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La Grecia, le crociere, il protezionismo

DrPianale

Co-Fondatore
La Grecia, le crociere, il protezionismo

http://www.lagenziadiviaggi.it/notizia_standard.php?IDNotizia=160136&IDCategoria=1

L’industria delle crociere potrebbe dare un forte contributo alla ripresa della Grecia, se il suo governo si deciderà a rivedere l’assetto normativo del settore, fortemente protezionista. Il messaggio è uscito forte e chiaro dal primo Posidonia Sea Tourism Forum di Atene, organizzato da Posidonia Exhibitions S.A..

«Non siamo in competizione con il turismo di terra»

Ha affrontato energicamente il tema Pierfrancesco Vago, ceo di MSC Crociere e vice presidente dello European Cruise Council, sollecitando l’avvio di un dibattito tra autorità elleniche e vettori, per trattare di operazioni nei porti, tariffe, infrastrutture e tasse portuali.


«La Grecia – ha detto – con 4,5 milioni di crocieristi nel 2010 è stata il terzo Paese più visitato dalle navi dopo Italia e Spagna» raggiungendo una quota di mercato del 20% sul Mediterraneo, dove le crociere nell’area orientale sono aumentate del 63% in 10 anni.


«Non siamo in competizione con il turismo di terra – ha insistito Vago – Porteremo più navi e passeggeri se avremo un ambiente e norme in linea con il resto del mercato». Mentre Costakis Loizou di Louis Group, unica compagnia ellenica, ha lamentato la poca chiarezza delle norme di cabotaggio riviste di recente, chiedendo al governo “un cambio di mentalità”.


«Tra le isole, bellissime, anche a 20 nodi»
Totalmente d’accordo con Vago Gianni Onorato di Costa Crociere: «Non tutti in Grecia sono pronti a cogliere le opportunità che si presentano» ha protestato, notando tra l’altro che proprio l’alto costo del petrolio favorirebbe le crociere sull’Egeo, dove è possibile toccare molte splendide isole viaggiando anche a 20 nodi, velocità massima consentita al momento per la redditività delle navi. «Ma questo rimane impossibile senza rimuovere gli ostacoli che ce lo impediscono».



Onorato ha citato anche il caso della Turchia, dove le toccate nel porto di Izmir sono aumentate da 32 in tutto il 2004 a 141 l’anno scorso, con quasi 356.000 passeggeri, «grazie al fatto che le comunità locali erano decise ad attrarre le navi da crociera, e hanno lavorato insieme per ottenere il loro scopo».



Giora Israel: «Vogliamo fare di più»
E quest’anno Carnival Corporation tocca 23 porti della Grecia con le navi di nove dei suoi marchi, che porteranno quasi due milioni di passeggeri in transito, la maggior parte a bordo di crociere originate nei porti dell’Adriatico: «L’87% dei nostri passeggeri toccano solo sei porti in Grecia, vogliamo fare di più», ha detto ad Atene Giora Israel, senior vice president porti e destinazioni di Carnival Corporation.



Ma alla fine, a quanto pare, le molte proteste e le proposte sono rimaste inascoltate, perché la quasi totalità dei rappresentanti delle istituzioni – incluso il ministro del turismo Pavlos Geroulanos – ha dovuto lasciare il forum poco dopo l’apertura, richiamata in Parlamento dal dibattito in corso sull’emergenza economica del Paese.
 
Già nemmeno io ... tante parole ma nessuna spiagazione ... quali sarebbero queste politiche protezionistiche anti-crociere della Grecia ?
 
Per la verità non ho capito bene il motivo del contendere..

?

Un salutone!!
Manlio

Neppure io...forse si tratta di diminuire le tasse dei porti o i controlli?

Oppure, visto che si tratta di isole troppo vicine, i problemi derivano dal non avere tempo e spazio per smaltire i rifiuti?
 
Credo che il problema sia molto complesso e giuridicamente difficile, almeno da parte mia, da spiegare.

La Grecia ha sempre imposto una sorta di protezionismo al traffico passeggeri in partenza dai porti del proprio territorio nazionale. Uno dei punti di "forza" di questo protezionismo recitava che " Il diritto di imbarcare passeggeri nei porti greci, per una crociera verso altri porti greci, spetta alle navi passeggeri greche". Da qui, se la memoria non mi inganna, una delle cause che ha condotto p.e. l'Adriatica a perdere certi servizi di traghetto da e per la Grecia.

Nel 1992, una direttiva comunitaria metteva ordine a varie realtà indicando e disciplinando l’applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra Stati membri.

In quell'occasione la Grecia, e altri paesi del Mediterraneo meridionale, ottennero una deroga a tale regolamentazione con scadenze progressive, fino 31 dicembre 2003. Mi sembra di ricordare che successivamente a tale data la Grecia non abbia ottemperato totalmente alla normativa CEE, emettendo anzi delle regolamentazioni interne in contrasto con tale norma. Probabilmente è il problema cui si riferisce l'articolo postato.
 
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