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Anziana crocierista muore dopo essere stata abbandonata su un'isola deserta

Chiamato in causa, premetto che non sono un Giurista Marittimo, ma solo che conosco alcune disposizioni che governano la condotta di una nave.
Ora quanto letto fornito da AI sono aspetti generici in specie nella prima parte ed in ogni caso bisognerebbe sapere cosa effettivamente è accaduto: ho sempre detto che tutto ruota attorno al mancato riscontro di un passeggero mancante alla partenza.
So per certo che al momento della partenza il comando nave deve comunicare alle Autorità, la lista delle persone presenti a bordo: va da sé che un mancato rientro dovrebbe essere comunicato immediatamente.
È stato fatto? Tutti presenti senza aver controllato? Noncuranza, superficialità nella comunicazione? Chi lo sa?
Però mi verrebbe da fare altre considerazioni.
Ma ai componenti l'escursione, guida in testa, o accompagnatore se presente, al momento del rientro, non è venuto minimamente da chiedere la sorte della signora rimasta indietro? Se era rientrata, se aveva dato notizie di sé? Ammesso funzionasse, una telefonata a bordo per informare del fatto? Una chiamata con UHF o VHF ammesso lo avessero? Escursione tutta a piedi i da qualche parte c'era un mezzo che ne aspettava il ritorno? Sappiamo che la guida fa la conta degli escursionisti prima che il bus si muova. E se manca qualcuno, a prescindere dalla presenza del mezzo, comunicare al rientro la mancanza di un escursionista. Niente di più naturale.
Io vedo, senza conoscere tantissime informazioni e circostanze, tanta superficialità e menefreghismo.
 
Ultima modifica:
Sì, tante cose avrebbero potuto fare e non hanno fatto. Ma tutte cose alle quali a rigor di norma non erano tenuti e che non erano dovute. Avrebbero potuto, non l'hanno fatto. Non sono imputabili per questo.
A quanto sappiamo, quel che dovevano fare l'hanno fatto, salvo il ritardo nella comunicazione alle autorità.

Peraltro prima di sbilanciarsi troppo in processi sommari bisognerebbe capire cosa esattamente è successo. Abbiamo notizie incerte e ancora troppo frammentarie. Troppe cose non sono chiare.
La signora ha deciso autonomamente di staccarsi, o è stata invitata a tornare indietro da sola? Sarebbe tornata alla nave da sola o aveva un appuntamento col gruppo per rientrare insieme? Stava bene o aveva un malore in corso? Se stava male, lo ha detto chiaramente? Se lo ha detto, perché non è stato chiamato subito il soccorso locale? E se l'escursione era della nave, perché non è stato informato il bordo? E per quale ragione la nave non si è accorta del mancato rientro? Non esistevano controlli in entrata e in uscita?
Troppe cose non sappiamo, e in rete compaiono notizie incongruenti o contraddittorie.

Una delle cose che sembrano accertate però, è che le autorità australiane ritengono la morte sopravvenuta per ragioni naturali improvvise e non sospette (non hanno comunicato quali), e perciò non se ne stanno praticamente occupando. Sapremo i risultati dell'autopsia fra qualche mese...
Quello che invece stanno sicuramente facendo è l'indagine sul ritardo da parte della nave nell'accertamento, nella comunicazione e nell'attivazione dei protocolli. Segno che il nocciolo è ritenuto tutto e solo lì. Il ritardo, nient'altro.

Da qualche parte ho letto che il ritardo nella comunicazione sarebbe stato di 5 ore, e che la mancata presenza a bordo sarebbe stata rilevata solo al ristorante quando non si è presentata a cena. E questo tornerebbe con la comunicazione alle 21.
Ma 5 ore prima erano le 16 e quindi la nave non sarebbe ripartita al tramonto, come riportava la stampa (a Lizard Island a fine ottobre il tramonto è alle 18.30). Altra conferma che le notizie che circolano non sono per niente attendibili.
 
Aridàlli con questa scemenza dell'abbandonata...
Nessuno l'ha abbandonata, è lei che volontariamente - e dandone corretto avviso alla guida - si è staccata dal gruppo. Con tutti i diritti di farlo e assumendosene la responsabilità.
Ho già spiegato cosa giuridicamente doveva o non doveva esser fatto. Evidentemente a qualcuno piace fare sensazione sul niente.

Questo significa inventarsi responsabilità a caso, tanto per trovare un colpevole a tutti i costi.
Di cosa avrebbe dovuto accorgersi la guida, posto che era stata perfettamente informata che quella partecipante si staccava dal gruppo? A quel punto, prima del rientro in nave non "mancava" proprio nessuno! Era previsto che la signora rientrasse in nave coi propri mezzi.
La mancanza doveva emergere, come è correttamente emersa - seppure in ritardo -, solo DOPO il rientro in nave.
A ridaiie tu, come ci doveva tornare sulla nave a nuoto?
Ma ci arrivi a capire che in un isoletta del genere solitamente non ci sono moli per le navi e vengono raggiunte con lance o gommoni, quindi prima di ripartire si fa la conta.
Hai letto l'articolo iniziale e magari anche qualche altro in merito?
Il gruppo si stava inerpicando per un sentiero per raggiungere il Cock's Loock la cima sulla quale si narra James Cock sali per fare una prima mappatura della zona.
La signora si e' fermata sul sentiero a riposare (stava magari già male? avrebbero dovuto sincerarsene... vedi AI alla fine) sicuramente pensando di essere ripresa al ritorno.

Non facciamo paragoni assurdi. Uno che inciampa richiama l'attenzione della guida chiamando ad alta voce: la guida sente e provvede. In caso contrario appena si accorge che qualcuno è rimasto indietro torna sui suoi passi a cercarlo.
Ma NON è questo il caso della signora, che aveva espressamente dichiarato di volersi staccare dal gruppo e perciò non c'era alcuna ragione di cercarla.
Aveva comunicato di fermarsi a riposare.... e allora? Lasciamola li.
Se ti fermi a riposare non e' che non ti devo riportare indietro.
Vabbè, allora le responsabilità si attribuiscono a caso secondo l'umore di chi legge...

Booom!!!
Ma per favore... invece di straparlare a vanvera, magari prima apriamo un codice.

E invece no. Non è affatto una "aggravante" (posto che non sussiste reato da aggravarsi), tantomeno "ulteriore".
E', al contrario, l'unica responsabilità della nave.
Il ritardo nell'accertamento e nella notifica alle Autorità potrebbe essere solo un'inadempienza amministrativa, ma sul punto non mi pronuncio perché non sono certa (non conosco il codice della navigazione). Magari su questo può illuminarci Rodolfo.
E visto quello che riporti nel tuo post successivo a straparlare a vanvera mi sembra proprio che sia tu, e già che ci sei vedi di imparare anche l'educazione

Ho cercato su Google, e questo dice l'AI:

******
2. Sanzioni Disciplinari e Amministrative
Il comandante e l'armatore della nave possono essere soggetti a:

  • Sanzioni Amministrative Pecuniarie: Multe salate previste dalla normativa vigente in materia di sicurezza della navigazione e gestione dei passeggeri.
  • Provvedimenti Disciplinari: L'autorità marittima (ad esempio, la Capitaneria di Porto) può avviare un procedimento disciplinare contro il comandante, che potrebbe portare alla sospensione temporanea o, nei casi più gravi, alla revoca definitiva del titolo professionale e della licenza di navigazione.
E soprattutto.....
3. Responsabilità Penale

Le conseguenze penali sono le più gravi. La mancata notifica può configurare diversi reati:

  • Omissione di Soccorso (o di assistenza): Se c'è il sospetto che il passeggero sia caduto in mare o si trovi comunque in pericolo di vita, l'omissione della notifica e quindi dell'attivazione dei soccorsi integra il reato di omissione di soccorso, punibile con la reclusione.
  • Interruzione di Pubblico Servizio o Falso (in caso di documenti): Se, per coprire l'assenza, venissero alterati registri o manifesti passeggeri, si aggiungerebbero ulteriori reati.
  • Responsabilità per Morte o Lesioni: Nel caso in cui il passeggero subisca lesioni o perda la vita a causa del ritardo o della mancata attivazione dei soccorsi, il comandante potrebbe essere chiamato a rispondere di reati gravi come omicidio colposo o lesioni colpose, aggravati dall'inosservanza delle norme di sicurezza e dei doveri professionali.
4. Conseguenze Civili e di Immagine
Oltre agli aspetti legali e penali:

  • Risarcimento Danni: Il comandante e l'armatore saranno civilmente responsabili e dovranno risarcire i danni alla famiglia del passeggero scomparso.
  • Danno di Immagine: La compagnia di navigazione subirebbe un danno reputazionale enorme, con conseguenze economiche a lungo termine.
5. Indagini Approfondite
Un ritardo nella notifica comporterebbe un'indagine molto più approfondita da parte delle autorità marittime, della polizia giudiziaria e della Guardia Costiera per accertare i motivi del ritardo e se vi siano state negligenze, omissioni o tentativi di insabbiamento.

In conclusione, l'obbligo di notifica non è una mera formalità burocratica, ma un dovere fondamentale volto a salvaguardare la vita umana in mare. La sua omissione è considerata una mancanza gravissima e punita severamente dalla legge.


******

Innanzitutto chiedo a Rodolfo se l'AI abbia fornito info corrette.

Dopodiché da quello che leggo traggo alcune conclusioni.
- Con probabilità nel caso di ritardata notifica si tratta di inadempienza punita con procedimento disciplinare e sanzione amministrativa.
- Resta da verificare a che ora il Comandante ne è stato effettivamente portato a conoscenza (fra l'ora di mancato imbarco e l'ora di avvenuta notifica alle autorità) e chi avrebbe omesso di informarlo tempestivamente. Vero che il Comandante è responsabile dell'intera nave e dell'equipaggio, ma l'eventuale responsabilità penale è personale.
- Escluderei l'omissione di soccorso: quando la signora ha lasciato il gruppo stava benissimo (riferiscono i testimoni che voleva solo "riposarsi") e - stando alla norma - non vi era alcun sospetto che si trovasse in pericolo di vita. Peraltro in questo caso la notifica non è stata omessa ma solo ritardata.
- Quanto alla responsabilità per morte per la quale "potrebbe essere" chiamato a rispondere il Comandante, occorre preliminarmente dimostrare che la signora sia deceduta esclusivamente come conseguenza del ritardo nella notifica alle autorità. Difficile da provare: occorre dimostrare che in caso di notifica tempestiva non sarebbe morta ugualmente.
- Arginare il danno di immagine credo sia stata la ragione per la quale la Compagnia ha ritenuto di cancellare la crociera, senza che questo integri alcuna implicita ammissione di responsabilità (che è espressamente esclusa anche nel patteggiamento processuale, figuriamoci nella mera cancellazione di una crociera).

Dunque confermo che secondo me si sta facendo troppo sensazionalismo prima di capire come stiano effettivamente le cose.
Poi magari avrete ragione voi e manderanno tutti all'ergastolo..., ma io al momento sarei decisamente più prudente.
Detto questo oltre alle leggi, in ogni ambito bisognerebbe sempre attuare quello che viene definito in gergo il comportamento del buon padre di famiglia ma ancor di più un comportamento UMANO.
Ed abbandonare un ottantenne da sola su di un isoletta non è ne l'uno ne l'altro.
Ma son certo che non l'hanno abbandonata volontariamente e si sia solo trattato solo di un gravissimo errore, ma di cui qualcuno pagherà le conseguenze.
Per togliere altri dubbi comunque chiediamo direttamente a chatgpt che non sarà un legale ma nelle ultime versioni e' piuttosto sveglio.

Anche se il passeggero si è allontanato volontariamente, la compagnia e la guida mantengono comunque un dovere di controllo, perché durante un’escursione organizzata i partecipanti sono sotto la responsabilità dell’operatore.

Vediamo i casi in modo chiaro:

✅

1. Il passeggero si allontana volontariamente, ma la guida non se ne accorge e riparte

La compagnia rimane responsabile perché deve:
  • avere un registro dei passeggeri,
  • effettuare un conteggio prima di ripartire,
  • controllare che nessuno manchi.
👉 Anche se la persona si è allontanata di sua iniziativa, la compagnia ha l’obbligo di verificare che tutti siano presenti prima di lasciare il luogo.

Questo è il motivo per cui in molte escursioni le guide fanno:
  • briefing iniziale,
  • orario preciso di ritrovo,
  • controllo finale.
Se questo non avviene → colpa della compagnia.

⚖️

2. Il passeggero ignora istruzioni chiare e si allontana molto

Esempio:
La guida dice chiaramente di non allontanarsi, la persona lo fa comunque e si nasconde o va lontano senza avvisare.
In questo caso:
  • La responsabilità della compagnia può essere attenuata, ma non annullata.
  • La compagnia deve comunque accorgersi che manca una persona prima di ripartire.
  • La persona può avere una responsabilità concorrente (colpa condivisa).
In ambito legale ciò di solito riduce il risarcimento, non lo elimina.

❌

3. Quando la compagnia NON è responsabile

È raro, ma possibile solo se:
la persona si allontana volontariamente,
  • dopo aver comunicato alla guida l’intenzione di restare o di fare qualcosa da sola,
  • e la guida le dice chiaramente che l’escursione proseguirà comunque.
In quel caso la persona si assume la responsabilità.

Ma questo succede quasi mai nelle escursioni organizzate, perché sarebbe contrario ai protocolli di sicurezza.

📌

In sintesi

➡️ Se la guida riparte senza accorgersi che manca un passeggero, la responsabilità rimane principalmente della compagnia, anche se il passeggero si era allontanato.
➡️ L’unica differenza è che il passeggero può avere una piccola “quota” di colpa se ha violato le indicazioni.
Se vuoi, posso analizzare un caso concreto (anche inventato o simile al tuo) per dirti esattamente come verrebbe valutato.
nuova domanda:
il caso di un anziana signora lasciata su di un isola su cui stavano facendo una lunga camminata che si e' fermata in quanto stanca dicendo che li aspettava li. il caso e' vero e recente
Ottima domanda. Sì: il fatto che l’anziana si fosse “allontanata volontariamente” perché stanca non elimina automaticamente la responsabilità della compagnia. Anzi, in questo caso concreto — che sembra proprio coincidere con una vicenda vera recente — ci sono diversi punti di criticità legale che potrebbero far pendere la responsabilità fortemente dalla parte della compagnia di crociera.

Parliamo prima del caso, poi delle implicazioni legali.

1) Il caso concreto

  • Si tratta di Suzanne Rees, 80 anni.
  • Era su una nave da crociera (Coral Adventurer) e ha partecipato a un’escursione su Lizard Island, nella Grande Barriera Corallina.
  • Durante l’escursione si è allontanata dal gruppo perché si sentiva stanca o male, e ha chiesto di restare sull’isola.
  • La nave è ripartita senza accorgersi che mancava all’appello. Secondo le ricostruzioni, non sarebbe stato fatto un conteggio accurato dei passeggeri al ritorno.
  • L’assenza è stata notata solo più tardi, e sono state avviate ricerche, ma la donna è stata trovata morta il giorno dopo.
  • Le autorità marittime australiane (AMSA) stanno indagando sul caso.

2) Quali rischi legali ha la compagnia anche se la persona “s’è allontanata da sola”

Anche in questa situazione la compagnia di crociera può essere considerata responsabile per vari motivi:

a)

Mancato controllo / conteggio dei passeggeri

  • Non effettuare un conteggio preciso dopo l’escursione è una grave negligenza: la sicurezza dei passeggeri richiede che la compagnia verifichi che tutti siano tornati. Nel caso descritto, secondo le fonti, non è stato fatto un conteggio corretto.
  • Questo è un obbligo “di fatto” molto importante: la compagnia non può semplicemente dire “lei ha scelto di restare lì”, se poi non verifica che tutti siano di nuovo a bordo.

b)

Dovere di cura (“duty of care”)

  • Anche se la signora ha detto che restava perché stanca, la compagnia aveva il dovere di assicurarsi che fosse in un posto sicuro, magari organizzare un accompagnamento o un aiuto per scendere, non lasciarla da sola in un’isola remota.
  • In escursioni guidate, la guida o il personale di terra dovrebbe monitorare i passeggeri vulnerabili (anziani, che manifestano stanchezza, ecc.) per prevenire incidenti.

c)

Responsabilità penale o di sicurezza

  • Potrebbe esserci una indagine penale se si ritiene che ci sia stata “omissione di soccorso” o “abbandono di persona in pericolo”. Dipende dalle leggi locali.
  • Le autorità marittime (in questo caso australiane) possono contestare alla compagnia una violazione delle regole di sicurezza o dei protocolli di escursione. Secondo le notizie, l’AMSA sta indagando.
  • Potrebbe esserci anche un’inchiesta del medico-legale (“coroner”) per determinare le cause della morte e se ci sono stati errori nella gestione dell’escursione.

d)

Responsabilità reputazionale e civile

  • Risarcimento danni: la famiglia può chiedere danni morali, spese di soccorso, forse anche responsabilità contrattuale per non aver garantito “sicurezza ragionabile” durante l’escursione.
  • Pressione mediatica e legale: la compagnia potrebbe subire danni d’immagine gravi, oltre al rischio di dover rivedere i propri protocolli di sicurezza

3) Limiti alla responsabilità della compagnia

Ci sono però dei punti che la compagnia potrebbe usare per difendersi, almeno in parte:
  • Colpa della passeggera: se la signora ha manifestato volontà di restare da sola “perché stanca”, la compagnia potrebbe sostenere che lei ha scelto volontariamente di non rimanere con il gruppo, e che non ha chiesto esplicitamente aiuto.
  • Procedure previste “per escursione”: la compagnia potrebbe dimostrare di avere protocolli (moduli di “sign-in/sign-out”, conteggio passeggeri, briefing di sicurezza) e che il personale ha agito in buona fede seguendo le procedure.
  • Difese legali basate sulle condizioni del terreno: per esempio, se l’isola era “remota” ma non formalmente considerata “pericolosa” al punto da richiedere una sorveglianza individuale costante, la compagnia potrebbe sostenere che non era ragionevole prevedere un incidente grave. Però questa difesa può essere debole: lasciar tornare un’anziana sola su un sentiero potenzialmente rischioso è rischioso da un punto di vista di “duty of care”.

4) Conclusione legale (nel contesto del caso)

  • Sì, la compagnia ha forti rischi legali, anche perché il fatto che la passeggera si sia allontanata “di sua volontà” non esime automaticamente la compagnia da responsabilità.
  • Le autorità australiane stanno indagando, il che suggerisce che non considerano questo un incidente “solo sfortunato”, ma potenzialmente il risultato di negligenza.
  • Se fossi la famiglia della donna, sarebbe ragionevole chiedere risarcimento, indagini sul protocollo di sicurezza, e trasparenza su cosa non ha funzionato (conteggio passeggeri, gestione persone fragili, sorveglianza).
 
Ultima modifica:
Io continuo a ripetere che la dichiarazione del CEO della Compagnia è, in un certo senso, già una ammissione di colpa.
E ancora quando è avvenuta la morte della Signora? Nel breve del suo allontanamento o a distanza di ore una volta vistasi "abbandonata" da sola nell'isola? Credo la differenza sia fondamentale nel valutare l'omissione di soccorso.
 
Io continuo a ripetere che la dichiarazione del CEO della Compagnia è, in un certo senso, già una ammissione di colpa.
E ancora quando è avvenuta la morte della Signora? Nel breve del suo allontanamento o a distanza di ore una volta vistasi "abbandonata" da sola nell'isola? Credo la differenza sia fondamentale nel valutare l'omissione di soccorso.
Credo che chiunque si sarebbe fatto prendere dal panino, figuriamoci una signora di una certa età... che magari le sia venuto qualcosa proprio a causa della grande paura?
In ogni caso, poverina, non posso pensare a come si sarebbe sentita... penso a mia mamma da sola, al buio, senza nessuno che la tranquillizzasse...
 
Io penso che alla fine costerà piuttosto cara ai responsabili della vicenda, ma si tratta di una mia interpretazione.
 
Di tutta questa faccenda ,ciò che salta all' occhio, al di là di responsabilità, doveri ecc.che non spetta decisamente a noi stabilire o interpretare è il lato umano che manca totalmente in tutte le figure professionali e no che si sono affacciate sulla scena.
 
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