Rodolfo
Super Moderatore
02 gennaio 2009
Il settore delle crociere Royal Caribbean, un calcio alla crisi: «sara’ un buon 2009»
Azzardare previsioni, per chi opera nel settore crociere, è impossibile. Essere ottimisti è doveroso. Michael Bayley, senior vice president di Royal Caribbean Cruises, aggiunge la sua voce a quella di chi prevede un 2009 tutto sommato positivo, per le compagnie crocieristiche. «Non abbiamo la sfera di cristallo - dice al Secolo XIX - ma siamo convinti che la gente non rinuncerà alle vacanze, a maggior ragione quando sono convenienti».
Che bilancio è possibile fare dell’anno che sta per concludersi, per il gruppo Royal Caribbean?
«Il 2008 è stato un anno di crescita senza precedenti. Il nostro sviluppo a livello internazionale si è evidenzia to con le recenti aperture degli uffici a Sydney in Australia, con la nomina del nuovo direttore generale per il Brasile, dove apriremo un ufficio a San Paolo il prossimo anno, e con l’apertura dei nuovi uffici in Cina a Pechino e Guangzhou, in vista del nostro deployment annuale nella regione, oltre al posizionamento di una nave a Dubai e alla riconferma del nostro impegno nei confronti dell’Europa. Credo di poter dire che il 2009 sarà un anno straordinario per il nostro gruppo in Mediterraneo. A tutto questo va aggiunta l’entrata in flotta della nuova ammiraglia di Celebrity Cruises lo scorso novembre: Solstice rappresenta non solo la nascita di una nuova classe per il marchio premium del nostro gruppo, ma l’inizio di una nuova era per il settore di riferimento».
Cosa vi aspettate dal 2009? Avete pensato a quale peso potrà avere la crisi internazionale sul settore cruise?
«Certamente il 2009 rappresenterà una pietra miliare per Royal Caribbean: la consegna di Oasis of the Seas, la nave più grande e innovativa dell’intera storia crocieristica, e di Celebrity Equinox, prima delle 4 gemelle di Solstice, avverranno nel corso di un anno che vedrà l’azienda continuare la propria espansione a livello internazionale. Riteniamo di essere relativamente bel posizionati nel nostro settore all’interno dell’industria crocieristica. Ma, come chiunque altro, non abbiamo una sfera di cristallo che ci permetta di prevedere quali difficoltà ci riservi il nuovo anno. Oggi posso affermare che la crociera continua a confermarsi come una vacanza dal valore aggiunto. In tempi difficili le persone non rinunciano a fare vacanza, ma sicuramente guardano al valore, al rapporto qualità-prezzo, con più attenzione».
Quali sono le vostre strategie sul mercato europeo?
«Growing the business and growing the market. Basti guardare al nostro deployment passato e presente: 22 navi in Europa nel 2009 contro le 8 del 2005. E il posizionamento delle ammiraglie delle nostre flotte – Independence of the Seas della classe Freedom, la più grande e innovativa del mondo sino all’arrivo di Oasis, a cui si aggiungono Celebrity Solstice e Celebrity Equinox – in Europa non fa che confermare ulteriormente il nostro impegno».
A proposito di mercato europeo: che risultati state ottenendo in Italia?
«Assistiamo anno dopo anno ad una crescita dei nostri volumi in un mercato dominato da due marchi chiave a livello nazionale: questo dimostra chiaramente che l’alternativa che offriamo al mercato italiano viene apprezzata. Sicuramente possiamo dichiarare il nostro impegno nei confronti dell’Italia».
La vostra politica orientata sul gigantismo navale può considerarsi esaurita col progetto Genesis o intendete proseguire su questa strada?
«Noi non costruiamo solo navi. Costruiamo l’incredibile. Credo molto appropriato usare in questo contesto il payoff creato con il lancio di Oasis of the Seas: “We don’t just build ships. We build incredibile”. Da tempo abbiamo dimostrato che la strada da noi aperta verso la proposta un prodotto crocieristico assolutamente innovativo, di grande qualità, ricco di alternative, che offre infinite possibilità di scelta - dall’assoluto relax al pattinaggio sul ghiaccio o al surf -, è la strada giusta. Proponiamo diversi marchi e diverse classi di navi per soddisfare la maggior parte dei crocieristi, attuali e potenziali. Costruiamo navi per offrire sempre più possibilità di scelta».
Parliamo di cantieristica: qual è il suo giudizio sull’acquisizione, da parte dei coreani di Stx Shipbuilding, del gruppo europeo Aker Yards, al quale vi siete rivolti negli ultimi anni?
«Nel mondo del business i cambi di proprietà sono una pratica alla quale si tende a guardare fiduciosamente. L’obiettivo è quello di consolidare e ottenere migliori prodotti, servizi e prezzi. Siamo certi che condivideremo diversi dei benefici che l’acquisizione porterà con sé».
(da Shippingonline)
Il settore delle crociere Royal Caribbean, un calcio alla crisi: «sara’ un buon 2009»
Azzardare previsioni, per chi opera nel settore crociere, è impossibile. Essere ottimisti è doveroso. Michael Bayley, senior vice president di Royal Caribbean Cruises, aggiunge la sua voce a quella di chi prevede un 2009 tutto sommato positivo, per le compagnie crocieristiche. «Non abbiamo la sfera di cristallo - dice al Secolo XIX - ma siamo convinti che la gente non rinuncerà alle vacanze, a maggior ragione quando sono convenienti».
Che bilancio è possibile fare dell’anno che sta per concludersi, per il gruppo Royal Caribbean?
«Il 2008 è stato un anno di crescita senza precedenti. Il nostro sviluppo a livello internazionale si è evidenzia to con le recenti aperture degli uffici a Sydney in Australia, con la nomina del nuovo direttore generale per il Brasile, dove apriremo un ufficio a San Paolo il prossimo anno, e con l’apertura dei nuovi uffici in Cina a Pechino e Guangzhou, in vista del nostro deployment annuale nella regione, oltre al posizionamento di una nave a Dubai e alla riconferma del nostro impegno nei confronti dell’Europa. Credo di poter dire che il 2009 sarà un anno straordinario per il nostro gruppo in Mediterraneo. A tutto questo va aggiunta l’entrata in flotta della nuova ammiraglia di Celebrity Cruises lo scorso novembre: Solstice rappresenta non solo la nascita di una nuova classe per il marchio premium del nostro gruppo, ma l’inizio di una nuova era per il settore di riferimento».
Cosa vi aspettate dal 2009? Avete pensato a quale peso potrà avere la crisi internazionale sul settore cruise?
«Certamente il 2009 rappresenterà una pietra miliare per Royal Caribbean: la consegna di Oasis of the Seas, la nave più grande e innovativa dell’intera storia crocieristica, e di Celebrity Equinox, prima delle 4 gemelle di Solstice, avverranno nel corso di un anno che vedrà l’azienda continuare la propria espansione a livello internazionale. Riteniamo di essere relativamente bel posizionati nel nostro settore all’interno dell’industria crocieristica. Ma, come chiunque altro, non abbiamo una sfera di cristallo che ci permetta di prevedere quali difficoltà ci riservi il nuovo anno. Oggi posso affermare che la crociera continua a confermarsi come una vacanza dal valore aggiunto. In tempi difficili le persone non rinunciano a fare vacanza, ma sicuramente guardano al valore, al rapporto qualità-prezzo, con più attenzione».
Quali sono le vostre strategie sul mercato europeo?
«Growing the business and growing the market. Basti guardare al nostro deployment passato e presente: 22 navi in Europa nel 2009 contro le 8 del 2005. E il posizionamento delle ammiraglie delle nostre flotte – Independence of the Seas della classe Freedom, la più grande e innovativa del mondo sino all’arrivo di Oasis, a cui si aggiungono Celebrity Solstice e Celebrity Equinox – in Europa non fa che confermare ulteriormente il nostro impegno».
A proposito di mercato europeo: che risultati state ottenendo in Italia?
«Assistiamo anno dopo anno ad una crescita dei nostri volumi in un mercato dominato da due marchi chiave a livello nazionale: questo dimostra chiaramente che l’alternativa che offriamo al mercato italiano viene apprezzata. Sicuramente possiamo dichiarare il nostro impegno nei confronti dell’Italia».
La vostra politica orientata sul gigantismo navale può considerarsi esaurita col progetto Genesis o intendete proseguire su questa strada?
«Noi non costruiamo solo navi. Costruiamo l’incredibile. Credo molto appropriato usare in questo contesto il payoff creato con il lancio di Oasis of the Seas: “We don’t just build ships. We build incredibile”. Da tempo abbiamo dimostrato che la strada da noi aperta verso la proposta un prodotto crocieristico assolutamente innovativo, di grande qualità, ricco di alternative, che offre infinite possibilità di scelta - dall’assoluto relax al pattinaggio sul ghiaccio o al surf -, è la strada giusta. Proponiamo diversi marchi e diverse classi di navi per soddisfare la maggior parte dei crocieristi, attuali e potenziali. Costruiamo navi per offrire sempre più possibilità di scelta».
Parliamo di cantieristica: qual è il suo giudizio sull’acquisizione, da parte dei coreani di Stx Shipbuilding, del gruppo europeo Aker Yards, al quale vi siete rivolti negli ultimi anni?
«Nel mondo del business i cambi di proprietà sono una pratica alla quale si tende a guardare fiduciosamente. L’obiettivo è quello di consolidare e ottenere migliori prodotti, servizi e prezzi. Siamo certi che condivideremo diversi dei benefici che l’acquisizione porterà con sé».
(da Shippingonline)