Un collage?
E’ passato già più di un mese dallo sbarco. L’idea di scrivere un diario, come al solito breve, da parte mia c’era, credetemi. Fino ad ora, però, gli impegni e la pigrizia hanno preso il sopravvento. Così, per dare una scossa e non lasciar offuscare i bei ricordi, è nata l’idea di un diario-collage.
Sperando di non violare qualche norma della netiquette, posterò qualche spunto fotografico di questa crociera di capodanno su Costa Magica accompagnato da qualche nota di viaggio. Il tutto per condividere l’esperienza vissuta da me, e anche dai numerosi utenti del forum presenti a bordo.
Lo faccio, infatti, con l’auspicio che tutti loro abbiano il piacere e la voglia di contribuire. Insomma, io inizio e poi, continuate e aiutatemi voi!
Con alcuni, pochi per la verità, ci siamo anche incontrati all’appuntamento prefissato a bordo. E abbiamo, io e Loux, avuto il piacere di fare conoscenza con loro. Rispetto la riservatezza e non faccio nomi (...e neanche nickname) ma spero vivamente di poter leggere qui anche le vostre impressioni e di vedere le vostre foto, come d’altronde ci eravamo promessi di persona. Di altri forumisti presenti a bordo ho letto nei giorni scorsi qualche commento qua e là nel forum, e anche il loro contributo sarà molto gradito.
Non so se il risultato finale sarà un diario, ma penso che la tecnica del collage, per quanto richiamata impropriamente, renda abbastanza bene l’idea di voler inserire foto, pensieri, opinioni esperienze e curiosità.
Per cui, sotto a chi tocca!
La tecnica del collage è sovrapporre materiale, e quindi tutti possono incollare quel che vogliono se ritengono possa contribuire a render piacevole la lettura di questa specie di diario atipico.
La nave, l’itinerario, le aspettative.
La conferma della partenza è arrivata pochi giorni prima. Tutte le tessere del mosaico hanno combaciato, e l’obiettivo di trascorrere il capodanno in crociera con i nostri amici è stato raggiunto. Ci siamo conosciuti un capodanno di qualche anno fa su Costa Marina. Loro sono crocieristi solo a capodanno. Una specie rara e curiosa. Per fare una crociera insieme, dunque, non ci lasciano scelta e così questa è stata la terza fine dell’anno trascorsa insieme. La seconda su Costa Magica.
Costa Magica.
Questa nave non mi è mai piaciuta troppo. D’estate magari è più godibile. D'inverno però... Alla fine, comunque, ho sempre trascorso buone giornate a bordo e fatto piacevoli incontri.
Mi permetto un aneddoto, uno solo, tanto per stufarvi subito. Due anni fa siamo stati a bordo di Costa magica due volte a breve distanza, una a novembre e una a capodanno, ed avevamo conosciuto M. un giovane barista indonesiano. Ebbene, proprio lui, questa volta ci ha riconosciuti mentre passavamo nel salone chiamandoci ancora per nome. E’ stato un piacere incontrarlo di nuovo, lui, ancora lì, stessa nave ma nuovo bar. E con una nuova e bella fidanzata vietnamita, V., a bordo anche lei ("sulla nave ho trovato amore", dice lui), che ci ha immediatamente voluto presentare. E che c’è di strano, direte voi, se un barista ti riconosce a distanza di due anni, è solo il suo lavoro. In effetti non è strano per niente. Per me è però la dimostrazione che una nave da crociera non sarà mai solo un luogo di vacanza, inteso come una località marittima qualunque, dove si va per dimenticare la vita di tutti i giorni (e come le compagnie vorrebbero farci credere) ma resterà sempre un minuscolo - rispetto al mare su cui naviga – universo fatto di ferro, legno, cibo (vabbè!) e tante persone, ospiti ed equipaggio, tutti con i loro caratteri, personalità, esperienze ed aspettative. E alla fine, solo per "fare una crociera".
Ottimo l’itinerario, poi, con due soli homeports e luoghi di sicuro fascino da visitare con temperature invernali sì ma sempre piacevoli.
Una volta evitato l’effetto traghettone, per me la crociera non può che andar via liscia.
Undici giorni di durata sono l’ideale, e consentono di perdonare i disservizi tipici del primo giorno. Soprattutto quelli al ristorante, dove si sono ripetuti il secondo e anche l’ultimo giorno. In quest’ultimo caso, però, a causa delle deprecabili abitudini sociali dei nuovi imbarcati seduti intorno a noi… è stato solo pensando a loro e alla compagnia di cui avremmo fatto a meno che lo sbarco a Savona è risultato meno traumatico. Un momento di amarezza, invero, lo abbiamo vissuto avendo a portata di mano la Costa Deliziosa, pronta per il giro del mondo, senza poterci salire.
In sostanza, a parer mio la nave ha fatto il suo, e nonostante un pienone notevole.
Un plauso mio va alla conferenziera di bordo: i suoi incontri erano sempre seguitissimi, tanto che gli ultimi si sono tenuti a teatro. Un gran bel successo per lei e per la Costa, che mantiene però questo servizio solo su poche crociere. Non credo sia giusto trattare il crocierista che fa sette giorni come un pollo da bingo interessato solo allo shopping. Qualche informazione storica e culturale sui posti da visitare ritengo sia da garantire sempre e comunque. E i maggiori costi per il servizio rientrerebbero dalle escursioni guidate vendute in più a bordo a chi assiste e si appassiona.
Ho notato che la stragrande maggioranza dei crocieristi, anche nelle chiacchiere “da bagno turco”, esprimeva la propria soddisfazione per l’andamento della crociera in proporzione alla spesa sostenuta. Trovo che questo sia uno dei parametri da non dimenticare quando si danno giudizi. Non voglio pensare che costoro, una volta usciti dalle nebbie dell’hammam, amiche dell’anonimato, siano quelli che andavano ad ogni ora del giorno al desk per lamentarsi e per ricevere il cesto di frutta di scuse o qualche privilegio compensativo e che poi, arrivati a casa, scrivono raccomandate per uno sconto sulla prossima crociera. Se così fosse, e per qualcuno che ho conosciuto è così, perché non cambiare compagnia?
Bando alle polemiche, avrete capito che l’esperienza è stata più che positiva: amici, bel tempo, buon mare, a volte il sole, tanti incontri e posti meravigliosi, dove ritornare significa sempre vivere nuove emozioni. E questo, in ultimo va ancora ricordato, con la Costa Magica. Sempre con quella piacevole e rassicurante sensazione di trovarsi a casa propria che, è mia impressione, porta qualcuno ad avere eccessive pretese. La smetto di tediarvi e rispetto l’impegno preso.
Malta. La Valletta e Mdina.
L’ingresso in porto è sempre un’emozione. Questa volta troviamo una sorpresa. E che sorpresa! Sulla strada che porta al Victoria Gate ci imbattiamo nello splendido ascensore appena aperto. E’ pure gratis e non possiamo non approfittarne.
I nostri amici, restii nonostante le nostre esortazioni, alla fine visitano la co-cattedrale di St John e naturalmente ne rimangono affascinati. Da fuori non sembra… bisogna entrare.
Con un bus di linea (il biglietto giornaliero conviene) ci rechiamo a Mdina, che merita sempre una passeggiata. Specie se la folla è da un’altra parte.
Come al solito, pochi acquisti e foto alle vetrine… D’altronde l’ombrellino è affascinante ma poco pratico.
Nel piazzale degli autobus notiamo una presenza familiare. Chissà che numero era quel bus?
Ancora qualche giretto in città per ammirare il centro storico.
E poi di nuovo giù dai giardini con l’ascensore, che illuminato dà il meglio di sé.
L’opera, sebbene ardita, appare a mio profano giudizio ben integrata con la splendida fortificazione.
La notte, con un’opera d’arte così, è ancora più dolce.
Creta. Heraklion.
Non siamo mai stati a Creta e allora si punta la sveglia per una pronta discesa. Direzione Cnosso.
Mi accorgo che abbiamo compagnia: dobbiamo assolutamente anticipare i “norvegesi” stavolta, e non solo i temuti “costacei”.
Con un tempismo eccezionale scendiamo per primi e montiamo sulla prima navetta che ci conduce al porto. Notiamo un banchetto in allestimento, sembra un catering. Domandandoci per chi sarà mai, tiriamo dritti imperterriti verso la città e verso la stazione dei bus. Scopriremo l’indomani che si trattava di un luculliano benvenuto da parte della municipalità… per noi! E noi ce lo siamo perso.
Percorrendo il lungomare troviamo facilmente la stazione dei bus, facciamo il biglietto ma dobbiamo attendere, perché il primo parte non prima di 30 minuti.
Nel dubbio lo teniamo fermo
Arriviamo al sito di Cnosso in pochi minuti e troviamo una massa di gente. Entriamo abbastanza in fretta insinuandoci tra i gruppi e compiamo una visita piuttosto tranquilla nonostante l’affollamento.
Il minotauro
E le sue corna
Sir Evans cosa ha fatto? Se lo chiedono in molti...
Il sito è molto interessante e, a me, piace molto anche così.
All’uscita la confusione nel piazzale tra taxi, auto, bus, gente, bancarelle è indicibile. Riusciamo a saltare sul primo autobus e ritorniamo in paese per un giro.
Subito al museo per completare la visita archeologica. In un’unica sala, temporaneamente causa lavori, tutto il meglio.
Il mitico disco di Festo
Sempre forza Toro
Finito il giro, una bella passeggiata fino alla nave e… un bel colpo di spugna.
RODI.
Oggi ce la prendiamo comoda. E’ l’ultimo dell’anno e abbiamo sul taccuino poche cose da cercare.
Una passeggiata sul porto, in buona compagnia, per godersi qualche raggio di sole ci voleva proprio.
I celebri cervi senza corna? Sarà stato il colosso a prendergliele?
Un particolare della bella chiesa sul lungomare
Ed ecco che troviamo ciò che stavamo cercando. Il cimitero ottomano. Gusto macabro, forse, il mio. Ma un bel cimitero a volte ci vuole. Sempre in argomento, non vi dico l’esperienza avventurosa vissuta per raggiungere il cimitero delle Fontanelle a Napoli… Con la massima attenzione, se si va da soli, ma è assolutamente da visitare.
Questo ha un fascino decadente del tutto particolare. Forse perché quella ottomana è un’eredità ancora ingombrante da queste parti?
Fatto ritorno al centro percorriamo il sempre evocativo ippoton e ci andiamo a godere una birra seduti al sole
Per poi far ritorno alla nave. Bisogna pure agghindarsi a festa.
Di questa foto mi incuriosiva la direzione contraria dell’Europa e della Grecia…
IZMIR. Efeso.
Dopo poche ore di sonno ci svegliamo all’alba, ancora in compagnia di questo strano essere che abbiamo trovato sul letto.
Abbiamo fatto festa, abbiam mangiato e bevuto, ma si è a Izmir per la prima volta e che si fa? Non si scende? Decidiamo di ritornare a Efeso e prendiamo un taxista da mondiale rally che ci porta a destinazione in poco tempo. Siamo tra i primi e ci godiamo il sito in relativa tranquillità. Peccato per le nuvole che ci accompagnano.
La maestosa biblioteca di Celso
Mici efesini
I sempre affascinanti gabinetti pubblici romani
La visita di questo spettacolare sito volge al termine
Facciamo ritorno a Smirne, città moderna e vastissima. Giusto in tempo per qualche vasca nel bazar antico, un intero quartiere di negozi frequentato esclusivamente dai locali.
Il celebre orologio
La moschea
ATENE.
Nonostante sia questa la quarta volta che torno ad Atene scendiamo con impazienza. Ci sono parecchie cosette da fare nel nostro taccuino segreto.
La caccia ad un taxi con tassametro fuori dal porto si rivelerà un’impresa troppo difficile per noi. Pattuiamo quindi 15 euro, naturalmente senza ricevuta, e ci facciamo lasciare a Syntagma che fortunatamente è tranquilla. Tutta la città fortunatamente lo sarà per tutto il giorno.
Il programma è quello di seguire un itinerario a piedi da una guida turistica della mia amica: naturalmente verso la fine perdiamo la strada e proseguiamo. Ad Atene ormai non ci perdiamo.
Seguiamo il programma, giardini, zappeion, stadio e museo, tempio di Zeus… e sullo sfondo il Licabetto ci guarda invitante…
L’acropoli è sempre lì, ma questa volta non saliamo.
Visitiamo il museo dell’acropoli. Un allestimento spettacolare, e foto vietate all’interno. Purtroppo non ho potuto immortalare il celeberrimo moscoforo.
Angoli di pace nella metropoli. La Plaka.
Ancora una passeggiata fino a Monastiraki, il mercatino, qualche acquisto, il museo della ceramica e poi una fame gal - attica. Il richiamo del souvlaki. Non possiamo più farne a meno e ogni vota torniamo. Prendiamo una fermata di metro e scendiamo a Omonia per raggiungere Livadia e i suoi spiedini da un euro. Sebbene sia ormai l’una passata, andranno bene lo stesso. Meglio di prima mattina però. Troviamo la serranda abbassata… la crisi ellenica? No, si è spostato di fronte, in un locale più moderno!
Una volta sazi, ci riprende il tarlo del Licabetto. Sappiamo che la nave non aspetta ma decidiamo di provarci lo stesso. Con il taxi da Omonia a alla stazione sulla collina per euro 3,70 di tassametro.
La teleferica sotterranea costa la bellezza di 7 euro e parte ogni mezzora. Una sale e l’altra scende.
Stretti con i tempi arriviamo in cima. Atene da qui è tanta, tanta roba. Una spianata immensa di costruzioni. Peccato per la luce che non ha consentito foto migliori. E anche il fotografo poco portato… Un paio d’ore ancora… ma la nave, prima a scalare al Pireo nel 2013, non ci avrebbe aspettati.
In cima si trova un bar dalla collocazione unica
Si gode l’eccezionale vista sull’acropoli e sul Pireo
E ci si può ritemprare lo spirito in una chiesa fuori dal mondo
A malincuore si deve scendere e, con un taxista allergico al tassametro ma con una Mercedes fiammante e cinque euro in più oltre ai canonici 15 (d’altronde eravamo in posizione che definire scomoda sarebbe stato poco) raggiungiamo il Pireo con qualche minuto d’anticipo, pronti per l’ora del the.
KATAKOLON.
Per chi non va a visitare il sito di Olimpia, il paese è quel che è. Lo si conosce. V’è da dire però che col tempo migliora.
Si trova così il modo di aggirarsi in solitudine sulla nave. Costa Magica ha pur dei lati piacevoli…
E degli angoli magici, da non perdere
Il mai troppo vituperato porto di Katakolon, qui quasi poetico
La prua minacciosa di Magica
E un bell’attracco
Mi piace pensare che sia proprio lui, il Manila Boy…
Gli ultimi pescatori di Katakolo?
Una passeggiata per negozi con un birretta Mithos per premio, questa volta senza i nostri calamari perché il ristorante è chiuso e si torna a bordo.
NAVIGAZIONE verso Civitavecchia.
Messa la prua verso casa, purtroppo, e incontriamo l’Etna innevato…
…e mare calmo che lascia il tempo di passeggiare sui ponti esterni
Un particolare famigliare che non può mancare
Come è ormai noto, per un’emergenza medica a bordo, appena superato lo stretto la nave ha eseguito una manovra per tornare a Messina.
Essendo quasi mezzogiorno mi sono portato sull’aletta del ponte di comando per vedere l’orologio del campanile.
Malgrado la vicinanza non si vedeva nulla ma si poteva ascoltare tutta la sequenza dello spettacolo, dal leone e il gallo all’Ave Maria. Peccato che nessuno degnasse l’orologio di attenzione. Tutti erano affacciati a vedere lo sbarco dello sfortunato crocierista. Quando si parla della morbosità delle persone…
Ho apprezzato la breve sosta a Messina, città che mi è piaciuta assai quando a giugno l’ho visitata per la prima volta.
Ancora qualche gioia dalla navigazione
Stromboli con la testa tra le nuvole
CIVITAVECCHIA. ROMA.
Scendiamo tra i primi. Per secondi (ma solo perché non abbiamo abboccato e li abbiamo fatto fare la volata finale, a quei due crocieristi del tipo “son più veloce io, gné gné”) arriviamo in stazione. Treno regionale fino a Termini e poi metro per San Giovanni in Laterano. Meravigliosa. Non ci sono altre parole.
Il chiostro, oasi di pace in città
San Bartolomeo. Che capolavoro!
Lo scranno papale, “poltrona” di grande attualità
Dopo un lungo giro a piedi per la città, allietato dalla compagnia di amici e parenti incontrati sul percorso, con tanto di apporto dell’amica archeologa, ci avviamo verso la stazione San Pietro per rientrare. Non senza una discreta corsetta per salire stravolti su un treno stracolmo. Meno male che il deposito biciclette e bagagli era aperto e ci si siamo infilati dentro!
A Civitavecchia troviamo le nostre vecchie conoscenze, ormai sempre più spesso in tv
Tralasciamo la tristezza e gli stati d’animo contrastanti che accompagnano chiusura valige, saluti, treni, etc.
SAVONA
La mattina dello sbarco è triste di suo.
Trovarsi sotto il balcone Costa Deliziosa che sta per partire per il giro del mondo fa girare le… eliche. E non quelle di ricambio che stanno sulla prua della Deliziosa.
Alla prossima.
E adesso, sotto a chi tocca!
Aiutatemi con questo collage!
Un saluto.
F.
E’ passato già più di un mese dallo sbarco. L’idea di scrivere un diario, come al solito breve, da parte mia c’era, credetemi. Fino ad ora, però, gli impegni e la pigrizia hanno preso il sopravvento. Così, per dare una scossa e non lasciar offuscare i bei ricordi, è nata l’idea di un diario-collage.
Sperando di non violare qualche norma della netiquette, posterò qualche spunto fotografico di questa crociera di capodanno su Costa Magica accompagnato da qualche nota di viaggio. Il tutto per condividere l’esperienza vissuta da me, e anche dai numerosi utenti del forum presenti a bordo.
Lo faccio, infatti, con l’auspicio che tutti loro abbiano il piacere e la voglia di contribuire. Insomma, io inizio e poi, continuate e aiutatemi voi!
Con alcuni, pochi per la verità, ci siamo anche incontrati all’appuntamento prefissato a bordo. E abbiamo, io e Loux, avuto il piacere di fare conoscenza con loro. Rispetto la riservatezza e non faccio nomi (...e neanche nickname) ma spero vivamente di poter leggere qui anche le vostre impressioni e di vedere le vostre foto, come d’altronde ci eravamo promessi di persona. Di altri forumisti presenti a bordo ho letto nei giorni scorsi qualche commento qua e là nel forum, e anche il loro contributo sarà molto gradito.
Non so se il risultato finale sarà un diario, ma penso che la tecnica del collage, per quanto richiamata impropriamente, renda abbastanza bene l’idea di voler inserire foto, pensieri, opinioni esperienze e curiosità.
Per cui, sotto a chi tocca!
La tecnica del collage è sovrapporre materiale, e quindi tutti possono incollare quel che vogliono se ritengono possa contribuire a render piacevole la lettura di questa specie di diario atipico.

La nave, l’itinerario, le aspettative.
La conferma della partenza è arrivata pochi giorni prima. Tutte le tessere del mosaico hanno combaciato, e l’obiettivo di trascorrere il capodanno in crociera con i nostri amici è stato raggiunto. Ci siamo conosciuti un capodanno di qualche anno fa su Costa Marina. Loro sono crocieristi solo a capodanno. Una specie rara e curiosa. Per fare una crociera insieme, dunque, non ci lasciano scelta e così questa è stata la terza fine dell’anno trascorsa insieme. La seconda su Costa Magica.
Costa Magica.
Questa nave non mi è mai piaciuta troppo. D’estate magari è più godibile. D'inverno però... Alla fine, comunque, ho sempre trascorso buone giornate a bordo e fatto piacevoli incontri.
Mi permetto un aneddoto, uno solo, tanto per stufarvi subito. Due anni fa siamo stati a bordo di Costa magica due volte a breve distanza, una a novembre e una a capodanno, ed avevamo conosciuto M. un giovane barista indonesiano. Ebbene, proprio lui, questa volta ci ha riconosciuti mentre passavamo nel salone chiamandoci ancora per nome. E’ stato un piacere incontrarlo di nuovo, lui, ancora lì, stessa nave ma nuovo bar. E con una nuova e bella fidanzata vietnamita, V., a bordo anche lei ("sulla nave ho trovato amore", dice lui), che ci ha immediatamente voluto presentare. E che c’è di strano, direte voi, se un barista ti riconosce a distanza di due anni, è solo il suo lavoro. In effetti non è strano per niente. Per me è però la dimostrazione che una nave da crociera non sarà mai solo un luogo di vacanza, inteso come una località marittima qualunque, dove si va per dimenticare la vita di tutti i giorni (e come le compagnie vorrebbero farci credere) ma resterà sempre un minuscolo - rispetto al mare su cui naviga – universo fatto di ferro, legno, cibo (vabbè!) e tante persone, ospiti ed equipaggio, tutti con i loro caratteri, personalità, esperienze ed aspettative. E alla fine, solo per "fare una crociera".
Ottimo l’itinerario, poi, con due soli homeports e luoghi di sicuro fascino da visitare con temperature invernali sì ma sempre piacevoli.
Una volta evitato l’effetto traghettone, per me la crociera non può che andar via liscia.
Undici giorni di durata sono l’ideale, e consentono di perdonare i disservizi tipici del primo giorno. Soprattutto quelli al ristorante, dove si sono ripetuti il secondo e anche l’ultimo giorno. In quest’ultimo caso, però, a causa delle deprecabili abitudini sociali dei nuovi imbarcati seduti intorno a noi… è stato solo pensando a loro e alla compagnia di cui avremmo fatto a meno che lo sbarco a Savona è risultato meno traumatico. Un momento di amarezza, invero, lo abbiamo vissuto avendo a portata di mano la Costa Deliziosa, pronta per il giro del mondo, senza poterci salire.
In sostanza, a parer mio la nave ha fatto il suo, e nonostante un pienone notevole.
Un plauso mio va alla conferenziera di bordo: i suoi incontri erano sempre seguitissimi, tanto che gli ultimi si sono tenuti a teatro. Un gran bel successo per lei e per la Costa, che mantiene però questo servizio solo su poche crociere. Non credo sia giusto trattare il crocierista che fa sette giorni come un pollo da bingo interessato solo allo shopping. Qualche informazione storica e culturale sui posti da visitare ritengo sia da garantire sempre e comunque. E i maggiori costi per il servizio rientrerebbero dalle escursioni guidate vendute in più a bordo a chi assiste e si appassiona.
Ho notato che la stragrande maggioranza dei crocieristi, anche nelle chiacchiere “da bagno turco”, esprimeva la propria soddisfazione per l’andamento della crociera in proporzione alla spesa sostenuta. Trovo che questo sia uno dei parametri da non dimenticare quando si danno giudizi. Non voglio pensare che costoro, una volta usciti dalle nebbie dell’hammam, amiche dell’anonimato, siano quelli che andavano ad ogni ora del giorno al desk per lamentarsi e per ricevere il cesto di frutta di scuse o qualche privilegio compensativo e che poi, arrivati a casa, scrivono raccomandate per uno sconto sulla prossima crociera. Se così fosse, e per qualcuno che ho conosciuto è così, perché non cambiare compagnia?
Bando alle polemiche, avrete capito che l’esperienza è stata più che positiva: amici, bel tempo, buon mare, a volte il sole, tanti incontri e posti meravigliosi, dove ritornare significa sempre vivere nuove emozioni. E questo, in ultimo va ancora ricordato, con la Costa Magica. Sempre con quella piacevole e rassicurante sensazione di trovarsi a casa propria che, è mia impressione, porta qualcuno ad avere eccessive pretese. La smetto di tediarvi e rispetto l’impegno preso.
Malta. La Valletta e Mdina.
L’ingresso in porto è sempre un’emozione. Questa volta troviamo una sorpresa. E che sorpresa! Sulla strada che porta al Victoria Gate ci imbattiamo nello splendido ascensore appena aperto. E’ pure gratis e non possiamo non approfittarne.

I nostri amici, restii nonostante le nostre esortazioni, alla fine visitano la co-cattedrale di St John e naturalmente ne rimangono affascinati. Da fuori non sembra… bisogna entrare.
Con un bus di linea (il biglietto giornaliero conviene) ci rechiamo a Mdina, che merita sempre una passeggiata. Specie se la folla è da un’altra parte.

Come al solito, pochi acquisti e foto alle vetrine… D’altronde l’ombrellino è affascinante ma poco pratico.

Nel piazzale degli autobus notiamo una presenza familiare. Chissà che numero era quel bus?

Ancora qualche giretto in città per ammirare il centro storico.

E poi di nuovo giù dai giardini con l’ascensore, che illuminato dà il meglio di sé.

L’opera, sebbene ardita, appare a mio profano giudizio ben integrata con la splendida fortificazione.

La notte, con un’opera d’arte così, è ancora più dolce.

Creta. Heraklion.
Non siamo mai stati a Creta e allora si punta la sveglia per una pronta discesa. Direzione Cnosso.
Mi accorgo che abbiamo compagnia: dobbiamo assolutamente anticipare i “norvegesi” stavolta, e non solo i temuti “costacei”.

Con un tempismo eccezionale scendiamo per primi e montiamo sulla prima navetta che ci conduce al porto. Notiamo un banchetto in allestimento, sembra un catering. Domandandoci per chi sarà mai, tiriamo dritti imperterriti verso la città e verso la stazione dei bus. Scopriremo l’indomani che si trattava di un luculliano benvenuto da parte della municipalità… per noi! E noi ce lo siamo perso.
Percorrendo il lungomare troviamo facilmente la stazione dei bus, facciamo il biglietto ma dobbiamo attendere, perché il primo parte non prima di 30 minuti.
Nel dubbio lo teniamo fermo

Arriviamo al sito di Cnosso in pochi minuti e troviamo una massa di gente. Entriamo abbastanza in fretta insinuandoci tra i gruppi e compiamo una visita piuttosto tranquilla nonostante l’affollamento.

Il minotauro

E le sue corna

Sir Evans cosa ha fatto? Se lo chiedono in molti...

Il sito è molto interessante e, a me, piace molto anche così.
All’uscita la confusione nel piazzale tra taxi, auto, bus, gente, bancarelle è indicibile. Riusciamo a saltare sul primo autobus e ritorniamo in paese per un giro.
Subito al museo per completare la visita archeologica. In un’unica sala, temporaneamente causa lavori, tutto il meglio.
Il mitico disco di Festo

Sempre forza Toro

Finito il giro, una bella passeggiata fino alla nave e… un bel colpo di spugna.

RODI.
Oggi ce la prendiamo comoda. E’ l’ultimo dell’anno e abbiamo sul taccuino poche cose da cercare.
Una passeggiata sul porto, in buona compagnia, per godersi qualche raggio di sole ci voleva proprio.

I celebri cervi senza corna? Sarà stato il colosso a prendergliele?

Un particolare della bella chiesa sul lungomare

Ed ecco che troviamo ciò che stavamo cercando. Il cimitero ottomano. Gusto macabro, forse, il mio. Ma un bel cimitero a volte ci vuole. Sempre in argomento, non vi dico l’esperienza avventurosa vissuta per raggiungere il cimitero delle Fontanelle a Napoli… Con la massima attenzione, se si va da soli, ma è assolutamente da visitare.
Questo ha un fascino decadente del tutto particolare. Forse perché quella ottomana è un’eredità ancora ingombrante da queste parti?




Fatto ritorno al centro percorriamo il sempre evocativo ippoton e ci andiamo a godere una birra seduti al sole

Per poi far ritorno alla nave. Bisogna pure agghindarsi a festa.
Di questa foto mi incuriosiva la direzione contraria dell’Europa e della Grecia…

IZMIR. Efeso.
Dopo poche ore di sonno ci svegliamo all’alba, ancora in compagnia di questo strano essere che abbiamo trovato sul letto.

Abbiamo fatto festa, abbiam mangiato e bevuto, ma si è a Izmir per la prima volta e che si fa? Non si scende? Decidiamo di ritornare a Efeso e prendiamo un taxista da mondiale rally che ci porta a destinazione in poco tempo. Siamo tra i primi e ci godiamo il sito in relativa tranquillità. Peccato per le nuvole che ci accompagnano.
La maestosa biblioteca di Celso



Mici efesini

I sempre affascinanti gabinetti pubblici romani

La visita di questo spettacolare sito volge al termine

Facciamo ritorno a Smirne, città moderna e vastissima. Giusto in tempo per qualche vasca nel bazar antico, un intero quartiere di negozi frequentato esclusivamente dai locali.
Il celebre orologio

La moschea

ATENE.
Nonostante sia questa la quarta volta che torno ad Atene scendiamo con impazienza. Ci sono parecchie cosette da fare nel nostro taccuino segreto.
La caccia ad un taxi con tassametro fuori dal porto si rivelerà un’impresa troppo difficile per noi. Pattuiamo quindi 15 euro, naturalmente senza ricevuta, e ci facciamo lasciare a Syntagma che fortunatamente è tranquilla. Tutta la città fortunatamente lo sarà per tutto il giorno.
Il programma è quello di seguire un itinerario a piedi da una guida turistica della mia amica: naturalmente verso la fine perdiamo la strada e proseguiamo. Ad Atene ormai non ci perdiamo.
Seguiamo il programma, giardini, zappeion, stadio e museo, tempio di Zeus… e sullo sfondo il Licabetto ci guarda invitante…

L’acropoli è sempre lì, ma questa volta non saliamo.

Visitiamo il museo dell’acropoli. Un allestimento spettacolare, e foto vietate all’interno. Purtroppo non ho potuto immortalare il celeberrimo moscoforo.

Angoli di pace nella metropoli. La Plaka.

Ancora una passeggiata fino a Monastiraki, il mercatino, qualche acquisto, il museo della ceramica e poi una fame gal - attica. Il richiamo del souvlaki. Non possiamo più farne a meno e ogni vota torniamo. Prendiamo una fermata di metro e scendiamo a Omonia per raggiungere Livadia e i suoi spiedini da un euro. Sebbene sia ormai l’una passata, andranno bene lo stesso. Meglio di prima mattina però. Troviamo la serranda abbassata… la crisi ellenica? No, si è spostato di fronte, in un locale più moderno!

Una volta sazi, ci riprende il tarlo del Licabetto. Sappiamo che la nave non aspetta ma decidiamo di provarci lo stesso. Con il taxi da Omonia a alla stazione sulla collina per euro 3,70 di tassametro.
La teleferica sotterranea costa la bellezza di 7 euro e parte ogni mezzora. Una sale e l’altra scende.

Stretti con i tempi arriviamo in cima. Atene da qui è tanta, tanta roba. Una spianata immensa di costruzioni. Peccato per la luce che non ha consentito foto migliori. E anche il fotografo poco portato… Un paio d’ore ancora… ma la nave, prima a scalare al Pireo nel 2013, non ci avrebbe aspettati.


In cima si trova un bar dalla collocazione unica

Si gode l’eccezionale vista sull’acropoli e sul Pireo

E ci si può ritemprare lo spirito in una chiesa fuori dal mondo

A malincuore si deve scendere e, con un taxista allergico al tassametro ma con una Mercedes fiammante e cinque euro in più oltre ai canonici 15 (d’altronde eravamo in posizione che definire scomoda sarebbe stato poco) raggiungiamo il Pireo con qualche minuto d’anticipo, pronti per l’ora del the.
KATAKOLON.
Per chi non va a visitare il sito di Olimpia, il paese è quel che è. Lo si conosce. V’è da dire però che col tempo migliora.
Si trova così il modo di aggirarsi in solitudine sulla nave. Costa Magica ha pur dei lati piacevoli…

E degli angoli magici, da non perdere

Il mai troppo vituperato porto di Katakolon, qui quasi poetico

La prua minacciosa di Magica

E un bell’attracco

Mi piace pensare che sia proprio lui, il Manila Boy…

Gli ultimi pescatori di Katakolo?

Una passeggiata per negozi con un birretta Mithos per premio, questa volta senza i nostri calamari perché il ristorante è chiuso e si torna a bordo.
NAVIGAZIONE verso Civitavecchia.
Messa la prua verso casa, purtroppo, e incontriamo l’Etna innevato…


…e mare calmo che lascia il tempo di passeggiare sui ponti esterni

Un particolare famigliare che non può mancare

Come è ormai noto, per un’emergenza medica a bordo, appena superato lo stretto la nave ha eseguito una manovra per tornare a Messina.

Essendo quasi mezzogiorno mi sono portato sull’aletta del ponte di comando per vedere l’orologio del campanile.

Malgrado la vicinanza non si vedeva nulla ma si poteva ascoltare tutta la sequenza dello spettacolo, dal leone e il gallo all’Ave Maria. Peccato che nessuno degnasse l’orologio di attenzione. Tutti erano affacciati a vedere lo sbarco dello sfortunato crocierista. Quando si parla della morbosità delle persone…
Ho apprezzato la breve sosta a Messina, città che mi è piaciuta assai quando a giugno l’ho visitata per la prima volta.

Ancora qualche gioia dalla navigazione

Stromboli con la testa tra le nuvole

CIVITAVECCHIA. ROMA.
Scendiamo tra i primi. Per secondi (ma solo perché non abbiamo abboccato e li abbiamo fatto fare la volata finale, a quei due crocieristi del tipo “son più veloce io, gné gné”) arriviamo in stazione. Treno regionale fino a Termini e poi metro per San Giovanni in Laterano. Meravigliosa. Non ci sono altre parole.

Il chiostro, oasi di pace in città

San Bartolomeo. Che capolavoro!

Lo scranno papale, “poltrona” di grande attualità

Dopo un lungo giro a piedi per la città, allietato dalla compagnia di amici e parenti incontrati sul percorso, con tanto di apporto dell’amica archeologa, ci avviamo verso la stazione San Pietro per rientrare. Non senza una discreta corsetta per salire stravolti su un treno stracolmo. Meno male che il deposito biciclette e bagagli era aperto e ci si siamo infilati dentro!

A Civitavecchia troviamo le nostre vecchie conoscenze, ormai sempre più spesso in tv

Tralasciamo la tristezza e gli stati d’animo contrastanti che accompagnano chiusura valige, saluti, treni, etc.
SAVONA
La mattina dello sbarco è triste di suo.
Trovarsi sotto il balcone Costa Deliziosa che sta per partire per il giro del mondo fa girare le… eliche. E non quelle di ricambio che stanno sulla prua della Deliziosa.

Alla prossima.
E adesso, sotto a chi tocca!
Aiutatemi con questo collage!
Un saluto.
F.