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A Noi

  • Autore discussione Autore discussione Black_Zarina
  • Data d'inizio Data d'inizio
E che FeliceFelicetti? è il nome d'arte di Felix?

Guarda sono tutte ri-produzioni certificate, rispondenti ai più elevati livelli di produzione e tutte ISO conformi; quanto di meglio esiste sul mercato del "falso". ;) ;)

Lo citavo in incognito, così non se ne accorgeva!!!

Rodolfo "Rudy" detto VudynoAdoVato 😡😡😡 i falsi li dai alle turiste ammeregane o a quelle Zimbabwesi!!!!
 
[smilie=risata_09[1:

...belle parole BZ...bisognerebbe ricordarle sempre, non solo l' 8 marzo ;)[/QUOTE]

Sono d'accordo Laura.
Nel mio piccolo ci provo.
Lavoro da Donna con le Donne e per le Donne.
Non mi piace questa festa (come molte altre in cui é davvero discutibile "festeggiare") ma tolta la mimosa con il suo odore pestilenziale, gli auguri di rito, e le tristi serate "tra donne" libere per una sera, mi dispiaceva comunque non dare un momento di nota all'importanza dell'"altra metà del cielo" tanto piu che spesso siamo noi per prime (in banale senso generico) a non rispettare ciò che (di davvero bello) siamo.
Talvolta anche con noi stesse.
 
Evvabbè... state stimolando Felice Felicetti a dire la sua....

Credo che l'8 Marzo inteso come "Festa della donna", con il suo carico di retorica, sia spesso "svilente" per la donna stessa, e sia paradossalmente un ottimo strumento per distrarre dai veri temi che una ricorrenza come questa dovrebbe portare all'attenzione di tutti.
Per questi motivi, preferisco pensare ad una "giornata della donna", o perchè no, ad una "giornata per la donna", che è concetto ben diverso rispetto a quello che si definisce "festa".

In quest'ottica, non amo distribuire auguri se non come puro (e piacevole) gesto di galanteria. Perchè per la stessa linea di principio (pur estremizzando, intendiamoci) non faccio gli auguri agli ebrei nel giorno della memoria, non li faccio ai leucemici nella giornata dedicata a loro, perchè non è il mio modo di manifestare empatia VERA verso qualcosa che deve essere approcciata in maniera più profonda e perchè se una giornata è dedicata ad approfondire temi sensibili, quali forme di discriminazione, violenze, disparità, questo non genera auguri, ma riflessioni e dibattiti, si spera costruttivi, utili per il futuro.

Trovo che l'indire uno sciopero generale bloccando un paese, generando un danno economico e tanti disagi a uomini e donne, mamme e papà, figli e figlie, malati e malate, lavoratori e lavoratrici, senza distinzione, sia più dannoso e strumentale che utile.
Stimola i decelebrati ad innalzare muri contro muri in stile "maschi contro femmine". Distrae la già sonnolenta attenzione popolare verso la contrapposizione becera e l'ironia misogina e non di certo la comunione d'intenti, e di principi.

Quando poi leggo in certi siti "istituzionali" che questo sciopero dovrebbe "estendersi" alla cura personale ed alla cura dei propri figli da parte delle mamme, mi chiedo come sia possibile che l'orgoglio femminile (o femminista?) possa passare attraverso queste vere e proprie forme di fanatismo.

Di questa giornata, apprezzo però tante cose. Apprezzo il fatto che mi stimoli il ricordo di quando ero studente universitario, e preferivo studiare con ragazze perchè erano molto più precise e diligenti di noi maschietti immaturi, ai quali bastava fare una pausa di "soli 5 minuti" in branco per ritrovarsi dopo ore in interminabili sfide alla playstation o a giocare a pallone nel campetto di fronte, ogni occasione era buona per cazzeggiare e tanti saluti all'esame. Alla fine, se sono un minimo "imparato", lo devo anche a loro.

Apprezzo le tante collaboratrici protagoniste nei miei team di lavoro in questi anni. Alcune le ho viste diventare mamme, altre le ho viste andare via, altre lavorano ancora con me.... ma tutte hanno contribuito alla mia crescita professionale...ed umana. Perchè questo comporta confrontarsi ogni giorno nell'eterna ricerca di una soluzione tra scadenze di lavoro imminenti ed improrogabili, e le scadenze della vita anch'esse improrogabili.... come la malattia improvvisa di un proprio figlio, la sua prima comunione....o il rimanere incinta... e vedere il terrore negli occhi di chi mi guarda e mi chiede "ma.... al mio ritorno, ci sarà ancora la mia scrivania....vero?"

Apprezzo i vari dibattiti presenti in tutta la città, apprezzo che se ne parli, apprezzo tantissimo quel gruppo di insegnanti che hanno dichiarato in tutta onestà che non avrebbero affatto scioperato, ma che avrebbero lavorato, ed in classe avrebbero parlato di misoginia ai propri alunni.

Perchè non è uno sciopero che cambia i retaggi culturali ed elimina le discriminazioni. Viviamo in un mondo che ancora oggi non è totalmente paritario ed è infarcito di false tutele. Lo dicono le statistiche sul redditto, lo dice il mondo del lavoro, lo dicono le statistiche sulle violenze domestiche . Esiste un substrato culturale talmente profondo e disparitario la cui dimostrazione della sua esistenza è il fatto stesso di essere talmente forte...ma talmente forte... da essere addirittura trasversale ai sessi.....

Sciopero generale? Genere "neutro" e petizione per mettere l'apostrofo alla parola "un'amore"? Ma per favore...parliamo di cose serie piuttosto....parliamo della "giornata per la donna" semmai...

Un saluto a tutti
 
Ultima modifica:
Bravo Max... condivido in toto ;)

Io non ho fatto gli auguri a nessuna donna... gli auguri a loro, per me, si fanno giorno per giorno in tanti piccoli modi ma soprattutto si fanno rispettandole quotidianamente e non solo l'8 marzo.

Gianni
 
Sciopero generale? Genere "neutro" e petizione per mettere l'apostrofo alla parola "un'amore"? Ma per favore...parliamo di cose serie piuttosto....parliamo della "giornata per la donna" semmai...
La petizione l'ignoravo; poi ne seguiranno sicuramente tante altre per rendere "neutri" altri termini :):)

Grazie Felice Felicetti per l'informazione e le conseguenti risate.

Ovviamente condivido.
 
Evvabbè... state stimolando Felice Felicetti a dire la sua....

Credo che l'8 Marzo inteso come "Festa della donna", con il suo carico di retorica, sia spesso "svilente" per la donna stessa, e sia paradossalmente un ottimo strumento per distrarre dai veri temi che una ricorrenza come questa dovrebbe portare all'attenzione di tutti.
Per questi motivi, preferisco pensare ad una "giornata della donna", o perchè no, ad una "giornata per la donna", che è concetto ben diverso rispetto a quello che si definisce "festa".

In quest'ottica, non amo distribuire auguri se non come puro (e piacevole) gesto di galanteria. Perchè per la stessa linea di principio (pur estremizzando, intendiamoci) non faccio gli auguri agli ebrei nel giorno della memoria, non li faccio ai leucemici nella giornata dedicata a loro, perchè non è il mio modo di manifestare empatia VERA verso qualcosa che deve essere approcciata in maniera più profonda e perchè se una giornata è dedicata ad approfondire temi sensibili, quali forme di discriminazione, violenze, disparità, questo non genera auguri, ma riflessioni e dibattiti, si spera costruttivi, utili per il futuro.

Trovo che l'indire uno sciopero generale bloccando un paese, generando un danno economico e tanti disagi a uomini e donne, mamme e papà, figli e figlie, malati e malate, lavoratori e lavoratrici, senza distinzione, sia più dannoso e strumentale che utile.
Stimola i decelebrati ad innalzare muri contro muri in stile "maschi contro femmine". Distrae la già sonnolenta attenzione popolare verso la contrapposizione becera e l'ironia misogina e non di certo la comunione d'intenti, e di principi.

Quando poi leggo in certi siti "istituzionali" che questo sciopero dovrebbe "estendersi" alla cura personale ed alla cura dei propri figli da parte delle mamme, mi chiedo come sia possibile che l'orgoglio femminile (o femminista?) possa passare attraverso queste vere e proprie forme di fanatismo.

Di questa giornata, apprezzo però tante cose. Apprezzo il fatto che mi stimoli il ricordo di quando ero studente universitario, e preferivo studiare con ragazze perchè erano molto più precise e diligenti di noi maschietti immaturi, ai quali bastava fare una pausa di "soli 5 minuti" in branco per ritrovarsi dopo ore in interminabili sfide alla playstation o a giocare a pallone nel campetto di fronte, ogni occasione era buona per cazzeggiare e tanti saluti all'esame. Alla fine, se sono un minimo "imparato", lo devo anche a loro.

Apprezzo le tante collaboratrici protagoniste nei miei team di lavoro in questi anni. Alcune le ho viste diventare mamme, altre le ho viste andare via, altre lavorano ancora con me.... ma tutte hanno contribuito alla mia crescita professionale...ed umana. Perchè questo comporta confrontarsi ogni giorno nell'eterna ricerca di una soluzione tra scadenze di lavoro imminenti ed improrogabili, e le scadenze della vita anch'esse improrogabili.... come la malattia improvvisa di un proprio figlio, la sua prima comunione....o il rimanere incinta... e vedere il terrore negli occhi di chi mi guarda e mi chiede "ma.... al mio ritorno, ci sarà ancora la mia scrivania....vero?"

Apprezzo i vari dibattiti presenti in tutta la città, apprezzo che se ne parli, apprezzo tantissimo quel gruppo di insegnanti che hanno dichiarato in tutta onestà che non avrebbero affatto scioperato, ma che avrebbero lavorato, ed in classe avrebbero parlato di misoginia ai propri alunni.

Perchè non è uno sciopero che cambia i retaggi culturali ed elimina le discriminazioni. Viviamo in un mondo che ancora oggi non è totalmente paritario ed è infarcito di false tutele. Lo dicono le statistiche sul redditto, lo dice il mondo del lavoro, lo dicono le statistiche sulle violenze domestiche . Esiste un substrato culturale talmente profondo e disparitario la cui dimostrazione della sua esistenza è il fatto stesso di essere talmente forte...ma talmente forte... da essere addirittura trasversale ai sessi.....

Sciopero generale? Genere "neutro" e petizione per mettere l'apostrofo alla parola "un'amore"? Ma per favore...parliamo di cose serie piuttosto....parliamo della "giornata per la donna" semmai...

Un saluto a tutti

Quoto in toto quanto hai detto, al di là della giornata in cui si arricchiscono i fiorai e i gestori dei locali, poi cosa resta?
 
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