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I love Toscana, un viaggio tra Pievi Romaniche e borghi fortificati.

capricorno

Super Moderatore
I Love Toscana, un viaggio tra Pievi Romaniche e borghi fortificati.









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- Seguire l'argine dell' Arno mentre lo sguardo si apre su una distesa di ulivi che la brezza trasforma in un mare argentato.
Ci sono sensazioni, il silenzio, la luce calda pomeridiana, le sfumature di colore del fogliame e delle culture, profumi nell' aria che trasformano il nostro viaggiare in una esperienza difficile da dimenticare.

Ecco perché ogni qualvolta giungo in Toscana mi è difficile staccarmene del tutto, è qualcosa che ti lascia dentro la voglia di ritornare, è come una potente calamita che ti attrae a sé sempre di più. Scontato che le grandi città hanno veramente scrigni immensi di tesori da mostrare, questa è la regione che vanta il numero più cospicuo di bellezze artistiche, ma sono gli angoli più remoti nel vasto territorio toscano che ne svelano l'animo più nascosto.
Tutto ciò è ben compreso dagli stranieri che anche in questo autunno "estivo", popolano di gran lunga determinati borghi alla ricerca dell' autenticità toscana, italiana.




- Mi trovo oggi a percorrere un itinerario studiato da tempo che finalmente si concretizza, alla scoperta di Pievi minori in origine quasi sempre sperdute nelle campagne e inglobate col passare dei secoli, nel tessuto delle cittadine che sono nate attorno ad esse. Un tempo erano posizionate molto spesso su tracciati...(qui passa la Via Francigena) , percorso da pellegrini e le Pievi con i Monasteri erano un viatico per loro. Luoghi sicuri dove avere conforto e riparo.



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Pievi Romaniche del puro stile " Romanico pisano", inconfondibile , nato e sviluppatosi in questa area circoscritta. Le sue caratteristiche sono di essenzialità, poco ricco di elementi decorativi , pochi ed essenziali quasi austeri....spogli per alcuni e privi di interesse per altri... poiché, cito le recensioni lette su Google relativo a queste Pievi....:- " non vi è nulla di interessante al loro interno, completamente spoglie di significati..."- e ancora..- " non vale la pena la loro visita...." Forse queste persone sono state assenti per lungo tempo alle lezioni di storia dell'arte....come spesso uso dire.

Ma, bando alle " ciance" ....si parte!


- Il territorio di Pisa e in particolare per il tratto di strada che corre tra Vicopisano, Calci e Cascina, è la cosiddetta Strada dell' olio dei Monti Pisani, ed è quella che percorrerò oggi. Oltre alla cultura dell' olio, il filo conduttore che mi lega a questi luoghi è la presenza di Pievi Romaniche, veri gioielli incastonati quasi nascosti nei monti pisani. Territorio ricco di ulivi, frantoi in cui poter degustare il prelibato olio.


Vicopisano....



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- Vicopisano un luogo dove sventola la bandiera arancione del Touring è la nostra prima tappa alla ricerca della Pieve di Santa Maria e San Giovanni Battista...posta un poco distante dal cuore del borgo. Intatta struttura Romanica risalente al XIII sec; sorta sulle rovine di una precedente chiesa.


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- La pieve è un esempio di architettura del romanico pisano, tra l'altro ben conservata. La facciata in pietra verruciana ( pietra locale estratta dalle vicine cave ) , archetti ciechi, arcate cieche, losanghe e lesene che ne disegnano gli spazi in facciata sono il tipico esempio di questo stile unico che troviamo solo nel territorio circoscritto. Tutto ciò, questa pura essenzialità, vale anche per l'interno che a parte di qualche intervento nel '600, propone fedelmente l'impianto basilicale ad una navata centrale delimitata da colonne granitiche romane e medievali. Colonne romane non riconducibili a nessun edificio romano preesistente, come spesso accadeva venivano utilizzati marmi antichi asportati da monumenti romani in disuso. Basti pensare a Roma al Colosseo ad esempio, spogliato dei preziosi marmi e riutilizzati su altri monumenti al tempo dei Barberini....da cui il detto : ciò che non hanno fatto i barbari nel tempo, lo hanno fatto i Barberini.


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Tra i capolavori presenti al suo interno, il pregevole gruppo ligneo della Deposizione, collocato nel vano absidale dietro l'altare....ma come potete vedere dalle foto, non c'è.

Purtroppo è in restauro e lo vediamo smontato in una cappella laterale, dove è presente la restauratrice intenta nel suo lavoro. Mi toccherà tornare per poterlo vedere.

Da una immagine sul web, per poterne seguire la breve descrizione...come potete vedere il gruppo resta il punto focale sul fondo della chiesa e ne riempie completamente lo spazio , un insieme splendido!


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Particolare dell' opera.



L' opera costituisce un raro esempio di sacra rappresentazione, un tempo molto diffuse ; singolare è la figura di Cristo rappresentato in maniera inconsueta, ossia nell'atto di cadere e non inchiodato alla croce. Questo gruppo risalente al '200, è molto simile alla Deposizione esposta alla Pinacoteca di Volterra ( se vi capita andateci), alle pareti non abbiamo altro se non resti di affreschi antichi duecenteschi, il fonte battesimale e due acquasantiere.... essenzialità nella purezza dello stile romanico.






Continua....
 
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capricorno

Super Moderatore
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Particolari....

Il borgo...fortificato del Brunelleschi.

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In epoca medioevale il borgo fu ampiamente conteso tra Pisa, Livorno e Firenze per la sua posizione strategica. Furono i fiorentini a spuntarla dopo lungo assedio. Il complesso della Rocca si decise di potenziarlo, il progetto fu affidato all' architetto Filippo Brunelleschi che nel 1440 eresse la Rocca Nuova e potenziò la cinta muraria di difesa. Queste opere conferirono molta importanza a Vicopisano che divenne sede del Vicariato del Valdarno inferiore.

La Rocca del Brunelleschi, Palazzo Pretorio, le 13 case torri medievali, rappresentano oggi una ricca offerta storico -artistica del territorio. Storica ma anche di benessere. Nelle vicinanze c'è lo stabilimento termale di Uliveto " acqua della salute" , conosciuta fin dal medioevo per le sue proprietà e il gusto inconfondibile.


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- Oggi delle 13 case torri ne sono rimaste poche ma la loro visione d'insieme aggiunge ugualmente fascino a questo piccolo borgo. La torre dell' orologio è una di quelle torri più belle e particolari. Vari elementi contribuirono a renderla interessante: l' età, la notevole altezza. Può essere datata alla metà del XIII sec.con aggiunte posteriori forse per consolidarla. A pianta trapezoidale alta 27 metri e presenta una struttura muraria in pietra. Ha un orologio in facciata e in alto trovano posto due campane. È una torre civica costruita per scopi militari come torre di controllo, avvistamento della strada che portava al castello di Vicopisano.

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Continua...
 

Gabriele C.

Well-known member
Faccio anch'io con te, Oriana, questo viaggio virtuale tra le bellezze della Toscana. Dici bene: la Toscana è come una potente calamita che ti attrae...Si trovano arte, storia, buona cucina, bel mare, panorami...Cosa volere di più?

Molto particolare la posizione del Cristo in quella scultura lignea, personalmente non ho mai visto nulla di simile. L'artista evidentemente volle dare un senso di pietosa e rispettosa "cronaca dinamica" all'evento della deposizione, almeno questa è la mia modesta interpretazione.
 

capricorno

Super Moderatore
Vi ringrazio, troppo buoni :)

Per rispondere a Gabriele..
Hai dato una spiegazione nel tuo scritto che calza perfettamente: ... " cronaca dinamica" , ed è esattamente questo che si è voluto rappresentare. È una scena narrata degli attimi corrispondenti alla Deposizione...vi è anche un particolare che determina la scena, di una realtà disarmante....

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....nel particolare la figura di Nicodemo, con le sue tenaglie si appresta a togliere il secondo chiodo, il primo lo tiene in mano. È la figura che dà movimento alla Sacra rappresentazione, che determina il prima dal dopo. Sono statue che hanno pressappoco 800 anni, il legno ha il colore del tempo ma le figure sono essenziali nelle forme, quasi moderne, stilizzate.
 
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capricorno

Super Moderatore
Vicopisano, un piccolo borgo medievale che custodisce intatto la sua storia millenaria. Qui nelle terre di Pisa si va alla ricerca di una Toscana tutta da scoprire.

Brunelleschi, non aveva ancora 30 anni, quando il governo fiorentino gli commissionò la progettazione della Rocca.... d'altronde, si era già conquistato la fama di architetto più geniale e importante dell' epoca...il genio del momento!
In quel periodo questo era territorio di confine : prima Repubblica pisana, poi Repubblica fiorentina ma...dietro il monte che sovrasta l'abitato stava Lucca, il nemico!
Quindi ecco il perché di questa fortificazione da dove passava l' Arno, poco sotto, ora deviato ma le sue tracce sono ancora visibili.

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In caso di attacco la Rocca era inespugnabile, al suo interno si era al sicuro. La Torre del Brunelleschi è collegata con un camminamento merlato, in pratica una scala che la congiunge a terra verso la Torre del soccorso....un nome strano ma vi è un significato. La torre in realtà era un " deposito" dove venivano accumulati oltre alle armi, i viveri di sostentamento, i granai, le cisterne d'acqua che davano " soccorso" alle truppe che attraverso il Camminamento del Brunelleschi, velocemente potevano raggiungere la torre , rifugiarsi all' interno e sopravvivere così per mesi agli assedi.

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Accanto alla Rocca, il Palazzo Pretorio, la parte più antica è la sua facciata giallo ocra. Il palazzo e le sue carceri vicariali fanno parte del complesso monumentale di Vicopisano comprendente anche la Rocca e il suggestivo camminamento del soccorso.

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Durante la nostra visita abbiamo appreso tutte queste nozioni da una volenterosa persona che ci ha visto un po' sconsolati, dinnanzi al cancello chiuso che ci precludeva la visita. Un membro della Proloco cittadina che ci spiega che la stagione delle visite si è conclusa con la Festa medievale svoltasi nella prima settimana di settembre. Il borgo in quel frangente fa un balzo nel passato e alla luce delle lucerne viene illuminata e allestita tutta la zona attorno alla Rocca.... congedandosi, ci dà appuntamento per il prossimo anno.
Il borgo infatti appare quasi deserto con le poche persone che ci vivono ma ugualmente ci ha donato belle sensazioni...uno spaccato di vita lenta e forse più autentica, genuina rispetto alla vita frenetica cui siamo abituati. Salendo alla Rocca attraverso una strada secondaria attraverso gli ulivi e affacciandoci per un attimo al balcone naturale sulla vallata circostante, lo sguardo spazia su orizzonti lontani leggermente avvolti dalla foschia autunnale....sono piccole cose che ci permettono anche nella semplicità, di vivere momenti unici.

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.






















Continua....
 
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capricorno

Super Moderatore
A circa 20 minuti da Vicopisano, un altro piccolo gioiello: Calci

Il percorso si snoda in un susseguirsi di paesaggi ricchi di vegetazione dai colori di un verde smagliante. Da menzionare è la visione di Caprona con la sua rocca che sorge aggrappata al suo sperone di roccia, quasi fosse un tutt'uno con essa.....è emozionante e quasi non te l'aspetti il vedere questo sperone di roccia innalzarsi dalla piana circostante con la sua torre in cima, sentinella muta sul paesaggio con ai suoi piedi il piccolo agglomerato di case....







Siamo a pochi km da Pisa, ai piedi del Monte Pisano. Il nome di questo paese, famoso per la sua meravigliosa Certosa e immerso nel territorio della Val Graziosa, trae origine dalle antiche cave di calce di epoca romana. Per la sua posizione strategica e per la presenza della vicina Fortezza della Verruca si è spesso trovato coinvolto nelle guerre medievali tra Pisa e Firenze.

E' terra di olio e di mulini.
Calci ha, tra le sue caratteristiche, un contesto ambientale unico. È infatti una sorta di conca naturale con versanti terrazzati dall’uomo e coltivati ad olivi, da cui si ricava un olio extravergine di oliva finissimo e ricercato. Il territorio è attraversato dalla Strada Dell'olio Monti Pisani: il suo olio extra vergine di oliva (certificato “IGP Toscano, sottozona Monti Pisani”) è ottenuto da olive delle varietà Frantoio, Leccino, Moraiolo, raccolte a mano e spremute a freddo.

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A partire dal Cinquecento, l’abbondanza di acque, raccolte e convogliate nel fiume Arno dai piccoli fiumi vicini, determina il nascere di una fiorente attività molitoria da cui l’appellativo di “Paese dei cento mulini“. Unico esemplare perfettamente conservato e funzionante è il Molino Galgalandi, in pietra verrucana e azionato da forza motrice generata mediante ruota idraulica.

Se amate immergervi nella natura , questo è il luogo ideale.
La persistenza di casolari e corti, addossati a conventi o chiese fra oliveti e castagneti ha dato il nome di Val Graziosa alla valle che si affaccia al mare ed è protetta a nord dai Monti Pisani....un clima veramente favorevole che invita a passeggiate su sentieri e itinerari nella natura.
Il territorio comunale di Calci è, in realtà, costituito da un insieme di piccoli borghi, in alcuni dei quali restano ancora tracce del passato medievale. Il principale è La Pieve, dove c’è il municipio. Questi borghi sono quasi tutti circondati da terrazzamenti di olivi, da pinete e da castagneti. Inoltre, nel territorio, sono sparsi casolari, conventi e romitori certosini ....ed è proprio in questa zona che si trova la seconda Pieve che andremo a visitare.

Il contesto è veramente splendido.
Mentre nella prima si arriva in una cittadina, quest'ultima sorge quasi defilata in una piccola piazzetta a forma di mezzaluna dove sullo sfondo c'è lei, la Pieve dei Santi Giovanni Evangelista e Ermolao.


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La pieve romanica di Calci, datata fine secolo XI, costruita dall’arcivescovo Daiberto e terminata dalla Contessa Matilde di Toscana, è dedicata a Ermolao, martire cristiano e patrono del paese nonché degli oliveti.

La facciata costruita in pietra ardesia (marrone), lavagnino (grigio) e marmo bianco ha le forme dello stile romanico pisano, con un frontone corrispondente alla navata centrale e due differenti tetti spioventi. La parte inferiore presenta arcate, lesene e losanghe, mentre quella superiore è divisa da tre arcate e una bifora. Sulla facciata si trovano lapidi funerarie ottocentesche.

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Alle spalle spicca il possente e incompiuto campanile a torre. La sua base quadrangolare larga 9 metri e le due finestre alte e strette, simili a feritoie, fanno pensare ai resti di una torre difensiva.
All’interno, le tre navate sono divise da due file di colonne in granito (IV secolo d.C), da un grande altare in marmo policromo e da un imponente fonte battesimale (sec. XIII) con bassorilievi.

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Rispetto alla precedente Pieve questa risulta più ricca di particolari...il rincorrersi degli elementi marmorei a fascia bicolore che incornicia gli archi e riveste i pilastri, riprende il motivo che è in facciata. La luce soffusa che entra attraverso gli spiragli della muratura, avvolge lo spazio e la rende ancora più mistica . L'assenza di turisti, persone del luogo...questa è parrocchia del piccolo borgo, rende ancora più preziosa ed esclusiva la nostra visita. Sono luoghi in cui la contemplazione muta ha un duplice effetto, calma e relax prendono il sopravvento su tutto e il mondo e le sue brutture restano lontani....

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....in questa meditazione contemplativa lo sguardo si abitua ben presto alla semioscurità e può cogliere sottili decorazioni in stucco che si rivelano piano piano...

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capricorno

Super Moderatore
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Il frontespizio dello splendido Fonte Battesimale ad immersione....

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...usciamo nella luce del giorno e percorriamo le strade di questo piccolo borgo, nulla di eclatante ma le persone sono squisite, un saluto non lo negano a nessuno. Quando mi reco in nuovi luoghi, oltre che apprezzare la cucina e le prelibatezze regionali, mi piace acquistare il pane. Nulla di più semplice da raccontare i luoghi...poco vicino alla chiesa il profumo del pane, appena sfornato è nell' aria. Ogni regione ha la sua particolarità. Fatto incetta di schiaccia Toscana e naturalmente pane toscano senza sale, proseguiamo per la nostra prossima meta che si rivelerà assolutamente fantastica!!
 
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Gabriele C.

Well-known member
Tra i tanti bei particolari, mi ha colpito il fonte battesimale, con quelle cinque figure magistralmente scolpite nel marmo (così mi sembra dalla foto). Sai per caso chi rappresentano?
L'interno del fonte è invece ristrutturato in epoca più recente, o è un effetto della luce?
 

capricorno

Super Moderatore
Tra i tanti bei particolari, mi ha colpito il fonte battesimale, con quelle cinque figure magistralmente scolpite nel marmo (così mi sembra dalla foto). Sai per caso chi rappresentano?
L'interno del fonte è invece ristrutturato in epoca più recente, o è un effetto della luce?
Non saprei se sono fonte di restauro... all' interno della Chiesa vi erano pochi cartelli esplicativi. Le figure scolpite sono di Cristo, San Giovanni, la Vergine e due angeli. Ho foto migliori nella reflex ma ancora non le ho scaricate. Le metterò eventualmente in seguito, così pure della chiesa.
 

capricorno

Super Moderatore
La Certosa della Val Graziosa....




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Sorge a pochi chilometri da Pisa , situata sulle pendici dei monti pisani è la Certosa più maestosa che si possa immaginare.
L'ordine certosino, nato dal movimento eremitico che dilagò in tutta Europa tra il X e XII secolo, fu istituito da Bruno di Colonia che nel 1804 ,fondò la casa madre in una vallata nei pressi di Grenoble. Fin dalle sue origini, le montagne furono i luoghi ideali per i certosini in cerca di quella solitudine ascetica propria dell'esistenza eremitica.
Il luogo è facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni cartellonistiche della zona..si trova in un luogo di pace, isolato dove ancora si respira la stessa pace che ha permeato la vita dei monaci.

La strada è stretta e alcuni passanti la percorrono a piedi, una sorta di pellegrinaggio per alcuni, per altri una passeggiata fuori porta...si arriva in uno sterrato terrazzato a mo' di parcheggio immerso tra gli ulivi. Saliamo per una strada sterrata e raggiungiamo la cinta del monastero. Nulla di speciale fin qui. Un muro alquanto sgretolato che segna il passare del tempo, scolorito, muto...non rivela nulla di ciò che sarà. Pensiamo anche di aver completamente sbagliato luogo...ma la Certosa dov'è?
Si arriva finalmente ad uno spiazzo più largo, una sorta di piazzale d'invito...e qui si apre un varco...ci avviciniamo....


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....ai lati del porticato due cappelle, una di queste è la biglietteria....e già guardandole gli occhi si riempiono di bellezza....


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Si entra solo con visita guidata, siamo fortunati...la prima tra dieci minuti. In attesa ci avviciniamo al varco di luce....


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....un cancello, una grata e al di là.....



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...la luce!!!








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capricorno

Super Moderatore
La Certosa di Calci fu fondata il 30 maggio 1366 per adempiere alla volontà testamentaria del mercante pisano di origine armena, Pietro di Mirante della Vergine. Destinata ad accogliere una comunità di monaci dediti alla vita eremitica, secondo i dettami del Padre fondatore San Bruno di Colonia. La Certosa assunse presto rilevanza politica e territoriale. Nel corso dei decenni l' edificio si accrebbe anche ai lasciti e alle donazioni delle ricche famiglie pisane.
Intorno allo spazio non ancora ben definito del chiostro, andava aumentando il numero delle celle, piccole abitazioni destinate alla vita contemplativa dei Padri, mentre si erigevano gli alloggi dei fratelli conversi, monaci laici dediti alle attività lavorative necessarie alla sussistenza della comunità.

Nella nostra visita abbiamo potuto vedere l'interno di queste abitazioni, le celle dei Padri, veri e propri appartamentini con giardino privato, dove potevano coltivare fiori, verdure, piante officinali e alberi da frutta. Avevano ognuno il loro pozzo privato.

Il chiostro grande.
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Con la sua fontana al centro ..

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Il piccolo cimitero...croci in ferro senza nessun nome.

Le celle erano a due piani.
Al piano inferiore si accede dalla porta d'ingresso in un porticato da dove partono dei gradini che portano nel giardino privato....

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Da questo porticato si entra in una sorta di soggiorno, con camino, da cui si apre una piccola stanza da letto, composta da letto, comodino, inginocchiatoio .


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Altri ambienti....la cucina e il laboratorio con gli attrezzi...


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capricorno

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Il giardino...


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Quest' ultima, la finestrella da cui venivano consegnati i pasti nelle celle. Essendo monaci di clausura non avevano, secondo la regola, nessun contatto tra di loro. Vivevano così le loro giornate in completa meditazione, lavorando e pregando...vi era una sola eccezione in cui vivevano assieme: la domenica.... avrò modo in seguito di parlarne.


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Il bellissimo porticato che corre sui quattro lati del chiostro, ogni porta di accesso alle celle ( e anche le finestrelle) hanno una decorazione di finissima fattura, l' una diversa dalle altre.


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capricorno

Super Moderatore
Inserisco alcune immagini inerenti a quanto spiegato nel post precedente.




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Oltrepassando il vestibolo si entra nel cortile esterno, accessibile ai monaci ai laici di sesso maschile. Vi si affacciano sul lato lungo prospiciente l’ingresso le officine produttive, sull’altro lato lungo il corpo principale della certosa con il chiostro grande e sui due lati corti rispettivamente un piccolo loggiato porticato ornato da belle finte finestre e il giardino in stile barocco.


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Le officine tuttora esistenti sono la spezieria, cioè la farmacia del monastero e il frantoio dell’olio. Ciascun ingresso è caratterizzato da una scritta in latino, rispettivamente Officina Pharmaceutica e Officina Olearia , e una decorazione a tema: vasi e strumenti da farmacista oppure un serto di foglie di olivo. La spezieria purtroppo è in restauro conservativo e non abbiamo potuto vederla, il frantoio invece fa parte del Museo di Storia naturale, passandoci abbiamo potuto vederlo velocemente.

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Facevano parte degli spazi produttivi anche alcuni appezzamenti, ora purtroppo incolti , originariamente coltivati a orti e frutteti, indispensabili per il fabbisogno quotidiano di cereali e verdure: la regola dei monaci certosini non ammetteva infatti la carne ma consentiva il consumo di pesce e formaggio. Vi era una vasca , dunque una peschiera per l’allevamento di pesci d’acqua dolce come trote o anguille, mentre il canale centrale.
A queste mansioni provvedevano ancora una volta i monaci conversi, che a Calci erano 65 (a fronte di soli 15 monaci da coro).

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La facciata attribuita all’architetto Nicola Stassi, è soprelevata su un alto podio, rivestita in pietra bianca e dominata da un severo timpano triangolare sormontato dalla statua della Vergine in gloria. Si accede attraverso uno scalone monumentale a doppia rampa e un ampio portale con lunetta ornata da uno stemma. Esiste inoltre un accesso secondario, comunemente utilizzato dai monaci, da un piccolo chiostro secondario direttamente comunicante con il corpo principale della certosa.

L’interno è ad aula unica e completamente affrescato con storie del Vecchio Testamento e altre scene a soggetto religioso ; le volte, a crociera con massicci costoloni, denotano tuttavia la propria origine trecentesca .

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capricorno

Super Moderatore
Lo spazio è diviso in due parti da una parete traforata e intarsiata con marmi preziosi : la porzione più ampia, con l’altare maggiore e gli stalli lignei del coro (databile al XV secolo) era riservata ai monaci da coro, mentre quella minore era destinata ai conversi.
La ragione di questa sproporzione è molto semplice: i monaci da coro avevano bisogno di molto più spazio perché erano obbligati ad assistere a tutte le preghiere comuni e alla messa conventuale e inoltre accompagnavano ciascuna funzione con i canti e i movimenti del corpo prescritti dall’elaborato rito certosino. I conversi ne erano invece esentati perché dediti alle varie attività necessarie alla vita comunitaria: era perciò raro che tutti i conversi partecipassero contemporaneamente a una funzione.

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L'emozione è grande appena varcata la soglia, mai dimenticheremo l'effetto wow! Indescrivibile la bellezza...una Cappella Sistina toscana!

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Al centro della chiesa si trova infine la statua di una fanciulla donata da un benefattore e trasformata dai monaci in angelo mediante l’aggiunta di ali per renderla confacente alla clausura monastica.


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Un altro angelo in prossimità dell'altare maggiore


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Particolare dell'altare maggiore dove nel quadro centrale alla destra della Vergine è raffigurato il fondatore San Bruno che offre su un vassoio il modellino del complesso della Certosa.

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Visione d'insieme degli scranni in legno dei padri certosini


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Erano inoltre previsti alcuni oratori ubicati al primo piano accessibili da uno scalone interno monumentale a doppia rampa . La loro decorazione interna, pur essendo diversa in ciascun caso seguiva il medesimo filo conduttore: splendidi pavimenti di pietra bianca, grigia e nera con decorazioni geometriche a effetto tridimensionale , pareti e volte nei colori pastello tipici del rococò e decorate da stucchi bianchi o pitture variopinte.

Questi ambienti erano usati dai monaci sacerdoti per le messe private, normalmente recitate a titolo personale per adempiere a un voto o intercedere a favore dei benefattori della certosa o dei defunti della propria famiglia di origine. Uno di essi era invece la sala capitolare per i conversi, che vi si riunivano per ascoltare gli insegnamenti morali del priore e ricevere gli incarichi per la giornata: la sua funzione è segnalata da una serie di panche addossate alle pareti e da un piccolo podio con lo scanno del priore.

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Gli spazi della vita comune: REFETTORIO e SALA CAPITOLARE
Completavano il monastero due importantissimi spazi dedicati alla vita in comune: il refettorio e la sala capitolare dei monaci da coro.



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La bacheca delle obbedienze, cioè degli incarichi settimanali .Uno spazio di passaggio risale probabilmente alla seconda metà del XIX secolo. I monaci sono identificati dalle lettere delle rispettive celle e vi compaiono varie indicazioni: gli oratori assegnati ai sacerdoti per la celebrazione delle messe private, gli incarichi per la celebrazione della messa.

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Il refettorio era forse il locale più ampio del monastero: vi prendevano posto per il pranzo della domenica e dei giorni di festa tutti i membri della comunità, conversi e monaci da coro. Vi si accedeva da un piccolo chiostro secondario nel quale era sistemato un lavabo con una sbarra per l’asciugamano: ciascun monaco prima di entrare doveva quindi lavarsi le mani. Accanto al lavabo si trovava una campanella che scandiva i ritmi della vita monastica.

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Il piccolo chiostro secondario per l’accesso al refettorio e alla sala capitolare dei monaci da coro
Come in tutti i refettori conventuali le tavole erano disposte a ferro di cavallo; il tavolo centrale era riservato al priore e agli eventuali ospiti di riguardo. Per un migliore isolamento dal freddo, molto pungente nei mesi invernali a causa del riscaldamento insufficiente, i tavoli si trovano su una piccola pedana in legno e la parte bassa delle pareti è rivestita da boiserie. In uno dei lati corti è affrescata un’immagine dell’ultima cena, mentre in uno dei lati lunghi si trovano due curiose scene realmente avvenute: in una di esse la Granduchessa di Toscana serve i monaci a tavoli insieme alle proprie dame di compagnia, nell’altra il Granduca siede a fianco del priore.

Questa scena è particolarmente interessante perché ci mostra come avveniva il pranzo dei certosini: i monaci mangiavano in silenzio, seduti a un solo lato del tavolo dando le spalle alla parete, i posti erano assegnati in ordine di anzianità a partire dal priore; i conversi sedevano al lato opposto rispetto al tavolo del priore. Non era (ovviamente) concesso parlare, ma i monaci ascoltavano la lettura di un testo edificante o di un capitolo della regola, compiuta a turno da ciascun monaco da un piccolo pulpito costruito a tale scopo.

Il piccolo chiostro


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La sala capitolare dei monaci da coro
Un altro spazio molto importate era la sala capitolare, in cui i monaci da coro si riunivano periodicamente (circa una volta alla settimana) per ascoltare gli insegnamenti morali del priore, trattare gli affari importanti del monastero.

La sala del capitolo, decorata da affreschi e da un pregevole pavimento di pietra con un motivo a cubi prospettici, era dotata di un altare e di banchi in legno per i monaci.


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Continua....
 

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Super Moderatore
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Quest'ultima immagine è riferita al parlatorio. Una volta alla settimana e di domenica, veniva rotta la regola del silenzio e in questo spazio i monaci sedevano ed era loro concesso di guardarsi e di parlare tra loro. Questo era, con il pranzo comunitario in refettorio, l'unico momento di contatto tra loro.






continua....
 

Gabriele C.

Well-known member
La chiesa è davvero un tripudio di opere d'arte.

Non conoscevo del tutto la regola dei certosini, pensavo che all'epoca non applicassero la stretta clausura, con le eccezioni domenicali. Tutto davvero interessante. E non difficile o lontano da visitare...
 
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