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Gruppo Ferretti venduto ai cinesi

F

Felix73

Guest
Un marchio storico della nautica Italiana che prende il volo per altri lidi.
Oltre al dispiacere di vedere un altro Brand nazionale espatriare (e guardacaso verso la Cina), questa a mio parere rappresenta la classica storia moderna di come un'azienda economicamente sana e strategicamente creativa, nel tempo è stata letteralmente cannibalizzata dall'"abuso" di finanza.
Il problema è che poi, volenti o nolenti, plusvalenze su plusvalenze, i nodi vengono sempre al pettine.

Vi posto il link.

http://www.repubblica.it/economia/f...ferretti_diventa_cinese-27854307/?ref=HREC1-3

Un saluto
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Felix, io di economia non capisco molto (ci avrei potuto lavorare, ma non provo proprio interesse) ma se avessi una società multimegaplanetaria non la quoterei in borsa neanche sotto tortura..

A me sembra un gioco da pazzi e senza senso (ricordo anni fa come Tiscali ha acquistato un valore totalmente fuori da ogni logica reale in meno di un paio di mesi), un mondo con vita propria totalmente estraniato dalla realtà..

Mi scoccia solo (e tanto) che alla fine il tutto si è riversato addosso a chi non ci ha mai voluto far parte sotto forma di finanziare e tasse su tasse: attualmente tutta questa roba è servita a pagare le banche e non, come ai vecchi tempi, i servizi che uno stato deve assicurare..

Per quanto riguarda questo smercio delle società Italiane, specie rispetto ai Cinesi mi chiedo: ma se la Cina vende in Italia una scarpa a 5 Euro cosa ci guadagna? All'inizio nulla, anzi, ma scalcia via la nostra produzione locale e la ammazza totalmente..

Se poi lo stessa Cina ospita le nostre produzioni a prezzi concorrenziali con l'estero che ci guadagna a lungo termine? Che un giorno loro sapranno fare le cose e noi non sapremo fare nulla, dipendendo totalmente da loro..

Già oggi hanno una tecnologia eccellente, sono avanti su molti campi, hanno i soldi e si comprano il debito pubblico (quindi il potere) di varie nazioni..

Ma fanno questo saltando totalmente la tutela della salute di chi lavora per loro, le sicurezze, tutto quello che rende 'civile' la nostra società..

Sinceramente io sono dell'idea che ci vorrebbe meno borsa, ed un po' di Dazi doganali, non è possibile farsi smontare casa così..

tanto più che, giramola come vogliamo, la Francia e la Germania tutelano eccome con aiuti nazionali le loro società, noi invece le lasciamo morire..

So perfettamente di non avere tutta la cultura per discutere di questi argomenti (e su questo chiedo a te) ma almeno gli occhi per vedere mi sembra di averli..

Mi scuso per un discorso che comunque alla fin fine è politico..

Un saluto (amaro)
Manlio
 
F

Felix73

Guest
Manlio, in breve, perchè gli spunti che proponi sono tanti ed estremamente complessi, ci vorrebbe tanto tempo per risponderti:

1) Quotazione in borsa: di per sè non è una brutta cosa. Di base è uno dei sistemi "più sani" per finanziare la propria crescita (finanziare innovazione, nuovi prodotti, nuovi stabilimenti etc....) aprendo il proprio capitale a soggetti terzi. Ma la quotazione dovrebbe sempre rappresentare il valore dell'azienda. Nel caso di Tiscali, il valore delle azioni rappresentavano solo "potenziali aspettative" a fronte di una patrimonializzazione esigua, e quando si è capito che le aspettative sarebbero rimaste solo aspettative, il castello è crollato. La borsa non è il male, lo è invece spesso la mancanza di una regolamentazione adeguata e moderna e l'assenza di controlli in alcune tipologie di scambio che hanno solo finalità speculative.

2) Cina: i cinesi posseggono già grandi fette di debito pubblico di potenze economiche occidentali. Questo li pone in una posizione di dominanza politica, soprattutto in prospettiva. Lo scenario futuro ipotizzabile parte dal loro attuale obbiettivo, che è di costruirsi un Know how (lo comprano o lo importano). Si, domani sapranno fare le nostre stesse cose se non di più, e forse meglio. Il Know how è ancora un vantaggio competitivo per noi, ma lo stiamo perdendo. Il loro limite è che hanno una situazione sociale e politica che sta generando pressioni interne , che potrebbero degenerare in forti instabilità, ed alla fine implodere.

3) Dazi doganali: non abbiamo un mercato interno così ampio per proteggerlo con dazi senza pagarne uno scotto. Siamo un paese esportatore, se mettiamo dazi (ma ricordati che siamo in Europa) gli altri faranno la stessa cosa con noi, i nostri prodotti saranno ancora meno concorrenziali. Se li mettiamo solo nei confronti della Cina, addio agli accordi commerciali che abbiamo stipulato qualche anno fà, e scordiamoci la potenzialità che per noi rappresenta il loro mercato interno, ben più vasto del nostro. Direi che non è una buona idea.

4) Francia e Germania? Io personalmente non sono tanto propenso agli aiuti di stato. Lo stato deve porre in essere una legislazione adeguata per creare i presupposti affinchè un'azienda possa svilupparsi (infrastrutture, fisco, legislazioni snelle) e creare lavoro.
Noi è da tempo che non abbiamo come "sistema paese" una visione di "lungo periodo". Magari siamo molto bravi a mettere "delle pezze", ma solo utili nel breve. Abbiamo perso terreno e competitività. E, rispetto ai due Paesi da te citati (ed anche loro non se la passano poi così bene…), abbiamo un tessuto produttivo caratterizzato da aziende più piccole (si, magari più elastiche ai cambiamenti, ma anche più fragili nei confronti dei competitor stranieri), siamo importatori di energia e petrolio che quindi da noi costa di più, e le nostre aziende più grandi o sono pubbliche (con tutti i limiti del caso), o sono "dinastiche" (appartengono a famiglie storiche) e quindi hanno avuto poco ricambio manageriale, e sono meno aperte ai cambiamenti repentini dei tempi moderni.

Questa è la mia opinione, sintetizzata il più possibile, vista la complessità dell'argomento.

Ciao
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
L'argomento è tosto: per Dazi doganali intendevo Europei e non Italiani..

Le conoscenze dei Cinesi spesso e volentieri sono come le nostre se non superiori: basta pensare ad es. che l'Europa si è messa a ridere visto che loro sono andati nello spazio con una specie di Soyuz, ma l'Europa non è assolutamente in grado di andare nello spazio senza chiedere il passaggio ai Russi ed agli Americani..

Ormai nei campi della teconologia avanzata hanno capacità notevoli e noi spesso non le abbiamo, per es. nelle batterie al Litio, che sono uno dei prodotti fondamentali per il futuro sviluppo tecnologico di reti elettriche e veicoli a basso impatto ambientale, sono a livelli che l'Europa si sogna (e l'Italia poi neanche quello).

Io non voglio fare un discorso 'contro' la Cina, non mi passerebbe neanche per la mente, ma contro una slealtà che gli permettiamo e che ci potrebbe costare cara, cosa diversa..

Sul discorso di Francia e Germania sta di fatto che loro le loro ditte se le proteggono, penso ai cantieri Navali ed alla produzione elettrica, noi no..

In linea di principio anche secondo me lo stato non deve aiutare in quel senso, ma deve assicurare una burocrazia snella, infrastrutture (ferrovie, porti, strade) e legalità, in modo da permettere a chi fa un investimento di essere garantito sui fondamentali..

Ma Francia e Germania mi sembra che vadano oltre, in una ottica (e questo è un problema grosso) che ha l'Europa di non essere 'nazione' (come gli Stati Uniti) ma Unione Economica con.. limiti!!

Quando parlo di dazi o concorrenza alla Cina intendo dire una Europa e non una Nazione, ed una Europa che cerca di tenersi le basi produttive ed il lavoro in casa (chiamando 'casa' l'Europa e non un determinata nazione).

La questione di Tiscali mi porta ad una domanda: quante volte la borsa 'deborda'? A me sembrano troppe..

Ormai il prodotto è una astrazione, e questo però cozza con la realtà ed alla fine si vede..

Esattamente come nel caso di Ferretti, che se ho capito bene produce ancora oggetti di qualità ma è 'fallito'.. una cosa assurda per me..

Un salutone!!
Manlio
 
T

tano

Guest
Che posso dire bello leggerti Felix, credo che hai dato un bel panorama.
Dal gruppo Ferretti credo che qualcosa di simile fra non molto succederá saranno dei Eurobonds se si vuole salvare l´Euro e cosí come attualmente i Cinesi stanno salvando il debito pubblico Americano salveranno quello Europeo, i soldi sono nella loro mani e se vogliamo che l´economia gira c´é bisogno che tornino in Europa.
Ma qui sono d´accordo con la cancelliere Tedesca Merkel i soldi devono servire all´economia, alla reattivazione, alla crescita ed alla creazione di posti di lavoro, e non alla burocrazia creata dai nostri cattivi politici assieme alle pensioni.
Per uscire dalla crisi anche i sindacati devono capire che non si puó competere a livello mondiale con dei paesi di mano d´opera bassa e perció é ora di prendere coscienza che bisogna di nuovo mettersi al lavoro come una volta, con piú umiltá accettando tutto.
Felix io credo che piú che aiuti di stato il problema sia piú in un solido sistema creditizio con interessi bassissimi che aiuta alle aziende Tedesche rispetto alle Italiane.
Infatti la Fiat é stata sempre aiutata ( ed anche malmaente criticata ) pero mi sa che quello che fallisce attualmente sia la parte creditizia, stessa cosa anche va alla Fincantieri rispetto alla Meyer Tedesca.
Io credo che l´italia é una potenza, la sua industria é solida, mancano i quattrini e la serietá dello stato che con Monti si puó avere, peró c´é bisogno un urgente aiuto alle banche per fare ripartire le imprese.

Un saluto.
 
F

Felix73

Guest
Io non voglio fare un discorso 'contro' la Cina, non mi passerebbe neanche per la mente, ma contro una slealtà che gli permettiamo e che ci potrebbe costare cara, cosa diversa..

Sulla base di questo, abbiamo tanti tipi di slealtà: dal Brasile all'India, per certi versi Est Europa, Stati Uniti per risparmi su riduzione emissioni sostanze inquinanti...etc. etc.
Manlio, non se ne esce più. E quindi, che si fa?

Sul discorso di Francia e Germania sta di fatto che loro le loro ditte se le proteggono, penso ai cantieri Navali ed alla produzione elettrica, noi no....

Sarebbe sostanzialmente vietato, dipende però dal tipo di intervento. Basta non voler tenere in vita a tutti i costi cadaveri che succhiano solo soldi pubblici (e quindi tasse)...vedi Alitalia...

In linea di principio anche secondo me lo stato non deve aiutare in quel senso, ma deve assicurare una burocrazia snella, infrastrutture (ferrovie, porti, strade) e legalità, in modo da permettere a chi fa un investimento di essere garantito sui fondamentali....

Esattamente, è quello che ho scritto.

Ma Francia e Germania mi sembra che vadano oltre, in una ottica (e questo è un problema grosso) che ha l'Europa di non essere 'nazione' (come gli Stati Uniti) ma Unione Economica con.. limiti!!....

Si. Ma sali di un livello...fai l'elenco delle nazioni che fanno parte dell'Europa intesa come Unione...e vedrai delle diversità allucinanti tra paese e paese...Possono convivere nazioni secolari con tradizioni, culture, società profondamente differenti, solo attraverso una decisione "politica"?
Non dico di no...ma almeno riflettiamoci...

Quando parlo di dazi o concorrenza alla Cina intendo dire una Europa e non una Nazione, ed una Europa che cerca di tenersi le basi produttive ed il lavoro in casa (chiamando 'casa' l'Europa e non un determinata nazione).!!....

Vuol dire Fisco uguale per tutti i paesi, sistema salariale uguale per tutti i paesi etc. etc.
Non è una cosa immediatissima!
Per ora, mi accontenterei che la Banca Centrale facesse fino in fondo il proprio lavoro...e che fermassero quel tizio in Ungheria...anche da queste cose si vede se esiste un'Europa...

La questione di Tiscali mi porta ad una domanda: quante volte la borsa 'deborda'? A me sembrano troppe..

Manlio, metterla su questi termini equivale a dire che siccome la politica è corrotta, allora eliminiamo la politica...(è un esempio ovviamente...)
Non sarà forse colpa dei "politici" e non della "Politica"?
Io sono di più per dei "controlli seri".....

Ormai il prodotto è una astrazione, e questo però cozza con la realtà ed alla fine si vede.. Esattamente come nel caso di Ferretti, che se ho capito bene produce ancora oggetti di qualità ma è 'fallito'.. una cosa assurda per me..
..

Si, è un pò così purtroppo. Ferretti produceva e produce delle gran belle "barche". Che hanno un mercato internazionale. Non è fallito Manlio, ma ha rischiato di farlo perchè si è lanciato in operazioni finanziarie "acquisitorie" indebitandosi e facendo il passo più lungo della gamba. Il tutto certificato ovviamente da fior di banche ed operatori finanziari.

un saluto
 
F

Felix73

Guest
Che posso dire bello leggerti Felix, credo che hai dato un bel panorama.
Dal gruppo Ferretti credo che qualcosa di simile fra non molto succederá saranno dei Eurobonds se si vuole salvare l´Euro e cosí come attualmente i Cinesi stanno salvando il debito pubblico Americano salveranno quello Europeo, i soldi sono nella loro mani e se vogliamo che l´economia gira c´é bisogno che tornino in Europa.
Ma qui sono d´accordo con la cancelliere Tedesca Merkel i soldi devono servire all´economia, alla reattivazione, alla crescita ed alla creazione di posti di lavoro, e non alla burocrazia creata dai nostri cattivi politici assieme alle pensioni.
Per uscire dalla crisi anche i sindacati devono capire che non si puó competere a livello mondiale con dei paesi di mano d´opera bassa e perció é ora di prendere coscienza che bisogna di nuovo mettersi al lavoro come una volta, con piú umiltá accettando tutto.
Felix io credo che piú che aiuti di stato il problema sia piú in un solido sistema creditizio con interessi bassissimi che aiuta alle aziende Tedesche rispetto alle Italiane.
Infatti la Fiat é stata sempre aiutata ( ed anche malmaente criticata ) pero mi sa che quello che fallisce attualmente sia la parte creditizia, stessa cosa anche va alla Fincantieri rispetto alla Meyer Tedesca.
Io credo che l´italia é una potenza, la sua industria é solida, mancano i quattrini e la serietá dello stato che con Monti si puó avere, peró c´é bisogno un urgente aiuto alle banche per fare ripartire le imprese.

Un saluto.

Tano, molto giusto il tuo discorso. Il credito è un problema. Anche rispetto al paese in cui vivi tu.
Tu pensa che i soldi che la banca Centrale ha versato alle banche Italiane per generare liquidità è finito in:
- Titoli di stato (certo...con quello che rendono...!!) ma non troppo...
- E' tornato nei depositi presso la banca centrale con un tasso di rendimento minimo (ma privo di rischio)

Pochissimi soldi sono stati utilizzati per il mercato del credito, prestiti alle aziende per investimenti etc.
Le banche in Italia hanno paura...prestano solo per attività con pochi rischi...ed a tassi altissimi..
Tano, esattamente, sta mancando "il carburante" che serve per far andare avanti le aziende...

Un saluto
 

pmanlio

Active member
Felix ho apprezzato assai la risposta, ti commento alcuni passi:

Sulla base di questo, abbiamo tanti tipi di slealtà: dal Brasile all'India, per certi versi Est Europa, Stati Uniti per risparmi su riduzione emissioni sostanze inquinanti...etc. etc.
Manlio, non se ne esce più. E quindi, che si fa?

Che si fa? Una cosa è essere noi come Europa i 'cattivi' del mondo che detengono il potere, inquinano, gettano rifiuti in giro ed impediscono ad altri paesi di svilupparsi un'altra è accettare che una scarpa ottima e di livello prodotta in Cina costi cinque Euro, non è uguale.. ci torno tra un attimo..

Sarebbe sostanzialmente vietato, dipende però dal tipo di intervento. Basta non voler tenere in vita a tutti i costi cadaveri che succhiano solo soldi pubblici (e quindi tasse)...vedi Alitalia...

No, quello non lo vorrei neanche io, ma di fatto abbiamo dei gioielli (Enel, Fincantieri ecc.) lasciati da soli mentre gli altri li proteggono..

Vedi il problema dell'Europa nel mondo di oggi secondo me è un po' paragonabile al Medioevo Europeo, mentre nascevano grandi Nazioni l'Italia era divisa in tutto, e la grande Italia del Rinascimento è divenuta la comparsa del 1600/1800, divisa e occupata da chi passava, perchè non ha vissuto il processo di formazione della Francia o della Germania ad es.

Oggi hai gli Stati Uniti, la Cina ed un mondo di grande complessità: a questo l'Europa risponde con una sostanziale assenza di politica estera condivisa, quindi purtroppo è sempre al rimorchio di altri quando c'è da prendere decisioni che magari hanno a che vedere con la guerra o la pace..

Io credo che mettere su una Europa simile agli Stati Uniti è al momento una utopia, esattamente per i motivi che scrivi tu sopra, ma è anche un suicidio non averla..

Se fossi il 'Presidente' di una Europa io i dazi alla Cina li metterei eccome, e farei in modo di realizzare un mercato Europeo del lavoro protetto, lavorando in tutti i modi affinchè imprenditori ed imprese rimangano qui e non vadano in Oriente o in Brasile..
Ma questo presidente non esiste, la Cina si compra i debiti pubblici e ci affossa le aziende con una concorrenza sleale, tanto si può permettere di lavorare in debito perchè può sfruttare le persone e fregarsene delle norme di sicurezza (una raffineria di Petrolio costruita in Cina costa un terzo di una costruita in Europa: causa totale differenza delle leggi sulla sicurezza del lavoro) perchè lì la vita non conta nulla..

Io posso capire che oggi un imprenditore fugga in Cina Brasile ecc. perchè ci guadagna da subito, ma se oggi questo ci costa disoccupazione e crisi domani ci costerà conoscenze ed anche i soldi all'imprenditore: basta che una bella mattinata la Cina o chi per lei gli rifila una bella pedata nel sedere e.. ciao!!
Loro avranno le conoscenze, loro le fabbriche, che gli frega di noi?

Manlio, metterla su questi termini equivale a dire che siccome la politica è corrotta, allora eliminiamo la politica...(è un esempio ovviamente...)
Non sarà forse colpa dei "politici" e non della "Politica"?
Io sono di più per dei "controlli seri".....

Lo so, ma sinceramente continuo a chiedermi a cosa serve tutto questo mondo, che vedo con ignoranza sia chiaro..
Se ho una bella idea in testa perchè devo andare in Borsa? Tiscali di cui parlavo ad es. poteva andarsene in una banca e chiedere un bel supporto: l'idea era ottima ed avrebbe ottenuto il giusto, lo avrebbe fatto fruttare e ci guadagnavano in due..

Invece mi ritrovo i 'giochi' le scommesse ecc. Bhò..

La politica è un esempio diverso, la politica è indispensabile e lo capisco al volo..

Poi ovviamente sono io a non conoscere bene queste cose, e so sotto sotto di aver torto.. (non lo nego, è così)

Si, è un pò così purtroppo. Ferretti produceva e produce delle gran belle "barche". Che hanno un mercato internazionale. Non è fallito Manlio, ma ha rischiato di farlo perchè si è lanciato in operazioni finanziarie "acquisitorie" indebitandosi e facendo il passo più lungo della gamba. Il tutto certificato ovviamente da fior di banche ed operatori finanziari.

Capisci, queste cose mi lasciano perplesso assai.. come mi lascia perplesso che uno stato fa una manovra ma se un gruppo dice che da AAA si va ad AA allora crolla tutto..

Come se il giudizio di un gruppo che non so da chi dipende e cosa vuole fa cambiare istantaneamente la produzione, le fabbriche, le risorse di un paese..

Tra l'altro dove era questo gruppo così sapientone quando ha certificato il debito Greco? Mi piacerebbe che i suoi componenti andassero in televisione e mi spiegassero bene cosa hanno controllato per decenni..

Comunque tornando seri, è vero che è un mondo che andrebbe regolamentato ed in quel caso potrebbe produrre benefici per tutti..

Tano, non è che rimboccandoci le mani e tagliando pensioni ecc. potremo mai fare concorrenza alla Cina: la Cina è tale perchè si può permettere di sfruttare le persone e perchè può permettersi di vedere minatori su minatori che muoiono in nome del risparmio..

Rimango della mia, facciamogli concorrenza in qualità (e loro la hanno, non pensare di no) ed impediamo fughe di imprenditori lì..

Alla fin fine se queste persone hanno la possibilità di fare impresa devono dire grazie ai loro stati, quindi non mi sembra questa cattiveria chiedergli di guadagnare leggermente di meno e fornire lavoro..

Se poi vogliamo uccidere i diritti per il Dio denaro va bene, tagliamo pensioni, salari sicurezza, e vediamo come finisce.. :(

Un salutone!!
Manlio
 

La76

New member
Anche se nell' ombra continuo a seguire affascinata questo post, ci sono riflessioni interessantissime...ma dite già tutto voi!!!No, la verità è che non ci capisco abbastanza da inserirmi, mi fate "paura"...:p
 
F

Felix73

Guest
Lo so, ma sinceramente continuo a chiedermi a cosa serve tutto questo mondo, che vedo con ignoranza sia chiaro..
Se ho una bella idea in testa perchè devo andare in Borsa? Tiscali di cui parlavo ad es. poteva andarsene in una banca e chiedere un bel supporto: l'idea era ottima ed avrebbe ottenuto il giusto, lo avrebbe fatto fruttare e ci guadagnavano in due..
Poi ovviamente sono io a non conoscere bene queste cose, e so sotto sotto di aver torto.. (non lo nego, è così)
Andiamo con ordine, gli spunti di riflessione che scaturiscono da quello che scrivi sono interessanti, ma complessi da spiegare.
Parliamo di borsa, e cerchiamo di capire, partendo dalla citazione sopra, il perchè è utile che ci sia e i motivi per cui non è detto che sia la "vera colpevole" della situazione di crisi ed instabilità.
Un'azienda, per finanziare la propria crescita o semplicemente per finanziare un'idea innovativa, in assenza di capitali propri si rivolge al "mercato dei capitali".
I principali attori di questo mercato, semplificando, sono banche (tramite prestiti), obbligazionisti (sempre tramite prestiti onerosi, ma qui, al contrario della singola banca, ci sono una pluralità di soggetti), ed azionisti (attraverso il mercato borsistico, ed a loro volta possono essere risparmiatori, banche, aziende etc.)).
Le differenze sono sostanziali. Nel primo caso e nel secondo, il rapporto è semplicemente tra creditore e debitore, il creditore valuta l'affidabilità di chi gli sta chiedendo i soldi, decide di erogare il prestito (che può essere con garanzie, ipoteche etc.) a fronte di un ritorno, dilazionato nel tempo, ad un certo tasso di interesse. Il creditore in questi casi non entra nel merito delle strategie aziendali, a lui interessa recuperare il capitale investito e che questo sia adeguatamente remunerato nel tempo attraverso il tasso d'interesse. Ovviamente, per il debitore che riceve i soldi, tutto ciò che è "ricavo" per il creditore (interesse), diventa per lui un costo.
Quindi indebitarsi COSTA.

Un'azienda che invece decide di quotarsi in borsa, di fatto, cerca soci. Che vuol dire? Vuol dire che gli azionisti che compreranno una quota di capitale diventeranno "proprietari" dell'azienda in proporzione alla quota acquisita. Questo cosa comporta? Comporta la partecipazione attraverso gli organi societari (assemblea dei soci, elezione Consiglio d'Amministrazione etc.) alla vita stessa dell'azienda. Dove sta il guadagno per l'azionista? oltre ad avere uno "status giuridico" ben diverso rispetto all'obbligazionista, il guadagno potenziale sta’ nella ripartizione degli utili (dividendi) che l'azienda genererà nel tempo grazie all'apporto del capitale. Svantaggi? All'azionista fà capo "il rischio d'impresa" (può rimetterci tutto sostanzialmente...). Vantaggi e svantaggi per l'azienda che si quota? Finanziare a COSTO ZERO la propria crescita, a fronte però di una ripartizione degli utili generati. Ed in presenza di scelte strategiche azzeccate, si intuisce che i vantaggi ricadrebbero su una pluralità di soggetti ben più ampia (l'effetto opposto è che anche gli effetti negativi come le perdite avrebbero ripercussioni negative "a tappeto").

Di base, più opzioni si hanno all'interno del mercato dei capitali, meglio è per le aziende: avendo più scelte, possono ottimizzarle in relazione alle loro esigenze. E dietro c'è comunque una strategia, la produzione o lo sviluppo di qualcosa di concreto, che non solo può generare dividendi, ma anche occupazione e benessere.
Quindi, i principi di base dell’esistenza delle borse sono assolutamente benefici e positivi.
Ma la borsa non è solo questo.
La borsa è un mercato dove si eseguono scambi e transazioni, il cui scopo non è solo il dividendo, ma anche la realizzazione dei cosidetti "capital gains". Oggi compro azioni a 100, dopodomani le rivendo a 110. E qui diventa evidente lo scopo "speculativo" (che è, attenzione, comunque legittimo), quello più slegato all'economia reale, quello che, secondo me, è più esposto a vuoti normativi, ad umori, ad asimmetrie informative (mancanza di un'informazione condivisa fra i vari "attori" presenti nel mercato).
Nel mondo perfetto, la quotazione di un'azione dovrebbe rappresentare in ogni momento l'effettivo valore dell'azienda quotata. In realtà non è così.

Manlio, hai citato Tiscali. Giusto. Cosa è accaduto? E' accaduto che per una serie di circostanze, il titolo ha cominciato a lievitare. Perchè? Perchè c'era un'"euforia" legata alla new economy, pompata dai giornali ed assecondata dalla sorpresa di un utilizzo sempre più diffuso di un nuovo e potente strumento come internet integrato alla telefonia finalmente libera da monopoli, che ha fatto percepire (ma solo percepire) come questa potesse essere una "nuova ed illimitata età dell'oro". Tiscali a sua volta ha cominciato a comprare (indebitandosi) vari internet operator in giro per il mondo, gli operatori entusiasti facevano incetta di azioni pregustando ricavi futuri alle stelle, ma quando questo non si è verificato, tutto è crollato, e sono rimasti i debiti, ed un valore delle azioni irrisorio rispetto a quanto investito inizialmente. Boom, la bolla era scoppiata causando numerose vittime.

Ma allora, partendo dalle tue riflessioni Manlio, possiamo veramente affermare che "è tutta colpa della borsa" la situazione attuale? La crisi del 2008 (e quella attuale che ne è figlia), è dipesa dalla Borsa?
Per illustrarti la mia opinione, ipotizziamo uno scenario (totalmente teorico, semplificato ed a tratti "estremo") .

Siamo a Milano, ed io sono uno stagista che guadagna 700 euro al mese in un'azienda edile, quotata in borsa, con 1.000 dipendenti e che lavora principalmente con Enti Pubblici.
Bene. Ad un certo punto, si sparge la voce in città che una certa banca concede prestiti agli stagisti per l'acquisto di una casa, chiedendo in garanzia la casa stessa, ma senza particolari vincoli reddituali o di "status lavorativo". Peraltro, il piano di rimborso è molto conveniente, con le prime rate bassissime...certo...poi subiranno un forte incremento nel tempo...ma ci penserò, sarà un problema futuro! Alla fine quindi, da stagista, mi compro la casa!!
Ma come me, tantissimi stagisti di Milano faranno la stessa cosa, ci sarà una forte domanda di case che ne innalzeranno repentinamente il prezzo, ma la nostra banca amica sarà sempre lì a finanziare ogni acquisto. Nel frattempo, vista l'assenza di regolamentazione in materia, questa sorta di mutui vengono "cartolarizzati", e la nostra amica banca decide di rivenderli creando di fatto un mercato di scambio. E questi mutui cartolarizzati (cosiddetti "derivati"), vengono comprati dalla banca della mia azienda a Milano, da quella di La76 a Genova, dalla tua Manlio a Roma, e da quella di Tano in Germania.
Bene. Successivamente, io stagista a 700 euro al mese con una bella casa di proprietà, comincio ad avere difficoltà nel far fronte all'innalzamento delle rate. Ed è ovviamente così anche per tutti i miei colleghi stagisti di Milano.
La banca amica, comincia ad andare in crisi di liquidità perchè i soldi che aveva prestato cominciano a non rientrare più, ma non solo la ei, anche la banca della mia azienda, quella di La76, di Manlio e di Tano che nel frattempo avevano comprato i mutui cartolarizzati.
Ed ora che succede? Succede che la banca amica, smette di concedere "prestiti facili" (e quindi diventa ex-amica) perchè non se lo può più permettere, ma è titolare di un'ipoteca sulla mia bellissima casa, per cui mi caccia e la mette in vendita per far rientrare il suo investimento. E non lo farà solo con me, lo farà con tutti i miei colleghi stagisti di Milano, ed anche la banca della mia azienda, quella di La76, di Manlio e di Tano metteranno in vendita gli immobili di chi non è più in grado di pagare le rate.
Ma allora nel mercato immobiliare ci sarà un eccesso di offerta di case, la bolla speculativa immobiliare generata dalla facilità dei prestiti implode velocemente e scoppia, perchè per riuscire a vendere tutte quelle case, i prezzi crollano in picchiata, tante rimangono invendute, e la banca ex-amica e tutte le altre coinvolte, perdono definitivamente tutti i soldi che hanno prestato agli stagisti per l'acquisto delle loro case (ad un prezzo gonfiato dall'incremento della domanda).
A loro volta, le banche per far fronte a questa crisi, "chiudono i rubinetti". cioè? vediamo...

- La banca della mia azienda, smette di fare credito alla mia azienda, che peraltro lavora principalmente con Enti pubblici, e quindi con tempi di incasso superiori ai 250 giorni. La mia azienda non è più in grado di pagare i dipendenti ed i fornitori, chiude i battenti e licenzia tutti i 1.000 dipendenti (che a loro volta avevano mutui da pagare, figli da mantenere, auto da cambiare, crociere da fare etc. etc. etc.). Io, oltre a perdere la casa, perdo anche il lavoro :(
In più, in Borsa, crollano le quotazioni della mia azienda, con un danno enorme per risparmiatori, operatori finanziari etc. etc.

- La76, che ha un lavoro stabile e si deve comprare una casa a Genova, và dalla sua banca, che aveva a sua volta comprato i "titoli infetti" rimettendoci, e chiede un prestito, ma si sente rispondere: "Signorina, ci scusi, ma in questo momento non abbiamo disponibilità, o forse si, ma al tasso del 15%. faccia una cosa, torni fra 5 o 6 anni e, se saremo ancora qui, le faremo sapere".

- Manlio, ha un'idea geniale, inventa un rasoio multilama a propulsione nucleare (Manlio, so che la tua attività professionale è ben più "nobile", ma pensa anche a me, io in questa storiella ho perso sia il lavoro che la casa!!) che gli farà guadagnare un sacco di soldi. Non solo, potrà assumere 300 operai per la produzione ed ha già promesso a Felix, disoccupato, che gli farà un contratto di stage a 300 euro (sfruttatore!!) per tenere la contabilità dell'azienda.
Per cominciare l'attività, servono capitali, ma l'idea è geniale, Manlio non ha dubbi che la sua banca gli concederà un prestito, ma si sente rispondere:"Egregio Ingegnere, bella la sua idea, ma ci scusi, non abbiamo soldi. Torni fra otto anni". Ed io, ovviamente, rimango disoccupato. E senza casa. Manlio non assumerà più 300 operai e si dovrà tenere solo per se il suo rasoio a propulsione nucleare

- Tano è un vero portento nella sua attività, i suoi prodotti hanno raggiunto una fama tale che decide di aprire tre punti vendita nuovi a Dortmund, Monaco e Francoforte, con l'assunzione di nuova forza lavoro. Ma quando si reca presso la sua banca, si ripete la stessa storia:"Egregio Tano, potessimo darle i soldi!! Non ne abbiamo. Su, non faccia così, si consoli con una bella Crociera con Costa e torni fra 5 anni!!"

Qual'è il risultato finale? Che una finanza "non accorta" ha prima generato una bolla speculativa sul mercato immobiliare grazie all’illusione monetaria generata dai “prestiti facili”, poi si è inventata il mercato dei prodotti "derivati" infettando il sistema, e quando la bolla speculativa è implosa gli effetti si sono riversati nell'economia reale, attraverso disoccupazione, fallimenti e mancati investimenti (e quindi ulteriore minore occupazione)
Attenzione, quella che ho raccontato è una storiellina inventata, ma vi assicuro che non è molto distante da quello che è accaduto realmente nella crisi del 2008, ed i principi dell'effetto "domino" sono gli stessi (certo, io per spiegarmi ho dovuto semplificare ed estremizzarne molti aspetti...)

In definitiva Manlio, ma è veramente tutta colpa delle borse???

Mi riservo di rispondere più in là sulla questione Europea (anch'essa molto interessante...), direi che ho scritto e vi ho annoiato già abbastanza.

Un saluto
 
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Rodolfo

Super Moderatore
Io ho letto con gran piacere. Direi "lineare" come interpretazione, fin troppo elementare. Eppure il "giochino" com'era logico non ha retto.
 
F

Felix73

Guest
Grazie Rodolfo.
Ho molto semplificato certi aspetti, non facili da spiegare, ma spero che il concetto di fondo si possa comunque percepire.

Un saluto
 

La76

New member
Io ho letto con gran piacere.

Anche io!!!...direi che una spiegazione più "semplice" ma chiara di così non potevi darla.;)

I "giochini" del genere non possono reggere, visto che sono basati praticamente sul nulla...o, nella migliore delle ipotesi, su qualche se e qualche forse...
 

pmanlio

Active member
Grazie Rodolfo.
Ho molto semplificato certi aspetti, non facili da spiegare, ma spero che il concetto di fondo si possa comunque percepire.

Un saluto

Ci hai lavorato sopra per spiegarti bene, ed i risultati si vedono..

I meccanismi che descrivi sono il 'normale' fuori dal mondo..

Per rispondere alla tua prima domanda, io preferirei indebitarmi con le banche (per indebitarmi intendo a condizioni ben precise, non a tasso variabile ovviamente) che mi vogliono eventualmente finanziare ma non cederei la 'mia' Tiscali al controllo di nessuno, ed allo stesso modo prima ripianerei il debito, e solo dopo che vado in attivo inizierei ad operare acquisizioni e pure con una certa cautela..

Ne abbiamo parlato tempo fa, pensa che succede se per un motivo qualunque (crisi economica, attentato, affondamento) la gente scappasse dalle navi, in pochissimo tempo giganti come Royal o Carnival farebbero un botto da paura..

Ne parlammo quando criticavo l'espansionismo di Costa o MSC, che non solo si porta dietro i problemi di servizio che la gente lamenta, ma le rende fragili dal punto di vista finanziario, se per un motivo la giostra si blocca solo per mezzo anno ecco che si sono scavate la fossa..

Ed allora mi chiedo, ma non è meglio sette/dieci navi, prezzi non da rapina ma neanche da svendita ed un servizio decente?

Invece per il secondo esempio, che mi dispiace faccia riferimento ad un fatto reale, il tutto parte con la cartolarizzazione, ovvero il gioco dei derivati..

Se la blocchi la banca prima di lanciare mutui ultraconvenienti per poi invece arrivare alle conseguenze che hai illustrato ci penserebbe un attimo, anche lì hai descritto un passo più lungo della gamba..

Mi chiedo, con i mezzi matematici che hanno a disposizione, con le capacità predittive ed i simulatori di scenari che esistono al mondo, con l'esperienza che si suppone debbano avere come fanno ad avviare un gioco simile? Se lo fai lo scopo è sempre il guadagno immediato, altrimenti come si spiega?

Per es. prendo la costruzione della rete cellulare e l'esplosione delle telecomunicazioni e dei relativi software che ha portato Roma ad essere la città più produttiva di Italia per circa dieci/quindici anni..

Tutto vero e bello, ma quindici anni fa ogni Ingegnere sapeva che la pacchia doveva finire, esattamente come non puoi pensare che un cittadino cambi l'automobile tre volte l'anno non puoi neanche pensare che la rete dei cellulari Europea si può espandere ad infinito: ad un certo punto le antenne le hai messe e fine dei giochi..

Eppure quando è successo (cosa che implica una flessione del lavoro immensa, ne servirà un decimo di prima) tutte le grandi aziende sembravano stupite e sono andate in crisi..

Forse era una crisi da talpe? Bhò..

Un salutone!!
Manlio

ps: se mai avessi una azienda non mi sognerei di assumere stagisti, tutti a TI, e non solo per il loro interesse, anche per il mio.. ;)
 
F

Felix73

Guest
Ci hai lavorato sopra per spiegarti bene, ed i risultati si vedono..

Manlio, ti ringrazio.

Ne abbiamo parlato tempo fa, pensa che succede se per un motivo qualunque (crisi economica, attentato, affondamento) la gente scappasse dalle navi, in pochissimo tempo giganti come Royal o Carnival farebbero un botto da paura..

Ne parlammo quando criticavo l'espansionismo di Costa o MSC, che non solo si porta dietro i problemi di servizio che la gente lamenta, ma le rende fragili dal punto di vista finanziario, se per un motivo la giostra si blocca solo per mezzo anno ecco che si sono scavate la fossa..

Si, può succedere. Ma non ne conosco le cifre patrimoniali. Non saprei. Si potrebbe comunque ipotizzare qualcosa. Le crociere, in termini di business, generano liquidità (diverso da "guadagno").
Mi spiego: una nuova meganave in cantiere, determina delle spese. Se la costruzione è finanziata da terzi (banche, enti terzi etc.), non avrai grossi esborsi immediati (sempre semplificando), mentre comincerai ad incassare da subito grazie alle prenotazioni (aperte anche un anno prima dalla messa in esercizio). Ma i costi di queste prenotazioni, li sosterrai dopo, a nave operativa (pagherai l'equipaggio, i cabinisti, il carburante, le forniture alimentari etc.). Questo comporta un "surplus" monetario iniziale che devi saper utilizzare, per non trovarti scoperto quando sosterrai i costi "effettivi" del tuo business. Nel momento in cui decidi di fermare la nave, subisci l'effetto contrario. Le prenotazioni sono bloccate e non incassi più in anticipo perchè la nave non lavorerà, ma nel frattempo è operativa e quindi costa. Stessa cosa se si dovesse manifestare un calo contigente all'interno del mercato.
Il problema è che ci sono aziende che vivono solo di "illusioni monetarie" (tipicamente nella grande distribuzione ad esempio), e sono costrette, per compensare un disequilibrio economico (deficit tra ricavi e costi), ad aprire continuamente nuovi punti vendita (per generare nell'immediato liquidità). Ma se non consegui strutturalmente utili, prima o poi dovrai fermarti, ed allora ecco il "patatrac".

Invece per il secondo esempio, che mi dispiace faccia riferimento ad un fatto reale, il tutto parte con la cartolarizzazione, ovvero il gioco dei derivati..

Se la blocchi la banca prima di lanciare mutui ultraconvenienti per poi invece arrivare alle conseguenze che hai illustrato ci penserebbe un attimo, anche lì hai descritto un passo più lungo della gamba..

Mi chiedo, con i mezzi matematici che hanno a disposizione, con le capacità predittive ed i simulatori di scenari che esistono al mondo, con l'esperienza che si suppone debbano avere come fanno ad avviare un gioco simile? Se lo fai lo scopo è sempre il guadagno immediato, altrimenti come si spiega?

La storiella inventata da me, nasce dall'esperienza americana nel 2008.
Per capirla fino in fondo, bisogna conoscere l'antefatto, ed alcune caratteristiche tipiche USA:

- Il consumatore medio americano è molto più propenso all'indebitamento rispetto all'italiano (tradizionalmente più risparmiatore). Ciò comporta il ricorso al credito anche per banali beni di consumo, e può avere come effetto distorsivo il vivere "al di sopra delle proprie possibilità". I nodi poi vengono al pettine.
- Lo scenario economico USA ante 2008 era stato piuttosto favorevole, ed aveva generato un surplus di liquidità che andava investito. Ed ecco che, per rendere più appetibili i propri prodotti (prodotti finanziari di nuova concezione, e non regolamentati), gli operatori finanziari hanno aperto i "rubinetti" a tutti, senza le opportune garanzie, e di fatto "drogando" il mercato dei beni immobiliari (ed anche altri mercati).
- La combinazione di questi due fattori, solo negli USA, ha determinato 1.7 milioni di pignoramenti di case in un solo anno (!!!). La Lehman Brothes, al momento del suo fallimento (e solo lei, senza contare gli altri istituti di credito coinvolti) aveva oltre 600 MILIARDI DI DOLLARI di passività (!!!). Fai la proporzione con l'importo della nostra Finanziaria del 2012 e ti rendi conto del disastro!
E senza contare le ripercussioni mondiali, i titoli "spazzatura" venivano scambiati, ed hanno invaso il mondo (è fallita l'Islanda praticamente, l'Irlanda è collassata, in UK è dovuto intervenire il governo, la Spagna è implosa etc. etc. etc.)
Ecco perchè dico che la Borsa non è la causa, ma è la finanza "pirata" e fine a se stessa, accompagnata dalla mancanza di una regolamentazione e dei controlli adeguati ad essere a mio parere il vero problema. A maggior ragione quando riesce a "cannibalizzare" la parte buona dell'economia reale. E te lo dice un finanziario....

Certo Manlio, esistono dei modelli matematici previsionali, e qualcuno lo utilizzo anche io, ma qui sarebbe bastato un pò di buon senso e di etica in più. E qualcuno che vigilasse.
Ti chiedi come abbiano fatto ad avviare tutto questo? Ti rispondo: ed oggi?? hai mai sentito parlare di "derivati finanziari" serviti a finanziare il debito degli enti locali italiani e "piazzati" dalle banche? (Comuni, provincie etc etc.).
Mmmhh.... la storia continua? Vedremo...

Per es. prendo la costruzione della rete cellulare e l'esplosione delle telecomunicazioni e dei relativi software che ha portato Roma ad essere la città più produttiva di Italia per circa dieci/quindici anni..

Tutto vero e bello, ma quindici anni fa ogni Ingegnere sapeva che la pacchia doveva finire, esattamente come non puoi pensare che un cittadino cambi l'automobile tre volte l'anno non puoi neanche pensare che la rete dei cellulari Europea si può espandere ad infinito: ad un certo punto le antenne le hai messe e fine dei giochi..

Eppure quando è successo (cosa che implica una flessione del lavoro immensa, ne servirà un decimo di prima) tutte le grandi aziende sembravano stupite e sono andate in crisi..

Forse era una crisi da talpe? Bhò....

Quoto. Parliamo del fotovoltaico? ;)

Quando ho tempo rispondo sull'Europa.

Un saluto
 
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pmanlio

Active member
Ti chiedi come abbiano fatto ad avviare tutto questo? Ti rispondo: ed oggi?? hai mai sentito parlare di "derivati finanziari" serviti a finanziare il debito degli enti locali italiani e "piazzati" dalle banche? (Comuni, provincie etc etc.).
Mmmhh.... la storia continua? Vedremo...

Certo, e ricordo delle mie perplessità vecchie di almeno dieci anni.. :(

Un saluto e grazie!!
Manlio
 
T

tano

Guest
Andiamo con ordine, gli spunti di riflessione che scaturiscono da quello che scrivi sono interessanti, ma complessi da spiegare.
Parliamo di borsa, e cerchiamo di capire, partendo dalla citazione sopra, il perchè è utile che ci sia e i motivi per cui non è detto che sia la "vera colpevole" della situazione di crisi ed instabilità.
Un'azienda, per finanziare la propria crescita o semplicemente per finanziare un'idea innovativa, in assenza di capitali propri si rivolge al "mercato dei capitali".
I principali attori di questo mercato, semplificando, sono banche (tramite prestiti), obbligazionisti (sempre tramite prestiti onerosi, ma qui, al contrario della singola banca, ci sono una pluralità di soggetti), ed azionisti (attraverso il mercato borsistico, ed a loro volta possono essere risparmiatori, banche, aziende etc.)).
Le differenze sono sostanziali. Nel primo caso e nel secondo, il rapporto è semplicemente tra creditore e debitore, il creditore valuta l'affidabilità di chi gli sta chiedendo i soldi, decide di erogare il prestito (che può essere con garanzie, ipoteche etc.) a fronte di un ritorno, dilazionato nel tempo, ad un certo tasso di interesse. Il creditore in questi casi non entra nel merito delle strategie aziendali, a lui interessa recuperare il capitale investito e che questo sia adeguatamente remunerato nel tempo attraverso il tasso d'interesse. Ovviamente, per il debitore che riceve i soldi, tutto ciò che è "ricavo" per il creditore (interesse), diventa per lui un costo.
Quindi indebitarsi COSTA.

Un'azienda che invece decide di quotarsi in borsa, di fatto, cerca soci. Che vuol dire? Vuol dire che gli azionisti che compreranno una quota di capitale diventeranno "proprietari" dell'azienda in proporzione alla quota acquisita. Questo cosa comporta? Comporta la partecipazione attraverso gli organi societari (assemblea dei soci, elezione Consiglio d'Amministrazione etc.) alla vita stessa dell'azienda. Dove sta il guadagno per l'azionista? oltre ad avere uno "status giuridico" ben diverso rispetto all'obbligazionista, il guadagno potenziale sta’ nella ripartizione degli utili (dividendi) che l'azienda genererà nel tempo grazie all'apporto del capitale. Svantaggi? All'azionista fà capo "il rischio d'impresa" (può rimetterci tutto sostanzialmente...). Vantaggi e svantaggi per l'azienda che si quota? Finanziare a COSTO ZERO la propria crescita, a fronte però di una ripartizione degli utili generati. Ed in presenza di scelte strategiche azzeccate, si intuisce che i vantaggi ricadrebbero su una pluralità di soggetti ben più ampia (l'effetto opposto è che anche gli effetti negativi come le perdite avrebbero ripercussioni negative "a tappeto").

Di base, più opzioni si hanno all'interno del mercato dei capitali, meglio è per le aziende: avendo più scelte, possono ottimizzarle in relazione alle loro esigenze. E dietro c'è comunque una strategia, la produzione o lo sviluppo di qualcosa di concreto, che non solo può generare dividendi, ma anche occupazione e benessere.
Quindi, i principi di base dell’esistenza delle borse sono assolutamente benefici e positivi.
Ma la borsa non è solo questo.
La borsa è un mercato dove si eseguono scambi e transazioni, il cui scopo non è solo il dividendo, ma anche la realizzazione dei cosidetti "capital gains". Oggi compro azioni a 100, dopodomani le rivendo a 110. E qui diventa evidente lo scopo "speculativo" (che è, attenzione, comunque legittimo), quello più slegato all'economia reale, quello che, secondo me, è più esposto a vuoti normativi, ad umori, ad asimmetrie informative (mancanza di un'informazione condivisa fra i vari "attori" presenti nel mercato).
Nel mondo perfetto, la quotazione di un'azione dovrebbe rappresentare in ogni momento l'effettivo valore dell'azienda quotata. In realtà non è così.

Manlio, hai citato Tiscali. Giusto. Cosa è accaduto? E' accaduto che per una serie di circostanze, il titolo ha cominciato a lievitare. Perchè? Perchè c'era un'"euforia" legata alla new economy, pompata dai giornali ed assecondata dalla sorpresa di un utilizzo sempre più diffuso di un nuovo e potente strumento come internet integrato alla telefonia finalmente libera da monopoli, che ha fatto percepire (ma solo percepire) come questa potesse essere una "nuova ed illimitata età dell'oro". Tiscali a sua volta ha cominciato a comprare (indebitandosi) vari internet operator in giro per il mondo, gli operatori entusiasti facevano incetta di azioni pregustando ricavi futuri alle stelle, ma quando questo non si è verificato, tutto è crollato, e sono rimasti i debiti, ed un valore delle azioni irrisorio rispetto a quanto investito inizialmente. Boom, la bolla era scoppiata causando numerose vittime.

Ma allora, partendo dalle tue riflessioni Manlio, possiamo veramente affermare che "è tutta colpa della borsa" la situazione attuale? La crisi del 2008 (e quella attuale che ne è figlia), è dipesa dalla Borsa?
Per illustrarti la mia opinione, ipotizziamo uno scenario (totalmente teorico, semplificato ed a tratti "estremo") .

Siamo a Milano, ed io sono uno stagista che guadagna 700 euro al mese in un'azienda edile, quotata in borsa, con 1.000 dipendenti e che lavora principalmente con Enti Pubblici.
Bene. Ad un certo punto, si sparge la voce in città che una certa banca concede prestiti agli stagisti per l'acquisto di una casa, chiedendo in garanzia la casa stessa, ma senza particolari vincoli reddituali o di "status lavorativo". Peraltro, il piano di rimborso è molto conveniente, con le prime rate bassissime...certo...poi subiranno un forte incremento nel tempo...ma ci penserò, sarà un problema futuro! Alla fine quindi, da stagista, mi compro la casa!!
Ma come me, tantissimi stagisti di Milano faranno la stessa cosa, ci sarà una forte domanda di case che ne innalzeranno repentinamente il prezzo, ma la nostra banca amica sarà sempre lì a finanziare ogni acquisto. Nel frattempo, vista l'assenza di regolamentazione in materia, questa sorta di mutui vengono "cartolarizzati", e la nostra amica banca decide di rivenderli creando di fatto un mercato di scambio. E questi mutui cartolarizzati (cosiddetti "derivati"), vengono comprati dalla banca della mia azienda a Milano, da quella di La76 a Genova, dalla tua Manlio a Roma, e da quella di Tano in Germania.
Bene. Successivamente, io stagista a 700 euro al mese con una bella casa di proprietà, comincio ad avere difficoltà nel far fronte all'innalzamento delle rate. Ed è ovviamente così anche per tutti i miei colleghi stagisti di Milano.
La banca amica, comincia ad andare in crisi di liquidità perchè i soldi che aveva prestato cominciano a non rientrare più, ma non solo la ei, anche la banca della mia azienda, quella di La76, di Manlio e di Tano che nel frattempo avevano comprato i mutui cartolarizzati.
Ed ora che succede? Succede che la banca amica, smette di concedere "prestiti facili" (e quindi diventa ex-amica) perchè non se lo può più permettere, ma è titolare di un'ipoteca sulla mia bellissima casa, per cui mi caccia e la mette in vendita per far rientrare il suo investimento. E non lo farà solo con me, lo farà con tutti i miei colleghi stagisti di Milano, ed anche la banca della mia azienda, quella di La76, di Manlio e di Tano metteranno in vendita gli immobili di chi non è più in grado di pagare le rate.
Ma allora nel mercato immobiliare ci sarà un eccesso di offerta di case, la bolla speculativa immobiliare generata dalla facilità dei prestiti implode velocemente e scoppia, perchè per riuscire a vendere tutte quelle case, i prezzi crollano in picchiata, tante rimangono invendute, e la banca ex-amica e tutte le altre coinvolte, perdono definitivamente tutti i soldi che hanno prestato agli stagisti per l'acquisto delle loro case (ad un prezzo gonfiato dall'incremento della domanda).
A loro volta, le banche per far fronte a questa crisi, "chiudono i rubinetti". cioè? vediamo...

- La banca della mia azienda, smette di fare credito alla mia azienda, che peraltro lavora principalmente con Enti pubblici, e quindi con tempi di incasso superiori ai 250 giorni. La mia azienda non è più in grado di pagare i dipendenti ed i fornitori, chiude i battenti e licenzia tutti i 1.000 dipendenti (che a loro volta avevano mutui da pagare, figli da mantenere, auto da cambiare, crociere da fare etc. etc. etc.). Io, oltre a perdere la casa, perdo anche il lavoro :(
In più, in Borsa, crollano le quotazioni della mia azienda, con un danno enorme per risparmiatori, operatori finanziari etc. etc.

- La76, che ha un lavoro stabile e si deve comprare una casa a Genova, và dalla sua banca, che aveva a sua volta comprato i "titoli infetti" rimettendoci, e chiede un prestito, ma si sente rispondere: "Signorina, ci scusi, ma in questo momento non abbiamo disponibilità, o forse si, ma al tasso del 15%. faccia una cosa, torni fra 5 o 6 anni e, se saremo ancora qui, le faremo sapere".

- Manlio, ha un'idea geniale, inventa un rasoio multilama a propulsione nucleare (Manlio, so che la tua attività professionale è ben più "nobile", ma pensa anche a me, io in questa storiella ho perso sia il lavoro che la casa!!) che gli farà guadagnare un sacco di soldi. Non solo, potrà assumere 300 operai per la produzione ed ha già promesso a Felix, disoccupato, che gli farà un contratto di stage a 300 euro (sfruttatore!!) per tenere la contabilità dell'azienda.
Per cominciare l'attività, servono capitali, ma l'idea è geniale, Manlio non ha dubbi che la sua banca gli concederà un prestito, ma si sente rispondere:"Egregio Ingegnere, bella la sua idea, ma ci scusi, non abbiamo soldi. Torni fra otto anni". Ed io, ovviamente, rimango disoccupato. E senza casa. Manlio non assumerà più 300 operai e si dovrà tenere solo per se il suo rasoio a propulsione nucleare

- Tano è un vero portento nella sua attività, i suoi prodotti hanno raggiunto una fama tale che decide di aprire tre punti vendita nuovi a Dortmund, Monaco e Francoforte, con l'assunzione di nuova forza lavoro. Ma quando si reca presso la sua banca, si ripete la stessa storia:"Egregio Tano, potessimo darle i soldi!! Non ne abbiamo. Su, non faccia così, si consoli con una bella Crociera con Costa e torni fra 5 anni!!"

Qual'è il risultato finale? Che una finanza "non accorta" ha prima generato una bolla speculativa sul mercato immobiliare grazie all’illusione monetaria generata dai “prestiti facili”, poi si è inventata il mercato dei prodotti "derivati" infettando il sistema, e quando la bolla speculativa è implosa gli effetti si sono riversati nell'economia reale, attraverso disoccupazione, fallimenti e mancati investimenti (e quindi ulteriore minore occupazione)
Attenzione, quella che ho raccontato è una storiellina inventata, ma vi assicuro che non è molto distante da quello che è accaduto realmente nella crisi del 2008, ed i principi dell'effetto "domino" sono gli stessi (certo, io per spiegarmi ho dovuto semplificare ed estremizzarne molti aspetti...)

In definitiva Manlio, ma è veramente tutta colpa delle borse???

Mi riservo di rispondere più in là sulla questione Europea (anch'essa molto interessante...), direi che ho scritto e vi ho annoiato già abbastanza.

Un saluto

Jaaaaaaaaaaa, quel giorno lí partiva la nostra nave virtuale la " Piero Calamai ", adesso me la rido ma quel giorno ho pianto; spontaneamente mi é venuto qualcosa in mente ma non lo posso dire, me lo devo tenere dentro, ma caro Felix la risata me l´hai fatta venire.
Comunque complimenti.
 
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