Magellano
Utente livello Platinum
(Pongo il link a crocieristi non appena riesco ad inserirlo sul sito)
Dopo un periodo sfacciatamente lungo… giungo anch’io al mio diario. La lunga attesa non è giustificata da un resoconto dettagliato e ben fatto, purtroppo non ne ho avuto il tempo. Mi hanno inoltre preceduto le valutazioni di Sergio, che condivido appieno, ed il bellissimo diario di Trenta che hanno reso superfluo il ripetere di tanti avvenimenti. Molti dei quali, complice il nuovo servizio di wifi sulle navi di recente generazione, sono riuscito a trasmettere in diretta da bordo. Oltre a richiamare gli aspetti principali della crociera e raccontare le mete visitate ho quindi attinto in parte anche alle comunicazioni in diretta già parzialmente pubblicate. Ho cercato di condire il tutto con delle immagini. La selezione, difficilissima per il numero di scatti che ho fatto, ha tenuto conto non tanto della bellezza e della buona riuscita delle foto, caratteristiche nelle quali purtroppo non sono molto bravo, ma per la loro rappresentanza ed il loro significato.
Complessivamente è stata una crociera molto positiva, ho apprezzato molto l’itinerario, pur noto, l’organizzazione di fronte agli imprevisti di vario tipo e la struttura della nave.
20 febbraio, Civitavecchia
Ancor prima di raggiungere il Terminal, scaricando i bagagli come sempre di grandissima mole, ho incontrato i grandi Fandelmare e Pmanlio. Dopo un rapido saluto, in compagnia di Sergio, abbiamo aspettato l’apertura dell’imbarco, un po’ ritardo rispetto all’orario previsto. Intorno alle 14,00 abbiamo finalmente messo piede a bordo e dopo la rapida sistemazione in cabina, una prima rivista al buffet con il pranzo. La qualità mi è sembrata da subito buona, o comunque non inferiore agli standard Costa. Dato il ritardo nell’imbarco, nonché la voglia di visitare subito la nave, per me nuova, ho preferito rimanere a bordo e non scendere a terra per due passi in centro. Il mare, come anticipato per sms da bordo, si annunciava piuttosto mosso. Ne dava avvisaglie scavalcando il molo e abbattendosi vigorosamente sui vicini frangionde. La navigazione in serata è stata tuttavia piuttosto tranquilla, preso il largo Pacifica rimaneva stabile e a bordo si è avuta una prima buona serata.
21 febbraio, Savona
Soltanto in un’altra occasione sono stato a Savona “in transito”, mentre molte altre volte vi sono imbarcato. Le opportunità per visitarla sono conseguentemente state poche e devo dire che, effettivamente, non la conoscevo. Le previsioni metereologiche avevano annunciato cattivo tempo, con pioggia e temperature poco gradevoli. Devo confessare che in un primo tempo avevo quindi pensato di non scendere, godermi gli interni della nave. La festività domenicale era un altro deterrente, pensavo di trovare la città poco animata. A sorpresa quindi, Savona si è invece presentata soleggiata, con buon clima che ha invitato a far due passi. Nonostante la chiusura di molti negozi il centro non era affatto deserto, complice anche il sapore primaverile della giornata. Ho avuto modo di visitare il Duomo e parte del centro che non conoscevo, come il Municipio. A ricordare che in fondo era sempre febbraio, una spolverata di neve sui monti alle spalle della città, simpatica cornice per l’ormeggio di Pacifica. Dopo una passeggiata mattutina ho fatto rientro in nave per il pranzo. A seguire un pomeriggio di dolce far niente, fra un approfondimento alla visita della nave, una lettura ed il perfezionamento del programma di visita agli scali successivi.
22 febbraio, in Navigazione
Le giornate di navigazione non bastano mai!! Si fanno sempre tanti progetti, tanti programmi. In navigazione abbiamo tutto il tempo per…. Poi le giornate volano e siamo già alla sera. Nonostante la stagione invernale ho cercato di stare un po’ all’esterno, il sole emergeva raramente dalle nuvole e la temperatura era sempre troppo rigida. Il passaggio fra le Eolie è un momento tuttavia imperdibile e armato di giacca a vento e coperta ho cercato di fermare gli attimi più belli. Si riescono a vedere quasi tutte le isole ma è sempre Stromboli che fa da padrona, con la sua austerità e minacciosità.
La serata vedeva il primo Gala, quello di benvenuto. La cena era buona e gli spettacoli in teatro sempre di buon livello.
23 febbraio, Katakolon
Scrivevo nella mia diretta:
Sebbene lo scalo di Katakolon non sia entusiasmante per chi ha già visitato Olimpia, […] la sosta nel porticciolo del Peloponneso è stata piacevole. Il tempo, a parte un forte vento, era gradevole ed il paesino ha ultimato alcuni lavori di ristrutturazione e sistemazione di aree pubbliche che lo hanno reso più curato. La piccola chiesetta al termine di Main Street fa bella mostra di sé dopo il restauro ed il suo intonaco bianco spicca adesso contrastando con l’azzurro delle decorazioni, in pieno stile della Grecia! Alcuni nuovi negozi si affacciano sulle due strade principali, molti dei quali offrono ormai la wi-fi e tutti i servizi necessari ai crocieristi. Nella zona tra il campo di calcio e la Chiesa, anche i giardini sono stati risistemati e rendono piacevole attraversarli.
Sulla nave si sta molto bene. Delle tre gemelle Pacifica è a mio parere la più bella, elegante, senza particolari eccessi. I servizi di bordo sono generalmente buoni ed anche l’alimentazione mi sembra di buon livello. A volte si notano porzioni in “stile Leo”, ma sono una minoranza ed il problema quantità non si associa mai a quello qualitativo, sempre molto buono.
Unica nota dolente, la mia cabina. Un utente del forum mi aveva messo in guardia sulle cabine di estrema poppa ed aveva ragione. Durante la navigazione si hanno vibrazioni generalizzate e tutto cigola e fa rumore. Ma il peggio arriva in fase di manovra: le vibrazioni ed il rumore si fanno talmente forti da far cadere oggetti dalla scrivania. Potete immaginare che se l’attracco è previsto per le 7 del mattino, non sia proprio il risveglio auspicato in crociera.
A distanza di tempo, condivido le mie valutazioni di allora. Katakolon, in fin dei conti, è un luogo vivace per una passeggiata di un paio d’ore. Mi piacerebbe vederla nel periodo estivo, quando, a descrizione dei commercianti, si anima di greci che possiedono case di villeggiatura. In effetti tutti i ristoranti e i bar del lungomare non sono molto frequentati in questo periodo e non mi immagino come possa essere la vita quotidiana invernale senza navi in porto! Non avevo mai visitato la piccola chiesa del paese: appena restaurata è veramente molto carina e ha delle pareti all’interno con dei bellissimi affreschi.
Poco dopo il rientro a bordo, la notizia del cambiamento di itinerario. Lo scalo di Atene, per gli scioperi e le turbolenze che interessano la Grecia è sostituito dalla turca Smirne.
Quanto alla cabina, il problema è purtroppo sussistito a lungo, altrove nel forum abbiamo parlato diffusamente di questo inconveniente. Quanto, infine, alla Dieta di Leo… fortunatamente è stata sospesa anche se qualche strascico si ha ancora nella frutta al ristorante e in qualche antipasto!
24 febbraio, Smirne
Cito dalla mia diretta di bordo:
Stiamo navigando verso Smirne, scalo sostitutivo di Atene, dove arriveremo alle 13,00. Mi sto preparando per uscire all’esterno e godere della navigazione turistica. Poco fa era visibile l’isola di Psara e stiamo per costeggiare Chios. Spero, mentre scrivo, di non aver ancora raggiunto la turca penisola di Karaburun, che dovremmo in parte circumnavigare prima di fare ingresso nel Golfo di Smirne e attraversare lo stretto di Yenikale.
L’avvicinamento alla baia di Smirne avviene fra coste molto belle e paesaggi molto interessanti. Pacifica si avvicinava lentamente alla città, giungendovi in perfetto orario. Dopo lo smarrimento iniziale, dovuto all’improvviso cambio di itinerario, ho maturato la preferenza per lo scalo turco rispetto alla caotica Atene. Mi dispiace, certamente, per chi non vi era mai stato e desiderava visitarla. Smirne è una città diversa, non si tratta certo di un paragone. Ma la vivacità, la semplicità degli spostamenti, la diversità della Turchia moderna rispetto alla Grecia, mi hanno reso gradevole una passeggiata pomeridiana. Vecchie costruzioni ottomane sono ormai soffocate da moderni palazzi. Anche il paesaggio che contorna l’antico Kolonak è ormai disseminato di strutture moderne. Il tutto convive nel caos di una città moderna e dai forti contrasti. Un peccato che l’agorà, immerso in questo confuso tessuto urbano, cada a pezzi e si mostri estremamente fatiscente. Solo il Castello di Velluto, perchè naturalmente isolato dal centro, si salva dal cemento.
Prima di scendere a terra, un ottimo pranzo con specialità marinare. In piscina un ricco buffet con grandi pesci al forno.
Al rientro a bordo avevo modo di scrivere, assaporando uno spicchio di pizza:
Eccomi di ritorno da una bellissimo pomeriggio trascorso a Smirne. Ad essere esatti dovremmo dire Izmir poiché l’antica Smirne si trova a circa 5 km dalla città odierna anche se le sue dimensioni, ormai da metropoli, stanno per annullare questa distinzione.
Devo essere onesto: tutto sommato ho preferito la città turca alla sosta prevista ad Atene. Conosco molto bene entrambe le città ma torno sempre molto volentieri a Smirne piuttosto che nella caotica capitale greca. Ho passato molto tempo in quella che considero la capitale mediterranea della Turchia e mi fa piacere tornare in luoghi a me familiari.
In città si toccavano i 24 gradi anche se uno strato nuvoloso, quasi mai minaccioso, ci ha sempre impedito di vedere l’azzurro. Percorsa l’animatissima Kibris Sehiteri, colma di ristoranti e locali che mescolano i loro profumi sulla strada pedonale, mi sono spostato sul lungomare per raggiungere Kolonak. La grande piazza, separata dal Pier da un breve ponte si conferma da sempre il fulcro della vita cittadina. La Torre dell’Orologio, isolata sulla piazza, sembra quasi un reperto archeologico immerso fra i più moderni grattacieli. Le vie del Bazar erano affollatissime. Anafartalar Caddesi si mostrava più pittoresca di quanto non lo sia sempre grazie ai canti del muezzin. Dal minareto della moschea di Kemeralti la preghiera si ode dalla piazza di Kolonak sino ai limiti dell’Agorà. Intorno alle 17,00, con le prime ombre, ho percorso la Kesteli Caddesi, con fantastici scorci sul mercato di alimentari.
Una nota curiosa, in mezzo a tanta frutta e verdura in vendita anche piccoli Pinocchi di legno. Lo avesse immaginato Collodi!
Dopo la passeggiata nella zona del Bazar ho fatto ritorno lungomare, con l’intenzione di visitare l’Ataturk Museum, che da tempo avevo intenzione di fare. Purtroppo ho visto che non avevo tempo a sufficienza ed ho dovuto rimandare ad una prossima volta. Dalla piazza Gundogdu sono allora rientrato sulla Kibris per gli ultimi sguardi alle vetrine e gli ultimi profumi di Kebab. Non ho rinunciato, come mia consuetudine, ad acquistare le squisite frutte secche di Tuqba, il miglior negozio di questo genere a parer mio, elegante e ricco, posto all’inizio del “corso” di Smirne.
Giunto al porto ho avuto ancora del tempo per delle fotografie alla splendida baia, ancora illuminata da qualche raggio di luce, e soprattutto alla nostra Pacifica, già completamente illuminata. Mi dispiace dover dire che era molto più bella della vicina Bleu de France, della Croisieres de France, ospite anch’essa del terminal Alsancak.
Fra le foto cui facevo riferimento, oltre naturalmente alla Pacifica, la Blue de France, entrambe riprodotte a seguire.
Lasciamo Smirne nell’oscurità. Petroliere e grandi cargo entrano ed escono dalla baia. Molte navi, alla fonda, aspettano il loro turno. Pacifica si allontana lasciando la grande metropoli che, con le sue innumerevoli luci e case, sembra un infinito presepe.
25 febbraio, Rodi
Ho suddiviso la permanenza a Rodi in due diverse escursioni. Questa mattina ho preso un auto ed ho costeggiato la parte occidentale dell’isola fino allo splendido promontorio di Lindos. La cittadina appariva poco vivace a causa della chiusura per ferie di gran parte dei locali. Passeggiare per le strette vie è stato comunque molto piacevole, anche perché non avevo mai avuto occasione di raggiungere questa località. Non sono salito all’acropoli, accontentandomi dei panorami offerti durante il percorso da Rodi, molto spesso veramente suggestivi.
Durante il rientro verso la città di Rodi ho fatto delle brevi soste: Arhangelos, Kolympia con la sua ampia spiaggia, Epta Piges, quasi abbandonata fuori stagione ed infine Koskinou, nei pressi di Rodi stessa. E’ stata una bella escursione, bel tempo, almeno fino alla città.
Un pranzo in nave, con specialità orientali. Buone all’aspetto ma personalmente non amo cibi del genere!
Così scrivevo la sera del rientro da Rodi, sfruttando una wifi municipale molto efficiente. Non avevo mai visitato Lindos e devo dire che vale la pena percorrere i chilometri che la separano da Rodi. Anche perché la strada, tutt’altro che noiosa, offre scorci e paesaggi molto affascinanti. Mi rammarico per averla vista deserta, soltanto gli escursionisti Costa si addentravano nelle stradine bianche, piene di locali che in altri periodi le renderanno animatissime. Non sono salito all’acropoli, principalmente per questioni di tempo a disposizione. Il tempo era bellissimo durante la mattinata e non ci si sarebbe aspettati di trovare la pioggia sulla via del ritorno. Bellissima la chiesa, di cui non ricordo il nome, completamente affrescata.
Eccomi di rientro a bordo anche io, scampato all’acquazzone di cui si è già fatta menzione. Adesso il cielo rasserena ed osservo la Rodi italiana dai vetri del ristorante buffet. Si notano in primo piano l’ex cattedrale ed il Palazzo del Governatore con la sua inconfondibile cupola bianca.
Dopo pranzo, un caffè in piscina ed un classico giro del centro abitato: dalla porta Panagias per la Socratous, Aristoteleos, ancora la Moschea di Solimano, il Palazzo dei Cavalieri ed Ippoton, l’antica via dei Cavalieri.
L’acquazzone e l’insolito freddo hanno reso più celere la visita del centro cittadino, spingendoci a fare rientro anticipato in nave. A seguire Gala del Comandante e splendido buffet con visita alle cucine.
26 febbraio, Limassol
Dopo Rodi è la volta di un’altra isola. Molto più grande, più eterogenea, ed ahimè ancora contesa. La giornata era molto bella al primo mattino, tanto da concederci qualche attimo trascorso all’esterno, cosa assai rara in questa crociera. Ma mentre Pacifica accostava al molo, perpendicolare alla Thomson Spirit, il cielo si copriva e di nuovo spirava un vento freddo. Mentre raggiungevamo il centro iniziava nuovamente a piovere, pioggia fine ma battente. Il centro di Limassol offre notoriamente poco ma devo ammettere che il clima lo ha reso ancora peggiore. Sinceramente non tornerei volentieri in questa città, salvo alcuni spostamenti lungo la costa, molto bella.
Le mie impressioni non sono diverse da quelle avute sul momento:
Questa mattina ho appreso dal telegiornale della sventura di Costa Europa. Sono veramente rammaricato e mi dispiace non poter approfondire la conoscenza dell’episodio date le difficoltà di farlo da bordo.
La giornata odierna si è nuovamente trasformata in piovigginosa e fredda dopo una breve illusione estiva concessaci questa mattina. La navigazione nel Mediterraneo orientale è stata molto tranquilla anche se per tutta la notte si vedevano lampi in lontananza, talvolta illuminavano l’intero orizzonte offrendo immagini bellissime ed al tempo stesso spaventose. Il buffet di ieri sera, dopo la visita alle cucine, è stato molto molto bello. La ricchezza e la cura, molto superiori a tanti Magnifici che ho visto, sanciscono il livello medio alto della ristorazione sulla nave.
Questa mattina abbiamo cominciato a vedere le coste dell’isola e l’abbiamo costeggiata fino al promontorio che protegge Limassol. La manovra di ormeggio si è conclusa qualche minuto prima delle 12,00, accostandosi vicino alla Tomson Spirit.
L’impegno richiesto dai prossimi due scali, Israele ed Egitto, mi ha spinto a non spostarmi dalla città, anche se da tempo vorrei visitare le celebri Paphos ed Omodos. Sergio vi si è recato in escursione ed attendo suoi commenti.
Dopo pranzo mi sono quindi recato in centro con l’autobus di linea 30, molto comodo, frequente ed economico (1,50 euro).
Nonostante mi sforzi, non riesco a trovare niente di bello a Limassol. Trovo la città trascurata e poco curata, sostanzialmente brutta, moderna e con modestissime offerte al visitatore. Forse soltanto in piena estate può essere piacevole un soggiorno, spostandosi quotidianamente alle vicine, belle, spiagge. Negozi di cianfrusaglie si affiancano sul corso principale, anonimo e grigio. Non ho mai visto prodotti di cosi bassa qualità, in gran parte cinesi, ad un prezzo così alto. In breve tempo il cielo si è fatto minaccioso ed è ricomparsa la pioggia. Unita al vento freddo e alla monotonia dei negozi mi ha convinto a tornare velocemente in nave. Devo ammettere che il buffet la Paloma è molto più accogliente, mi piace soffermarmi qui a scrivere, a leggere e a preparare i programmi per l’indomani. Naturalmente, per Gerusalemme, il programma l’ho preparato da tempo! Mi auguro sia bel tempo
Pioggia battente anche al momento della partenza. Ma io, ed altri temerari, non ce la siamo persa!
La sera di Cipro, a bordo, la tradizionale cena italiana e, data la levataccia di gran parte dei crocieristi prevista per l’indomani, il dopo cena terminava molto presto.
27 febbraio, Caifa
Giungiamo la mattina del sabato, festivo in Israele, nello scalo più ambito. Sia per la novità fra le mete mediterranee nell’ultimo periodo, sia per l’importanza dei luoghi santi, particolari ed eccezionali indipendentemente dalla religione. Svegliato di buon mattino, una rapida colazione ed inizia il viaggio. I controlli israeliani sono oltremodo scrupolosi. Comprendo bene che debbano esserlo ma sinceramente li ho trovati eccessivi, persino morbosi. Certo non è semplice vivere in un clima di costante tensione, di paura e di possibili attacchi. Ma non vedo probabile che qualcuno possa scendere da una nave da crociera, con tutti i controlli che subisce ad ogni porto, per nuocere ad Israele. Dopo aver subito persino il controllo tra il corpo della macchina fotografica e l’obiettivo montato su di essa, raggiungo la mia auto e sotto una pioggia torrenziale intraprendo il viaggio verso Sud. L’autostrada costeggia per lunghi tratti la costa. Il mare è molto mosso e le spiagge sono battute con forza dalle onde. Attraversiamo Tel Aviv, l’autostrada l’attraversa proprio al centro, scorriamo con rapidità fra palazzi, grattacieli, edifici moderni. Poi il paesaggio cambia, si fa più verde e ondulato. Saliamo, infine, verso Gerusalemme.
I percorsi della giornata si sono articolati come raccontato a caldo nella diretta:
Il percorso a piedi ha avuto inizio dalla Porta di Giaffa per la David Street. Per timore di code ho visitato subito il Santo Sepolcro, sorprendentemente senza particolare folla. La tomba di cristo, il Calvario, Sant’Elena, la cripta: tanti diversi periodi, tante storie o leggende, talvolta intrecciate e talvolta contrastanti. Tutto però miscelato in modo da renderlo incredibilmente compatto e misterioso. Ho sostato quasi mezzora al Sepolcro, approfittando anche dell’assenza di alcune proibizioni nel fare fotografie e filmati. Non senza pioggia, ho raggiunto il quartiere armeno con la Cittadella e la Chiesa di San Giacomo. Eccoci poi in quello ebraico, il Cardo, il Grande Muro, via della Catena fino al Western Wall: il muro del Pianto. Vie strette e pittoresche, archi a sesto acuto, botteghe, bancarelle di pane.
Il Sabbath ha impedito la visita all’intera spianata del Tempio e al Mercato del Cotone. Una mancanza grave, avrei tanto voluto vedere almeno la Cupola della Roccia. Non potendo accedervi sono allora risalito al quartiere musulmano per i conventi delle Sorelle di Sion e della Flagellazione fino alla Porta di Damasco, accesso all’area musulmana. Alcune tappe della Via Dolorosa con l’Arco dell’ Ecce Homo e di nuovo verso il quartiere cristiano attorno al Santo Sepolcro.
Nel primo pomeriggio sono poi disceso verso la valle ai piedi del Monte degli Olivi: bellissima la Chiesa di tutte le Nazioni e suggestiva la Tomba della Vergine. Il giardino dei Getsemani altro non è che un modesto giardino ad olivi, ma non per questo non carico dell’atmosfera propria di tutti questi luoghi.
Gli ultimi minuti li ho spesi molto gradevolmente sull’estremità del Monte dalla quale si ha una vista superba sulla città. La Cupola della Roccia emerge con i suoi colori dorati dal color ocra della città su cui adesso il sole concede un raggio… Ma il vento è forte e la temperatura eccezionalmente bassa. Il cimitero ebraico, proprio al di sotto di noi, sembra una costruzione di legno per ragazzi, composta da migliaia di mattoncini tutti uguali. Ad est delle mura antiche, la città nuova, sconfinata, anonima.
Ripercorriamo l’autostrada, ancora fra piovaschi e improvvisi, anomale comparse di sole. Al terminal ancora controlli, uno sguardo a Caifa da lontano ed a bordo.
La sera, in nave, dopo un viaggio così intenso, si rimane confusi. Gerusalemme è una meta che tutti, prima o poi, si sono immaginati di raggiungere. E questo fa si che si crei un’aspettativa, che si facciano ipotesi e supposizioni. Che ci si disegni la città nella mente, si immaginino le chiese accanto alle moschee e accanto alle sinagoghe. Non è un luogo che si visita per la prima volta e poi si fa una stima: ci è piaciuto o non ci è piaciuto. Penso piuttosto che dopo averlo visitato si rifletta sull’averlo trovato o meno come lo si aspettava. E che cosa era diverso, cosa gli assomigliava, cosa era esattamente cosi. Tutto questo non si riesce a farlo a caldo, con migliaia di immagini che si sovrappongono nella mente.
A distanza, pur breve, devo dire che Gerusalemme l’avevo immaginata più irreale, più incantata, più sacra di quanto in realtà sia. La città non è un museo, o un’area archeologica. E’ una città molto viva, vissuta, piena di persone che condividono gli stessi spazi, fianco a fianco. Eppure sono così diversi fra loro. Non è la religione, alla fine, la distinzione principale. Sono i costumi, le abitudini, le usanze, il modo di vivere. Anche il modo di guardare al turista. Il mondo è sempre in conflitto per motivi religiosi ed è stupefacente vedere tre religioni, o di più se si tiene conto di armeni, copti ecc, che convivono pacificamente in pochissimi chilometri quadrati. Una città a tratti di aspetto medioevale europeo, ma anche profondamente araba altrove. Antica e ben conservata, ma non ben curata, al suo interno, estremamente moderna e avveniristica in alcune sue aree esterne.
Sono lieto di aver avuto la fortuna di visitarla. Penso sia uno di quei luoghi in cui aver messo piede si ricordi per sempre. Ne ero convinto la sera stessa della visita:
La meta più importante della crociera è trascorsa. Ma senz’altro lascerà qualcosa di indelebile nei ricordi di ogni viaggiatore che l’abbia raggiunta. Ho avuto la fortuna di visitare Roma, Santiago e Gerusalemme, i centri più importanti della cristianità. Non sono un religioso convinto e praticante ma penso che questi luoghi possano trasmettere qualcosa di importante a chiunque. Anche soltanto per i loro millenni di storia e di pellegrinaggi. Mettere piede laddove lo hanno fatto milioni di persone di tutte le nazionalità e di tutte le epoche è senz’altro fascinoso ed entusiasmante
Sono ancora più fermamente convinto.
Nel Santo Sepolcro:
Il Sudario:
La cupola:
Il Cardo:
Al Muro del Pianto
L’Arco dell’Ecce Homo
La Chiesa di Tutte le Nazioni ed il Giardino dei Getzemani
Dalla vetta del Monte degli Ulivi: la Cupola della Roccia ed il Cimitero ebraico
28 febbraio, in Navigazione da Port Said ad Alessandria
Ricorro ancora alla mia diretta, esaustiva per questa giornata quasi interamente trascorsa a bordo:
A differenza di quanto progettato in origine, ho successivamente deciso di rimanere a bordo quest’oggi. Sono stato molte volte in Egitto e, anche se questo avrebbe molte mete ancora da offrirci, ho preferito non fare grandi spostamenti, anche in conseguenza della faticosa giornata di ieri.
Il mio programma avrebbe previsto un breve gita lungo il Canale di Suez, nei dintorni di Port Said. Di qui mi sarei mosso verso la vicina Tanis, per una visita all’antica città egizia di Djanet, un tempo una delle maggiori cittadine del Delta del Nilo. Di qui si raggiunge rapidamente Damietta, porto industriale ma con delle parti di città ricostruite dagli ottomani piuttosto particolari, segnate dal cosiddetto “stile Delta”. La zona più interessane della visita sarebbe poi stata il Lago Manzila, una laguna di acqua salata mèta di migrazioni di uccelli, aironi, cicogne e pellicani. Sulla costa, la moderna Ras al-Bar sarebbe stata luogo di una pausa con i suoi innumerevoli caffè e ristoranti all’aperto, animati anche fuori stagione. L’itinerario di rientro verso Alessandria prevedeva poi una sosta a Rosetta, per una visita all’hammam settecentesco ed ai palmeti che qui fanno da cornice al passaggio del Nilo.
Alessandria è una città sempre piacevole, una delle più belle del Maghreb a mio parere. Due passi tra il lungomare, Midan Tahrir, la piazza principale e Zaghloul sarebbero state piacevoli da percorrere anche all’imbrunire.
Spero di avere nuova occasione di affrontare questo itinerario, se diventerà prassi di Costa fare scalo tecnico a Port Said, le probabilità saranno maggiori.
A bordo non mi annoio certamente. Se mi piacciono le giornate di navigazione, quelle con la nave semideserta sono veramente il massimo! Regna una pace assoluta, i saloni sono vuoti e vi è silenzio ovunque. Fuori, ancora una volta, il cielo è plumbeo e sporadicamente cadono gocce di pioggia. Non abbiamo mai potuto godere degli esterni di Pacifica. Soltanto a Katakolon ricordo non essere piovuto, sebbene il cielo fosse grigio anche sulla costa del Peloponneso.
Un pomeriggio di lettura e relax quindi, in attesa di assistere all’accesso in porto ad Alessandria, previsto per le 19,30
Port Said, il porto dei pescherecci:
In uscita da Port Said:
Una navigazione piuttosto movimentata:
Il mare è stato grosso oggi, ma non ha fatto altro che cullare i passeggeri, più di quanti pensassi a dire il vero, che hanno scelto di godersi Pacifica in questa fredda giornata a largo dell’Egitto. Al Samsara andrò domani, provando il percorso a tappe come da programma della Spa. Sto ponderando se scendere, nei poco più di 40 minuti a disposizione, alla stazione marittima di Alessandria. Avrei una cara persona da salutare. Intanto stiamo entrando in porto, scortati, ma non ausiliati, da ben tre rimorchiatori.
Questa sera imbarcherà un gruppo di crew dell’Europa, trasferito qui ad Alessandria in seguito all’incedente. Andrò poi a cena al Blue Moon, anche se ho visto che non vi sono alcune novità sul menu. L’ambiente lo conosco già anche grazie al buon tè classico che vi si serve nei giorni di navigazione. Conoscendo anche il menu non sarà niente di straordinariamente nuovo ma alterno volentieri alla cena al Ristorante My Way
Approfittando del poco tempo a disposizione, decidevo di scendere nel porto, giusto per fare due passi a terra prima delle due giornate in mare per il rientro in Italia.
Per concludere la giornata, una buona cena al Club Blue Moon, per i cui giudizi e per le foto rimando direttamente all’argomento relativo al ristorante, dove ne ho parlato qualche tempo fa.
1 marzo, in Navigazione
Il ritardo nella partenza da Alessandria si è protratto fino alla seconda mattinata di quello che doveva essere il primo giorno di navigazione. Il tempo era molto bello e senza presenza di vento. Mi interrogo tuttora, come in contemporanea, se non vi fossero state altre motivazioni che ostacolassero la nostra partenza.
Guardare le acque del porto dal ponte della nave non rende possibile credere che alla canalette ci siano condizioni tali per non lasciare via libera alla Pacifica. Ma il porto di Alessandria è grande e non ci rendiamo conto, forse, di quello che avviene all’esterno. Certo è che per la prima volta il sole fa capolino fra le nuvole, la temperatura è gradevole ed il vento si è placato. Forse perché non dovevamo essere qui.
Con i passeggeri a bordo, di fatto, la mattinata procede come fossimo in navigazione. Gli annunci di bordo fanno intendere che arriveremo in ritardo a Civitavecchia, anche se non è ancora chiaro di che entità. Calcolavo che al momento abbiamo perso 12 ore sulle 60 di navigazione previste. Praticamente 1/5 del totale e credo che sia difficile, d’ora in poi, non portare ritardo nel nostro arrivo.
Mi accingo alla visita delle cucine, nuovo privilegio Gold. Spero di incontrarvi Sergio e scambiare due parole sulla nostra sosta coatta ad Alessandria
Sergio non l’ho incontrato alle cucine, ma ho avuto occasione più tardi di scambiare qualche opinione sulla nave e sulla ritardata partenza. La nuova istituzione del Costa Club, un’approfondita visita delle cucine, è molto interessante. Era la seconda volta che ne usufruivo ma devo dire che non è ripetitiva ed è sempre piacevole passare per le cucine a pieno regime. Proprio nelle fasi finali della visita si otteneva notizia della partenza. Rapidamente mi precipito sui ponti a cogliere immagini in lontananza della città egiziana, illuminata da uno splendido sole.
Finalmente siamo partiti, il mare, all’uscita della canaletta, non sembra affatto grosso. Anche il vento non spira ancora forte come ieri. La giornata è soleggiata, speriamo di poter godere un po’ degli esterni, finora è stato impossibile.
Il pomeriggio di navigazione sarà più movimentato di quello di ieri, sia per la presenza di tutti i passeggeri, ma, principalmente, per le conseguenze del ritardo previsto. Ovunque gli ospiti parlano dei disagi del loro rientro, le coincidenze perdute, le escursioni a Roma annullate. Penso comunque che, dati anche gli avvenimenti recenti, la prudenza non sia mai troppa e sia stato giusto ritardare la partenza
Alla sera è già momento del primo congedo: Gala dell’Arrivederci. Inutile ribadire come Costa giochi proprio su queste ultime serate per inoculare il virus del crocierista. Luci, suoni, colori: tutto sembra fatto a posta. E non serve essere vaccinati! La cena è proceduta molto bene e la consueta presentazione del personale molto vivace ed energica. Peccato per il <<mancato Magnifico>>. Tante belle realizzazioni decorative ma soltanto qualche biscotto servito a vassoio.
2 marzo, in Navigazione
Siamo arrivati all’ultimo giorno. Ed è il primo di effettiva navigazione, dopo la partenza del giorno precedente solo nella tarda mattinata. La giornata è bella, finalmente, ma l’aria è sempre fredda. Ciononostante, qualche sguardo al mare, ai ponti esterni, all’orizzonte, è possibile. Per il resto tutto da copione: saluti, valigie, ultimi acquisti, uno sguardo alle foto, prime piccole riflessioni e valutazioni.
A pranzo un ottimo buffet di pesce e l’arrivederci del personale in piscina. Nel pomeriggio e alla sera si ripete il classico “struscio” sui ponti 4 e 5…
3 marzo, Civitavecchia
Il giorno dello sbarco non ha una storia. E’ sempre triste e ripristina tutti i nostri pensieri, magicamente congelati per tutto il tempo della crociera. Un viaggio in nave lascia sempre qualcosa di positivo, e le mete visitate un bagaglio di buoni ricordi. Ma questi non sono presenti da subito, riemergono lentamente nei giorni successivi. Solo allora è possibile valutare la nostra crociera e tirare le somme. Il giorno dello sbarco si è storditi, si ritorna alla realtà. Non voglio certo dire che quella nave sia il mondo fantastico e che la nostra vita quotidiana sia noia e grigio. Semplicemente, che è un’altra realtà. E da un passaggio dall’una all’altra è normale avere attimi di smarrimento. Ed è per questo che sono a raccontarvi questa bella esperienza con serenità e con grande piacere nel condividerla con gli utenti ed amici del forum!
Dopo un periodo sfacciatamente lungo… giungo anch’io al mio diario. La lunga attesa non è giustificata da un resoconto dettagliato e ben fatto, purtroppo non ne ho avuto il tempo. Mi hanno inoltre preceduto le valutazioni di Sergio, che condivido appieno, ed il bellissimo diario di Trenta che hanno reso superfluo il ripetere di tanti avvenimenti. Molti dei quali, complice il nuovo servizio di wifi sulle navi di recente generazione, sono riuscito a trasmettere in diretta da bordo. Oltre a richiamare gli aspetti principali della crociera e raccontare le mete visitate ho quindi attinto in parte anche alle comunicazioni in diretta già parzialmente pubblicate. Ho cercato di condire il tutto con delle immagini. La selezione, difficilissima per il numero di scatti che ho fatto, ha tenuto conto non tanto della bellezza e della buona riuscita delle foto, caratteristiche nelle quali purtroppo non sono molto bravo, ma per la loro rappresentanza ed il loro significato.
Complessivamente è stata una crociera molto positiva, ho apprezzato molto l’itinerario, pur noto, l’organizzazione di fronte agli imprevisti di vario tipo e la struttura della nave.
20 febbraio, Civitavecchia
Ancor prima di raggiungere il Terminal, scaricando i bagagli come sempre di grandissima mole, ho incontrato i grandi Fandelmare e Pmanlio. Dopo un rapido saluto, in compagnia di Sergio, abbiamo aspettato l’apertura dell’imbarco, un po’ ritardo rispetto all’orario previsto. Intorno alle 14,00 abbiamo finalmente messo piede a bordo e dopo la rapida sistemazione in cabina, una prima rivista al buffet con il pranzo. La qualità mi è sembrata da subito buona, o comunque non inferiore agli standard Costa. Dato il ritardo nell’imbarco, nonché la voglia di visitare subito la nave, per me nuova, ho preferito rimanere a bordo e non scendere a terra per due passi in centro. Il mare, come anticipato per sms da bordo, si annunciava piuttosto mosso. Ne dava avvisaglie scavalcando il molo e abbattendosi vigorosamente sui vicini frangionde. La navigazione in serata è stata tuttavia piuttosto tranquilla, preso il largo Pacifica rimaneva stabile e a bordo si è avuta una prima buona serata.
21 febbraio, Savona
Soltanto in un’altra occasione sono stato a Savona “in transito”, mentre molte altre volte vi sono imbarcato. Le opportunità per visitarla sono conseguentemente state poche e devo dire che, effettivamente, non la conoscevo. Le previsioni metereologiche avevano annunciato cattivo tempo, con pioggia e temperature poco gradevoli. Devo confessare che in un primo tempo avevo quindi pensato di non scendere, godermi gli interni della nave. La festività domenicale era un altro deterrente, pensavo di trovare la città poco animata. A sorpresa quindi, Savona si è invece presentata soleggiata, con buon clima che ha invitato a far due passi. Nonostante la chiusura di molti negozi il centro non era affatto deserto, complice anche il sapore primaverile della giornata. Ho avuto modo di visitare il Duomo e parte del centro che non conoscevo, come il Municipio. A ricordare che in fondo era sempre febbraio, una spolverata di neve sui monti alle spalle della città, simpatica cornice per l’ormeggio di Pacifica. Dopo una passeggiata mattutina ho fatto rientro in nave per il pranzo. A seguire un pomeriggio di dolce far niente, fra un approfondimento alla visita della nave, una lettura ed il perfezionamento del programma di visita agli scali successivi.
22 febbraio, in Navigazione
Le giornate di navigazione non bastano mai!! Si fanno sempre tanti progetti, tanti programmi. In navigazione abbiamo tutto il tempo per…. Poi le giornate volano e siamo già alla sera. Nonostante la stagione invernale ho cercato di stare un po’ all’esterno, il sole emergeva raramente dalle nuvole e la temperatura era sempre troppo rigida. Il passaggio fra le Eolie è un momento tuttavia imperdibile e armato di giacca a vento e coperta ho cercato di fermare gli attimi più belli. Si riescono a vedere quasi tutte le isole ma è sempre Stromboli che fa da padrona, con la sua austerità e minacciosità.
La serata vedeva il primo Gala, quello di benvenuto. La cena era buona e gli spettacoli in teatro sempre di buon livello.
23 febbraio, Katakolon
Scrivevo nella mia diretta:
Sebbene lo scalo di Katakolon non sia entusiasmante per chi ha già visitato Olimpia, […] la sosta nel porticciolo del Peloponneso è stata piacevole. Il tempo, a parte un forte vento, era gradevole ed il paesino ha ultimato alcuni lavori di ristrutturazione e sistemazione di aree pubbliche che lo hanno reso più curato. La piccola chiesetta al termine di Main Street fa bella mostra di sé dopo il restauro ed il suo intonaco bianco spicca adesso contrastando con l’azzurro delle decorazioni, in pieno stile della Grecia! Alcuni nuovi negozi si affacciano sulle due strade principali, molti dei quali offrono ormai la wi-fi e tutti i servizi necessari ai crocieristi. Nella zona tra il campo di calcio e la Chiesa, anche i giardini sono stati risistemati e rendono piacevole attraversarli.
Sulla nave si sta molto bene. Delle tre gemelle Pacifica è a mio parere la più bella, elegante, senza particolari eccessi. I servizi di bordo sono generalmente buoni ed anche l’alimentazione mi sembra di buon livello. A volte si notano porzioni in “stile Leo”, ma sono una minoranza ed il problema quantità non si associa mai a quello qualitativo, sempre molto buono.
Unica nota dolente, la mia cabina. Un utente del forum mi aveva messo in guardia sulle cabine di estrema poppa ed aveva ragione. Durante la navigazione si hanno vibrazioni generalizzate e tutto cigola e fa rumore. Ma il peggio arriva in fase di manovra: le vibrazioni ed il rumore si fanno talmente forti da far cadere oggetti dalla scrivania. Potete immaginare che se l’attracco è previsto per le 7 del mattino, non sia proprio il risveglio auspicato in crociera.
A distanza di tempo, condivido le mie valutazioni di allora. Katakolon, in fin dei conti, è un luogo vivace per una passeggiata di un paio d’ore. Mi piacerebbe vederla nel periodo estivo, quando, a descrizione dei commercianti, si anima di greci che possiedono case di villeggiatura. In effetti tutti i ristoranti e i bar del lungomare non sono molto frequentati in questo periodo e non mi immagino come possa essere la vita quotidiana invernale senza navi in porto! Non avevo mai visitato la piccola chiesa del paese: appena restaurata è veramente molto carina e ha delle pareti all’interno con dei bellissimi affreschi.
Poco dopo il rientro a bordo, la notizia del cambiamento di itinerario. Lo scalo di Atene, per gli scioperi e le turbolenze che interessano la Grecia è sostituito dalla turca Smirne.
Quanto alla cabina, il problema è purtroppo sussistito a lungo, altrove nel forum abbiamo parlato diffusamente di questo inconveniente. Quanto, infine, alla Dieta di Leo… fortunatamente è stata sospesa anche se qualche strascico si ha ancora nella frutta al ristorante e in qualche antipasto!
24 febbraio, Smirne
Cito dalla mia diretta di bordo:
Stiamo navigando verso Smirne, scalo sostitutivo di Atene, dove arriveremo alle 13,00. Mi sto preparando per uscire all’esterno e godere della navigazione turistica. Poco fa era visibile l’isola di Psara e stiamo per costeggiare Chios. Spero, mentre scrivo, di non aver ancora raggiunto la turca penisola di Karaburun, che dovremmo in parte circumnavigare prima di fare ingresso nel Golfo di Smirne e attraversare lo stretto di Yenikale.
L’avvicinamento alla baia di Smirne avviene fra coste molto belle e paesaggi molto interessanti. Pacifica si avvicinava lentamente alla città, giungendovi in perfetto orario. Dopo lo smarrimento iniziale, dovuto all’improvviso cambio di itinerario, ho maturato la preferenza per lo scalo turco rispetto alla caotica Atene. Mi dispiace, certamente, per chi non vi era mai stato e desiderava visitarla. Smirne è una città diversa, non si tratta certo di un paragone. Ma la vivacità, la semplicità degli spostamenti, la diversità della Turchia moderna rispetto alla Grecia, mi hanno reso gradevole una passeggiata pomeridiana. Vecchie costruzioni ottomane sono ormai soffocate da moderni palazzi. Anche il paesaggio che contorna l’antico Kolonak è ormai disseminato di strutture moderne. Il tutto convive nel caos di una città moderna e dai forti contrasti. Un peccato che l’agorà, immerso in questo confuso tessuto urbano, cada a pezzi e si mostri estremamente fatiscente. Solo il Castello di Velluto, perchè naturalmente isolato dal centro, si salva dal cemento.
Prima di scendere a terra, un ottimo pranzo con specialità marinare. In piscina un ricco buffet con grandi pesci al forno.
Al rientro a bordo avevo modo di scrivere, assaporando uno spicchio di pizza:
Eccomi di ritorno da una bellissimo pomeriggio trascorso a Smirne. Ad essere esatti dovremmo dire Izmir poiché l’antica Smirne si trova a circa 5 km dalla città odierna anche se le sue dimensioni, ormai da metropoli, stanno per annullare questa distinzione.
Devo essere onesto: tutto sommato ho preferito la città turca alla sosta prevista ad Atene. Conosco molto bene entrambe le città ma torno sempre molto volentieri a Smirne piuttosto che nella caotica capitale greca. Ho passato molto tempo in quella che considero la capitale mediterranea della Turchia e mi fa piacere tornare in luoghi a me familiari.
In città si toccavano i 24 gradi anche se uno strato nuvoloso, quasi mai minaccioso, ci ha sempre impedito di vedere l’azzurro. Percorsa l’animatissima Kibris Sehiteri, colma di ristoranti e locali che mescolano i loro profumi sulla strada pedonale, mi sono spostato sul lungomare per raggiungere Kolonak. La grande piazza, separata dal Pier da un breve ponte si conferma da sempre il fulcro della vita cittadina. La Torre dell’Orologio, isolata sulla piazza, sembra quasi un reperto archeologico immerso fra i più moderni grattacieli. Le vie del Bazar erano affollatissime. Anafartalar Caddesi si mostrava più pittoresca di quanto non lo sia sempre grazie ai canti del muezzin. Dal minareto della moschea di Kemeralti la preghiera si ode dalla piazza di Kolonak sino ai limiti dell’Agorà. Intorno alle 17,00, con le prime ombre, ho percorso la Kesteli Caddesi, con fantastici scorci sul mercato di alimentari.
Una nota curiosa, in mezzo a tanta frutta e verdura in vendita anche piccoli Pinocchi di legno. Lo avesse immaginato Collodi!
Dopo la passeggiata nella zona del Bazar ho fatto ritorno lungomare, con l’intenzione di visitare l’Ataturk Museum, che da tempo avevo intenzione di fare. Purtroppo ho visto che non avevo tempo a sufficienza ed ho dovuto rimandare ad una prossima volta. Dalla piazza Gundogdu sono allora rientrato sulla Kibris per gli ultimi sguardi alle vetrine e gli ultimi profumi di Kebab. Non ho rinunciato, come mia consuetudine, ad acquistare le squisite frutte secche di Tuqba, il miglior negozio di questo genere a parer mio, elegante e ricco, posto all’inizio del “corso” di Smirne.
Giunto al porto ho avuto ancora del tempo per delle fotografie alla splendida baia, ancora illuminata da qualche raggio di luce, e soprattutto alla nostra Pacifica, già completamente illuminata. Mi dispiace dover dire che era molto più bella della vicina Bleu de France, della Croisieres de France, ospite anch’essa del terminal Alsancak.
Fra le foto cui facevo riferimento, oltre naturalmente alla Pacifica, la Blue de France, entrambe riprodotte a seguire.
Lasciamo Smirne nell’oscurità. Petroliere e grandi cargo entrano ed escono dalla baia. Molte navi, alla fonda, aspettano il loro turno. Pacifica si allontana lasciando la grande metropoli che, con le sue innumerevoli luci e case, sembra un infinito presepe.
25 febbraio, Rodi
Ho suddiviso la permanenza a Rodi in due diverse escursioni. Questa mattina ho preso un auto ed ho costeggiato la parte occidentale dell’isola fino allo splendido promontorio di Lindos. La cittadina appariva poco vivace a causa della chiusura per ferie di gran parte dei locali. Passeggiare per le strette vie è stato comunque molto piacevole, anche perché non avevo mai avuto occasione di raggiungere questa località. Non sono salito all’acropoli, accontentandomi dei panorami offerti durante il percorso da Rodi, molto spesso veramente suggestivi.
Durante il rientro verso la città di Rodi ho fatto delle brevi soste: Arhangelos, Kolympia con la sua ampia spiaggia, Epta Piges, quasi abbandonata fuori stagione ed infine Koskinou, nei pressi di Rodi stessa. E’ stata una bella escursione, bel tempo, almeno fino alla città.
Un pranzo in nave, con specialità orientali. Buone all’aspetto ma personalmente non amo cibi del genere!
Così scrivevo la sera del rientro da Rodi, sfruttando una wifi municipale molto efficiente. Non avevo mai visitato Lindos e devo dire che vale la pena percorrere i chilometri che la separano da Rodi. Anche perché la strada, tutt’altro che noiosa, offre scorci e paesaggi molto affascinanti. Mi rammarico per averla vista deserta, soltanto gli escursionisti Costa si addentravano nelle stradine bianche, piene di locali che in altri periodi le renderanno animatissime. Non sono salito all’acropoli, principalmente per questioni di tempo a disposizione. Il tempo era bellissimo durante la mattinata e non ci si sarebbe aspettati di trovare la pioggia sulla via del ritorno. Bellissima la chiesa, di cui non ricordo il nome, completamente affrescata.
Eccomi di rientro a bordo anche io, scampato all’acquazzone di cui si è già fatta menzione. Adesso il cielo rasserena ed osservo la Rodi italiana dai vetri del ristorante buffet. Si notano in primo piano l’ex cattedrale ed il Palazzo del Governatore con la sua inconfondibile cupola bianca.
Dopo pranzo, un caffè in piscina ed un classico giro del centro abitato: dalla porta Panagias per la Socratous, Aristoteleos, ancora la Moschea di Solimano, il Palazzo dei Cavalieri ed Ippoton, l’antica via dei Cavalieri.
L’acquazzone e l’insolito freddo hanno reso più celere la visita del centro cittadino, spingendoci a fare rientro anticipato in nave. A seguire Gala del Comandante e splendido buffet con visita alle cucine.
26 febbraio, Limassol
Dopo Rodi è la volta di un’altra isola. Molto più grande, più eterogenea, ed ahimè ancora contesa. La giornata era molto bella al primo mattino, tanto da concederci qualche attimo trascorso all’esterno, cosa assai rara in questa crociera. Ma mentre Pacifica accostava al molo, perpendicolare alla Thomson Spirit, il cielo si copriva e di nuovo spirava un vento freddo. Mentre raggiungevamo il centro iniziava nuovamente a piovere, pioggia fine ma battente. Il centro di Limassol offre notoriamente poco ma devo ammettere che il clima lo ha reso ancora peggiore. Sinceramente non tornerei volentieri in questa città, salvo alcuni spostamenti lungo la costa, molto bella.
Le mie impressioni non sono diverse da quelle avute sul momento:
Questa mattina ho appreso dal telegiornale della sventura di Costa Europa. Sono veramente rammaricato e mi dispiace non poter approfondire la conoscenza dell’episodio date le difficoltà di farlo da bordo.
La giornata odierna si è nuovamente trasformata in piovigginosa e fredda dopo una breve illusione estiva concessaci questa mattina. La navigazione nel Mediterraneo orientale è stata molto tranquilla anche se per tutta la notte si vedevano lampi in lontananza, talvolta illuminavano l’intero orizzonte offrendo immagini bellissime ed al tempo stesso spaventose. Il buffet di ieri sera, dopo la visita alle cucine, è stato molto molto bello. La ricchezza e la cura, molto superiori a tanti Magnifici che ho visto, sanciscono il livello medio alto della ristorazione sulla nave.
Questa mattina abbiamo cominciato a vedere le coste dell’isola e l’abbiamo costeggiata fino al promontorio che protegge Limassol. La manovra di ormeggio si è conclusa qualche minuto prima delle 12,00, accostandosi vicino alla Tomson Spirit.
L’impegno richiesto dai prossimi due scali, Israele ed Egitto, mi ha spinto a non spostarmi dalla città, anche se da tempo vorrei visitare le celebri Paphos ed Omodos. Sergio vi si è recato in escursione ed attendo suoi commenti.
Dopo pranzo mi sono quindi recato in centro con l’autobus di linea 30, molto comodo, frequente ed economico (1,50 euro).
Nonostante mi sforzi, non riesco a trovare niente di bello a Limassol. Trovo la città trascurata e poco curata, sostanzialmente brutta, moderna e con modestissime offerte al visitatore. Forse soltanto in piena estate può essere piacevole un soggiorno, spostandosi quotidianamente alle vicine, belle, spiagge. Negozi di cianfrusaglie si affiancano sul corso principale, anonimo e grigio. Non ho mai visto prodotti di cosi bassa qualità, in gran parte cinesi, ad un prezzo così alto. In breve tempo il cielo si è fatto minaccioso ed è ricomparsa la pioggia. Unita al vento freddo e alla monotonia dei negozi mi ha convinto a tornare velocemente in nave. Devo ammettere che il buffet la Paloma è molto più accogliente, mi piace soffermarmi qui a scrivere, a leggere e a preparare i programmi per l’indomani. Naturalmente, per Gerusalemme, il programma l’ho preparato da tempo! Mi auguro sia bel tempo
Pioggia battente anche al momento della partenza. Ma io, ed altri temerari, non ce la siamo persa!
La sera di Cipro, a bordo, la tradizionale cena italiana e, data la levataccia di gran parte dei crocieristi prevista per l’indomani, il dopo cena terminava molto presto.
27 febbraio, Caifa
Giungiamo la mattina del sabato, festivo in Israele, nello scalo più ambito. Sia per la novità fra le mete mediterranee nell’ultimo periodo, sia per l’importanza dei luoghi santi, particolari ed eccezionali indipendentemente dalla religione. Svegliato di buon mattino, una rapida colazione ed inizia il viaggio. I controlli israeliani sono oltremodo scrupolosi. Comprendo bene che debbano esserlo ma sinceramente li ho trovati eccessivi, persino morbosi. Certo non è semplice vivere in un clima di costante tensione, di paura e di possibili attacchi. Ma non vedo probabile che qualcuno possa scendere da una nave da crociera, con tutti i controlli che subisce ad ogni porto, per nuocere ad Israele. Dopo aver subito persino il controllo tra il corpo della macchina fotografica e l’obiettivo montato su di essa, raggiungo la mia auto e sotto una pioggia torrenziale intraprendo il viaggio verso Sud. L’autostrada costeggia per lunghi tratti la costa. Il mare è molto mosso e le spiagge sono battute con forza dalle onde. Attraversiamo Tel Aviv, l’autostrada l’attraversa proprio al centro, scorriamo con rapidità fra palazzi, grattacieli, edifici moderni. Poi il paesaggio cambia, si fa più verde e ondulato. Saliamo, infine, verso Gerusalemme.
I percorsi della giornata si sono articolati come raccontato a caldo nella diretta:
Il percorso a piedi ha avuto inizio dalla Porta di Giaffa per la David Street. Per timore di code ho visitato subito il Santo Sepolcro, sorprendentemente senza particolare folla. La tomba di cristo, il Calvario, Sant’Elena, la cripta: tanti diversi periodi, tante storie o leggende, talvolta intrecciate e talvolta contrastanti. Tutto però miscelato in modo da renderlo incredibilmente compatto e misterioso. Ho sostato quasi mezzora al Sepolcro, approfittando anche dell’assenza di alcune proibizioni nel fare fotografie e filmati. Non senza pioggia, ho raggiunto il quartiere armeno con la Cittadella e la Chiesa di San Giacomo. Eccoci poi in quello ebraico, il Cardo, il Grande Muro, via della Catena fino al Western Wall: il muro del Pianto. Vie strette e pittoresche, archi a sesto acuto, botteghe, bancarelle di pane.
Il Sabbath ha impedito la visita all’intera spianata del Tempio e al Mercato del Cotone. Una mancanza grave, avrei tanto voluto vedere almeno la Cupola della Roccia. Non potendo accedervi sono allora risalito al quartiere musulmano per i conventi delle Sorelle di Sion e della Flagellazione fino alla Porta di Damasco, accesso all’area musulmana. Alcune tappe della Via Dolorosa con l’Arco dell’ Ecce Homo e di nuovo verso il quartiere cristiano attorno al Santo Sepolcro.
Nel primo pomeriggio sono poi disceso verso la valle ai piedi del Monte degli Olivi: bellissima la Chiesa di tutte le Nazioni e suggestiva la Tomba della Vergine. Il giardino dei Getsemani altro non è che un modesto giardino ad olivi, ma non per questo non carico dell’atmosfera propria di tutti questi luoghi.
Gli ultimi minuti li ho spesi molto gradevolmente sull’estremità del Monte dalla quale si ha una vista superba sulla città. La Cupola della Roccia emerge con i suoi colori dorati dal color ocra della città su cui adesso il sole concede un raggio… Ma il vento è forte e la temperatura eccezionalmente bassa. Il cimitero ebraico, proprio al di sotto di noi, sembra una costruzione di legno per ragazzi, composta da migliaia di mattoncini tutti uguali. Ad est delle mura antiche, la città nuova, sconfinata, anonima.
Ripercorriamo l’autostrada, ancora fra piovaschi e improvvisi, anomale comparse di sole. Al terminal ancora controlli, uno sguardo a Caifa da lontano ed a bordo.
La sera, in nave, dopo un viaggio così intenso, si rimane confusi. Gerusalemme è una meta che tutti, prima o poi, si sono immaginati di raggiungere. E questo fa si che si crei un’aspettativa, che si facciano ipotesi e supposizioni. Che ci si disegni la città nella mente, si immaginino le chiese accanto alle moschee e accanto alle sinagoghe. Non è un luogo che si visita per la prima volta e poi si fa una stima: ci è piaciuto o non ci è piaciuto. Penso piuttosto che dopo averlo visitato si rifletta sull’averlo trovato o meno come lo si aspettava. E che cosa era diverso, cosa gli assomigliava, cosa era esattamente cosi. Tutto questo non si riesce a farlo a caldo, con migliaia di immagini che si sovrappongono nella mente.
A distanza, pur breve, devo dire che Gerusalemme l’avevo immaginata più irreale, più incantata, più sacra di quanto in realtà sia. La città non è un museo, o un’area archeologica. E’ una città molto viva, vissuta, piena di persone che condividono gli stessi spazi, fianco a fianco. Eppure sono così diversi fra loro. Non è la religione, alla fine, la distinzione principale. Sono i costumi, le abitudini, le usanze, il modo di vivere. Anche il modo di guardare al turista. Il mondo è sempre in conflitto per motivi religiosi ed è stupefacente vedere tre religioni, o di più se si tiene conto di armeni, copti ecc, che convivono pacificamente in pochissimi chilometri quadrati. Una città a tratti di aspetto medioevale europeo, ma anche profondamente araba altrove. Antica e ben conservata, ma non ben curata, al suo interno, estremamente moderna e avveniristica in alcune sue aree esterne.
Sono lieto di aver avuto la fortuna di visitarla. Penso sia uno di quei luoghi in cui aver messo piede si ricordi per sempre. Ne ero convinto la sera stessa della visita:
La meta più importante della crociera è trascorsa. Ma senz’altro lascerà qualcosa di indelebile nei ricordi di ogni viaggiatore che l’abbia raggiunta. Ho avuto la fortuna di visitare Roma, Santiago e Gerusalemme, i centri più importanti della cristianità. Non sono un religioso convinto e praticante ma penso che questi luoghi possano trasmettere qualcosa di importante a chiunque. Anche soltanto per i loro millenni di storia e di pellegrinaggi. Mettere piede laddove lo hanno fatto milioni di persone di tutte le nazionalità e di tutte le epoche è senz’altro fascinoso ed entusiasmante
Sono ancora più fermamente convinto.
Nel Santo Sepolcro:
Il Sudario:
La cupola:
Il Cardo:
Al Muro del Pianto
L’Arco dell’Ecce Homo
La Chiesa di Tutte le Nazioni ed il Giardino dei Getzemani
Dalla vetta del Monte degli Ulivi: la Cupola della Roccia ed il Cimitero ebraico
28 febbraio, in Navigazione da Port Said ad Alessandria
Ricorro ancora alla mia diretta, esaustiva per questa giornata quasi interamente trascorsa a bordo:
A differenza di quanto progettato in origine, ho successivamente deciso di rimanere a bordo quest’oggi. Sono stato molte volte in Egitto e, anche se questo avrebbe molte mete ancora da offrirci, ho preferito non fare grandi spostamenti, anche in conseguenza della faticosa giornata di ieri.
Il mio programma avrebbe previsto un breve gita lungo il Canale di Suez, nei dintorni di Port Said. Di qui mi sarei mosso verso la vicina Tanis, per una visita all’antica città egizia di Djanet, un tempo una delle maggiori cittadine del Delta del Nilo. Di qui si raggiunge rapidamente Damietta, porto industriale ma con delle parti di città ricostruite dagli ottomani piuttosto particolari, segnate dal cosiddetto “stile Delta”. La zona più interessane della visita sarebbe poi stata il Lago Manzila, una laguna di acqua salata mèta di migrazioni di uccelli, aironi, cicogne e pellicani. Sulla costa, la moderna Ras al-Bar sarebbe stata luogo di una pausa con i suoi innumerevoli caffè e ristoranti all’aperto, animati anche fuori stagione. L’itinerario di rientro verso Alessandria prevedeva poi una sosta a Rosetta, per una visita all’hammam settecentesco ed ai palmeti che qui fanno da cornice al passaggio del Nilo.
Alessandria è una città sempre piacevole, una delle più belle del Maghreb a mio parere. Due passi tra il lungomare, Midan Tahrir, la piazza principale e Zaghloul sarebbero state piacevoli da percorrere anche all’imbrunire.
Spero di avere nuova occasione di affrontare questo itinerario, se diventerà prassi di Costa fare scalo tecnico a Port Said, le probabilità saranno maggiori.
A bordo non mi annoio certamente. Se mi piacciono le giornate di navigazione, quelle con la nave semideserta sono veramente il massimo! Regna una pace assoluta, i saloni sono vuoti e vi è silenzio ovunque. Fuori, ancora una volta, il cielo è plumbeo e sporadicamente cadono gocce di pioggia. Non abbiamo mai potuto godere degli esterni di Pacifica. Soltanto a Katakolon ricordo non essere piovuto, sebbene il cielo fosse grigio anche sulla costa del Peloponneso.
Un pomeriggio di lettura e relax quindi, in attesa di assistere all’accesso in porto ad Alessandria, previsto per le 19,30
Port Said, il porto dei pescherecci:
In uscita da Port Said:
Una navigazione piuttosto movimentata:
Il mare è stato grosso oggi, ma non ha fatto altro che cullare i passeggeri, più di quanti pensassi a dire il vero, che hanno scelto di godersi Pacifica in questa fredda giornata a largo dell’Egitto. Al Samsara andrò domani, provando il percorso a tappe come da programma della Spa. Sto ponderando se scendere, nei poco più di 40 minuti a disposizione, alla stazione marittima di Alessandria. Avrei una cara persona da salutare. Intanto stiamo entrando in porto, scortati, ma non ausiliati, da ben tre rimorchiatori.
Questa sera imbarcherà un gruppo di crew dell’Europa, trasferito qui ad Alessandria in seguito all’incedente. Andrò poi a cena al Blue Moon, anche se ho visto che non vi sono alcune novità sul menu. L’ambiente lo conosco già anche grazie al buon tè classico che vi si serve nei giorni di navigazione. Conoscendo anche il menu non sarà niente di straordinariamente nuovo ma alterno volentieri alla cena al Ristorante My Way
Approfittando del poco tempo a disposizione, decidevo di scendere nel porto, giusto per fare due passi a terra prima delle due giornate in mare per il rientro in Italia.
Per concludere la giornata, una buona cena al Club Blue Moon, per i cui giudizi e per le foto rimando direttamente all’argomento relativo al ristorante, dove ne ho parlato qualche tempo fa.
1 marzo, in Navigazione
Il ritardo nella partenza da Alessandria si è protratto fino alla seconda mattinata di quello che doveva essere il primo giorno di navigazione. Il tempo era molto bello e senza presenza di vento. Mi interrogo tuttora, come in contemporanea, se non vi fossero state altre motivazioni che ostacolassero la nostra partenza.
Guardare le acque del porto dal ponte della nave non rende possibile credere che alla canalette ci siano condizioni tali per non lasciare via libera alla Pacifica. Ma il porto di Alessandria è grande e non ci rendiamo conto, forse, di quello che avviene all’esterno. Certo è che per la prima volta il sole fa capolino fra le nuvole, la temperatura è gradevole ed il vento si è placato. Forse perché non dovevamo essere qui.
Con i passeggeri a bordo, di fatto, la mattinata procede come fossimo in navigazione. Gli annunci di bordo fanno intendere che arriveremo in ritardo a Civitavecchia, anche se non è ancora chiaro di che entità. Calcolavo che al momento abbiamo perso 12 ore sulle 60 di navigazione previste. Praticamente 1/5 del totale e credo che sia difficile, d’ora in poi, non portare ritardo nel nostro arrivo.
Mi accingo alla visita delle cucine, nuovo privilegio Gold. Spero di incontrarvi Sergio e scambiare due parole sulla nostra sosta coatta ad Alessandria
Sergio non l’ho incontrato alle cucine, ma ho avuto occasione più tardi di scambiare qualche opinione sulla nave e sulla ritardata partenza. La nuova istituzione del Costa Club, un’approfondita visita delle cucine, è molto interessante. Era la seconda volta che ne usufruivo ma devo dire che non è ripetitiva ed è sempre piacevole passare per le cucine a pieno regime. Proprio nelle fasi finali della visita si otteneva notizia della partenza. Rapidamente mi precipito sui ponti a cogliere immagini in lontananza della città egiziana, illuminata da uno splendido sole.
Finalmente siamo partiti, il mare, all’uscita della canaletta, non sembra affatto grosso. Anche il vento non spira ancora forte come ieri. La giornata è soleggiata, speriamo di poter godere un po’ degli esterni, finora è stato impossibile.
Il pomeriggio di navigazione sarà più movimentato di quello di ieri, sia per la presenza di tutti i passeggeri, ma, principalmente, per le conseguenze del ritardo previsto. Ovunque gli ospiti parlano dei disagi del loro rientro, le coincidenze perdute, le escursioni a Roma annullate. Penso comunque che, dati anche gli avvenimenti recenti, la prudenza non sia mai troppa e sia stato giusto ritardare la partenza
Alla sera è già momento del primo congedo: Gala dell’Arrivederci. Inutile ribadire come Costa giochi proprio su queste ultime serate per inoculare il virus del crocierista. Luci, suoni, colori: tutto sembra fatto a posta. E non serve essere vaccinati! La cena è proceduta molto bene e la consueta presentazione del personale molto vivace ed energica. Peccato per il <<mancato Magnifico>>. Tante belle realizzazioni decorative ma soltanto qualche biscotto servito a vassoio.
2 marzo, in Navigazione
Siamo arrivati all’ultimo giorno. Ed è il primo di effettiva navigazione, dopo la partenza del giorno precedente solo nella tarda mattinata. La giornata è bella, finalmente, ma l’aria è sempre fredda. Ciononostante, qualche sguardo al mare, ai ponti esterni, all’orizzonte, è possibile. Per il resto tutto da copione: saluti, valigie, ultimi acquisti, uno sguardo alle foto, prime piccole riflessioni e valutazioni.
A pranzo un ottimo buffet di pesce e l’arrivederci del personale in piscina. Nel pomeriggio e alla sera si ripete il classico “struscio” sui ponti 4 e 5…
3 marzo, Civitavecchia
Il giorno dello sbarco non ha una storia. E’ sempre triste e ripristina tutti i nostri pensieri, magicamente congelati per tutto il tempo della crociera. Un viaggio in nave lascia sempre qualcosa di positivo, e le mete visitate un bagaglio di buoni ricordi. Ma questi non sono presenti da subito, riemergono lentamente nei giorni successivi. Solo allora è possibile valutare la nostra crociera e tirare le somme. Il giorno dello sbarco si è storditi, si ritorna alla realtà. Non voglio certo dire che quella nave sia il mondo fantastico e che la nostra vita quotidiana sia noia e grigio. Semplicemente, che è un’altra realtà. E da un passaggio dall’una all’altra è normale avere attimi di smarrimento. Ed è per questo che sono a raccontarvi questa bella esperienza con serenità e con grande piacere nel condividerla con gli utenti ed amici del forum!