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I love Toscana, un viaggio tra Pievi Romaniche e borghi fortificati.

capricorno

Super Moderatore
L'interno a tre navate divise da colonne richiama lo stile delle pievi casentinesi; le navate furono coperte da volte nel XIV secolo, nel XV secolo Giuliano da Maiano progettò l'allungamento della crociera e del presbiterio e costruì le cappelle della Concezione e di Santa Fina. Tutte le pareti e le volte sono ricoperte di affreschi realizzati da vari artisti e principalmente da Lippo Memmi e da Bartolo di Fredi. Nel corso della seconda guerra mondiale la chiesa ed i suoi affreschi subirono notevoli danni, riparati da ripetute campagne di restauri.

Nel dicembre del 1932 papa Pio XI la elevò alla dignità di basilica minore.

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La chiesa è decorata da importanti cicli pittorici che coprono tutte le pareti, un ciclo risalente a più secoli ma molto raro nella sua completezza.

Le navate sono scandite da una serie di archi che formano le sette campate e sono sorrette da colonne in pietra sovrastate da capitelli romanici. Le colonne sono realizzate con rocchi di travertino, presentano basi di stile pisano.


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Ci guardiamo attorno estasiati...non è mai troppa la bellezza e non ci sazieremo mai!

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All' interno di questa cattedrale sono innumerevoli le cappelle laterali degne di nota...una fra tutte : la Cappella dedicata a Santa Fina....vissuta a San Gimignano, ancora vi è la sua casa natale che non mancheremo di visitare.
Giuliano da Maiano progettò l'allungamento della crociera e del presbiterio e costruì le cappelle della Concezione e di Santa Fina. Tutte le pareti e le volte sono ricoperte di affreschi realizzati da vari artisti e principalmente da Lippo Memmi e da Bartolo di Fredi.

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In questo affresco è rappresentato il sogno di Santa Fina in cui le veniva preannunciata la sua morte


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Quest'altro " Esequie di Santa Fina " del Ghirlandaio sullo sfondo è rappresentata la città di San Gimignano, un vero e proprio fermo storico...possiamo definirla una fotografia di come era la cittadina attorno agli anni 1000.

Le pareti laterali furono affrescate da Domenico Ghirlandaio verso il 1475, in concomitanza con i lavori di Benedetto da Maiano, per cui i due artisti si trovarono a dover raffigurare gli stessi soggetti ciascuno secondo la propria arte, scultorea o pittorica.





continua....
 
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capricorno

Super Moderatore
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Usciamo dalla penombra di queste mura nell'abbagliante giornata, ancora ai nostri occhi si presenteranno meraviglie, la bellezza non ha eguali qui.


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Pochi passi ci separano da un'altra zona iconica della città....



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Piazza della Cisterna, con la sua caratteristica forma triangolare, si trova vicino a Piazza Duomo e fu realizzata nel XIII secolo seguendo una dolce pendenza naturale del terreno.
In origine era posta all 'incrocio tra la via Francigena e la via che collegava Pisa a Siena e aveva la funzione di ospitare il mercato, le feste e i tornei cittadini.
Deve il suo nome ad una cisterna destinata ad uso pubblico, realizzata nel 1287 e sormontata da una monumentale vera di pozzo in travertino su piedistallo ottagonale. Ancora oggi sono visibili i solchi lasciati dalle corde con cui venivano tirate le brocche per attingervi l'acqua.
Sul lato sud-ovest della piazza si apre l'arco dei Becci che fa parte dell’originaria cerchia muraria risalente al X secolo, mentre davanti alla cisterna si trova Casa Silvestrini, un tempo adibita a Spedale, che aveva la funzione di ospitare i pellegrini che transitavano lungo la Francigena.
Sulla piazza si affacciano anche Palazzo Razzi, oggi sede di una banca, e l'elegante Palazzo Tortoli-Treccani, accanto una tipica torre mozza del XIII secolo.
Sulla piazza s’innalzano la Torre del Diavolo, che secondo la leggenda fu costruita da Satana in persona, e le torri della famiglia Ardinghelli, il casato ghibellino più potente della città. La loro costruzione risale alla fine del XIII secolo ed erano molto più alte del limite previsto da un divieto del 1255, che considerava fuorilegge le costruzioni più alte della torre comunale, così furono tagliate a metà.

Spesso la piazza è animata da eventi musicali o da fiere come quelle di Santa Fina che si tiene il 12 marzo.




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capricorno

Super Moderatore
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Se volgiamo lo sguardo alla porzione meridionale della piazza della Cisterna, possiamo ammirare una splendida serie di nobili edifici in puro stile medievale che vi si affacciano. Da sinistra a destra: il Palazzo Tortoli-Treccani, la Casa Salvestrini (del ‘200, già Ospedale degli Innocenti, con due portali arcati a tutto sesto dotati di estradosso gotico, sormontati da due ordini di monofore), e Palazzo Razzi (aperto da due ordini di bifore e fiancheggiato da una Torre mozzata). La piazza anticamente, prima della costruzione della cisterna, si chiamava Piazza dell' Olmo per la presenza dell' omonimo albero ora non più. Se vi capita, infilatevi nella strada tutta in discesa che si apre sul fondo della piazza, via del Castello ...un tempo conduceva all' antico castello, poi adibito a prigioni...molto suggestiva questa via, con dei bellissimi portali.
 
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capricorno

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Ci infiliamo nelle vie adiacenti ed è tutto uno scoprire di angoli paradisiaci...fino ad uno slargo dove lo spazio si apre sulla grande vallata...un mare verde costellato da piccoli promontori...una meraviglia. Questa è l'anima della Toscana che più amo.



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capricorno

Super Moderatore
Si vorrebbe restare in questo borgo incantato ma altri luoghi ci attendono.....altri magnifici scorci...


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...verso Porta San Giovanni...


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...siamo fuori e il sole cocente ci abbaglia....da questo piazzale, oltre alla confusione di persone che a quest'ora invadono letteralmente la cittadina, si possono scorgere bellissimi scorci ...


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...ma noi rientriamo....molto più bello all'interno...


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Con quest' ultima immagine vi saluto, si riparte per la Toscana!

Ciao, a presto.
 

capricorno

Super Moderatore
Grazie a te Gabriele e a chi mi segue in questo mio viaggio un po' particolare.. dove il lasciarsi guidare dalla curiosità e seguire un filo è quasi d'obbligo.
Quando viaggio mi lascio guidare dal caso, dagli incontri fortuiti e dall’imprevisto, inteso nello scoprire volti nuovi dello stesso luogo che si pensava già di conoscere a fondo.
San Gimignano, ma non solo lui, ha questa prerogativa che conduce alla scoperta attraverso vie non ancora esplorate di autentici tesori....che ancora una volta ci trasportano in un passato glorioso.

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Lasciando questi luoghi idilliaci e solari per la bellezza dolce del paesaggio, le colline, i casolari sparsi nei vigneti nasce un pizzico di nostalgia, per noi abituati alla frenesia della città, questo è un mondo a cui aneliamo, in cui lasciar scorrere a briglia libera i nostri pensieri e le nostre emozioni....e non ve lo dico tanto lo avrete capito ,che quest' angolo della Toscana è nel mio cuore.

In zona esistono tante bellissime realtà che vale la pena di vedere, tra le tante un piccolo borgo che ci appare in lontananza arroccato su di un colle e le sue mura hanno un colore particolare che da lontano nel fitto della vegetazione si fanno notare...di un rosso abbagliante siamo a ......

Certaldo




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Percorrendo la Val d'Elsa lungo quella che era la medievale via Francigena, appare a levante un poggio verdeggiante, concluso alla sommità da un borgo castellare interamente costituito da mattoni rossi. Si tratta dell' originaria Certaldo, alla quale le mura e la posizione arroccata hanno consentito di evitare la contaminazione dello sviluppo urbano recente. Con un po' di fantasia si respira ancora l'aria di Giovanni Boccaccio, che qui visse e morì nel 1375; nato nel 1313 forse qui, o molto più probabilmente a Firenze, da una misteriosa nobildonna di Parigi e da messer Boccaccio di Chiellino, detto Boccaccino, un mercante certaldese.

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Dalla Certaldo nuova si arriva all' antico nucleo fortificato, salendo attraverso due vie pedonali nel verde, percorrendo via del castello, prendendo la funicolare, oppure facendo la strada panoramica con percorso carrabile attraverso le colline a nord del borgo . Noi abbiamo percorso la via più suggestiva, pratica e veloce: la funicolare.
Un comodo parcheggio posto al di fuori della zona ZTL, conduce in pochi minuti alla funicolare, tempi di attesa nulli, cifra irrisoria per salita e discesa, in pochi minuti si è nel borgo alto di Certaldo.

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Un’atmosfera antica fatta di monumenti, chiese e punti panoramici da incanto. Il borgo di Certaldo vi stupirà per lo splendido paesaggio (raggiungibile in meno di un’ora da Firenze e Siena) e la dimensione di tranquillità infinita. Il centro storico si dirama tra strette stradine e piazzette intorno alla via principale via Boccaccio, per poi arrivare alla Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo che custodisce il cenotafio del poeta e le spoglie della beata Giulia, religiosa vissuta nel Trecento e reclusa in una cella del borgo; da ammirare qui anche il crocifisso ligneo di Petrognano e altre due opere ai lati dell’abside, una di Benedetto Buglioni e l’altra realizzata dalla bottega di Andrea della Robbia. Restando in tema, uscendo dalla Chiesa fate un salto al Museo di Arte Sacra posto lì accanto.


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Il nucleo antico racchiuso dalle mura e con tre porte di ingresso: Porta al Sole, Porta Alberti e Porta del Rivellino. Il piccolo borgo si accentra lungo l'assenza della strada principale che da una delle porte di accesso, porta nella zona più alta del luogo dove sorge il Palazzo Pretorio.
Prima di intraprendere questa lunga strada non perdetevi i vari accessi secondari che vi condurranno attraverso cortili ombrosi, scuri sottoportici in graziose piazzette ed affacci sulla valla ta sottostante....
Subito adiacente all' arrivo della funicolare un bel palazzo merlato è Palazzo di Scoto ora trasformato in un albergo e ristorante e frontalmente alla funicolare, palazzo Stiozzi- Ridolfi che ha l' ingresso e un cortile interno porticato da via Boccaccio. Si possono ammirare solamente le mura dall' esterno purtroppo. Vale la pena citare le mura che racchiudono questo borgo, costruite in epoche diverse disegnano un perimetro irregolare intorno al colle. Alcune di esse, come in Palazzo Pretorio sono parte portante del palazzo stesso.


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capricorno

Super Moderatore
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Piazza Santi Jacopo e Filippo su cui sorge la chiesa a loro dedicata , conserva al centro della navata la lastra tombale dedicata a Giovanni Boccaccio. L'antico convento adiacente, assieme al chiostro, fa adesso parte del Museo di Arte Sacra.

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La chiesa si presenta con una facciata molto scabra sembra non finita anch'essa in mattoni rossi. Di fronte e nelle vicinanze alcuni angoli graziosissimi...


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Qui il tempo pare si sia fermato....


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Proseguiamo in salita verso.....




Il Palazzo Pretorio, il palazzo del potere.


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Il complesso del palazzo Pretorio si erge alla sommità del colle fortificato. La struttura che oggi vediamo nasce da successivi interventi a partire dall' originario castello feudale dei conti Alberti, qui presenti fin dal 1164. Dal 1416 al 1781 fu sede di un vicariato della Repubblica fiorentina e ospitò il tribunale e le carceri, oltre all' amministrazione civile. Ogni vicario ,e se ne sono succeduti 707, al quale erano assoggettate le podesterie della Val d: Elsa e della Val di Pesa, rimaneva in carica sei mesi; era un membro laico solitamente appartenente alle famiglie più in vista di Fire ( come Pitti, Guicciardini ecc.) e qui lasciava il proprio stemma di famiglia a ricordo. In soppressione del Vicariato e in seguito alle riforme dei granduchi d'Asburgo e Lorena...siamo attorno e abbondantemente il 1750/80, l:edificio fu suddiviso in alloggi privati, per essere riacquistato dal Comune di Certaldo negli anni a cavallo tra il XIX e XX secolo, provvedendo alla modifica della facciata secondo il gusto dell' epoca e riportando alla luce soprattutto gli affreschi di Pierfrancesco Fiorentino.

L'aggiunta di una torre campanaria trasformò l'antico torrione quadrangolare degli Alberti nel Palazzo Pretorio, sulla cui facciata compaiono alcuni stemmi dei vicari che si sono susseguiti.

Entriamo dopo aver fatto il biglietto d'ingresso cumulativo per poter vedere numerosi altri musei tra i quali la casa di Boccaccio....


Entriamo e qui veramente è un salto nel medioevo e le sue bellezze...


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Non appena si varca il portone di ingresso, ci si trova in mezzo al grande atrio voltato, affrescato con numerosissimi stemmi appartenenti ai vari Vicari. Sulla sinistra si trova la porta di accesso alla prima sala del percorso: la cosiddetta "Camera del Cavaliere".

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capricorno

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A lato del palazzo e congiunta ad esso da una loggia, tanto da sembrare un prolungamento del palazzo stesso, è la Chiesa dedicata ai Santi Tommaso e Prospero

Attualmente non viene più officiata ed è di proprietà comunale e fa parte del complesso museale di Palazzo Pretorio. L'opera più importante ospitata al suo interno sono gli affreschi staccati del grande tabernacolo dei Giustiziati dipinto da Benozzo Gozzoli.

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Si tratta della più antica chiesa di Certaldo alto.
Le più antiche testimonianze su questa chiesa si trovano murate nell'edificio stesso e sono due iscrizioni recanti le date 1215 e 1366. Nel 1415, dopo che era stato costruito il palazzo Pretorio , ne divenne l'oratorio.

Nel 1575, in occasione di una visita apostolica la chiesa venne trovata in precarie condizioni statiche. Nel 1589 risulta che nella chiesa vi fosse già stato collocato il sepolcro di Giovanni Boccaccio e nel 1654, all'interno della chiesa, erano collocate altre sepolture.

Fin dal XVI secolo il terreno retrostante il fabbricato iniziò a smottare a valle, causando anche il successivo crollo dell'abside. Nel XVIII secolo il borgo sorto nella piana sottostante era cresciuto di popolazione e nel 1757 il titolo di San Tommaso venne trasferito alla chiesa di Sant' Andrea a Certaldo; il 19 aprile 1788 la chiesa fu soppressa, sconsacrata e in seguito abbandonata per poi essere affittata ad un mercante di terraglie. Nel 1898 la chiesa era usata come deposito di fascine ma nel 1903 venne acquistata dal comune di Certaldo che a sua volta la cedette al pievano. Nel 1938 la casa canonica fu trasformata in un ristorante.

Nel 1946 la chiesa venne finalmente restaurata e nel 1962 gli affreschi tre-quattrocenteschi vennero consolidati. Oggi la chiesa viene usata come sede espositiva e come sala convegni.

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Alcune immagini degli ambienti interni di Palazzo Pretorio ora utilizzato per mostre temporanee e museo del tewrritorio.


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Una curiosità sul palazzo..
La facciata a cortina di mattoni è sormontata da merli mentre sul lato destro è situata la torre con l' orologio ( con il biglietto d'ingresso si ha accesso anche a questa torre). I merli e finestre sono frutto dell' invenzione dell' ultimo restauro eseguito al termine del XIX secolo; infatti il prospetto originario si presentava come una compatta mole senza merlature interrotta solo da un finestrone centrale.

La peculiarità del suo paramento è senza dubbio la presenza dei moltissimi stemmi in terracotta policroma invetriata e marmo. Fatti apporre dai vari Vicari che si sono susseguiti nel tempo e riportano l'arme del vicario simboleggiate la famiglia di appartenenza e un' iscrizione con le date di reggenza della carica.

Di notevole fattura e bellezza quelli in maiolica policroma invetriata provenienti dalle botteghe fiorentine dei Della Robbia e dei Buglioni.

Durante i miei viaggi in questi luoghi toscani, troverò molto spesso queste magnifiche bellezze in terracotta dipinta dei Della Robbia, sicuramente sono un simbolo caratteristico dell' arte toscana.

Davanti alla facciata si erge una loggetta che nel corso del XIX secolo, venne trasformata in abitazione privata tamponando gli spazi tra le colonne. Essa già esistente nel 1455, serviva per le parate solenni e per le cerimonie pubbliche del vicario. Si trova esattamente di fronte a via Boccaccio in modo che il popolo del borgo potesse sentire il discorso del vicario e anche vederlo.



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capricorno

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Alcuni scatti...prima di proseguire per l'ultima visita in Certaldo.


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Percorrendo la lunga via innanzi a noi giungiamo a Casa Boccaccio.


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Ricostruita in gran parte dopo la Seconda guerra mondiale, la Casa di Giovanni Boccaccio oggi è un Museo dedicato al grande letterato del Trecento. All’interno si trova un grande affresco del poeta di Pietro Benvenuti (1826), alcuni rari esemplari di scarpe del XIV secolo ritrovate durante i restauri del secondo dopo guerra, ed una biblioteca specialistica che raccoglie, oltre a molti importanti testi di critici italiani e stranieri, soprattutto traduzioni delle opere di Boccaccio. In particolar modo il Decameron, tradotto nelle lingue di quasi tutto il mondo: francese, inglese, tedesco, giapponese, arabo ebraico, russo, greco che dimostrano l’universalità dell’opera di questo grande poeta. La casa è, inoltre, sede dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, che svolge interessanti iniziative a carattere scientifico e divulgativo sulle opere del novelliere. Il recente restauro, concluso nel dicembre 2007, ha restituito alla Casa l'accesso alla torre, che permette di posare lo sguardo sulla circostante campagna toscana, ammirare la vicina San Gimignano dominata dalle sue caratteristiche torri, e raggiungere con lo sguardo l’Appennino tosco emiliano fino alle Apuane, inoltre nuovi spazi sono stati adibiti a museo sulla vita e le opere di Giovanni Boccaccio.

Si respira l'aria familiare attraverso queste mura che lo hanno visto trascorrere lunghe ore nello studio di casa sua. Quando si visitano case illustri non si può che percepirne tutta la loro magia... l'impressione che ho avuto è di un piccolo scrigno ben custodito, tranquillo e molto , molto rilassante. Gli affacci sono di una bellezza malinconica, che incute allo stesso tempo tanta serenità...il lato cortile, affacciato sui tetti e dal sommo della torre un' ampio respiro sulla campagna toscana e uno sguardo privilegiato al borgo torrificato che si vede in lontananza: San Gimignano...avvolto dalla foschia ma ben riconoscibile dallo Skyline delle sue torri.


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Ancora uno sguardo a questo meraviglioso borgo fermo sull'orlo del tempo....prima di tornare alla realtà.



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capricorno

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Quando si parla di arte in Toscana si pensa subito al Rinascimento e alla città di Firenze, ma in tutta la regione si possono trovare presenze artistiche di notevole pregio. Sino ad ora vi ho parlato dei borghi tralasciando le città, ma è ora di condurvi attraverso un percorso un po' diverso in quelle città poco prese di mira dal turismo mordi e fuggi e onnipresente nelle città d'arte più famose.

Il mese di aprile, al di fuori delle date canoniche della Pasqua e feste comandate, ponti e quant' altro, è il periodo giusto per visitare le città...poche presenze e soprattutto poco caldo che si sa in Toscana in certi periodi dell' anno è veramente insopportabile specie per chi desidera visitare luoghi all' aperto.

Si parte dunque in quest' ultima ( per ora) avventura dalla piovigginosa Lombardia per raggiungere Firenze?...no, ma due località lì vicino : Prato e Pistoia.

Perché queste città? Perché hanno veramente dei capolavori eccezionali, sono relativamente piccole, il centro storico è ben delimitato entro le mura medievali e si visitano in poco tempo. Certo, non si pretende di vederle in lungo e in largo ma selezionando i punti d'interesse. Partiamo?

Prima di selezionare un centro storico occorre pianificare le possibilità di parcheggio, evitare le zone ZTL, insomma...come sempre la parola giusta è: pianificazione.
Solo così si evitano perdite di tempo e si ottimizzano le visite.
Individuata la zona lasciamo l' auto e ci avviamo nella zona ben delimitata della città.

Prato.

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La seconda città della Toscana per popolazione dopo Firenze e la terza dell'Italia centrale. Fino al 1992, anno della costituzione dell'omonima provincia, fu il comune non capoluogo di provincia più popolato d'Italia.

La piana pratese fu abitata fin dall'epoca etrusca, ma la nascita della città vera e propria si fa risalire, generalmente, al X secolo, quando si hanno notizie di due centri abitati contigui ma distinti, Borgo al Cornio e Castrum Prati, che si fusero durante il secolo successivo.
La città vanta attrattive storico-artistiche di grande rilievo, con un itinerario culturale che inizia dagli Etruschi per poi ampliarsi nel Medioevo e raggiungere l'apice con il Rinascimento, quando hanno lasciato le loro testimonianze in città artisti come Donatello, Filippo Lippi e Botticelli.....e già solo questi valgono il viaggio!!!

Per la zona in cui ci troviamo, il primo sito di interesse che incontriamo è il Castello medievale nella bella e ampia piazza che lo ospita. Un piccolo appunto...il tragitto che abbiamo percorso per giungere qui è completamente pedonale ed è un fantastico approccio alla città, attraverso piccole strade con vecchi caseggiati che ancora conservano il loro aspetto medievale, portoni, negozi dall' aspetto antico...oserei definirle botteghe più che negozi dove ancora fare la spesa è a misura d'uomo con l'affabilità del commerciante e non anonima come lo è nelle grandi città.


Questa piazza oltre al castello ospita una chiesa, una delle più antiche della città. Si tratta della Basilica di Santa Maria delle Carceri, edificio costruito sui resti di un’antica prigione da Giuliano Sangallo per volere di Lorenzo il Magnifico. È una chiesa semplice ma con belle vetrate al suo interno.


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Notiamo sulla piazza una scolaresca in gita scolastica d'istruzione, ci affianchiamo e ascoltiamo le spiegazioni del professore....ci sembra di essere tornati scolari per un giorno. Il Castello è aperto e approfittiamo per visitarlo: ingresso libero.


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L'imponente Castello dell’Imperatore, costruito nel 1248 dall’imperatore Federico II di Svevia questo edificio è l‘unico maniero Svevo di tutto il centro-nord Italia. Il castello è a pianta quadrata con quattro torri agli angoli e altre quattro al centro di ogni angolo. Le alte mura sono completamente coronate da una lunga successione di merli ghibellini. Il castello è così imponente che sicuramente si resta meravigliati. Nel cortile interno poco è rimasto degli oggetti originali ma è possibile salire sui camminamenti ed avere una bella vista sulla città di Prato.


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Scendendo dopo aver percorso il camminamento sulle mura, è possibile visita due sale poste nel due torrioni a lato nord e sud, dove ci sono delle istallazioni artistiche.


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La torre a pianta pentagonale mostra ancora intatta la struttura duecentesca, con l'alta copertura a crociera.


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Le opere di Salvatore Cipolla che vi sono ospitate rimandano alla figura di Federico II. Al centro l:ampio trono che alla base ha un leone, presente nello stemma della famiglia di Federe II. Sul braccio un falcone, che richiama la grande passione dell' imperatore per la caccia. Le lotte di potere fra Impero e Papato sono suggerite dalla rappresentazione di fronte al trono, della serie di pontefici che regnarono al tempo di Federico.
Anche la scacchiera richiama i complesso giochi di potere del tempo di Federico: vi si affrontano l'imperatore, caratterizzato dal colore porpora, in bianco il Papa, il Sultano nero.
 

capricorno

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Usciamo e ci allontaniamo incuriositi verso quest' altra costruzione....


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capricorno

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Chiesa di San Francesco

Mattoni rossi sono l'elemento che la distingue si ogni lato ma è nella facciata che risplende tutta la sua bellezza.

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La chiesa di San Francesco, nella omonima piazza (XIII - XIV sec.), sorge nel nucleo più antico della Città di Prato ed è un importante luogo di culto cattolico e una delle prime chiese francescane al mondo, e insieme al suo grande convento, venne costruita sul terreno donato dal comune ai frati minori solo otto giorni dopo la canonizzazione del santo, nel 1228.


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Particolare della bella lunetta posta sopra il portale d'ingresso.
Quasi interamente in mattoni (primo edificio pubblico di Prato ad essere realizzato con questa tecnica, anziché in pietra), ha la facciata, in stile romanico - gotico, a fasce bicrome di pietra alberese e serpentino, aperta dall'elegante portale e conclusa dal timpano triangolare. L'originale architrave del portale, a conci bianchi e verdi, ha al centro uno stemma (in pietra dipinta) di Niccolò Torelli e sui lati due personaggi probabilmente di quella famiglia inginocchiati, scolpiti in arenaria. Sui capitelli, a forme acantiforme, si imposta la lunetta falcata, ornata da colonnine tortili e polilobate e sottolineata da una cornice a conci bianchi e verdi. All'interno della lunetta vi è un affresco dei primi del XIX secolo raffigurante l'Immacolata Concezione eseguito dal pratese Martino Benelli, la dove in antico si trovava una statua di San Francesco.
In asse col portale vi è l'occhio circolare (fino XVII secolo dotato di rosone in marmo bianco). Nel timpano , al centro un occhio nel quale vi è un importante rilievo in stucco di notevole qualità, raffigurante Le stimmate di San Francesco. Il completamento della facciata, e nello specifico proprio l'altorilievo in stucco è stato attribuito a Donatello, verso il 1422.

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Immagine del particolare del tondo delle stimate, fotografato e posto sui teli a copertura parziale della Chiesa in oggetto di ristrutturazione.
L'occasione del restauro della facciata della Chiesa di San Francesco ha permesso di intervenire , attraverso un delicato e ponderato lavoro, anche sul rilievo in stucco alla sua sommità.


Nonostante sia da circa sei secoli sotto gli occhi di tutti, questo rilievo rappresenta una delle opere meno conosciute dell'intero patrimonio artistico della città, complici le sue condizioni di conservazione fin'ora estremamente critiche che rendevano quasi indecifrabile agli occhi dell'osservatore il suo soggetto, ovvero Le Stimmate di San Francesco, episodio centrale nella vita del santo titolare della chiesa.

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Particolare delle varie parti che compongono il tondo.

Ogni dettaglio racconta una storia...
Il rilievo è realizzato in stucco all' interno della concavità dell'oculo e raffigura il momento in cui San Francesco prima dell' alba della festa dell' Esaltazione della Croce nel settembre del 1224, ritirato sul monte della Verna in appartata meditazione, ricevette la visione del serafino mistico che in forma di Cristo crocifisso gli donò l'ultimo sigillo delle stimate.

Entriamo...


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La chiesa è in parziale ristrutturazione, rifacimento del tetto e ripristino conservativo del bellissimo soffitto a travi in legno all' interno della navata .
Interno semplice come detta il rigore francescano , ma con particolari di pregio...il soffitto a capriate in legno decorato, il bell'organo antico e l'abside finemente affrescata.

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capricorno

Super Moderatore
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Nella trama del tempo, piazza San Francesco è un tassello prezioso che risale al XIII e XIV secolo, nata su un terreno chiamato "l'appianato" ottenuto con la demolizione di parte delle mura. Fu qui che sorse la prima chiesa dedicata al Santo , attorno a cui si svilupparono le strutture che oggi definiscono la piazza, con un lato orientale arricchito da edifici risalenti al XVII e al XX secolo, testimoni del susseguirsi dei secoli.

Il suo fascino si snoda tra edifici dalle architetture rinascimentali e barocche, abbracciando una storia variegata. Al centro, maestoso e fiero, si erge l'obelisco del 1889, un omaggio a Garibaldi che si staglia nel cuore della piazza.
A pochi passi la strada che ci porterà nel cuore pulsante della città.



Continua...
 
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