutt'altro.
 
S
E con un calo drastico della domanda come si riempiono le navi attuali?
Le "forse prossime" di Carnival potranno ospitare oltre 7000 passeggeri.
Certo che la descrizione dei fatti/episodi avvenuti a bordo non è sia molto invitante, tutt'altro.
Sig. Rodolfo, sono d'accordo con lei ma nel contempo mi chiedo come ha fatto tutto il comparto crociere a "sopravvivere" ed a fare businnes da mezzo secolo? L'unica motivazione rimane la filosofia del pozzo senza fondo. Per quanto riguarda l'educazione a bordo basterebbe porre dei paletti ai quali i passeggeri devono astenersi, come fanno le navi extralusso americane.
 
S

Sig. Rodolfo, sono d'accordo con lei ma nel contempo mi chiedo come ha fatto tutto il comparto crociere a "sopravvivere" ed a fare businnes da mezzo secolo? L'unica motivazione rimane la filosofia del pozzo senza fondo. Per quanto riguarda l'educazione a bordo basterebbe porre dei paletti ai quali i passeggeri devono astenersi, come fanno le navi extralusso americane.
Solo Rodolfo senza Sig.:sneaky::sneaky::sneaky:
Pozzo senza fondo sì, finché continua così. Questo ultimo anno avrebbero affittato qualsiasi cosa di galleggiante.
Per quanto riguarda l'educazione forse proprio per le extralusso americane, ma solo quelle, perché per quelle normali continuo leggere episodi negativi di tutti i tipi, anche peggiori delle "nostre" navi.
 
Stato
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