In realtà, un po’ di italiano a bordo lo abbiamo parlato: con una ragazza del kid’s club che conosce bene la nostra lingua, e con un cameriere che aveva lavorato per dieci anni con Costa Crociere, e quindi riusciva a conversare discretamente con noi. Piccoli incontri che fanno sempre piacere, soprattutto quando ti senti una minoranza nazionale su una nave cosmopolita.
Salire a bordo della Celebrity Equinox è come tornare a casa: abbiamo già viaggiato con le sue “gemelle” Celebrity Reflection e Celebrity Silhouette, entrambe della classe Solstice, e ci divertiamo a cercare piccole differenze. Questa è la quinta crociera con Celebrity, e non è un caso: ci piace così tanto perché combina eleganza, buon cibo, intrattenimento discreto e un servizio senza formalismi ma attento ai dettagli. Troviamo i divertimenti che fanno già parte delle nostre preferenze: intrattenimento musicale, cinema più volte al giorno, conferenze sui porti... Scrivendo a posteriori, posso già anticipare che anche questa volta ci troveremo benissimo.
Il 12 settembre, primo giorno di navigazione, inizia per me con un piccolo rito che ormai accompagna ogni crociera: una corsetta leggera sul ponte più alto, con il vento che scompiglia i capelli e il mare che si apre intorno, immenso e silenzioso. Ogni giro è come un saluto al nuovo giorno, mentre la nave scivola verso l’Atlantico. Subito dopo, mi concedo una colazione in solitaria con vista sull’alba: una tazza di caffè caldo, il sole che lentamente colora il cielo e il mare che cambia tonalità a ogni minuto. È un momento che custodisco gelosamente, tutto mio, prima che la nave si svegli davvero e che la giornata prenda il ritmo delle attività.


Il primo giorno di navigazione non è mai un giorno qualsiasi: è il tempo dei programmi, dei sogni e delle attese. In crociera c’è sempre quella sensazione sospesa in cui il viaggio non è ancora cominciato davvero, ma già vive dentro di te.
È il momento in cui si fanno mille progetti: i luoghi che vedremo, i tramonti che non vogliamo perdere, i piatti da assaggiare, le passeggiate sul ponte di notte. E sappiamo che non tutto si realizzerà, perché la realtà, con i suoi imprevisti, ha sempre il potere di spostare i piani.
Ma proprio questo rende il viaggio speciale: quel miscuglio di speranza e incertezza, di attesa e di possibilità, che riempie i primi giorni come una promessa.
Giulio, ormai dieci anni compiuti, vive la nave con entusiasmo: per lui tutto è scoperta e si appassiona a dettagli che noi neppure notiamo. La cosa più bella è che può muoversi in autonomia, andando in piscina, prendendo un gelato o girando per i ponti, mentre noi ci rilassiamo. Un luogo sicuro dove può sperimentare un po’ di indipendenza e imparare a relazionarsi con gli altri ospiti. E qui sta la parte tenera: l’età media, complice il periodo con le scuole già aperte, è piuttosto alta e per lui tutti diventano una specie di zii o nonni. Lo fermano con dolcezza, gli chiedono di dove siamo, e lui risponde educato e un po’ divertito da tanta attenzione.
Scopriremo poi che il kid's club conta appena una decina di bambini in tutto ma questo non sarà affatto un problema, anzi: diventerà un piccolo universo speciale, da raccontare con più calma nei prossimi capitoli.
