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Il mare che inquieta, il mare che chiama. Diario di una crociera tra Mediterraneo e Atlantico a bordo di Celebrity Equinox 11 – 20 settembre 2025

lusitania1915

Well-known member

Il mare che inquieta, il mare che chiama


Diario di una crociera tra Mediterraneo e Atlantico​

a bordo di Celebrity Equinox
11 – 20 settembre 2025





Itinerario


  • 11/09 – Barcellona (partenza 17:00)
  • 12/09 – Navigazione
  • 13/09 – Cadice (08:00 – 17:00)
  • 14/09 – Lisbona (arrivo 09:00, overnight)
  • 15/09 – Lisbona (partenza 18:00)
  • 16/09 – Porto (Leixões) (08:00 – 19:00)
  • 17/09 – Navigazione
  • 18/09 – Tangeri (08:00 – 18:00)
  • 19/09 – Navigazione
  • 20/09 – Barcellona (arrivo 05:00)

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"Viaggiare? È partire da ciò che si è, non da dove si è."
(Fernando Pessoa, Libro dell’inquietudine)


Genova ci ha salutati con pioggia battente e cielo plumbeo, in una giornata segnata da allerta arancione. Non la partenza più dolce, certo, ma in fondo ogni viaggio sembra volerci mettere alla prova prima di regalarci orizzonti nuovi. Noi tre — io, mio marito e nostro figlio, che ha appena compiuto dieci anni — siamo ormai abituati: lui è il vero crocierista della famiglia, capace di ricordare ponti, navi e itinerari con una precisione che noi non abbiamo mai avuto. Negli ultimi anni siamo arrivati a una media di tre crociere l’anno: per lui il mare è casa, per noi due un po’ rifugio, un po’ avventura.

Un volo ci porta a Barcellona, da dove il nostro viaggio inizierà davvero. Prima dell’imbarco sull’Equinox, abbiamo deciso di regalarci due giorni nella città catalana. Soggiorniamo all’Eixample, con le sue strade ordinate e la sua aria cosmopolita.

Visitiamo Casa Vicens, opera giovanile di Gaudí che ancora non avevamo visto: colori vivaci, dettagli orientaleggianti, un dialogo continuo con la natura che preannuncia i suoi capolavori futuri. Passeggiando nel quartiere di Gràcia, respiriamo un’atmosfera diversa: piazze raccolte, vita di quartiere, piccole botteghe e caffè animati. Una Barcellona meno turistica, più intima, quasi sospesa tra passato e presente. Abbiamo deciso che la prossima volta soggiorneremo in questo quartiere.

Non poteva mancare un passaggio davanti alla Sagrada Família: il cantiere infinito continua a crescere come una cattedrale che non si decide a svelarsi del tutto. Ogni volta troviamo nuove guglie, nuovi dettagli, eppure resta sempre incompiuta, come un sogno che non vuole finire.

Mio figlio reclama a gran voce una tappa obbligata: la via delle cioccolaterie ossia Carrer de Petrixol, con churros caldi da intingere in cioccolata densa e profumata. È diventato un rito che ormai segna le nostre partenze da Barcellona, una piccola tradizione familiare che ci accompagna verso il mare. Concludiamo con un po’ di shopping: niente di speciale, ma il gesto stesso è parte del viaggio, un modo per trattenere l’attesa, inoltre sapendo di muoverci verso l'Atlantico abbiamo il timore che possa piovere e quindi ci prendiamo dei k-way.

L’11 settembre ci imbarcheremo finalmente, lasciando alle spalle la terraferma. Ancora poche ore ci separano dal momento in cui il mare comincerà a chiamarci davvero.
 
Prima di iniziare con il diario vero e proprio faccio una breve premessa/digressione. Scrivere questo diario nasce da un desiderio personale: rivivere il viaggio, ripensandoci e riguardando le foto, e al tempo stesso ringraziare tutti coloro che, con i loro diari, mi hanno dato spunti preziosi per organizzare i miei viaggi.

Non voglio che sia un resoconto “ufficiale” della crociera: piuttosto, desidero raccontare il viaggio con occhi curiosi, cogliendo dettagli, impressioni e piccoli momenti di vita di bordo che spesso restano tra i ricordi più preziosi. Lo stile sarà personale, a volte riflessivo, a volte pratico, e lungo il racconto inserirò anche alcune citazioni dal Libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa, che sento accompagnare bene il senso di scoperta, attesa e meraviglia che il mare sa evocare e che ho letto durante il viaggio.

Mi rendo conto che, scrivendo, potrei omettere particolari interessanti per altri, quindi sarò felice di rispondere a eventuali domande o curiosità che emergeranno.
Mi scuso anche se sarò prolissa e non vorrei annoiare chi legge; rivendendo le foto, mi sono accorta che in quasi tutte ci sono mio marito e/o mio figlio, quindi perdonatemi se non saranno molte.

Spero che queste pagine possano offrire spunti, curiosità o semplicemente il piacere di rivivere le atmosfere di un viaggio tra Mediterraneo e Atlantico.
 
Una delle prime opere di Gaudí, Casa Vicens mi ha conquistata per i suoi colori vivaci, le piastrelle decorate e l’armonioso dialogo tra architettura e natura. Ogni dettaglio racconta la creatività giovanile di Gaudí e anticipa lo stile unico che lo renderà famoso.
Non è un’attrazione molto affollata, quindi di solito non serve prenotare e non si fanno code. All’interno c’è anche una caffetteria carina, perfetta per una pausa dopo la visita.
Facile da raggiungere: si trova nel quartiere Gràcia, a pochi minuti a piedi dalle fermate metro “Fontana” (Linea 3) o “Lesseps” (Linea 3).

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Passeggiare per Gràcia è come entrare in un piccolo villaggio dentro la città: piazze raccolte, stradine lastricate, caffè animati, botteghe artigiane e murales colorati che raccontano la creatività locale. Mi è piaciuto per l’atmosfera autentica e rilassata, lontana dalla folla della Rambla, dove ogni angolo sembra avere una storia da raccontare.

Durante la passeggiata ci siamo fermati in una arrocería per pranzo e abbiamo assaggiato una paella buonissima, ricca di sapori autentici: un’esperienza perfetta per vivere Gràcia anche a tavola.

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Per questi due brevi giorni a Barcellona ci siamo potuti coccolare soggiornando in un hotel speciale, che ci ha regalato una splendida vista della città dall’alto. Dalla terrazza dell’ultimo piano abbiamo ammirato le luci dell’Eixample che si accendevano la sera, mentre nostro figlio non ha perso occasione di rinfrescarsi in piscina trasformando anche un semplice pomeriggio in un piccolo momento di gioia e gioco.

La città di sera si accende di luci e colori, le vie dell’Eixample si trasformano in un mosaico di lampioni caldi e strade ordinate, mentre la frenesia del giorno lascia spazio a un ritmo più lento e rilassato. Dalla terrazza all’ultimo piano, tra un sorso di tè e qualche chiacchiera tranquilla, abbiamo osservato i locali aperti, il movimento delle strade e l’architettura modernista che spunta tra gli edifici: un momento di quiete che ci ha permesso di assaporare la magia notturna di Barcellona.

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Ultima modifica:
Viaggiare? È partire da ciò che si è, non da dove si è."
(Fernando Pessoa, Libro dell’inquietudine)


Già questo incipt mi piace, come anche Pessoa in generale , lo trovo molto attinente con le sensazioni che il mare sa suscitare in noi....l'inquietudine poi è la compagna fedele del viaggiatore intesa come frenesia del voler andare sempre più in là.

Ti leggerò con molto piacere.
 

11-12 settembre – Risveglio, imbarco e primo giorno di navigazione


"Viaggiare è sentirsi andare. Anche se restiamo fermi, il viaggio comincia dentro di noi."
(Fernando Pessoa, Libro dell’inquietudine)


Alle prime luci dell’alba, Giulio spalanca la finestra con l’entusiasmo di un piccolo esploratore pronto a conquistare il mondo. L’aria fresca del mattino entra nella stanza e porta con sé il profumo della città appena sveglia… o almeno così dovrebbe essere. Perché il cielo è grigio, la pioggia tamburella sui vetri e le strade scintillano sotto le gocce. “Mammaaa… ho mal di gola!” annuncia subito, con voce lamentosa, appena i primi raggi cercano di entrare nella stanza. Prima ancora che io possa dire una parola, aggiunge: “E… piove!”

Io provo a riaddormentarmi, sperando che sia un brutto sogno, ma niente da fare: la realtà è insistente e testarda. E mentre ascolto il ritmo della pioggia sul vetro, mi chiedo con un misto di sconforto e ironia: “Ma a che età smettono di ammalarsi proprio il primo giorno di vacanza?”

Montjuïc? Saltato. Visita ai musei o passeggiata per le strade assolate? Rimandata. Al suo posto, una missione urgente: reperire medicinali in farmacia e prepararsi a partire per l’imbarco. Noi, con un misto di preoccupazione e abitudine, ci muoviamo rapidamente, ricordando i precedenti guai di crociera con una faringite che lo aveva costretto a due visite al centro medico e tre giorni a letto… meglio prevenire, dunque.

Dopo la farmacia, colazione veloce e via verso il terminal di Barcellona, che si rivela sorprendentemente organizzato: tante postazioni, zero caos, e in circa 10 minuti siamo già a bordo.

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Gli altri ospiti che imbarcano con noi sono quasi tutti canadesi e americani, con qualche inglese e spagnolo sparso. Italiani? Nessuno. A un certo punto, io e mio marito ci guardiamo e, con un lampo di genialità pedagogica, proponiamo a Giulio: “Ehi, perché non approfittiamo di questa vacanza per parlare tutti solo in inglese? Così facciamo un po’ di esercizio!”
Il suo sguardo è puro orrore cosmico: come se gli stessimo chiedendo di rinunciare al calcio, ai videogiochi e alla pizza nello stesso giorno. Poi, con una finta tossetta strategica e l’aria più innocente del mondo, replica:
“Ehmmm… ma con questo mal di gola… forse è meglio parlare piano… e in italiano!”

Fine del progetto educativo, archiviato tra le risate generali.
 
In realtà, un po’ di italiano a bordo lo abbiamo parlato: con una ragazza del kid’s club che conosce bene la nostra lingua, e con un cameriere che aveva lavorato per dieci anni con Costa Crociere, e quindi riusciva a conversare discretamente con noi. Piccoli incontri che fanno sempre piacere, soprattutto quando ti senti una minoranza nazionale su una nave cosmopolita.

Salire a bordo della Celebrity Equinox è come tornare a casa: abbiamo già viaggiato con le sue “gemelle” Celebrity Reflection e Celebrity Silhouette, entrambe della classe Solstice, e ci divertiamo a cercare piccole differenze. Questa è la quinta crociera con Celebrity, e non è un caso: ci piace così tanto perché combina eleganza, buon cibo, intrattenimento discreto e un servizio senza formalismi ma attento ai dettagli. Troviamo i divertimenti che fanno già parte delle nostre preferenze: intrattenimento musicale, cinema più volte al giorno, conferenze sui porti... Scrivendo a posteriori, posso già anticipare che anche questa volta ci troveremo benissimo.

Il 12 settembre, primo giorno di navigazione, inizia per me con un piccolo rito che ormai accompagna ogni crociera: una corsetta leggera sul ponte più alto, con il vento che scompiglia i capelli e il mare che si apre intorno, immenso e silenzioso. Ogni giro è come un saluto al nuovo giorno, mentre la nave scivola verso l’Atlantico. Subito dopo, mi concedo una colazione in solitaria con vista sull’alba: una tazza di caffè caldo, il sole che lentamente colora il cielo e il mare che cambia tonalità a ogni minuto. È un momento che custodisco gelosamente, tutto mio, prima che la nave si svegli davvero e che la giornata prenda il ritmo delle attività.

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Il primo giorno di navigazione non è mai un giorno qualsiasi: è il tempo dei programmi, dei sogni e delle attese. In crociera c’è sempre quella sensazione sospesa in cui il viaggio non è ancora cominciato davvero, ma già vive dentro di te.
È il momento in cui si fanno mille progetti: i luoghi che vedremo, i tramonti che non vogliamo perdere, i piatti da assaggiare, le passeggiate sul ponte di notte. E sappiamo che non tutto si realizzerà, perché la realtà, con i suoi imprevisti, ha sempre il potere di spostare i piani.
Ma proprio questo rende il viaggio speciale: quel miscuglio di speranza e incertezza, di attesa e di possibilità, che riempie i primi giorni come una promessa.

Giulio, ormai dieci anni compiuti, vive la nave con entusiasmo: per lui tutto è scoperta e si appassiona a dettagli che noi neppure notiamo. La cosa più bella è che può muoversi in autonomia, andando in piscina, prendendo un gelato o girando per i ponti, mentre noi ci rilassiamo. Un luogo sicuro dove può sperimentare un po’ di indipendenza e imparare a relazionarsi con gli altri ospiti. E qui sta la parte tenera: l’età media, complice il periodo con le scuole già aperte, è piuttosto alta e per lui tutti diventano una specie di zii o nonni. Lo fermano con dolcezza, gli chiedono di dove siamo, e lui risponde educato e un po’ divertito da tanta attenzione.

Scopriremo poi che il kid's club conta appena una decina di bambini in tutto ma questo non sarà affatto un problema, anzi: diventerà un piccolo universo speciale, da raccontare con più calma nei prossimi capitoli.

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E così si conclude il nostro secondo giorno: tra la pioggia imprevista di Barcellona, l’imbarco senza intoppi e il lento ritmo della navigazione che comincia a scandire i nostri tempi. Il mare, ancora una volta, inquieta e chiama: è la promessa silenziosa che ci accompagna, mentre attendiamo con curiosità la prossima tappa del viaggio.

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Ogni sera, durante il secondo riassetto della cabina, il cabinista lascia sulla scrivania il programma cartaceo del giorno successivo: un piccolo rituale che adoro. Con le luci basse, mentre mio figlio si addormenta e mio marito legge il suo libro, sfoglio le pagine e pregusto mentalmente le attività che voglio fare, scoprendo anche qualche informazione sul porto di scalo. Mi è particolarmente utile perché la mia colazione è molto presto: sapere l’orario di apertura del buffet mi permette di organizzarmi. Durante il nostro itinerario, il buffet apriva alle 6 nei giorni di scalo e alle 6.30 nei giorni di navigazione. Ecco un esempio delle attività e degli orari di apertura.

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E, come ciliegina sulla torta, insieme al programma trovo il cioccolatino sul cuscino: un piccolo gesto che rende la sera speciale e mi fa sentire coccolata, pronta ad addormentarmi con la mente già piena di mare e di avventure.

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Viaggiare? È partire da ciò che si è, non da dove si è."
(Fernando Pessoa, Libro dell’inquietudine)


Già questo incipt mi piace, come anche Pessoa in generale , lo trovo molto attinente con le sensazioni che il mare sa suscitare in noi....l'inquietudine poi è la compagna fedele del viaggiatore intesa come frenesia del voler andare sempre più in là.

Ti leggerò con molto piacere.
Grazie mille per il tuo commento! 😊 Concordo pienamente: l’inquietudine è una compagna fedele, quella frenesia sottile che ci spinge a voler andare sempre più in là, ma anche a osservare con intensità ciò che ci circonda. Colgo anche l’occasione per ringraziarti personalmente: i tuoi diari sono una fonte di ispirazione per me, così ricchi di informazioni pratiche e piccoli dettagli che fanno davvero la differenza nell’organizzazione di un viaggio. Spero che il mio diario possa essere altrettanto piacevole da leggere
 
@lusitania1915 è veramente un piacere leggerti e ti ringrazio veramente ,specie per la possibilità che mi dai di viaggiare seppure virtualmente ,in un periodo non troppo facile ed impossibile per me nell' andar per mare.
Grazie ancora e complimenti anche al tuo piccolo viaggiatore che vedo già essere sulla buona strada!
 
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