Re: L'età della nave..
il_Generale_71 ha detto:
[quote="VaLyUS`":c4783]Sarei curiosissimo di sapere un po anche in genere quali parti sono più soggette all'erosione!
All'erosione non saprei... magari lo chiediamo ad un geologo :lol: :lol: :lol:
Per quanto riguarda la corrosione invece credo che molto dipenda dalla manutenzione periodica effettuata.[/quote:c4783]
Uno dei problemi dell'invecchiamento di una nave, è senz'altro l'usura dello scafo. Da sempre si è cercato di combattere o per lo meno di ritardare questo fenomeno; già gli scafi in legno venivano ricoperti di pece per isolare il fasciame dall'attacco dei microorganismi e dalla putrescenza. In seguito si migliorò la protezione rivestendo il fasciame con delle piastre di rame; ma ci si accorse che anche queste si deterioravano, fino a bucarsi. Da cosa dipendeva? Dalla corrosione dei metalli in ambiente elettrolitico (come l'acqua di mare), causato dalle correnti galvaniche. Correnti che si sviluppano, in modo particolare, tra due metalli diversi immersi in una soluzione salina, ma anche fra punti diversi dello stesso metallo in particolari condizioni e che fluiscono dal metallo con potenziale più alto, catodo, a quello con potenziale più basso, anodo, finendo per corrodere quest'ultimo.
Il famoso chimico inglese, Davy, risolse in parte il problema saldando delle piastre di ferro sul rame. E infatti si consumava il ferro, che ha un potenziale più basso, mantenendo integro il rame: aveva così scoperto la protezione catodica.
E quando le navi diventarono di ferro, il problema divenne ancora più importante, poichè le lamiere degli scafi si corrodevano in maniera sorprendente, compromettendo la sicurezza e la galleggiabilità delle imbarcazioni.
Si cominciò così a disseminare gli scafi, di pani (piastre) di zinco, saldati o imbullonati alle lamiere, concentrandoli nei punti più critici come la poppa, dove maggiori sono gli elementi da proteggere; eliche, assi, timoni. .
Poichè i pani di zinco, che sono una lega di zinco, magnesio, alluminio, hanno un potenziale più basso rispetto all'acciaio dello scafo, sono questi ultimi a corrodersi, a "sacrificarsi"; da cui il nome di "anodi sacrificali". Vanno sostituiti di sovente per mantenere integra la protezione dello scafo.
Un altro sistema di protezione è il sistema a correnti impresse; in questo caso la protezione dello scafo viene lasciata in genere a pochi anodi inerti, piazzati in punti strategici, ai quali viene fornita una corrente dall'interno dello scafo, che neutralizza le correnti galvaniche. La potenza elettrica fornita dal sistema varia a seconda di vari parmetri: salinità e temperatura dell'acqua, velocità della nave, le caratteristiche delle pitture antivegetative e protettive adottate. Un elettrodo campione controlla continuamente il potenziale dello scafo e stabilisce, attraverso un sistema di controllo, la corretta quantità di corrente da trasmettere agli anodi.
Naturalmente questo è uno dei sistemi, per proteggere la nave dall'invecchiamento.