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Fincantieri

DrPianale

Co-Fondatore
Fincantieri, le barricate di Marta alzate solo per fare demagogia

Fincantieri, le barricate di Marta alzate solo per fare demagogia

Fincantieri, le barricate di Marta alzate solo per fare demagogia

http://www.ilgiornale.it/genova/fin.../articolo-id=524156-page=0-comments=1#Scene_1

(...) Mario Margini sul caso Fincantieri mi hanno ricordato proprio le ipotesi di scuola sulle cose da non fare e sui possibili danni economici.
Ne abbiamo parlato spesso, ma vale la pena di fare un brevissimo riassunto delle puntate precedenti: Fincantieri è un’azienda di assoluta eccellenza nel settore navalmeccanico ed ha ben otto stabilimenti in tutta Italia, con un’importanza metalmeccanica superiore alla Fiat, che costruiscono navi da crociera, navi militari e megayacht. Fino a pochi anni fa, questi cantieri lavoravano a pieno regime, visto che nel mondo si costruivano molte navi e in Cina e in Corea quasi non si sapeva cosa fossero. Poi, gli ordini di navi sono diminuiti moltissimo e in Europa e, soprattutto a Fincantieri, sono rimaste solo quelle di altissima qualità. Per capirci, niente gasiere o portacontainer, ma navi lussuose da crociera o unità militari di altissimo livello.
In questo quadro, Fincantieri ha avuto la fortuna di avere un amministratore delegato come Giuseppe Bono, nomen omen, che è stato capace di conquistare la stragrande maggioranza delle commesse che c’erano sulla piazza ed ha avuto anche l’intuizione di diversificare, ad esempio puntando sul mercato dei megayacht. E si è anche «inventato» alcuni mercati virtuali, come quello delle carceri galleggianti o quello che mirava al rinnovo delle flotte dei traghetti, che in Italia sono fra le più obsolete del mondo. Poi, certo ci si sono messi, nell’ordine, forze come l’Europa che considera aiuti illeciti gli interventi statali, soprattutto e solo se lo Stato in questione è quello italiano; il governo che ha annunciato moltissime volte interventi per la cantieristica ma, soprattutto da quando Claudio Scajola non siede più sulla poltrona di ministro dello Sviluppo Economico, di questi interventi non si è vista l’ombra. Poi, ciliegina sulla torta, parole come quelle di Marta Vincenzi che non ha perso occasione di tacere e, sulle carceri galleggianti, non ha trovato meglio che citare «Alcatraz» e dire prima addirittura che il progetto partisse che lei era contraria senza se e senza ma. Poi, quando gli operai le hanno detto che senza carceri rischiavano il posto, ha spiegato che le carceri galleggianti le stavano bene, purchè non venissero poste nel mare davanti a Genova. Poi, non si sono fatte del tutto e anche Marta si è calmata, non senza aver detto che, per evitare il ridimensionamento di Sestri si sarebbe messa di traverso sui binari ferroviari, rischiando che qualcuno la prendesse sul serio e schiacciasse il pulsante «start» del locomotore. I volontari sarebbero stati parecchi.
In questo quadro, è chiaro che tre cantieri nel giro di cento chilometri - quello di Sestri Ponente, quello di Riva Trigoso e quello spezzino del Muggiano - non possono reggere. E che chiunque dica il contrario, o non capisce nulla di economia o è in mala fede. Soprattutto credo che si tratti di gente che vuole, in qualche modo, speculare sugli operai per obiettivi elettorali o politici, rischiando di creare pericolose illusioni. E di gente così ce n’è tanta a sinistra, ma non mancano esponenti neppure a destra.
Invece io credo sia arrivato il tempo della responsabilità, della serietà, del rifiuto della demagogia. Perchè cantieri navali dove non si costruiscono navi non sono cantieri navali, ma sono ammortizzatori sociali. E un lavoro finto non è un lavoro.
Soprattutto, trovo folle l’idea che si difenda un lavoro falso - cioè costruire navi dove non ci sono più navi da costruire - piuttosto che pensare a creare un lavoro vero. E, fra l’altro, i lavori veri possono essere parecchi: dalle riparazioni navali, a qualcosa legato ad Ansaldo Energia, ad altre soluzioni, magari collegate alla portualità o all’alta tecnologia, che possono essere volano di sviluppo per Genova.
Insomma, l’idea di mantenere in vita un cantiere navale per non costruire navi è perfettamente identica all’idea di scavare buche per poi riempirle. E qui torniamo ai libri di economia politica e agli insegnamenti di John Maynard Keynes che diceva che, in periodi di crisi, questa poteva essere una buona soluzione, in modo da dare un salario a coloro che scavavano e da far nascere negozi e osterie dove la gente spende soldi attorno alle buche. Insomma, un volano per l’economia.
A me, che pure ammiro una parte della teoria keynesiana, questa tesi non ha mai convinto. Così come l’idea di tenere aperti tre cantieri quando ne sarebbe sufficiente uno - ovviamente utilizzando i lavoratori degli altri due cantieri in altre attività, più utili socialmente e anche più gratificanti per gli stessi operai e impiegati - mi sembra una cosa molto da economia pianificata di stampo sovietico. E non escludo che le letture che ispirano alcuni degli ispiratori ideali di Mario Margini siano proprio quelle dei piani quinquennali.
Insomma, mi pare che in Fincantieri alcuni dei contrari alla svolta liberal di Bono, fin dai tempi in cui si opposero alla quotazione in Borsa, siano legati alla «sindrome burocratica» così come la raccontava John Kenneth Galbraith in La buona società: «In primo luogo c’è il desiderio di chiunque ricopra una posizione di responsabilità di avere a sua disposizione un numero di collaboratori che appaia adeguato al suo ruolo. Questi dipendenti, a loro volta, hanno il desiderio ed il bisogno solo apparente di altri collaboratori (...) Da uno staff numeroso e deferente derivano il potere ed il piacere di esercitarlo (...) Un modo comune per giudicare il valore di un individuo è il numero dei suoi collaboratori: “Quante persone ha sotto di lui?“. Ecco, la proliferazione dei cantieri funziona un po’ così. Non è detto che servano, ma servono a garantire ruoli, posizioni e posti non necessariamente indispensabili, anzi.
E, giusto per finire con l’economia, ripassiamo pure l’utilità marginale, il concetto per cui la prima sorsata di birra nel deserto ha un valore straordinario per l’assetato, la seconda un po’ meno e la millesima sorsata ha un valore nullo.
Tre cantieri in Liguria sono la millesima sorsata.
 

maumarti

Member
Personalmente ritenevo “effimera” la posizione di leadership di Fincantieri già nel 2008 quando probabilmente ha raggiunto l’apice di ascesa della sua recente parabola. Non dico questo per vantarmi di qualcosa, per carità, ma semplicemente perché vedevo, dal “basso della mia poca conoscenza”, tale boom strettamente legato alla quantità straordinariamente elevata di commesse per navi da crociera (prevalentemente gruppo Carnival, appunto).
A mio parere un mercato come questo, con capitali ingenti “immobilizzati” per anni (non ci si ripaga un’unità da parecchie centinaia di milioni di euro in 1-2 anni, figuriamoci quando in 5 anni se ne ordinano praticamente una all’anno…), può dare una ricchezza congiunturale, non strutturale.
Rccl va ancora avanti ad investire, ma anche nel suo caso mi sento di dire che prima o poi smetterà di mettere in acqua colossi di classe Freedom (o peggio ancora Oasis) con frequenza elevata.
Se a questo si aggiunge una concorrenza straniera in grado di essere competitiva, mi viene da dire che la politica di assunzione delle risorse in questo settore debba essere piuttosto attenta a valutare i cambiamenti di rotta del mercato che possono essere piuttosto repentini, altrimenti, al solito, chi ne fa le spese sono le maestranze. Non so se e quanto questo sia realmente fattibile, ma evitare di illudere la forza lavoro che l’opulenza di commesse possa essere “a tempo indeterminato” contribuirebbe ad evitare cocenti delusioni. Non so neppure se le mie valutazioni siano o meno dotate di fondamento…; per questo scrivo: so che qui c’è gente che ne sa molto + di me...
 

Rodolfo

Super Moderatore
Maumarti, sono invece tutte osservazioni degne di nota, molte delle quale le abbiamo già discusse in tempi passati.
 

DrPianale

Co-Fondatore
Fincantieri taglia impianti e posti

Fincantieri taglia impianti e posti

Ciao a tutti

Nuovo articolo sulla situazione di Fincantieri (in riproduzione riservata)

Fincantieri taglia impianti e posti

Un progetto industriale da emergenza piena, che prevede la chiusura di due cantieri più il ridimensionamento di un terzo stabilimento e 2.551 esuberi, che non comprendono solo gli addetti dei tre siti in questione ma toccheranno tutte le aree, comprese le direzioni e gli uffici di progettazione.

http://www.ilsole24ore.com/art/econ...lia-impianti-posti-083044.shtml?uuid=AaV0SxZD
 

Mate

Active member
Comunque quello che pesa di più sulla situazione Fincantieri sono la mancanza di commesse al di fuori del segmento cruise.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Ma nell'articolo non si parla di navi da crociera; solo una generica possibilità di costruire traghetti, se andrà in porto l'acquisizione di Tirrenia. In più si ribadisce la possibilità dell'acquisto a prezo di saldo della nave libica.

L'articolo poi riporta un grossolano errore citando la costruzione in corso di Fantastica, gemella di Fantasia e Splendida.
 

fandelmare

New member
Premesso che condivido quasi in toto l'analisi sintetica ma approfondita fatta dal Dr.Pianale e le considerazioni realistiche di Maumarti, io posso solo raccontare della grande tristezza che ho provato giorni fa quando recandomi a Sorrento ho osservato dall'alto i più che secolari cantieri di Castellammare. Chi mi conosce un po', sa bene che le mie considerazioni sono spesso di matrice storica e quindi provo a spiegarmi così ma non so se saprò farmi capire fino in fondo: prima non c'era l'Italia ma c'erano già quei cantieri, poi è arrivata l'Italia dell'Unità che a quei cantieri assestò un colpo vigliacco, ma non mortale, poi è arrivata l'Italietta del ventennio ma passata quella, la guerra e la sconfitta quei cantieri continuavano ad esserci, poi è arrivata l'Italia degli anni 60, quella del bum, ed infine l'Italia è cresciuta, l'hanno inserita nei vari G8, 9,10, ecc.ecc è con essa è cresciuta anche l'Europa di Mastriicht e Bruxelles e crescendo crescendo, il mondo invece diventa sempre più piccolo, si arriva alla globalizzazione.
Insomma quanti progressi ! Quanta storia ! Quanti accordi e trattati ! Quale grande evoluzione ! GIA ! Ma tutte queste cose valle a spiegare a quelli del piccolo vecchio cantiere di Castellammare! Probabilmente ti risponderanno arrabbiati che i loro padri, nonni, e bisnonni se la cavavano meglio di loro. Poverini loro, di tutte quelle belle cose che abbiamo detto capiscono poco o niente.
Scusate questa inadeguata breve digressione, non oso misurarmi su certi temi con chi ne sa tanto più di me, io m'intendo piuttosto di piccole storie e di piazze di paese oggi invece le storie sono troppo grandi e globali e drammaticamente in piazza ci si va MA NON per incontrare gli amici.
Un salutone Fan e grazie soprattutto a chi, mostrando sensibilità, ha aperto l'argomento.
P.s.
Se la ricetta funziona il piatto è appetitoso e salutare ma a giudicare dal sapore comincio a pensare che in questa ricetta del mercato globale portata da certa "Nouvelle cousine" ci deve essere qualche ingrediente che non va, se non addirittura un bel po' di veleno. Basterà un correttore di sapidità o qualche additivo ? Speriamo ! Però comincio a dubitarne e temo che ormai sia troppo tardi, l'inguacchio è fatto e come recita un vecchio detto: "O ti mangi la minestra o...ti butti dalla finestra !"
 
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SAA58

Member
E' proprio un gran peccato, Fincantieri è, e speriamo rimanga ancora per molto, il fiore all'occhiello della cantieristica italiana!
Abbiamo "distrutto/svenduto" negli ultimi 20 anni il mondo italiano delle telecomunicazioni, idem l'industria dell'auto (Fiat ora americana)vediamo come andrà a finire Parmalat, probabilmennte sarà francese, insomma non riusiamo a mantenere vive le nostre industrie/eccellenze; colpa sempre della globalizzazione (??). Vediamo Francia e Germania, le loro aziende prosperano anzi vengono ad acquisire le nostre.....Basta !!!
Scusate, ma non è possibile che dal 2008 ad oggi tutto cambi così velocemente..... certo la crisi globale,....Fincantieri è passata dalle stelle alle< stalle>...
Speriamo in qualche "miracolo", almeno in questo campo.
Anna
 

paolocecchi

Well-known member
Tutto verissimo.Però il mio pensiero va a tutti i dipendenti che rischiano seriamente di perdere il lavoro.Un augurio a loro di tutto cuore che il problema sir possa risolvere.
 

Rodolfo

Super Moderatore
E' proprio un gran peccato, Fincantieri è, e speriamo rimanga ancora per molto, il fiore all'occhiello della cantieristica italiana!
Abbiamo "distrutto/svenduto" negli ultimi 20 anni il mondo italiano delle telecomunicazioni, idem l'industria dell'auto (Fiat ora americana)vediamo come andrà a finire Parmalat, probabilmennte sarà francese, insomma non riusiamo a mantenere vive le nostre industrie/eccellenze; colpa sempre della globalizzazione (??). Vediamo Francia e Germania, le loro aziende prosperano anzi vengono ad acquisire le nostre.....Basta !!!
Scusate, ma non è possibile che dal 2008 ad oggi tutto cambi così velocemente..... certo la crisi globale,....Fincantieri è passata dalle stelle alle< stalle>...
Speriamo in qualche "miracolo", almeno in questo campo.
Anna

Direi che non è proprio così in assoluto. La crisi cantieristica è vissuta drammaticamente in tutta Europa, con l'unica eccezione dei cantieri Meyer Werft. Sono in difficoltà i cantieri Finlandesi, Polacchi, Francesi, Spagnoli. Ma diamo un'occhiata intorno; i grandi cantieri che sfornavano in continuazione navi da Crociera sono con l'acqua alla gola, e ancora ancora Fincantieri qualche commessa l'ha raccolta a differenza di STX. Senza contare che Fincantieri controlla cantiieri navali americani e che ha ricevuto una mega commessa dalla US Navy.

E sarà sempre peggio per la cantieristica navale europea, con tutti gli armatori protesi a mega commesse ai cantieri asiatici. Non voglio entrare in analisi di tipo politico, anche se ho le mie idee, ma Fincantieri non può, secondo me, tenere in piedi 9 cantieri in Italia con l'attuale situazione di mercato; mantenerli tutti in vita senza commesse, significa solo prorogare l'agonia. E Fincantieri non vive solo di navi da Crociera, anche se qui parliamo solo di quelle; come ha detto Mate sono le altre commesse che mancano.

Per quanto riguarda le acquisizione all'estero, mi sembra dovrebbero essere gli americani a preoccuparsi che un loro famoso marchio sia ora FIAT/Chrysler, visto che il loropiano industriale è stato elaborato dalla casa di Torino. E direi che anche in altri settori l'Italia acquisisca fette di mercato all'estero
 
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allocci

New member
Quoto completamente Rodolfo, e aggiungo, purtroppo alla fine pagano sempre gli operai, le scellerate scelte dei manager , e magari quando vanno via si prendono pure una mega liquidazione.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Sergio, il tuo intervento è chiarissimo. Mi è piaciuta la tua descrizione del Cantiere di Castellamare attraverso le vicende storiche della nostra Italia. Non lo so effettivamente cosa succederà nei prossimi mesi, se si darà luogo all'applicazione del piano di interventi di Fincantieri, se interverranno le istituzioni politiche e sindacali.

Quello di cui son sicuro è che i cantieri sono troppi, se mancheranno le commesse. Non so quali interventi saranno adottati, ma sovvenzioni statali sono vietate dalla Comunità Europea, che io sappia, le costruzioni militari per la nostra marina, già ridotte all'osso, sono state ulteriormente ridotte, gli armatori costruiscono all'estero a prezzi impensabili per ottenere le stesse costruzioni nei nostri cantieri. Dove si può trovare la soluzione del problema?

E quindi, con grande rammarico, non vedo altre soluzioni. L'analisi su dove si abbatterà l'ascia della chiusura, è altrettanto da tenere in considerazione. Stato dei cantieri, efficienza, spazi, dotazioni tecnologiche, capacità di lavorare più manufatti nell'unità di tempo, vicinanza degli stabilimenti dei fornitori tutti considerazioni necessarie per ottenere un prezzo finito del prodotto, il più competitivo possibile, mantenendo allo stesso tempo una buona qualità del prodotto.
 

fandelmare

New member
Rodolfo tutto ciò che hai detto con estrema lucidità si può sintetizzare così : la legge del mercato. Una volta si diceva Lex sed dura Lex ma in quel caso qualche correttivo si poteva trovare per la legge del mercato che oggi impera questo non è possibile, la egge del mercato è inflessibile peggio ancora se quel mercato è globalizzato. Ciao e grazie per la replica. ciao Fan
 

paolocecchi

Well-known member
Leggo di un prestito a Carnival per ordinare due navi a Fincantieri.Se ho interpretato bene e' una buona notizia o no?
 
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