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Intervista AD Carnival Corporation

Rodolfo

Super Moderatore
Il Presidente ed Amministratore Delegato di Carnival Corporation Arnold Donald ha risposto ad alcune domande circa il futuro del Gruppo.

Riflessioni e dichiarazioni che riguardano più aspetti dello sviluppo del settore.

Non ho capito il fatto della costruzione di due navi LNG; in realtà il Gruppo attualmente, a scadenza fino al 2022, ha in costruzione 6 navi a gas; 2 Costa, 2 Aida, 1P&O e 1 generica Carnival.

http://www.themeditelegraph.com/it/...-intervista-TxkRz19Dexli5httklIEgI/index.html
 
Potrebbe essere una opzione relativamente solo al marchio Carnival, due LNG invece di una?



Sent by B_Z
 
Si parla sempre di Gruppo nel servizio; quella di "Carnival" non ha ancora una assegnazione, che io sappia, ad un brand. In ogni caso sempre sbagliato, sarebbe.
 
A dire la verità, intervista un pò banale, nelle domande e nelle risposte, tipo quelle che vengono fatte ai calciatori nei noiosissimi programmi sportivi.
Fossi stato nel giornalista, avrei dato un taglio più "internazionale" alle domande, aveva davanti il CO di Carnival, non Thamm.
Infatti le due navi LNG sono citate nella domanda del giornalista, non nella risposta, e sono solo quelle di Costa, ma se stai parlando al CO di un gruppo con 10 brand, sarebbe stato meglio dire 6 navi per fare riferimento all'intero gruppo. Come giustamente sottolineava Rodolfo.

L'ultima domanda poi..... boh...... in che senso corrono meno nella rincorsa al gigantismo? I loro brand sono mass, premium e luxury, a me non sembra che le nuove navi dei brand mass e premium siano più piccole rispetto al passato..... non vedo nessuna frenata...e parlare di frenata al gigantismo facendo un minestrone ed infilandoci le luxury...sarebbe comunque ridicolo (e stimola ironia...vista la risposta di Donald....) :rolleyes:

Tra le righe, ci sono comunque degli spunti interessanti:

- La prima frase, dove Donald descrive le sfide da vincere per le compagnie: l'incapacità di viaggiare, e la paura di viaggiare. La seconda purtroppo è risaputa, la prima non banale nel significato. Concordo con lui.
- Tra le righe, si conferma la sovrastima di crescita del mercato cinese da parte di Carnival. Ed aggiungo, da parte di tutti, analisti ed altre compagnie. Non sarei stupito nel vedere un ridimensionamento dei programmi futuri di dislocamento in quei mari di nuove navi
- I limiti infrastrutturali dei porti nel rifornire le nuove navi LNG. Argomento ampiamente dibattuto nel forum (da Rodolfo e Matteo in primis). Interessante scoprire che alcuni armatori (chi? nomi please..) contribuiscono in prima persona agli investimenti per colmare questo Gap.

Grazie per il link Rodolfo. Sono certo che tu avresti posto domande più interessanti.... ;)
 
Ultima modifica:
Come si vede, passa il tempo, ma il problema dei rifornimenti LNG rimane ancora un qualcosa di ben poco organizzato, come ho sempre sostenuto fin dalla discussione dedicata a questo nuovo, per le navi, combustibile.

Manca ancora tempo per l'entrata in servizio di questi nuovi progetti e forse le cose cambieranno, ma probabilmente non tutti i Paesi saranno in grado, per tempo, di organizzarsi; gli investimenti son costosi.

Se poi pensiamo che quasi tutte le navi di ultima generazione sono attrezzate per il "Cold Ironing", mentre pochissime realtà portuali sono in grado di fornire il servizio, chissà come funzionerà il rifornimento di LNG.

Andirivieni di autocisterne su gomma, o di qualche chiatta come ad Amburgo, per sopperire alla mancanza di adeguate reti di distribuzione .
 
Rodolfo, attualmente quali sono i porti meglio attrezzati o che potrebbero sopperire a breve? Così giusto per capire i probabili scenari, gli itinerari...o è troppo presto per poter capire e fare previsioni quasi certe...dico così, perché poi si deve mettere a bilancio un po' tutto...ambiente, possibili conflitti ecc.
 
Quelli del Nord Europa, dove già da tempo sono in esercizio navi, Ro-Ro, che utilizzano LNG. Lì sono molto più avanti per quanto riguarda le norme antinquinamento.

Le aree SECA/ECA o NECA sono presenti da tempo nel Mar del Nord, Baltico, Coste Stati Uniti e Canada oltre qualche altra realtà Caraibica. Queste aree limitano le emissioni di sostanze nocive derivanti dalla combustione dei normali combustibili adoperati dalle navi; logico, quindi, che una spinta alla diffusione dell'LNG porterebbe a risultati ancora migliori.

Dobbiamo comunque ragionare, sul fatto, che le navi da crociera sono una piccola realtà rispetto al grande numero di mercantili che solcano i mari e dai quali provengono le più elevate emissioni nocive.

Una nota personale; mi vien da sorridere quando si parla dell'inquinamento prodotto dalle navi da crociera nel Porto di Venezia, ma nessuno parla dei catorci che frequentano il Polo di Marghera ad irrisoria vicinanza da Centro Storico cittadino.
 
Grazie Rodolfo....quindi ragionando ad oggi , quelle potrebbero essere le zone più" probabili" per la navigazione di queste navi...

Sull' ultima parte del tuo post, sono totalmente in accordo!


Ciao.
 
- Tra le righe, si conferma la sovrastima di crescita del mercato cinese da parte di Carnival. Ed aggiungo, da parte di tutti, analisti ed altre compagnie. Non sarei stupito nel vedere un ridimensionamento dei programmi futuri di dislocamento in quei mari di nuove navi
)
Quoto, e non da adesso;)
 
Dobbiamo comunque ragionare, sul fatto, che le navi da crociera sono una piccola realtà rispetto al grande numero di mercantili che solcano i mari e dai quali provengono le più elevate emissioni nocive.

.

L'ha precisato anche Donald nell'articolo. Il settore crocieristico contribuisce per un 10% sul totale delle emissioni nel trasporto marittimo
 
Tra le righe, ci sono comunque degli spunti interessanti:

- Tra le righe, si conferma la sovrastima di crescita del mercato cinese da parte di Carnival. Ed aggiungo, da parte di tutti, analisti ed altre compagnie. Non sarei stupito nel vedere un ridimensionamento dei programmi futuri di dislocamento in quei mari di nuove navi
-ontribuiscono in prima persona agli investimenti per colmare questo Gap.

Max, se il mercato non fosse stato redditizio, Costa, parlando solo di Costa, non avrebbe inviato in quell'area il numero di navi che sono lì dislocate. Solamente che da qualche tempo, stante la situazione politica dell'area c'è stata una flessione di passeggeri, soprattutto Coreani visto che le navi han modificato i loro percorsi evitando gli scali di quel Paese, dopo che il Governo cinese ha "sconsigliato" i propri connazionali a porvi piede; ricordiamo episodi di crocieristi cinesi che in massa non son scesi a terra durante le soste in Corea. Aggiunci il clima di tensione creato da Corea del Nord e Stati Uniti, che continuano ad inviare navi militari in quelle acque. Son già tre le portaerei che stazionano in zona; Winson, Roosvelt e Nimitz.

Grazie Rodolfo....quindi ragionando ad oggi , quelle potrebbero essere le zone più" probabili" per la navigazione di queste navi...

Sull' ultima parte del tuo post, sono totalmente in accordo!


Ciao.

Credo sia presto per dirlo e comunque, in pratica tutte le altre navi, son state dotate di sistemi di abbattimento delle emissioni, gli scrubber, che permettono di rientrare nei limiti stabiliti per quelle acque.
 
Max, se il mercato non fosse stato redditizio, Costa, parlando solo di Costa, non avrebbe inviato in quell'area il numero di navi che sono lì dislocate. Solamente che da qualche tempo, stante la situazione politica dell'area c'è stata una flessione di passeggeri, soprattutto Coreani visto che le navi han modificato i loro percorsi evitando gli scali di quel Paese, dopo che il Governo cinese ha "sconsigliato" i propri connazionali a porvi piede; ricordiamo episodi di crocieristi cinesi che in massa non son scesi a terra durante le soste in Corea. Aggiunci il clima di tensione creato da Corea del Nord e Stati Uniti, che continuano ad inviare navi militari in quelle acque. Son già tre le portaerei che stazionano in zona; Winson, Roosvelt e Nimitz.
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Però Rodolfo, io non ho mai detto che il mercato asiatico non sia redditizio. Ho detto che i tassi di crescita di questo mercato per gli anni futuri sono stati sovrastimati, da tutti, e che ho la sensazione che non tutte le nuove navi (ho parlato solo di nuove navi, non di quelle che sono già li) costruite apposta per essere mandate li non è detto che ci vadano, o perlomeno non tutte, e non per tutto l'anno (Costa, Aida, Princess, Ncl etc.).

La situazione politica attuale c'entra, ma non solo quello. Diciamoci la verità, ha un pò fatto comodo a tutti (CCL, RCL, NCL) vendere alle borse ed ai propri azionisti l'Asia come il nuovo Eldorado, tutto e subito.

Queste le dichiarazioni di Arnold e Thamm 3 anni fà, con l'enfasi della bolla espansiva (dichiarazioni ufficiali alla stampa riprese anche dal nostro forum):

La Cina sarà il secondo mercato al mondo:
Carnival aveva scommesso da tempo sull’importanza strategica del Far East come bacino d’utenza per le crociere: “Siamo stati il primo operatore mondiale, tramite Costa Crociere, ad ‘aprire’ il mercato cinese già dal 2006 – ha ricordato il CEO di Carnival Corporation Arnold Donald – e continuiamo a credere nello sviluppo di questo paese, come testimonia il fatto che nel 2015 saremo il primo gruppo del settore ad avere 4 navi stabilmente posizionate in Cina. I cinesi hanno già dimostrato di apprezzare le crociere su Costa Atlantica e Costa Vittoria, e siamo certi che apprezzeranno anche quelle proposte da Costa Serena e Sapphire Princess”.
Soddisfatto anche Michael Thamm, Amministratore Delegato di Costa Crociere S.p.A., che ha commentato: “L’arrivo di Costa Serena nel mercato cinese costituisce un grande traguardo per la nostra azienda, e siamo orgogliosi di essere la prima compagnia internazionale ad avere tre navi posizionate in Cina. La nostra attuale strategia mira a portare allo sviluppo ancora più rapido del mercato cinese, che ha un grande potenziale di crescita”.

Nel futuro di Costa Crociere si intravede sempre più Asia.
La compagnia è cresciuta del 136% su questo mercato e, secondo il corporate trade business development – Imea & Nena sales & marketing director, Andrea Tavella, le potenzialità sono ancora enormi: “Il mercato cinese sta crescendo molto velocemente – afferma il manager a guidaviaggi.it – Ci aspettavamo questi dati ma fino ad un certo punto: abbiamo aperto il mercato crocieristico in Cina 8 anni fa e ci è voluto tempo e capacità di capire le esigenze delle persone che sono diverse da quelle dei turisti europei”.




Ora tre anni dopo riprendiamo le dichiarazioni di Donald riportate nel tuo link. Trova le differenze :D

«È un mercato che cresce piano, ma con enormi potenzialità. Noi siamo presenti nell’area da 10 anni, l’obiettivo oggi è passare dagli attuali tre milioni di passeggeri ai 4,5 milioni del 2021. La Cina rimane un’opportunità, ma oggi il totale dei crocieristi che arriva da quel Paese è di 800 mila persone».

Da un mercato con fortissima tassi di crescita, ad un mercato che cresce piano. In tre anni. L'Asia crescerà, non lo metto in dubbio, ma molto meno velocemente rispetto a quanto preventivato 3 anni fa. E lo si era capito già da qualche tempo, e non solo per i recenti fatti.

Considera che i passeggeri Coreani, sono meno del 2% su quel mercato. Poco meno di metà sono cinesi, poi Taiwan, Singapore, Giappone.
 
Ultima modifica:
Ma l'osservazione, Max non era rivolta a te. Ho citato il tuo messaggio solo per dire che attualmente, per i già citati motivi, il mercato asiatico è in flessione di passeggeri e detta flessione si è verificata proprio in concomitanza con la situazione politica, a meno di una pura coincidenza temporale.
 
Rodolfo, attualmente quali sono i porti meglio attrezzati o che potrebbero sopperire a breve? Così giusto per capire i probabili scenari, gli itinerari...o è troppo presto per poter capire e fare previsioni quasi certe...dico così, perché poi si deve mettere a bilancio un po' tutto...ambiente, possibili conflitti ecc.

Come ho sempre sostenuto, non certo quelli italiani e anche quelli stranieri non son particolarmente avanti.

http://www.themeditelegraph.com/it/...lng-gallery-MOXnccRRiOUVVgyhnE7KhN/index.html
 
Bene... cioé male , siamo messi male. Penso che si debbano dare tutti una mossa, si parla di ambiente di preservarlo, di nuove tecnologie a quanto pare di capire dall' articolo,le compagnie hanno " speso" in tecnologia ora spetta alle infrastrutture. Qui la vedo non troppo felice con la burocrazia...
Poi, parlo con poca conoscenza e mi piacerebbe capirne di più, ma la sicurezza....per i rifornimenti di carburante, non dovrebbero essere " isolati", possono condividere le postazioni in un normale porto a fianco di altri combustibili?
 
Non conosco le normative che regolano gli impianti e la distribuzione del prodotto. Ma per un semplice ragionamento, penso che la fonte di approvvigionamento debba essere accanto alla nave dove abitualmente ormeggia per le consuete operazioni.
 
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