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Nuova tassa portuale in Islanda

Rodolfo

Super Moderatore
Anche l'Islanda applica una nuova tassa per i passeggeri che entrano con la nave nelle acque territoriali islandesi. La tassa di 16 o 18? Euro verrà applicata in via automatica a tutti i passeggeri a bordo che sbarchino o meno dalla nave.

 
Anche l'Islanda applica una nuova tassa per i passeggeri che entrano con la nave nelle acque territoriali islandesi. La tassa di 16 o 18? Euro verrà applicata in via automatica a tutti i passeggeri a bordo che sbarchino o meno dalla nave.

Non si quanto di questa tassa vada a finire in infrastrutture, sembra solo un metodo facile di fare cassa. Ma poi, sempre sul turismo che arriva via mare e il resto? Dovrebbe essere estesa a tutte le forme di turismo in ingresso nell' isola, per essere credibile.
 
in un articolo della principale emittente televisiva islandese
https://www.ruv.is/english/2025-01-13-dozens-of-cruise-ships-cancel-visits-to-iceland-over-new-fee-432879
(tradotto in automatico)

Notizie dall'Islanda

Decine di navi da crociera cancellano le visite in Islanda a causa delle nuove tariffe

Decine di navi da crociera hanno cancellato le visite programmate ai porti islandesi dopo l'implementazione di una tassa sulle infrastrutture imposta ai passeggeri delle navi all'inizio del 2025.
Il presidente di Cruise Island spera che il nuovo governo riconsideri la questione.



Le capitanerie di porto di tutto il paese segnalano un preavviso insufficiente prima dell'introduzione di una tassa sulle infrastrutture sulle navi da crociera,

che ha portato alla cancellazione da parte di molte compagnie di navigazione dopo l'entrata in vigore della modifica.

Si prevede che la nuova legislazione genererà 1,5 miliardi di ISK per il tesoro statale.

L'organizzazione Cruise Island si è fortemente opposta alla nuova tassa sulle infrastrutture di 2.500 ISK per passeggero della nave da crociera per notte, in vigore dal 1° gennaio.

La legge è stata approvata dal governo provvisorio prima che il nuovo governo entrasse in carica.

Sigurður Jökull Ólafsson, presidente di Cruise Island, ha affermato che vi è stata una mancanza di consultazione e preparazione.

"Avremmo voluto, innanzitutto, vedere questa implementazione graduale in modo da non incidere negativamente sulle operazioni come avviene ora."


Prima del nuovo anno, Cruise Island ha avvertito che l’improvvisa imposizione di una tariffa così elevata avrebbe scoraggiato le navi,

in particolare quelle impegnate in crociere di circumnavigazione intorno al paese.

Le capitanerie di porto dei porti di Grundarfjörður, Vestmannaeyjar, Akureyri e Faxaflói hanno tutte segnalato cancellazioni, citando la tariffa come motivo.

Secondo i loro rapporti, rispetto allo scorso anno sono state cancellate più di 80 visite a navi da crociera, anche se non tutte le cancellazioni sono necessariamente dovute alla tariffa.

Ad Akureyri ci saranno 44 navi in meno rispetto allo scorso anno.

Grundarfjörður ha registrato sette cancellazioni per quest'anno e 14 per il 2026.

A Vestmannaeyjar sono previste almeno 10 visite in meno rispetto all'anno precedente.

Sigurður ha evidenziato il significativo impatto finanziario.

"Ad esempio, una nave che visita Reykjavik, Ísafjörður e Akureyri circa 8-9 volte ogni estate dovrà pagare 440 milioni di ISK per le proprie operazioni nel 2025", ha spiegato.

Anche se si prevede che la tassa genererà entrate sostanziali per lo Stato, stimate in 1,5 miliardi di ISK, Sigurður ha sottolineato la necessità di chiarezza sulla legislazione.

Ha osservato che le parti interessate dell'industria del turismo hanno espresso dubbi sul fatto che le entrate saranno destinate al miglioramento delle infrastrutture a livello nazionale.

"È ragionevole che questo settore contribuisca.

Ma va attuata con adeguato preavviso, e non dimentichiamo che si tratta di una (fee) tassa sulle infrastrutture, non di una (tax) tassa sulle infrastrutture.

Se si tratta di una tariffa per le infrastrutture, è logico che venga destinata allo sviluppo delle infrastrutture."
 
Secondo me il turismo crocieristico viene percepito come "da benestanti", quindi si può chiedere di pagare, e anche tanto.
Se il problema, legittimamente, è legato alla sostenibilità ambientale e al turismo mordi e fuggi, è chiedendo soldi che si risolve? Non ci sarebbero altre soluzioni? Purtroppo è la solita storia, non ti proibisco di venire, nemmeno limito gli accessi, bensì ti chiedo di pagare, e tanto, per ogni giorno di permanenza.
Poi in questo caso si parla di potenziare le infrastrutture, ma come riporta l'articolo, non si capisce la motivazione dell'aumento improvviso.
Comunque la mia idea è che in certi Paesi il turismo non venga percepito come fonte di ricchezza ma quasi come disturbo. Sicuramente le problematiche del turismo di massa possono esserci, ma bisogna gestirle bene, come tutto nella vita del resto....
 
Il problema, se così si può chiamare, si sta diffondendo un po' dovunque.
Finirà che molte navi, in special modo quelle mega, già per loro natura impedite a certi scali, allungheranno le permanenze in mare e si doteranno di scali privati.
Scali privati che si stanno diffondendo sempre più: altri sui quali si stanno riversando centinaia di milioni di euro per aumentarne le dimensioni e ospitare un numero maggiore di navi, come NCL che sta investendo 150 milioni di dollari su Great Stirrup Cay, o come quella di MSC Ocean Cay dove dovrebbero essere terminati i lavori per ospitare World America.
 
Sarebbe interessante un “ cartello “ fra tutte le compagnie da crociera e lasciare completamente vuoto il nord Europa per tutto quest’anno!
Detto questo, non sono qualche decina di Euro in piu’ a testa che cambierebbero la situazione per i clienti che scelgono quei luoghi, ma mostrare che non ci si fa mettere sempre i piedi in testa non sarebbe male.
 
Potrebbe essere un sistema se l'evento si manifestasse isolatamente, solo che ultimamente si sta verificando a catena un po' dovunque.
Son di questi giorni provvedimenti attivati od in corso di esserlo in Islanda, Norvegia, Mediterraneo con Nizza ed altri son convinto ne seguiranno.
È un problema che dovrà essere affrontato dalle Compagnie.
 
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