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Una finestra sull'azzurro.... Liguria, negli occhi, nel cuore.

Portici, botteghe tipiche e prodotti di nicchia sono soltanto l’inizio del piacevole incontro con Millesimo.

La visita prosegue inoltrandosi tra i quieti carruggi lastricati dove i passi risuonano, per raggiungere il simbolo del borgo, la Gaietta o “Ponte Vecchio”, raro esempio di ponte fortificato in Italia.

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Osservare dal basso la torretta, che fungeva da porta d’accesso al borgo dal lato occidentale, regala la sensazione di compiere un veloce salto nel passato; raggiungerla e ammirare il panorama a perdita d’occhio che segue il corso del fiume Bormida, fiancheggiato dai colli e dalle case del nucleo antico, allarga il cuore.

Si tratta di uno dei pochi esempi esistenti in Italia di ponte fortificato.

Il corpo originario risalirebbe al XII sec. Sicuramente già esistente nel 1206, infatti viene citato nell' atto di fondazione del borgo.

La torretta serviva da porta e proteggeva l'accesso sul lato occidentale del paese.

La parte superiore dell' arco e la torretta attualmente visibile risalgono al x sec.

IL' ponte ha subito varie modifiche a causa delle numerose inondazioni del Bormida, l'attuale struttura è conseguente a quella del 1900 che distrusse le 2 arcate costruite dopo l'inondazione del 1880.

È stato ristrutturato nei primi anni '60.

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Ultima modifica:
Risalendo, si incontra la Casa della Fondazione, dove il marchese Enrico II firmò, nel 1206, l’atto di fondazione di Millesimo....questa è la parte più antica del borgo e comprende il vecchio ospedale. Una casa dall' aspetto semplice di colore rosa , decadente come le intere costruzioni adiacenti ma in fase di recupero edilizio...così leggiamo in un cartello affisso poco lontano...cosa ne faranno? Edilizia per vacanze....


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Percorriamo quest' ultimo tratto tra vie silenziose e graziosi cortili....tutto perfettamente restaurato.

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Lo sguardo si posa sul Castello, edificato a difesa di Millesimo e della via di comunicazione tra la Liguria e il Piemonte, e su Villa Scarzella ai suoi piedi, abbracciata da un elegante giardino e sede del Museo Napoleonico e del Centro visitatori del Bric Tana e della Valle dei Tre Re.

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La torre in pietra, il maschio e la parete est sono le parti più antiche e risalgono alla seconda metà del XIII SEC., quando il castello fu edificato da Enry II del Carretto, a difesa del borgo fondato nel 1206.

Con il castello di Cencio, Cosseria e Roccavignale, costituiva un quadrilatero a protezione della via che collegava il Piemonte e la Liguria attraverso le Langhe.

Le sue sorti sono legate a quelle del borgo di Millesimo: nel 1428 entrambi vennero occupati dalle truppe di Francesco Sforza, nel 1532 è attaccato dagli stessi millesime si in rivolta verso il feudatario, nel 1533 viene diroccato per evitare che cada in mano francese.

Durante la battaglia napoleonica del 13/14 aprile 1796, il castello viene danneggiato solo marginalmente.

Nel 1989 viene acquistato dall' amministrazione comunale e diviene patrimonio pubblico.

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Termino con un'ultima chicca da non perdere...in realtà l'abbiamo scoperta per caso vista su un muro in un vicolo, alcune piastrelle dipinte...tipiche della Liguria in cui vengono ritratte le bellezze più caratteristiche del borgo...

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Una curiosità non vedo anima viva in giro....sei già attiva al sorgere del sole :)
No. In realtà erano quasi le 10 del mattino, ma complice il caldo, tutti erano in casa. C'è da dire che non vi è un gran movimento quassù, chi può scende al mare, altri saranno stati in ferie.....qualche negozio aperto e solo verso mezzogiorno, via vai nei vari bar della piazza con aperitivi vari.
A me piace soprattutto girare nell' entroterra, la costa oramai non ha più segreti per me, mentre nell' entroterra c'è sempre da scoprire.

Secondo, cerco sempre di fotografare...a volte aspetto, che le persone se ne vadano via... comunque qui c'era proprio nessuno.
 
Ho scritto " ultima chicca'' ma poi mi rendo conto di avere altre immagini...

Dunque ...

Girovagando qua e la, giardini fioriti e mura a secco...tipiche della Liguria...


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Messer oleandro non manca mai...


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Madonna ortensia....si pavoneggia nel verde..


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Anche se son belle nel momento della sfioritura...sanno di antico...

Le damigelle...

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Petunia bianca...e...

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Surfine rosa, lilla, giallo completano la corte....siamo sempre in prossimità del castello...;)
 
Ultima modifica:
In una minuscola piazza quasi insignificante...pensavo fosse un cortile, la Chiesa del paese...

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Fuori...mi lascia in po' perplessa...dentro molto, molto bella...


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Soprattutto mi hanno colpito le panche, in legno molto antico...con ancora l'usanza della scritta in ottone applicata sopra, con il nome della famiglia... probabilmente un benefattore...si usava così un tempo...

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Un battistero... così pare, dedicato a San Rocco...e la chicca che vi dicevo...

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Santa Maria Extra Muros

Edificio a pianta basilicale, diviso in tre navate da archi a tutto sesto, con due portali ( il principale in facciata, l'altro ora chiuso sul lato destro) e dotato di campanile a cinque ordini.


LA sua origine potrebbe risalire al IX-X sec.

La pieve viene infatti citata, per la prima volta, in un documento del 998 D.C. con la denominazione di " S. Petri de Millesimo".

L' attuale edificio, di stile romanico, risale probabilmente al XII sec., il campanile ha caratteristiche, profilature ed ornamenti, che lo fanno risalire al XV sec.

L'interno risulta interessante per la presenza di affreschi in stile gotico, databili al XV sec; notevole anche la vasca battesimale, risalente alle prime origini della Chiesa.

Secolo di incuria ed abbandono, durante i quali la Chiesa divenne ricovero per molti, è stata restaurata e restituita al culto negli anni '60.

È chiusa ma fortunatamente il portale è aperto chiuso da una grata che ci permette di vederla internamente...

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Più che un borgo vorrei segnalarvi una piccola cappella nel comune di Bardineto, in alta Val Bormida, in provincia di Savona e a pochi km di distanza da Millesimo così ben presentato da Oriana nei post precedenti.
Conosco abbastanza bene l'alta Val Bormida per quasi 60 anni di frequentazione: fino a 27 anni vi ho trascorso tutte le vacanze estive e dopo ho continuato a bazzicare in quei luoghi per coltivare la mia passione per i funghi e per mia sorella che ha sposato uno del posto.
Le chiese che ci ha illustrato oriana mi hanno ricordato matrimoni e battesimi, l'ultimo di mio pronipote.
ma torniamo alla cappella di San Nicolò.

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Poco distante dalla strada provinciale di Bardineto, in prossimità della fontana che si trova dopo il ponte del Rio San Giovanni, con una breve passeggiata tra i boschi si raggiunge una collinetta su cui è situata l'antica pieve romanica dichiarata monumento nazionale sin dal 1906.

La chiesa è stata costruita sui resti di un edificio di culto risalente al XII secolo e già nominato in registri vescovili del 1300 come chiesa parrocchiale. La datazione della nuova costruzione è incerta ed è stata basata sugli affreschi esistenti all'interno attribuiti ad un autore ignoto del XV secolo. Però secondo alcuni storici la chiesa sarebbe risalente al periodo in cui il Signore di queste terre era Giorgio del Carretto, vero fautore della costruzione della nuova chiesa, visto il grande affresco dedicato a San Giorgio.

Per tutto il basso medioevo e fino ai primi secoli dell'età moderna San Nicolò fu la chiesa parrocchiale di Bardineto. Dopo il 1700 fu eretta nel borgo la chiesa di San Giovanni Battista come nuova chiesa parrocchiale, nonostante San Nicolò continuasse ad esserlo di diritto. Questa doppia titolarità di protrasse sino al 24 giugno 1720 quando fu ufficialmente consacrata la nuova chiesa nel centro del paese.

La presenza di affreschi molto belli all'interno di una chiesa così defilata rispetto ai grandi centri dipende dal fatto che Bardineto era su una strada di pellegrinaggio importante che collegava il nord Italia a Roma.

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A sinistra si vede san Giorgio che conduce il drago dalla principessa. Nel mito originario San Giorgio era un soldato romano che si trovava in Africa dove una città era assoggettata ad un drago che pretendeva in sacrificio pecore e persone estratte a sorte. Quando toccò alla principessa essere sacrificata San Giorgio intervenne ferendo il drago con la sua lancia e conducendolo al cospetto della principessa che gli legò la sua cintura al collo e il drago fu ammansito.

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Nell'affresco che ritrae l'episodio si notano in primo piano san Giorgio su un destriero che usa la sua lancia contro il drago conducendolo al cospetto della principessa; sullo sfondo a sinistra si vede il castello dalla cui sommità il re e la regina assistono alla scena.

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Un'altra particolarità dell'affresco sono le mani della principessa: sembra che ne abbia 3.
Si tratta di un tentativo di correzione di un errore nell'esecuzione del dipinto in cui in un primo momento la principessa era stata dipinta con le mani incrociate sul petto come segno di accettazione mentre è stata poi ritratta con le mani giunte come in preghiera ad indicare la vittoria del bene sul male.

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nella parte alta e centrale del ciclo pittorico si trova raffigurata la scena dell'annunciazione. Maria è rappresentata con le mani incrociate sul petto e lo Spirito Santo rappresentato dalla colomba e un piccolo Gesù Bambino già con la croce stanno per raggiungerla.

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La scena, sormontata dal Signore e da due cherubini, è abbellita da una balaustra al di sopra della quale sono ritratti fiori, e da una particolare anfora di forma esagonale.

A lato dell'Annunciazione a sinistra le figure di Santa Marta con il drago, Maria Maddalena e Santa Brigida.

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Sul lato opposto si trova San Michele arcangelo intento a pesare le anime


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La sequenza si conclude con una serie di Santi: da sinistra San Cristoforo con il bambino sulle spalle, la Madonna in trono con il Bambino e Santa Caterina d'Alessandria con la ruota del suo martirio.

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