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MSC Sinfonia 6-13 Agosto: diario di una (quasi) prima crociera

Stato
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dmartinotti

New member
A quindici anni dalla nostro viaggio di nozze sulla Costa Concordia, abbiamo voluto riprovare l'emozione di una crociera. In realtà è stata nostra figlia di 11 anni a decidere tutto... crociera, itinerario, escursioni...
Ecco il nostro piccolo diario di viaggio.

Venezia (imbarco)
Partiamo da Torino in treno, super-elettrizzati. Qualche giorno prima siamo andati in agenzia a ritirare i biglietti e troviamo una bella sorpresa. Abbiamo prenotato una cabina con balcone, ponte 9, e scopriamo che ci hanno upgradato ad una suite al ponte 12. Non male come inizio! Quattro ore di viaggio e scendiamo a Santa Lucia. E qui inizia un incubo. In agenzia ci avevano detto: "c'è solo un ponte da attraversare, poi prendete il People Mover e siete al terminal crociere". Tutto corretto tranne che il ponte è quello (maledettissimo) di Calatrava e con le valigie proprio non va d'accordo. Attraversare quel ponte è stato un vero supplizio, per due giorni ho avuto il polso gonfio, temevo di essermi giocato polso e crociera. Alla fine arriviamo al Terminal completamente sfatti e con un'ora di anticipo sull'orario assegnato. Decidiamo comunque di provare a fare il check-in: nessun problema, organizzazione perfetta e impeccabile, in mezz'oretta siamo sul battello che ci porta sulla nave, già con le cruise card in mano. Ci imbarchiamo, veniamo subito indirizzati al tavolo dove a nostra figlia viene anche dato il braccialetto di sicurezza. Siccome alla fine della fiera sono già le 14, proviamo ad andare in cabina: la cabina è già pronta (le valigie arriveranno verso le 17). Lasciamo i bagagli a mano e andiamo a pranzare al buffet. Alle 16 si parte e in concomitanza c'è l'esercitazione di sicurezza obbligatoria; si guarda un video alla tv, si conferma via telefono la presenza poi si va al punto di raccolta con le card: pratica sbrigata in 15 minuti. Visto che siamo in giro, decidiamo di andare alla riunione di presentazione della crociera in teatro. Ci guardiamo intorno, la riunione è solo per gli italiani ma siamo pochissimi. Molte delle informazioni che sentiamo le abbiamo già trovate su internet, ma, come si dice, repetita iuvant. Alle 20 siamo in teatro per lo spettacolo (mia figlia non ne ha voluto perdere uno). Cena alle 21,45 al secondo turno.

Brindisi
Arriviamo a Brindisi nel primo pomeriggio di lunedì. Ritrovo in teatro per l'escursione ad Alberobello. Essendo "neofiti" (e quindi un po' "terrorizzati" dal "tutti a bordo") abbiamo scelto tutte escursioni organizzate da MSC. Partiamo in bus abbastanza puntuali: l'organizzazione devo dire è estremamente efficiente, ma non può niente con la maleducazione di quelli che si presentano costantemente in ritardo agli orari di ritrovo. La guida è molto competente e preparata, durante il tragitto ci spiega un sacco di curiosità (come tutte le guide ama molto chiacchierare). Arriviamo ad Alberobello dopo un'ora di viaggio. Ci porta a piedi sulla piazza principale e al punto panoramico. Poi ci lascia del tempo libero per girare e fare shopping, cosa di cui mia figlia approfitta subito ("papà, bisogna fare girare l'economia" mi dice). Rientriamo in nave con mezz'ora di ritardo perché abbiamo dovuto aspettare i soliti allergici alla puntualità.

Primo giorno di navigazione
Finalmente relax pensiamo. Alle 8 non c'è già più uno sdraio libero al ponte 11, tutti prenotati da tanti asciugamani arancioni. I ponti a poppa sono tutti pieni. Alla fine troviamo dei lettini liberi al ponte 13... attaccati al fumaiolo. Un po' di rumore ma è coperto dal vento che sta aumentando di forza. Moglie e figlia cercano di raggiungere le piscine ma è un caos incontrollato, riescono al massimo a sedersi sul bordo e a pucciare i piedi. Idromassaggi irraggiungibili, occupati per ore da orde chiassose di bambini (ma non era vietato per i minori di 12 anni? ci sono dentro bambini di 5 o 6 anni, forse anche meno). Gli addetti alle piscine cercano di fare del loro meglio, lasciano avvisi sui lettini con tanto di orario, fanno pure foto con i cellulari per documentare, provano a "regolamentare" l'accesso a piscine ed idromassaggio. Il tutto però si scontra con l'arroganza, la cafoneria e la strafottenza di certi individui. Devo dire che la palma dei peggiori questa volta non spetta a noi italiani ma a spagnoli (che sono la maggioranza sulla nave) e slavi. Nonostante tutto ci godiamo la giornata, ne approfittiamo per girare la nave, provare tutti i buffet, il grill, la pizza (ottima, sempre calda ad ogni ora). Nel tardo pomeriggio il vento aumenta notevolmente, si inizia a ballare parecchio. Lo spettacolo delle 20 in teatro viene un po' rimaneggiato (niente acrobati, troppo rollio) ma quanto a ballerine e cantanti è sempre un successo. Nella notte si balla parecchio: si preanuncia un mercoledì movimentato.

Mykonos
Arriviamo a Mykonos mercoledì mattina presto, e questo è già un successo. Abbiamo capito perché Mykonos è soprannominata "l'isola del vento". Gettiamo l'ancora in rada: mia figlia ed io seguiamo la manovra dal balcone della cabina, ed è un vero spettacolo. La cabina si affaccia a destra (starboard bisognerebe dire). 8 ponti sotto di noi, al ponte 4, l'equipaggio sta faticosamente cercando di preparare i pontili mobili a cui attraccheranno le barchette (tipo quelle che a Venezia ci hanno portato a Marghera) che ci porteranno a riva. Il Melteni soffia teso su tutta l'isola e l'onda è abbastanza alta, le barche fanno molta fatica ad avvicinarsi: ci sarà da divertirsi!
Abbiamo prenotato il giro dell'isola. Lo sbarco è previsto per le 13. Decidiamo di goderci le piscine visto che la nave si è svuotata, ma piscine e idromassaggio sono chiuse causa troppo vento (dicono): le riapriranno verso le 12.30, quando ci stiamo preparando per andare in escursione (e stranamente quando tutta la gente che è scesa al mattino sta rientrando in nave). Pazienza.
Sbarchiamo al porto vecchio verso le 13.30, ed assistiamo ad una scena a dir poco raccapricciante. Sul molo c'è un assembramento di minimo 300 persone che cercano di prendere il battello di ritorno. In rada oltre a MSC Sinfonia ci sono altre 3 navi da crociera: un'altra MSC (la Divina mi pare), una Royal Caribbean e una che non riesco a riconoscere. Volano spintoni, c'è gente che cerca di saltare la fila arrampicandosi sul muretto e senza troppi complimenti viene tirata giù a forza, alcuni arrivano quasi alle mani. Incontriamo la nostra guida che a piedi ci porta al bus costeggiando i localini: ci dice che avremo tempo per vedere il paese di Mykonos alla fine dell'escursione. Saliamo sul bus ed andiamo verso il paesino interno di Ano Mera. Sulla piazza del paese andiamo in una trattoria dove ci offrono antipasti locali accompagnati dall'immancabile bicchiere di ouzo. Evito l'ouzo come la peste (brutte esperienze precedenti), ma qualche sborone fa incetta di quelli avanzati e ne tira giù tre o quattro... contento lui. Visitiamo il monastero della Madonna di Turlos, dove la guida ci spiega le differenze tra rito cattolico e rito ortodosso. Risaliamo in bus e la guida ci porta alla spiaggia di Kalafati, decantata come la migliore dell'isola e la meno cara (6 euro una coca per mia figlia non sono poi così regalati). Ripartiamo dopo un po' di foto di rito e ritorniamo al punto di partenza, costeggiando alberghi e resort dai prezzi improponibili (ce n'é uno da 15.000 euro a notte dove ogni stanza ha la sua piscina privata con affaccio sul mare). Arriviamo al parcheggio del porto vecchio, la guida ci da qualche indicazione su come visitare la città vecchia di Mykonos. "Il modo migliore per visitare Mykonos - ci dice - è quello di perdersi nelle sue viuzze". Detto, fatto: alla terza svolta in Litte Venice ci siamo... persi grazie al mio senso dell'orientamento da piccione viaggiatore "cecato e rincitrullito". Abbiamo girovagato per stradine e viuzze, guardato vetrine dai prezzi astronomici (bellissimi i gioielli ma a prezzi inarrivabili, per il resto roba carissima ma molto pacchiana). Non abbiamo incontrato il pellicano mascotte dell'isola: sivvede era nei localini del porto a farsi uno spritz alla modica cifra di 20 euro o a gustarsi una greek salad a soli 35 euro. Prendiano una delle ultime barche per rientrare in nave nel tardo pomeriggio: non ci sono code, saliamo e in pochi minuti partiamo. L'ultima gustosa perla della giornata ce la regala una signora spagnola, che al grido di "yo soy lupo de mare, yo soy tutto sulle barche" si va a sedere sul bordo di poppa proprio dove i marinai greci le stanno urlando di non andare. Un paio di raffiche di vento, due o tre rimbalzi su onde di un paio metri e detta signora si trova quasi scaraventata fuori bordo bagnata fradicia come un pulcino: i marinai greci la prendono e la sbattono al riparo sentra troppe gentilezze (pesonalmente l'avrei lasciata andare la dove stava andando a...mmmare). Si balla parecchio, la barchetta ci mette quasi 20 minuti a raggiungere la nave. Mia figlia si diverte come una pazza ("non sapevo che nel biglietto dell'escursione fosse compreso anche il luna-park" ci dice), il mio stomaco un po' meno.
Partiamo da Mykonos con il sole che tramonta sull'isola: uno spettacolo che ti apre il cuore!

Atene
Nella notte si balla ancora parecchio, e c'è molto vento. Attracchiamo al Pireo giovedì mattina. Ci trasciniamo fuori dai letti e rotoliamo verso il buffet della colazione. Il ritrovo è al teatro alle 7,30. Siamo il Bus 1. Abbiamo scelto l'escursione più impegnativa (Acropoli, Museo Archeologico, Plaka) perché mia figlia ha studiato i greci a scuola e vuole vederli dal vivo. La giornata inizia male. Ai controlli di sicurezza per sbarcare sono più casinisti del solito (sembra abbiamo più fretta di sbarcare la gente) e smistano le persone nelle file ad muzzum. Un armadio a cinque ante mi spintona e mi sbatte in una fila diversa da mia figlia. Scoppia il caos, mia figlia risulta minore non accompagnata perché dopo di lei non ci sono più io ma un altro. Riesco a raggiungere mia figlia. L'addetto alla sicurezza non ci vuole più fare sbarcare. Gli faccio notare (abbastanza alterato) che se il suo collega è così idiota da separarci a forza non può poi venire a prendersela con me. Discutiamo un paio di minuti in inglese, poi seccato ci fa segno di andarcene. Raggiungiamo mia moglie (già sbarcata da qualche minuto) e corriamo al bus. Dopo questo pensiamo siamo gli utimi: quanto ci sbagliamo. Partiamo alla volta dell'Acropoli. La nostra guida (Teodora) è una forza della natura. Il percorso è infarcito di spiegazioni, mitologia e pettegolezzi. Siamo il primo gruppo ad arrivare sull'Acropoli: Teodora ci fa letteralmente saltare la coda, praticamente asfalta un gruppo di una crociera americana che era davanti a noi ma si muoveva troppo lentamente per i suoi gusti. Così possiamo girare e fotografare l'Acropoli per praticamenete un'ora con pochissima gente. Scendiamo dall'Acropoli sempre in "modalità Teodora" ("io vado, voi seguitemi: se vi spingono, spingete più forte") lasciandoci dietro una scia di persone travolte e ululanti ("qui se non fai così passi le ore a stare fermo chiedendo scusa e permesso" ci dispensa come perla di saggezza la nostra guida). Potremmo andare più veloci, ma durante tutta la giornata saremo rallentati dai soliti 4/5 ritardatari cronici sempre bisognosi ad ogni metro di una sigaretta. Saliamo sul pulman e andiamo al Museo Archeologico. Anche qui Teodora asfalta un paio di gruppi troppo lenti per i suoi standard, litiga con un paio di guardiani del Museo che vorrebbero frenare la sua esuberanza: non so come mai ma alla fine per noi le vetrine sono sempre sgombre. Usciamo dal museo e nuova attesa dei tabagisti anonimi in cerca di sigarette (finite) e della famiglia papà mamma e due pupi piccoli in passeggino, che, provati dalla scalata dell'Acropli, sono crollati davanti alla Maschera di Agamennone e sono alla ricerca del fresco (inesistente) chissà dove. Ultima tappa il quartiere di Plakà per un po' di immancabile shopping e un boccone veloce (un ottima coppa di yogurt greco con frutta, miele e noci). Dopo un'ora e mezza di peregrinare ci ritroviamo al punto di incontro ancora una volta in attesa della tabagisti anonimi, questa volta persi nell'inseguimento nel mito sigarette turche che non costano niente e tornati con le pive nel sacco. Peccato, a saperlo ci stava ancora il tempo per un'altra veloce coppa di yogurth. Passiamo a piazza Syntagma e vediamo il cambio della guardia dal bus. Ultima fermata davanti allo stadio Kallimarmaro (come non l'oro di Stefano Baldini nella maratona del 2004), poi rientro in nave. Grazie a Dio i contolli di sicurezza (raggi x, metal detector) li fanno al terminal di Atene per cui l'imbarco è molto veloce. Mia figlia ha fretta di prepararsi. Solito rito: aperitivo, spettacolo, cena: poi alle 11 festa al ponte delle piscine con musica dal vivo.

Secondo giorno di navigazione
C'è ancora parecchio vento e mare mosso. Riusciamo (stranamente) a conquistare due lettini. Le piscine sono più accessibili (ci si può anche sguazzare), niente da fare per gli idromassaggi costantemente occupate dai soliti noti per lo più (ancora) spagnoli e slavi. Pazienza, ce ne faremo una ragione. Giornata all'insegna dello svacco più selvaggio, di abbuffate e di totale relax. Nel tardo pomeriggio riunione in teatro per gli italiani per spiegazione delle procedure di sbarco a Venezia (domenica) e Brindisi (lunedì). Il teatro questa volta è stracolmo. La direttrice di crociera, Simona, ci spiega le procedure per il bagaglio e il saldo del conto. Aleggia nell'aria la malinconia della fine crociera.

Split
Attracchiamo a Spalato sabato mattina presto. Alle 10,30 abbiamo l'escursione sulla nave "behind the scenes", quindi ce la prendiamo con calma. Il giro della nave è interessantissimo. Siamo solo in 10 (limite massimo). Scortati dalla security prima ci portano a visitare la plancia di comando al ponte 10, passando dalle scale e ascensori riservati all'equipaggio. In plancia ci aspetta il terzo ufficiale che oggi è di guardia. E' un ragazzo napoletano simpaticissimo con una parlantina che incanta. Ci spiega il funzionamento di tutti i comandi a partire da quelli delle alette usate per le manovre di attracco in porto, fino alla plancia centrale, gli interruttori di emergenza, il pannello degli allarmi. Siccome gli piace parlare, lo tempestiamo di domande. Lui risponde a tutte. Dopo oltre mezz'ora ci portano via. Ci fanno scendere al ponte 4. Lo percorriamo tutto da prua a poppa, mentre la responsabile dell'ufficio escursioni che ci accompagna ci fa vedere il bar e le mense dell'equipaggio, la zona delle cabine. Parlando con lei scopriamo diverse cose sulla vita della crew e su come si vive per 9 mesi a bordo di una nave da crociera. Arriviamo alla sala di controllo macchine. Qui la situazione è un po' caotica, stanno conducendo una serie di test e manutenzioni programmate; l'ufficiale che dovrebbe seguirci è interrotto ogni 15 secondi da telefonate. Dopo qualche minuto di impasse, la situazione si sblocca con l'arrivo del secondo capo macchina che prende il controllo del gruppo. E' un siciliano simpaticissimo, estremamente competente e (lo si vede chiaramente) innamorato del suo lavoro. Ci spiega tutto su motori, carburanti, pod, impianti di desalinizzazione e depurazione delle acque. Siccome ama parlare, anche qui lo tempestiamo di domande. Ci trascinano via dopo oltre mezz'ora: la visita doveva durare massimo un'oretta, ne è durata oltre una e mezza.
Corriamo a mangiare un boccone. Alle 13 abbiamo prenotato il giro di Split in Tuk Tuk.
Scendiamo dalla nave e troviamo i 4 Tuk Tuk che ci aspettano sotto la nave. Partiamo verso la città vecchia. Arrivati alla città vecchia scendiamo e ci fanno fare un giro a piedi nel cento storico e al palazzo di Diocleziano. Uno dei conducenti ci fa da guida: le spiegazioni sono solo in inglese, ma il ragazzo che ci accompagna è bravissimo. Le spiegazioni sono chiare, esaustive e comprensibilissime. Ripartiamo. Fa un caldo della miseria, ma il vento che arriva sul Tuk Tuk è piacevolissimo. Ci portano sulle colline sopra Split su alcune terrazze panoramiche per fare le foto. Il giro si conclude un paio di ore dopo. Non c'è stato tempo per lo shopping ma è ancora presto. Ci facciamo lasciare all'inizio del porto. Torniamo in cento città per fare un po' di (immancabile) shopping. Poi di corsa sulla nave. Purtroppo ci sono le valigie da preparare prima dell'ultima serata: ultimo aperitivo, ultimo spettacolo, ultima cena, ultima festa al ponte piscine. Quando all'1 di notte parcheggiamo le valigie fuori dalla cabina è il segno tangibile che la crociera è finita.

Venezia (sbarco)
Ci svegliamo molto presto mentre la Sinfonia sta imboccando il canale verso Marghera. In lontananza mentre il sole si sta alzando sull'orizzonte (e il caldo già si fa sentire) si vede il profilo di Venezia, con le sue chiese e i suoi campanili. Non c'è molto tempo per i sentimentalismi, entro le 7,30 dobbiamo lasciare libera la cabina. Ci riversiamo al buffet ma è intasato: ovvio, se tutti devono lasciare le cabine alle 7,30 tutti si riverseranno a fare colazione. Unico neo in una organizzazione praticamente perfetta. Nostra figlia ci viene a riferire di una scena che ha visto in un angolo del buffet. La Food & Beverage Director (mi pare si chiamasse Laura) che è una donnona di tutta stazza e rispetto, sta praticamente accartocciando verbalmente, in stretto inglese con declinazioni romanesche, altri tre o quattro ufficiali che stanno cercando di fare la migliore imitazione possibile della tappezzeria (senza riuscirci). Il succo è "non potete organizzare le cose così da schifo, non potete riversare 2400 persone al buffet senza essere organizzati, ora bisogna pedalare e rimediare". Poi imbranca il telefono e riserva la stessa sorte al malcapitato dall'altra parte; dal poco che si capisce potrebbe essere l'Hotel Director. In meno di 10 minuti la situazione inizia a girare meglio. Brava, complimenti! Questo si chiama problem solving!
Il resto dello sbarco corre liscio come l'olio. Cerchiamo di ingannare il tempo fino all'ora dello sbarco a metà mattinata. Puntualissimi alle 9,50 chiamano il nostro gruppo. Scendiamo al ponte 4. Ultimo controllo della cruise card. Mia figlia piange come un vitellino, non vuole scendere (e poi dicono delle pubblicità). In un paio di minuti recuperiamo le valigie e siamo sul bus che ci porterà da Marghera al Terminal Crociere. Ci troviamo sul piazzale mezz'ora dopo come tre stoccafissi. E' vero, ci aspettano ancora tre giorni a Venezia, ma l'unica certezza è che la crociera purtroppo è finita.
 

Antonio1978

Active member
Bello il diario complimenti.....e come commentatore tua figlia? Beh la mia mi ha costretto a tornare a Bari a rivedere la sua Splendida salpare (fortuna che siamo ad un ora di macchina).
 
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